leggi il mattinale - Gruppo PDL – Berlusconi Presidente

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leggi il mattinale - Gruppo PDL – Berlusconi Presidente
Il Mattinale
Roma, Martedì 10 settembre 2013
10/09
a cura del Gruppo Pdl alla Camera
INDICE
1.
L'imboscata degli irresponsabili: il Pd vuole uccidere la democrazia
2.
Poteri forti: le lusinghe dell’emarginazione dolce
3.
Augello: la necessità di ricorrere alle Consulta e alla Ue
4.
Il Tribunale di Milano: quanta fretta sull’interdizione
5.
Perché il Pdl ha ragione
6.
Alfano: “Berlusconi campione dell’area moderata”
7.
Brunetta: “Ultimo appello alla responsabilità del Pd”
8.
Schifani avverte: “Così andiamo alla crisi”
9.
Sull’Iva Saccomanni deve chiarire
10.
Le decisioni spendi e spandi del Governo sulla scuola
11.
Ultimissime
12.
Raiwatch: antidoto alla sinistra in Rai
13.
Piazza Pulita torna con due processi a Berlusconi
14.
Sondaggi
15.
Siria: Obama apre alla strada russa
16.
Siria: i limiti della potenza tedesca
17.
Rassegna stampa
Il Mattinale – 10/09/2013
(1)
L’imboscata degli irresponsabili:
il Pd vuole uccidere la democrazia
I
l Partito democratico rotola lungo la china della irresponsabilità, facendo
prevalere contro il diritto la logica dell’eliminazione fisica dell’avversario dal
teatro politico.
La decisione di votare contro le pregiudiziali del relatore Augello in sede di Giunta
per le elezioni del Senato obbedisce a questa logica perversa. In fondo, nessuno
stupore. Il Pd è in piena continuità con la storia che lo ha partorito, per cui l’unico
scopo della politica non è il bene comune e il rispetto delle persone e dei loro diritti
fondamentali, ma la presa del potere a costo di calpestare le regole della democrazia.
La decadenza di Berlusconi, se davvero stanotte la componente della Giunta voterà
come annunciato, è in realtà una dichiarazione di decadenza della democrazia. Le
conseguenze sono ovvie: il Popolo della Libertà dinanzi a questa decisione politica
prenderà atto della rottura del patto di maggioranza. Il Partito democratico porterà
alla caduta del governo Letta.
Gli esponenti seri e ragionevoli – sia pure isolati – del partito democratico che
auspicavano un percorso di verifica della legge Severino che portasse al giudizio
sulla palese incostituzionalità di una pena retroattiva, non sono stati semplicemente
una minoranza, ma hanno subito un linciaggio come traditori, solo perché si sono
permessi di ragionare invece che di applicare la ghigliottina del pregiudizio.
La posizione del nostro partito-movimento è limpida. Ci rendiamo conto che i
problemi del Paese incombono, e che bisogna mettere mano alla politica economica
per mettersi sulla scia dei barlumi di sviluppo che si intravedono nella zona dell’euro.
Ma è impossibile lavorare insieme a chi nega la dignità dell’alleato. Senza giustizia e
senza democrazia l’economia non si può risollevare perché la libertà è indivisibile.
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(2)
Poteri forti: le lusinghe dell’emarginazione dolce
I
giornali, espressione dei poteri forti, sono divisi nei modi, ma concordano nel
decretare la fine politica di Berlusconi. Se Il Fatto e Repubblica spingono verso
l’espulsione violenta del leader del centrodestra con entusiasmo manettaro, Il
Corriere della Sera e la Stampa – voci di un certo intreccio di potere bancario e non
solo - vogliono accompagnare Berlusconi sull’uscio del Senato e poi ai domiciliari
promettendo carezze postume e tanti saluti. Sono le lusinghe di un’emarginazione
decorosa e dolce. Una specie di suicidio assistito. Inaccettabile umanamente e
politicamente.
A manifestare oggi questa posizione in termini espliciti, di fatto attribuendola, non si
sa in base a quale titolo, al presidente Napolitano, è Emanuele Macaluso con una
intervista a “Repubblica”. Macaluso è qualificato come “grande vecchio del Pci e
grande amico del Colle (sic!)”. C’è una frase rivelatrice: “Per me la Severino è
costituzionale, ma il Pd non deve dare l’impressione di una decisione già presa”.
Traduzione: importante è fingere una certa pensosa incertezza, tanto il destino è
stabilito. Importante è non dare armi a quello che Macaluso chiama “il ricatto del
Pdl”.
Secondo questo grande vecchio comunista, famoso per aver accompagnato allo
sfascio tutti i giornali che ha diretto, fautore dell’assistenzialismo sfrenato dei suoi
fogli senza lettori (vedi l’esperienza al “Riformista”), Napolitano avrebbe già deciso
tutto. “Nessuna grazia tombale”. Ci potrebbe essere una grazietta se Berlusconi fa il
bravo, e si lascia impacchettare e mandare a casa.
Davvero è pensabile che il presidente della Repubblica abbia in testa disegni di così
basso profilo? Se così non fosse – come la sua figura di uomo superparte e di alta
moralità lascia sperare – sarebbe il caso che il Quirinale desse un segnale esplicito e
forte di smentita al preteso ventriloquo oracolare.
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(3)
Augello: la necessità di ricorrere alla Consulta e
alla Ue
Augello: pregiudiziali non per accelerare o prendere tempo
S
arebbe auspicabile affidarsi a un giudice come quello di Lussemburgo che in
8-9 settimane giudicherebbe ammissibile o inammissibile il ricorso di
costituzionalità alla Corte di Lussemburgo". Lo ha detto il relatore del Pdl in
giunta per le elezioni del Senato Andrea Augello al termine della riunione fiume
dell'organismo per le elezioni.
Il voto di domani potrebbe influire sulla tenuta delle larghe intese e far cadere il
governo? "Questo non dipende da me", taglia corto l'esponente pidiellino che precisa:
"la mia proposta di oggi delle tre pregiudiziali non ha nessun intento dilatorio ne' di
accelerare. Ho semplicemente posto un problema di procedure non si poteva fare
altrimenti in questo caso. Non c'e' nessun intento di accelerare o rallentare".
