Rotary Club - Distretto Rotary 2060

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Rotary Club - Distretto Rotary 2060
Rotary Club
VENEZIA MESTRE
DISTRETTO 2060
4 0 anni
anno rotariano 2007-2008
bollettino n.5 aprile 2008
Commissioni
Azione interna
Affiatamento e ospitalità
Assiduità
Informazione rotariana
Carlo Brunelli
Mario Cognolato
Michela Dal Borgo
Paolo Pellegrini
Programmi
Marco Bortoletto
Relazioni pubbliche
Laura Facchinelli
Sviluppo dell’effettivo
Cristina Tonolo
Azione professionale
Giuseppe Sarti
Paolo Cercato - Antonino Antonini
Azione di interesse
pubblico
Bruno Bernardi
Laura Facchinelli - Antonio Marcomini
Relazioni internazionali
Guido Besazza
Lapo Cantagalli - Giancarlo Vesco
Classifiche e nomine
Luciano Tempestini
Giuseppe Sarti - Laura Facchinelli
40° anniversario del Club
Informatica
Soci con incarichi
distrettuali
Giuseppe Giorgi Carlo Vianini Giorgio Ciriotto Lapo Cantagalli
coordinatore
fotografie
storia del service
Francesco Camisa
Giuseppe Giorgi, Guido Besazza, Lapo Cantagalli,
Cristina Marchetti, Sandra Sofia Perulli, Giancarlo Vesco
in questo numero
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aprile 2008
i nostri appuntamenti
5
il messaggio del Presidente
sede
Hotel Bologna
via Piave, 214
30172
Mestre-Venezia (VE)
tel./fax 041.931000
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la cronaca
Festa di Carnevale
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la cronaca
Il cristianesimo, una risorsa per il futuro dell’Europa
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la cronaca
segreteria
Sig.na Silvana Baro
lunedì - mercoledì
ore 9.00 - 12.00
tel./fax 041.5381545
[email protected]
I mille volti dell’Iran:
la società iraniana oggi, oltre i soliti clichè
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la cronaca
La protonterapia: una nuova arma contro il cancro
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la cronaca
Waterfront a Venezia e nel mondo
riunioni
presso Hotel Bologna
salvo gli eventuali incontri
extra moenia indicati nel
programma
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la cronaca
La scherma tradizionale di scuola italiana
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i soci si presentano
Anna Laura Geschmay
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in redazione
Marco Bortoletto
Carlo Brunelli
Francesco Camisa
Laura Facchinelli
il bollettino è realizzato
con la collaborazione
della Scuola Grafica
dell’Istituto Salesiano
San Marco di Mestre (VE)
conoscere il Rotary
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l’angolo dei soci
Ca’ Loredan Vendramin Calergi
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Ricordando Gigi Perale
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la segreteria informa
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“Varie ed eventuali”
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i nostri appuntamenti
aprile
giovedì 3
sabato 5
domenica 6
Aperitivo - Hotel bologna - ore 19.45
Visita a Venezia dei Club Contatto di La Celle
St. Cloud, Marlow e Binche
sabato 5: ore 9.10: partenza per visita a Murano dalle Fondamente Nuove - Venezia
ore 20.00: conviviale ristorante all’Angelo a Venezia vicino piazza San Marco
domenica 6: gita a Vicenza, partenza pullman da P.le Roma ore 9.00
giovedì 10
Conviviale - Hotel Bologna - ore 19.45
Il Pediatra prof. Vincenzo Zanardo dell’Università di
Padova ci parlerà di “La nascita pretermine...alle
soglie del III millennio”
venerdì 18
Auditorium della Cassa di Risparmio
via Torino, 164 – ore 17.15
Convegno organizzato dal Comitato Interclub Service
di Mestre su “Il Nuovo Ospedale di Mestre e il Polo
Sanitario Veneziano”
4
sabato 19
Gita a Rovigo per la visita alla mostra “La Belle
Epoque” a Palazzo Rovella (seguirà programma).
giovedì 24
Conviviale - Bacaro Veneto - ore 20
Serata organizzata per il nostro Club dal Rotaract
Venezia Mestre “Venezia e i suoi antichi sapori”.
il messaggio
del Presidente
Cari Amici,
Il nostro socio onorario Luigi Perale ci ha lasciati e rimane in noi il ricordo di una persona
molto amata, che ha lasciato un segno come professionista e come amico. L’esempio di
un uomo generoso e disponibile, che ha saputo dare serenità e amicizia, molto legato alla
famiglia, che continueremo a ricordare con rimpianto.
La Primavera è il periodo in cui la natura esprime tutta la sua bellezza e vitalità, anche il
nostro club in questo mese d’Aprile, con rinnovata energia, sarà impegnato ad esprimere lo
spirito di collaborazione e comunicazione con il mondo esterno alla vita del club.
Iniziamo con un week-end nel quale ospiteremo i nostri club contatto di La Celle St. Cloud,
Marlow e Binche con i quali, da anni, realizziamo service internazionali molto apprezzati dal
Rotary International, concretizzando lo sviluppo di una collaborazione che è vera espressione
della ragione dell’esistenza del Rotary nel mondo. In quest’occasione concorderemo un
nuovo piano d’intervento per il quale il nostro club sarà, ancora una volta, capofila.
Avremo successivamente ospite un noto pediatra dell’Università di Padova che, oltre ad
illustrarci un tema inerente la sua specializzazione medica, collaborerà con noi a onorare il
nostro amico Maurizio Saccarola che ha dedicato la vita all’infanzia. A lui sarà dedicato un
service per i bambini del Madagascar, dove una giovane donna mestrina si è dedicata, in
collaborazione con le autorità locali, al recupero e all’educazione dei figli di madri carcerate,
togliendoli da una vita per strada senza speranze.
Per sottolineare il nostro impegno a partecipare in modo attivo alla vita cittadina, abbiamo
organizzato, assieme agli altri Club Service mestrini e con l’importante intervento di
Alberto Monterosso, un convegno in cui si parlerà della sanità veneziana. Saranno
presenti i maggiori referenti dell’ULSS 12 e della Regione e mi aspetto che saremo in molti
a testimoniare l’interesse per un’argomento di primaria importanza nella vita quotidiana
di tutti gli abitanti di una vasta zona della nostra provincia e oltre..
Ci concederemo anche un tuffo nel passato, in un periodo innovativo del secolo scorso,
sereno e fervido di nuove idee, visitando la mostra sulla Bella Epoque a Rovigo dove sono
esposte opere di noti artisti italiani, soprattutto dedicate alla donna..
Infine, data la nostra costante attenzione ai giovani, parteciperemo ad una serata organizzata
per noi dal Rotaract, nella quale saranno proposti piatti storici della cucina veneta, la cui
storia e tradizione verranno illustrate da una scrittrice americana specializzata nella storia
del folklore veneziano.
