Parrocchia SS. Crocifisso di Monreale
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Parrocchia SS. Crocifisso di Monreale Omelia 25 Aprile P. Egidio Meda Il volto di Gesù in Betlemme e il volto dei bambini Pace e bene a tutti e sia lodato Gesù Cristo. Una leggenda natalizia parla di un giovane pastore che era arrivato alla grotta di Betlemme a mani vuote senza doni. vedeva gli altri avvicinarsi al Bambino e ogni volta che veniva offerto un dono aveva un'esclamazione di meraviglia. Qualcuno avrebbe voluto allontanerlo da lì. La sua presenza sembrava inutile perché non aveva nulla offrire. Ma la Madonna fece cenno che rimanesse e disse: "Non mandatelo via perché lui ha portato il dono più bello, e cioè lo stupore". Ebbene miei cari questa sera chiedo a tutti di ritrovare in voi stessi l'atteggiamento proprio dei fanciulli e cioè la meraviglia. E ci dobbiamo proprio stupire perché in questo incontro contempleremo quel segno che Dio ha dato all'umanità, perché riprenda a sognare, a sperare, a gustare quelle speranze che trascendono la sfera normale dell'esistenza. E quel segno annunciato dagli angeli una notte, quell'unica notte in cui tutto il cosmo si è commosso e dove anche le stelle hanno percepito un fremito di felicità. "Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia". Ecco dunque il volto di Dio. Un volto nascosto in un tenero bambino. Nascendo da Maria Vergine dio si è fatto uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato. Ha lavorato con mani di uomo,ha pensato con intelligenza di uomo, ha agito con volontà di uomo, ha amato con cuore di uomo. Ed è un mistero che egli non si presenti al mondo come uomo perfetto nella pienezza delle sue forze come Adamo che Dio introdusse nel mondo nello splendore della sua maturità fisica. Il Verbo di Dio nell'assumere l'umanità volle passare attraverso l'evoluzione fisica a cominciare da quel periodo in cui la creatura umana si forma dopo il concepimento nascosta nel grembo di una donna e non ha neppure una esistenza autonoma ma vive nella madre e della vita della madre che lo alimenta con il suo sangue. Eppure in quella creatura ignota a tutti che la Vergine sente muoversi nel suo seno, in quel bambino che nella grotta di Betlemme giace sulla paglia, che piange per chiedere il latte materno, c'è Dio, colui che i cieli dei cieli non possono contenere. Nella poverta della grotta non troviamo il volto di Dio che monaccia e condanna come nel paradiso terrestre, non vediamo il volto di Dio folgorante tra lampi e tuoni, ma vediamo un Bambino. La Sapienza balbettante, la potenza resa debole, la maestà abassata, l'immenso divenuto piccolino, il ricco diventato poverello, il re degli angeli che ha posto il suo trono in una stalla e tutto questo per amore nostro, per amore di noi peccatori. Ecco allora la domanda: "Quale segno, quale mistero racchiude il volto di Dio bambino a Betlemme". Miei cari, un bambino è sempre un segno di speranza; una vita che nasce porta in se una nota di novità; custodisce una promessa; dischiude il futuro. In ogni essere che nasce c'è un sogno che Dio affida e che intende realizzare dialogando con la libertà della sua creatura. Ebbene il sogno che Dio Padre affida al Figlio suo Gesù è quello di farsi vicino ad ogni uomo per aiutarlo, sostenerlo, confortarlo, guidarlo, illuminarlo, infondergli più vere speranze affinchè abbia un cammino di gioia in attesa di ricongiungersi nella patria beata. E questo sogno in Cristo è divenuto realtà. D'ora in poi Dio non va più immaginato nelle remote lontanaze dei cieli, impassibile nella sua beatitudine e indifferente alle nostre vicende terrene, ma è Dio pienamente coinvolto con le sue creature mediante la fragile carne di un bambino. Vi ho detto ieri che il volto di Dio è il volto dell'Amore. E Dio per amore scende su questa terra; per amore si abbassa; per amore si fa carne; per amore si mette nelle nostre mani come un essere umano debole e leggero. La gloria di Dio si manifesta nella delicatezza di un neonato. La sua parola decisa è affidata ad un bambino che non è ancora in grado di parlare. Il suo sguardo, quello sguardo che ha www.crocifissomonreale.it Parrocchia SS. Crocifisso di Monreale (PA) 1 inquietato tante coscienze quando si sono sentite dire: "Attento perché Dio ti vede", ha la dolcezza, la tenerezza dello sguardo di un bambino. Non è questo, miei cari, un motivo per stupirci? Ma c'è un altro motivo di stupore. Quel Bambino di Betlemme non è soltanto un bambino fragile come tutti i neonati, ma da subito conosce il volto di una grande povertà; testimoniando fin dall'inizio del suo pellegrinaggio terreno che le grandi opere di Dio nascono