attivita` natatoria in orario curriculare per gli allievi

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attivita` natatoria in orario curriculare per gli allievi
Società Sportiva Dilettantistica a responsabilità limitata
ATTIVITA’ NATATORIA IN ORARIO
CURRICULARE
PER GLI ALLIEVI DELLA SCUOLA PRIMARIA
“IL NUOTO A SCUOLA,
UN’OPPORTUNITA’ PER TUTTI “
ANNO SCOLASTICO 2013 - 2014
“Progetto diretto ad incentivare la pratica
motoria e sportiva nelle scuole”.
S.S.D. Dinamica Sport a r.l. Via Fratelli Fea,1 – Chieri P.IVA 10794090018
Centro Sportivo di Susa_
Regione Priorale 34 – 0122629256
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PREMESSA
Il progetto, nasce dalla volontà di promuovere un percorso fatto
di confronto e collaborazione con l’Istituto Scolastico nella formazione
globale dell’allievo per favorirne la crescita personale, culturale e
sociale. Un progetto volto a migliorare ed aumentare lo sviluppo
fisico, cognitivo, psicologico, sociale ed emotivo - affettivo dell’allievo
attraverso l’esperienza con l’acqua.
Il progetto didattico seppur con alcune variazioni, viene ormai
proposto dal 2001, e coinvolge, in Val di Susa, gli istituti comprensivi
di Susa, Bussoleno e Sant’Antonino, più precisamente i comuni di :
Chiomonte, Meana, Giaglione, Venaus, Novalesa, Susa, Foresto,
Mattie, Bruzolo,Bussoleno, Sant’Antonino,Vaie,Borgone.
Al di là delle valenze educative il progetto sopperisce anche alle
lacune strutturali di alcuni plessi scolastici che sono sprovvisti di
idonea palestra per l’attività motoria . La complessità organizzativa
sta nell’organizzare i trasferimenti dai plessi scolastici alla piscina e
viceversa, peraltro sia la non particolare distanza sia l’ottimizzazione
dei servizi di trasporto, ogni singola unità didattica (50’ di lezione) si
espleta complessivamente nelle 2 ore dalla partenza al ritorno a
scuola .
Nel progetto stabiliremo gli obiettivi di apprendimento, i livelli
essenziali di prestazione,volti da una parte ad aiutare la crescita, la
maturazione e la valorizzazione della persona, dall’altra il fine
istruttivo volto all’acquisizione di abilità e conoscenze; ma mentre gli
obiettivi formativi sono identici per tutti, verranno personalizzati i
livelli di conoscenze, abilità e apprendimenti richiesti per il loro
conseguimento, secondo le caratteristiche di ogni allievo.
Gli obiettivi formativi del progetto saranno attuati negli incontri
previsti con un percorso che indichi le attività educative e didattiche
unitarie, i metodi, le soluzioni organizzative ritenute necessarie per
concretizzare gli obiettivi formativi formulati e le modalità con cui
verificare sia i livelli delle conoscenze e delle abilità acquisite sia, se e
quanto, tali conoscenze si siano trasformate in competenze personali
di_ciascuno.
Gli indici di verifica dei risultati potranno arricchire il portfolio
delle competenze individuali del bambino.
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OBIETTIVI
Il progetto ha come obiettivo principale quello di concorrere alla
formazione globale dell’allievo per favorirne la crescita personale,
culturale e sociale, finalizzata alla sua promozione in quanto cittadino.
In ogni unità didattica e, complessivamente, in tutto il ciclo di
incontri, oltre al raggiungimento delle finalità di tipo specifico, come
l’ambientamento, la capacità di galleggiare, le varie forme di
avanzamento o altre,
si pone importanti obiettivi formativi di
carattere generale , come lo sviluppo dell’autostima, della
socializzazione, l’accettazione dell’insuccesso, la capacità di superare
le difficoltà, lo sviluppo di una corretta immagine motoria ed altri .