Conto sulla vostra partecipazione numerosa per la varietà degli argomenti trattati e, anche,
per dare soddisfazione ai soci che con tanto impegno operano per organizzare i vari eventi,
vi saluto con amicizia
Cristina
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la cronaca
venerdì 1 febbario 2008
Conviviale ore 20.00 - Ca’ Vendramin Calergi
Festa di Carnevale
Interclub con R.C. Venezia Mestre Torre e Inner Wheel Venezia
Presenti del nostro club: Andreolo e signora, Barbato, Camisa e signora, Ciriotto e signora, Facchinelli,
Giorgi e signora, Marchetti, Rossi con signora e ospite
OspitI del Club: quattro soci Rotaract
Carnevale, una festa sul Canal Grande, l’occasione per stare assieme in amicizia
Non tutti amano il Carnevale, ma una festa di Carnevale in un palazzo veneziano è
un’esperienza assolutamente unica, fiabesca. Per questa ragione ci siamo trovati in
tanti, il 1° febbraio scorso, alla serata organizzata dai
tre Rotary Club di Venezia assieme all’Inner Wheel a
Ca’ Vendramin Calergi.
Ci siamo incontrati in questo splendido edificio
rinascimentale che si affaccia sul Canal Grande, un
edificio che, costruito tra fine ‘400 e inizio ‘500 su
progetto di Mauro Codussi, ampliato un secolo più tardi
a cura di un altro famoso architetto, Vincenzo Scamozzi,
è passato più volte di proprietà fino a quando – nel 1946
– è stato ceduto al Comune di Venezia che ne ha fatto la
sede invernale del Casinò.
Nel grande Salone del piano nobile, decorato da tele di
Palma il Giovane e Niccolò Bambini, i rotariani si sono
riuniti attorno ai tavoli per la cena. In apertura, i presidenti
dei Rotary Club – Gaetano Fabbri del Venezia, Cristina
Marchetti del Venezia Mestre, Paola Nardini del Mestre Torre
– con la presidente dell’Inner Wheel Francesca Giacomazzi
Miani hanno dato il caloroso benvenuto a quella che hanno
chiamato “Festa dell’Amicizia”, ispirandosi ad uno dei più
importanti valori della famiglia rotariana: “amicizia come
collante per realizzare le finalità delle nostre organizzazioni
nell’ambito del Rotary International”. È intervenuto
brevemente anche il direttore generale del Casinò Carlo
Pagan. Fra i partecipanti non mancavano i soci di altri
club, anche di altri paesi; significativa la presenza di alcuni
giovani del Rotaract. Erano presenti anche due giornalisti
di National Geographic.
Al termine della cena, un duplice intermezzo musicale.
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Dapprima la cantante Antonella Merz, accompagnata alla chitarra da Renato Goattin
e Gianfranco Penzo, ha intonato antiche canzoni popolari veneziane, sottolineando
l’ambientazione della festa. Successivamente la Venezia Hot Jazz Band, guidata da
Ermanno Ferretti detto Tito (socio del Club di Venezia) ha suscitato entusiasmo e nostalgia
con musiche Dixieland e New Orleans che appartengono alla grande storia del Jazz.
Ad una festa di Carnevale non possono mancare le maschere, ed ecco che alcuni dei
partecipanti si sono lasciati tentare dal piacere del travestimento, indossando costumi
bellissimi. Non sono state da meno le presidenti dei due club mestrini: la nostra Presidente
Cristina Marchetti si è vestita da dama del ‘600 mentre Paola Nardini si è presentata nei
panni di Lucrezia Borgia. Una giuria presieduta da Nicola Grillo (Mestre Torre) ha scelto
le maschere più eleganti, alle quali sono stati assegnati i premi offerti dal socio pittore
Maurizio Trentin (Mestre Torre).
L.F.
Un gruppo di soci con eleganti costumi
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la cronaca
giovedì 14 febbario 2008
Conviviale ore 19.45 - Hotel Russot
Interclub con R.C. Venezia Mestre Torre e Inner Wheel Venezia
Il Patriarca di Venezia, Cardinale Angelo Scola,
incontra i Club di Mestre sul tema:
“Il cristianesimo, una risorsa per il futuro
dell’Europa”
Presenti del nostro club: Andreolo e signora, Antonini, Bernardi, Bortoletto, Bovolato e signora, Brunelli
e signora, Bugno e signora, Burigana, Busetto, Cantagalli, signora Cercato, Chersevani, Ciriotto, Cognolato
e signora, Facchinelli con ospite, Giorgi e signora, Marchetti, Monterosso, Nardon e signora, Pellegrini,
Perulli, Piovesana e signora con due ospiti, Polesel, Rigamonti e signora, Roiatti, Sabadin, Sarti, Tonolo,
Vesco, Vianini, Vio e signora.
Ospiti del club: Tiziana Agostini
Di interesse davvero rilevante la conversazione che il card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia, ha tenuto ai
rotariani dei Club Venezia Mestre Torre e Venezia Mestre giovedì 14 febbraio, nel corso di una serata conviviale
interclub presso l’Hotel Russot.
Dopo il saluto delle presidenti Paola Nardini e Cristina Marchetti e una breve introduzione di Fabio Longoni,
socio del Mestre Torre, il Patriarca ha esordito sottolineando l’importanza di organizzazioni come il Rotary,
che rappresentano la “fascia mediana creativa”, necessaria nella società civile di oggi. Per parlare del tema del
Cristianesimo come risorsa è partito dal punto di vista di Venezia, città policentrica. Venezia è città dell’umanità:
sia perché vi giungono persone da ogni parte del mondo per visitarla, sia perché la città è determinante (soprattutto
per il ruolo di Mestre) come grande crocevia per uomini di ogni razza, cultura e religione. E dunque Venezia ha la
responsabilità di accompagnare il processo di mescolamento, di “meticciato”, che in Italia – a differenza di quanto
è avvenuto in altri paesi – si sta verificando in modo molto rapido e non privo di difficoltà. In questo processo
occorre agire, in modo da indirizzarlo con azioni di buon governo: questo è fondamentale per il nostro paese.
Il Cristianesimo è un fatto sociale che va riconosciuto come radice principale dell’Europa. Il Cristianesimo è
una risorsa per il futuro, facendo i conti con la trasformazione radicale che si sta verificando: trasformazione
cosmologica, tecnologica e sul piano dell’interculturalità.
L’interculturalità, nel comune sentire, è una ricchezza. Ma il nostro giudizio è spesso troppo rapido e superficiale:
il fatto che l’interculturalità sia una risorsa per l’Europa è da dimostrare.
Il card. Scola cita Heidegger, là dove riprende Nietsche per giungere a una conclusione durissima: nell’accadere
storico della modernità non si può più far coincidere la cultura con l’Occidente e l’Occidente con l’antichità e il
Cristianesimo. Ma il Cristianesimo – sottolinea Scola – non è un fossile. Il Cristianesimo, oltre alla radice nel
passato è una risorsa per il futuro.
