Piovesan-la-mediazione-nella
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La mediazione nella scuola Brescia, 2 marzo 2016 Relazione di Maria Piovesan Come Dirigente Scolastico vivo quotidianamente le relazioni umane di cui si nutre la Scuola, al di là e ben oltre i dettami burocratici, le norme e la contabilità. La nostra profonda ricchezza sono le relazioni in ambito educativo, che ci consentono di vivere il nostro percorso umano e professionale come arricchimento. Ho sempre letto le norme come una leva e un orientamento, non come un insieme di vincoli e di divieti: sono ancora del parere che vadano lette in modo costruttivo e positivo. Così il conflitto, spesso vissuto come un limite ed un problema. Cerchero' di stendere per sommi capi i punti nodali della mia relazione , lasciando ad ognuno la facoltà di "riempirli" e di interpretarli con la propria esperienza personale , unica e irripetibile. MEDIAZIONE: essere in mezzo a essere ponte per ri-conciliare persone che sono su fronti opposti PER MEDIARE è necessario com-prendere, prendere insieme, contenere, abbracciare non solo con la mente e l'intelletto, ma anche con il cuore. Com-prendere, ma anche com-patire, cioè patire insieme , partecipare alla difficoltà e alla sofferenza dell'altro con empatia. Il richiamo all'empatia nella mediazione è importante: immedesimarsi, mettendosi nei panni di....senza confondersi. Sappiamo bene che nella scuola molti conflitti si possono affrontare e gestire in modo proficuo, se si è in grado di mediare. La funzione del mediatore è quella di guidare un gruppo o due persone su posizioni differenti e apparentemente inconciliabili, per trovare un punto di negoziazione: cooperare piuttosto che competere ,ci porta a soluzioni senza perdenti. Sappiamo che laddove non c'è mediazione, spesso subentra il sistema giudiziario, il contenzioso defatigante e infinito: la scuola è luogo dell'EDUCAZIONE, della COSTRUZIONE DEL SE', della FORMAZIONE, della CURA e ACCOMPAGNAMENTO dei bambini e dei ragazzi verso l'età adulta, verso la costruzione di progetti di vita. Oggi per i docenti è difficile dialogare con le famiglie, spesso spaesate,frammentate, disorientate. Le famiglie, che vivono il nucleo degli affetti come luogo privato, emotivo con regole confuse, famiglie con le quali a volte non vorremmo parlare..... tuttavia è con queste famiglie che dobbiamo dialogare. IL MEDIARE è per definizione lontano dall'idea di torto/ragione, di giusto/ sbagliato: il riferimento sono i valori sui quali si fonda il nostro ESSERE AL MONDO antropologicamente inteso e le norme di riferimento,cioè la nostra CARTA COSTITUZIONALE. IL CONFLITTO FA PARTE DEL NOSTRO ESSERE AL MONDO , IN MEZZO A , VERSO DOVE....IL CONFLITTO E' LA NORMALITA' DELLA NOSTRA RECIPROCA ALTERITA'. Una buona regola potrebbe essere quella di imparare a gestire e a vivere i conflitti, evitando di delegare troppo a esperti psicologi o avvocati o estranei al mondo della Scuola che, forse,conosciamo meglio noi. E' importante che ci si renda conto che le persone, seppure in conflitto, mantengono la propria dignità e il proprio valore: non si tratta di logica di potere, ma di dialogo, che presuppone l'altro , il diverso da me, anche in contrasto con me. Quindi non vittorie o sconfitte, ma decisioni che tendono a valorizzare i punti di forza condivisi. Non è sempre una buona idea affrontare una situazione conflittuale quando si è arrabbiati, quando si hanno forti ri-sentimenti:può essere utile aspettare, avere pazienza e affrontare la situazione quando si è sereni. Può essere utile riflettere su se stessi e sui conflitti che siamo riusciti a risolvere, riflettere sulla propria resilienza evocando situazioni difficili affrontate con coraggio. Situazioni che ci hanno cambiato, di cui abbiamo fatto esperienza significativa sono dei fari a cui fare riferimento. Nella scuola la collegialità aiuta , consente di non vivere i problemi in solitudine: la collegialità è una risorsa, se ben spesa e ben mediata. Il mediatore, quindi, si mette all'ascolto:si mette nei panni di entrambe le parti, cercando di non valutare, non giudicare, non indagare.....ma cogliendo idee e sentimenti delle due parti. E' importante che cerchi il modo e le parole per valorizzare, rendere complementari punti di vista diversi, come punti di forza. Le emozioni entrano sempre in gioco, anche quando sono "forti", a volte non facili da esprimere ed ascoltare: non neghiamo le emozioni, esse ci accompagnano e colorano la nostra vita. E' importante valorizzare anche il linguaggio non verbale, non trascurando l'ambiente dove si tiene l'incontro, i convenevoli, la gestualità. BISOGNA RISPARMIARE LE PAROLE: a scuola siamo abituati a parlare, parlare,parlare: nella mediazione è importante ascoltare e non giudicare. Nella mediazione il mediatore non è coinvolto direttamente nel conflitto e ha il ruolo di promuovere la soluzione di una controversia o di una disparità di vedute, per addivenire a una decisione condivisa che va sottolineata e che abbisogna di feedback chiari da entrambe le parti. All'inizio di una riunione o colloquio è necessario aprire l'incontro facendo attenzione al luogo, le presentazioni, la definizione degli obiettivi e argomenti da trattare in modo chiaro e pragmatico. La conduzione dell'incontro, per essere efficare, richiede che il mediatore cerchi di non andare fuori tema : mette a fuoco l'agomento, rispecchia ,sintetizza, sottolinea idee e sentimenti. Se l'incontro inizia in modo polemico, il mediatore smorza i toni e invita a "rientrare" nel tema: restituisce "bonificate" anche le istanzer negative dell'altro. Può essere utile riassumere in che cosa consista la controversia, dicendo a chiare lettere: mi sembra di avere capito che il problema sta nel..... e aspettare la risposta degli interlocutori.Si tratta di mettere a fuoco il tipo di conflitto e che cosa possiamo fare per....che cosa è accaduto....quali sono i bisogni emersi per cercare un accordo e metterlo in pratica. Una buona mediazione passa attraverso la distinzione tra il problema e la persona che lo porta o trasferisce. Si tratta di orientare al futuro, cioè a ciò che si farà e al come lo si farà insieme: è importante sottolineare soluzioni a breve medio e lungo termine valorizzando un passo per volta (visione realistica). La verifica dell'accordo è importantissima: spesso si esce da un incontro senza avere chiarezza su ciò che si è deciso. Il mediatore conclude riassumendo i risultati raggiunti. ALCUNE RIUNIONI SONO INUTILI, ALCUNE DANNOSE:SCEGLIAMO IL MODO DI CONDURRE E VIVERE RIUNIONI UTILI E PROFICUE. E quando siamo proprio in crisi ricordiamoci il buon HEIDDEGGER che ci parlò degli esseri umani come accomunati da un vuoto, da una caduta:" il cadere insieme è l'unica originaria condizione della nostra esistenza". Buon lavoro!