Quando gli fanno notare che le pregiudiziali di fatto hanno accelerato la strada per
sciogliere il nodo della decadenza dietro un input preciso di Berlusconi, Augello
replica: "mi sembra del tutto fantastica questa ipotesi".
Augello: non comprenderei un no a Corte Ue
Andrea Augello, senatore del Pdl e relatore nella Giunta per le immunità del Senato
sulla ipotesi di decadenza di Silvio Berlusconi dal mandato parlamentare, ha spiegato
ai cronisti la sua decisione di porre delle questioni pregiudiziali invece di chiedere
alla Giunta di decidere sulla decadenza o meno del leader del Pdl.
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"Non essendo mai stato fatto un ricorso alla Corte del Lussemburgo eravamo
obbligati - ha detto dopo la conclusione della seduta - a porre la questione
pregiudiziale.
Ma se il ricorso alla Corte costituzionale può essere opinabile, e ognuno ha la sua
opinione in materia, non affidarsi a un giudice che in otto settimane può decidere
sull'ammissibilità o meno del ricorso attraverso una procedura che è prevista nel
Trattato di Lisbona sarebbe un atto che non riuscirei a comprendere".
Ai cronisti che gli hanno chiesto se una eventuale bocciatura delle pregiudiziali
metterebbe fine al suo compito di relatore, Augello ha replicato: "Dopo il voto si
aprirebbe una nuova pagina e io dovrei fare una proposta di merito".
Per approfondire leggi le Slide 291 e 292
www.gruppopdl-berlusconipresidente.it
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(4)
Il Tribunale di Milano:
quanta fretta sull’interdizione
I
eri è stato fissato per il prossimo 19 ottobre il processo davanti alla terza Corte
d'Appello di Milano per rideterminare al ribasso i cinque anni di interdizione dai
pubblici uffici inflitti a Silvio Berlusconi per il caso Mediaset. Una fretta davvero
molto sospetta. La giustizia quando ha a che fare con il Presidente Berlusconi è
sempre molto molto celere.
Dal Palazzo di Giustizia milanese è trapelata la notizia, poi confermata dalla stessa
difesa, che tra circa un mese e mezzo andrà in scena l'ultimo 'strascico' del
procedimento penale a carico del Cavaliere con al centro le irregolarità nella
compravendita dei diritti tv e i cui atti, 513 faldoni, sono stati trasmessi da Roma la
scorsa settimana e ora sono stipati in una apposita stanza.
Il nuovo processo, non decorrendo più l'orologio della prescrizione, potrà essere
celebrato senza costringere i magistrati a maratone giudiziarie. Un collegio di giudici,
probabilmente guidato da Arturo Soprano, il presidente della stessa sezione, dovrà
riconteggiare la pena accessoria come indicato dalla Suprema Corte che oltre un mese
fa aveva accolto la proposta del pg Antonello Mura: riportare i 5 anni di interdizione
stabiliti con l'applicazione della legge ordinaria nelle sentenze di primo e secondo
grado entro un massimo di tre e un minimo di un anno come prevede, invece, la legge
tributaria. In aula l'accusa sarà rappresentata ancora dall'avvocato generale Laura
Bertolè Viale, lo stesso pg che a maggio aveva chiesto la conferma della condanna
inflitta dal Tribunale per l'ex capo del Governo. Il verdetto del cosiddetto appello 'bis'
potrà essere impugnato.
Riguardo invece all'esecuzione della pena definitiva che, al netto dei tre anni coperti
da indulto, è di un anno, Berlusconi, al quale comunque è stato revocato il
passaporto, ha tempo fino alla metà di ottobre per scegliere una misura alternativa al
carcere: o l'affidamento in prova ai servizi sociali o la detenzione domiciliare. E nel
caso in cui, entro la scadenza dei termini, non dovesse avanzare alcuna richiesta, è
praticamente certo che mai finirà in carcere.
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(5)
Perché il Pdl ha ragione
Intervista Giovanni Guzzetta sul Corriere della Sera:
L
a retroattività della legge Severino viola i principi della convenzione Ue”.
“Non capisco perché tenere il Paese in questo stato di tensione per difendere
una legge di dubbia costituzionalità, quando c'è una via maestra: elevare l'eccezione
di fronte alla Consulta”.
II costituzionalista Giovanni Guzzetta ne è sempre più convinto: la decadenza di
Silvio Berlusconi va rinviata, in attesa che la Consulta venga investita e si pronunci
sulla legge Severino. Anche perché, fa notare, “sarebbe una sorta di ‘paghi uno
prendi due’”.
Cosa intende?
“La Corte Costituzionale valuta anche il rispetto della Convenzione europea dei diritti
dell'Uomo. L'impugnazione della legge Severino di fronte alla Consulta
consentirebbe anche di sciogliere i dubbi sollevati dal ricorso alla Corte dei diritti
dell'uomo”.
C'è chi sostiene che quel ricorso non potesse essere inviato alla Corte di
Strasburgo prima che la decadenza fosse applicata.
“Non ho letto il ricorso. Non so quale atto conclusivo si consideri”.
Però lei resta favorevole a quel ricorso?
“Certamente. Dal punto di vista sostanziale sono convinto che la legge Severino violi
la Convenzione europea per la questione della retroattività”.
C'è chi fa notare che, se non c'era la legge Severino, all'epoca della frode fiscale
di Silvio Berlusconi c'era però l'interdizione, che ha lo stesso effetto.
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“Proprio perché c'era l'interdizione non si vede perché applicare la Severino. II diritto
non si vende ‘un tanto al chilo’”.
Vale a dire?
“L'interdizione è una fattispecie diversa. La legge Severino ha anche una durata
diversa: il doppio dell'interdizione non inferiore a 6 anni. L'argomentazione è
rovesciabile: proprio perché c'è l'interdizione non si vede perché ci si debba
accapigliare su una legge di dubbia costituzionalità”.
Non è una tecnica dilatoria?
“Abbiamo passato un'estate a sentire giuristi di ogni formazione dividersi: ex
presidenti della Corte Costituzionale, ex membri del Csm, persino il presidente del
Tribunale vaticano. Ci sarà qualche dubbio di costituzionalità o no?”.
