esempio, simbolo per il mondo di dolci colline e di colorati

i quaderni di InStoria N°2
Ambiente
esempio, simbolo per il mondo di dolci colline e di colorati
(e ordinati) terreni coltivati, è la bellezza di un luogo che si
è composto, in un continuo scambio tra uomo e natura,
ogni giorno. E questo vale ovunque. Per chiunque. La nostra camera di quando eravamo bambini è la nostra camera.
Che poi vi possa essere la gioiosa celebrazione del cambiamento, l’ebbrezza dell’incontro con nuove possibili
memorie, l’esperienza dell’ignoto, è fuori discussione. A
Parigi, negli anni Settanta, accolsero a malincuore,
accettarono con sospetto e, poi, ostentarono con vanto, il
nuovo arrivato Centre Pompidou; così come altrove si va
fieri di lunghi e immani ponti, simbolo di congiungimento
dei luoghi, simbolo d’incontro e di modernità, se non di
avanguardia architettonica. Dall’America al Giappone, così
vanno le cose. Dall’America al Giappone hanno, però,
memorie diverse dalla nostra. Qui, anzi lì, tra quelle
sponde già violentate da abusivismi di ogni genere, lì dove
soffiano i venti e dove gli uccelli di passo segnano da millenni il loro percorso, più che altrove, dove le balene transitano e dove le correnti rimandano al Mito: un ponte,
opera umana posta sul paesaggio e sulla Storia, quanta
memoria uccide, lì, se ne uccide? E se così fosse, val la
pena, per l’umana gloria, boria, seppellire qualcosa che
sopravvisse per secoli, all’uomo o a Gaia appartenente, del
Tempo o di Dio, lì, dove cent’anni fa un terremoto già la
morte fece trionfare? Lì, tra le coste che furono di Scilla e
Cariddi, un ponte che ruolo assumerebbe, nei confronti
UN PONTE SULLA MEMORIA
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