Brilla per amore. - Premio Letterario Santa Margherita

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Brilla per amore. - Premio Letterario Santa Margherita
Brilla per amore.
di Concetta D'Aniello
Un venticello fresco sollevava un lembo del suo vestito a pois bianchi su seta blu. Il panorama era da
mozzare il fiato, con il sole rosso che affogava lentamente nel mare calmo. Stormi di gabbiani
rallegravano il cielo e un profumo di ottimo cibo inebriava l’olfatto. Susanna lo guardò negli occhi
continuando a sorseggiare il suo delizioso Pinot grigio, che con grazia, faceva scivolare tra le labbra
socchiuse. Amedeo le strinse dolcemente la mano e lei trattenne il fiato. Non se lo aspettava ora lì, su
quel terrazzo, mentre cenavano. Era tutto talmente scontato, scene viste e ripetute da milioni di persone.
Nelle favole, non si chiede cosi di sposarsi. Non si porge un solitario di venti carati, tra una frittura di
calamari e un vassoio di ostriche. Dopo un’ora, la cena era quasi giunta al termine e il fatidico momento
della dichiarazione stava per avvicinarsi. Amedeo la guardò profondamente nella scollatura e con voce
bassa le sussurrò a un orecchio di doverle parlare. Susanna sorrise e iniziò ad agitarsi. Lanciò uno
sguardo ai faraglioni e uno al cameriere che le versava lo spumante. Iniziò cosi a bere dall'emozione,
omettendosi di essere astemia e di non poter reggere più di un altro bicchiere. Il Berlucchi francicorta era
perfetto. Susanna si perdeva nelle mille bollicine che risalivano il calice e si agitavano più di lei. Beveva
lentamente per solleticare la lingua e il palato, prima che ogni goccia inondasse i suoi sensi. E il senso di
ogni cosa lo perse quando assaporò il dessert: una squisita delizia al limone, bianca come una montagna
ricoperta di neve che fece rabbrividire la sua pelle. Il sapore dei limoni di Sorrento, una vellutata
morbidezza che accarezzava le sue labbra con una crema soffice e raffinata, la fece stordire. Cercò di
alzarsi, ma le tremavano le gambe e non si reggeva. Si risedette ridendo. Amedeo erano due, e cosi
pensò, che dovessero essere gli anelli che stava per donarle, pegno di amore e promessa eterna. Il suo
sogno stava per coronarsi dopo anni di un legame vissuto nell'ombra, fatto di trasgressioni e sensi di
colpa. Lui imbarazzato, le sfiorò la gamba con un piede e sicuro si avvicinò a lei. Susanna, rossa in viso,
tra sogno e realtà, si abbandonò completamente.
- Ecco manca poco!- pensava - Ora mi chiederà di essere sua moglie. Mi dirà: Susanna, amore mio, sono
anni che ti ho promesso di lasciare mia moglie e di venire a vivere con te, nella casa dei nostri sogni, qui
a Capri. Ecco, come dimostrazione del mio eterno amore, voglio che tu metta quest’anello, che
paragonato alla tua bellezza è insignificante.
- Susanna, mi ascolti?- chiese Amedeo meravigliato di essere osservato dalla donna con aria assente,
incapace di comprendere una sola parola che lui stesse per dirle. Si fece coraggio sorseggiando l’ottimo
spumante. Tirò dalla tasca un mazzo di chiavi e le posò sul tavolo, tra la candela e il Berlucchi.
- Susanna, ho preso una decisione. Ti lascio! Non posso continuare a mentire a mia moglie. Sono
ingiusto mi capisci? non me la sento di continuare in questa relazione che oramai va avanti da anni tra
fughe e bugie. Mi sento un miserabile, riprenditi le chiavi di casa e perdonami se puoi.
Susanna continuava a sorridere e brillava da brilla. Radiosa più della luna, che si specchiava nel mare,
pronunciò:
- No, Amedeo! Mi spiace, non posso accettare. Non posso sposarti! La nostra relazione è bella perché
proibita, ma non potrò essere tua moglie e indossare uno stupido anello di venti carati, datomi ad una
cena banale, come in un film scadente. Io voglio di più. Voglio l’ebbrezza dell’amore vero che mi fa
essere l’unica, senza anello, spumante né cene a lume di candele in hotel a cinque stelle. A me basta un
filo di spago datomi in riva al mare con un bacio. Cosi dicendo, si alzò e convinta di potercela fare,
iniziò a barcollare tra i tavoli.
Una lacrima le bagnò le labbra carnose. Assaggiandola pensò che fosse molto meglio il Berlucchi di
prima.
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