Rotary Club - Distretto Rotary 2060
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Rotary Club - Distretto Rotary 2060
Rotary Club VENEZIA MESTRE DISTRETTO 2060 4 0 anni anno rotariano 2007-2008 bollettino n.5 aprile 2008 Commissioni Azione interna Affiatamento e ospitalità Assiduità Informazione rotariana Carlo Brunelli Mario Cognolato Michela Dal Borgo Paolo Pellegrini Programmi Marco Bortoletto Relazioni pubbliche Laura Facchinelli Sviluppo dell’effettivo Cristina Tonolo Azione professionale Giuseppe Sarti Paolo Cercato - Antonino Antonini Azione di interesse pubblico Bruno Bernardi Laura Facchinelli - Antonio Marcomini Relazioni internazionali Guido Besazza Lapo Cantagalli - Giancarlo Vesco Classifiche e nomine Luciano Tempestini Giuseppe Sarti - Laura Facchinelli 40° anniversario del Club Informatica Soci con incarichi distrettuali Giuseppe Giorgi Carlo Vianini Giorgio Ciriotto Lapo Cantagalli coordinatore fotografie storia del service Francesco Camisa Giuseppe Giorgi, Guido Besazza, Lapo Cantagalli, Cristina Marchetti, Sandra Sofia Perulli, Giancarlo Vesco in questo numero 4 aprile 2008 i nostri appuntamenti 5 il messaggio del Presidente sede Hotel Bologna via Piave, 214 30172 Mestre-Venezia (VE) tel./fax 041.931000 6 la cronaca Festa di Carnevale 8 la cronaca Il cristianesimo, una risorsa per il futuro dell’Europa 10 la cronaca segreteria Sig.na Silvana Baro lunedì - mercoledì ore 9.00 - 12.00 tel./fax 041.5381545 [email protected] I mille volti dell’Iran: la società iraniana oggi, oltre i soliti clichè 12 la cronaca La protonterapia: una nuova arma contro il cancro 13 la cronaca Waterfront a Venezia e nel mondo riunioni presso Hotel Bologna salvo gli eventuali incontri extra moenia indicati nel programma 14 la cronaca La scherma tradizionale di scuola italiana 15 i soci si presentano Anna Laura Geschmay 16 in redazione Marco Bortoletto Carlo Brunelli Francesco Camisa Laura Facchinelli il bollettino è realizzato con la collaborazione della Scuola Grafica dell’Istituto Salesiano San Marco di Mestre (VE) conoscere il Rotary 19 l’angolo dei soci Ca’ Loredan Vendramin Calergi 20 Ricordando Gigi Perale 21 la segreteria informa 22 “Varie ed eventuali” 3 i nostri appuntamenti aprile giovedì 3 sabato 5 domenica 6 Aperitivo - Hotel bologna - ore 19.45 Visita a Venezia dei Club Contatto di La Celle St. Cloud, Marlow e Binche sabato 5: ore 9.10: partenza per visita a Murano dalle Fondamente Nuove - Venezia ore 20.00: conviviale ristorante all’Angelo a Venezia vicino piazza San Marco domenica 6: gita a Vicenza, partenza pullman da P.le Roma ore 9.00 giovedì 10 Conviviale - Hotel Bologna - ore 19.45 Il Pediatra prof. Vincenzo Zanardo dell’Università di Padova ci parlerà di “La nascita pretermine...alle soglie del III millennio” venerdì 18 Auditorium della Cassa di Risparmio via Torino, 164 – ore 17.15 Convegno organizzato dal Comitato Interclub Service di Mestre su “Il Nuovo Ospedale di Mestre e il Polo Sanitario Veneziano” 4 sabato 19 Gita a Rovigo per la visita alla mostra “La Belle Epoque” a Palazzo Rovella (seguirà programma). giovedì 24 Conviviale - Bacaro Veneto - ore 20 Serata organizzata per il nostro Club dal Rotaract Venezia Mestre “Venezia e i suoi antichi sapori”. il messaggio del Presidente Cari Amici, Il nostro socio onorario Luigi Perale ci ha lasciati e rimane in noi il ricordo di una persona molto amata, che ha lasciato un segno come professionista e come amico. L’esempio di un uomo generoso e disponibile, che ha saputo dare serenità e amicizia, molto legato alla famiglia, che continueremo a ricordare con rimpianto. La Primavera è il periodo in cui la natura esprime tutta la sua bellezza e vitalità, anche il nostro club in questo mese d’Aprile, con rinnovata energia, sarà impegnato ad esprimere lo spirito di collaborazione e comunicazione con il mondo esterno alla vita del club. Iniziamo con un week-end nel quale ospiteremo i nostri club contatto di La Celle St. Cloud, Marlow e Binche con i quali, da anni, realizziamo service internazionali molto apprezzati dal Rotary International, concretizzando lo sviluppo di una collaborazione che è vera espressione della ragione dell’esistenza del Rotary nel mondo. In quest’occasione concorderemo un nuovo piano d’intervento per il quale il nostro club sarà, ancora una volta, capofila. Avremo successivamente ospite un noto pediatra dell’Università di Padova che, oltre ad illustrarci un tema inerente la sua specializzazione medica, collaborerà con noi a onorare il nostro amico Maurizio Saccarola che ha dedicato la vita all’infanzia. A lui sarà dedicato un service per i bambini del Madagascar, dove una giovane donna mestrina si è dedicata, in collaborazione con le autorità locali, al recupero e all’educazione dei figli di madri carcerate, togliendoli da una vita per strada senza speranze. Per sottolineare il nostro impegno a partecipare in modo attivo alla vita cittadina, abbiamo organizzato, assieme agli altri Club Service mestrini e con l’importante intervento di Alberto Monterosso, un convegno in cui si parlerà della sanità veneziana. Saranno presenti i maggiori referenti dell’ULSS 12 e della Regione e mi aspetto che saremo in molti a testimoniare l’interesse per un’argomento di primaria importanza nella vita quotidiana di tutti gli abitanti di una vasta zona della nostra provincia e oltre.. Ci concederemo anche un tuffo nel passato, in un periodo innovativo del secolo scorso, sereno e fervido di nuove idee, visitando la mostra sulla Bella Epoque a Rovigo dove sono esposte opere di noti artisti italiani, soprattutto dedicate alla donna.. Infine, data la nostra costante attenzione ai giovani, parteciperemo ad una serata organizzata per noi dal Rotaract, nella quale saranno proposti piatti storici della cucina veneta, la cui storia e tradizione verranno illustrate da una scrittrice americana specializzata nella storia del folklore veneziano. Conto sulla vostra partecipazione numerosa per la varietà degli argomenti trattati e, anche, per dare soddisfazione ai soci che con tanto impegno operano per organizzare i vari eventi, vi saluto con amicizia Cristina 5 la cronaca venerdì 1 febbario 2008 Conviviale ore 20.00 - Ca’ Vendramin Calergi Festa di Carnevale Interclub con R.C. Venezia Mestre Torre e Inner Wheel Venezia Presenti del nostro club: Andreolo e signora, Barbato, Camisa e signora, Ciriotto e signora, Facchinelli, Giorgi