Piano Formativo Regionale - Benessere - Linea 1

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Piano Formativo Regionale - Benessere - Linea 1
ALLEGATO B
PIANO FORMATIVO cod____ 1
LINEA 1
SVILUPPO TERRITORIALE
TITOLO
“PIANO FORMATIVO SETTORE SERVIZI ALLA PERSONA/BENESSERE”
REGIONE UMBRIA
Di seguito si fornisce uno schema con le indicazioni di massima dei principali contenuti e caratteristiche cui le Parti Sociali possono attenersi nella predisposizione del
Piano Formativo.
Il Piano Formativo sarà allegato al/i Progetto/i di Formazione presentati nell’ambito dello stesso Piano
CARATTERISTICHE DEL PIANO FORMATIVO
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Da compilarsi a cura di FONDARTIGIANATO
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Ambito di
riferimento e
tipologia
dell’intervento
Settore/i
produttivo/i
Territorio/i
Priorità
Orientamenti
Obiettivi specifici
X Aziendale
X Interaziendale X Pluriaziendale X Territoriale X Distrettuale X Filiera
X Settoriale
X Intersettoriale X Individuale
Il piano si riferisce al settore dei Servizi alla Persona, area del “BENESSERE”, nell’accezione ormai consolidata
di insieme di attività facenti capo in modo predominante all’ESTETICA e all’ACCONCIATURA, con possibile
estensione anche alle attività svolte all’interno di palestre, Spa, centri specializzati in piercing e tatuaggi, centri di
dietetica e alimentazione speciale (limitatamente agli aspetti non sanitari).
REGIONE UMBRIA
PRIORITA’ E ORIENTAMENTI
In linea con le finalità generali richiamate dai recenti Inviti di Fondartigianato:
- sostenere e diffondere la cultura della formazione continua, prestando attenzione alle esigenze e alle
istanze tipiche delle imprese di piccole e piccolissime dimensioni, forma in cui diffusamente si presentano le
attività economiche che operano nel settore BENESSERE;
- rafforzare il sistema delle competenze e la competitività delle imprese e, con ciò facendo, contribuire a) allo
sviluppo dei territori e di chi li popola, soprattutto in presenza di andamenti congiunturali negativi; b)
all’accrescimento del valore del lavoro e dei suoi processi attraverso la loro messa in sicurezza; c) alla
messa a punto di strumenti mirati, modelli organizzativi specifici, innovazione di prodotto e di processo,
processi di integrazione;
- favorire e innovare le metodologie e i processi di apprendimento, pervenendo a veri e propri “modelli” di
riferimento da condividere e diffondere;
il presente piano intende fornire le direttrici lungo le quali agire per il raggiungimento dei seguenti obiettivi specifici:
- rafforzare la competitività delle imprese, anche micro-imprese, che operano nel settore del BENESSERE,
attraverso la qualificazione delle risorse umane;
- fornire le competenze necessarie a supportare le evoluzioni verso forme di organizzazione più complesse
(da salone a “centro wellness);
- favorire e accompagnare l’introduzione di innovazione (tecnologica, produttiva, organizzativa), in linea con
le tendenze globali in atto (approccio olistico al Benessere, attenzione per i prodotti di cura “bio” con
specifiche certificazioni, ecc.);
L’orientamento generale che informa l’azione del piano è quello di:
- coniugare la competitività dell’impresa con i diritti formativi in capo ai lavoratori, favorendo il trasferimento di
competenze trasversali e di relazione, quali basi dell’occupabilità e della crescita personale di ciascun
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individuo.
perseguire il raggiungimento di priorità trasversali (sicurezza, tutela dell’ambiente, pari opportunità e
inclusione sociale, parità di genere)
inserire le singole azioni formative all’interno di una visione d’insieme più ampia, che tenga conto dei
fabbisogni di un intero territorio, facendo dei progetti formativi a valere sul presente piano una vera e
proprio azione di sistema per lo sviluppo locale.
PRIORITA’ E OBIETTIVI SPECIFICI a livello REGIONALE
Nel quadro degli indirizzi generali condivisi dalle parti sociali il“Piano regionale per lo sviluppo territoriale
dell’Umbria” conferma le seguenti priorità, altresì accolte dal presente piano settoriale:

la formazione in risposta ai bisogni delle imprese per accrescere le competenze dei propri addetti, per
migliorare le prestazioni, arginare la concorrenza ed imprimere un carattere distintivo ai prodotti e ai servizi
erogati;

la formazione in risposta alle esigenze dell’individuo che ha necessità di acquisire maggiori competenze ed
arricchire il proprio bagaglio professionale da spendere su un mercato del lavoro in continua evoluzione e
connotato da una estrema mobilità.
Infine, il piano assume a riferimento gli obiettivi trasversali delineati dal “Piano regionale per lo sviluppo
territoriale dell’Umbria”:
 l’attuazione del complesso delle norme in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro;
 il rispetto del principio delle pari opportunità;
 l’attuazione del complesso delle norme in materia di tutela dell’ambiente
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Finalità
Validità e
durata Piano
Eventuale
Interazione/Integ
razione con altri
interventi di
formazione ed
altre fonti di
finanziamento
X Competitività di Sistema X Sviluppo Locale X Competitività di impresa X Qualità prodotto/processo
X Innovazioni
A valere sull’insieme delle scadenze e su tutte le linee dell’Invito 1°/2011 e successive integrazioni
ACCORDI DI PROGRAMMA E/O PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TRA PARTI SOCIALI E ISTITUZIONI OVVERO SOGGETTI PUBBLICI E/O PRIVATI
REGIONALI E/O PROVINCIALI: (Descrivere brevemente le caratteristiche della integrazione degli interventi)
Risorse
necessarie
per gli
interventi
previsti
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Descrizione contesto e sua evoluzione
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LA CONFIGURAZIONE DEL SETTORE “SERVIZI ALLA PERSONA/BENESSERE” IN UMBRIA
Facendo riferimento alle componenti predominanti del settore oggetto del Piano (ACCONCIATURA ed ESTETICA),
alcuni dati sulle dinamiche delle imprese sono significativi per inquadrarne le dimensioni.
