Cineillustrato - Il giardino di Irene
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Cineillustrato - Il giardino di Irene
n02 10 gennaio 1943 La guardia del corpo n03 17 gennaio 1943 Il romanzo di un giovane povero n04 24 gennaio 1943 Colpi di timone n05 31 gennaio 1943 Le due orfanelle n07 14 febbraio 1943 Gli ultimi filibustieri n08 21 febbraio 1943 La gorgona n09 28 febbraio 1943 Giorni felici n10 07 marzo 1943 Mater dolorosa n11 14 marzo 1943 I pagliacci n12 21 marzo 1943 Il grande re n13 28 marzo 1943 Il birichino di Papà n14 04 aprile 1943 Quattro passi fra le nuvole n15 11 aprile 1943 La donna del peccato n16 18 aprile 1943 Un grande amore n17 25 aprile 1943 Incontri di notte n18 02 maggio 1943 Il nostro prossimo n19 09 maggio 1943 Gente dell'aria n20 16 maggio 1943 Giacomo l'idealista n21 23 maggio 1943 Fuga a due voci n22 30 maggio 1943 La donna è mobile n25 20 giugno 1943 L'avventura di Annabella n26 27 giugno 1943 Il campione n27 04 luglio 1943 In due si soffre meglio n28 11 luglio 1943 La grande ombra n29 18 luglio 1943 Due cuori tra le belve n30 25 luglio 1943 Inviati speciali n31 01 agosto 1943 La fabbrica degli imprevisti n32 08 agosto 1943 L'amante del granduca n34 29 agosto 1943 La vita trionfa n36 05 settembre 1943 C'è sempre un ma... n37 12 settembre 1943 A suon di musica n40 31 ottobre 1943 Avventura di una notte n42 17 ottobre 1943 Il puritano n43 24 ottobre 1943 Annelie n44 31 ottobre 1943 Cortocircuito n48 26 novembre 1943 Quattro ragazze sognano TERESA VENERDÌ (Italia/1941) R.: Vittorio De Sica. D.: 91' Che cosa sognano le giovinette, "Cine Illustrato", 24 ottobre 1941 Qui troviamo una grazia trepida, e perfettamente sincera, di giovinezza. Ancora uno sforzo e De Sica poteva raggiungere l'atmosfera di poesia misteriosa, aspra e dolente, che davvero è l'aureola delle giovanissime: aureola tanto pericolosa e segreta che nessuno, o quasi, si arrischia a mostrarcela, i poeti stessi si fermano, con mite scoraggiamento e domandano "Che cosa sognano le giovinette?". Ma non ce lo dicono. Infine, il regista non si era qui proposto mete tanto eccezionali o rivelatrici, piuttosto, con perfetta eleganza, si è studiato di affinare, sveltire, accendere l'intera azione, introducendo motivi già noti, e frusti altrove, con tanta abilità da farli apparire nuovissimi (eccone uno, lo schiaffo alla ragazzina maligna). Il soggetto è tolto da un romanzo ungherese, del signor Török. Storia amabile, di un'orfanella, Teresa e, dietro di lei, di un intero collegio per bimbe povere, con la sagace signora direttrice, la simpatica maestrina bionda, la frivola professoressa grassa, la liscia e crudele sorvegliante, l'infermiera bonaria e, tra innumerevoli scolarine buone, anche la scolara malvagia, la spia per istinto, la delatrice per vocazione, gelosa di Teresa, sporca s'intende (è stato giusto parlarci delle sue unghie listate di nero, non poteva essere altrimenti). A sostituire il vecchio medico, l'ispettore sanitario, viene chiamato il giovane, inesperto e brillante dottor De Sica, privo assolutamente di cognizioni e di clienti, ma in compenso amato da due donne, Anna Magnani, stella del varietà, e Irasema Dilian, figliola di buona famiglia, e terribilmente poetica. Teresa, naturalmente, lo ama. [...] Un'altra ragazza incantevole si aggiunge alle scoperte di De Sica, ed è Adriana Benetti, che ricorda, nel muovere lento dei begli occhi, nel soave spavento dell'espressione, nella fluente snellezza del passo, qualche bella cerva dorata. […] Irene Brin TRAMA I N BREVE Un cinquantenne sta per sposare la giovane figlia di un suo amico d'infanzia e i suoi tre figli, coetanei della sposa, tornano a casa in previsione del matrimonio. Il confronto tra l'età di una figlia e quella della donna che sta per sposare convincerà l'uomo a rinunciare al ma trimonio. CR I T ICA "Am met to il dram mone alla Mastriani, meglio del dram mino alla Zuccoli ; preferisco le imprese delle vampire alle seduzioni delle giovinette, e se, assoluta mente, volete met tere in scena qualche fascino irresistibile, dateci Clara Calamai ma non Renzo Ricci (...) che è un uomo di cinquant'anni, estrema mente ben tenuto ; l'uomo, per intenderci, con te mpie d'argento, occhi d'acciaio, denti d'avorio, abiti di flanella, odore di tabacco ed acqua di Colonia (finissimi entrambi), i cuori gli volano incontro, gli compongono intorno artistici mulinelli, lui sorride spesso, con gaiezza che cela però un animo profondo e, lo giuro, due parentesi amare chiudono la sua bocca così terribilmente giovane. ( ...) Oltre a ciò, è proprio nell'amabilità, nella discrezione, nel dialogo brillante, nelle situazioni raffinate, che stanno imperdonabili colpe. Comunque, il regista Guido Brignone ha trattato l'argomento con duttilità, e non senza esigenza, fino a renderlo spettacolo piacevole, e niente affatto preoccupante per le madri di ragazzine. Secondato benissimo dai suoi interpreti, anzitut to da Renzo Ricci, attore che abitualmente figura tra i nostri prediletti, né dimentichiamo di dovergli molte tra le serate memorabili del teatro italiano. Mariella Lotti, deliziosamente leggiadra, e Luisella Beghi, semplice e gentile, sono state perfette, ed amche il giovane Tieri ci è parso molto a posto. Ma perché non trasformare la vicenda in una giusta satira? Renzo Ricci ha abbastanza forza da poter creare, anche qui, un ruolo alla Stroheim ". 