e signora, Marchetti, Rossi con signora e ospite OspitI del Club: quattro soci Rotaract Carnevale, una festa sul Canal Grande, l’occasione per stare assieme in amicizia Non tutti amano il Carnevale, ma una festa di Carnevale in un palazzo veneziano è un’esperienza assolutamente unica, fiabesca. Per questa ragione ci siamo trovati in tanti, il 1° febbraio scorso, alla serata organizzata dai tre Rotary Club di Venezia assieme all’Inner Wheel a Ca’ Vendramin Calergi. Ci siamo incontrati in questo splendido edificio rinascimentale che si affaccia sul Canal Grande, un edificio che, costruito tra fine ‘400 e inizio ‘500 su progetto di Mauro Codussi, ampliato un secolo più tardi a cura di un altro famoso architetto, Vincenzo Scamozzi, è passato più volte di proprietà fino a quando – nel 1946 – è stato ceduto al Comune di Venezia che ne ha fatto la sede invernale del Casinò. Nel grande Salone del piano nobile, decorato da tele di Palma il Giovane e Niccolò Bambini, i rotariani si sono riuniti attorno ai tavoli per la cena. In apertura, i presidenti dei Rotary Club – Gaetano Fabbri del Venezia, Cristina Marchetti del Venezia Mestre, Paola Nardini del Mestre Torre – con la presidente dell’Inner Wheel Francesca Giacomazzi Miani hanno dato il caloroso benvenuto a quella che hanno chiamato “Festa dell’Amicizia”, ispirandosi ad uno dei più importanti valori della famiglia rotariana: “amicizia come collante per realizzare le finalità delle nostre organizzazioni nell’ambito del Rotary International”. È intervenuto brevemente anche il direttore generale del Casinò Carlo Pagan. Fra i partecipanti non mancavano i soci di altri club, anche di altri paesi; significativa la presenza di alcuni giovani del Rotaract. Erano presenti anche due giornalisti di National Geographic. Al termine della cena, un duplice intermezzo musicale. 6 Dapprima la cantante Antonella Merz, accompagnata alla chitarra da Renato Goattin e Gianfranco Penzo, ha intonato antiche canzoni popolari veneziane, sottolineando l’ambientazione della festa. Successivamente la Venezia Hot Jazz Band, guidata da Ermanno Ferretti detto Tito (socio del Club di Venezia) ha suscitato entusiasmo e nostalgia con musiche Dixieland e New Orleans che appartengono alla grande storia del Jazz. Ad una festa di Carnevale non possono mancare le maschere, ed ecco che alcuni dei partecipanti si sono lasciati tentare dal piacere del travestimento, indossando costumi bellissimi. Non sono state da meno le presidenti dei due club mestrini: la nostra Presidente Cristina Marchetti si è vestita da dama del ‘600 mentre Paola Nardini si è presentata nei panni di Lucrezia Borgia. Una giuria presieduta da Nicola Grillo (Mestre Torre) ha scelto le maschere più eleganti, alle quali sono stati assegnati i premi offerti dal socio pittore Maurizio Trentin (Mestre Torre). L.F. Un gruppo di soci con eleganti costumi 7 la cronaca giovedì 14 febbario 2008 Conviviale ore 19.45 - Hotel Russot Interclub con R.C. Venezia Mestre Torre e Inner Wheel Venezia Il Patriarca di Venezia, Cardinale Angelo Scola, incontra i Club di Mestre sul tema: “Il cristianesimo, una risorsa per il futuro dell’Europa” Presenti del nostro club: Andreolo e signora, Antonini, Bernardi, Bortoletto, Bovolato e signora, Brunelli e signora, Bugno e signora, Burigana, Busetto, Cantagalli, signora Cercato, Chersevani, Ciriotto, Cognolato e signora, Facchinelli con ospite, Giorgi e signora, Marchetti, Monterosso, Nardon e signora, Pellegrini, Perulli, Piovesana e signora con due ospiti, Polesel, Rigamonti e signora, Roiatti, Sabadin, Sarti, Tonolo, Vesco, Vianini, Vio e signora. Ospiti del club: Tiziana Agostini Di interesse davvero rilevante la conversazione che il card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia, ha tenuto ai rotariani dei Club Venezia Mestre Torre e Venezia Mestre giovedì 14 febbraio, nel corso di una serata conviviale interclub presso l’Hotel Russot. Dopo il saluto delle presidenti Paola Nardini e Cristina Marchetti e una breve introduzione di Fabio Longoni, socio del Mestre Torre, il Patriarca ha esordito sottolineando l’importanza di organizzazioni come il Rotary, che rappresentano la “fascia mediana creativa”, necessaria nella società civile di oggi. Per parlare del tema del Cristianesimo come risorsa è partito dal punto di vista di Venezia, città policentrica. Venezia è città dell’umanità: sia perché vi giungono persone da ogni parte del mondo per visitarla, sia perché la città è determinante (soprattutto per il ruolo di Mestre) come grande crocevia per uomini di ogni razza, cultura e religione. E dunque Venezia ha la responsabilità di accompagnare il processo di mescolamento, di “meticciato”, che in Italia – a differenza di quanto è avvenuto in altri paesi – si sta verificando in modo molto rapido e non privo di difficoltà. In questo processo occorre agire, in modo da indirizzarlo con azioni di buon governo: questo è fondamentale per il nostro paese. Il Cristianesimo è un fatto sociale che va riconosciuto come radice principale dell’Europa. Il Cristianesimo è una risorsa per il futuro, facendo i conti con la trasformazione radicale che si sta verificando: trasformazione cosmologica, tecnologica e sul piano dell’interculturalità. L’interculturalità, nel comune sentire, è una ricchezza. Ma il nostro giudizio è spesso troppo rapido e superficiale: il fatto che l’interculturalità sia una risorsa per l’Europa è da dimostrare. Il card. Scola cita Heidegger, là dove riprende Nietsche per giungere a una conclusione durissima: nell’accadere storico della modernità non si può più far coincidere la cultura con l’Occidente e l’Occidente con l’antichità e il Cristianesimo. Ma il Cristianesimo – sottolinea Scola – non è un fossile. Il Cristianesimo, oltre alla radice nel passato è una risorsa per il futuro. Per provare questa affermazione, lo studioso ricorda che l’interculturalità è nel DNA dell’Europa. Si parte, come radice europea, dal nucleo della Romanità, la quale concepì la sua peculiarità come trasmissione di quanto ricevuto: la Romanità, infatti, ha trasmesso il proprio patrimonio ereditato da Alessandria, Gerusalemme, Atene. In questa concezione si innesta quella del Cristianesimo, che va considerato nella propria radice giudaica. E dunque tanto la Romanità quanto il Cristianesimo sono contrassegnati da un atteggiamento di “secondarietà”, e quindi da un