Si possono quindi riassumere gli obiettivi fondamentali in:
 un azione di igiene preventiva rivolta all’acquisizione di
sicurezza nell’acqua;
 un obiettivo di salute pubblica, nell’ambito di prevenzione dei
paramorfismi e nelle proposte formative o riabilitative degli
allievi diversamente abili;
 un obiettivo psicologico rivolto alla socializzazione, che tenga
conto dell’aggressività dei ragazzi, che proponga delle
dinamiche di gruppo collaborative, che educhi alla cooperazione
ancorché alla competizione;
 un obiettivo finalizzato all’educazione motoria, che migliori la
sensopercezione, consolidi gli schemi motori di base, che affini
le abilità motorie.
Questo progetto si propone quindi, attraverso l’acqua,di
incrementare il patrimonio di diverse afferenze con l’obiettivo di
facilitarne, in questo modo, lo sviluppo dell’allievo.
Uno sviluppo fisico, cognitivo, psicologico, sociale ed emotivoaffettivo. Gli adattamenti centrali e periferici di resistenza organica
(respirazione, circolazione, attività cardiaca..) vengono attuati più
facilmente nel nuoto che negli altri sport, grazie all'assenza di peso,
al lavoro simmetrico, al miglioramento del tono muscolare e del
trofismo (controllo posturale) . Tale sviluppo è legato alla conoscenza,
alla varietà di stimoli, di elementi e situazioni. Questa condizione crea
uno sviluppo psicologico, in quanto le novità generano nel bambino
una crisi, il cui superamento funge da rinforzo del carattere, in un
aumento della fiducia di sè. Lo sviluppo sociale è favorito dal rispetto
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degli altri, degli spazi, dei tempi e delle difficoltà
compagni .
L’attività natatoria occupa un posto rilevante
degli schemi motori e posturali dei bambini, nello
migliora la socializzazione, il controllo dell’emotività
prevenzione della salute e dei paramorfismi.
dell’acquisizione di una buona acquaticità favorisce
dell’ansia e della tensione nel rapporto con l’acqua.
esecutive dei
nello sviluppo
stesso tempo
e favorisce la
La ricerca
l’eliminazione
PROGRAMMA TECNICO
Il programma deve tenere conto di più aspetti: l’età dei
partecipanti ed il livello di capacità motorie acquisite. All’interno di
ogni gruppo di ogni classe dovrà essere individuato il livello di
autonomia in acqua di ciascun allievo, che è legato alla ricchezza
delle esperienze motorie vissute, ed al complesso delle capacità
coordinative acquisite.
L’analisi delle reali condizioni di partenza degli alunni fornirà
all’istruttore preziose indicazioni sull’articolazione specifica del
percorso formativo, così da soddisfare le effettive esigenze della
classe.
Si potrà suddividere il programma didattico in due periodi:il
primo sarà quello della conoscenza, nel quale la lezione sarà
impostata sotto forma di gioco, che diventa il mezzo per dare spazio
al desiderio esplorativo e di sperimentazione del nuovo elemento; il
secondo periodo, di consolidamento, dovrà condurre ad un
rafforzamento della sicurezza con l’acquisizione di una certa
autonomia
nell’elemento
acqua,
mediante
fasi
iniziali
di
apprendimento
della
respirazione,
dell’immersione
e
del
galleggiamento.

L’ambientamento :
Lo scopo principale di questa fase che può avere una durata
variabile dalle poche lezioni a parecchi mesi, è di far acquisire
all’allievo un rapporto con l’acqua naturale. L’ambientamento viene a
sua volta suddiviso in cinque grandi fasi:
- L’approccio con l’acqua;
- L’immersione del viso e le respirazioni;
- La fase orizzontale ed i galleggiamenti;
- Le posture e gli scivolamenti;
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- Prime forme di propulsione.