'Cine I l l ust r a to', 1 2 , 2 2 m a r zo 1 9 4 2 Irene Brin TRAMA I N BREVE Un sommergibile rientra alla sua base dopo una missione e l'equipaggio approfitta di una breve pausa di riposo per una rapida immersione nella vita familiare. Si seguono i principali personaggi del sommergibile in questa breve parentesi che serve a mettere in evidenza il loro carattere e la loro tempra d'uomini. Terminata la licenza, lo squalo d'acciaio riparte per la sua missione ardua e pericolosa. Nello svolgimento di questa, alle prese con le insidie dei sottomarini nemici e con gli attacchi degli aerei avversari, il sommergibile, in un episodio altamente drammatico sperona ed affonda un sommergibile nemico. CR I T ICA "[...] Il comandante e la sua gente, nelle brevi ore di un permesso a terra, nelle lunghe ore di navigazione, ci appaiono umani e quotidiani, in tutto il senso favoloso delle parole: abbiamo lasciato per ultimo la lode, intera, alle scene fastosamente terribili di guerra, perché qui De Robertis si è ritrovato, unicamente e splendidamente, soldato, ed in tale campo era impossibile stabilire un confronto tra lui e gli altri cinematografari. Certo l'apparizione del'idro soccorso in alto mare, l'incontro con il sommergibile tedesco, la straordinaria battaglia contro gli aerei ed il sommergibile nemici, costituiscono brani assolutamente esemplari, e resteranno indimenticabili a tutti noi". "Cine Illustrato", 42, 18 ottobre 1942). Irene Brin MARGHERITA FRA I TRE TRAMA I N BREVE Margherita ama Paolo ed è corrisposta, ma Paolo non sa trovare il coraggio per emanciparsi dalla tutela affezionatamente tirannica di tre zii, scapoli impenitenti, e contrari al matrimonio. Margherita allora decide di ottenere il consenso dei tre tutori mediante la seduzione. La ragazza infatti, dopo aver studiato i caratteri e i gusti di ciascuno, si trasforma nel tipo di donna idealizzata da ognuno di loro, riuscendo ad arrivare al loro cuore e ad ottenere da ciascuno una domanda di matrimonio. Demolita in tal modo la barriera dei preconcetti, la ragazza svela la sua identità e non le riuscirà difficile ottenere il consenso al suo matrimonio con Paolo. CRITICA "(...) Mi piace quasi sempre Assia Noris attrice, la trovo spiritosa, e, se solo si separasse dalle sue smorfie, anche viva, anche tenera. (...) Mi piace anche quel che so della sua vita, la saggezza, la disciplina, una benintesa avarizia, un'abilità spesa nei rapporti amichevoli senza troppo peso, nei rapporti mondani senza troppa vanità: ed anche quel suo riferirsi alla patria lontana, alla famiglia elegante, finiscono per non dar noia, fanno parte del suo decoro. (...) Assia, e chi ne dubitava? Non s'inciampa e non s'imbroglia, alterna le pettinature e i sorrisi, i bronzi e gli abiti con perfetto tempismo, apparendo sempre uguale e sempre diversa. (...) Sorrisi di sdegno della critica intelligente, sorrisi di felicità del pubblico, commosso giusto quel tanto, rallegrato giusto quel tanto: che dosature, che ricette, che fermezza nella frivolezza!" Cine Illustrato", 30, 26 luglio 1942 Irene Brin LUISA SANFELICE TRAMA IN BREVE Luisa Sanfelice, nobildonna napoletana, durante l'asservimento agli inglesi del governo dei Borboni, ospita nella sua casa un patriota ferito; lo cura e lo sottrae alle ricerche della polizia. Tra i due nasce un idillio ma il giovane si rivela avido ed egoista e quando la sua vita è in pericolo, dopo la effimera esistenza della repubblica napoletana, egli fugge abbandonando la donna che aveva in grembo il frutto del loro amore. I Borboni restaurati al potere e istigati dall'odio degli inglesi mandano al patibolo gli sfortunati rivoluzionari e tra essi anche la Sanfelice la quale pochi giorni dopo aver dato alla luce la sua creatura viene giustiziata tra il cordoglio di tutti i napoletani che invano avevano implorato la grazia. CRITICA " (...) poteva esere un ottimo film, e che, pur destinato ad un vasto successo popolare, ottimo certo non è. Una vicenda famosa e commovente, degli attori simpatici, uno sfondo fragoroso, delle opportunità di propaganda; eppure la noncuranza della scelta, per ogni episodio, per ogni frase, per ogni espressione, fanno sì che le emozioni puntualmente si disperdano. (...) Laura Solari al contrario si è sforzata, con molto impegno, di dar consistenza alla sua Luisa. Carlo Ninchi, in un ruolo ridotto a sola convenzionalità di innamorato generoso e mal compreso, è stato come sempre vigoroso ed intelligente ed anche Serato ci è parso al suo posto." Cine Illustrato", n. 45, 8 novembre 1942 Irene Brin