La Fondazione Arnaldo Pomodoro

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La Fondazione Arnaldo Pomodoro
n° 323 - gennaio 2006
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Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it
La Fondazione Arnaldo Pomodoro
La grande mostra sulla scultura italiana del XX secolo ha inaugurato i nuovi
spazi milanesi della Fondazione Arnaldo Pomodoro
situati nel complesso delle
ex officine Riva & Calzoni:
un edificio ristrutturato
grazie al progetto degli architetti Pierluigi Cerri e
Alessandro Colombo,
un’area di 3.500 metri quadrati che rappresenta un
interessante esempio
d’archeologia industriale.
Nella fabbrica venivano
costruite, a partire dal
1926, le turbine idrauliche
del gruppo industriale, che
realizzò, tra l’altro, gli
impianti per le cascate del
Niagara. Ora la parte acquisita dalla Fondazione
Pomodoro diventa struttura espositiva e laboratorio per l’arte: un luogo d’incontro e scambio tra artisti,
critici e pubblico. La Fondazione, costituita nel
1995, dopo l’esperienza
svolta nella prima sede di
Rozzano, si propone di diventare un punto di riferimento per le ricerche sulla
scultura contemporanea,
offrendo eventi espositivi
e opportunità culturali
(dalle mostre temporanee
alle esposizioni con le opere
provenienti dalla collezione
permanente, oltre a seminari e incontri) e infine
veri e propri servizi (come
il bookshop, una preziosa
e ricca biblioteca, la
videoteca). Inoltre la Fondazione Pomodoro, al fine
di sostenere i giovani impegnati in un lavoro di
ricerca e sperimentazione
sulla scultura, come previsto nel proprio statuto,
ha bandito la prima edi-
zione del “Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro” Concorso Internazionale per Giovani
Scultori, che si concluderà nel 2006 con l’assegnazione di tre premi (rispettivamente di euro 10.000,
5.000, e 3.000) e con la
mostra delle opere finaliste fissata dal 18 maggio
al 31 luglio 2006. Con
questo concorso, che è alla
sua prima edizione, la Fondazione intende segnalare
e premiare i giovani artisti
che si sono distinti in un
nuovo lavoro di sperimentazione sul linguaggio
espressivo della scultura.
La Fondazione, creata da
Arnaldo Pomodoro, oltre
a garantire la corretta informazione e conservazione
della sua opera, ha inoltre
il fine di promuovere studi
relativi alla storia e alla
critica d’arte del Novecento e intende organizzare rilevanti manifestazioni culturali. In tal senso
si è aperto per celebrare il
nuovo spazio milanese la
mostra “La scultura italiana del XX secolo”, un
evento ideato dallo stesso
Arnaldo Pomodoro e che
offre al pubblico una riflessione sull’evoluzione
della scultura, attraverso
un percorso di autori che
maggiormente hanno contribuito a rinnovare il linguaggio di quest’arte nel
Novecento (sono centocinquanta le opere e oltre cento gli artisti rappresentati, da Medardo Rosso
a Cattelan). Nonostante
ne sia stata celebrato il funerale nel famoso e pluricitato testo del 1945, Scultura lingua morta di Arturo
Martini, che ne vide esaurite le possibilità espressive, in un secolo in cui
sono state salutate diverse
morti, da quella dell’arte
a quella della storia, la
scultura è viva. La vasta
rassegna proposta dalla
Fondazione Pomodoro dimostra come questa particolare (e più costosa)
forma d’arte abbia saputo
rinnovarsi nel corso del
Novecento, proprio come
una lingua si arricchisce
di nuove parole, fonemi,
modifica la propria struttura, la propria gramma-
Una sala della Fondazione Arnaldo Pomodoro Milano
Giacomo Balla: Linee forza del pugno di Boccioni
pag. 2
tica, mantenendo un substrato sul quale si stratificano i segni di altre lingue. La rassegna si apre
