Abstract intervento dott. Silvio Fortun
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Abstract intervento dott. Silvio Fortun
SEMINARIO INTERNAZIONALE LUISS “University Research, Business and Local Development” Abstract intervento dott. Silvio Fortuna Si intende anzitutto proporre un breve esame dei cambiamenti più importanti che hanno investito l’università italiana e che hanno avuto avvio dalla stagione riformista dello scorso decennio. Fino ad allora, le politiche universitarie non erano state modificate in modo significativo: pochi erano stati gli interventi di carattere sistemico e strutturale e nessuno realmente attivo. A differenza di quello che è accaduto in altri Paesi nel nostro le iscrizioni universitarie su grandi numeri e i cambiamenti del sistema socio-economico hanno condotto solo molto tardi verso una revisione complessiva dell'istruzione universitaria. Per lunghi decenni la politica universitaria italiana ha mantenuto un profilo basato su un binomio: controllo centrale forte e massima autonomia locale. Verso la metà degli anni Ottanta la questione dell'autonomia si è affacciata nell'agenda politica e ha cominciato a realizzarsi una strategia discontinua rispetto al passato. Con l’ultima riforma, approvata alla fine degli anni Novanta e che ha cominciato a realizzarsi dal 2001, gli studi universitari finalmente sono stati strutturati su livelli differenziati, in modo da rispondere al grave problema degli abbandoni, di cui l’università italiana ha sempre sofferto, e per rendere i nostri laureati competitivi con quelli degli altri Paesi. Maggiore autonomia e decentramento delle sedi, oltre all’introduzione della valutazione dovrebbero consentire una più efficiente capacità decisionale. Quello che qui io rappresento è un grande soggetto sociale, che proprio in virtù di questo suo ruolo ha il compito di assumersi responsabilità che trascendono la pura difesa degli interessi legittimi dei suoi iscritti. Il nostro impegno in questo ateneo , è la prova tangibile di un’attenzione e di uno sforzo di molti decenni ormai, diretti entrambi alla valorizzazione del capitale umano del nostro Paese, il più prezioso, il più duraturo tra quelli di cui possiamo disporre come imprenditori. E’ stata così realizzata, in questa ottica, una serie di attività di collaborazione, di cui farò rapidamente cenno: anzitutto la “cornice istituzionale” è la Convenzione fra il Ministero e Confindustria, siglata per la prima volta nel 1990 e sempre rinnovata, e il Protocollo d'Intesa tra Confindustria e Conferenza dei Rettori, siglato anch'esso la prima volta nel 1993. Stage La riforma ha previsto i tirocinii come parte integrante delle nuove lauree, attuando proprio la proposta fatta da Confindustria già nel ’92 alle Assise di Parma: ” dare dignità formativa di esame allo stage”). Orientamento Il nostro sistema ha realizzato nel corso degli ultimi anni numerose iniziative di orientamento, sia al corso di studi sia al mondo del lavoro, appoggiando anche iniziative promosse dagli atenei. Sono stati creati infatti convenzioni, consorzi e organismi di collegamento atenei-imprese; banche dati di laureati; centri di orientamento e placement.; attività individuali di career counseling; promozione dell'immagine dei laureati; iniziative promosse da università e associazioni industriali per una maggiore conoscenza (career day, forum università lavoro, job meeting); pubblicazioni per la diffusione delle Junior Entreprises : un esempio concreto e prezioso di cosa intendiamo per utilità e responsabilità sociale. Collaborazioni l’integrazione fra università e imprese sul territorio, che è rintracciabile anche sul “Repertorio delle collaborazioni”, viene seguita e realizzata dalle nostre associazioni imprenditoriali e dalle imprese insieme con le università: dalla creazione di poli integrati ai vari centri di eccellenza, dai consorzi ai progetti speciali. Valutazione La riforma ha disposto che l’attività di valutazione sia aperta a membri “laici”, fra cui gli imprenditori e in generale i portatori di interesse; è stata questa un’innovazione di rilievo che va incentivata e coltivata. Noi operiamo sul territorio affinché sia più ampia questa presenza e perché si giunga a comprendere nella valutazione alcune funzioni-cardine dell’Università, come formazione, la ricerca, l’adeguamento dell’offerta formativa alla domanda, l’innovazione . la Qualche proposta L'Università italiana costituisce un inestimabile patrimonio scientifico e culturale, che dosi maggiori di efficienza e managerialità possono valorizzare. Ai nostri giovani deve essere assicurato il diritto a una qualità europea degli studi e a una formazione competitiva, capace di trasmettere non solo i valori del sapere ma anche quelli del merito, della responsabilità, della promozione di se stessi. Ricordiamo che il Ministro, fin dalle sue prime dichiarazioni, ha indicato la necessità dell’ integrazione con le imprese come fondamentale per la crescita qualitativa dell’Università. Per questo, gli imprenditori richiamano una nuova e maggiore attenzione su alcuni punti: Il rapporto, sia locale sia settoriale con l’impresa non deve essere né frammentato, né episodico:occorrerà incentivare i processi di integrazione. L’Autonomia universitaria per responsabilizzarsi e crescere deve costantemente interpretare la domanda sociale ed economica e vivere nel territorio, collegandosi organicamente alle imprese e ai loro fabbisogni. Il partenariato deve essere strutturale e stabile. Occorrerà quindi premiare la capacità degli Atenei di coordinarsi con il mondo produttivo per la formazione, la ricerca scientifica e l’ innovazione. Occorrerà investire maggiormente nell'orientamento, soprattutto alle lauree scientifiche e tecnologiche, e nel diritto allo studio, non esistendo da noi il “prestito d’onore”. Occorrerà diffondere sempre più, infine, le best practices, per sostenere il cambiamento che coinvolge gli Atenei. La strada è ancora lunga, ma gli imprenditori intendono continuare a sostenere il loro ruolo nel processo così importante della modernizzazione dell’università, e dunque del Paese.