atteggiamento dialogico. L’archetipo letterario è Enea che, portando sulle spalle il padre Anchise 8 La Presidente consegna al Patriarca uno splendido calice di Vetro offerto dalla Vetreria Artistica Vivarini del nostro amico Dino Bugno (l’antico), si innesta in un territorio nuovo. L’interculturalità va inquadrata nell’atteggiamento di secondarietà: in questo senso il Cristianesimo è risorsa per l’Europa. L’innesto interculturale significa far entrare nuovi attori, ma senza perdere la scena. Rinunciare alla secondarietà significherebbe il crollo della propria tradizione. L’Europa deve riappropriarsi del proprio patrimonio genetico. In che senso la fede cristiana ha innestato l’antico sul nuovo, rinnovando l’antico? La Trinità ha voluto donarsi, in forma gratuita, all’uomo. Dio si propone passando attraverso l’uomo: da questo scaturisce il rapporto tra verità e libertà. Gesù, infatti, ha scelto la strada della libertà umana per presentarsi nella storia. La Trinità è valorizzazione di ogni differenza (fra uomo e donna, diversità razziali e religiose): alla radice c’è l’unità perfetta. Differenze, dunque, ma nell’unità. In che modo questo va d’accordo con la compresenza di vari soggetti con visioni diverse dalla vita? Come questo rispetta la nostra visione laica? Contro queste riflessioni si levano, oggi, delle obiezioni: si dice che considerare il Cristianesimo una risorsa intacca la laicità dello Stato; si dice che la religione va intesa come fatto privato, che non deve apparire in pubblico. Nella civiltà delle Reti, dove sono mutate le modalità della partecipazione, si ritiene che il rapporto individuo-stato sia corretto solo se inteso senza mediazione, e dunque la religione viene vista come un terzo incomodo. Questa posizione – che certo nasce anche da errori del passato, là dove la religione venne fatta coincidere con lo stato – vede oggi soprattutto in Francia, Spagna e Italia discussioni nelle quali si afferma che lo stato deve essere laico. Il tema è oggi di grande attualità. Secondo il card. Scola, nell’attuale frangente storico, in Europa e Occidente, si deve puntare a un nuovo modo di coniugare la dimensione pubblica della religione: da un lato occorre un’apertura attiva verso la religione da parte dello stato, da parte religiosa si eviteranno le autointerpretazioni di tipo integralista, con apertura verso le altre religioni. C’è urgenza di contribuire al nuovo volto della secondarietà europea, e questo richiede un riconoscimento giuridico e istituzionale. Rispondendo alle domande di alcuni rotariani, il relatore sottolinea che, per ridurre la conflittualità insita in una società plurale, occorre riconoscere il valore pratico dello stare assieme, all’insegna di dialogicità, ascolto, narrazione. La narrazione è reciproca. Sui principi, come cristiani dobbiamo pronunciarci: si tratta di una narrazione di proposta, non di un’imposizione. L.F. 9 la cronaca giovedì 21 febbario 2008 Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna “I mille volti dell’Iran: la società iraniana oggi, oltre i soliti clichè” Relatrice dott.ssa Pegah Zohouri Haghian Presiede: Cristina Marchetti Presenti: Andreolo e signora, Bortoletto, Brunelli e signora, Burigana e signora, Busetto, Cantagalli, Facchinelli, Furlan, Geschmay, Giorgi, Marchetti, Marcomini,Martin, Monterosso, Palma, Perulli, Rossi e signora, Scarpa, Tonolo e consorte, Vesco e signora. Ospiti del club: la relatrice e Germana Saccarola L’Iran è un paese molto ricco culturalmente ed economicamente ma anche con grossi problemi sociali economici politici; un paese complesso da capire, non semplificabile. Ia nostra giovane relatrice ha pertanto cercato di porre l’attenzione su aspetti solitamente poco affrontati dai media occidentali: cercando di farci capire quanto l’Iran non sia così monolitico come spesso superficialmente ci appare: esiste in questa realtà una grande varietà ambientale, sociale, economica ed etnica. Il presesi presenta così come un crogiolo antropologico caratterizzato da una grande pluralità di lingue, gruppi etnici e credi religiosi sui quali però predomina una maggioranza urbana Persiano sciita. Paradossalmente la popolazione iraniana è più laica e ha una religiosità meno “dogmatica” di molti altri paesi musulmani. Questo è riscontrabile non solo negli iraniani all’estero ma anche all’interno dello steso Iran. Il. 70% dei giovani si dice addirittura non praticante. Certamente all’interno del paese continua ad esserci un forte dibattito sulla sfera religiosa soprattutto relativamente a questioni circa il connubio tra modernità e islam, o diritti dell’uomo e islam, o ancora donna e islam. Ma queste tematiche che all’interno del paese sono affrontate da grossi gruppi di “intellettuali riformisti religiosi”, molto conosciuti tra la popolazione e fortemente appoggiati specie dalle popolazioni metropolitane, non sono ben compresi dal mondo occidentale e anche quando le tematiche fuoriescono dai confini nazionali spesso vengono fortemente ideologizzate dai media occidentali pronti spesso a cogliere solamente alcuni lati del dibattito trascurandone altri. Il fatto è che l’Iran presenta un società civile molto attiva composta da ONG fatte da intellettuali, giornalisti, giovani, universitari, donne che hanno trovato dopo l’elezione nel ’97 del presidente Khatami un’ispirazione riformatrice che viene solamente rallentata dal nuovo corso di Ahmadinejad, ma che difficilmente potrà essere arrestata. Il fatto è che siamo di fronte ad una società molto giovane, il 75% della popolazione è sotto i 35 anni, che presenta quelle aspirazioni tipicamente giovanili la volontà di trasferirsi all’estero, l’amore per la cultura, la voglia di fare, di istruirsi e di formarsi il proprio futuro. Certamente tali aspirazioni a volte sfociano anche in eccessi nei quali sfogare le proprie frustrazioni, fenomeni come la disoccupazione o la droga coinvolgono oltre 4 milioni di iraniani, ma l’alto tasso di scolarizzazione ed una certa dose di volontà d’innovazione stanno avvicinando questo paese a grandi passi verso nuove prospettive ancora difficili da recepire. La stessa situazione femminile è decisamente migliorata soprattutto dopo le riforme di Khatami: già prima, a seguito della scolarizzazione, le iraniane erano fortemente presenti nella società sia come 10 la cronaca professioniste che come responsabili in vari settori. Ben il 