C'è chi teme che la Corte Costituzionale sia chiamata a fare da quarto grado di
giudizio.
“Ma non è che la Corte può assolvere Berlusconi. La condanna c'è stata. E definitiva.
L'interdizione arriverà, magari anche fra due mesi. Quale che sia la posizione più
corretta sulla legge Severino, io penso che se c'è una via per sottrarre il Paese a
questo clima di grande tensione e divaricazione perché non percorrerla?”.
Chi è Giovanni Guzzetta: 47 anni, costituzionalista e docente ordinario
di Diritto pubblico all'Università di Roma Tor Vergata, è stato tra gli
autori dei tre quesiti referendari sulla legge elettorale per cui si è votato
nel giugno del 2009 ed è componente del Comitato direttivo della
Scuola superiore della Magistratura italiana.
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Intervista a Valerio Spigarelli, presidente dell’Unione delle Camere penali, su
La Stampa:
“Legge Severino scritta in fretta Giusto il ricorso alla Corte Ue”.
L’avvocato Valerio Spigarelli, presidente dell'Unione delle Camere penali, segue con
passione il dibattito di questi giorni sull'applicazione della legge Severino al caso
Berlusconi. “Non perché ci interessi il caso singolo, ma per le implicazioni generali”.
In che senso, Spigarelli?
“Perché mi sembra un dato incontrovertibile che l'Italia sia bloccata da un mese
sull'applicazione di una legge, e fior di giuristi si rompono la testa sulla decadenza e
l'incandidabilità, se sia una sanzione penale o amministrativa, soltanto perché questa
è l'ennesima legge malscritta e poco meditata.
La verità è che in Italia troppo spesso si legifera sotto l'onda delle emozioni. Quando
è stato licenziato questo decreto legislativo, sembrava quasi che dovessero cadere le
mura di Gerico. E ora vediamo i risultati della fretta del legislatore. Noi delle Camere
penali non a caso scriviamo che i diritti non hanno padroni”.
Detto ciò, che pensa delle pregiudiziali presentate dal relatore del Pdl, il senatore
Augello?
“Da queste prime indiscrezioni, capisco che si voglia interpellare il tribunale europeo,
la Corte del Lussemburgo, quanto ai principi fondamentali della Severino che
contrasterebbero con i principi del diritto comunitario. E’ effettivamente una via
percorribile, a differenza del ricorso alla Corte di Strasburgo, che è la corte dei diritti
dell'uomo, in quanto quella è l'ultima sede cui rivolgersi quando siano esauriti tutti i
possibili gradi di giudizio nazionali.
E siccome la Giunta del Senato è un organo paragiurisdizionale, ossia è un'altra tappa
del percorso nazionale, va da sé che il ricorso a Strasburgo mi pare prematuro...”.
Augello chiede di rivolgersi alla Corte del Lussemburgo perché si verifichi se la
legge Severino viola i principi del diritto comunitario. Che vuol dire?
“Corte del Lussemburgo o Corte costituzionale che sia, il fulcro del ragionamento
ruota attorno alla qualificazione dell'effetto penale della condanna. Come ormai è
stranoto, c'è chi sostiene che la decadenza è una sanzione penale accessoria e quindi
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non può essere retroattiva e chi, diversamente, sostiene che è amministrativa e che
può essere retroattiva.
Ai giudici della Corte del Lussemburgo, però, interessano poco le nostre questioni
formali e vanno alla sostanza. Il quesito è se la decadenza e l'incandidabilità possa
essere considerata ‘afflittiva’, cioè equiparabile a una sanzione penale, oppure no”.
La madre di tutte le questioni.
“La legge in effetti non dice nulla sulla retroattività, salvo un inciso riguardo a chi
abbia patteggiato. Si stabilisce che la decadenza in quel caso non si applica. E questo
è un particolare non di poco conto. Guardando i lavori parlamentari, s'è visto che i
parlamentari, di destra come di sinistra, spiegarono questa particolare applicazione
con il seguente ragionamento: chi patteggia fa un patto con lo Stato, deve conoscere
tutti i dati del problema; non sarebbe giusto fargli la ‘sorpresa’ di una sanzione non
dichiarata.
Questo ragionamento, però, è valido anche al contrario: chi doveva scegliere se
patteggiare o no, anche il signor Silvio Berlusconi, aveva diritto di sapere, prima di
decidere, quali possibili effetti avrebbe avuto una decisione e quale l'altra’.
In conclusione, Spigarelli, anche lei sembra nutrire molti dubbi. O no?
“La materia è talmente controversa, e la legge, al solito, così poco chiara, che non
vedo scandalo nel portare alcuni profili giuridici davanti al giudice. E non mi sembra
che un ricorso alla Corte costituzionale o alla Corte del Lussemburgo siano un favore
per chicchessia”.
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(6)
Alfano: “Berlusconi campione dell’area moderata”
B
erlusconi è il campione dell'area moderata. C'è un problema di
rappresentanza democratica degli italiani che si riconoscono nel nostro
leader". Lo dice il segretario del Pdl e vicepremier, Angelino Alfano, in
un'intervista a Vanity Fair sull'ultimo numero in edicola.
Pdl: Alfano, linea diagonale unisce partito a Italia Futura intervista a vice premier in
edicola su numero Vanity fair - "C'è una linea diagonale che unisce il Pdl e Italia
Futura". Lo afferma il segretario del Pdl e vice premier Angelino Alfano
commentando così le immagini esclusive che il settimanale Vanity Fair pubblica nel
nuovo numero, in edicola da mercoledì 11 settembre.
Nelle foto scattate ad Agrigento, Alfano incontra Luca Cordero di Montezemolo,
presidente della Ferrari. "È stato un incontro con poca politica e tanta cordialità continua Alfano - che poi però aggiunge: "Italia Futura ha irrobustito lo
schieramento liberale nel nostro Paese".