Per provare questa affermazione, lo studioso ricorda che l’interculturalità è nel DNA dell’Europa. Si parte,
come radice europea, dal nucleo della Romanità, la quale concepì la sua peculiarità come trasmissione di quanto
ricevuto: la Romanità, infatti, ha trasmesso il proprio patrimonio ereditato da Alessandria, Gerusalemme, Atene.
In questa concezione si innesta quella del Cristianesimo, che va considerato nella propria radice giudaica. E
dunque tanto la Romanità quanto il Cristianesimo sono contrassegnati da un atteggiamento di “secondarietà”,
e quindi da un atteggiamento dialogico. L’archetipo letterario è Enea che, portando sulle spalle il padre Anchise
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La Presidente consegna al Patriarca
uno splendido calice di Vetro
offerto dalla Vetreria Artistica
Vivarini del nostro amico Dino Bugno
(l’antico), si innesta in un territorio
nuovo. L’interculturalità va inquadrata
nell’atteggiamento di secondarietà: in
questo senso il Cristianesimo è risorsa per
l’Europa. L’innesto interculturale significa
far entrare nuovi attori, ma senza perdere
la scena. Rinunciare alla secondarietà
significherebbe il crollo della propria
tradizione. L’Europa deve riappropriarsi
del proprio patrimonio genetico.
In che senso la fede cristiana ha innestato
l’antico sul nuovo, rinnovando l’antico? La Trinità ha voluto donarsi, in forma gratuita, all’uomo. Dio si
propone passando attraverso l’uomo: da questo scaturisce il rapporto tra verità e libertà. Gesù, infatti, ha scelto
la strada della libertà umana per presentarsi nella storia. La Trinità è valorizzazione di ogni differenza (fra
uomo e donna, diversità razziali e religiose): alla radice c’è l’unità perfetta. Differenze, dunque, ma nell’unità.
In che modo questo va d’accordo con la compresenza di vari soggetti con visioni diverse dalla vita? Come questo
rispetta la nostra visione laica?
Contro queste riflessioni si levano, oggi, delle obiezioni: si dice che considerare il Cristianesimo una risorsa intacca
la laicità dello Stato; si dice che la religione va intesa come fatto privato, che non deve apparire in pubblico. Nella
civiltà delle Reti, dove sono mutate le modalità della partecipazione, si ritiene che il rapporto individuo-stato
sia corretto solo se inteso senza mediazione, e dunque la religione viene vista come un terzo incomodo. Questa
posizione – che certo nasce anche da errori del passato, là dove la religione venne fatta coincidere con lo stato –
vede oggi soprattutto in Francia, Spagna e Italia discussioni nelle quali si afferma che lo stato deve essere laico.
Il tema è oggi di grande attualità. Secondo il card. Scola, nell’attuale frangente storico, in Europa e Occidente, si
deve puntare a un nuovo modo di coniugare la dimensione pubblica della religione: da un lato occorre un’apertura
attiva verso la religione da parte dello stato, da parte religiosa si eviteranno le autointerpretazioni di tipo
integralista, con apertura verso le altre religioni. C’è urgenza di contribuire al nuovo volto della secondarietà
europea, e questo richiede un riconoscimento giuridico e istituzionale. Rispondendo alle domande di alcuni
rotariani, il relatore sottolinea che, per ridurre la conflittualità insita in una società plurale, occorre riconoscere
il valore pratico dello stare assieme, all’insegna di dialogicità, ascolto, narrazione. La narrazione è reciproca. Sui
principi, come cristiani dobbiamo pronunciarci: si tratta di una narrazione di proposta, non di un’imposizione.
L.F.
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la cronaca
giovedì 21 febbario 2008
Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna
“I mille volti dell’Iran:
la società iraniana oggi, oltre i soliti clichè”
Relatrice dott.ssa Pegah Zohouri Haghian
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti: Andreolo e signora, Bortoletto, Brunelli e signora, Burigana e signora, Busetto, Cantagalli,
Facchinelli, Furlan, Geschmay, Giorgi, Marchetti, Marcomini,Martin, Monterosso, Palma, Perulli, Rossi e
signora, Scarpa, Tonolo e consorte, Vesco e signora.
Ospiti del club: la relatrice e Germana Saccarola
L’Iran è un paese molto ricco culturalmente ed economicamente ma anche con grossi problemi sociali
economici politici; un paese complesso da capire, non semplificabile. Ia nostra giovane relatrice ha
pertanto cercato di porre l’attenzione su aspetti solitamente poco affrontati dai media occidentali:
cercando di farci capire quanto l’Iran non sia così monolitico come spesso superficialmente ci appare:
esiste in questa realtà una grande varietà ambientale, sociale, economica ed etnica. Il presesi presenta
così come un crogiolo antropologico caratterizzato da una grande pluralità di lingue, gruppi etnici e
credi religiosi sui quali però predomina una maggioranza urbana Persiano sciita.
Paradossalmente la popolazione iraniana è più laica e ha una religiosità meno “dogmatica” di molti
altri paesi musulmani. Questo è riscontrabile non solo negli iraniani all’estero ma anche all’interno
dello steso Iran. Il. 70% dei giovani si dice addirittura non praticante. Certamente all’interno del
paese continua ad esserci un forte dibattito sulla sfera religiosa soprattutto relativamente a questioni
circa il connubio tra modernità e islam, o diritti dell’uomo e islam, o ancora donna e islam. Ma
queste tematiche che all’interno del paese sono affrontate da grossi gruppi di “intellettuali riformisti
religiosi”, molto conosciuti tra la popolazione e fortemente appoggiati specie dalle popolazioni
metropolitane, non sono ben compresi dal mondo occidentale e anche quando le tematiche fuoriescono
dai confini nazionali spesso vengono fortemente ideologizzate dai media occidentali pronti spesso a
cogliere solamente alcuni lati del dibattito trascurandone altri.
Il fatto è che l’Iran presenta un società civile molto attiva composta da ONG fatte da intellettuali,
giornalisti, giovani, universitari, donne che hanno trovato dopo l’elezione nel ’97 del presidente
Khatami un’ispirazione riformatrice che viene solamente rallentata dal nuovo corso di Ahmadinejad,
ma che difficilmente potrà essere arrestata.
Il fatto è che siamo di fronte ad una società molto giovane, il 75% della popolazione è sotto i 35 anni,
che presenta quelle aspirazioni tipicamente giovanili la volontà di trasferirsi all’estero, l’amore per la
cultura, la voglia di fare, di istruirsi e di formarsi il proprio futuro. Certamente tali aspirazioni a volte
sfociano anche in eccessi nei quali sfogare le proprie frustrazioni, fenomeni come la disoccupazione o
la droga coinvolgono oltre 4 milioni di iraniani, ma l’alto tasso di scolarizzazione ed una certa dose di
volontà d’innovazione stanno avvicinando questo paese a grandi passi verso nuove prospettive ancora
difficili da recepire.
