Con rendimenti fino al 9%

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Con rendimenti fino al 9%
€ 4,20*
www.milanofinanza.it
Uk £ 3,40 - Ch fr. 10,00
Francia € 6,00
ECCO LE 30 REGINE
CHI È PRONTO A FAR SOLDI
DEL FINTECH ITALIANO CON GLI NPL DELLE BANCHE
Sabato 6 Febbraio 2016 Anno XXVII - Numero 025
Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano
*Offerta indivisibile con MF Fashion
(Milano Finanza € 3,80 + MF Fashion € 0,40)
piena tempesta gli investitori possono consolarsi con le cedole. Le società
PIAZZA AFFARI In
quotate sono pronte a girare ai loro azionisti un assegno da 17,5 miliardi
Lampi e tuoni in borsa
Ma è pioggia di dividendi
Con rendimenti
fino al 9%
ORSI & TORI
di Paolo Panerai
N
on c’è contraddizione fra le tempeste in borsa, ormai su quasi tutte le
borse, e la pioggia di dividendi da aziende come Intesa Sanpaolo e
tutte le altre elencate all’interno di questo numero. C’è semplicemente
del marcio. Il marcio che promana da un’Europa ormai sempre meno
Unione e quindi prossimo stravecchio Continente.
C’è voluto il coraggio di Mario Draghi per andare a lanciare proprio nella tana
della Bundesbank l’accusa ai (questa volta sì) poteri forti che non vogliono far
salire al 2% l’inflazione, come stabilito nella governance della Banca centrale
europea (Bce).
In un cammino che più lento non si può immaginare, se solo si pensa che l’approvazione del trattato di Roma è del 1957 e che in realtà le idee dell’Europa unita
risalgono perfino a Giuseppe Mazzini e hanno ripreso vigore con Altiero Spinelli e Luigi Einaudi ancora in pieno fascismo, molti si erano illusi che la creazione della moneta unica euro, l’apertura delle frontiere con Schengen e la fondazione della Banca centrale con sede a Francoforte avrebbero determinato un
trend irreversibile verso uno Stato federale.
Nessuno aveva fatto i conti con un’altra unione, quella delle due Germanie. Salvo
MILANO FINANZA
INCHIESTA
26
6 Febbraio 2016
TENDENZE
Regine del fintech
di Stefania Peveraro
M
entre impazza la
bufera sui titoli
delle banche italiane ed europee
e l’attenzione di
tutti è concentrata sulla solidità
finanziaria e patrimoniale degli
istituti, un occhio andrebbe sempre tenuto alla redditività. Che
sempre di più è destinata a passare per la tecnologia.
Gli anglosassoni, manco a dirlo,
hanno già coniato da tempo il
termine fintech per identificare
tutte le applicazioni tecnologiche che hanno a che fare con
la finanza e i pagamenti e ne-
gli Usa sono ormai parecchie le
banche d’affari e commerciali
che hanno deciso di scommettere sul cosiddetto peer-to-peer
(P2P) lending cioè sulle piattaforme di prestiti tra privati. A
prestare denaro tramite le piattaforme in Usa, Regno Unito,
Australia e Cina sono ultimamente sempre di più gli
istituzionali, che riescono ad assicurarsi lauti rendimenti. Così
non sorprende, per esempio, che
nel 2015 le piattaforme di P2P
lending nel Regno Unito abbiano intermediato 2,2 miliardi di
sterline di prestiti, portando lo
stock in essere a 4,4 miliardi, il
doppio che a fine 2014.
Giuliano Cicioni, partner di
Kpmg advisory, che ha appena
curato un report che identifica le
100 migliori fintech del mondo, ha
spiegato a MF-Milano Finanza
che la fetta più nutrita di startup fintech è comunque quella
che lavora nel settore degli incassi e pagamenti, dell’analisi dati
per il credit scoring, del software per il risk management e per
l’asset management. È lì infatti
che l’innovazione tecnologica trova le migliori coniugazioni con il
mondo finanziario». Quanto alle
banche italiane, ha detto, «comprendono che il futuro è lì, ma
come sappiamo le priorità più
imminenti sono altre».