La prima forma di ambientamento è senza dubbio l’approccio
con “l’ambiente piscina”, pertanto, sarà necessario presentare agli
allievi il luogo in cui si svolgeranno le lezioni.
L’istruttore ha il compito di ridurre l’ansia dei bambini con
elementi divertenti che smorzino la tensione .
La seconda fase è costituita dall’entrata in acqua. Si consiglia di
far sedere i bambini sul bordo e di chiedere loro di battere le gambe,
facendo ribollire l’acqua, gli schizzi generati costituiranno il primo
approccio con l’acqua, in un atmosfera spumeggiante.
Si potrà chiedere, successivamente, di lavarsi il viso, sempre
rimanendo seduti sul bordo, e procedere gradualmente all’immersione
del corpo.

In acqua
L’ingresso in acqua deve avvenire in modo graduale,
l’insegnante aiuterà i bambini in maggior difficoltà, invitandoli ad
entrare dalla scaletta, li farà aggrappare al bordo e chiederà loro di
spostarsi lungo la piscina con le gambe distese o con i piedi
appoggiati alla parete.
Successivamente l’istruttore potrà richiedere ai bambini di
muovere le gambe , per far percepire loro la spinta di sostentamento
che possono generare gli arti inferiori. In questa fase l’insegnante
potrà anche invitare gli allievi a battere le gambe mantenendo le
mani in appoggio sul muro.
L’avvicinamento all’acqua sarà coadiuvato da sussidi didattici
come salvagente e tubo. L’immersione del viso è preceduta da una
serie di tappe di avvicinamento, come: il lavaggio della testa da parte
dell’istruttore, la creazione di onde, la guerra degli spruzzi,
l’immersione della sola bocca (chiusa, aperta, con o senza soffiare),
l’immersione del naso, l’immersione degli occhi e di tutto il capo(che
può, a volte essere leggermente aiutata), ecc. Il tutto si deve
svolgere in un clima il più possibile ludico e positivo, dove la fantasia
e la pazienza dell’insegnante sono gli strumenti che permettono
all’allievo di superare le sue ansie e le sue difficoltà.
La respirazione deve essere inserita prima possibile (anche dalla
prima lezione), in quanto il corretto apprendimento della tecnica e del
ritmo respiratorio costituisce una delle maggiori difficoltà
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nell’insegnamento del nuoto e può condizionare moltissimo
l’apprendimento nei livelli successivi.
All’inizio si faranno sperimentare agli allievi, i vari modi di
soffiare: con labbra serrate, con bocca aperta, facendo le pernacchie,
solo bocca, solo naso, bocca-naso, con la mano dell’istruttore davanti
alla bocca dell’allievo, guardando e contando le bollicine ecc.
L’istruttore dovrà sempre controllare che l’espirazione avvenga
con le labbra rilassate e che il volume d’aria espirato (e quindi
inspirato) sia adeguato, dovrà inoltre evitare che l’espirazione
continui dopo l’emersione del capo.
Affinché
l’allievo
possa
percepire
la
sensazione
di
galleggiamento sia in posizione supina che prona, sarà essenziale che
abbia un atteggiamento rilassato e che la respirazione sia più
naturale possibile, e saranno impostati inizialmente con l’aiuto
dell’istruttore in una seconda fase, l’allievo effettuerà lo scivolamento
autonomamente, spingendosi dal bordo.
Le esercitazioni in acqua sviluppano e favoriscono le capacità
coordinative generali e specifiche che costituiscono gli obiettivi
didattici fondamentali, oltre a quelli relativi a migliorare:
- la percezione, conoscenza del corpo;
- la coordinazione oculo manuale;
- l’organizzazione spazio-temporale;
- la coordinazione dinamica generale.
L’attività motoria in acqua, inoltre, per influire positivamente su
tutte le sfaccettature della personalità deve essere praticata in forma
ludica, variata e partecipata.
