L`imprenditore del vino che ha sfidato la Finlandia
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L`imprenditore del vino che ha sfidato la Finlandia
MERCOLEDÌ 29 NOVEMBRE 2006 GOFFREDO LOCATELLI LA REPUBBLICA VII L’inchiesta sui napoletani che sono andati via e hanno avuto successo La loro storia e il rapporto con la città HELSINKI — Senti nell’aria il profumo di chiodi di garofano e di aghi di pino; e vedi alberi carichi di neve, distese scintillanti e grandi laghi ghiacciati. Una saga parla di un angelo che trasportava un grande recipiente pieno d’acqua, inciampò in una stella e versò tutto sulla Finlandia: così si formarono migliaia di laghi gelidi e misteriosi. «Chi non hai mai trascorso l’inverno in Finlandia, non può capire perché Babbo Natale vive qui e si muove sulla slitta con le campanelle guidata da Petteri, la renna dal naso rosso», mi dice Petri Viglione, 39 anni, figlio di un commesso viaggiatore napoletano e di un’insegnante di liceo finlandese. Petri ha subito il fascino di questo mondo, delle lunghe notti, delle saghe e dei boschi, dei pastori luterani dagli occhi freddi e severi. «Gli italiani», aggiunge, «già due secoli fa venivano quassù a cercare il pane o i segreti di gente diversa da loro. La Finlandia ha un clima ostile: il freddo e la lunghissima notte rendono la vita difficile. Persino la sua lingua per un italiano è impenetrabile e piena di assonanze equivoche: “katso” significa guarda, e “kulo” ascolta. Ma è anche la terra di Sibelius, compositore del celebre “Valzer triste”, e di Alvaar Aalto, un genio dell’architettura mondiale. Io mi sono innamorato della Finlandia a 24 anni. Arrivavo da Napoli, Una veduta del centro di Helsinki dove sono cresciuto e dove sione umana. Qui non importa chi ancora vivono i sei: la città è patria di conservatori miei genitori...». e liberali, religiosi e atei, uomini Petri è l’italiad’affari e artisti. A qualsiasi ora si no più popolare anima, diventa viva nei negozi, nei in Finlandia. E ristoranti. Nei giorni feriali si può in questo paese, pranzare con 7-10 euro. E gli inche è tra i cinque gredienti sono freschi, spesso a più ricchi del base di funghi, bacche di bosco e mondo, ha avupesce. to successo. I Helsinki si estende su un gran giornali scrivonumero di isolotti collegati alla no di lui, e il preterraferma da ponti e traghetti. sidente Ciampi Ma è una metropoli formato taquattro anni fa scabile: può essere visitata a piedi lo ha nominato o col tram della linea 3T, che pascavaliere della sa accanto al Parlamento, al teatro Repubblica nazionale dell’Opera, alla piazza «per aver svilupdel Senato. Muoversi è facile. pato la cultura Piazza Kauppatori è la più nota, enogastronocon le bancarelle che offrono promica italiana». dotti artigianali, souvenir e spe«Sono il pricialità alimentari: la “pihapiimo di tre figli», rakka”, una focaccia fritta ripiena continua a racdi carne e spezie. O il “kalakukko”, contare. «Ho una pizza al forno gonfia di pesce due sorelle: Kire grasso di porco. Eppoi lamponi, si è sceneggiaramoscelli di trice della Rai, e betulle, mirtilli Marianne è tragialli della Lapduttrice. Mi soponia, acciughe no laureato con del Baltico, sal110 e lode all’Omoni. Mikonkarientale di Natu, isola pedopoli in Scienze nale del centro, politiche». è una delle vie in A capo della cui si trovano più grande numerosi bar, azienda imporristoranti e club. tatrice di vini Se entrate alitaliani, Vigliol’Arctic Ice Bar, ne è stato il priper esempio, mo a sfidare il potete bere un monopolio di Petri Viglione drink a meno 5 stato Alko, e ora gradi durante è il primo italiatutto l’anno. Ma no a candidarsi attenti. Qui per per il Parlamenl’alcol ci sono to finlandese. regole precise: L’imprenditore non puoi berne vive in una bella prima dei 18 ancasa al centro di ni. E si può acHelsinki, imquistare solo in merso nel verde specifici negozi. d’estate e nel bianco d’inverno, «La