Società che sviluppano altri tipi
di tecnologia, per esempio quella
relativa ai pagamenti via telefono cellulare, sono spesso invece
target dei business angel e dei
fondi di venture capital.
I fondi di private equity si concentrano invece sulle grandi
piattaforme che gestiscono i pagamenti bancari come Icbpi
in Italia (il cui controllo è stato
ceduto l’anno scorso dalle banche alla cordata Advent-Bain
Capital-Clessidra) o sui fornitori
di software e strutture utilizzate
da banche e piattaforme di pagamento come Sia (il cui controllo
è stato ceduto dalle banche italiane al Fondo Strategico, a F2i
e Orizzonte sgr e si sta preparando allo sbarco in borsa), che
l’anno scorso ha lanciato Jiffy,
un sistema di pagamento tra privati accessibile tramite mobile ai
clienti delle banche aderenti al
servizio (che sono ormai tutte le
principali banche italiane).
In ogni caso l’Italia è ancora
agli albori, sebbene gli esperimenti interessanti siano già
parecchi. Il punto è, come sempre, la dimensione delle imprese.
Come evidenziato dalla tabella
in pagina, le iniziative italiane
nel fintech hanno ancora tutte
dimensioni molto piccole con pochissime eccezioni.
In questo panorama si distingue
LE PRINCIPALI INIZIATIVE FINTECH ITALIANE
Società
◆ Moneyfarm sim
◆ Satispay
◆ Instapartners
◆ Jusp
Tipo di attività
consulenza finanziaria online
Vigilanza
Consob e Banca
d'Italia
pagamenti mobile
acquisto di fatture online
In attesa
autorizzazione
Banca d'Italia
pagamenti mobile
◆ Smartika
P2P lending
Banca d'Italia
◆ Prestiamoci (Agata spa)
P2P lending
Banca d'Italia
◆ Epic sim
intermed. private capital
Consob e Banca
d'Italia
◆ SiamoSoci
intermed. private equity
◆ Borsa del Credito
P2P lending
Banca d'Italia
equity crowdfunding
consulenza per trading online
pagamenti mobile
intermediazione fatture online
Reg. ord. Consob
equity crowdfunding
fatturazione elettronica pmi
equity crowdfunding
equity crowdfunding
equity crowdfunding
Reg. ord. Consob
◆ Ecomill srl
◆ Fundera srl
◆ InvestiRe
◆ MuumLab srl
◆ Next equity Crowdf. Marche
◆ OpStart
◆ Roma Venture Consulting
(Crowd4Capital)
◆ StarsUp
◆ Startzai.com
equity crowdfunding
equity crowdfunding
equity crowdfunding
equity crowdfunding
equity crowdfunding
equity crowdfunding
equity crowdfunding
◆ The ING Project srl (TIP Ventures)
◆ UnicaSeed
◆ WeAreStarting srl * Equitystartup.it
equity crowdfunding
equity crowdfunding
equity crowdfunding
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
◆ Equinvest
◆ Crowdway (ex WolfofTrading
◆ Tinaba (This is not a bank)
◆ WorkInvoice
◆ Symbid Italia
◆ FattureInCloud
◆ AscomFidiPiemonte
◆ AssitecaCrowd
◆ CrowdFundMe
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
equity crowdfunding
equity crowdfunding
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Reg. ord. Consob
Fondatori
Altri investitori
Capitale raccolto
16 mln (solo nell'ultimo
round dai due fondi)
8,5 mln
Jonathan Weiner, Ray Iglesias, Jon Koplin,
Aberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta
(in due round)
Nicola Carbonari,
8 mln
Alessandro e Mauro Benetton, Paolo Merloni,
Ignazio Rocco di Torrepadula e soci operativi
(in due round)
fam. Venesio, Hans-Paul Bürkner,
Roberto Arnetoli, Sabino Costanza, Jacopo Anselmi,