Intese al largo per un'alleanza futura? "La prossima sfida si gioca sull'unità di un'area
alternativa alla sinistra in grado di batterla. Il governo delle larghe intese non è certo
il futuro", risponde Alfano che poi a proposito di un Pdl diventato troppo stretto
aggiunge: "Sono le coalizioni che vincono le elezioni. Occorre impegnarsi per farne
una grande e vincente".
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(7)
Brunetta: “Ultimo appello alla responsabilità del
Pd”
A
lla fine di questa giornata impegnativa e tesa voglio fare un ultimo appello
alla ragionevolezza e al buon senso. Per settimane giuristi e commentatori di
ogni orientamento si sono confrontati e scontrati sull'applicazione della
legge Severino".
Così il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta.
"Il paese - prosegue Brunetta - è altrettanto diviso e da entrambe le parti agli
argomenti giuridici si sovrappongono le passioni politiche. L'Italia non ha bisogno di
ulteriori lacerazioni.
Allora, mi domando: perché non lasciare che i dubbi siano risolti dall'unica sede
imparziale cui la Costituzione attribuisce questo compito, la Corte costituzionale?
Perché lasciare che il voto, qualunque esso sarà, lasci nell'una o nell'altra parte
l'incertezza sulle proprie ragioni? Perché affidare i destini dei prossimi mesi al
fantasma del dubbio, che corrode il tessuto della convivenza, impedendo che, invece,
gli animi si plachino di fronte ad una decisione cui non ci si potrà non inchinare?".
"Attenzione alle tentazioni di giustizia sommaria, - conclude - perché certe ferite, in
un paese così lacerato, non si rimargineranno con facilità".
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(8)
Schifani avverte: “Così andiamo alla crisi”
BERLUSCONI: SCHIFANI, SE VOTO DOMANI NON C' E' PIU'
MAGGIORANZA
D
alla giunta provengono segnali di muro contro muro. Un inaccettabile
atteggiamento da parte del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle che
addirittura intendono votare entro domani contro le pregiudiziali
approfondite e dettagliate formulate dal relatore. Se dovesse succedere questo, non
credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo". Lo ha
dichiarato ai tg della sera il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani.
BERLUSCONI: SCHIFANI, PD VUOLE PORTARE PAESE AL
VOTO
"Voi volete portare il Paese al voto e ve ne assumerete la responsabilità". Lo ha detto
il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, rivolgendosi al senatore del Pd,
Nicola La Torre, a proposito dei lavori della Giunta del Senato sulla decadenza di
Silvio Berlusconi dalla arriva di Senatore.
BERLUSCONI: SCHIFANI, PD VUOLE UNA GIUNTA - CAMERA
A GAS
Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, manifesta tutta la sua "amarezza"
per la piega che hanno preso i lavori della Giunta delle elezioni del Senato e, dopo
aver parlato di un "plotone di esecuzione" predisposto per Silvio Berlusconi arriva ad
evocare le camere a gas: "Altro che plotone di esecuzione - tuona a Porta a Porta - il
Pd ha preparato una camera a gas!".
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(9)
Sull’Iva Saccomanni deve chiarire
GOVERNO, SACCOMANNI CHIARISCA SUA POSIZIONE SU ‘PATTO DI
GENOVA’ E STOP AUMENTO IVA
I
l triangolo no, non l’avevano considerato. E neanche i veti incrociati. Se il
presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel suo intervento finale al workshop
Ambrosetti di Cernobbio, ha enfatizzato lo spirito di ‘pace sociale’ con cui
Confindustria e sindacati sono tornati a parlarsi, che è sfociato nel ‘Patto di Genova’
di lunedì 2 settembre, e ne ha condiviso i contenuti in diverse occasioni pubbliche,
per il ministro dell’Economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, l’accordo
‘ mostra un conto della spesa molto elevato e immediatamente posto a carico del
bilancio statale con poco realismo ’.
E il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, tiene a precisare che negli
interventi sulla fiscalità del lavoro, le cui bozze circolano negli ambienti di governo,
prima si dovrà tenere conto delle esigenze di dipendenti e pensionati, poi di quelle
delle imprese.
Posizioni in contrasto l’una con l’altra, che segnano la distanza non solo tra
presidente del Consiglio e ministro dell’Economia, vale a dire all’interno del
governo, ma anche tra ministro dell’Economia e leader sindacali, vale a dire tra
governo e parti sociali.
Partendo da questi presupposti, come si farà quadrare il cerchio? Per non parlare di
chi, data la scarsità di risorse, aggiunge un’altra variabile al dibattito, azzardando
anche uno scambio riduzione del cuneo fiscale-aumento dell’Iva. Quando sappiamo
bene che il non aumento dell’Iva dal 1° ottobre 2012 è fuori discussione.
Il ministro Saccomanni deve prendere una posizione chiara nel merito. Basta
confusione e incertezza, che ha riflessi negativi sulle aspettative delle famiglie
italiane e rischia di vanificare quell’attesa ripresa che lo stesso ministro va
sbandierando.
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Saccomanni ci dica se e come intende realizzare le proposte contenute nel ‘Patto di
Genova’ e ponga una volta per tutte la parola fine al dibattito ‘aumento Iva sìaumento Iva no’ dal prossimo 1° ottobre.
Chiarisca, cioè, che questo dannoso aumento non ci sarà e che la realizzazione di
misure sul cuneo fiscale e sul lavoro in generale non compromettono gli impegni già
presi dal governo in tema di imposta sul valore aggiunto.
Oltre alle risorse, infine, trovi la convergenza di sindacati e imprese sulle sue
decisioni, magari parlandone prima con il presidente del Consiglio”.
IMU, SUA CANCELLAZIONE HA EFFETTI DOPPI RISPETTO AD ALTRE
MISURE
“Apprendiamo ‘con piacere’ dalle valutazioni del governo dell’impatto sulla possibile
crescita del Pil dei pagamenti dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni e della
cancellazione dell’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli: per
entrambi i provvedimenti la maggior crescita stimata è di 0,1 punti di Pil.
Ma vi è una differenza fondamentale. Mentre nel primo caso (debiti PA) le somme
che graveranno sui conti pubblici sono pari a 7,2 miliardi di euro, nel secondo caso
(Imu ed altri provvedimenti minori) l’onere sarà pari a poco più della metà: circa 4
miliardi di euro.