In Umbria risultano attive al 2011 n° 2.297, così suddivise:
SALONI DI ACCONCIATURA E BARBIERI
SERVIZI DEGLI ISTITUTI DI BELLEZZA
SERVIZI DI MANICURE E PEDICURE
SERVIZI DE CENTRI PER IL BENESSERE FISICO
ATTIVITA’ DI TATUAGGIO E PIERCING
NUMERO IMPRESE ATTIVE - 2011
TOTALE
PERUGIA
TERNI
UMBRIA
1.362
435
1.797
306
135
441
16
4
20
23
7
30
7
2
9
2.297
1.714
583
Fonte: elaborazione a cura di Ufficio Studi UNIONCAMERE UMBRIA, su dati INFOCAMERE
Sociale
Economico
Produttivo
A livello regionale, il settore sviluppa poco meno di 4.700 addetti (fonte: elaborazione a cura di Ufficio Studi
UNIONCAMERE UMBRIA su dati SMAIL Umbria, numero addetti a Giugno 2011), con una distribuzione tra le due
province che segue ovviamente l’andamento delle imprese (circa l’84% degli addetti lavorano in unità operative con
sede in Perugia, la restante percentuale a Terni).
Si tratta di un settore che complessivamente “tiene”, malgrado e, anzi, paradossalmente proprio in tempi di crisi. A
fronte della contrazione dei consumi, anche di beni primari, non scende, ovvero scende in misura non allineata alle
ipotesi, la spesa delle persone per la cura del sé. Ciò comporta ricadute positive in termini di assunzioni, confermate
dalle previsioni a livello regionale di forza lavoro qualificata nel comparto Benessere (fonte: EXCELSIOR 2011).
La forme prevalente è quella della micro-impresa, spesso parcellizzata sul territorio (è il caso soprattutto
dell’Acconciatura) accanto alla quale coesistono minoritarie esperienze di saloni di acconciatura strutturati e di centri
benessere con oltre 5 dipendenti, sporadicamente con marchi in franchising, e questo potrebbe rappresentare un
limite, laddove il cambiamento dei modelli di consumo e l’ingresso di nuovi competitors sembra suggerirescelte che
vanno verso l’aggregazione di Imprese, in tutte le sue possibili forme. La forma è, quindi, quella tipicamente
artigiana, in cui l’imprenditore è direttamente coinvolto nell’erogazione del servizio e organizza il lavoro dei propri
collaboratori, con ricorso del tutto occasionale alla delega piena.
Analogamente ad altri settori dell’Artigianato, anche per le organizzazioni economiche del Benessere in Umbria
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entra in gioco il fattore “modernità/attualità” citato dal Piano Formativo Settoriale nazionale, in maniera più forte per
l’Acconciatura (dove l’età dei media dei Titolari è relativamente elevata) che per l’Estetica (che esprime
un’imprenditorialità anagraficamente più giovane e, quindi, più propensa al nuovo).
Per quanto concerne nello specifico il comparto ESTETICA E WELLNESS, le politiche di marketing territoriale
supportate da scelte di programmazione, anche finanziarie, da parte della Regione Umbria, stanno portando linfa al
sistema nascente delle Spa, Resort, Centri Benessere residenziali, in cui al turista in visita (mediamente di breve
durata, raramente oltre il week end) vengono proposti pacchetti benessere a forte specializzazione tematica, spesso
legati a prodotti tipici del territorio. L’offerta riguarda ad esempio trattamenti che sfruttano alcuni principi attivi che
scaturiscono dal processo di vinificazione, oppure presenti nell’olio, nella cui produzione l’Umbria si distingue, o
ancora che impiegano il cioccolato, questi ultimi proposti soprattutto in occasione della manifestazione
EUROCHOCOLATE. Si tratta, in ogni caso, di proposte commerciali che vengono presentate come “esperienze” a
tutto tondo e che riaffermano la connotazione olisitica del concetto di “benessere”. Per la loro natura e in
considerazione della visione che dell’Umbria hanno i visitatori (cuore verde d’Italia) sono anche soluzioni in linea con
le tendenze in atto, concentrate verso la riscoperta di prodotti cosmetici naturali, contro quelli chimici, fino alle
frontiere estreme ma comunque commercialmente significative dei cosmetici “a chilometri zero” (come nel caso
citato del vino e dell’olio prodotti nelle nostre campagne).
Per completare il quadro, un cenno agli aspetti normativi. Gli operatori del settore lamentano da sempre la
mancanza di una regolamentazione che faccia chiarezza suoi ruoli e le attività da agire delle diverse figure che
ruotano attorno alle professioni del Benessere, ciò in primo luogo a tutela della salute dell’utente. Un simile
intervento diventa ancora più importante laddove, come detto, il settore del Wellness sta allargando i suoi confini,
annettendosi attività nuove e potenzialmente confliggenti con quelli più tradizionali. In termini economici, si tratta di
una istanza di regolamentazione della potenziale concorrenza.
Sempre in termini di normativa, è utile sottolineare che con D.G.R. 1895/2010 la Regione Umbria ha provveduto ad
approvare gli “standard professionali e formativi” della figura di Acconciatore e che con atti successivi ha altresì
definito gli “standard di certificazione” (D.G.R. 1473/2011) e la procedura di abilitazione all’esercizio della
professione di acconciatore (D.G.R. 9080/2011). A partire dal 2012, pertanto, tutti coloro che, avendo maturato i
requisiti richiesti dalla normativa nazionale e regionale, intendono diventare titolari di un salone di acconciatura
dovranno accedere a una specifica procedura in capo alla Regione Umbria. In sintesi la procedura si basa
sull’esame documentale di quanto prodotto dal richiedente, su un’audizione e su un esame tecnico-pratico, il tutto
finalizzato a verificare il possesso delle competenze di cui allo standard professionale approvato. Ciò che è utile in
questa sede sottolineare è che tale procedura chiama in campo un ipotetico fabbisogno di formazione, soprattutto
per coloro che intendono accedere all’esercizio della professione dal lavoro (cioè a dire in mancanza di esperienze
formali di apprendimento) e che hanno quindi bisogno di una sede in cui sistematizzare gli apprendimenti informali
maturati.
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A livello di dinamiche di mercato, è evidente come un settore come quello del “benessere” sia influenzato da fattori
sociali e legato a componenti che vanno dall’allungamento delle aspettative di vita, all’innalzamento dei titoli di
studio, all’attenzione per l’organizzazione del proprio tempo libero, che assume la connotazione di un “riscatto”
verso ritmi di lavoro frenetici.
