Intervista alla Sig.ra Bettina
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Intervista alla Sig.ra Bettina
Racconti della Memoria Intervista alla Signora Bettina L’infanzia mia è stata molto buona perché tenevo i genitori buoni, io ero la prima e mi volevano bene ancora di più di tutti gli altri. Noi abitavamo a Rotondoli, poi per cercare lavoro siamo andati a Scauri e la mia infanzia l’ho passata li, dai 6 ai 14 anni, poi ci hanno sfollato e siamo ritornati a Rotondoli e sono cominciati tutti i fatti tragici della guerra con i tedeschi. Noi ci trovavamo tra il Garigliano e l’avamposto e quando hanno iniziato a bombardare Ausonia, noi sbattevamo le mani perché eravamo contenti: distruggere Ausonia significava mandare via i tedeschi. Loro ci rubavano tutto quello che avevamo in casa: l’olio, il grano, gli animali; ci avevano tolto tutto. Mio padre aveva nascosto un po’ di grano murandolo dentro ad una vecchia casupola, quando serviva si andava a prendere un po’ e si chiudeva di nuovo il muro; poi si prendeva un piccolo macinino e si faceva la farina per preparare delle pizzette, non fritte perché l’olio non c’era, ma solo cuocendole sul fuoco. I tedeschi normali non erano cattivi, erano uomini come tutti gli altri, c’era chi era cattivo e chi no, ma insomma in genere non erano proprio cattivi: ad esempio a Castelnuovo avevano la cucina e quando potevano, se qualcuno andava per chiedere, davano pure qualcosa. Poi c’è stato il rastrellamento e c’era un giovane tedesco che passava per strada e diceva: “preparatevi, che fra poco vengono e vi portano via”; allora tra i giovani è successo questo: l’hanno preso e tra botte e altro lo hanno ammazzato e lo hanno portato a nascondere dentro un rio e ci hanno messo le pietre sopra e poi dei ragazzi, sempre di Ausonia lo hanno spogliato : gli hanno tolto le scarpe, i vestiti e gli hanno tirato le pietre; quando i tedeschi hanno visto questo, allora è successa una tragedia: si sentivano le fucilate che sembrava la guerra fosse arrivata lì. Li avevano rastrellati e portati sopra un’aia, proprio vicino casa, volevano sapere chi era stato; ci stava un mio parente che era carabiniere e i tedeschi lo cercavano ma nessuno si permetteva di dire dove potevano trovarlo, altrimenti l’avrebbero fucilato. Allora loro raccolsero, oltre quelli giù anche altri perché a Rotondoli c’era tanta gente sfollata e così hanno riempito quest’aia, c’era anche mia nonna e la madre di quel carabiniere e i soldati si misero tutti intorno con le mitragliatrici, era arrivata la fucilazione. Un signore di Ausonia è uscito e ha detto: “Questa è la madre di quel carabiniere e questa è la sorella”. Allora i soldati le hanno prese e se le sono portate per interrogarle e hanno chiesto a quella madre: “dove sta tuo figlio?” e lei ha risposto: “se n’è andato per le montagne, che ne so dove sta” e l’hanno fucilata. La figlia l’hanno fatta passare dietro e i soldati non le hanno fatto vedere la madre morta, poi l’hanno portata al carcere di Colle Maggio. Noi credevamo tutti che fosse morta anche lei, infatti mia nonna faceva anche dire le messe. Quando si fece notte e non si sentivano più le fucilate, nonna è andata a vedere perché questa ragazza non tornava più ed io, che ero ragazzina, sono andata con lei e abbiamo trovata questa zia in un angolo della casa fuori però non distesa a terra come fosse seduta, era morta. Poi cominciarono ad arrivare gli americani, ma non erano americani erano le truppe tricolori (di colore), portavano gli orecchini al naso, era proprio una brutta gentaglia. Tutte quelle ragazze che sono andate su in montagna per vedere le truppe che stavano arrivando, le hanno tutte violentate. Allora sono venuti giù, c’era un ragazzo barese che diceva: “nascondete le ragazze, perché così e così…” a me ed un’altra ragazza di Ausonia mamma ci ha nascoste dentro una stalla dove c’erano le capre: noi stavamo svenendo perché era pieno di pulci e di sporco e così ci portarono fuori. Di notte dormivamo tutte dentro un letto, 10-12 ragazze e ci avevano raccontato che i marocchini avevano paura di funi e forcine e così nelle nostre aie c’erano gli uomini a fare la guardia e a casa nostra non sono venuti.