65% della popolazione universitaria era composto da studentesse; ma è con la riforma del presidente precedente a Ahmadinejad, che si è arrivati ad avere in parlamento una presenza femminile pari al 10% giungendo addirittura ad avere una Vice presidente donna il deputato Masumeh Ebtekar. Tali descrizioni non devono comunque trarci in inganno: l’attuale Iran è ancora uno stato con forti problematiche sia sul piano socio-culturale sia su quello giuridico-politico. Esistono ancora grosse differenziazioni dovute alle tradizioni delle famiglie di origine dove con estrema facilità si passa dal fortemente progressista a molto tradizionalista. Sul piano politico-legale poi esiste un’accesa lotta accesa che vede la nascita di veri e propri movimenti femministi grazie ai quali vi sono state alcune conquiste sociali quali la nuova Legge di Protezione della Famiglia ma è indubbio che i passi verso un’equiparazione tra i sessi sono ancora lungi dall’essere perseguiti. Dai dati così forniti dalla nostra relatrice emerge un Iran non così lontano dal nostro mondo, dove esistono sì problemi sociali e controversie irrisolte ma che, con le riserve del caso, tutto sommato non sono così differenti da certi nostri problemi e da certe nostre controversie. La relatrice Pegah Zohouri Haghian 11 la cronaca giovedi 28 febbraio 2008 Conviviale ore 19.45 - Hotel Bologna La protonterapia: una nuova arma contro il cancro Relatore Prof. Gianpietro Tosi Presiede: Cristina Marchetti Presenti:Berengo, Besazza, Bortoletto, Burigana, Camisa e signora, Cantagalli, Ciriotto, Cognolato e signora, Dal Borgo, Facchinelli, Geschmay, Giorgi, Marchetti, Monterosso, Perulli, Sarti, Scarpa con tre ospiti, Vesco e signora. Ospite del Club: il relatore e signora, Benito Benassi del R.C. Roma Centenario Il professor Gianpietro Tosi ci ha parlato della protonterapia. Questo tipo di trattamento rappresenta l’evoluzione della radioterapia nel campo dell’oncologia. L’analisi dell’argomento è iniziata con un escursus sulle metodologie utilizzate per combattere il cancro distinguendo tra quelle che agiscono in maniera locale o loco-regionali, come la radioterapia, e quelle che invece agiscono su tutto l’organismo, come la chemioterapia. Il professore ci ha spiegato come il cuore del problema relativo ai trattamenti radioterapici stia nell’individuare quale radiazione impiegare facendo in modo di applicarne una quantità sufficiente per controllare il tumore senza che i tessuti circostanti ne assumano una dose eccessiva. Risulta peraltro evidente che la superficie dovrà essere leggermente superiore per evitare che una parte del tumore non venga irradiata. Diversi sono i tipi di radiazioni che sono state sperimentate ed utilizzate, tra queste la radium-terapia, la cobalto-terapia, il betatrone sino ad arrivare agli acceleratori lineari attuali. Analizzando le curve di trasmissione in profondità della dose di radiazione il professor Tosi ci ha mostrato come, a differenza delle radiazioni precedentemente usate, l’utilizzo di protoni e ioni di carbonio sfrutti il fatto che essi rilasciano la gran parte dell’energia alla fine della propria corsa. Per questo tipo di terapia vengono utilizzati ciclotroni e sincrotroni, i primi servono ad accelerare solo protoni e sono ad energia fissa i secondi invece oltre ad essere ad energia variabile possono accelerare anche ioni. L’adroterapia è indicata per i tumori collocati vicino ad organi radio-sensibili, melanomi dell’occhio, sarcomi e i tumori che interessano la base del cranio. Sono altresì trattabili quasi esclusivamente con questa terapia i tumori che si trovano in prossimità del midollo spinale e quelli del distretto cervicofacciale. Altri esempi sono i tumori polmonari, del pancreas, quelli pediatrici e quasi tutti i tumori solidi. L’apparecchiatura per la terapia protonica è particolarmente complessa basti pensare che uno dei tre gantry del centro californiano di Loma Linda, lo strumento che serve per distribuire i protoni sul tumore, pesa ben 40 tonnellate e deve essere in grado di ruotare su se stesso. In Italia un esempio di terapia protonica, sebbene a livello sperimentale, esiste a Catania dove si trova un ciclotrone con energia fissa da 72 MeV. Per le caratteristiche di questa apparecchiatura vengono però trattati solo melanomi dell’occhio. Sempre nel nostro paese sarà però presto operativo il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) che sta sorgendo a Pavia e del quale il prof. Tosi è stato uno dei principali promotori. La nazione più avanzata in questo settore è invece il Giappone dove ci sono ben sette ciclotroni per adroterapia. In Europa questa terapia è praticata in Francia vicino Parigi, due in Germania ed uno in Svizzera. Estrapolando i dati relativi ad un’indagine del 2002 in Italia nel 2007 ci sono stati probabilmente circa 310.000 casi di tumore concentrati soprattutto nel nord del paese. L’indicazione terapeutica per questo tipo di trattamento è di circa l’un per cento di questi tumori. 12 la cronaca giovedi 13 marzo 2008 Conviviale ore 20.00 - Hotel Russot Interclub con R.C. Venezia Mestre Torre e Inner Wheel Venezia Waterfront a Venezia e nel mondo Relatore Massimo Colomban Presenti del nostro club: Antonini e signora, Bernardi con signora e ospite, Besazza, Brunelli e signora, Camisa, Cantagalli, Ciriotto, Facchinelli con ospite, Fahrni, Marchetti, Martin, Monterosso, Nardon signora, Palma, Piovesana, Spadaro e signora. Il relatore ha parlato delle proprie esperienze professionali a partire dall’attività del gruppo Permasteelisa, da lui fondato e diretto dal 1974 al 2002: l’azienda è oggi leader mondiale negli involucri delle torri ed architetture monumentali edificate nel mondo negli ultimi 15 anni. Fra le principali opere realizzate, la Sydney Opera House, il Guggenheim Museum di Bilbao, la Disney Concert Hall. “Permasteelisa realizza i sogni degli architetti” ha detto Colomban; l’azienda coniuga il disegno italiano con l’intervento degli ingegneri dei vari paesi: in tal modo, avvalendosi anche di un software sofisticato, mette a punto un prodotto superiore a quello della concorrenza. Colomban è stato anche presidente di Sviluppo Italia Veneto, ha fondato l’associazione Kyoto Club Italia, ha fondato ed è presidente dell’associazione Claudia Augusta. Nella sua attività imprenditoriale ha anche acquistato e restaurato Castelbrando di Cison di