Mercato
A ciò si aggiunga, in Umbria come del resto a livello nazionale:
a) l’allargamento della platea dei consumatori di “benessere”: per le donne, si allunga l’età in cui si dedica
attenzione al proprio corpo; gli uomini confermano la loro presenza nei centri di acconciatura, spesso unisex, e si
stanno affermando come clienti abituali di centri di estetica per trattamenti che vanno dall’abbronzatura, fino ai
massaggi relax e alle cure contro inestetismi vari;
b) l’esistenza di una clientela sempre più informata (grazie al surplus di notizie che arrivano dai media e da
Internet) che si aspetta dal proprio acconciatore e più ancora dalla propria estetista non solo elevate abilità manuali,
ma anche la capacità di “verbalizzare” i trattamenti e di spiegarne con appropriatezza di linguaggio e in modo
approfondito gli effetti, il funzionamento, i principi attivi dei cosmetici impiegati;
c) l’utilizzo diffuso di prodotti per la cura dei capelli e delle persona a carattere “professionale” e, quindi, in
vendita solo da parrucchieri ed estetiste;
d) la richiesta diffusa da parte della clientela di una robusta organizzazione del servizio: prestazioni solo su
appuntamento, ma al contempo margini per far fronte a eventuali “emergenze” (la cliente fidelizzata si aspetta che il
proprio acconciatore o la propria estetista la possa ricevere, in caso di necessità, “tra un appuntamento e l’altro”)
e) l’ampliamento delle sedi in cui si erogano servizi legati al “Benessere”: palestre, centri termali, strutture
ricettive che ospitano al proprio interno centri servizi di estetica e, limitatamente, di acconciatura,
erboristeria/profumerie che organizzano in modo più o meno sistematico eventi e dimostrazioni di trattamenti estetici
di vario tipo;
f) l’affacciarsi, in maniera al momento estremamente contenuta rispetto ad altre realtà, di imprenditorialità
straniera che riesce a praticare prezzi e offrire orari di apertura estremamente concorrenziali.
In generale, come detto in precedenza, il mercato locale umbro offre ancora spazi di successo per tutti gli
operatori del Benessere.
Ciò è particolarmente vero per il comparto Estetica; con maggiori elementi di criticità si presenta invece la situazione
dell’Acconciatura, dove i passaggi settimanali presso i saloni hanno subito un ribasso. La clientela è a
predominanza femminile, anche se la presenza del consumatore uomo comincia a essere commercialmente
rilevante. La fascia di età è compresa tra i 20 e i 60 anni, ma la consistenza del fatturato, anche in relazione alla
capacità di spesa, viene dal target 30-40 anni.
In considerazione della mancanza di un turismo di lunga permanenza, diversamente da come avviene in regioni
dove è consistente il flusso legato agli stabilimenti balneari o sciistici, la clientela è quasi esclusivamente locale,
sebbene, come detto, si stia affermando un turismo del benessere che porta in Umbria clienti interessati a pacchetti
simili.
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Descrizione processi e loro evoluzione
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Il processo lavorativo tipico di un Centro di Acconciatura o di Estetica può essere in sintesi descritto come segue:
- presa in carico del cliente e definizione del trattamento;
- predisposizione dello spazio di lavoro e scelta dei cosmetici/macchinari;
- erogazione del/dei servizio/i;
- eventuale vendita di prodotti per la cura e/o per la prosecuzione dei trattamenti avviati nel centro;
- eventuale definizione di nuovo appuntamento;
- ripristino dello spazio di lavoro;
Trasversalmente, il salone fa fronte alla gestione degli appuntamenti e delle scorte di magazzino. Restano poi in
capo al titolare le funzioni che vanno dalla promozione del salone, alla gestione dei rapporti con i fornitori,
all’organizzazione dei turni di lavoro, agli adempimenti fiscali, ecc..
Nell’ambito di questa “catena del valore”, la tensione si concentra soprattutto sull’erogazione del servizio e molto
meno sulle fasi trasversali e di supporto (organizzazione della segreteria, gestione del magazzino, ecc.).
Lavorativi
Abilità tecnica e manualità, accanto alle capacità di gestione della relazione con il cliente, sono quindi al centro dei
processi lavorativi. Il focus è tale da attribuire importanza relativa all’utilizzo di macchinari ad alta tecnologia.
Nell’Estetica soprattutto, eccezione fatta per alcuni specifici trattamenti, il fattore umano è predominante. La
considerazione si inserisce in una più generale riflessione sull’organizzazione del fattore “lavoro” all’interno dei
contesti produttivi artigiani, come messo in evidenza nel “Piano regionale per lo sviluppo territoriale dell’Umbria”:
“Una delle variabili più importanti che determina il successo di un’impresa, soprattutto di quelle artigiane e di piccole
dimensioni, sono gli aspetti intangibili legati alle qualità personali, al bagaglio di conoscenze e competenze
condivise, al capitale umano, all’insieme delle relazioni di coloro che a vario titolo sono coinvolti nel processo
lavorativo, cioè all’insieme del saper essere e del saper fare delle persone, ed alla capacità di mettere al centro delle
organizzazioni la conoscenza, come valore per i singoli e per la realtà aziendale”
Guardando al processo in termini di evoluzioni in atto, l’attenzione va allo spazio sempre più ampio che le strutture
devono saper garantire a:
- Programmazione e organizzazione dei servizi, intesa come gestione del planning degli appuntamenti e
ottimizzazione delle risorse umane e strumentali disponibili;
- Accoglienza e assistenza al cliente: ci si riferisce qui alla presa in carico del cliente, al momento del suo
arrivo e all’assistenza post-servizio. In ciò gioca un ruolo vincente la capacità di tessere relazioni
professionali e, tuttavia, amichevoli. In realtà l’approfondimento di questo aspetto dovrebbe allargarsi
all’organizzazione dell’ambiente di lavoro, che dovrebbe essere il più possibile vicino agli stili della clientela
di riferimento
- Promozione dell’esercizio: si tratta di definire offerte a partire dallo studio delle attese della propria
clientela. Oltre alle promozioni tradizionali (che tuttavia soccombono di fronte alla potenza, in questo settore,
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del “passa parola”), recentemente alcuni saloni in Umbria stanno sperimentando formule “open” mensili (la
cliente paga un corrispettivo mensile e a fronte di ciò ha accesso libero entro il mese a trattamenti basici, ad
esempio la “messa in piega”, mentre paga a listino tutto quanto eccede). Questi pacchetti tendono a
fidelizzare il cliente e si sommano a quelli ad esempio di “scoutistica” in determinati giorni della settimana,
volti a favorire una migliore distribuzione dei carichi di lavoro all’interno della stessa.
- Aggiornamento e specializzazione dei servizi offerti: la gamma dei servizi “core” di Acconciatura ed
Estetica dovrebbe essere oggetto di costanti aggiornamenti, alla luce delle tendenze in atto e verso standard
qualitativi sempre crescenti.
Nell’organizzazione dei processi lavorativi del settore Benessere e, specificamente, Acconciatura ed Estetica, il
fattore dimensionale ha ricadute significative.