nell'umiltà, nella semplicità, nella piccolezza; non certo nei palazzi del potere politico ed economico dove regna il volto della superbia, dell'orgoglio e della vanità e della falsità. E neppure nei templi con i suoi rappresentanti che ripiegano i loro volti nelle loro sicurezza teologiche ma sono incapaci di alzare lo sguardo verso le novità di Dio. E nemmeno nei nostri cuori se non li purifichiamo dall'ambizione, dalla presunzione e non li riempiamo di sincerità e di ogni bene. Miei cari noi siamo saturi di ogni bene. Ma i nostri volti sono insoddisfatti; siamo pieni di informazioni, ma non possediamo la vera saggezza. Abbiamo scelto la strada per esaltare il potere e l'apparire e abbiamo dimenticato la strada dei sentimenti essenziali della povertà di spirito, dell'amore come senso vero del vivere. Tutte realtà che sole possono ridare ai nostri volti la luminosità di un sorriso aperto e vero. Come non meravigliarci allora di questo Bambino Gesù che ci chiama e ci invita ad entrare nella sua grotta e a guardare con i suoi occhi gli elementi dell'essenzialità della sobrietà, e rifiutare cose inutili, ingombranti, depressive, dispersive, e ritrovare i veri valori d ella vita, il respiro vitale che proviene da Dio, i gesti più caldi e umani. Ma c'è un altro drammatico stupore. Quel neonato uguale a tutti i bambini appena nati, è pronto ad entrare nella vita seguendo i suoi ritmi lenti e graduali. Ma su di lui appena nato, su quel volto di candore e di innocenza, pesa la più ingiusta, la più scandalosa delle sentenze. Questo bimbo viene al mondo per essere perseguitato, torturato, assassinato con la complicità ed il silenzio di tutte le autorità politiche e religiose e sarà crocifisso come un delinquente. Ma la sua vita vincerà la marte e condannerà per sempre coloro che nel mondo sono portatori di morte. E allora stupiamoci per quest cruda verità e stupiamoci infine perché Gesù costituendoci cristiani continuatori perciò della sua opera, ha messo nelle nostre mani il futuro del mondo. Per noi l'impegno di combattere ogni forma di morte. per noi l'impegno di abbattere quell'egoismo che in noi e fuori di noi è sempre generatore di tristezza e di disperazione. Per noi la responsabilità di illuminare il volto dei nostri fratelli offrendo loro la buona notizia della salvezza, apportatrice di vita vera ed eterna. Vi ricordate il compito che Gesù ci ha affidato: "Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo", voi dovete brillare come atri del cielo in mezzo ad una generazione incredula e perversa che non vuol più saperne di Dio. Perché gli uomini vedendo le vostre opere buone si covertano e ritrovino la via che conduce alla casa del Padre. Voi dovete essre come quella città posta in alto ad monte per rischiarare chi ancora giace nelle tenebre del peccato e della morte. E a questo punto possiamo porci una ulteriore domanda: "Perché Dio si è fatto bambino?" La risposta è semplice. Anzitutto per dirci che egli appartiene a tutti. Il bambino è una creatura universale è prima e al di là di tutte le divisioni che rendono complicata la nostra vita. Davanti ad un bambino ricco o povero del mondo si spengono le nsotre passioni e nasce una tacita adorazione per tutto ciò che un bambino inconsapevolmente ci rappresenta e cioè: il mistero della vita. L'inizio di un'avventura unica e irripetibile, il fascino di una debolezza che desta con forza la nostra pietà. Ma mi chiedo: E' davvero così? Gli uomini oggi amano ancora la vita che nasce? Riconoscono che la parola vita porta in sé l'impronta, il soffio potente di Dio Creatore? Che questa parola è atto d'amore di Dio Padre per noi? Che è dono da lui offertoci per comunicare alla sua stessa vita divina? Purtroppo devo dirvi che nella nostra civiltà moderna progredita, la parola vita è diventata ormai una bestemmia. Perché questa parola è stata profanata, umiliata, crudelmete calpestata e annientata dal nostro egoismo e dalla nostra superbia, ma è il caso di chiamarla civiltà la nostra? Che cosa ha detto San Paolo? "Negli ultimi tempi verranno giorni difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, ribelli, bestemmiatori, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri, impuri e violenti". www.crocifissomonreale.it Parrocchia SS. Crocifisso di Monreale (PA) 2 Non vi sembra la panoramica dei nostri giorni? Diciamocela la verità una volta per tutte. E' inutile metterci delle fette o dei veli sugli occhi. Come possiamo pronunciare la parola vita senza sentire in noi un profondo malessere. Vivendo con superficialità la parola del Signore, timorosi di testimoniare concretamente il Cristo e la sua parola, indebolendo o