Reti marittime come fattori dell`integrazione europea

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Reti marittime come fattori dell`integrazione europea
Progetto di ricerca 2016-2018
Reti marittime
come fattori dell’integrazione europea
Per celebrare la 50ª Settimana di Studi (13-17 Maggio 2018), è stato scelto un tema di
grande respiro, che prende come punto di partenza il concetto braudeliano di Mediterraneo.
La sua visione di un mare chiuso come una opportunità geografica per una integrazione
economica fra popolazioni diverse per religioni, linguaggi ed entità etniche e politiche
continua a funzionare come modello per studi applicati ad un ampio raggio di contesti. Esso
è stato applicato all’archeologia preistorica1 ma anche al contesto contemporaneo dei mari
dell’Est e Sud-Est asiatico.2 Le dimensioni ecologiche e culturali delle interazioni nel
Mediterraneo sono state elaborate in termini di lunga durata.3 Altri mari europei sono stati
studiati come unità particolari (classico l’esempio del Mar Baltico4), ma la ricerca ha poi
coinvolto anche mari aperti.5
Gli imperi marittimi sono un altro classico settore di studi che offre occasioni per analisi
comparative.6 Grazie ai suoi numerosi seminari e pubblicazioni, il Centro GISEM ha
contribuito in modo significativo allo studio dell’integrazione europea dal XIII al XVI secolo.
L’obiettivo che si pone la 50ª Settimana è quello di andare oltre lo studio dei singoli sistemi
1
C. BROODBANK, The Making of the Middle Sea. A History of the Mediterranean from the Beginning to the
Emergence of the Classical World, London 2013.
2
F. GIPOULOUX, Méditerrannée asiatique: villes portuaires et réseaux marchands en Chine, au Japon et en Asie
du Sud-est, XVIe-XXIe siècles, Paris 2009.
3
P. HORDEN, N. PURCELL, The Corrupting Sea: A Study of Mediterranean History, Oxford-Malden 2000; F. TABAK,
The waning of the Mediterranean 1550-1870. A geohistorical Approach, Baltimore 2007; J. J. NORWICH, The
Middle Sea: a history of the Mediterranean. London 2010; D. ABULAFIA, The Great Sea. A Human History of the
Mediterranean, Oxford 2011.
4
H. KÜSTER, Die Ostsee: Eine Natur- und Kulturgeschichte, Munich 2002; A. PALMER, Northern Shores: A History of
the Baltic Sea and its Peoples, London 2005; M. NORTH, The Baltic. A History, Cambridge Ma.-London 2015; The
North Sea and Culture 1550-1800, J. RODING, L. HEERMA VAN VOSS (eds), Hilversum 1996.
5
Espaces d’échanges en Méditerranée. Antiquité et Moyen Age, F. CLEMENT, J. TOLAN, J. WILGAUX (eds), Rennes
2006 ; Ports et littoraux de l’Europe atlantique. Transformations naturelles et aménagements humains (XIVeXVIe siècles), M. BOCHACA, J.-L. SARRAZIN (eds), Rennes 2007; Les territoires de la Méditerranée, XIe-XVIe siècle, A.
NEF (ed.), Rennes 2013 ; M. PYE, The Edge of the World. How the North Sea Made Us Who We Are, London
2014.
6
Etat et colonisation au Moyen Age et à la Renaissance, M. BALARD (ed.), Lyon 1989 deals essentially with the
Mediterranean and Black Sea areas ; The Rise of Merchant Empires. Long-distance Trade in the early Modern
World 1350-1750, J. TRACY (ed.), Cambridge 1990; IDEM, The Political Economy of Merchant Empires, Cambridge
1991.
visti in modo isolato per combinare diverse analisi di mari aperti e chiusi o aree costiere, allo
scopo di comprendere il ruolo di integrazione giocato in Europa dalle connessioni marittime.
Esse sono state sottovalutate come base della civilizzazione europea attraverso il continuo e
massiccio scambio di beni e persone. Poiché nelle civiltà preindustriali il trasporto per via
d’acqua era più facile di quello via terra, sembra giunto il momento di richiamare
l’attenzione sul modo in cui queste reti di relazione operavano a livello europeo e con i
partner commerciali asiatici e nordafricani.