Infatti, le dimensioni piccole, fino al cosiddetto “nanismo” d’impresa, dei centri, unitamente alle caratteristiche
tipiche dei contesti di lavoro artigiani, fanno sì che il titolare intervenga direttamente sull’erogazione del servizio, e
che si serva dei “collaboratori” solo per fasi del processo e specifici trattamenti ritenuti non “strategici”. Ciò anche in
considerazione, come si è detto, della forte influenza del fattore umano: il cliente sceglie di affidarsi a un singolo
professionista (spesso, per l’appunto, il titolare che ha avviato l’impresa) e non al salone come organizzazione.
Organizzativi
Siamo, quindi, di fronte, a strutture abbastanza elementari, dove solo raramente esistono figure dedicate ad
esempio alla gestione della segreteria o alle vendita dei prodotti. C’è forte flessibilità interna del personale, i
lavoratori sono abituati ad agire su più fasi del processo sopra descritto, con una conoscenza diffusa del lavoro che
va oltre la propria mansione.
Se questa è la forma organizzativa tipica, si riscontrano in Umbria anche modelli organizzativi più strutturati, con
maggiore determinazione dei ruoli e degli spazi di lavoro, una più definita e condivisa “mission” aziendale con un
conseguente maggior coinvolgimento dei dipendenti da parte del Titolare.
Da un punto di vista delle evoluzioni auspicabili, un’organizzazione più chiara ed efficace, soprattutto laddove il
centro sia sede unica tanto di servizi di acconciatura che di servizi di estetica, è sicuramente un fattore di
competitività. In questo caso, il centro dovrebbe dimostrare la capacità di organizzarsi contemporaneamente lungo
le due direttrici della specializzazione (dei trattamenti all’interno delle due aree Acconciatura ed Estetica) e
dell’integrazione (assunzione di una filosofia di riferimento, che pone al centro il “benessere” a tutto tondo del
cliente).
Il settore del Benessere è condizionato in modo complesso e a volte ambivalente dall’innovazione.
Innovazione
Da una parte, la centralità della manualità e il contenuto “tradizionale” di alcuni trattamenti, abbinati al carattere
naturale/tradizionale (versus artificiale/nuovo) sembrano attribuire un valore commercialmente non strategico
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all’innovazione. Dall’altra l’innovazione si afferma in modo prepotente in primo luogo perché la considerazione di cui
sopra, operata a volte anche dagli stessi addetti del settore, oltre che dai clienti, nasce da un equivoco, e cioè che il
nuovo sia necessariamente meno salutare e meno efficace del vecchio, quando in realtà la tradizione ha possibilità
di successo solo se reca in sé i benefici del nuovo. E’ innegabile, infatti, che la realizzazione di un trattamento (tanto
di estetica, che di acconciatura) debba risentire delle evoluzioni scientifiche e tecnologiche in atto, a partire dal
modo (protocollo metodologico) in cui viene realizzato fino ad arrivare agli strumenti tecnologici e ai principi attivi
che vengono impiegati. In questo senso, c’è da segnalare l’assoggettamento dei saloni, soprattutto dei più piccoli,
alle innovazioni “imposte” dalle grandi case produttrici di cosmetici di cura, particolarmente dei capelli, ma anche del
corpo .
In secondo luogo, l’esistenza di una clientela sempre più informata e esigente, attenta alla propria salute oltre che al
benessere, impone ai centri un aggiornamento continuo in termini di tecniche, macchinari, prodotti.
Tuttavia, è evidente che l’introduzione di tecnologia apporta benefici di lungo termine solo se si
accompagna all’innovazione organizzativa e alla ridefinizione dei processi aziendali. Anche in un settore
come quello dei Servizi alla Persona/Benessere valgono pienamente le considerazioni di cui al ““Piano regionale
per lo sviluppo territoriale dell’Umbria”: “Per poter beneficiare appieno delle potenzialità innovative insite
nell’acquisizione di nuovi fattori produttivi tecnici occorre agire parallelamente sull’organizzazione e sulle
competenze dei collaboratori. L’innovazione e lo sviluppo dei processi aziendali va pertanto vista come un’attività
complessa che richiede l’analisi simultanea dei meccanismi gestionali, degli aspetti organizzativi e delle tecnologie”.
Mercato
L’innovazione, infine, diventa necessaria da un punto di vista organizzativo, laddove il piccolo salone intenda
fare “il salto di qualità” verso il centro specializzato, tanto di estetica che di acconciatura, che, ancora più “centro
benessere” di estetica+acconciatura. In questo caso, l’innovazione diventa elemento indispensabile in termini di:
- organizzazione del processo di lavoro in modo innovativo: mappatura dei processi e attribuzione di ruoli
specifici, ma anche risorse dedicate alle funzioni trasversali (accoglienza, vendita di prodotti di cura,
assistenza e “sistema qualità”);
- introduzione di soluzioni informatiche per gestire il planning degli appuntamenti e le scorte di magazzino;
- accesso a nuove forme di promozione, anche attraverso il marketing multimediale, dei servizi e dei pacchetti
offerti.
Per quanto concerne i processi riconducibili al “mercato”, le tendenze in atto in Umbria, in linea peraltro con il
quadro nazionale, possono essere così descritte:
- molti saloni si stanno trasformando nel senso del passaggio verso il vero e proprio “centro wellness” e,
anche laddove ciò non avviene, pur mantenendo la propria specificità, la gamma dei servizi aggiunti sta
ampliandosi. In questo senso, i saloni di acconciatura offrono anche servizi accessori (trucco, pedicure,
manicure), così come i centri di estetica mettono a disposizione consulenze di dietologia, oppure si
convenzionano con palestre per erogare sul luogo alcuni trattamenti benessere. Ciò in considerazione del
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fatto che esiste una clientela sempre più esigente in termini di varietà e qualità dei servizi offerti;
le politiche di marketing si stanno allargando alla costruzione di pacchetti benessere complessi e alla
visibilità sul web, attraverso portali commerciali dedicati o al settore o al territorio;
di fronte al crescente numero di nuove imprese, la parola chiave per fidelizzare il cliente sembra essere per
il pubblico più maturo l’affidabilità (in termini di efficacia del trattamento) della prestazione, mentre per la
clientela più giovane l’appeal si concentra sulla più generale “immagine” del salone: dall’arredamento delle
postazioni di lavoro, alla scelta della musica, alle riviste offerte, fino all’abbigliamento di lavoro scelto dagli
operatori. E’ evidente, in ogni caso, che di fronte a un mercato in continua e veloce evoluzione, soprattutto
per i modelli di consumo che tendono velocemente a susseguirsi, la capacità di anticipare i cambiamenti e
di adattare ad essi i servizi offerti sembra diventare la risorsa manageriale vincente.
Descrizione tecnologie e prodotto/i e loro innovazione
L’introduzione di tecnologia all’interno dei centri che erogano servizi legati al benessere è crescente e variegata. Si
tratta di tecnologie che, come detto, accompagnano e raramente si sostituiscono alla manualità dell’operatore, vera
ricchezza di un centro.