Valmarino, trasformato in Beuty Farm e Centro Congressi, e successivamente ha compiuto un’operazione analoga con la vicina Villa Marcello Marinelli. Presidente del VEGA da settembre 2006, Colomban ha affrontato il problema della valorizzazione del waterfront veneziano. Per il 70-80 per cento le città sono situate su grandi fiumi o sul mare, e il problema waterfront è di primaria importanza: in tutto il mondo il waterfront è stato motore di rilancio economico. Ma a Venezia le infrastrutture non sono cresciute. Invece Venezia deve muoversi con dinamismo e imprenditorialità, perché Venezia è al centro del mondo ed è importante come brand. L’area a disposizione è molto ampia, ma oggi appare polverizzata: bisogna creare un progetto valido che metta in sinergia il parco di valenza internazionale e le grandi infrastrutture: porto, aeroporto, aree della logistica. Le diverse realtà vanno collegate con percorsi ciclopedonali o forse anche con una monorotaia. Bisogna porre Marghera e il Veneto a centro dello sviluppo, così da attirare le imprese. Esiste già una serie di progetti per lo sviluppo dell’area: ora si tratta di creare la strada per portarli ad esecuzione, ma purtroppo in Italia non c’è capacità di fare programmazione. Fra gli ostacoli da vincere, il primo è il modello di cultura provinciale, che dovrebbe aprirsi a uno scenario internazionale. È opportuno puntare, come all’estero, su una compartecipazione pubblico-privato. Si potrebbe quadruplicare la realtà, oggi costituita da 200 aziende e 2.000 addetti. Il polo così realizzato costituirebbe un importante motore di sviluppo del territorio. L.F. 13 la cronaca giovedi 27 marzo 2008 Conviviale ore 19.30 - Hotel Bologna La scherma tradizionale di scuola italiana Relatore il socio Alessandro Busetto, coadiuvato da Thomas Stocco e Alberto Balasco Presiede: Cristina Marchetti Presenti:Antonini, Bernardi, Besazza, Bortoletto, Brunelli e signora, Busetto, Camisa, Cantagalli, Chersevani, Ciriotto, Dal Borgo, De Rosa, Fahrni, Giorgi, Marchetti, Monterosso, Piovesana, Rossi e signora, Sarti, Spadaro e signora, Vesco. Ospite del Club: dott. Thomas Stocco, dott. Alberto Balasco Il nostro socio Alessandro Busetto, insieme al presidente ed al direttore tecnico dell’associazione “Porta di Ferro” di Oriago, ci hanno introdotti alla scherma tradizionale. Quest’ultima si differenzia dalla scherma sportiva in quanto l’obiettivo con essa perseguito è quello del “toccare senza essere toccato” e non di “toccare” l’avversario per primi. La “sala d’arme” è affiliata alla Federazione Italiana Schema Antica e Storica e pratica sotto la guida del Maestro d’Arme Andrea Lupo Sinclair. Diverse sono le armi che ci sono state presentate e che sono riconducibili ai diversi stili della scherma tradizionale. La spada da “filo”, da “lato”, da una “mano e mezza” e quella da “due mani” sono parte della Scherma Antica. In questo stile i colpi portati devono essere controllati per evitare di creare lesioni all’avversario vista la pesantezza delle armi utilizzate in combattimento. La seconda serie di armi presentateci sono utilizzate nello stile della scherma storica, riconducibile ai secoli XVII-XIX. Le armi tipiche utilizzate sono la “striscia”, lo spadino francese e la spada italiana. L’ultima arma da duello mostrataci, e che si inserisce nello stile della scherma classica, è stata la sciabola. La scherma classica rappresenta temporalmente l’ultimo filone della scherma tradizionale riguardando i secoli XIX e XX. L’abbigliamento per questa disciplina consiste di un giubbeto bianco imbottito, pantaloni neri al polpaccio e scarpe da scherma sportiva. Il bianco ed il nero sono infatti i colori tipici degli schermidori italiani dell’epoca. Diversi sono i dispositivi di sicurezza indossati. Oltre alla maschera da scherma sportiva i praticanti indossano guanti imbottiti, un piastrone in cuoio per proteggere il busto ed altre protezioni per le gambe. Durante tutta la conferenza i nostri tre relatori ci hanno dimostrato con esempi pratici e combattimenti l’utilizzo delle armi ed i principi tecnici della “arte della scherma tradizionale”. 14 i soci si presentano Anna Laura Geschmay E’ nata a Goeppingen in Germania e a causa delle leggi razziali si è trasferita in Italia con la famiglia nel 1936. La lontana origine delle famiglie di entrambi i genitori proviene dalla Spagna, quindi dall’Olanda e infine dalla Germania. E’ vedova dell’ing. Mevorach, ha due figli, Manuela e Andrea, attivissimo imprenditore e due nipoti Elena ed Alessandra. Si è laureata giovanissima in Economia e Commercio e parla diverse lingue. Per decenni è stata Amministratore Delegato e quindi Presidente di un gruppo di stabilimenti tessili in Italia e all’estero. In Italia aziende produttrici di feltri e tele per cartiera: il Feltrificio Veneto di Marghera e la Nuova Tele Industriali di Lodi. Si è occupata per anni anche della WFG – Wuerttebergische Filztuchfbrik Geschmay che fu restituita al padre Hans nel 1948 e alla cui vendita il nonno Davide non si era mai sottomesso, malgrado le violenze subite. Questo stabilimento divenne fra i più moderni e qualificati del settore a livello mondiale. Nel 1999, dopo la cessione del Gruppo feltri e tele al maggior produttore mondiale del settore, si è concentrata, affiancando il figlio, sul settore immobiliare, divenendo Presidente della FEM S.r.l. società immobiliare e di servizi. Inoltre la famiglia ha rilevato il cantiere Dalla Pietà Cantieri Nautici S.r.l. di Marghera, orientandone la produzione soprattutto verso yacht di lusso e gestisce anche la Venice Refitting S.r.l. operativa nel settore charter di yacht di lusso per clientela VIP a livello inernazionale. La nostra socia ha ricoperto varie cariche, fra l’altro nell’Associzione Industriali di Venezia di cui è stata Vicepresidente ed è ancora nella Giunta, nel Consiglio dell’Aticelca – (Assoc.tecnica italiana cellulosa e carta) quale unica rappresentante femminile ed è socia AIDDA Veneto (Femmes Chefs d’Entreprises Mondiales). Per i suoi elevatissimi requisiti imprenditoriali, nel 1995 il Presidente della Repubblica l’ha nominata Cavaliere del Lavoro. Venendo ora agli aspetti personali, Anna Laura trascorre il suo limitatissimo tempo libero dedicandosi alla casa, al giardino, a qualche attività culturale. Per qualche breve vacanza preferisce la montagna. Le piace la lettura ed attualmente ha sul comodino il libro in tedesco inviatole da un amico “Herr Woelle gruesst noch einmal”. E’ appassionata di musica classica e posta di fronte all’alternativa pittura moderna o grandi pittori storici del passato, sceglie decisamente questi ultimi. Fra cinema e teatro non ha nette preferenze: frequenta con moderazione entrambi.Non si dedica molto alla televisione, ma segue con attenzione “Porta a Porta” e “Matrix”. Fra le grandi città del mondo è maggiormente attratta da Londra che giudica calda ed umana. Si dice che l’umanità ha bisogno di eroi. Posta di fronte alla domanda “qual è il tuo eroe?” risponde senza esitazioni: “mio padre”. Chiudiamo parlando di Rotary. Anna Laura considera la nostra associazione estremamente valida per i suoi principi e per gli scopi che si prefigge e che consente oltrettutto di fare interessanti conoscenze. 