La stessa situazione femminile è decisamente migliorata soprattutto dopo le riforme di Khatami: già
prima, a seguito della scolarizzazione, le iraniane erano fortemente presenti nella società sia come
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la cronaca
professioniste che come responsabili in vari settori. Ben il 65% della popolazione universitaria era
composto da studentesse; ma è con la riforma del presidente precedente a Ahmadinejad, che si è arrivati
ad avere in parlamento una presenza femminile pari al 10% giungendo addirittura ad avere una Vice
presidente donna il deputato Masumeh Ebtekar.
Tali descrizioni non devono comunque trarci in inganno: l’attuale Iran è ancora uno stato con forti
problematiche sia sul piano socio-culturale sia su quello giuridico-politico. Esistono ancora grosse
differenziazioni dovute alle tradizioni delle famiglie di origine dove con estrema facilità si passa dal
fortemente progressista a molto tradizionalista. Sul piano politico-legale poi esiste un’accesa lotta
accesa che vede la nascita di veri e propri movimenti femministi grazie ai quali vi sono state alcune
conquiste sociali quali la nuova Legge di Protezione della Famiglia ma è indubbio che i passi verso
un’equiparazione tra i sessi sono ancora lungi dall’essere perseguiti.
Dai dati così forniti dalla nostra relatrice emerge un Iran non così lontano dal nostro mondo, dove
esistono sì problemi sociali e controversie irrisolte ma che, con le riserve del caso, tutto sommato non
sono così differenti da certi nostri problemi e da certe nostre controversie.
La relatrice Pegah Zohouri Haghian
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la cronaca
giovedi 28 febbraio 2008
Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna
La protonterapia: una nuova arma
contro il cancro
Relatore Prof. Gianpietro Tosi
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti:Berengo, Besazza, Bortoletto, Burigana, Camisa e signora, Cantagalli, Ciriotto, Cognolato e
signora, Dal Borgo, Facchinelli, Geschmay, Giorgi, Marchetti, Monterosso, Perulli, Sarti, Scarpa con tre
ospiti, Vesco e signora.
Ospite del Club: il relatore e signora, Benito Benassi del R.C. Roma Centenario
Il professor Gianpietro Tosi ci ha parlato della protonterapia. Questo tipo di trattamento rappresenta
l’evoluzione della radioterapia nel campo dell’oncologia.
L’analisi dell’argomento è iniziata con un escursus sulle metodologie utilizzate per combattere il cancro
distinguendo tra quelle che agiscono in maniera locale o loco-regionali, come la radioterapia, e quelle che
invece agiscono su tutto l’organismo, come la chemioterapia.
Il professore ci ha spiegato come il cuore del problema relativo ai trattamenti radioterapici stia
nell’individuare quale radiazione impiegare facendo in modo di applicarne una quantità sufficiente per
controllare il tumore senza che i tessuti circostanti ne assumano una dose eccessiva. Risulta peraltro
evidente che la superficie dovrà essere leggermente superiore per evitare che una parte del tumore non
venga irradiata. Diversi sono i tipi di radiazioni che sono state sperimentate ed utilizzate, tra queste la
radium-terapia, la cobalto-terapia, il betatrone sino ad arrivare agli acceleratori lineari attuali.
Analizzando le curve di trasmissione in profondità della dose di radiazione il professor Tosi ci ha mostrato
come, a differenza delle radiazioni precedentemente usate, l’utilizzo di protoni e ioni di carbonio sfrutti il
fatto che essi rilasciano la gran parte dell’energia alla fine della propria corsa.
Per questo tipo di terapia vengono utilizzati ciclotroni e sincrotroni, i primi servono ad accelerare solo protoni
e sono ad energia fissa i secondi invece oltre ad essere ad energia variabile possono accelerare anche ioni.
L’adroterapia è indicata per i tumori collocati vicino ad organi radio-sensibili, melanomi dell’occhio,
sarcomi e i tumori che interessano la base del cranio. Sono altresì trattabili quasi esclusivamente con
questa terapia i tumori che si trovano in prossimità del midollo spinale e quelli del distretto cervicofacciale. Altri esempi sono i tumori polmonari, del pancreas, quelli pediatrici e quasi tutti i tumori solidi.
L’apparecchiatura per la terapia protonica è particolarmente complessa basti pensare che uno dei tre gantry
del centro californiano di Loma Linda, lo strumento che serve per distribuire i protoni sul tumore, pesa ben
40 tonnellate e deve essere in grado di ruotare su se stesso.
In Italia un esempio di terapia protonica, sebbene a livello sperimentale, esiste a Catania dove si trova
un ciclotrone con energia fissa da 72 MeV. Per le caratteristiche di questa apparecchiatura vengono però
trattati solo melanomi dell’occhio. Sempre nel nostro paese sarà però presto operativo il Centro Nazionale
di Adroterapia Oncologica (CNAO) che sta sorgendo a Pavia e del quale il prof. Tosi è stato uno dei
principali promotori. La nazione più avanzata in questo settore è invece il Giappone dove ci sono ben sette
ciclotroni per adroterapia. In Europa questa terapia è praticata in Francia vicino Parigi, due in Germania
ed uno in Svizzera. Estrapolando i dati relativi ad un’indagine del 2002 in Italia nel 2007 ci sono stati
probabilmente circa 310.000 casi di tumore concentrati soprattutto nel nord del paese. L’indicazione
terapeutica per questo tipo di trattamento è di circa l’un per cento di questi tumori.
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la cronaca
giovedi 13 marzo 2008
Conviviale ore 20.00 - Hotel Russot
Interclub con R.C. Venezia Mestre Torre e Inner Wheel Venezia
Waterfront a Venezia e nel mondo
Relatore Massimo Colomban
Presenti del nostro club: Antonini e signora, Bernardi con signora e ospite, Besazza, Brunelli e signora,
Camisa, Cantagalli, Ciriotto, Facchinelli con ospite, Fahrni, Marchetti, Martin, Monterosso, Nardon
signora, Palma, Piovesana, Spadaro e signora.
Il relatore ha parlato delle proprie esperienze professionali a partire dall’attività del gruppo
Permasteelisa, da lui fondato e diretto dal 1974 al 2002: l’azienda è oggi leader mondiale
negli involucri delle torri ed architetture monumentali edificate nel mondo negli ultimi 15
anni. Fra le principali opere realizzate, la Sydney Opera House, il Guggenheim Museum
di Bilbao, la Disney Concert Hall. “Permasteelisa realizza i sogni degli architetti” ha detto
Colomban; l’azienda coniuga il disegno italiano con l’intervento degli ingegneri dei vari
paesi: in tal modo, avvalendosi anche di un software sofisticato, mette a punto un prodotto
superiore a quello della concorrenza.