A livello di trattamenti estetici, l’impatto più rilevante è quello dei macchinari contro i vari inestetismi, che sfruttano di
volta in volta principi fisici/chimici di funzionamento o sostanze attive diverse e quello delle macchine-solarium, per
le quali l’introduzione di nuova tecnologia va nella direzione dell’abbattimento di ogni possibile danno dermatologico
(invecchiamento, macchie, ecc.).
Nell’Acconciatura, l’introduzione di tecnologia riguarda invece soprattutto i trattamenti tricologici.
Tecnologie
Prodotto/i
In generale, la tendenza in atto nell’utilizzo dei prodotti va verso la riscoperta di contenuti naturali, che sappiano
coniugare l’efficacia del risultato con l’idea di aggiungere, attraverso il binomio “natura/purezza” ancora qualcosa in
più in direzione della salute e, quindi, del benessere. In ogni caso, ciò che appare chiaro è che il Cliente si aspetta
dal proprio Acconciatore e dalla propria Estetista una profonda conoscenza dei prodotti utilizzati e offerti in vendita,
e, quindi, una illustrazione chiara e approfondita delle sue qualità, del funzionamento dei principi attivi, degli effetti
benefici così come dei punti di debolezza.
Ci sembra inoltre utile ricordare che anche in questo settore si sta affermando la preferenza degli operatori verso
tecnologie e prodotti “Made in Italy”, anche sulla scia delle sollecitazioni che vengono dai clienti.
Infine, da notare che, in modo trasversale, soprattutto in presenza di Titolari giovani, le tecnologie informatiche si
stanno affermando a più livelli: dalla gestione dell’immagine e della promozione del salone, alla creazione di agende
clienti, complete di schede tecniche, fino alle più tradizionali attività di organizzazione del magazzino e degli ordini.
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Descrizione fabbisogni formativi:
Relazionali
In considerazione di tutto quanto sopra detto, i fabbisogni formativi in questo campo attengono soprattutto al
processo di comunicazione e gestione delle relazioni:
- tanto verso l’esterno: fornitori e, soprattutto, clienti (anche potenziali). Per gli operatori del settore ciò
significa appropriarsi degli strumenti comunicativi e psicologici che, insieme alla profondità delle conoscenze
tecniche, permettano loro di qualificarsi come veri e propri “consulenti di immagine e di benessere”.
Rientrano inoltre in questo ambito la capacità di tessere relazioni con gli altri operatori del settore, in una
logica di “rete d’imprese” che nel settore del Benessere non si è ancora sufficientemente affermata, essendo
poche e concentrate alle sole forme dei gruppi di acquisto le esperienze in corso in Umbria;
- quanto interna alla struttura organizzativa, intesa quindi come capacità di autodiagnosi del proprio lavoro,
di capacità di lavoro di squadra e infine come capacità manageriali del titolare di gestire le relazioni con i
propri collaboratori in un’ottica di valorizzazione del lavoro di ciascuno, verso il raggiungimento di obiettivi
certi e condivisi. Si tratta, in sintesi, del bisogno di rafforzare il valore della mission aziendale e del senso di
appartenenza, in un’ottica di sistema integrato di impresa (cfr. “Piano regionale per lo sviluppo territoriale
dell’Umbria”). In ciò è altresì ricompresa la relazione di apprendimento, ovvero la capacità di gestire le
transazioni che hanno come contenuto i saperi e il loro trasferimento. E’ infatti evidente che uno dei fattori di
successo e, quindi, critici, consiste proprio nella formazione interna del personale (apprendisti, neo-assunti)
che comporta notoriamente costi elevati in termini di investimento di tempo che il personale qualificato,
spesso lo stesso titolare, dedicano all’insegnamento.
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Di processo
(altro)
Per quanto attiene al processo, emergono fabbisogni che attengono all’opportunità di migliorare, attraverso
l’acquisizione/l’aggiornamento di competenze:
- l’organizzazione efficace della fase di accoglienza, di pianificazione degli appuntamenti e di assistenza al
cliente che ha terminato il proprio trattamento;
- la capacità di intercettare e interpretare le tendenze moda, e di interiorizzarle sotto forma di adeguamento
delle proposte del centro a quanto richiesto dal mercato;
- la diagnosi, la definizione e l’erogazione del trattamento individuato: ci riferiamo quindi al rafforzamento delle
competenze tecnico-specialistiche che qualificano il servizio offerto: nuove tecniche, nuovi trattamenti, nuovi
prodotti, nuove procedure.
- l’individuazione e la messa a punto di servizi nuovi e/o la definizione di nuove modalità di erogazione dei
servizi già offerti. In stretta connessione, vi è anche la necessità di anticipare e interpretare le tendenze moda
e l’affermazione di nuovi modelli di consumo, entrambi fattori che hanno ricadute essenziali nella definizione
dei nuovi servizi;
- la promozione e la vendita dei prodotti cosmetici di cura post-trattamento, tanto per l’acconciatura che per
l’estetica;
- le gestione degli acquisti e del magazzino;
- la capacità di leggere la propria Impresa in un’ottica di Organizzazione (con tutti gli aspetti, anche tecnici, che
ne derivano), ispirata ai principi di Qualità, ponendo quindi al centro il cliente e il concetto di benessere a tutto
tondo;
- la gestione delle risorse umane che operano all’interno del salone/centro;
- la gestione degli aspetti amministrativi e fiscali.
Eventuale adeguamento delle competenze linguistiche per lavoratori stranieri
Descrizione processi di apprendimento
Metodologie
A livello di metodologie, il presente piano condivide l’impostazione di cui al “Piano regionale per lo sviluppo
territoriale dell’Umbria”:
“Per svolgere in maniera ottimale il suo ruolo di investimento, l’azione formativa deve essere fortemente e
intrinsecamente legata alla missione, ai valori, alle strategie a alla dimensione organizzativa e produttiva del
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sistema di riferimento, in sostanza deve essere centrata sulle esigenze e le necessità dell’utente. Tutto questo
significa farsi carico della relazione con il complesso sistema di clienti e committenti (lavoratori, imprese, parti
sociali, Fondartigianato) e assumere una logica fatta di impegni reciproci correttamente formalizzati.
E’ importante focalizzare non tanto o non solo i fabbisogni professionali in termini di “cosa manca”, bensì in termini
di “quali sono i processi di apprendimento rilevanti”.