Il che vuol dire che l’efficienza marginale degli interventi a sostegno del settore
dell’edilizia è quasi doppia rispetto a quella delle altre misure. Bene saperlo. E allora
perché tante polemiche sull’abolizione dell’Imu?”.
Il Mattinale – 10/09/2013
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(10)
Le decisioni spendi e spandi
del governo sulla scuola
Scuola: la proposta del Governo contiene troppi sprechi?
I
l Pdl condivide la decisione assunta dal Governo Letta e in particolare dal
Ministro Carrozza di accompagnare l'avvio dell'anno scolastico con misure che,
ancorché circoscritte, agevolino il funzionamento della scuola italiana.
Condividiamo, in particolare, lo sforzo di individuare risorse per garantire una
adeguata presenza di insegnanti di sostegno, pur ravvisando la necessità di vigilare su
una corretta definizione del fabbisogno onde evitare spiacevoli situazioni in passato
già verificatesi.
Come ha sottolineato Centemero esprimiamo soddisfazione per il recepimento delle
nostre proposte in materia di orientamento, Anagrafe scolastica e Istituti tecnici
superiori". Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, Vicecapogruppo vicario del
Pdl alla Camera aggiungendo peròche "avanziamo una motivata contrarietà rispetto
alla proposta di abrogare la norma della Spending review del Governo Monti che
porterebbe ad impiegare nel settore amministrativo i c.d. docenti inidonei
determinando così un impiego comunque proficuo di risorse umane".
"Cancellare la norma Monti - osserva - configura al contrario uno spreco di denaro
pubblico non accettabile di 100 milioni di euro e l'ennesima penalizzazione di tanti
giovani precari. Lasciare del tutto improduttive 3500 persone retribuite dalla
collettività non è il modo migliore di investire nella scuola, soprattutto in assenza di
risposte adeguate ai giovani che hanno conseguito l'abilitazione attraverso il TFA e
oggi rimangono senza risposte”.
Il Mattinale – 10/09/2013
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(11)
Ultimissime
Pil:Istat taglia stima II trimestre (-0,3%), -2,1 anno
Previsione precedente -0,2% e -2%
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Nel secondo trimestre del 2013 il Pil e' diminuito dello
0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre
2012. Lo comunica l'Istat ricordando che nella stima preliminare diffusa il 6 agosto
era stato rilevato un calo congiunturale dello 0,2% e tendenziale del 2%.(ANSA).
Pil:Istat,spesa famiglie -3,3%,beni durevoli -7,1%+RPT
(ANSA) - ROMA, 10 SET - La spesa delle famiglie sul territorio nazionale nel
secondo trimestre 2013 ha registrato un calo in termini tendenziali del 3,3%. Lo
comunica l'Istat con i dati sul Pil e specificando che gli acquisti di beni durevoli
sono diminuiti del 7,1%, gli acquisti di beni non durevoli del 3,3% e gli acquisiti di
servizi dell'1,8%.(ANSA).
Pil: Istat, variazione acquisita per 2013 a -1,8%
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Nel secondo trimestre la variazione acquisita del
prodotto interno lordo per il 2013 e' pari a -1,8%. Lo comunica l'Istat ricordando
che e' la variazione (crescita o calo) annuale che si otterrebbe con una variazione
congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno.(ANSA).
Pil:Istat taglia stima II trimestre (-0,3%), -2,1 anno
Previsione precedente - 0, 2% e - 2%
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Nel secondo trimestre del 2013 il Pil e' diminuito dello
0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre
2012. Lo comunica l'Istat ricordando che nella stima preliminare diffusa il 6 agosto
era stato rilevato un calo congiunturale dello 0,2% e tendenziale del 2%.(ANSA).
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Pil:Istat,'rosso' tutti settori ma si attenua calo industria
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Nel secondo trimestre del 2013 il valore aggiunto ha
registrato variazioni negative, congiunturali e tendenziali, in tutti i settori ma ''dopo
diversi trimestri la caduta dell'industria e' attenuata''. Lo riferiscono all'Istat
spiegando che il calo congiunturale per l'industria e' stato dello 0,1% e tendenziale
del 2,5%. Per l'agricoltura calo congiunturale del 2,2% e tendenziale del 2,6%; per
le costruzioni -0,9% e -6,9%; servizi -0,3% e -1,2%.(ANSA).
Pil: II trim., Italia dietro Paesi Eurozona, Usa e Giappone
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Con un calo del Pil, congiunturale dello 0,3% e
tendenziale del 2,1%, l'Italia nel secondo trimestre segna una perfomance peggiore
rispetto ai Paesi dell'area Euro, Usa e Giappone. ''Nel secondo trimestre - riferisce
infatti l'Istat - il Pil e' cresciuto in termini congiunturali dello 0,7% in Germania e
nel Regno Unito, dello 0,6% negli Stati Uniti e in Giappone e dello 0,5% in
Francia. In termini tendenziali, si e' registrato un aumento dell'1,6% negli Stati
Uniti, dell'1,5% nel Regno Unito, dello 0,9% in Giappone, dello 0,5% in Germania
e dello 0,3% in Francia. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell'area Euro - riporta
ancora la nota dell'Istat - e' aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed
e' diminuito dello 0,5% nel confronto con lo stesso trimestre del 2012''.(ANSA).
Visco: calo produzione si fermera' prossimi mesi
(ANSA) - ROMA, 10 SET - ''I recenti indicatori mostrano un graduale
miglioramento'' dell'economia. Per il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco
''il calo della produzione dovrebbe fermarsi nei prossimi mesi''.(ANSA).
Visco, illeciti in banche rilevanti ma circoscritti
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Gli ''episodi illeciti'' che hanno colpito alcune banche
italiane ''sono rilevanti ma circoscritti''. Lo afferma il governatore della Banca
d'Italia Ignazio Visco parlando al Council of Councils Regional Conference
organizzato dallo Iai.
Visco: rischi instabilita' politica pesano su ripresa
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Le prospettive dell'economia migliorano. Ma per il
governatore di Bankitalia Ignazio Visco ''i rischi al ribasso di questo scenario sono
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accresciuti dalle preoccupazioni degli investitori per la possibile instabilita'
politica''.(ANSA).
