09-2007 Marocco

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09-2007 Marocco
La redazione
Il Sostegno On-Line dei progetti di Amici dei Bambini in Marocco per il sostegno e
l’accoglienza dei bambini abbandonati ed in difficoltà
Numero Luglio-Settembre 2007
Ovvero: siate i
benvenuti tra noi!
Newsletter di aggiornamento sui progetti
di Amici dei Bambini in Marocco…e non solo
Marhaba Bicum, ovvero “siate i benvenuti tra
noi”. Eccovi il quarto numero dell’anno
2007, dalla nostra redazione estera, che
entra direttamente nelle vostre case per
tenervi aggiornati su quanto si sta facendo in
loco anche grazie al vostro aiuto e sostegno.
Ricordiamo ancora che Marhaba Bicum
potrà arrivarvi comodamente a casa, sul
vostro computer, se semplicemente vorrete
segnalarci il vostro indirizzo e-mail; se
invece ricevete il notiziario ma non lo
desiderate, basta inviarci un messaggio
all’indirizzo sottostante e verrete cancellati
dal nostro indirizzario generale.
Se l’idea riscontra il Suo interesse e desiderasse
aderire a questa iniziativa è necessario che
comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta
elettronica del nostro ufficio: [email protected],
affinché possa ricevere i prossimi numeri del
notiziario.
La newsletter è comunque disponibile anche sul
sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo
www.amicideibambini.it nelle pagine dedicate ai
progetti in Marocco.
Carissimi sostenitori,
Vi aggiorniamo con le ultime attività svolte in Marocco durante le vacanze
estive, che ci auguriamo siano state piacevoli, e con le novità per l’anno che
ricomincia, per essere sempre a fianco dei bambini abbandonati.
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Sommario:
1. Attività di formazione per gli educatori del Centro Lalla Meryem di Rabat
2. Ricominciano le lezioni
3. L’inizio del mese sacro di Ramadan
4. La formazione presso il Centro Lalla Meryem
5. Visita dell’associazione di famiglie adottive spagnole IMA
6. Viaggi Solidali in Marocco!
7. Articoli dalla stampa locale
1. Attività di formazione per gli educatori del Centro Lalla Meryem di Rabat
Dal 3 al 5 Settembre Amici dei Bambini ha organizzato una formazione di aggiornamento per
gli educatori del Centro Lalla Meryem, Centro che ospita un centinaio di bambini
abbandonati dagli 0 ai 6 anni. In questa particolare età, infatti, i bambini hanno bisogno di
attenzioni che vadano al di là del mero assistenzialismo, ma che li aiutino a superare il
dramma dell’abbandono e li sorreggano nel loro inserimento sociale in attesa di una famiglia
che li accolga, come loro diritto.
L’equipe psicologica di Ai.Bi. guidata dalla esperta dottoressaa Rigobello ha trattato,
attraverso un metodo interattivo e partecipativo, diversi temi: tra questi il ruolo specifico
degli educatori nei Centri per bambini senza famiglia, la gestione e l’importanza del rapporto
quotidiano
educatore-bambino,
i
disturbi
dell’attaccamento
e
gli
effetti
dell’istituzionalizzazione sulla personalità dei piccoli.
Alla formazione hanno partecipato anche le educatrici di altri Centri per bambini
abbandonati di tutto il Marocco, in un’ottica di condivisione delle esperienze professionali e
formative tra le varie realtà del paese, attive nel campo dell’abbandono minorile, portata
avanti da Amici dei Bambini.
Filippo Agostino
Volontario espatriato Ai.Bi.
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2. Ricominciano le lezioni
Se mi chiedete il mio punto di vista sull’entrata scolastica dal 2001 al 2004, vi dico che era
una cosa difficile e dura a fare durante tutto il mese di Settembre. Perché?
Dal 2001 fino al 2004, i bambini del Centro Lalla Meriem vivevano la loro vita tra le mura del
Centro: non avevano molto l’occasione di uscire fuori. Lo facevano, infatti, solo per andare
definitivamente in un altro Centro o in ospedale. Dopo si è cominciato ad applicare il
programma delle gite e delle uscite.
Per questi bambini, esisteva un solo mondo, per questo quando entravano all’asilo per la
prima volta, passavano tutto il mese a piangere e gridare, e a scuola le educatori passavano
ore con loro solo per farli calmare.
Durante gli ultimi tre anni, dal 2004 fino ad oggi, sono state realizzate molte gite in spiaggia,
a teatro, a scuola grazie ad Amici dei Bambini e l’Ambasciata Italiana. Con tutti questi
avvenimenti, finalmente, i bambini hanno scoperto che esiste un altro mondo all’esterno del
Centro, e non fa paura come pensavano.
Tutto ciò per dirvi che la ripresa scolastica dell’anno 2007-2008 mi ha sorpreso molto,
perché i bambini che frequentano la scuola per la prima volta in questo anno non sono
grandi. Il più grande ha quattro anni e il più piccolo ha due anni e mezzo, hanno preso il
trasporto scolastico con grande gioia, forse perché è il primo giorno nella loro vita per
scoprire l’altro mondo, e anche per i nuovi vestiti che portavano e le nuove cartelle pieni di
cibo. Una cosa strana: non ho visto uno di loro che piange o che ha paura; al contrario erano
tutti felici, e quando sono arrivati a scuola sono andati direttamente in classe senza problemi.