Da questo punto di vista, i punti più rilevanti da considerare sono i seguenti:
 l’impresa è l’unico luogo in cui e possibile apprendere i saperi pratici necessari all’acquisizione della
professionalità, ma, al contempo, l’impresa è sempre meno il luogo in cui la trasmissione del sapere si presenta
facile e naturale, a causa di fattori come la scarsa disponibilità sociale all’investimento in apprendimento ed i
limiti di funzionamento organizzativo, la centratura dei saperi essenziali (dunque del ruolo del docente)
sull’imprenditore artigiano, che non è particolarmente incline a delegare questa funzione, oppure, anche
volendo, magari non è nelle condizioni di poterlo fare, la scarsa capacita “pedagogica”, i costi effettivi di
trasmissione attraverso il “learning by doing”;
 anche i distretti non sembrano essere più i luoghi (“mitici”) in cui avvenivano processi di cooperazione
competitiva ed in cui il mercato del lavoro provedeva, attraverso il suo naturale funzionamento, alla
ridistribuzione virtuosa dei saperi, generando rilevanti esternalità;
 è evidente lo scollegamento fra saperi (e formazione) più pratici e quelli più teorici. Da questo punto di vista, il
costo dell’integrazione fra le due tipologie di conoscenza sono in genere molto alti, sia per questioni culturali
(scarso riconoscimento dell’importanza del sapere teorico da parte di imprenditori e dipendenti), sia per la
mancanza di metodi e strumenti di alternanza e di integrazione fra i due. Di solito, dove l’integrazione avviene è
perché esistono specifici “vettori di integrazione”, spesso casuali: un certo tipo di consulenza aziendale (o di
consulente), una certa predisposizione dell’artigiano e del formatore, il ruolo di facilitatore svolto da un
dipendente o dal figlio dell’imprenditore con un maggior livello di istruzione (“ricambio generazionale virtuoso”).
Occorrono, dunque, dei “mediatori” ed un approccio “bottom-up”, dove si ponga al centro l’artigiano, il suo
sapere pratico e le sue modalità empiriche di apprendimento, per giungere alla ricostruzione utile e
cognitivamente specificativa dei “perché teorici” e delle possibili nuove soluzioni che si possono prospettare;
 la formazione continua non è in genere percepita come utile, o addirittura è percepita come controproducente,
anche in assenza di un’esperienza diretta, spesso, ad esempio, a causa della lettura critica dell’apprendistato
(per quanto riguarda la frequenza ai corsi obbligatori) e del livello professionale di chi esce dalla formazione in
ingresso. Quando vi si fa ricorso (in meno del 10% dei casi), è giudicata al massimo come “interessante, ma
poco utile” e questo suggerisce, da un lato, di tarare meglio gli interventi formativi, dall’altro di lavorare sugli
aspetti di cultura d’impresa connessi alla formazione. A testimonianza di ciò, quando non si fa ricorso alla
formazione spesso, oltre che per vincoli oggettivi (es: mancanza di tempo), è perché la si percepisce come un
“costo” e non come un “investimento”;
 sempre con riferimento ai fattori culturali ed alle percezioni degli imprenditori in merito alla formazione, molti di
loro avvertono di doverne sopportare interamente i costi, nell’incertezza di esiti e di prospettive. La prospettiva
cambia rispetto a chi concepisce la formazione come un investimento utile; si tratta di chi ha sostanzialmente
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
chiare le proprie esigenze ed è determinato nell’adeguamento delle competenze-chiave della propria impresa;
un aspetto importante è la capacita spontanea di apprendere dalla propria esperienza, sapendo produrre e
gestire discontinuità notevoli di prodotto e di mercato. In questo senso, è necessario pensare a come far sì che
la formazione continua possa andare a supporto di questo potenziale, in modo che essa acquisisca significato e
valore. In sostanza, la Formazione Continua è un driver di attivazione e di adeguamento delle capacità e dei
comportamenti delle imprese e dei lavoratori, che, come tale, richiede di agire e di essere agita in un contesto in
cui le grandi scelte di fondo siano già state compiute ed in cui vi sia visibile continuità rispetto ad altri sistemi e
canali di apprendimento, formale e non.
Detto questo, i punti cardine degli interventi devono essere i seguenti:
 assumere a riferimento un’ottica temporale di medio termine: la densità ed il carattere strutturale dei
cambiamenti attesi richiedono una rilevante profondità e continuità delle risorse, coordinate da uno strumento di
programmazione;
 ricercare un equilibrio fra risorse destinate a favorire la riproduzione dei saperi e risorse rivolte alla loro
innovazione, il che rimanda al più generale tema della necessità di un quadro unico di politiche formative;
 sviluppare modelli formativi coerenti con le caratteristiche di apprendimento dei contesti e dei beneficiari cui essi
si rivolgono, il che può essere declinato in vari modi: sviluppare pedagogie di alternanza e di integrazione fra
saperi pratici e saperi teorici, volte alla riduzione dei costi di trasmissione e di acquisizione delle conoscenze;
 definire modalità di accesso e di erogazione della formazione coerenti con i vincoli organizzativi dei beneficiari;
 estendere le tipologie di interventi formativi finanziabili, per ricomprendere azioni integrate con approcci
consulenziali, o comunque basate su azioni di contesto di tipo “bottom-up”, scambi di buone prassi anche
tramite interventi formativi in aziende eccellenti; benchmarking di processo.
 qualificare le capacita didattiche e di gestione della conoscenza dell’imprenditore e dei lavoratori dell’impresa
artigiana.
E’ necessario, infine, rendere partecipi, e non soggetti passivi, i lavoratori e le lavoratrici del processo a cui stanno
per prendere parte, esplicitando in
o la funzione della Formazione Continua
o l’esistenza e il ruolo del Fondo Interprofessionale
o il diritto/dovere dell’impresa nei confronti del Fondo
o il diritto/dovere dei lavoratori e delle lavoratrici nei confronti del Fondo
La Formazione Continua si rivolge ad un pubblico di lavoratori e di lavoratrici adulti, con un bagaglio di conoscenze
e di competenze propri. Si devono valorizzare i saperi, sia quelli personali che quelli professionali e deve essere
chiarito da subito che i loro saperi, con il loro consenso, diventeranno patrimonio dell’intero gruppo. Si espliciterà
l’obiettivo cognitivo della formazione nella logica dello scambio reciproco dei saperi; l’organizzazione e la tempistica
del percorso Formativo.”
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Strumenti
Modalità
organizzative
Nel rispetto dei principi dell’educazione degli adulti, il Piano Formativo vuole quindi privilegiare l’attuazione di
metodologie attive, che garantiscano ai singoli soggetti coinvolti di porsi come “promotori” dell’azione formativa
stessa. Infatti, essendo volte a respingere il ruolo passivo, dipendente e sostanzialmente ricettivo usualmente
assunto dal soggetto, tali strategie formative tendono a stimolare una sua partecipazione attiva, sentita e
consapevole.