15 conoscere il Rotary Ripassiamo un po’ assieme argomenti vari rotariani, certamente conosciuti dalla maggioranza dei soci, ma probabilmente meno, o per nulla, da coloro che sono entrati in tempi più recenti nel Club. Cos’è lo “Scambio di Giovani”? E’ un programma nato in Francia nel lontano 1927 che oggi ha raggiunto dimensioni ragguardevoli considerato che ogni anno oltre 7.000 giovani partecipano nel mondo a scambi paritari con altri giovani di Paesi diversi. Normalmente la durata di un soggiorno all’estero è di un anno, ma può essere concordata fra Club o Distretti interessati anche per periodi più brevi. Il programma è dedicato agli studenti delle scuole superiori e rappresenta per i giovani un’opportunità di notevole interesse in quanto li arricchisce di un’importante esperienza per la loro formazione, che spesso rimane indimenticabile. Lo S.G. rappresenta un vantaggio anche per le famiglie che accettano lo scambio di ospitalità, per i compagni di classe degli studenti ospiti, per gli stessi Club che sponsorizzano l’iniziativa, perché così tutti hanno modo di conoscere costumi diversi, di scoprire lingue, culture, nuovi interessi. Naturalmente la parte organizzativa del programma è piuttosto complessa. Citiamo solo la rigorosa selezione cui vengono sottoposti i giovani candidati, l’altrettanto rigorosa selezione delle famiglie che ospiteranno i giovani effettuata dal distretto ospitante, l’dentificazione di un socio del Club ospite che fungerà da assistente del giovane, la necessità da parte della famiglia del giovane di provvedere all’assicurazione presso primaria compagnia e per un non trascurabile importo contro le malattie, gli infortuni, la responsabilità verso terzi con durata dal momento della partenza da casa del giovane fino al suo rientro, i preventivi contatti obbligatori fra il giovane e la famiglia che lo ospiterà, il fatto che tutte le parti interessate al programma di scambio (il giovane e i suoi genitori, la famiglia ospite, l’assitente rotariano) devono accettare per iscritto tutti i termini e le condizioni del programma come stabilito dai distretti interessati allo scambio. L’Azione di Interesse Pubblico Mondiale – APIM Questo programma consiste nell’offerta, da parte di un Club o di un Distretto, di un aiuto umanitario a un Club di un altro Paese. L’intervento di aiuto deve essere destinato ad una collettività in via di sviluppo dove l’azione del Rotary potrà contribuire al miglioramento della qualità della vita. In questa azione si estrinseca l’obiettivo prettamente rotariano di far crescere la comprensione e la buona volontà fra i popoli. Per scoprire se un Club, dall’altra parte del mondo, ha bisogno di un aiuto per un 16 valido progetto, basta consultare il dossier dell’APIM dove sono elencati i progetti di aiuto alle regioni in via di sviluppo, dossier che viene aggiornato due volte all’anno e che è a disposizione presso la Segreteria Centrale di Evanston o che è reperibile su Internet www.rotary.org. Il Ryla Il Programma Ryla (Rotary Youth Leadership Awards = Incontri rotariani per la formazione di giovani leader) è realizzato sotto forma di seminari a livello di Distretto ai qual partecipano alcune decine di giovani. Il gruppo dei giovani trascorre solitamente una settimana (per il nostro Distretto il Ryla viene organizzato ormai da anni presso l’Hotel Da Fior di Castelfranco Veneto), ascoltando relazioni formative e informative tenute da qualificati relatori, partecipando a discussioni, visitando aziende e altre interessanti realtà. I partecipanti sono giovani non ancora inseriti in attività professionali, segnalati dai Club e selezionati sulla base delle caratteristiche qualitative, che partecipano al programma a titolo gratuito (l’onere economico viene sostenuto dai Club ce li segnalano). Lo scopo del programma, che dimostra l’attenzione del Rotary verso le giovani generazioni, è quello di incoraggiare i giovani stessi a capire e cercare di fare proprie le caratteristiche di una leadership impostata su principi etici e positivi. Dal 1971 il Ryla è diventato un programma ufficiale del Rotary Internazionale e tutti i Distretti sono tenuti ad organizzare ogni anno un seminario Ryla. I Volontari del Rotary Lavorano nei campi profughi, in piccoli ospedali isolati, in remoti e poveri villaggi del mondo: sono i “Volontari del Rotary”, medici, ingegneri o provenienti da altre professioni, accomunati dal desiderio di servire. Coloro che desiderano partire in missione all’estero devono riempire un formulario di iscrizione che è a disposizione presso la segreteria regionale del Rotary Internazionale. Devono inoltre ricevere un invito da parte del Rotary Club del luogo dove essi desiderano recarsi. Solitamente la Fondazione del Rotary fornisce un contributo per la spese di viaggio e di mantenimento, tenuto conto che i Volontari non ricevono alcun compenso per la loro attività. Il programma dei Volontari del Rotary si colloca nell’ambito dei programmi di interesse pubblico dei Club o dei Distretti. Attualmente più di cento Paesi usufruiscono dell’opera di questi Volontari. 