Il livello successivo prevede l’acquisizione delle forme di
propulsione elementari, e di un buon equilibrio e di autonomia in
acqua.Inoltre, l’allievo dovrà saper effettuare correttamente alcuni
atti respiratori, coordinando la fuoriuscita del capo con l’inspirazione e
l’immersione con l’espirazione. È di fondamentale importanza che la
respirazione venga eseguita in maniera rilassata.
L’allievo acquisirà la battuta di gambe nel dorso e nel crawl e
gli elementi base della coordinazione nelle due nuotate. Inoltre, dovrà
saper percorrere piccoli tratti subacquei, sapersi tuffare dal bordo e
galleggiare in posizione verticale.
In questa fase vengono anche impostati i rudimenti del tuffo,
insegnando agli allievi a sbilanciarsi prima di spingersi dal bordo. Gli
allievi saranno seduti sul blocco di partenza o in ginocchio sul bordo e
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si richiederà loro di tuffarsi in acqua attraverso la proposizione di
alcuni giochi. La capacità di galleggiare in posizione verticale è
necessaria infine per il raggiungimento di un buon grado di
autonomia.
L’attività in acqua pone, in parallelo alle situazioni ludiche, il
controllo del movimento, consentendo all’allievo di raggiungere una
motricità sempre più ricca ed armonica sia sul piano dell’espressione
di alcune forme di avanzamento in acqua, sia sull’efficacia delle
stesse.
Le attività didattiche in acqua, si prefiggono come obiettivo
l’approfondimento ed il perfezionamento delle esperienze motorie,
giungendo gradualmente alla definizione intermedia di schemi motori
più specifici delle nuotate.
Dalla percezione posturale statica del corpo, come obiettivo
prioritario degli alunni di prima e seconda, si passa al consolidamento
delle percezioni posturali e delle capacità coordinative dinamiche, con
interazione fra diverse esperienze dei bambini di terza, quarta e
quinta.
Infine anche nell’attività educativo-motoria del nuoto occorrerà
progettare e realizzare opportunità di esercizio tali da consentire il
maggior numero possibile di scambi e di relazioni sociali.
Il gioco, soprattutto nel caso specifico dell’attività in acqua,
insegna i fondamentali della cooperazione sociale, in special modo
quando le situazioni che in esso si verificano mutano continuamente.
Le attività proposte realizzano obiettivi che si propongono come
FONDAMENTALI :
 Perfezionamento degli schemi motori di base Percezione
spaziale dinamica.
 Trasformazione delle esperienze motorie in apprendimento di
schemi motori specifici.
 Risposte modificate e rapidità delle risposte.
 Coordinazioni simmetriche alternate e cicliche.
 Sviluppo delle capacità di controllo motorio.
 Capacità di adattamento e di trasformazione motoria.
 Perfezione delle risposte dei soggetti diversamente abili.
Obiettivi che si propongono di approfondire e perfezionare le
esperienze motorie, giungendo gradualmente alla definizione
intermedia di schemi motori più specifici alle condizioni di abilità
motorie caratteristiche delle esercitazioni in acqua.
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STRUTTURA DEL PROGETTO
Il progetto prevede 3 fasi di attuazione:
La prima fase:
Prima dell’inizio dell’attività il responsabile del progetto
presenta analiticamente il programma ai docenti; la condivisione
degli obiettivi con il corpo docente permette di acquisire informazioni
sulle dinamiche sociali della classe come gruppo e delle caratteristiche
individuali dei singoli allievi. Le informazioni permettono di creare le
condizioni affinché i processi messi in atto favoriscano l’allievo.
L’incontro con gli allievi, in classe stimola curiosità ed interesse;
la distribuzione di materiale informativo, in forma di fumetto,
permette, anche ai bambini di prima, di conoscere norme e regole
senza subirle come tali ma condividendole.