Lorenzo Pelliccioli, Jean P. Mustier e altri
Gershom Charig e Francesca Todeschini)
partner di Tikehau Capital, G. Landi e altri
6 mln di dollari
altri privati
Jacopo Vanetti e Giuseppe Nicola Saponaro
Vertis Venture e di Principia II
4,52 mln
Hamilton Ventures, TP&Partners
Maurizio Sella, Pierluigi Loy Donà , Ziph
(in due round)
(EQValue e Tommaso Pompei)
3 mln
Digital Magics, Innogest sgr, B. Sella hold.,
Roberto Condulmari, Daniele Loro, Stefano Miari
Club Italia Investimenti 2
e altri soci privati
1,5 mln
Filippo Sabatini e Francesco Pavan
Andrea Crovetto, Stefano Visalli, Alceo Rapagna,
(in due round)
Guido e Sergio Ferrarini, Prometeia, Andrea Moneta,
Valerio De Molli, Roberto Crapelli e Simonfid
oltre 1,2 mln
Azimut holding
Cristiano Esclapon, Dario Giudici, Lorenzo Lamberti
e altri privati
un milione
P101
Daniele Blancato, Alessandro Andreozzi,
(dal fondo)
Ivan Pellegrini, Antonio Lafiosca
750 mila
business angel, Equi sam, Iph holding
Fabio Bancalà e altri 4 soci
150 mila euro
Tim Ventures e Club Italia Investimenti 2
50 mila
nd
Sator Capital (tramite Arepo Ti)
nd
Matteo Tarroni, Mario Spongano, Luca Spampinato,
Fabio Bolognini ed Ettore Decio
nd
Giuseppe Donagemma e Iccrea Banca
Symbid Holding, Banca Sella e Marco Bicocchi Pichi
nd
Teamsystem
Daniele Ratti
nd
nd
Cooperativa di Garanzia Fidi Confcommercio
nd
nd
Tommaso d’Onofrio, Carlo S. Pellizzari e Assiteca
Tommaso Adolfo Baldissera Pacchetti e le sue sorelle Paola e Chiara
nd
nd
Chiara Candelise
nd
nd
Fulvio Mariani, Paola Mocci, Carlo Allevi e altri privati
nd
nd
Baldi & Partners
nd
nd
Paolo, Davide e Pierpaolo Ciccolella
nd
nd
Domenico Formica e Michela Centioni
nd
nd
Alessandro Arioldi
nd
nd
Luca e Daniele Francesco Ughi, Milano Venture Co.
Stefano Passavalli Puecher, Andrea Lazzaretto
nd
nd
Matteo Piras
nd
nd
Startzai srl ( Filippo Cossetti), The Hive (Sida srl)
e Università di Camerino
nd
nd
Matteo Masserdotti
nd
nd
Unica sim
nd
nd
Carlo Allevi
Paolo Galvani e Giovanni Daprà
Cabot Square Capital e United Ventures
Fonte: BeBeez
MILANO FINANZA
6 Febbraio 2016
in primo luogo Moneyfarm. La
società di consulenza finanziaria online, specializzata nella
costruzione di portafogli in Etf
e fondata nel febbraio 2011 dal
presidente Paolo Galvani e dal
ceo Giovanni Daprà, ha incassato
ben 16 milioni di euro dal fondo
inglese Cabot Square Capital e
dall’italiano United Ventures,
già azionista di MoneyFarm e
che a valle dell’uscita dal capitale da parte di Principia sgr lo
scorso aprile, aveva incrementato la sua quota nella società.
Va poi segnalato SatisPay,
startup italiana nata nel 2013
che ha sviluppato un’app per
i pagamenti con smartphone.
Dopo aver raccolto 5,5 milioni di euro con un primo round
di investimenti a settembre
2014, ha ricevuto altri 3 milioni
in aumento di capitale lo scorso settembre, suddivisi a metà
tra i vecchi azionisti e un gruppo di nuovi investitori. Tra gli
investitori nella startup fondata da Alberto Dalmasso, Dario
Brignone e Samuele Pinta, si
contano i fondatori di Google
Wallet, Jonathan Weiner e Ray
Iglesias, e Jon Koplin (responsabile divisione internazionale di
Google Wallet); Nicola Carbonari
(fondatore di Autoscout24),
Giuseppe Donagemma (vice presidente Networks di Samsung
Electronics) e Iccrea Banca.