L’approccio che proponiamo si basa su una serie di teorie, che proponiamo di mettere in
relazione:
- L’idea braudeliana di una unità economica in un particolare ambiente geografico;
- La teoria dei gateways e delle gerarchie di mercato;
- Le teorie delle reti come sistemi di integrazione geografici e personali;7
- Il focus NIE sugli accordi istituzionali;
- La teoria del sistema-mondo, in confronto con le teorie sulla formazione degli stati;8
- Le teorie sulle interazioni culturali.
La Settimana si propone di costruire sulla base delle grandi tradizioni di ricerca su base
regionale o tematica, che però sono state raramente integrate su una più ampia scala
continentale. Immanuel Wallerstein ha elaborato il concetto braudeliano concettualizzandone le dimensioni interculturali e transnazionali e il ruolo nel sistema di divisione del
lavoro. Egli lo chiamò un “sistema mondo”, non perché coinvolgesse il mondo intero, ma
perché è più vasto di qualunque unità politica giuridicamente definita. E si tratta di una
“economia mondo” perché il legame di base tra le varie parti del sistema è economico. Gli
approcci istituzionali e legali sono stati studiati sotto l’egida della Société Jean Bodin,9 e il
nostro Istituto ha organizzato la Settimana 2005 sul tema Ricchezza del Mare, Ricchezza dal
Mare che ha prodotto ben 1239 pagine principalmente dedicate ai prodotti del mare, ma
anche qualche contributo che va nella direzione che oggi suggeriamo.10 Nel 2008-2009,
l’Università di Atene ha lanciato un programma su ‘Il Mediterraneo e i suoi mari: ambienti e
paesaggi naturali, sociali, politici, XV-XX secolo’.11 Anche le reti e gli aspetti legati alla
diaspora sono stati oggetto di raccolte di studi.12 Ormai, è tempo di ricollegare tra loro i vari
aspetti e le tradizioni regionali di ricerca in un approccio coerente che valuti:
- Sulla base di quali elementi geografici, nautici, tecnici, economici, giuridici, sociali e
culturali siano emerse le varie reti regionali, e come funzionavano,
- Il carattere e il ruolo dei porti marittimi come punti nodali delle rotte marine e del
loro hinterland, attraverso fiumi, canali e strade,
- I legami commerciali e personali tra mercanti e armatori in vari porti,
- In quale modo le reti regionali si collegavano tra di loro e come, nel corso del tempo,
finirono per integrarsi in unità più ampie,
7
Commercial Networks and European Cities, 1400-1800, A. CARACAUSI, C. JEGGLE (eds), London 2014.
J. FYNN-PAUL, War, Entrepreneurs and the State in Europe and the Mediterranean, 1300-1800, Leiden 2014.
9
Les Grandes Escales, Recueils de la Société Jean Bodin, XXII to XXIV, Brussels 1974.
10
2 vols., nr. 37, Florence 2006.
11
http://en.arch.uoa.gr/fileadmin/arch.uoa.gr/uploads/metaptyxiakes_spoudes/hmerides/b014_prog.pdf
12
Merchant Colonies in the Early Modern Period, V.N. ZAKHAROV, G. HARLAFTIS, O. KATSIARDI-HERING (eds), London
2012; Diaspora Entrepreneurial Networks. Four Centuries of History, I. BAGHDIANTZ MCCABE, G. HARLAFTIS, I.
th
PEPELASIS MINOGLOU (eds), Oxford 2005; Mediterranean Diasporas. Politics and Ideas in the Long 19 century, M.
ISABELLA, K. ZANOU (eds), London-N.Y 2015 .
8
-
In quale modo le reti private, inizialmente costituite da organizzazioni di mercanti e
navigatori, finirono per trattare con le autorità locali e, una volta cresciute, con gli
stati e gli imperi, per proteggere i propri interessi.
Ci attendiamo ricerche che coprano il periodo compreso fra il 1000 e il 1800.