Visco, difficolta' banche medio piccole,pesa recessione
(ANSA) - ROMA, 10 SET - La lunga recessione e la crisi dei debiti sovrano stanno
pesando sulle banche italiane che avevano mostrato ''una buona capacita' di
resistenza'' e ''serie difficolta' principalmente colpiscono un pugno di istituti di
medie e piccole dimensioni''. Lo afferma il governatore della Banca d'Italia Ignazio
Visco. (ANSA).
Visco:stretta conti e' prezzo pagato per evitare peggio
(ANSA) - ROMA, 10 SET - "L'aggiustamento di bilancio e' stato indispensabile nei
paesi economicamente piu' fragili, tra cui l'Italia, per evitare il rischio di perdere
accesso al mercato, cosa che avrebbe fatto precipitare la crisi". Per il governatore
Visco, "gli effetti negativi di breve periodo sull'economia erano il prezzo pagato per
evitare conseguenze piu' serie".
Visco, ricorso a mercato se mancanza capitale banche. Azione vigilanza
continua, timori mercato si ridurranno
(ANSA) - ROMA, 10 SET - La Banca d'Italia non abbassera' l'azione di vigilanza
sul sistema del credito e ''monitorera' da vicino l'attuazione delle misure correttive
che verranno richieste alle banche'' convinta che ''i timori del mercato saranno
calmati''. Lo afferma il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco secondo cui
''ogni mancanza di capitale che emergera' dovra' essere coperta attraverso
appropriate azioni entro il perimetro delle decisioni delle banche e con il ricorso al
mercato''. (ANSA).
Visco, Bce consideri criteri rigidi crediti a carico banche
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Le banche italiane soffrono, nel confronto
internazionale, dei criteri piu' rigidi nel classificare i crediti come deteriorati
(incagli piu' sofferenze). E' quanto ricorda il governatore della Banca d'Italia
Ignazio Visco secondo cui comunque ''non si tratta di suggerire un rilassamento''
dei criteri italiani, che sono peraltro in linea con quelli suggeriti dall'Eba, ma la
prossima revisione degli attivi che compiera' la Bce sull'intero sistema bancario
europeo dovra' tenerne conto. (ANSA).
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Visco: aiuti Italia a partner in difficolta' a 60 mld in 2014
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Il contributo dell'Italia ai paesi partner in difficolta'
"salira' a piu' di 60 miliardi di euro nel 2014". Lo ha detto il governatore di
Bankitalia Ignazio Visco ricordando che "tra il 2010 e il 2012 i paesi Ue hanno
sborsato 280 milioni in prestiti ai partner in difficolta', sia direttamente sia
attraverso i nuovi strumenti (Efs e Esm). Il contributo dell'Italia e' ammontato a 43
miliardi di euro, cifra che, secondo stime ufficiali, salira' a piu' di 60 miliardi nel
2014". (ANSA).
Visco: chiave per ripresa e' completamento Unione Europea. Primo step
costruzione di Unione bancaria efficace
(ANSA) - ROMA, 10 SET - In Europa "la ripresa e' ora a portata di mano ma i
rischi al ribasso restano significativi. Se vogliamo cogliere l'opportunita' non
possiamo rilassare i nostri sforzi": e' l'osservazione del Governatore di Bankitalia
Ignazio Visco secondo il quale "la chiave del successo sara' la determinazione
condivisa a procedere verso un'Unione Europea a tutti gli effetti. Nello stadio
attuale, la prova della nostra determinazione e' la costruzione di un'Unione Bancaria
efficace". (ANSA).
Crisi: tasso Btp sopra Bonos,prima volta da marzo 2012
Rendimento titolo decennale 4,47% contro 4,45%
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Il rendimento del Btp decennale sale al 4,47% mentre
quello dei Bonos spagnoli scende al 4,45%. E' la prima volta da marzo 2012 che il
tasso sul decennale del Tesoro e' piu' alto di quello iberico. Lo spread Italia-Spagna
e' ora di circa 2 punto a favore di Madrid.(ANSA).
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Raiwatch: antidoto alla sinistra in Rai
Fabrizio Boschi per Il Giornale
V
ia al sito creato da Brunetta per denunciare lo sbilanciamento delle reti
pubbliche. Annunziata, Fazio & Co. sono avvisati.
Un vecchio slogan della Rai recitava: “L'abbonato ha sempre un posto in
prima fila”. Pubblicità per far pagare il canone, ma nei fatti l'abbonato è sempre stato
trattato come l'ultima ruota del carro. Il capogruppo del Pdl alla Camera e membro
della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Renato Brunetta, si è stufato
e ha lanciato da Montecitorio l'operazione trasparenza Rai. Gli abbonati da adesso si
possono sedere davvero in prima fila e pure con diritto di replica.
E’ già online il sito www.raiwatch.it, strumento interattivo aperto a tutti, per
monitorare in tempo reale tutte le marachelle della Rai, i maxi stipendi dei manager
pubblici, i maxi bilanci, i maxi appalti, le maxi raccomandazioni, le maxi bufale e
soprattutto tutti quei programmi sbilanciati a sinistra in maniera palesemente maxi.
Per far questo l'ex ministro per la Pubblica amministrazione, parte da un semplice
assunto: i proprietari della Rai sono i cittadini, e solo a loro spetta di valutare la
qualità dei programmi del servizio pubblico.
Punto e basta. “La Rai è ‘roba nostra’ - si legge nella homepage del sito - e perciò,
secondo la filosofia liberale, non possedimento dei burocrati e delle pedine che la
occupano per conto di cordate di potere politico o sindacale’.
Sul sito i telespettatori potranno non solo esprimere giudizi come si fa con i
questionari degli alberghi, ma anche trovare i compensi di conduttori e di consulenti
Rai; l'elenco dei fornitori; le interrogazioni presentate in Vigilanza Rai; e tutti i dati
dell'Osservatorio di Pavia, pagato dalla Rai per fare i conti delle ospitate sulle varie
reti.