Finlandia è uno dei pochi quando si può ammirare il fenopaesi dove la vendita di alcolici meno della “notte bianca”. Da non è libera», dice Viglione. «È lo queste parti la luce ha effetti Stato che decide quali vini si devoprofondi sulla gente: è un po’ no vendere. Be’, ho deciso di comspenta a novembre e superattiva battere questa normativa, malin aprile. «Mamma, dammi il sogrado io fornisca al monopolio un le», invoca Osvaldo negli “Spetmilione di bottiglie l’anno». tri”. E siccome i finlandesi amano Si beve molto? «È allucinante. Si la luce, accendono le candele nelbeve dai 12 agli 80 anni. Si beve per le cene. vincere la mancanza di contatti, A Helsinki la vita non è frenetil’autunno tetro, la pioggia, la nebca, c’è poco traffico, disorganizzabia, il buio. Il finlandese é chiuso, zione e caos non pervadono il si scioglie solo dopo molti brindiquotidiano. È una metropoli che è si. Beve anche per dichiararsi a riuscita a conservare una dimenuna donna. E quando la vodka gli accende l’animo, non sfugge alle risse». Viglione snocciola dati: 2500 finlandesi muoiono ogni anno a causa dell’alcol (cirrosi epatica o incidenti), 50mila gli alcolisti riconosciuti che non lavorano. In Petri Viglione è l’italiano più popolare nel paese delle renne anche se combatte contro il monopolio di Stato Ciampi lo nominò cavaliere L’imprenditore del vino che ha sfidato la Finlandia “Napoli non mi ha offerto nulla, ma il mio sogno è tornare e fare qualcosa per la città” totale 300mila persone, anche donne e giovani, hanno problemi con l’alcol. Per questo le bevande sopra i 4,7 gradi sono in mano al monopolio statale. Ma il fondatore di Winital si è proposto di portare quassù la cultura del vino italiano, e dopo 13 anni detiene più del 50 per cento della quota di mercato. Come ha fatto? «Da ragazzo venivo in Finlandia per le vacanze», racconta Petri. «Dopo la laurea, ci rimasi in po’ di più e mi sposai con Katia, dalla quale ho avuto due figli. Ci siamo divisi nel 2001, ma continuiamo ad avere ottimi rapporti». Ora Petri è legato a Marika Krook, una nota cantante di musica lirica, conosciuta in casa di amici. Ma come ha scoperto il business del vino? Viglione abbozza un sorriso: «Un giorno mi si accese una lampadina in testa: perché il vino italiano è in tutto il mondo tranne che in Finlandia? Così fondai la società. I due anni successi- vi furono di fuoco: mi controllavano come se importassi droga dalla Columbia. E sa perché? Venivo da Napoli. Si sussurrava: attenti al napoletano, potrebbe avere rapporti con la camorra...». La Finlandia diventa indipendente nel 1917. E subito si fa proibizionista, come gli Usa. Fino al 1932 mette al bando ogni goccia di alcol, tranne il vino finlandese, fatto di mela o di mirtilli. Poi, grazie a un referendum, nascono i negozi statali Alko, dove è permesso, fino al 1970, l’acquisto di 3 bottiglie a settimana. Invece nel 1968 la birra è liberalizzata. Oggi i finlandesi consumano in un anno 400 milioni di litri di birra, e meno di un decimo di vino. Perché la birra si vende in 6.000 punti, il vino in 300 controllati dallo Stato. Precisa Viglione: «In pratica lo Stato dice ai finlandesi: vi punisco perché non vi sapete comportare. Con questo criterio, una bottiglia di vino che in Italia costa un euro, in Finlandia ne costa cinque: c’è una tassa fissa di 3 euro a bottiglia. Fino al 1995 era lo stato a importare il vino. Poi la Finlandia è entrata nella Ue e ha dato mezza via libera agli importatori, che possono vendere solo a ristoranti e winebar (6 per cento) o al monopolio (94 per cento)». Nel primo anno di vita Winital vendette appena 123 bottiglie. Dal 1995 le cose sono cambiate. Ma non come vorrebbe Viglione, finito sotto i riflettori per una singolare protesta. «Era febbraio del 1997», racconta. «Con 30 gradi sotto zero potevo vendere nel mio winebar solo vino finlandese. Interrogai un famoso avvocato di Helsinki: “Perché non posso vendere il vino italiano?”