Siamo interessati a ricerche che affrontino una o più delle seguenti questioni:
1. In che modo le rotte di navigazione sono servite come elemento di connessione?
Quali sono stati gli elementi di connessione di una particolare rete?
- Caratteristiche geografiche (distanze, condizioni della navigazione) che spingono a
caratteristiche comuni, come tipi di nave, conoscenze geografiche, prossimità
culturale e pratiche commerciali e giuridiche comuni, simili o almeno reciprocamente
conosciute e comprensibili?
- Come si possono superare le barriere (ad es. Gibilterra)?
- Connessioni di mercato basate su scambi complementari?
- Relazioni regolari e frequenti, che portano alla fiducia reciproca?
2. In che modo i punti nodali hanno messo in relazione sfere commerciali diverse?
-
-
-
-
Posizioni vantaggiose, che collegano diversi sistemi di trasporto su rotte particolari
(ad es., attorno al 1300, Mediterraneo-Atlantico, Baltico-Mare del Nord, sistema
marittimo-fluviale, percorsi mare-terra.
Infrastrutture portuali, facilità di accesso, protezione, capacità, riparazione navale,
approvvigionamento.
Quali caratteristiche contribuirono a rendere le città portuali il fondamento di reti
sociali ed economiche polinucleari?
Istituzioni locali, nelle città portuali, che facilitavano i contatti tra acquirenti e
venditori: efficienza, rapidità, autonomia, competenza, affidabilità, livello di
specializzazione (es. fiere, broker, banche, borsa).
Natura, intensità e valore dei flussi commerciali.
Controllo dell’ hinterland, sua estensione e potenziale economico.
Posizione sociale dei mercanti e navigator stranieri: insediamenti chiusi (es. funduq,
fondaco / Kontor/ ‘Nation’, consulate), trading post, insediamenti aperti, numero e
varietà di stranieri, durata del soggiorno, livello di integrazione. Diaspora e migrazioni
permanenti.
Legami personali e familiari tra mercanti e navigator in vari porti.
3. In che misura il libero scambio e il protezionismo facilitarono l’integrazione di reti
marittime?
- Auto-organizzazione di compagnie private e aumento del loro raggio d’azione.
- La gestione dei conflitti da parte delle autonomie locali fu condizionata dalla
consulenza di mercanti?
- Protezionismo di livello sovra-locale da parte delle organizzazioni di mercanti o dalle
loro magistrature di fiducia?
- Trattative con i principi e le monarchie locali: riduzione dei rischi, protezione,
mediazione tra stati rivali.
-
Prevalenza del potere dello stato o relativa autonomia?
Compagnie privilegiate come alternative coloniali.
4. Quali caratteristiche dello scambio culturale o di prodotti particolari sono serviti a
integrare le reti marittime?
- I contatti commerciali richiedono scambi culturali, e li producono. Il commercio
intraeuropeo introduceva novità che erano immediatamente adottate e adattate.
- Scambio di beni, sapori, altri prodotti, altre tradizioni. Apertura al diverso,
cosmopolitismo.
- Trasferimento quotidiano di informazioni o conoscenze in ogni campo (geografia,
tecniche marittime, prodotti e organizzazione commercial).
- Barriere linguistiche: interpretariato, multilinguismo.
- Etnicità e diversità religiosa come barriere? Livelli di assimilazione.
5. Scambi intercontinentali
- Trasferimento all’Europa di beni, tecniche commerciali, conoscenza e gusti dal
Levante, Africa del Nord, Indie ed Estremo Oriente,
- Strutture istituzionali per lo scambio commerciale (funduq, trading post,
mercato, colonia),
- Organizzazione dell’espansione oltremare tramite apposite compagnie (le Hansa
del XII e XIII secolo, l’Hansa germanica, la Casa di San Giorgio, Merchants of the
Staple, Merchants Adventurers, Compagnie delle Indie),
- Potenza marittima come mezzo per favorire le economie nazionali in Europa.