Segue nella classifica per capitale raccolto Insta Partners,
la creatura fintech di Ignazio
Rocco di Torrepadula (ex leader
della practice istituzioni finanziarie di Bcg in Europa Centrale
e oggi senior advisor di Tikehau
Capital), che sarà operativa dopo
avere ottenuto le autorizzazioni
di legge, nella seconda metà di
quest’anno. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza,
27
LE OPERAZIONI DI EQUITY CROWDFUNDING IN ITALIA
Le startup che hanno avuto successo
Società
finanziaria
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
Pawolonia
Kiunsys
Bioerg
Shin Software
Cantieri Savona
ME Group
Nova Somor
Diamantech
Wayonara
Cynny
TocTocBox
Cynny
Piattaforma
Raccolta
in migliaia di €
Numero
investitori
Investimento
medio in migliaia di €
Anno
Assiteca
Starsup
Next Equity
Assiteca
Starsup
Tip.Ventures
Starsup
Unicaseed
Tip.Ventures
Investi-re
Crowdfundme
Starsup
520
505
452
402
380
300
250
157
135
116
82
54
12
19
56
19
44
10
3
75
33
48
25
52
43,33
26,59
8,07
21,16
8,64
30,00
83,33
2,09
4,09
2,42
3,28
1,04
2014
2015
2015
2015
2014
2016
2014
2014
2015
2015
2015
2015
Le piattaforme che hanno lavorato
Piattaforma
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
◆
Startup
finanziate
Raccolta
in migliaia di €
Numero
investitori
4
2
1
2
1
1
1
12
1.189
922
452
435
157
116
82
3.354
118
31
56
43
75
48
25
396
Starsup
Assiteca
Next Equity
Tip.Ventures
Unicaseed
Investi-re
Crowdfundme
Totale complessivo
Investimento medio in migliaia di €
per startup
per investitore
10,08
29,74
8,07
10,12
2,09
2,42
3,28
8,47
297,32
461,00
452,00
217,50
157,00
116,29
82,00
279,47
Fonte: Crowdfundingbuzz.it
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
la società ha appena concluso
un nuovo aumento di capitale
da 4 milioni, sottoscritto dagli
stessi investitori che avevano
sottoscritto la prima la tranche,
sempre da 4 milioni. Il progetto
è quello di erogare finanziamenti
alle pmi a fronte dell’acquisto di
fatture commerciali, cartolarizzarli e vendere i titoli risultanti
dall’operazione a investitori istituzionali, trattenendo sui libri
una quota percentuale come
richiesto dalla normativa. Tra
gli investitori si segnalano
Alessandro e Mauro Benetton,
Paolo Merloni, Lorenzo Pelliccioli,
la famiglia Venesio (proprietaria di Banca del Piemonte),
Hans Paul Burkner (chairman
di Boston Consulting), Giovanni
Landi (partner di Anthilia Sgr)
e i partner di Tikehau Capital
tra cui Jean Pierre Mustier, ex
capo dell’investment banking
di Unicredit. A fondare l’iniziativa insieme a Rocco sono stati
Sabino Costanza (lending officer,
ex Bcg e Oliver Wyman), Jacopo
Anselmi (data scientist, proviene da Google Irlanda), Roberto
Arnetoli (chief technology officer,
ex Western Union San Francisco),
Gershom Charig (product designer, era in MoneyFarm) e
Francesca Todeschini (finance
officer, con un passato in GE e
McKinsey. E il team si è arricchito nei giorni scorsi di altri
due acquisti: Pamela Gotti (ex
Google) in qualità di ingegnere
informatico; e Vincenzo Carlà
che invece si occupa di amministrazione e controllo.
