Dopo la diaspora berlusconiana, moderati senza meta. L`ipotesi del

Transcript

Dopo la diaspora berlusconiana, moderati senza meta. L`ipotesi del
Dopo la diaspora berlusconiana, moderati senza
meta. L'ipotesi del gruppo unico Ncd-Verdini-Fitto
TO
CIRIACO
Altro che transfughi,
questo è un gigantesco esperimento di trasformismo collettivo. Tutto colpa dell'otto settembre del berlusconismo, che fa rima con poltronismo: «Il sistema
è in decomposizione. Qualche
collega vive come nel braccio
della morte - ammette Carlo
Giovanardi - e prova ad allungare la legislatura». Benvenuti
al Grand Hotel Senato, dove tutti cercano una camera con vista
sul renzismo. Solo a Palazzo Madama centododici cambi di casacca in due anni, un record
strabiliante. «Gente disperata
- sostiene Umberto Bossi che difende solo la poltrona».
Anime in pena che si offrono a
chi promette il sogno migliore.
«E invece io resto fermo - sussurra il senatore Antonio Gentile - perché tutti questi movimenti sono votati al suicidio. Sono un mediatore, afferro chi
vuole buttarsi dalla finestra...».
Esodo e controesodo, così funziona tra i reduci di Arcore. Dopo uri ondataversoilcentrosinistra, è il momento del riflusso
antirenziano. «Sono costretti a
girare per l'eternità inseguendo un'insegna - si lanciano i fittiani Pietro Laffranco e Massimo Corsaro - come gli ignavi
dell'Inferno dantesco». Verdiniani, alfaniani di sinistra e alfaniani di destra, conservatori e,
new entry, la scissione orche-
strata da Gaetano Quagliariello. «La dissoluzione è totale, assoluta - sorride Luigi Compagna, senatore da quattro legislature-E purtroppo il Nuovo centrodestra è diventato il comitato elettorale per la difesa della
poltrona del ministro dell'Interno. Ma sì, magari passo con Gaetano, ma né io né lui diamo risposta alla fine del berlusconismo: addò cazz' s'avviamo?».
Contro Angelino si batte pure
Nunzia De Girolamo. Ministro
dell'Agricoltura, fu licenziata
da Enrico Letta e divenne tifosa
del governo Renzi. Oggi è tornata da Berlusconi e viaggia con
lui in elicottero, da socia riconosciuta del cerchio magico.
Si salvi chi può, questa è la colonna sonora della legislatura.
Un esempio genuino lo regala il
deputato Riccardo Gallo Afflitto, secondo le cronache in bilico:
«No, guardi, non lascio Berlusconi. Alzo solo il prezzo. Magari mi
candido in Regione, ma di certo
resto in Forza Italia. Da fermo,
Silvio vale il 12%, rieleggerà parecchi parlamentari. A sinistra
invece c'è il partito di Renzi,
non quello di Verdini: le pare
che mi vado a suicidare?». Altro
esempio? Il senatore azzurro
Riccardo Villari. Ha da poco votato le riforme costituzionali, in
aperto dissenso dal gruppo. Ieri
si intratteneva alla Camera con
parecchi colleghi del Pd. Ex colleghi, in fondo, essendo transitato per Dc, Ppi, Cdu, Udeur,
Margherita, Pd, Mpa e, appunto, Forza Italia.
Non si tratta più solo di scissioni. E un mondo senza futuro,
quello che fa e disfa gruppi al ritmo della luce. Perché manca il
collante: «Berlusconi è un uomo
di 79 anni - ammette il quasi
coetaneo Franco Carraro - e alla nostra età ragioniamo con un
orizzonte più ristretto». Tutto e
subito, insomma, ma chi lo spiega a chi si batte per la poltrona
di domani? Molti militano in
Gal, la Svizzera dei gruppi del
Senato: chi ci sta dentro vota indifferentemente a favore o contro l'esecutivo. Uno è Michelino
Davico, eletto nelle liste della
Lega: «Ma poi coi forconi in piazza ho votato per il governo Letta. E, per coerenza, per Renzi».
E stato pure senatore Idv, vero?
Ci pensa, poi finalmente ricorda: «Portavoce per qualche mese, sì. Ma era una sorta di favore, per dare rappresentanza».
Restare sul ponte del Titanic
per cinque anni è logorante. In-
Solo a Palazzo Madama
un record assoluto
con 112 cambi
di casacca in due anni
fatti molti si sono adeguati: «Potevamo dipendere dall'umore
della Pascale? - domanda il verdiniano Ignazio Abrignani Non potevamo, no. Ora aspettiamo il partito della nazione, ma
se non cambia la legge elettorale rischiamo». Intanto si attrezzano. Mente dell'operazione è
proprio Verdini, che ieri ha arruolato il senatore azzurro Pietro lurlaro. L'idea è quella di formare un mega gruppo con Scelta civica, Ncd e "Per l'Italia ". Dietro le quinte tesse la tela Raffaele Bonanni. I numeri dell'alleanza centrista filorenziana sarebbero clamorosi: novanta deputati e una quarantina di senatori.
Bruno Tabacci, Giuseppe De Mita ed Enrico Zanetti lavorano a
una lettera-manifesto, una sorta di assist per i big. Non sarà
della partita Raffaele Fitto, che
pure lunedì scorso ha trascorso
alcune ore sul divano di casa di
Verdini. E Berlusconi? Avvertito dell'operazione di Quagliariello e Tosi, ha commentato:
«Ah, altri due campioni, complimenti...». Sarà, ma da inizio legislatura l'ex Cavaliere ha perso
per strada il 43% dei parlamentari. Che nel dubbio avranno
pensato: io speriamo che me la
cavo.
©RIPROOUZIONE RISERVATA
Cüdnit c do en' ,rls „
il :ungnlopoa un alCro
CaI nr f giml ti<lI DbM
DA FIA NCD E RITORNO
Nunzia De Girolamo
ha lasciato Berlusconi
per restare al
governo con Letta
"Licenziata"
dall'esecutivo, è
tornata con il cerchio
magico di Berlusconi
IL "FUNAMBOLO"
Riccardo Villari ha
votato le riforme, in
dissenso da FI. Nella
sua carriera ha
attraversato molti
partiti, passando dal
Pd fino a Forza Italia
QUATTRO GRUPPI
Luigi Compagna
ha già cambiato
quattro gruppi da
inizio legislatura
E adesso valuta se
lasciare Ncd
per seguire Gaetano
Quagliariello
PER SAPERNE DI PIU
www.n uovocentrodestra. it
www.interno.it