Utilizzando un approccio metodologico prevalentemente basato sui principi dell’“action learning”, l’obiettivo diventa,
infatti, da un lato, quello di sviluppare conoscenze e metodologie coerenti non solo con le esigenze del lavoro e
della prassi professionale, ma anche con le aspettative e le motivazioni di ogni lavoratore e, dall’altro, di ancorare i
singoli progetti formativi alla realtà concreta (di lavoro e organizzativa) dell’utente, promuovendo il collegamento
stretto fra il processo di apprendimento individuale e i cambiamenti organizzativi attesi.
Sulla base di tali assunti, il docente diventa “regista” della formazione e i partecipanti gli “attori protagonisti”. Sulla
scorta di tale impostazione, modalità d’apprendimento quali “role-playing”, “case-analisys”, “work-group”,
unitamente ad esercitazioni pratiche orientate al “problem-solving” mirano a rendere l'acquisizione concettuale
interattiva e duratura nel tempo. Accanto alle metodologie più tradizionali, pertanto, ciascun intervento dovrà
orientarsi verso un’integrazione tra alcuni approcci alternativi strettamente coerenti e funzionali al conseguimento
degli obiettivi generali dei differenti interventi formativi, nell’intento di creare una reale comunità di pratiche e di
apprendimento.
In funzione degli argomenti specifici che verranno individuati all’interno dei singoli Progetti rispondenti al presente
Piano e delle attività previste, dovranno essere utilizzati strumenti idonei allo svolgimento dei singoli percorsi e delle
unita formative.
In via esclusivamente esemplificativa, vengono individuati strumenti quali:
 lavagne luminose;
 lavagne a fogli mobili;
 PC con videoproiettore;
 videoregistratore;
In relazione all’utilizzo di laboratori tecnici e professionali, si prevedono attrezzature e/o strumentazioni specifiche
I progetti rispondenti al presente Piano, analogamente a quanto previsto a livello di Piano regionale, dovranno
prevedere modalità organizzative rispondenti alle richieste del Fondo e ogni intervento formativo sarà organizzato,
ponendo attenzione a:
 rilettura del fabbisogno formativo delle imprese e dei lavoratori prima di collocare questi ultimi nell’ambito di uno
specifico percorso formativo;
 una fase di accoglienza iniziale, funzionale all’esplicitazione degli obiettivi e delle finalità dell’intervento, nonché
un momento di sensibilizzazione al tema della formazione continua, con particolare attenzione alla descrizione
delle potenzialità di Fondartigianato;
 definizione di un “setting formativo” strutturato costruito ad hoc, in funzione delle caratteristiche specifiche degli
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





Documentazione
(utilizzo materiali e
prodotti di esperienze
precedenti)
utenti che parteciperanno agli specifici percorsi formativi;
interventi di monitoraggio iniziale (volti alla rilevazione delle aspettative e delle motivazioni alla base
dell’adesione dell’intervento formativo, nonché di valutazione delle competenze di ingresso), in itinere (al fine di
indagare gli scostamenti di segno positivo o negativo rispetto alle aspettative iniziale e utili per valutare il livello
di apprendimento raggiunto), finale (con lo scopo di valutare il livello di competenze raggiunto e il grado di
soddisfacimento del percorso intrapreso), ex-post (indagine di follow-up volta ad indagare l’effettiva ricaduta
dell’esperienza formativa vissuta in relazione al ruolo ed alla funzione ricoperti dal soggetto in formazione);
disponibilità di materiale di consumo: rendere disponibili per esercitazioni pratiche e simulazioni materiali di
consumo in quantità sufficiente e di qualità adeguata
tempistica al fine di conciliare i carichi di lavoro dell’azienda e gli impegni di formazione, programmando date ed
orari
ricorsività per dare continuità agli interventi formativi, attraverso interventi formativi brevi/mirati, ma programmati
in un lasso temporale prolungato, nell’ottica di un piano di sviluppo articolato e non di interventi “spot”
ottemperanza agli adempimenti burocratici del Fondo: adottare la modulistica prevista per la gestione dei
percorsi, rispettando tempi e modalità di trasmissione
attestazione e certificazione delle competenze. Per supportare tale processo, ed in sintonia con le linee già
adottate da Fondartigianato con l’emanazione dei precedenti Inviti, si ritiene fondamentale prevedere azioni a
sostegno del riconoscimento formale degli apprendimenti (mediante rilascio della “Dichiarazione di
Competenze”)
La documentazione oggetto di formazione sarà fornita dai docenti ed esperti. Saranno fornite documentazioni
didattiche di vario tipo: dispense, testi, schede tecniche, cd rom.
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ALLEGATO B
Contenuti formativi da sviluppare
I contenuti formativi da sviluppare attraverso i singoli progetti formativi presentati a valere sul seguente piano dovranno tenere conto
di quanto riportato in premessa nell’ambito del “Piano regionale per lo sviluppo territoriale dell’Umbria”:
“Del resto, rispetto al passato cresce il numero di imprese che percepiscono l’importanza di “fattori competitivi soft”, come la gestione
delle relazioni con clienti (soprattutto ad alto valore) e partner (nell’ambito di “costellazioni del valore”), o la gestione delle risorse
umane, dove emergono esigenze di maggiore “competenza tecnica” e di “approcci relazionali e motivanti”. In generale, emerge per
molti la necessita di acquisire competenze nuove, solide, per potenziare la propria capacita competitiva; queste sono legate al
passaggio dal “fare prodotto” al “fare impresa”, nel senso di spostare l’attenzione strategica dall’economia materiale alla costruzione di
capacita competitiva attraverso il presidio forte dei fattori immateriali”
Questa tendenza, visibile in forma macro a livello regionale, è vera anche per il settore del Benessere. Ciò, ovviamente, non deve
indurre ad allontanare l’attenzione dai processi core connessi all’erogazione dei servizi.
In linea con quanto definito a livello di fabbisogni di competenze e di quanto descritto nel Piano Settoriale dell’Umbria, i contenuti
formativi dovranno riguardare:
 Pianificazione strategica e gestione economico-finanziaria: definizione di piani strategici di sviluppo, messa a punto di
modelli organizzativi efficaci, aggiornamento su aspetti giuridici, contabili, economico-finanziari, tecnico-produttivi, definizione
di stili di direzione, approfondimento delle procedure amministrative, con particolare riguardo alla capacità di lettura e
previsione dei flussi finanziari, e agli adempimenti societari.