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“Sono partito dalla Rai perché la Rai è nostra. E servizio pubblico. Ho voluto
misurare il pluralismo della Rai e sono partito da Rai3, da gente come l'Annunziata:
su 34 puntate di In mezz'ora, solo due volte ha invitato esponenti del Pdl. Siamo
partiti da Raiwatch, ma il mio sogno è ampliare il progetto ed arrivare a Mediawatch,
comprendendo anche la carta stampata”.
La battaglia di Brunetta sulla Rai ha già prodotto diversi esposti nei confronti delle
trasmissioni Rai (tutte su Rai3): “Su 4 esposti presentati, l'Agcom ci ha dato ragione
tre volte – spiega – In mezz'ora, Che tempo che fa e Tg3. Solo su Ballarò l'Agcom
non ha ritenuto di chiedere il riequilibrio, ma stiamo presentando il ricorso al Tar”.
L'ex ministro è in attesa del giudizio dell'autorità su un quinto esposto, quello sui Tg
regionali: “Sono emerse cose scandalose: l'80% degli spazi sono concessi alla sinistra
e il 20% tra Pdl e altri”. In virtù delle decisioni Agcom, “non è più un'opinione la
faziosità di Rai3, è un dato di fatto. E vigileremo sull'applicazione del riequilibrio,
anche se questo dovesse portare a situazioni paradossali, come sei mesi di puntate di
In mezz'ora solo con esponenti del centrodestra. Immaginatevi l'Annunziata a dover
ospitare Alfano per 25 volte di fila”, conclude Brunetta.
Da oggi sono tutti avvertiti. Il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi e la presidente
Anna Maria Tarantola non dormono più sonni tranquilli e, come avrebbero già
dovuto fare da tempo, saranno costretti a rivelare a tutti i loro maxi stipendi.
Trasmissioni come In mezz'ora, Che tempo che fa, Report e Presa diretta, per non
parlare del Tg3, dovranno guardarsi le spalle. Conduttori come Lucia Annunziata,
Fabio Fazio, Bianca Berlinguer hanno finito di fare e disfare come gli pare in diretta
tv, invitando solo gli ospiti che fanno comodo alla loro parte politica. I cittadini sono
in agguato, pronti a scrivere tutto ciò che vedono e sentono.
Basta con gli slogan. Ora solo fatti.
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Piazza Pulita torna con due processi a Berlusconi
P
iazza pulita” su La7 ricomincia e batte subito un record piuttosto schifoso. È
riuscita a fare d’emblé non un processo in piazza a Berlusconi, ma due, anzi
tre. Un primato di incresciosa faziosità, tale per cui l’editore Umberto Cairo fa
concorrenza a Rai3. Complimenti.
Non solo si è ricostruito con indecente strabismo il processo Mediaset, ma si è anche
portato in aula (in sua assenza fisica) il nome di Berlusconi per rovesciargli in testa le
accuse dei pm di Napoli e di De Gregorio, poi si è pure riaperto il caso Mediatrade
per il quale le accuse a Berlusconi erano già state archiviate a Milano. Avvocato
difensore, schiacciata dalla massa critica di compagni e compagne, ma ribelle e
indomita, Daniela Santanchè.
Per l’occasione, si è trasformato lo studio in una specie non di arena ma di spazio
sacro per il sacrificio umano. C’era una inviperita sacerdotessa della Costituzione, la
professoressa Carlassarre dalla canizie vituperosa, la quale ha impugnato la Carta
costituzionale come una specie di scimitarra da dare sul collo a Berlusconi,
assistevano compiaciuti i chierichetti a latere Lucia Annunziata (veemente nel volere
Berlusconi morto subito) e Paolo Mieli (con la sua melassa velenosa di parole
pacate). Inquisitori Formigli e Da Milano.
Sentenza? Di condanna (per la trasmissione). È così che si nutre la pancia dei violenti
e dei nemici della democrazia.
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Sondaggi
Sondaggio Euromedia del 10 settembre 2013
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Survey Sondaggi aggiornati al 6 settembre 2013
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Siria: Obama apre alla strada russa
L
’apertura di Assad a una tutela Onu sulle armi chimiche, su invito di Putin, è
una mossa che toglie a Obama le castagne dal fuoco, in previsione di una
sconfitta al Congresso della sua linea di intervento armato, ed è una vittoria
strategica della Russia.
Il presidente siriano rinuncia agli arsenali chimiche, ma in cambio Mosca gli fornirà
armi convenzionali tecnologicamente avanzate che gli consentiranno di mettere in
grave difficoltà i ribelli. Assad potrebbe evitare un attacco consegnando le sue armi
chimiche alla comunità internazionale entro la settimana prossima. Lo farà? Qui sta
l’incognita.
Quanto è avvenuto è una vittoria di chi non voleva il conflitto, della legittimazione
delle Nazioni Unite e dell’Italia la quale ha avuto una posizione coraggiosa, e più
aperta al contributo russo, rispetto all’interventismo francese e britannico.
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Siria: i limiti della potenza tedesca
Le Figaro - Analisi di Nicolas Barotte
B
ombardamenti in Siria: i limiti della potenza tedesca
Prima economia dell'UE, la Germania è ancora incapace di assumere una
leadership politica
Discretamente, sotto la pressione dei suoi alleati americani e francesi, Berlino ha
finalmente accettato di sostenere l'idea di una risposta forte contro Damasco. E' una
svolta.
Finora, Angela Merkel si era dichiarata contraria a un intervento armato e reticente a
sostenere l'operazione dei suoi alleati. Indignato come tutte le democrazie dall'attacco
con armi chimiche perpetrato in Siria, il governo di Berlino da due settimane fatica a
adottare una posizione diplomatica chiara.
Confrontata all'ipotesi di una guerra, la potenza tedesca tocca il suo limite. Prima
economia dell'UE, la Germania è ancora incapace di assumere una leadership
politica.
Potenza dell'ombra, ha innanzitutto avviato un dialogo con la Germania, con cui
gioca il ruolo tradizionale di intermediario. Poi ha cercato un consenso europeo. Alla
fine ha scelto il suo campo.