Colomban è stato anche presidente di Sviluppo Italia Veneto, ha fondato l’associazione Kyoto
Club Italia, ha fondato ed è presidente dell’associazione Claudia Augusta. Nella sua attività
imprenditoriale ha anche acquistato e restaurato Castelbrando di Cison di Valmarino, trasformato
in Beuty Farm e Centro Congressi, e successivamente ha compiuto un’operazione analoga con la
vicina Villa Marcello Marinelli. Presidente del VEGA da settembre 2006, Colomban ha affrontato
il problema della valorizzazione del waterfront veneziano. Per il 70-80 per cento le città sono
situate su grandi fiumi o sul mare, e il problema waterfront è di primaria importanza: in tutto
il mondo il waterfront è stato motore di rilancio economico. Ma a Venezia le infrastrutture non
sono cresciute. Invece Venezia deve muoversi con dinamismo e imprenditorialità, perché Venezia
è al centro del mondo ed è importante come brand. L’area a disposizione è molto ampia, ma oggi
appare polverizzata: bisogna creare un progetto valido che metta in sinergia il parco di valenza
internazionale e le grandi infrastrutture: porto, aeroporto, aree della logistica. Le diverse realtà
vanno collegate con percorsi ciclopedonali o forse anche con una monorotaia. Bisogna porre
Marghera e il Veneto a centro dello sviluppo, così da attirare le imprese.
Esiste già una serie di progetti per lo sviluppo dell’area: ora si tratta di creare la strada per
portarli ad esecuzione, ma purtroppo in Italia non c’è capacità di fare programmazione. Fra
gli ostacoli da vincere, il primo è il modello di cultura provinciale, che dovrebbe aprirsi a uno
scenario internazionale. È opportuno puntare, come all’estero, su una compartecipazione
pubblico-privato. Si potrebbe quadruplicare la realtà, oggi costituita da 200 aziende e 2.000
addetti. Il polo così realizzato costituirebbe un importante motore di sviluppo del territorio.
L.F.
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la cronaca
giovedi 27 marzo 2008
Conviviale ore 19.30 - Hotel Bologna
La scherma tradizionale di scuola italiana
Relatore il socio Alessandro Busetto, coadiuvato da Thomas Stocco
e Alberto Balasco
Presiede: Cristina Marchetti
Presenti:Antonini, Bernardi, Besazza, Bortoletto, Brunelli e signora, Busetto, Camisa, Cantagalli,
Chersevani, Ciriotto, Dal Borgo, De Rosa, Fahrni, Giorgi, Marchetti, Monterosso, Piovesana, Rossi e
signora, Sarti, Spadaro e signora, Vesco.
Ospite del Club: dott. Thomas Stocco, dott. Alberto Balasco
Il nostro socio Alessandro Busetto, insieme al presidente ed al direttore tecnico dell’associazione
“Porta di Ferro” di Oriago, ci hanno introdotti alla scherma tradizionale. Quest’ultima si differenzia
dalla scherma sportiva in quanto l’obiettivo con essa perseguito è quello del “toccare senza essere
toccato” e non di “toccare” l’avversario per primi. La “sala d’arme” è affiliata alla Federazione
Italiana Schema Antica e Storica e pratica sotto la guida del Maestro d’Arme Andrea Lupo Sinclair.
Diverse sono le armi che ci sono state presentate e che sono riconducibili ai diversi stili della
scherma tradizionale.
La spada da “filo”, da “lato”, da una “mano e mezza” e quella da “due mani” sono parte della Scherma
Antica. In questo stile i colpi portati devono essere controllati per evitare di creare lesioni all’avversario
vista la pesantezza delle armi utilizzate in combattimento.
La seconda serie di armi presentateci sono utilizzate nello stile della scherma storica, riconducibile ai
secoli XVII-XIX. Le armi tipiche utilizzate sono la “striscia”, lo spadino francese e la spada italiana.
L’ultima arma da duello mostrataci, e che si inserisce nello stile della scherma classica, è stata la
sciabola. La scherma classica rappresenta temporalmente l’ultimo filone della scherma tradizionale
riguardando i secoli XIX e XX. L’abbigliamento per questa disciplina consiste di un giubbeto bianco
imbottito, pantaloni neri al polpaccio e scarpe da scherma sportiva. Il bianco ed il nero sono infatti i
colori tipici degli schermidori italiani
dell’epoca. Diversi sono i dispositivi
di sicurezza indossati. Oltre alla
maschera da scherma sportiva i
praticanti indossano guanti imbottiti,
un piastrone in cuoio per proteggere il
busto ed altre protezioni per le gambe.
Durante tutta la conferenza i nostri tre
relatori ci hanno dimostrato con esempi
pratici e combattimenti l’utilizzo delle
armi ed i principi tecnici della “arte
della scherma tradizionale”.
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i soci si presentano
Anna Laura Geschmay
E’ nata a Goeppingen in Germania e a causa delle leggi razziali si è trasferita in Italia con la
famiglia nel 1936. La lontana origine delle famiglie di entrambi i genitori proviene dalla Spagna,
quindi dall’Olanda e infine dalla Germania.
E’ vedova dell’ing. Mevorach, ha due figli, Manuela e Andrea, attivissimo imprenditore e due
nipoti Elena ed Alessandra.
Si è laureata giovanissima in Economia e Commercio e parla diverse lingue.
Per decenni è stata Amministratore Delegato e quindi Presidente di un gruppo di stabilimenti tessili
in Italia e all’estero. In Italia aziende produttrici di feltri e tele per cartiera: il Feltrificio Veneto di
Marghera e la Nuova Tele Industriali di Lodi.
Si è occupata per anni anche della WFG – Wuerttebergische Filztuchfbrik Geschmay che fu restituita al
padre Hans nel 1948 e alla cui vendita il nonno Davide non si era mai sottomesso, malgrado le violenze
subite. Questo stabilimento divenne fra i più moderni e qualificati del settore a livello mondiale.
Nel 1999, dopo la cessione del Gruppo feltri e tele al maggior produttore mondiale del settore, si
è concentrata, affiancando il figlio, sul settore immobiliare, divenendo Presidente della FEM S.r.l.
società immobiliare e di servizi.
Inoltre la famiglia ha rilevato il cantiere Dalla Pietà Cantieri Nautici S.r.l. di Marghera, orientandone
la produzione soprattutto verso yacht di lusso e gestisce anche la Venice Refitting S.r.l. operativa
nel settore charter di yacht di lusso per clientela VIP a livello inernazionale.
La nostra socia ha ricoperto varie cariche, fra l’altro nell’Associzione Industriali di Venezia di
cui è stata Vicepresidente ed è ancora nella Giunta, nel Consiglio dell’Aticelca – (Assoc.tecnica
italiana cellulosa e carta) quale unica rappresentante femminile ed è socia AIDDA Veneto
(Femmes Chefs d’Entreprises Mondiales).
Per i suoi elevatissimi requisiti imprenditoriali, nel 1995 il Presidente della Repubblica l’ha
nominata Cavaliere del Lavoro.
Venendo ora agli aspetti personali, Anna Laura trascorre il suo limitatissimo tempo libero
dedicandosi alla casa, al giardino, a qualche attività culturale.