La conoscenza dei bambini in classe, da parte del responsabile,
permette di stilare una prima nota sulle eventuali criticità rilevate,
integrandole con le informazioni dei docenti .
La conoscenza di bambini diversamente abili permetterà di
stabilire una strategia di intervento concordandola con il docente di
sostegno .
La seconda fase:
Il ciclo di 6/8 incontri si sviluppa secondo il programma
indicato.
Alla fine di ogni lezione si effettua l’annotazione di
eventuali criticità che si siano evidenziate. A cadenze regolari si
effettuano una serie di verifiche dell’attività svolta. Oltre ad un
confronto con i docenti, si ricercano indicatori delle sensazioni degli
allievi attraverso proposte interdisciplinari, disegni e svolgimenti, che
rappresentino le esperienze in piscina .
Attraverso l’elaborazione delle indicazioni raccolte potrà essere
riformulata o modificata la proposta didattica in piscina.
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La terza fase:
La giornata finale sarà dedicata ad una festa del nuoto.
Nell’ambito della stessa lezione verrà organizzato un circuito
che si proponga come rassegna dei giochi imparati, adeguati al livello
di conoscenza ed apprendimento dell’allievo. L’obiettivo di
quest’ultimo incontro non sarà tanto competitivo quanto volto a
sintetizzare il meglio di quel che è stato fatto da ogni allievo. La
manifestazione stessa offrirà spunti per la valutazione degli obiettivi
conseguiti ed agli allievi verrà consegnato un riconoscimento di
partecipazione .
La proposta didattica per il bambino diversamente abile
Durante la fase di conoscenza dei docenti e della classe
recupereremo più informazioni possibili sull’allievo diversamente
abile. Faremo un incontro preliminare con i docenti, i genitori e con il
soggetto stesso. Si dovrà parlare del tipo di patologia, o problema
della persona, cercando anche di sapere la storia della stessa. Se è
seguito in terapia da personale specializzato e soprattutto quale è il
suo passato in piscina e il suo rapporto con l'acqua.
Sicuramente può essere interessante riuscire a recuperare
qualche contatto di medici o terapisti o istruttori che già hanno
lavorato e conoscono l’allievo e incontrarli per conoscere meglio il
caso. Queste sono informazioni molto preziose che possono aiutarci
anche a capire meglio le diverse patologie e quindi individuare le
attenzioni da avere e le mete ipotizzabili da raggiungere.
La proposta natatoria per l’allievo diversamente abile non avrà
finalità solamente rieducative; nel primo contatto con l’acqua si parte
senza svantaggio e questa circostanza attenua le frustrazioni e
consente una migliore integrazione nel gruppo. L’attività motoria in
acqua svolta da un disabile rappresenta un punto di partenza, poiché
crea nel soggetto una forte motivazione, cercheremo di "creare delle
situazioni piacevoli di apprendimento del nuoto" e sicuramente un
contesto molto ludico, determinante per avviare il recupero .
Partendo da un confronto con docenti, famiglie e medici si
stabilirà un percorso che tenga conto di menomazioni e disabilità
individuando insieme agli operatori degli obiettivi a breve scadenza in
modo da ridurre l'aspettativa e creare invece una situazione più reale
di investimento:
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· la ricerca di una sempre maggiore autonomia nell'ambiente da parte
del
soggetto,
· l'integrazione all'interno della piscina e delle sue relazioni sociali,
· l'acquisizione e il potenziamento di nuove condotte motorie.
Queste finalità non sono strettamente connesse alla tecnica del
nuoto, ma allargano la prospettiva del lavoro ad una dimensione
educativa.
Prima di andare a definire obiettivi specifici legati al nuoto,
dobbiamo raggiungerne uno che è fondamentale per il proseguo del
nostro lavoro: creare una relazione. Questo è sicuramente il
momento più importante di tutto il percorso.