 Gestione delle risorse umane: aspetti contrattuali e normativi, tecniche di team building, motivazione del personale,
formazione dei tutor di apprendistato. Tecniche di comunicazione per migliorare la condivisione delle informazioni e i flussi di
lavoro e favorire il trasferimento dei saperi nei luoghi di lavoro;
 Gestione commerciale – Approccio al mercato: lettura delle tendenze e dei modelli di consumo e di identificazione del
concetto di benessere, tecniche di commercializzazione, anche attraverso il web. Presidio della lingua inglese, nella misura in
cui essa è di supporto all’approfondimento di nuove tecniche di lavoro, nuovi prodotti, nuove tendenze
 Gestione commerciale – Relazioni con la clientela: miglioramento del flusso di comunicazione, presa in carico del cliente e
risoluzione dei problemi, definizione di procedure per rilevare la qualità percepita e migliorare il servizio offerto nella direzione
delle attese del cliente
 Produzione/Erogazione del Servizio in senso stretto: aggiornamento e acquisizione di nuove competenze tecniche, abilità
manuali per innalzare la qualità del servizio offerto;
 Logistica e Magazzino: gestione e organizzazione del magazzino e delle scorte
 Innovazione: da intendersi in modo trasversale come sviluppo della propensione all’innovazione e come definizione di
comportamenti lavorativi che rendono possibile l’introduzione dell’innovazione messa a punto. A questi contenuti, finalizzati
allo sviluppo di meta-competenze, si aggiungono quelli degli ambiti di cui sopra (Pianificazione strategica…, Gestione delle
risorse umane, Gestione commerciale, ecc.) che potranno tutti essere declinati - soprattutto se richiesto dalle analisi dei
fabbisogni dei singoli contesti aziendali, interaziendali, territoriali, osservati - in termini di innovazione.
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Tutto ciò integrato con alcune aspetti trasversali:
- Qualità e Sicurezza: organizzazione secondo i principi di Qualità dell’Impresa (da leggersi soprattutto come orientamento al
cliente), attenzione all’impatto sull’ambiente dei rifiuti, organizzazione degli spazi di lavoro secondo criteri di salute e igiene,
nel rispetto del lavoratore e del cliente.
- Informatica e ICT: con riferimento tanto alle competenze informatiche di base, quanto a quelle più strettamente connesse al
settore di riferimento: software per la gestione dell’agenda clienti e degli appuntamenti, software per la diagnosi e la
simulazione degli effetti dell’applicazione di specifici trattamenti, utilizzo di strumenti di promozione on line del proprio salone
e dei suoi servizi
A questi contenuti si aggiungono quelli previsti dal Piano Settoriale dell’Umbria, a seguito di quanto previsto nell’Accordo per la
formazione continua in Umbria, in cui le parti ravvisano la necessità di introdurre un modulo di durata variabile a seconda della
durata del percorso complessivo avente ad oggetto:

Fondartigianato

La formazione dei lavoratori

Diritti e doveri dei lavoratori

Previdenza integrativa

Salute e sicurezza (ad eccezione dei progetti specifici salute e sicurezza).
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Priorità dell’intervento
“PREVENTIVO”:
X
anticipare i bisogni di formazione
X
aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
X
adeguare la qualificazione professionale dei lavoratori
“CURATIVO”:
X rispondere ai bisogni formativi specifici
X riqualificare i lavoratori
X aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
X acquisire nuove qualificazioni professionali
Descrizione ruoli e profili professionali destinatari dell’azione
Anche per il settore Servizi alla Persona/Benessere valgono le considerazioni di cui al “Piano regionale per lo sviluppo
territoriale dell’Umbria”:
Ruoli
“La formazione per l’artigianato è per sua natura multidimensionale, non è raro che la stessa utenza esprima necessità e
bisogni riguardanti la cultura imprenditoriale e manageriale, l’acquisizione di nuove competenze indispensabili per le
diverse funzioni aziendali, l’aggiornamento della professionalità tecnica per mantenere elevati standard di prodotto e
lavorazione. Questa multidimensionalità della formazione deriva essenzialmente da due fatti: 1) la varietà dell’artigianato,
un sistema produttivo che non si è mai omologato ai modelli della grande impresa della produzione in serie e che
presenta fortissimi elementi di specificità organizzativa e produttiva in cui confluiscono quasi tutti i settori e comparti
produttivi; 2) la centralità della persona nel contesto produttivo artigiano e l’impossibilità di scindere l’impresa
dall’imprenditore e dai lavoratori che vi operano. Per questo motivo nelle imprese artigiane e’ molto difficile che il lavoro
sia organizzato sulla base di una rigida divisione per ruoli e funzioni. L’intreccio, ai vari livelli, di complessità
organizzativa e competenze professionali si verifica con frequenza. È questa situazione a definire l’alto livello di
polifunzionalità raggiunto nelle imprese artigiane. Ovvero ciò che determina un tratto distintivo dell’organizzazione del
lavoro interno all’azienda, ed è un naturale riferimento per la pianificazione e l’organizzazione degli interventi di
formazione. In uno scenario produttivo come quello umbro, dove dominano le microimprese, è naturale, pertanto, che
spesso i dipendenti ricoprano più ruoli, cosi come è probabile che lo stesso titolare lavori a stretto contatto con i propri
dipendenti nelle attività di produzione, oltre a dirigere, organizzare, pianificare, gestire clienti e fornitori, etc.”
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In considerazione di tutto quanto sopra esposto, e rimandando alle definizioni dei singoli progetti formativi che
insisteranno sul presente piano, si ipotizza il coinvolgimento dei seguenti profili professionali:
PROFLI PROFESSIONALI AREA “ACCONCIATURA”
-
Acconciatore
Esperto di tricologia non curativa
Addetto all’erogazione di servizi aggiuntivi (manicure, pedicure, trucco)
PROFILI PROFESSIONALI AREA “ESTETICA”
- Estetista
- Massaggiatore
- Truccatore
Profili
- Tecnico di trucco teatrale, cinematografico, televisivo
professionali
- Tecnico della ricostruzione delle unghie
- Operatore di tatuaggi
- Operatore di piercing
PROFILI PROFESSIONALI COMUNI A ENTRAMBE LE AREE
- Addetto all’Accoglienza e al Front Office
- Consulente di Immagine/Benessere;
- Addetto Marketing
- Addetto alle Vendite dei prodotti di cura.
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Imprese del settore BENESSERE aderenti a Fondartigianato ed operanti nel territorio regionale
AZIENDE/TERRITORI
(descrizione dei bacini di riferimento e
della tipologia, numero delle aziende e dei
territori interessati)
PROGETTO/I
(indicazione del Progetto/i
finalizzato/i alla realizzazione del
Piano Formativo)
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Timbro e Firme in originale
PARTI SOCIALI
Perugia, 19 marzo 2012
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