Firmando una dichiarazione di 11 paesi che appoggia implicitamente l'idea di un
intervento, Berlino permette a Washington e Parigi di uscire dal suo isolamento,
sempre che il Congresso dia il via libera all'azione militare. Ma per Angela Merkel la
firma su quel documento serviva anche per allentare le tensioni con i suoi partner,
irritati per queste manovre dilatorie.
In Germania, questo cambiamento di rotta è criticato, anche se il paese non
parteciperà a un intervento militare. La resistenza è innanzitutto culturale. Il
traumatismo risale evidentemente alla Seconda Guerra Mondiale. Ma il passato non
spiega tutto.
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In Germania – come ovunque in Europa – le opinioni pubbliche guardano con
sospetto ai conflitti condotti in nome della democrazia, con in Iraq. Il 75 per cento dei
tedeschi è contrario al ricorso alla forza in Siria. In piena campagna elettorale, Merkel
vorrebbe evitare di farne una questione di dibattito. Il suo avversario della SPD, Peer
Steinbrueck, si è dichiarato totalmente opposto a un intervento militare.
Aldilà del pacifismo, la Germania sembra sospettare della potenza. I crimini del
regime nazista e il sentimento di colpevolezza nella società tedesca hanno privato le
generazioni seguenti di qualsiasi desiderio di leadership per il loro paese. Da più
mezzo secolo, la Germania si è costruita con un'ossessione: porsi e porre dei limiti.
Nell'ultimo decennio, la Germania si è rifiutata di allinearsi sistematicamente ai loro
partner europei. Nel 2002, Gerhard Schroeder si era opposto alla guerra in Iraq. Nel
2011, la Germania si era astenuta nel voto del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla
risoluzione che aveva aperto la strada a un intervento in Libia. Quest'anno, Berlino ha
sostenuto solo marginalmente l'intervento francese in Mali.
(Il problema è che) i rapporti di forza geopolitici non permettono più alla Germania
di restare in disparte. In un'UE resa più fragile dalla crisi economica, in cui la Francia
è confrontata al divario con la Germania, Berlino è la sola a poter assumere la
leadership. Lo chiedono gli alleati occidentali, in primis gli Usa.
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(17)
Rassegna stampa
Intervista Sandro Bondi su Messaggero:
L
a questione già sarebbe stata risolta se il Pd avesse accettato una richiesta
minima e sacrosanta come quella di demandare alla Corte Costituzionale una
fedele interpretazione della legge Severino, visto che esistono pareri discordi
fra gli stessi giuristi. E' davvero incredibile il rifiuto del Pd di accettare perfino questa
richiesta, che sarebbe stata immediatamente accettata se la sinistra fosse in buona
fede e non volesse invece eliminare Berlusconi dalla vita politica italiana
approfittando di una sentenza ingiusta. (…) Noi non vogliamo la crisi. Noi riteniamo
che l'Italia abbia bisogno di stabilità, anche se non demonizziamo le elezioni se il
governo non dovesse essere all'altezza delle sfide che abbiamo dinnanzi. Come è
evidente, se il Pd mettesse da parte l'intenzione di sbarazzarsi di un avversario
politico, che oltretutto oggi è anche un alleato di governo, senza neppure prendere in
considerazione la possibilità di affidare alla Corte una corretta interpretazione della
legge Severino, è chiaro di chi sarebbe la responsabilità di una crisi. Gli italiani non
avrebbero alcun dubbio”.
Intervista Nitto Francesco Palma su La Stampa:
“Se il Pd dovesse votare contro le pregiudiziali presentate da Augello, sarebbe un atto
di guerra nei confronti del presidente Berlusconi e del Pdl. Mercoledì, alla riunione
dei nostri gruppi parlamentari, tireremo le somme. (…) Qui non si tratta di essere
falco o colomba, ma come si fa ad accettare un atteggiamento così pregiudizialmente
di chiusura, che scardina ogni presupposto per la pacificazione. Non si vuole
considerare in alcun modo le problematiche giuridiche sollevate sulla legge Severino,
si punta a cambiare relatore e investire subito l'aula del Senato della decadenza di
Berlusconi. Ma come, non dicevano che Berlusconi ha diritto di esprimere fino in
fondo la sua difesa? E perché non si vogliono ascoltare i vari giuristi, tra cui Violante,
i quali riconoscono la necessità di ricorrere alla Consulta? Anche Monti e Casini
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chiedono di non procedere con giudizio sommario. Invece l'impressione è che si
voglia togliere di mezzo l'avversario politico, con quello che ne consegue”.
Intervista a Michaela Biancofiore su Repubblica:
“Berlusconi è stato sempre leale e ha permesso la nascita del governo, ma il nostro
leader non ha mai garantito che non ci sarà una crisi. Ha sempre detto che avrebbe
sostenuto l'esecutivo, non il Pd forcaiolo. Il governo lo si sostiene in due. Invece qui i
renziani spingono chiaramente per il voto (…) Attendetevi un grande gesto di
solidarietà nei confronti del nostro unico e indiscusso leader. Punto di riferimento di
dieci milioni di italiani. Sarà la replica di quanto avvenuto un mese fa, quando tutti,
dai ministri ai semplici parlamentari, erano pronti a rassegnare le dimissioni nelle
mani del presidente. Io per prima l'ho fatto e sono pronta a rifarlo. Poi sarà lui a
decidere i passi successivi”.
Intervista Ignazio La Russa, presidente della Giunta per le Autorizzazioni della
Camera, sul Giornale:
“Personalmente, se fossi stato io il relatore del provvedimento sull'incandidabilità di
Berlusconi - e spesso è il presidente della giunta il relatore dei vari casi anche se
correttamente il mio collega Stefano ha affidato l'incarico a un membro del partito del
senatore interessato - avrei approfondito la cosiddetta tesi Violante. (…) C'è qualcosa
di sbagliato nel fatto che il capo del Pd possa anticipare il voto dei suoi componenti
della giunta in una questione che sarebbe peraltro di carattere tecnico-giuridico. E
magari anche di carattere politico, ma la cui valutazione dovrebbe essere affidata alla
sensibilità del singolo componente della giunta. Mi sembra che invece si voglia far
pesare la gerarchia di partito ai senatori del Pd”.
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