17 l’angolo dei soci CA’ LOREDAN VENDRAMIN CALERGI di Ettore Vio Ca’ Loredan Vendramin Calergi stupì fin dal suo apparire sulla scena del Canal Grande. E’ incerta la data dell’inizio dei lavori probabilmente intorno al 1490, nel 1504 muore l’archetto Condussi che la progettò. Per capire il messaggio di storia, di cultura e arte che promana dalla sua armonica e potente facciata, bisogna conoscere il contesto temporale nel quale fu realizzato il palazzo, la figura di chi lo volle e quella dell’architetto che lo realizzò. Il contesto storico è quello di una Venezia, che raggiunta la maturità, dai tempi della piccola città lagunare ora è sede della Dominante. Venezia estendeva il suo dominio da Brescia all’Adriatico, dall’Istria alla Dalmazia, alle isole della Grecia fino a Creta. I suoi uomini intessevano rapporti commerciali con tutta l’Europa e l’Oriente, anche lontano. Gli ambasciatori erano presenti e ascoltati in tutte le corti d’Europa. Venezia si distingueva per la propria indipendenza politica, culturale e artistica e per la saggezza delle sue leggi. Il clima culturale risente della ventata del rinascimento che inizia in Toscana sotto la guida colta di LeonBattista Alberti, proponendo architetture che riecheggiano all’antico. Filippo Brunelleschi è il geniale interprete di quel momento con le sue innovazione nel costruire e nel progettare macchine per l’edilizia. I palazzi di Pio II Piccolomini a Pienza e quelli Medici Ricciardi e Rucellai a Firenze, sono pietre miliari del nuovo corso. A Venezia a qualche anno di distanza, le costruzioni interpretano in chiave locale il nuovo vocabolario. Le massicce moli delle costruzioni toscane, fasciate da potenti bugnati a difesa dei nobili residenti, riversate e aperte verso i cortili interni, non corrispondono al pensiero e al modo di vivere di Venezia. Qui non ci sono le lotte fratricide delle fazione delle città di terraferma. La città visitata da Bernardino da Siena nel 1420 è considerata quasi santa, per la pace e la concordi tra i suoi abitanti. Le case non sono chiuse, le polifore ne traforano le facciate. Il Canal Grande, un porto canale difeso, è un susseguirsi di fondaci e di attività. Vicino a quelli dei singoli commercianti, stanno quelli dei turchi e dei tedeschi. La casa fondaco è il massimo della temperanza tra interno ed esterno, tra casa e canale, tra magazzini e nave ancorata davanti. Dalle polifore aperte sulle terrazze e dal portico del piano terra si comunica e si traffica. Tutta la città si anima, si vede, si controlla e si aiuta. I grandi “saloni passanti” tipici di quelle architetture illuminati da enormi finestre sulle teste, consentono di vedere attraverso e poi ancora, fin dove è possibile, quella città trasparente. In modo diverso non più casa fondaco, ma casa patrizia, è la Loredan Vendramin Calergi. Questa, come tutte le precedenti architetture, fino a quelle bizantine, affida alla facciata il suo segno distintivo e splendidamente nuovo. Andrea Loredan, nasce nel 1450, con il “cursus honorum” di un grande uomo sale tutti i livelli della scala politica di Venezia: Savio di Terraferma nel 1494, Podestà a Brescia nel 18 1503-04 e Luogotenente della patria del Friuli nel 1507-09. Fin dal 1481 il Loredan unisce due corpi di fabbrica, individuati nella veduta di Jacopo de’ Barbari, che vengono poi rimaneggiati per realizzare il palazzo, creando il grande salone interno, trasformando le antiche scale e inglobando parte delle muraglie delle precedenti architetture. Mauro Condussi architetto, schivo, riservato, teorico rigoroso, sicuro nell’azione costruttiva, vive la temperie culturale che proviene dalla Toscana attraverso “moduli urbinati” assunti da Francesco di Giorgio Martini ed esprime nel palazzo il meglio della sua capacità. Utilizza un grande finestrone, racchiuso da un arco che sottende una bifora pure arcuata, come modulo che si ripete dieci volte nella facciata, ai due piani nobili, mentre al terreno tre volte e aprendo il centrale per il portone d’acqua. I moduli sono accostati a due nelle partizioni laterali della facciata, mentre quella centrale ne contiene tre. I marcapiani sono quasi simili, cambiano solamente le decorazioni e gli ornamenti, mentre al primo piano è presente la lunga terrazza. Una potenza e preziosa cornice conclude la facciata tutta calibrata con i rapporti dell’armonia geometrica che caratterizza l’architettura di allora, ornata di marmi greci e colonne, capitelli ed archi in pietra d’Istria. “Non nobis Domine….. Non nobis”, non a nostra gloria Signore, è la scritta che in puri caratteri classici orna le superfici marmoree del piano d’acqua. Dalle finestre che traforano l’intera facciata pare ancora di vedere la vita della potente famiglia di Andrea Loredan che bene meritò per la sua Venezia, morendo nella battaglia di Creazzo nel 1513 quando, sconfitta dalla Lega di Cabrais, Venezia perdette l’agognato primato europeo e il Loredan la sua vita. La storia e l’arte di questa città si perpetua in Ca’ Loredan Vendramin Calergi, dove gentilezza e forza si accomunano alla passione che distinse questo incredibile momento della vita di Venezia. 19 Ricordando Gigi Perale Ha concluso a 93 anni la sua avventura terrena Gigi Perale. Socio del nostro Club dal 1970, aveva rassegnato le dimissioni nel 2004 a causa delle precarie condizioni fisiche che non gli permettevano più di partecipare alle riunioni, ma il Club aveva voluto mantenere uno stretto legame con lui nominandolo Socio Onorario. Rotariano puro, con un alto senso di appartenenza alla associazione, ha onorato la sua affiliazione al Rotary partecipando assiduamente alla vita del Club con genuino sentimento di amicizia nei riguardi dei soci Nonostante la sua predilizione per le discipline giuridiche, si era brillantemente laureato in Medicina e Chirurgia, specializzandosi in Pediatria ed assumendo presto l’incarico di Primario presso l’Ospedale di Mirano. Però, subito dopo il suo collocamento in quiescenza, aveva realizzato il suo giovanile sogno laureandosi in Giurisprudenza alla bella età di 74 anni! Qualche decennio prima gli era stata riconosciuta una invalidità permanente a causa dei disagi sofferti quando, come ufficiale medico, aveva partecipato agli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Di animo buono, generoso e sempre disponibile ad aiutare gli altri, ha elargito consistenti donazioni caritatevoli a favore di iniziative per gli anziani. Sua, fra l’altro, la donazione di un appartamento nelle vicinanze dell’Ospedale di Mestre per uso foresteria da parte di parenti indigenti di ricoverati presso lo stesso nosocomio. Varie anche le sue contribuzioni, sempre in forma rigorosamente anonima, alla nostra Fondazione Rotary per gli interventi mirati alla eradicazione della Poliomielite dalla popolazione infantile. Ci mancherà Gigi, il suo spirito