La relazione è fatta di conoscenza, di rispetto, di empatia,
questi sono obiettivi da raggiungere in maniera strategica e non
lasciandoli al caso o al momento. Le emozioni in questa fase sono
importantissime e vanno gestite e controllate, non soffocate o
soppresse, ma controllate .
Quindi è importantissimo riuscire ad essere consapevoli e
gestire nel modo più appropriato le nostre emozioni. Il mezzo
attraverso il quale cominciamo a costruire una relazione è la
comunicazione, possiamo dire che è l'elemento principale. Non esiste
solamente una comunicazione verbale, ma anzi noi abbiamo tutta una
serie di modi di fare e di essere che sono molto più comunicativi delle
parole che diciamo. Possiamo gestire il tono della voce, lo sguardo, la
mimica, il movimento del nostro corpo, le nostre posture,
l'investimento che abbiamo nello spazio . La relazione ci permette di
conoscere la persona, questa conseguenza ci permette di identificare
quali obiettivi possiamo proporci.
La conoscenza del nostro allievo ci permette di individuare i
bisogni, i limiti, le potenzialità, le paure, gli interessi, le curiosità ecc.
personali. L’individuazione delle caratteristiche favorisce l’integrazione
del disabile attraverso il movimento inteso come strumento di
apprendimento in tutti i campi dell’insegnamento ed interpretato nelle
tre dimensioni psico-motorie.
1. Funzionale: ricercheremo, attraverso il nuoto, il miglioramento
delle prestazioni motorie in soggetti che, proprio per la loro
disabilità, spesso sono in gravi difficoltà;
2. Cognitivo: mireremo a realizzare rappresentazioni di segni
corporei attraverso il movimento in modo da favorire la
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sostituzione delle funzioni senso-percettive (nel non vedente e
nel non udente );
3. Relazionale: permetteremo l’effettuazione di attività didattiche
aperte e realizzate nel gruppo.
Il processo conoscitivo, cominciato con una raccolta di
informazioni dettagliate, prosegue relazionandosi
con l’allievo al
momento del suo arrivo nella struttura.
L’assistenza offerta nella fase precedente alla lezione, durante
la preparazione all’interno degli spogliatoi, permette di sviluppare e
canalizzare una serie di sensazioni ed emozioni.
Guidare l’approccio dell’utente con l’ambiente piscina ne
aumenterà la fiducia favorendo l’approccio con l’acqua.
Le esperienze pregresse saranno determinanti nel definire il
percorso didattico. Gli incontri saranno orientati a favorire
l’acquisizione, da parte del soggetto, di una buona acquaticità
riducendo ed eliminando ansia e tensione nel rapporto con l’acqua.
Secondo la tipologia di disabilità, fisica, sensoriale o psichica si
procederà
con
l’esplorazione
dell’ambiente,
dell’elemento.
L’esplorazione dello spazio, il contatto con l’acqua, l’immersione
lenta e graduale, lo spostamento guidato, la respirazione statica, il
rilassamento e il galleggiamento la realizzazione di movimenti in
acqua adeguati alle diverse situazioni spazio-temporali ed ambientali
lo svolgimento di compiti motori in situazioni inusuali in acqua, tali da
richiedere la conquista, il mantenimento ed il recupero dell’equilibrio,
costituiranno le linee guida del programma che sarà adattato alle
circostanze ed alle situazioni .
Personale
La S.S.D. Dinamica Sport a r.l., per l’attuazione del progetto, ricorre
a 18 istruttori qualificati tra cui : 1 Direttore Sportivo F.I.N., 2
coordinatori di scuola nuoto F.I.N., 2 laureati SUISM, ,1 allenatori
Nuoto di 2° livello F.I.N., 1 allenatore Pallanuoto 1° livello F.I.N.,6
istruttori Base F.I.N., 5 allievi istruttori F.I.N.
Tutto lo staff istruttori e’ anche abilitato alle tecniche di primo
soccorso con brevetto di salvamento F.I.N.
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