Per qualche breve vacanza preferisce la montagna. Le piace la lettura ed attualmente ha sul
comodino il libro in tedesco inviatole da un amico “Herr Woelle gruesst noch einmal”.
E’ appassionata di musica classica e posta di fronte all’alternativa pittura moderna o grandi pittori
storici del passato, sceglie decisamente questi ultimi.
Fra cinema e teatro non ha nette preferenze: frequenta con moderazione entrambi.Non si dedica
molto alla televisione, ma segue con attenzione “Porta a Porta” e “Matrix”.
Fra le grandi città del mondo è maggiormente attratta da Londra che giudica calda ed umana.
Si dice che l’umanità ha bisogno di eroi. Posta di fronte alla domanda “qual è il tuo eroe?”
risponde senza esitazioni: “mio padre”.
Chiudiamo parlando di Rotary. Anna Laura considera la nostra associazione estremamente
valida per i suoi principi e per gli scopi che si prefigge e che consente oltrettutto di fare
interessanti conoscenze.
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conoscere il Rotary
Ripassiamo un po’ assieme argomenti vari rotariani, certamente conosciuti dalla
maggioranza dei soci, ma probabilmente meno, o per nulla, da coloro che sono
entrati in tempi più recenti nel Club.
Cos’è lo “Scambio di Giovani”? E’ un programma nato in Francia nel lontano
1927 che oggi ha raggiunto dimensioni ragguardevoli considerato che ogni anno
oltre 7.000 giovani partecipano nel mondo a scambi paritari con altri giovani di
Paesi diversi.
Normalmente la durata di un soggiorno all’estero è di un anno, ma può essere
concordata fra Club o Distretti interessati anche per periodi più brevi.
Il programma è dedicato agli studenti delle scuole superiori e rappresenta per i
giovani un’opportunità di notevole interesse in quanto li arricchisce di un’importante
esperienza per la loro formazione, che spesso rimane indimenticabile.
Lo S.G. rappresenta un vantaggio anche per le famiglie che accettano lo scambio
di ospitalità, per i compagni di classe degli studenti ospiti, per gli stessi Club che
sponsorizzano l’iniziativa, perché così tutti hanno modo di conoscere costumi
diversi, di scoprire lingue, culture, nuovi interessi.
Naturalmente la parte organizzativa del programma è piuttosto complessa.
Citiamo solo la rigorosa selezione cui vengono sottoposti i giovani candidati,
l’altrettanto rigorosa selezione delle famiglie che ospiteranno i giovani effettuata
dal distretto ospitante, l’dentificazione di un socio del Club ospite che fungerà
da assistente del giovane, la necessità da parte della famiglia del giovane di
provvedere all’assicurazione presso primaria compagnia e per un non trascurabile
importo contro le malattie, gli infortuni, la responsabilità verso terzi con durata dal
momento della partenza da casa del giovane fino al suo rientro, i preventivi contatti
obbligatori fra il giovane e la famiglia che lo ospiterà, il fatto che tutte le parti
interessate al programma di scambio (il giovane e i suoi genitori, la famiglia ospite,
l’assitente rotariano) devono accettare per iscritto tutti i termini e le condizioni del
programma come stabilito dai distretti interessati allo scambio.
L’Azione di Interesse Pubblico Mondiale – APIM
Questo programma consiste nell’offerta, da parte di un Club o di un Distretto, di
un aiuto umanitario a un Club di un altro Paese. L’intervento di aiuto deve essere
destinato ad una collettività in via di sviluppo dove l’azione del Rotary potrà
contribuire al miglioramento della qualità della vita. In questa azione si estrinseca
l’obiettivo prettamente rotariano di far crescere la comprensione e la buona volontà
fra i popoli.
Per scoprire se un Club, dall’altra parte del mondo, ha bisogno di un aiuto per un
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valido progetto, basta consultare il dossier dell’APIM dove sono elencati i progetti
di aiuto alle regioni in via di sviluppo, dossier che viene aggiornato due volte
all’anno e che è a disposizione presso la Segreteria Centrale di Evanston o che è
reperibile su Internet www.rotary.org.
Il Ryla
Il Programma Ryla (Rotary Youth Leadership Awards = Incontri rotariani per
la formazione di giovani leader) è realizzato sotto forma di seminari a livello di
Distretto ai qual partecipano alcune decine di giovani.
Il gruppo dei giovani trascorre solitamente una settimana (per il nostro Distretto
il Ryla viene organizzato ormai da anni presso l’Hotel Da Fior di Castelfranco
Veneto), ascoltando relazioni formative e informative tenute da qualificati relatori,
partecipando a discussioni, visitando aziende e altre interessanti realtà.
I partecipanti sono giovani non ancora inseriti in attività professionali, segnalati
dai Club e selezionati sulla base delle caratteristiche qualitative, che partecipano
al programma a titolo gratuito (l’onere economico viene sostenuto dai Club ce li
segnalano).
Lo scopo del programma, che dimostra l’attenzione del Rotary verso le giovani
generazioni, è quello di incoraggiare i giovani stessi a capire e cercare di fare proprie
le caratteristiche di una leadership impostata su principi etici e positivi.
Dal 1971 il Ryla è diventato un programma ufficiale del Rotary Internazionale e
tutti i Distretti sono tenuti ad organizzare ogni anno un seminario Ryla.
I Volontari del Rotary
Lavorano nei campi profughi, in piccoli ospedali isolati, in remoti e poveri villaggi
del mondo: sono i “Volontari del Rotary”, medici, ingegneri o provenienti da altre
professioni, accomunati dal desiderio di servire.
Coloro che desiderano partire in missione all’estero devono riempire un formulario
di iscrizione che è a disposizione presso la segreteria regionale del Rotary
Internazionale. Devono inoltre ricevere un invito da parte del Rotary Club del luogo
dove essi desiderano recarsi. Solitamente la Fondazione del Rotary fornisce un
contributo per la spese di viaggio e di mantenimento, tenuto conto che i Volontari
non ricevono alcun compenso per la loro attività.
Il programma dei Volontari del Rotary si colloca nell’ambito dei programmi
di interesse pubblico dei Club o dei Distretti. Attualmente più di cento Paesi
usufruiscono dell’opera di questi Volontari.
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l’angolo dei soci
CA’ LOREDAN VENDRAMIN CALERGI
di Ettore Vio
Ca’ Loredan Vendramin Calergi stupì fin dal suo apparire sulla scena del Canal
Grande.
E’ incerta la data dell’inizio dei lavori probabilmente intorno al 1490, nel 1504 muore
l’archetto Condussi che la progettò.
Per capire il messaggio di storia, di cultura e arte che promana dalla sua armonica
e potente facciata, bisogna conoscere il contesto temporale nel quale fu realizzato il
palazzo, la figura di chi lo volle e quella dell’architetto che lo realizzò.
