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Rassegna Stampa
La Repubblica Palermo
Martedì 10 Dicembre 2013 pagina 5
RAP, SCONTRO SUI SALARI LA CITTÀ INVASA DAI RIFIUTI - RAP:
SCONTRO SUI SALARI, CRESCE L'EMERGENZA RIFIUTI
Il sindaco: "I lavoratori rinuncino a qualcosa". Cassonetti in fiamme.
Braccio di ferro tra Orlando e i sindacati. Ritardi nella raccolta e cassonetti incendiati.
LA CITTÀ si risveglia sommersa dai rifiuti a una settimana esatta dalla scadenza entro
la quale bisognerà pagare il saldo Tares, quello della stangata. Mentre i contribuenti
aspettano il 16 dicembre facendo ancora una volta la gimcana tra montagne di
immondizia, i sindacati dicono di no all'ipotesi di contratti di solida-rietà che
peserebbero, come anticipato da "Repubblica", per circa 50 euro al mese a ogni
lavoratore. Giovedì il cda della Rap tornerà a fronteggiare l e organizzazioni dei
lavoratori. L'appuntamento è fissato per le 9,30 in piazzetta Cairoli e il clima si
annuncia bollente. I soldi che i 280 mila contribuenti palermitani sono obbligati a
versare per pagare la Tares — ben 122 milioni — non bastano per salvare la nuova
azienda dal destino che ha travolto la vecchia Amia, fallita a marzo scorso. Per far
quadrare i conti, facendosi bastare i soldi pagati dai contribuenti, bisogna tagliare
circa 12 milioni e l'ipotesi avanzata da Rap è quella di contratti di solidarietà per tutti i
2.395 dipendenti: farebbero risparmiare più di 7 milioni. Ma è bastato solo accennare
alla solidarietà perché improvvisamente sugli autoparchi si abbattesse l'incubo di
sabotaggi (venerdì scorso sette compattatori sono stati trovati con le ruote a terra) e
tra i lavoratori tornasse a serpeggiare il malumore per condizioni di lavoro che non
rispetterebbero le norme di legge. Malumori che si sono trasformati in capannelli nei
posti di lavoro a inizio turno che hanno rallentato il servizio e prodotto in soli due
giorni le conseguenze già ben visibili sulle strade. Il sindaco — che ieri pomeriggio ha
incontrato tutti i sindacati delle aziende partecipate — è stato molto chiaro: «I
lavoratori non dimentichino che sono stati salvati», ha detto. Leoluca Orlando
insomma ha intenzione di usare il pugno duro: o i dipendenti scendono a più miti
consigli — ha fatto sapere — o per loro si potrebbero aprire le porte della mobilità
considerato che il Comune non sarà nelle condizioni di acquistare la vecchia Amia che
attualmente Rap ha solo in affitto. L'unica mediazione alla quale il Comune lavora è
quella di garantire a Rap qualche risorsa in più e abbassare così la quota di solidarietà
a carico di ciascun dipendente: è su questo che Palazzo delle Aquile sta lavorando ed è
per questo che il vertice tra Rap e sindacati inizialmente previsto per oggi è stato
spostato al 12.
Ma i contratti di solidarietà quanto peserebbero su ciascun lavoratore? La retribuzione
media lorda di un dipendente Rap è di 1.700 euro, somma alla quale vanno aggiunte
le indennità extra, dal lavoro notturno al festivo che portano alcun e buste paga
attorno ai duemila euro lordi. La maggior parte dei dipendenti — circa 1.800 —
guadagna tra 1.100 e 1.300 euro netti al mese: sulle loro buste paga la solidarietà
peserebbe per 50 euro al mese. I lavoratori dicono di no: il 70 per cento tra loro ha
almeno due prestiti accessi con le finanziarie che prelevano le somme, da 300 a 400
euro al mese, direttamente alla fonte. Significa che mediamente uno spazzino incassa
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al netto circa 700 euro. Per le fasce più alte di reddito — un lordo tra 1.700 e 1.900
euro guadagnato a esempio dagli autisti e dagli impiegati—la solidarietà peserebbe
per 60 euro nette. Secondo Rap si tratterebbe di un sacrificio solo temporaneo, non
più di un anno, il tempo di mettere in carreggiata la nuova società facendole
recuperare efficienza e fiducia da parte della città. L'ipotesi farebbe salvi sia le
indennità garantite a chi fa il turno notturno —la retribuzione giornaliera maggiorata
del 30 per cento — che l'extra per il lavoro nei giorni festivi.
Ma i sindacati sono pronti alla guerra: «I lavoratori si sacrificano da anni — attacca
Dionisio Giordano, leader della Fit Cisl — se il Comune vuole andare alla guerra che
sia». Secondo Giordano il Comune trattiene 5 milioni di euro dei 122 pagati dai
cittadini attraverso la Tares: «Grazie alla Tares il Comune incassa le somme che prima
venivano garantite all'Amia dall'Amap perla pulizia caditoie — dice — si tratta di circa
5 milioni che dunque il Comune non ci sta garantendo. Che ce li dia. Faccia poi tornare
i 173 addetti alla caditoie all'Amap risparmiando altri 3 milioni. A quel punto noi,
rinunciando al rinnovo contrattuale del prossimo anno, rivisitando il servizio
domenicale e dicendo sì ai prepensionamenti, rinunceremmo a 3,7 milioni. Non ci
sono altri accordi possibili». Ma il Comune respinge con forza l'ipotesi di dovere 5
milioni a Rap e apre solo a un ritocco al ribasso della solidarietà a carico dei
dipendenti. L'incubo di un Natale tra i rifiuti è sempre più concreto.
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