Apocalisse 1, 9-20 a. Lectio vv. 9-12a
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Apocalisse 1, 9-20 a. Lectio vv. 9-12a
Apocalisse 1, 9-20 a. Lectio vv. 9-12a: la testimonianza Io, Giovanni, vostro fratello…nella tribolazione, nel regno e nelle costanza in Gesù mi trovavo a Patmos a causa della Parola di Dio e delle testimonianza… nel giorno del Signore rapito nello Spirito udii dietro di me….mi voltai per vedere…vidi quello che vedi scrivilo…e mandalo alle sette chiese vv. 12b-16: la visione uno simile a figlio dell‟uomo…in mezzo ai (sette) candelabri con un abito lungo…cinto …con una fascia d‟oro i capelli…come neve gli occhi fiammeggianti come fuoco i piedi…(come) bronzo splendente purificato la voce…simile al fragore nella destra… sette stelle dalla bocca…una spada affilata il suo volto somigliava al sole vv.17-20: la parola di consolazione caddi ai suoi piedi come morto egli posando la destra su di me disse: Non temere Io sono il Primo e l‟Ultimo e il Vivente ero morto ma ora vivo ho potere sopra la morte e gli inferi scrivi le cose che hai visto b. Meditatio 1. Attraverso la parola del testimone, Giovanni, la comunità dei credenti è chiamata a ripercorrere una esperienza che la conduce ad un incontro con il Signore Gesù. Ed è un incontro che avviene in due momenti, uno travolgente e uno di tono pacato ed entrambi rivelano l‟unico Cristo che si manifesta in tanti modi e in differenti intensità. Cristo abbaglia, sconvolge: ci sono certo momenti in cui entra improvvisamente nella vita di ciascuno e come luce avvolge e rischiara la propria esistenza strappandola dalla oscurità e dal non senso (pensiamo alla esperienza di paolo sulla via di damasco o quella dei discepoli sul monte della Trasfigurazione). Sono certamente momenti indimenticabili, che segnano il cammino di ciascuno e nei quali, come memoria viva, ci si può sempre raccogliere. Ma è soprattutto il Cristo „di tutti i giorni‟, con quel gesto pieno di tenerezza e di fiducia, che siamo chiamati a sentire vicino nel nostro cammino quotidiano: terrà la mano sulla testa e ripeterà momento per momento, facendosene lui garante, il suo messaggio di consolazione e di solidarietà. “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dei tempi”. Come ha fatto con i discepoli di Emmaus, si affiancherà a ciascuno di noi, condividerà le nostre fatiche, ci provocherà con la sua parola (è come una spada a doppio taglio), ci aprirà alla intelligenza delle scritture, rimarrà con noi, si sederà a mensa e spezzerà il pane con noi. In questo gesto potremo sempre riconoscerlo, presente, vivo, capace di infonderci una fiducia senza limiti: „Io sono il Primo e l‟Ultimo e il Vivente…vivo per sempre e ho potere sopra la morte e gli inferi”. 2. Con lo sguardo interiore illuminato dalla Parola, Giovanni riesce a cogliere la stupenda ricchezza dei tratti del volto di Cristo. E ognuno di essi rivela qualcosa della bellezza di Gesù. Ma nello stesso tempo, illumina qualcosa della nostra vita; della esperienza che facciamo, come credenti, nel mondo; delle fatiche e delle sofferenze che dobbiamo affrontare; del modo con cui celebriamo l‟eucarestia „nel giorni del Signore‟ e della consapevolezza che abbiamo della Sua presenza in mezzo a noi. Soprattutto vivere con consapevolezza il „giorno del Signore‟ significa scoprire in modo sempre rinnovato quei tratti del volto di Gesù che illuminano la nostra storia e permettono di interpretarla con sapienza. Lo sguardo di fuoco del Risorto ci conosce, ci ama, ci purifica; la sua Parola ci giudica e ci salva; in lui troviamo saldezza e stabilità nonostante la fragilità dei nostri passi; il suo volto è il centro luminoso del tempo in cui viviamo; nelle sua potente mano è raccolta tutta la nostra vita ed essa ci custodisce, ci strappo alla morte, ci comunica la vita. In ogni eucarestia siamo chiamati a fare la stessa esperienza di Giovanni: voltandoci versoi di Lui, convertendoci alla sua logica pasquale, abbiamo una rivelazione più profonda della storia che viviamo, che ci appare tutta abbracciata in Colui che è il Primo e l‟Ultimo e il Vivente.