arguto, la sua umana simpatia, mancherà a tutti noi ed agli amici che negli ultimi anni hanno continuato a frequentarlo! Il Club e tutto il Rotary sono affettuosamente vicini in questo triste momento alla moglie Magda, al figlio Alberto ed ai nipoti Sebastiano e Giovanna. parole da ricordare L’eccellenza si ottiene solo essendo esigenti con sé stessi e cercando ogni volta di fare meglio della volta precedente. Alberoni 20 la segreteria informa Congresso Distrettuale Sabato 12 aprile 2008 si terrà l’Assemblea Distrettuale presso l’Eurocongressi Hotel di Cavaion Veronese (a pochi minuti dal casello di Affi dell’autostrada A 22). L’apertura dei lavori è fissata alle ore 9.00, il termine è previsto intorno alle 16.30. Dopo l’indirizzo di saluto del Governatore Carlo Martines, l’Assemblea verrà condotta dal Governatore Eletto Alberto Cristanelli che farà conoscere il suo programma per la prossima annata rotariana, nonché gli indirizzi programmatici indicati dal Presidente Internazionale D. K. Lee. Si tratta di uno dei momenti più importanti nella vita del Distretto al quale tutti i soci dovrebbero sentirsi impegnati a partecipare. Flotta Alto Adriatico Durante il Salone Nautico di Venezia è stata fondata la Flotta Alto Adriatico dell’International Yachting Fellowship of Rotarians che si unisce alle altre sette flotte italiane già esistenti (Liguria, Lazio, Marche, 2 in Campania, Puglia e Sicilia). Per la consegna della carta costitutiva della Flotta Alto Adriatico è arrivato da Londra il commodoro internazionale per l’Europa Michael Pooley, accolto da una rappresentanza di rotariani, guidata dal Governatore Carlo Martines Chi esce Ha lasciato il Club la socia Lina Piliego che non era più in grado di frequentare con la dovuta assiduità a causa di impegni professionali e familiari.Ci spiace che Lina non faccia più parte del nostro sodalizio, ma il suo è un esempio che dovrebbe essere imitato da tutti coloro che, per vari motivi, da lungo tempo non si fanno più vedere al Club. Auguri di buon Compleanno Stappano la bottiglia di spumante ad aprile: Gianluigi Rigamonti il 10, Roberto Morandi il 17, Giuseppe Sarti il 20, Antonio Mattiazzo il 23, Giuseppe Giorgi il 29 La stappano a maggio: Francesco Fahrni il 10, Sandra Sofia Perulli il 12, Aldo Andreolo il 18, Alfio Pini il 29 21 21 “Varie ed eventuali” Riprendiamo, con qualche aggiornamento, un gustoso articolo pubblicato alcuni anni addietro sul bollettino del nostro Club e riferito al ricordo di oggetti del tempo passato, che forse diranno qualcosa a chi naviga verso i 70, mentre gli altri probabilmente non sanno neppure di cosa si tratta. Le cose perdute Cose che restano da conservare soltanto nel solaio della nostra memoria I formaggini di cioccolata. La radio a galena. Il macinino del caffè. La carta moschicida e la pompa del flit. I calzoni alla zuava. L’olio di fegato di merluzzo. Il mastice e la carta vetrata per le forature della bicicletta. I pennini e l’asciugapennini. La cravatta argentata col nodo fisso e l’elastico. Il gioco del cerchio e quello dei cerchietti. L’inchiostro di china. Gli album di Mandrake e dell’Uomo Mascherato. La macchina a pedale Singer. La fionda di legno con l’elastico tagliato dalla camera d’aria della bicicletta. La cucina economica con la caldaia per l’acqua calda. Le pantofole nere con le margherite ricamate della Carnia. Una maschera antigas. Un piccolo busto di Dante in finto bronzo comperato in piazzale Michelangelo. Il libretto delle giustificazioni. La calamita. Gli occhialetti di celluloide per il 3D. Una fede in ferro ricevuta in cambio dell’oro alla patria. Il traforo e il legno compensato. Le prese di corrente sporgenti, coi buchi grandi come le dita dei bambini. I gelati dopo l’operazione delle tonsille. Il ghiaccio portato sulla spalla in una tela di sacco. L’uovo di legno per rammendare le calze. Un carillon con la ballerina classica. Una scatola di fotografie di ragazze eritree. Il latte in polvere Mellin. Il citrato bianco effervescente. Una scatola di Giubek piena di francobolli di San Marino. Quel trottolino da far girare perché cada su uno dei tre lati: uno, ics o due per giocare alla Sisal. Il bollo delle biciclette di 10 e 10. Gli interruttori della luce a chiavetta. Una scatola di latta da biscotti, piena di bottoni. La pece. Un modellino della corazzata Cavour. Le tigri di Mompracem. Mostre “Garofalo, pittore della Ferrara estense” Fondazione Ermitage Italia (filiale italiana del museo di San Pietroburgo), Ferrara - Castello Estense 5 aprile – 6 luglio 2008 Benvenuto Tisi detto il Garofalo, tra i più richiesti pittori del primo cinquecento ferrarese, fu sottovalutato dalla citica e poco conosciuto dal grande pubblico italiano. Non così all’estero, non in Germania, Francia, Inghilterra, Austria, Ungheria e soprattutto non in Russia dove l’Ermitage possiede un importante nucleo di opere di Garofalo. Questa mostra è l’omaggio di San Pietroburgo all’artista che ha fatto conoscere in Russia la grande arte rinascimentale italiana e la magnificenza di una corte tra le più illuminate d’Europa. La mostra vedrà riuniti per la prima volta oltre settanta capolavori del pittore, in gran parte provenienti da San Pietroburgo. 22 per l’anno rotariano 2007-2008 Il Presidente del Rotary Internazionale è Wilfred Wilkinson di Trenton (Ontario - Canada), socio del Club di Trenton. Ha ricoperto le cariche di Governatore distrettuale, amministratore della Fondazione Rotary, Vice Presidente del Rotary Internazionale, Membro della Commissione Internazionale Polio Plus e numerose altre. È socio della Wilkinson & Company, società di contabilità pubblica. Fra i numerosi altri incarichi, è stato presidente del consiglio dei contabili dell’Ontario, tesoriere dell’istituto dei contabili canadesi e dell’istituto militare della Royal Canadian. È sposato con Joan e ha quattro figli. Il Governatore del nostro Distretto è il Dott. Carlo Martines socio del Club Padova Est. È Presidente dell’ADIRI, l’Associazione che riunisce i Distretti rotariani d’Italia. È medico cardiologo, sposato con Tea ed ha tre figli. L’Assistente del Governatore per il nostro Club è l’Avv. Arturo Lucchetta socio del Club Venezia Mestre Torre. È titolare di un avviato studio legale, sposato con Nicoletta ed ha due figlie. progetto grafico copertina: G. Calamelli - Neural Engineering SpA Servire al di sopra di ogni interesse personale