addirittura tradendo le nostre convinzioni di fede per prurito di novità abbiamo accolto maestri secondo le nostre voglie, ci siamo costruiti un Dio fatto su misura per il nostro modo di vivere sempre più pagano e ci siamo arrogati il diritto di essere noi i padroni assoluti della nostra esistenza. Oggi parliamo di vita e di morte come se tutto dipendesse da noi mentre il Signore dice che tutto è nelle sue mani, persino i capelli del nostro capo sono tutti contati e non possiamo aggiungere un palmo alla nostra statura e neppure aggiungere un'ora sola al nostro vivere. Ciononostante il nostro accecamento e la nostra superbia è diventata tale da farci decidere se tenere o meno un figlio concepito, a secondo dei nostri umori, dei nostri comodi, dei nostri interessi o quant'altro. E la nostra violenza ha raggiunto tale crudeltà da soffocare, con strumenti micidiali di morte creati da uomini stolti, già bollati a fuoco nelle loro coscienze, chi non può neppure difendersi. Aprite bene gli orecchi non sono qui per raccontarvi delle favole. Abbiamo dimenticato troppo presto di aver dato il nostro consenso ad una legge proposta da uomini senza Dio per legalizzare il più atroce dei delitti che il Concilio vaticano II definisce: "Abominevole delitto", e cioè l'aborto. Che significa fare scempio di creature inermi e indifese e questo con la scusa di far progredire la civiltà. Ma figli carissimi una società evoluta, moralmente e spiritualmente sana non può e non deve studiare strumenti di morte, ma deve preoccuparsi della tutela della vita, della salute, di tutti i suoi cittadini di oggi e di domani. Vi chiedo dove vogliamo arrivare? Quale meta pretendiamo di raggiungere se non diamo ascolto alla parola di Dio? "Senza di me non potete fare nulla"; "Chi semina con me raccoglie, altrimenti disperde". Vogliamo con al nostra superbia oltrepassare i cieli? Ci troveremo davanti una nuova torre di Babele dove non ci capiremo più e diveteremo lupi contro lupi, attirando su di noi il disgusto di Dio.Perché questa è la verità miei cari. E poi pensiamoci bene. In quegli esseri vive e palpita il soffio di Dio. Ogni figlio concepito è destinato come unico ed insostituibile tassello a formare il gigantesco mosaico dell'umanità. Ogni piccolo che si sta formando nel seno materno e che Dio ricama con attenzione premurosa nelle profondita delle viscere della donna, sarà un grande costruttore della società di domani. Anche se dovesse nascere disabile o imperfetto, il solo fatto che respira dà gloria a Dio. Come possiamo cederli alla violenza e alla morte? Per i nostri calcoli egoistici o per vivere una vita comoda, libera da impegni e da sacrifici. E come mai non ci scuote dal nostro sonno e dalla nostra indifferenza? La notizia sempre attuale e quotidiana di assassinii in massa - perché questa è la verità - noi inorridiamo davanti a chi prepara armi chimiche o batteriologiche, per la distruzione di massa di intere popolazioni. E come mai non ci impressiona questo sterminio di vite ancora in formazione nel grembo materno? Forse perché questi esseri non li sentiamo gridare? Ve lo assicuro tutti i giorni le voci dei non nati gridano a Dio il loro sogno impossibile di vita e queste voci martelleranno sempre le coscienze di chi ha consigliato, accettato, eseguito e dato via libera a questa strage degli innocenti che presto o tardi tutti dovremo pagare. Non perché Dio castiga - Dio vorrebbe essere per tutti soltanto Amore - ma perché la natura stessa violentata si ritorcerà contro di noi. E' legge di giustizia. E allora, miei cari, guardando e contemplando il volto di Gesù Bambino, questa sera cerchiamo di compiere una revisione completa e approfondita di quello che noi cristiani dobbiamo essere in seno alle nostre comunità. E cioè persone che esaltano il valore della vita, la magnifica avventira della vita, e ve lo posso garantire io che ne ho passate tante di situazioni dolorose, che ho avuto tante prove nella mia esistenza, ma non ho ancora finito di stupirmi, di meravigliarmi di questo Dio che non mi abbandona un istante. Dobbiamo essere in seno alle nostre comunità persone che esaltano il valore della vita e dobbiamo essere sempre pronti a difendere i diritti di coloro che ancora non hanno la possibilità di farlo e dobbiamo aiutare il nostro prossimo in difficoltà per ridare a tutti www.crocifissomonreale.it Parrocchia SS. Crocifisso di Monreale (PA) 3 speranza e vita e infine col nostro esempio si instauri nella nostra società una cultura della vita per dare ai nostri figli un domani migliore. Chi ha orecchie da intendere intenda. www.crocifissomonreale.it Parrocchia SS. Crocifisso di Monreale (PA) 4