Risultati attesi
I risultati delle ricerche selezionate per il progetto saranno presentati e discussi a Prato nel
corso della Settimana di Studi 2018. Dopo la discussione nelle sessioni della Settimana, i
relatori potranno completare e rivedere il loro testo entro il 30 giugno 2018. Tutti i contributi
ricevuti dall’Istituto saranno sottoposti a referee anonimo prima della pubblicazione.
Call for papers
Gli studiosi sono invitati a spedire la loro proposta preparando un abstract che sarà
esaminato dalla Giunta del Comitato scientifico.
Le relazioni dovranno rappresentare un contributo originale di carattere comparativo o uno
specifico caso di studio che sviluppi alcune delle questioni di fondo suggerite nella Call for
papers.
Le proposte provenienti da progetti o gruppi che mettono in relazione scuole o paesi diversi
saranno accolti con particolare interesse se offrono una analisi comparativa, in termini
geografici o diacronici, rispetto a due o più dei temi di ricerca suggeriti. Per questo tipo di
proposte, prenderemo in considerazione anche formati innovativi di sessione.
Il formulario completo dovrà essere inviato entro il 15 ottobre 2016 al seguente indirizzo:
Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”
Via ser Lapo Mazzei 37, I 59100 Prato, ITALY
e-mail: [email protected]
La Giunta del Comitato scientifico prenderà in considerazione solo formulari interamente
compilati e deciderà entro l’anno 2016 quali proposte verranno accettate, inviando l’invito
agli autori delle proposte selezionate. Tenendo conto delle risorse finanziarie dell’Istituto,
sarà garantita l’ospitalità a Prato nel corso della Settimana di Studi ad almeno 25 studiosi
(alloggio e buono-pasto di 10 euro). La Giunta può inoltre invitare fino ad un massimo di
ulteriori 20 studiosi a partecipare al progetto senza diritto all’ospitalità.
La Fondazione Datini metterà a disposizione dei relatori della Settimana di Studi fino a 10
borse dell’importo massimo di 250 euro per coprire i costi di viaggio. Tali borse sono
destinate ai ricercatori post-doc non strutturati.
Coloro che richiederanno tale borsa dovranno spedire l’apposita domanda insieme con il
loro contributo entro il 31 marzo 2018. La borsa di viaggio sarà liquidata nel corso della
Settimana di Studi, presentando le ricevute delle spese di viaggio.
I membri della Giunta sono: Erik Aerts (Lovanio, Presidente), Laurence Fontaine (Parigi, VicePresidente), Carlo Marco Belfanti (Brescia, Vice-Presidente), Giampiero Nigro (Firenze,
Direttore scientifico), Hilario Casado Alonso (Valladolid), Sergej Pavlovič Karpov (Mosca),
Olga Katsiardi-Hering (Atene), Maryanne Kowaleski (New York), Paolo Malanima (Catanzaro),
Michael North (Greifswald), Luciano Palermo (Tuscia), Gaetano Sabatini (Roma Tre).
Tutti i contributi presentati dovranno essere originali e non tradotti o apparsi in
pubblicazioni precedenti.
I testi provvisori dei contributi selezionati dovranno essere inviati alla Fondazione Datini
entro il 31marzo 2018. Essi saranno messi in linea (con accesso riservato ai partecipanti al
progetto e ai membri del Comitato scientifico) nel sito dell’Istituto prima della Settimana di
Studi per consentire una discussione più approfondita sul loro contenuto.
Nel corso della Settimana i partecipanti offriranno una sintetica presentazione (massimo 20
minuti).
Il testo definitivo, rivisto dall’autore sulla base della discussione (massimo 60.000 caratteri)
dovrà essere inviato all’Istituto entro il 30 giugno 2018.
Essi saranno sottoposti a una doppia peer review anonima. I testi che supereranno il giudizio
dei valutatori saranno pubblicati (insieme ad un abstract preparato dall’autore) entro un
anno in un apposito volume. Ai fini della pubblicazione, saranno accettati testi in lingua
italiana, francese, inglese, spagnola e tedesca. Durante la Settimana di Studi sarà attiva la
traduzione simultanea da e per le lingue italiana e inglese.