. Il legale si studiò la faccenda e concluse che la restrittiva legge finlandese doveva soccombere di fronte alla normativa europea. Detto e fatto: avvertii giornali e televisione che avrei violato il divieto. Infatti per due ore vendetti sei bottiglie di vino italiano in strada. Come c’era da aspettarsi, arrivò la polizia, mi contestò il reato e mi tolse la licenza per 30 giorni. A quel punto feci ricorso e portai il mio caso alla Commissione europea. Io contro lo Stato finlandese. Io contro il mio maggiore cliente». E com’è andata a finire? «Dopo nove anni, il caso non è concluso. La Commissione, per evidenti motivi politici, rimanda di anno in anno la decisione...». In realtà la Commissione è preoccupata: secondo i dati emersi dal nuovo rapporto “L’alcol in Europa”, ogni adulto del nostro continente consuma 15 litri di alcol puro all’anno. Gli esperti dicono che la sbronza saltuaria o il consumo costante si traducono in un buco di 125 miliardi di euro all’anno, fra perdita di produttività, assenteismo, disoccupazione e anni di lavoro persi a causa di morte prematura. Dalla loro entrata in Europa, i finlandesi li ammazzano le malattie vascolari e la cirrosi, cresciuta del 50 per cento. Ribatte Petri: «In Finlandia non si cura l’alcolismo col divieto di bere vino, bensì aumentando le strutture pubbliche per la disintossicazione: c’è un’attesa di 12 mesi perché non c’è posto. In secondo luogo, si cura con l’educazione a bere, che deve venire dai genitori. Da combattere non è il vino, ma l’uso che se ne fa: bere non significa necessariamente sbronzarsi». Nel 1997, quando vendette quelle sei bottiglie in strada, l’avvenimento divenne un caso nazionale. «Tutti discussero dell’assurdo monopolio esistente in Finlandia. Ora deve decidere il Parlamento se continuare a vietare la vendita di vino». Già, Petri Viglione si candida. «La politica l’ho sempre avuta nel sangue», mi dice mostrandomi la sua foto sull’“Helsinki Sanomat”, il più importante giornale finlandese (un milione di lettori), che parla della sua discesa in campo alle prossime elezioni. «Si voterà per rinnovare i 200 deputati del Parlamento», aggiunge. «Avendo la doppia cittadinanza, mi presento in una formazione liberaldemocratica. Ed è la prima volta di un italiano. Continuerò a battermi contro le assurde tassazioni del vino e contro una distribuzione che limita la vendita a soli 300 punti in tutta la Finlandia, quando ci sono almeno 6000 negozi di alimentari. Qui il vino italiano piace. Anche il nostro cibo è quotato. Purtroppo non ci sono pizzerie ed è un peccato: da queste parti fanno le pizze con l’ananas e il gorgonzola...». Petri è anche presidente del Circolo degli Italiani, che in Finlandia sono un migliaio: ristoratori, ingegneri che lavorano alla Nokia o ai treni per l’Alta Velocità. Ci sono appena 50mila stranieri in Finlandia, a dimostrazione che non ama gli immigrati. Ma qual è la differenza tra un finlandese e un napoletano?, gli chiedo. «I finlandesi sono molto testardi, ma nessuno ama i libri come loro: ognuno legge in media un volume ogni 15 giorni. Il loro difetto? Fin da piccoli imparano a non piangere, a trattenere la tristezza e a difendere la loro solitudine. Ma sono civili e onesti. Questo è il più onesto paese del mondo, dove gli scandali non esistono. E ha grandi valori: niente pornografia e forte amore per la famiglia, qui c’è la metà dei divorzi degli svedesi. I napoletani sono abituati a superare le avversità della vita aggirandole. Invece qui, con 30 gradi sotto zero, di notte e in una strada deserta, nessuno attraversa la strada col semaforo rosso». Dove vivrà in futuro, Viglione? «La Finlandia mi ha dato tanto, ma mi manca qualcosa. Quel qualcosa è Napoli, la città, la gente: mio padre che abita a Bagnoli e mia madre nel centro storico. Napoli è il vecchio e il nuovo. L’Oriente e l’Occidente. È quel che esiste di le- Repubblica Napoli