creattiva - Confindustria Genova

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creattiva - Confindustria Genova
L’INTERVISTA
di Piera Ponta
Debutto al 44º Convegno nazionale dei
Giovani Imprenditori a Santa Margherita
per il neo presidente degli under 40 di
Confindustria. Un appuntamento dedicato all’Uomo e al saper fare.
Marco Gay
“ I giovani sono portatori
sani di innovazione e
di energie nelle aziende”
Umanesimo
Industriale
“ Il riconoscimento delle
competenze e del merito
è un elemento essenziale
per rimettere in moto
il mercato del lavoro”
“ I Giovani Imprenditori
possono offrire
smart money a chi
vuole fare impresa,
mettendo a disposizione
competenze, esperienza,
capacità di visione”
Marco Gay, torinese, sarà presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria per il triennio 2014-2017. Le
parole chiave del suo programma sono innovazione, responsabilità, competenze, giovani, merito e futuro. Alla
guida del Movimento, intende impegnarsi nella ripresa
dell’economia riaffermando il valore dell’italianità in una
prospettiva di internazionalizzazione e contribuire alla costruzione di un ecosistema dove chi ha idee, talento e
coraggio, possa sviluppare con successo il proprio progetto di impresa.
Presidente, poche settimane fa è stato convertito in
legge il cosiddetto Decreto Poletti. Nell’attesa che si
proceda con il “Jobs Act” predisposto dal presidente
del Consiglio Matteo Renzi, quali sono, a suo parere, i
punti di forza e i punti di debolezza di questo primo
provvedimento di riforma?
La nota positiva è che questo provvedimento costituisce,
finalmente, un inizio, un punto di partenza dal quale muoversi per cambiare davvero. Al nostro Paese serve una riforma che favorisca l’accesso al mondo del lavoro soprattutto ai giovani, che sono “portatori sani” di innovazione e di energie nelle aziende. Ci auguriamo che questo possa avvenire nel più breve tempo possibile, in maniera da dare rapidamente nuovo slancio all’economia.
Sì, il giudizio dei Giovani sul Decreto Poletti è di generale
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apprezzamento. Un primo passo in avanti è stato fatto,
poi sarà la volta delle integrazioni, già disposte e oggetto
di approfondimento da parte del Governo. Ma in questa
gravissima crisi dell’occupazione, era importante dare inizio a un percorso.
Di quali strumenti deve dotarsi il nostro Paese per realizzare il progetto di “umanesimo industriale” di cui si
dibatte al convegno d Santa Margherita?
Partiamo dall’uomo e dall’impresa. Noi crediamo che la
vera innovazione sia portata da chi lavora: l’umanesimo
industriale si basa sul capitale umano, sulle competenze,
sul sapere, sul fare e sull’impresa. Questi punti cardine
devono tornare al centro del dibattito sulla crescita del
Paese, devono essere riscritto in un piano di politiche del
lavoro a medio e a lungo termine. Il riconoscimento delle
competenze e del merito è un elemento essenziale per rimettere in moto il mercato del lavoro. Non dimentichiamo
che i nostri giovani sono tra i più preparati d’Europa. Sia
chi collabora in impresa sia chi sogna di realizzare un’idea
imprenditoriale deve poter operare in un ecosistema dove
siano valorizzati il merito, la competenza, la creatività, dove ci sia spazio per l’industria italiana - che è soprattutto
un’industria manifatturiera di eccellenza. Una qualità,
questa, che va riaffermata partendo da tutto quello che,
nel mondo, è conosciuto con il brand “made in Italy”. Noi
crediamo fortemente sia nella crescita delle imprese che
già ci sono, sia nella nuova imprenditorialità. Questa sempre più diffusa passione per il fare, che spesso spinge
all’autoimprenditorialità, può talora nascere dalla necessità di crearsi un’occupazione che il mercato del lavoro non
è più in grado di offrire; ma quando l’idea d’impresa prende forma in un progetto, perché questo si possa concretizzare la buona volontà non basta: occorrono competenze e un contesto favorevole.
Il Suo percorso imprenditoriale comincia nell’azienda
meccanica di famiglia per approdare al settore della
comunicazione con una startup. Nel passare dall’idea
all’impresa, quali sono state le maggiori difficoltà incontrate? In che modo i Giovani di Confindustria possono contribuire a rendere meno arduo il cammino di
tanti aspiranti startupper?
Ho iniziato a fare impresa nel 2000, con WebWorking,
una società che opera nel settore della comunicazione digitale integrata; nel 2013 sono stato cofondatore di
AD2014, una startup innovativa che si occupa di “Internet of Things”, e di Torino1884, attiva nel Food & Beverage. La cultura d’impresa che ho respirato in famiglia sicuramente è stata di grande aiuto, ma particolarmente preziosi sono stati, per me, proprio i Giovani Imprenditori di
Confindustria. Da loro ho ricevuto consigli e suggerimenti,
com’è del resto lo spirito del Gruppo: in quanto movimento di persone, i rapporti tra noi sono diretti e costanti,
ci si aiuta reciprocamente ad affrontare le problematiche
e i temi con cui, in azienda, ci si deve confrontare tutti i
giorni. I Giovani sanno svolgere molto bene questo ruolo
di affiancamento, di supporto, di condivisione e di contaminazione; possono offrire “smart money” a chi vuol fare
impresa, ovvero mettere la loro capacità di dialogo, la
competenza e l’esperienza a disposizione degli Associati,
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e non solo. Ricordo che i Giovani promuovono numerose
attività di diffusione della cultura d’impresa nelle scuole e
negli “incubatori”, sono un punto di riferimento per gli
startupper o per chi vive un passaggio particolare in
azienda e deve reinventarsi un modo di fare impresa. È
un ruolo che i Giovani svolgono al di là dell’appartenenza
generazionale e dei settori di attività delle proprie aziende.
Come si pongono i Giovani Imprenditori di fronte alla
Riforma Pesenti?
In un processo di riforma come la Pesenti - che si concretizza in un’importante operazione di semplificazione
per rendere il Sistema più snello senza perdere, però, il
contatto con il territorio e con le imprese - tutte le componenti di Confindustria devono fare la loro parte. E anche noi Giovani siamo pronti a dare il nostro contributo,
che ritengo potrà essere determinante, in particolare, nel
favorire l’aggregazione tra le diverse parti interessate,
proprio perché la nostra organizzazione è poco verticale
ed è tradizionalmente impegnata in progetti di “visione”,
proiettati nel futuro, trasversali a imprese e a territori.l
CONSIGLIO DI PRESIDENZA
Presidente
Marco Gabriele Gay
Vice presidenti
Vincenzo Caputo
Francesco Ferri
Gian Giacomo Gellini
Consiglio Centrale (membri elettivi)
Antonia Abramo
Federica Angelantoni
Antonella Ballone
Fausto Bianchi
Rocco Colacchio
Nicola Corsano
Silvia Gatti
Giorgio Giannitrapani
Lorenzo Guazzini
Jonathan Li Voti
Mattia Macellari
Andrea Porcaro
Rocco Talucci
Massimiliano Zamò
Lorenzo Zerbini
Del Consiglio Centrale fanno parte
anche i Presidenti Regionali G.I.
in qualità di membri di diritto.