Un’altra startup attiva nel
segmento dei pagamenti via
mobile che ha attratto ben 6
milioni di dollari di investimenti dai fondi Vertis e Principia
è Jusp. Nata dall’acceleratore del Politecnico di Milano,
Jusp propone agli esercenti
un device compatto, provvisto
di display e tastiera numerica,
che, inserito nella presa audio
dello smartphone, permette di
avere a disposizione un vero e
proprio Pos, offrendo la possibilità di accettare carte di credito
e bancomat in mobilità e in totale sicurezza.
Da segnalare ancora tre piattaforme di P2P lending che pure,
per gli standard italiani, hanno
attratto parecchi capitali. In particolare Smartika, fondata nel
2012 e presieduta dal banchiere Maurizio Sella, ha concluso il
mese scorso un aumento di capitale da 3,72 milioni di euro (che
porta così il capitale a 4,52 milioni), che è stato sottoscritto dalla
londinese Hamilton Ventures,
da TP&Partners (holding di investimento fondata da EQValue
e da Tommaso Pompei), dall’investitore Luigi Cosenza e altri
investitori privati. Il banchiere
Sella è particolarmente sensibile
all’argomento fintech. La holding è infatti azionista anche di
un’altra piattaforma di P2P lending, che è Prestiamoci, oltre
che tra i fondatori della versione italiana della piattaforma
di equity crowdfunding estera
Symbid.
Prestiamoci si è a sua volta
aggiudicata un round di investimento da 2 milioni di euro e ora
conta tra i suoi investitori, oltre
(continua a pag. 28)
Fineco, come differenziarsi sui pagamenti digitali e i robot advisor
di Davide Fumagalli
I
pagamenti digitali, specie attraverso
sistemi mobili, costituiscono sicuramente uno dei trend più interessanti
del 2016 ma, come spesso accade in tutti i nuovi mercati basati sulla tecnologia,
la prima fase è caratterizzata dalla presenza di molti player, spesso con ambiti
e potenzialità limitati, destinati a essere
assorbiti o scomparire al momento dell’affermazione di pochi leader globali.
Esattamente come le carte di credito fisiche, che si accumulano nel portafoglio
insieme alla pletora di tessere fedeltà dei
vari merchant, anche la moltiplicazione
di strumenti digitali non è mai risultata gradita ai consumatori, che tendono
a concentrare l’utilizzo su pochissimi, se
non uno, strumento affidabile, semplice
e con costi ragionevoli. «Non si è ancora
raggiunta la massa critica necessaria al
decollo di questo mercato», spiega Paolo
Di Grazie, vicedirettore generale e direttore della banca Diretta di Fineco. «Inoltre
i molti tentativi apparsi sul mercato sono legati soprattutto a funzionalità peer
to peer, ovvero per lo scambio di denaro
tra due soggetti, un mercato già dominato da un player globale come PayPal.
E gli esperimenti italiani hanno inoltre
l’enorme limite di avere un ambito na-
zionale». Proprio la mancanza di scala
internazionale costituisce infatti un limite spesso esiziale nel panorama attuale, in
cui i colossi che agicono su scala globale
possono offrire ai propri utenti strumenti
utilizzabili a Milano come a New York o
Francoforte, oltre a poter contare su economie di scala che consentono di spalmare i
costi ingenti per mantenere e sviluppare
continuamente le piattaforme senza incidere sui costi finali per tutti gli attori
della catena dei pagamenti, ovvero tanto
i clienti finali che i merchant, molto sensibili al tema delle commissioni. «Credo
occorra aspettare e vedere il reale tasso
di adozione di servizi come Apple Pay e
Google Wallet, che non mi sembra abbiano fatto faville negli Stati Uniti. Apple
Pay mi sembra uno strumento molto valido ed efficace per gli utenti, forse ci sono
stati punti di frizione con i vari protagonisti della catena. Alcuni grandi catene
di distribuzione stanno inoltre cercando
di sviluppare sistemi proprietari, anche
per contenere il peso delle commissioni»,
prosegue Di Grazia. «In Fineco stiamo
sperimentando un servizio basato sulla
tecnologia Hce (un simulatore della carta abbinato alla tecnologia radio a breve
distanza Nfc per dispositivi mobili, ndr)
pensato per smartphone Android. Si tratta di un test per valutare l’esperienza dei
clienti, vero punto chiave di tutto: la tecnologia è matura, ma è necessario che questo
nuovo modo di effettuare i pagamenti convinca le persone a cambiare abitudini alla
cassa». Un punto che sta portando tutti i
protagonisti a organizzare soluzioni differenti, tanto che la stessa Amazon, che
come Apple dispone già di centinaia di
Paolo
Di Grazia
milioni di clienti con carta di credito registrata, potrebbe scendere anche nell’arena
dei pagamenti digitali.