Il contesto storico è quello di una Venezia, che raggiunta la maturità, dai tempi della
piccola città lagunare ora è sede della Dominante. Venezia estendeva il suo dominio da
Brescia all’Adriatico, dall’Istria alla Dalmazia, alle isole della Grecia fino a Creta. I suoi
uomini intessevano rapporti commerciali con tutta l’Europa e l’Oriente, anche lontano.
Gli ambasciatori erano presenti e ascoltati in tutte le corti d’Europa. Venezia si
distingueva per la propria indipendenza politica, culturale e artistica e per la saggezza
delle sue leggi. Il clima culturale risente della ventata del rinascimento che inizia in
Toscana sotto la guida colta di LeonBattista Alberti, proponendo architetture che
riecheggiano all’antico. Filippo Brunelleschi è il geniale interprete di quel momento con
le sue innovazione nel costruire e nel progettare macchine per l’edilizia. I palazzi di Pio II
Piccolomini a Pienza e quelli Medici Ricciardi e Rucellai a Firenze, sono pietre miliari del
nuovo corso. A Venezia a qualche anno di distanza, le costruzioni interpretano in chiave
locale il nuovo vocabolario.
Le massicce moli delle costruzioni toscane, fasciate da potenti bugnati a difesa dei
nobili residenti, riversate e aperte verso i cortili interni, non corrispondono al pensiero
e al modo di vivere di Venezia. Qui non ci sono le lotte fratricide delle fazione delle
città di terraferma. La città visitata da Bernardino da Siena nel 1420 è considerata quasi
santa, per la pace e la concordi tra i suoi abitanti. Le case non sono chiuse, le polifore
ne traforano le facciate. Il Canal Grande, un porto canale difeso, è un susseguirsi di
fondaci e di attività. Vicino a quelli dei singoli commercianti, stanno quelli dei turchi e
dei tedeschi. La casa fondaco è il massimo della temperanza tra interno ed esterno, tra
casa e canale, tra magazzini e nave ancorata davanti.
Dalle polifore aperte sulle terrazze e dal portico del piano terra si comunica e si traffica.
Tutta la città si anima, si vede, si controlla e si aiuta. I grandi “saloni passanti” tipici
di quelle architetture illuminati da enormi finestre sulle teste, consentono di vedere
attraverso e poi ancora, fin dove è possibile, quella città trasparente. In modo diverso
non più casa fondaco, ma casa patrizia, è la Loredan Vendramin Calergi.
Questa, come tutte le precedenti architetture, fino a quelle bizantine, affida alla facciata
il suo segno distintivo e splendidamente nuovo.
Andrea Loredan, nasce nel 1450, con il “cursus honorum” di un grande uomo sale tutti i
livelli della scala politica di Venezia: Savio di Terraferma nel 1494, Podestà a Brescia nel
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1503-04 e Luogotenente della patria del Friuli nel 1507-09.
Fin dal 1481 il Loredan unisce due corpi di fabbrica, individuati nella veduta di Jacopo
de’ Barbari, che vengono poi rimaneggiati per realizzare il palazzo, creando il grande
salone interno, trasformando le antiche scale e inglobando parte delle muraglie delle
precedenti architetture.
Mauro Condussi architetto, schivo, riservato, teorico rigoroso, sicuro nell’azione
costruttiva, vive la temperie culturale che proviene dalla Toscana attraverso “moduli
urbinati” assunti da Francesco di Giorgio Martini ed esprime nel palazzo il meglio della
sua capacità. Utilizza un grande finestrone, racchiuso da un arco che sottende una bifora
pure arcuata, come modulo che si ripete dieci volte nella facciata, ai due piani nobili,
mentre al terreno tre volte e aprendo il centrale per il portone d’acqua.
I moduli sono accostati a due nelle partizioni laterali della facciata, mentre quella centrale
ne contiene tre. I marcapiani sono quasi simili, cambiano solamente le decorazioni e gli
ornamenti, mentre al primo piano è presente la lunga terrazza.
Una potenza e preziosa cornice conclude la facciata tutta calibrata con i rapporti
dell’armonia geometrica che caratterizza l’architettura di allora, ornata di marmi greci e
colonne, capitelli ed archi in pietra d’Istria.
“Non nobis Domine….. Non nobis”, non a nostra gloria Signore, è la scritta che in puri
caratteri classici orna le superfici marmoree del piano d’acqua.
Dalle finestre che traforano
l’intera facciata pare
ancora di vedere la vita
della potente famiglia
di Andrea Loredan che
bene meritò per la sua
Venezia, morendo nella
battaglia di Creazzo nel
1513 quando, sconfitta
dalla Lega di Cabrais,
Venezia
perdette
l’agognato
primato
europeo e il Loredan la
sua vita. La storia e l’arte
di questa città si perpetua
in Ca’ Loredan Vendramin
Calergi, dove gentilezza e
forza si accomunano alla
passione che distinse questo
incredibile momento della
vita di Venezia.
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Ricordando Gigi Perale
Ha concluso a 93 anni la sua avventura terrena Gigi Perale.
Socio del nostro Club dal 1970, aveva rassegnato le
dimissioni nel 2004 a causa delle precarie condizioni
fisiche che non gli permettevano più di partecipare alle riunioni, ma il Club aveva voluto
mantenere uno stretto legame con lui nominandolo Socio Onorario.
Rotariano puro, con un alto senso di appartenenza alla associazione, ha onorato la
sua affiliazione al Rotary partecipando assiduamente alla vita del Club con genuino
sentimento di amicizia nei riguardi dei soci
Nonostante la sua predilizione per le discipline giuridiche, si era brillantemente laureato
in Medicina e Chirurgia, specializzandosi in Pediatria ed assumendo presto l’incarico
di Primario presso l’Ospedale di Mirano. Però, subito dopo il suo collocamento in
quiescenza, aveva realizzato il suo giovanile sogno laureandosi in Giurisprudenza alla
bella età di 74 anni!
Qualche decennio prima gli era stata riconosciuta una invalidità permanente a causa
dei disagi sofferti quando, come ufficiale medico, aveva partecipato agli eventi della
Seconda Guerra Mondiale.
Di animo buono, generoso e sempre disponibile ad aiutare gli altri, ha elargito consistenti
donazioni caritatevoli a favore di iniziative per gli anziani. Sua, fra l’altro, la donazione
di un appartamento nelle vicinanze dell’Ospedale di Mestre per uso foresteria da
parte di parenti indigenti di ricoverati presso lo stesso nosocomio. Varie anche le sue
contribuzioni, sempre in forma rigorosamente anonima, alla nostra Fondazione Rotary
per gli interventi mirati alla eradicazione della Poliomielite dalla popolazione infantile.
Ci mancherà Gigi, il suo spirito arguto, la sua umana simpatia, mancherà a tutti noi ed
agli amici che negli ultimi anni hanno continuato a frequentarlo!
