“Luoghi di speranza, testimoni di bellezza” - A. De Simoni
Transcript
“Luoghi di speranza, testimoni di bellezza” - A. De Simoni
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE DI STATO “ENEA MATTEI” “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza” INCONTRI CON GIOVANNI MELITO SULLA FIGURA DI JOE (GIUSEPPE) PETROSINO Il pronipote di Joe Petrosino, Giovanni Melito, interverrà presso l’aula magna dell’Istituto ITIS “Enea Mattei” da lunedì 20 febbraio a giovedì 23 febbraio. Vi segnaliamo gli orari e i posti disponibili per partecipare all’evento: Lunedì 20 febbraio 2017 Dalle 09:00 alle 10:55 Dalle 11:05 alle 12:55 Dalle 14:00 alle 15:40 posti per n.2 classi Martedì 21 febbraio 2017 Dalle 09:00 alle 10:55 posti per n.1 classi Dalle 11:05 alle 12:55 Dalle 14:00 alle 15:40 posti per n.2 classi Mercoledì 22 febbraio 2017 Dalle 09:00 alle 10:55 Dalle 11:05 alle 12:55 posti per n.2 classi Dalle 14:00 alle 15:40 posti per n.3 classi Giovedì 23 febbraio 2017 Dalle 09:00 alle 10:55 posti per n.2 classi (preferibilmente classi terze) Dalle 11:05 alle 12:55 posti per n.3 classi (preferibilmente classi quinte) Cenni Biografici su Joe PETROSINO tratti dal sito dell' Associazione Internazionale "Joe Petrosino": “Vita e morte di un detective” Giuseppe Petrosino (detto Joe) nacque a Padula (SA) il 30.08.1860. Emigrò, giovanissimo, nel 1873 alla volta di New York col padre Prospero, sarto, e l'intera famiglia composta dalla madre, da due sorelle e da tre fratelli. In un primo momento, quale primo figlio, si adattò a tutti i mestieri al fine di non gravare sul bilancio familiare; studiò la lingua inglese, frequentando corsi serali, ed il 19.10.1883 si arruolò nella polizia di New York, indossando l’uniforme da poliziotto portante sul petto una placca d’argento con numero 285. Dopo un breve periodo di rodaggio come agente di pattuglia nella Tredicesima Avenue, cominciò a scalare i gradini della gerarchia, imponendosi a tutti per i suoi sistemi di lavoro che si ispirarono a passione per il mestiere, grande fiuto, intelligenza, senso di responsabilità, alta professionalità. Il suo grande sogno e scopo della vita fu uno solo: sconfiggere la mafia, allora contraddistinta col nome di Mano Nera. Sposato, con una figlia compì imprese leggendarie e meritorie, guadagnandosi persino la stima del Presidente degli Stati Uniti, di cui era grande amico e dal quale aveva grandissima considerazione. A trent’anni, promosso detective, passò al servizio investigativo; nel 1895 è il Presidente Roosvelt in persona a nominarlo Sergente e nel 1905, con la promozione a Tenente, gli viene affidato il comando dell’Italian Legion, cioè gruppi di agenti italiani, a suo giudizio indispensabili, per combattere la Mano Nera. Dichiarò guerra ed assicurò alla giustizia boss di alto calibro, che nessun corpo di polizia era mai riuscito a prendere, con imprese funambolesche e travestimenti, che gli consentirono di vivere più da vicino il complesso mondo della mafia. A lui solo viene attribuita la grande intuizione di aver capito che la mafia, in New York, aveva le sue radici in Sicilia, tant’è vero che intraprese un viaggio in Italia, diretto appunto in Sicilia, per infliggerle il colpo mortale. Fu ricevuto dal Presidente del Consiglio Giolitti dal quale ricevette in regalo un orologio d’oro e dopo essersi fermato per qualche giorno a Padula nella sua casa natale ove c’era il fratello Michele rimpatriato, partì alla volta della Sicilia. Avviò un grosso lavoro che l’avrebbe portato a sconfiggere definitivamente la mafia, ma la sera del 12.03.1909, nella piazza Marina di Palermo, fu raggiunto da quattro colpi di rivoltella che lo fecero crollare, ucciso, al suolo. Morì da soldato, nel compimento del suo dovere, colpito alle spalle, al buio, a tradimento da una mano assassina che fermò il cammino del più forte e coraggioso poliziotto di tutti i tempi. Perché riflettere sulla figura di JOE PETROSINO? Riportiamo alcuni motivi per comprendere il prestigio di JOE Petrosino: -1° poliziotto italiano ad avere ottenuto il grado di “Ufficiale”, dopo essere entrato nella Polizia di New York (N.Y.P.D.) all’età di 23 anni (19 ottobre 1883); -1° investigatore a scoprire e a sfidare la criminalità italo-americana, “la Mano Nera”, e ad avere intuito i collegamenti tra la mafia italo-americana e quella siciliana; -1° ad avere formato una squadra di poliziotti italo-americani in grado di capire e parlare la lingua italiana che si chiamò “Italian Branch”, poi divenuta “Italian Legion” -1° a sentire la necessità di creare un pool antimafia, ossia un nucleo ristretto di detective che potesse decodificare le logiche dei mafiosi, nonché di infiltrarsi tra loro. -1° ad avere creato la tecnica dei travestimenti; -1° ad “immaginare” l’attuale F.B.I. (Federal Bureau of Investigation , in italiano: Ufficio Federale di Investigazione), nata più tardi nel 1935; Chi fosse interessato ad accompagnare una classe è invitato a contattare direttamente la prof.ssa Luzzi Paola al n. 335-5916975. Cordiali saluti.