I pagamenti elettronici sono del resto solo uno dei trend tecnologici con profonde
ripercussioni nel mondo della finanza
personale, che vede tra i protagonisti anche i robot advisor, ovvero algoritmi che,
in base al profilo di rischio e alle aspet-
tative e caratteristiche di ogni singolo
investitore, mettono a punto o modificano automaticamente i portafogli di
investimento. Un trend che molti istituti finanziari stanno valutando e in
molti casi cercando di cavalcare, ma
che porta con sé non poche perplessità
specialmente in fasi di grande volatilità come quella attuale. «Si parla molto
di robot advisor, ma crediamo sia utile
solo se mediato da un vero consulente
che tenga conto degli aspetti psicologici
legati all’investimento, specie in questo periodo. Parlerei quindi più di cyber
advisor, che unisca le potenzialità dei sistemi informativi con la capacità di un
professionista capace di guidare e consigliare gli investitori con tutti i canali.
Riteniamo di offrire questo con il nostro servizio Advice, che ci differenzia
nel panorama, e offre sono solo Etf ma
anche fondi capaci di indirizzare anche
le esigenze degli investitori con bassa
propensione al rischio». I soli servizi di
robot advisor non hanno del resto evidenziato sinora boom di raccolta, come
dimostra l’esempio di Wealthfront negli Stati Uniti, mentre il tema del costo
delle commissioni, cavallo di battaglia
dei servizi di robot advisor, è assai meno
sentito di quello del rendimento. (riproduzione riservata)
MILANO FINANZA
28
(segue da pag. 27)
appunto a Banca Sella Holding,
Innogest sgr e Club Italia
Investimenti 2, oltre a Digital
Magics. Mentre una terza piattaforma di social lending, Borsa
del Credito, ha portato a bordo il venture P101. Il portale
Borsa del Credito è di proprietà di Business Innovation Lab
srl, che a sua volta fa capo ai
fondatori, cioè al presidente
Daniele Blancato, al vicepresidente Alessandro Andreozzi,
al ceo Ivan Pellegrini, al coo
Antonio Lafiosca e ad altri soci privati.
Un discorso a parte va fatto infine
sulle piattaforme di intermediazione di capitali, come Epic sim
e Siamo Soci. Quest’ultima è
una società milanese che è stata la prima piattaforma in Italia
di social investing, fondata più di
due anni fa da Dario Giudici come luogo di incontro online tra
startup e potenziali investitori. A fine 2013 Azimut holding
spa ha sottoscritto un aumento di capitale da 1,2 milioni di
euro rilevando il 22,44% della
società.
Quanto a Epic sim, la piattaforma digitale per il
finanziamento delle pmi (tramite minibond o altri strumenti
finanziari) fondata e guidata
dall’amministratore delegato
Andrea Crovetto, ha in corso
un aumento di capitale per ar-
La sfida di Intermonte sul crowdfunding
di Stefania Peveraro
sim si prepara a lanciare un
Icietàntermonte
mercato secondario per le quote delle sofinanziate in equity crowdfunding su
piattaforme italiane. Fabrizio Barini, head
of business development di Intermonte, spiega infatti che «l’art. 100-ter del Testo Unico
della Finanza prevede la possibilità per chi
acquista quote di startup o pmi innovative
tramite portali di equity crowdfunding di
intestarsele personalmente oppure di interstarle fiduciariamente a un intermediario».