con una prima sezione dedicata a I precursori, che
vede primeggiare i grandi
maestri: l’esposizione inizia mostrando l’opera rivoluzionaria di Medardo
Rosso e la Maschera dell’idiota di Adolfo Wildt
(rilievo datato 1910, anno
cruciale in cui Marinetti
pubblica a Parigi il primo
manifesto futurista, Kandinsky realizza il primo
acquerello astratto e Umberto Boccioni va elaborando le sue teorie di una
scultura futurista). In mostra non potevano mancare opere fondamentali
per lo sviluppo di un nuovo
linguaggio plastico, come
lo Sviluppo di una bottiglia nello spazio (1913) di
Boccioni, altre sculture futuriste di Balla e Depero,
per non tralasciare i “padri fondatori” Arturo Martini e Marino Marini: un
cammino ideato secondo
le intenzioni di Arnaldo
Pomodoro per «mettere
in evidenza il lavoro degli
artisti innovatori che hanno
influenzato e stimolato la
ricerca artistica e i linguaggi espressivi contemporanei. Così, accanto alle
opere dei maestri, scelte
come testimonianze e memorie di storia critica, sono
presentate le invenzioni e
gli interventi di alcuni
scultori che hanno realizzato la loro opera espressamente per questa mostra e per questo spazio,
mostrando nell’ambito
della loro ricerca nuovi e
inaspettati motivi» (A.
Pomodoro).
La seconda parte, intitolata emblematicamente
La modernità, è quella quantitativamente più ricca e
si propone di illustrare il
percorso della scultura dal
secondo dopoguerra sino
agli anni Ottanta e Novanta: un cammino davvero lungo e ricco di presenze quali Colla, Arnaldo
e Giò Pomodoro, Cavaliere, Consagra, Andrea
e Pietro Cascella, Merz,
Kounellis, Pascali, Fabro,
Boetti, Zorio, Cucchi, Paladino, solo per citare gli
artisti più noti. In tale arco
temporale spiccano le ricerche astratte degli anni
Trenta con interpreti geniali come Fausto Melotti
e Lucio Fontana, opere
in cui si raggiunge un acme
di spiritualità e che rappresenteranno un punto
di partenza e un riferimento
per le future generazioni
(in particolare Fontana per
le sue ricerche spazialiste);
si arriva quindi all’onda
sovversiva dell’Informale
(anni Cinquanta) con le
invenzioni polemiche di
Agenore Fabbri e dei suoi
uomini trafitti o bruciati,
oppure le forme ricomposte con frammenti e residuati d’officina realizzate
da Ettore Colla. Poi gli
anni Sessanta, periodo all’insegna dell’Arte Povera,
che porta la scultura al
grado zero e con il ricorso
a materiali organici, e
quindi deperibili, pone
anche problemi legati alla
conservazione delle stesse
opere. Si prosegue così attraverso la Transavanguardia di Enzo Cucchi e il ripensamento post-minimal
di Nunzio fino all’ultima
sezione - Le prospettive parte dedicata a un piccolo
gruppo di scultori, anche giovani tra i più interessanti del panorama artistico, che hanno sviluppato ulteriormente il linguaggio della scultura attraverso l’utilizzo e la sperimentazione dei più disparati media artistici. In
questa babele di nuovi linguaggi che testimoniano
l’inesauribile vitalità della
scultura, alcuni artisti ricorrono a materiali tra i
più “tradizionali”, come
Pierluigi Calignano che si
serve del legno e dell’acciaio per creare enormi giocattoli, carichi di connotazioni pop, creature approdate da mondi di sogno popolati di robot, macchine e oggetti fantastici.
Forse una componente delle
attuali ricerche è l’ironia,
che resta un valido strumento per capire e svelare
il gioco della scultura contemporanea. E qui Maurizio Cattelan docet con le
sue continue provocazioni
e gli shock emotivi dei suoi
racconti.
federico poletti
Marino Marini: Danzatrice - Museo Marino Marini
La Fondazione Arnaldo Pomodoro - Milano
Enrico Bay: Meccano