Il Club e tutto il Rotary sono affettuosamente vicini in questo triste momento alla moglie
Magda, al figlio Alberto ed ai nipoti Sebastiano e Giovanna.
parole da ricordare
L’eccellenza si ottiene solo essendo esigenti con sé stessi
e cercando ogni volta di fare meglio della volta precedente.
Alberoni
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la segreteria informa
Congresso Distrettuale
Sabato 12 aprile 2008 si terrà l’Assemblea Distrettuale presso l’Eurocongressi Hotel di
Cavaion Veronese (a pochi minuti dal casello di Affi dell’autostrada A 22). L’apertura dei lavori
è fissata alle ore 9.00, il termine è previsto intorno alle 16.30.
Dopo l’indirizzo di saluto del Governatore Carlo Martines, l’Assemblea verrà condotta dal
Governatore Eletto Alberto Cristanelli che farà conoscere il suo programma per la prossima annata
rotariana, nonché gli indirizzi programmatici indicati dal Presidente Internazionale D. K. Lee.
Si tratta di uno dei momenti più importanti nella vita del Distretto al quale tutti i soci dovrebbero
sentirsi impegnati a partecipare.
Flotta Alto Adriatico
Durante il Salone Nautico di
Venezia è stata fondata la Flotta
Alto Adriatico dell’International
Yachting Fellowship of Rotarians
che si unisce alle altre sette flotte
italiane già esistenti (Liguria,
Lazio, Marche, 2 in Campania,
Puglia e Sicilia). Per la consegna
della carta costitutiva della
Flotta Alto Adriatico è arrivato
da Londra il commodoro
internazionale per l’Europa
Michael Pooley, accolto da una
rappresentanza di rotariani,
guidata dal Governatore Carlo
Martines
Chi esce
Ha lasciato il Club la socia Lina Piliego che non era più in grado di frequentare con la dovuta
assiduità a causa di impegni professionali e familiari.Ci spiace che Lina non faccia più parte
del nostro sodalizio, ma il suo è un esempio che dovrebbe essere imitato da tutti coloro che, per
vari motivi, da lungo tempo non si fanno più vedere al Club.
Auguri di buon Compleanno
Stappano la bottiglia di spumante ad aprile:
Gianluigi Rigamonti il 10, Roberto Morandi il 17,
Giuseppe Sarti il 20, Antonio Mattiazzo il 23,
Giuseppe Giorgi il 29
La stappano a maggio:
Francesco Fahrni il 10, Sandra Sofia Perulli il 12, Aldo
Andreolo il 18, Alfio Pini il 29
21
21
“Varie ed eventuali”
Riprendiamo, con qualche aggiornamento, un gustoso articolo pubblicato alcuni anni
addietro sul bollettino del nostro Club e riferito al ricordo di oggetti del tempo passato,
che forse diranno qualcosa a chi naviga verso i 70, mentre gli altri probabilmente non
sanno neppure di cosa si tratta.
Le cose perdute
Cose che restano da conservare soltanto nel solaio della nostra memoria
I formaggini di cioccolata. La radio a galena. Il macinino del caffè. La carta moschicida e la
pompa del flit. I calzoni alla zuava. L’olio di fegato di merluzzo. Il mastice e la carta vetrata
per le forature della bicicletta. I pennini e l’asciugapennini. La cravatta argentata col nodo
fisso e l’elastico. Il gioco del cerchio e quello dei cerchietti. L’inchiostro di china. Gli album di
Mandrake e dell’Uomo Mascherato.
La macchina a pedale Singer. La fionda di legno con l’elastico
tagliato dalla camera d’aria della bicicletta. La cucina
economica con la caldaia per l’acqua calda. Le pantofole
nere con le margherite ricamate della Carnia. Una maschera
antigas. Un piccolo busto di Dante in finto bronzo comperato
in piazzale Michelangelo. Il libretto delle giustificazioni. La
calamita. Gli occhialetti di celluloide per il 3D.
Una fede in ferro ricevuta in cambio dell’oro alla patria. Il
traforo e il legno compensato. Le prese di corrente sporgenti,
coi buchi grandi come le dita dei bambini. I gelati dopo
l’operazione delle tonsille. Il ghiaccio portato sulla spalla in
una tela di sacco. L’uovo di legno per rammendare le calze.
Un carillon con la ballerina classica. Una scatola di fotografie
di ragazze eritree.
Il latte in polvere Mellin. Il citrato bianco effervescente. Una scatola di Giubek piena di
francobolli di San Marino. Quel trottolino da far girare perché cada su uno dei tre lati: uno,
ics o due per giocare alla Sisal. Il bollo delle biciclette di 10 e 10. Gli interruttori della luce
a chiavetta. Una scatola di latta da biscotti, piena di bottoni. La pece. Un modellino della
corazzata Cavour. Le tigri di Mompracem.
Mostre
“Garofalo, pittore della Ferrara estense”
Fondazione Ermitage Italia (filiale italiana del museo di San Pietroburgo),
Ferrara - Castello Estense 5 aprile – 6 luglio 2008
Benvenuto Tisi detto il Garofalo, tra i più richiesti pittori del primo cinquecento ferrarese, fu
sottovalutato dalla citica e poco conosciuto dal grande pubblico italiano. Non così all’estero,
non in Germania, Francia, Inghilterra, Austria, Ungheria e soprattutto non in Russia dove
l’Ermitage possiede un importante nucleo di opere di Garofalo.
Questa mostra è l’omaggio di San Pietroburgo all’artista che ha fatto conoscere in Russia la
grande arte rinascimentale italiana e la magnificenza di una corte tra le più illuminate d’Europa.
La mostra vedrà riuniti per la prima volta oltre settanta capolavori del pittore, in gran parte
provenienti da San Pietroburgo.
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per l’anno rotariano
2007-2008
Il Presidente del Rotary Internazionale è Wilfred
Wilkinson di Trenton (Ontario - Canada), socio
del Club di Trenton. Ha ricoperto le cariche di
Governatore distrettuale, amministratore della
Fondazione Rotary, Vice Presidente del Rotary
Internazionale, Membro della Commissione
Internazionale Polio Plus e numerose altre.
È socio della Wilkinson & Company, società
di contabilità pubblica. Fra i numerosi altri
incarichi, è stato presidente del consiglio dei
contabili dell’Ontario, tesoriere dell’istituto dei
contabili canadesi e dell’istituto militare della
Royal Canadian.
È sposato con Joan e ha quattro figli.
Il Governatore del nostro Distretto è il Dott.
Carlo Martines socio del Club Padova Est.
È Presidente dell’ADIRI, l’Associazione che
riunisce i Distretti rotariani d’Italia.
È medico cardiologo, sposato con Tea ed
ha tre figli.
L’Assistente del Governatore per il nostro Club
è l’Avv. Arturo Lucchetta socio del Club Venezia
Mestre Torre.
È titolare di un avviato studio legale, sposato
con Nicoletta ed ha due figlie.
progetto grafico copertina: G. Calamelli - Neural Engineering SpA
Servire al di sopra di ogni interesse personale