Ciò significa, prosegue Barini, che «quell’intermediario, per il monte di quote di cui è
intestatario, può operare transazioni senza
dover ogni volta comunicare il cambio di intestazione delle quote al Registro delle imprese,
con risparmio di tempo e denaro e facilitando quindi gli eventuali scambi di quote tra
azionisti che volessero cederle o acquistarle». Il discorso di Barini non è solo un’idea,
ma un progetto che è già pronto a decollare.
«Abbiamo siglato un accordo con la piattaforma di EquiStartUp di AssicomFidiPiemonte,
proprio per poter offrire agli utenti della
piattaforma questa opzione. A breve sarà pubblicato il nuovo regolamento Consob relativo
al settore che recepirà quanto previsto dall’Investment Compact e potremo dunque iniziare
a operare anche su questo fronte».
Intermonte, infatti, nel settore del crowdfunding è già attiva da tempo sia nel ruolo di
advisor e di società in raccolta sia nel ruolo
di intermediario presso il quale gli utenti delle piattaforme possono passare i propri ordini
di acquisto. Sul fronte dell’advisory, tramite
la controllata Websim, Intermonte fornisce
analisi a supporto delle campagne di raccolta delle società clienti. Per esempio, Websim
ha affiancato Cynny (video interattivi) nella
campagna su InvestiRe e sta affiancando ora
valutare Watchy Talky (il progetto di una piattaforma di social dating al femminile) appena
avviata sulla piattaforma CrowdFundMe.
Intanto proprio EquiStartUp si candida a essere la piattaforma più innovativa. «Quella
di AssicomFidiPiemonte sarà la prima piattaforma a essere pronta a cogliere un’ulteriore
novità che sarà inserita nel nuovo Regolamento
Consob», anticipa ancora Barini, facendo riferimento al fatto che presto le piattaforme
potranno attrezzarsi per svolgere loro stesse i
controlli antiriciclaggio e adeguatezza che prima dovevano essere appaltati a una banca.
Questa novità renderà possibile la conclusione
delle operazioni integralmente online, a condizione che i gestori si attrezzino a effettuare le
verifiche necessarie. Si tratta di un fatto deflagrante per il mercato, perché sinora le verifiche
di appropriatezza dell’investimento ai fini
Mifid potevano essere condotte soltanto dalle
banche e quindi l’investitore che investisse oltre 500 euro all’anno in equity crowdfunding
era tenuto ad aprire un conto corrente nella
banca indicata dalla piattaforma e quindi a
uno scambio di documenti cartacei. Ora, invece, si offre alle piattaforme la possibilità di
condurre loro stesse la profilazione della clientela ai fini Midif, con la conseguenza che gli
investitori possono semplicemente mandare
un bonifico dal loro attuale conto corrente su
un conto indicato dall’emittente. (riproduzione riservata)
6 Febbraio 2016
rivare a 2 milioni di euro. Al
momento la società ha raccolto 1,5 milioni e in arrivo tra i
soci c’è anche il venture incubator quotato Digital Magics.
Non hanno attratto l’attenzione degli investitori finanziari e
die business angel in generale,
invece, le piattaforme di equity
crowdfunding, la cui attività in
Italia fatica ancora a decollare.
Della quindicina di piattaforme
autorizzate da Consob, infatti,
soltanto una manciata ha già
concluso con successo almeno
una campagna di raccolta (si
vedano le tabelle a pag. 27). Ma
probabilmente la nuova versione del regolamento Consob in
arrivo a brevissimo potrebbe finalmente sbloccare il settore.
Nel panorama delle piattaforme va segnalata Equinvest.
Fondata dal ceo Fabio Bancalà
con altri quattro amici, ha visto l’ingresso nel capitale del
socio istituzionale Equi Capital
Markets, una newco costituita
dalla specialized asset management company lussemburghese
Equi Sam, che si proporrà a sua
volta, tramite un suo fondo (che
sarà raccolto presso terzi investitori), come coinvestitore
nelle iniziative di crowdfunding
proposte dalla piattaforma. (riproduzione riservata)
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