Sono molto felice per questo cambiamento e per la loro nuova vita.
Friouah Housna
Responsabile psico-pedagogica Centro Lalla Meryem
3. L’inizio del mese sacro di Ramadan
Dopo due mesi pieni di gioia e di divertimento in colonia, sono riposati e pronti per
cominciare un nuovo anno scolastico in cui conosceranno nuovi insegnanti e nuovi amici.
Quest’anno l’inizio della scuola coinciderà con il mese di Ramadan che è il nono del
calendario islamico, diventato sacro nell’Islam perché è, tra l’altro, il mese in cui fu rivelato il
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Il digiuno, durante il sacro mese di Ramadan, è atto fondamentale di culto, obbligatorio per
tutti i musulmani tranne che per alcune categorie di persone (i malati per esempio ed i
bambini).
Il digiuno della persona ordinaria è costituito dall’astenersi dal cibo, dal bere dall’alba al
tramonto. Importante soprattutto è il mantenere gli orecchi, gli occhi, la lingua, le mani,
(insomma tutti i sensi) liberi dal peccato.
Durante questo mese Allah accetta tutte le preghiere dei musulmani. La vita quotidiana dei
musulmani cambia durante questo mese sacro, e viene regolamentata dalla preghiera in
attesa della sera (del cosiddetto Ftour) quando ci si ritrova in famiglia al calare del sole per
mangiare tutti assieme.
I bambini sono felici dell’arrivo del mese sacro di Ramadan, perché per loro non significa
digiuno, ma attività di gruppo organizzate nei Centri: diversi attività come la lettura del
Corano, campionati di calcio, vedere i film, le gite.
Adesso i nostri bambini sono felici, perché dopo le vacanze d’estate, è venuto il mese di
Ramadan, cioè le due periodi più importante per loro nell’anno.
Aridod Rachid
Operatore Sad
4.La formazione presso il Centro Lalla Meryem
La prima settimana di Settembre l’Associazione Amici Dei Bambini ha organizzato una
formazione presso il Centro Lalla Meryem, tenuta da tre psicologhe italiane dal titolo “Dare
della tenerezza ad ogni bambino”.
Hanno partecipato a questa formazione le educatrici di vari Centri con cui collabora
l’Associazione in Marocco e soprattutto quelle che gestiscono bambini piccoli da 0 a 6 anni,
un’età molto delicata, soprattutto per questi piccoli abbandonati.
I corsi erano molto interessanti con tante informazioni sul trattamento e anche sul mondo del
bambino, senza dimenticare certamente di parlare sull’abbandono di cui soffrirono questi
piccoli. Alle educatrici ha interessato talmente la formazione che volevano proseguisse oltre i
tre giorni prestabiliti. In ogni modo sono riuscite tranquillamente a segnalare i grandi
problemi che trovano nel loro lavoro ed a confrontarsi costruttivamente con loro.
La dottoressa Rigobello, che è anche la responsabile dell’equipe degli psicologi di Amici Dei
Bambini, è riuscita a far passare chiaramente il suo messaggio alle educatrici sulla necessità
di donare a questi bambini non solo assistenza, ma aiuto ed affetto, in un lavoro di equipe che
serva ad un loro pieno inserimento sociale. Le educatrici hanno trovato tutte le risposte alle
loro domande tramite il corso.
Mzouly Sanaa
Operatrice Sad
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5.Visita dell’associazione di famiglie adottive spagnole IMA
Nei mesi scorsi, nel corso di un paio di viaggi in diverse città marocchine, l’associazione
spagnola IMA (Amici dei Bambini del Marocco) ha avuto il piacere di rendere visita ai nostri
cari amici di AiBi a Rabat. Lo scopo della ultima visita, fatta in Luglio 2007, era di migliorare
il processo di Kafala (affido illimitato, adozione) per le famiglie spagnole, nonché allargare e
rinforzare i contatti di IMA con persone o organizzazioni con fine simile.
IMA è un’associazione spagnola non-lucrativa di 80 famiglie e con 200 simpatizzanti. E’ stata
creata nell’anno 2000 da un gruppo di famiglie che avevano preso in tutela bambini
abbandonati presso il Centro Lalla Meryem di Rabat, e che si sono resi conto del bisogno di
creare una associazione specifica per il caso marocchino. I principali obiettivi di IMA sono: la
sensibilizzazione sulla situazione dei bambini abbandonati in Marocco, l’accoglienza e
l’adozione, la cooperazione con le realtà locali. Negli ultimi anni, grazie al sostegno di IMA
piú di 150 bambini abbandonati hanno trovato una famiglia e ora vivono in diverse regioni
della Spagna. Principalmente, le Kafale sono state fatte nelle città di Marakesh, Rabat,
Tánger e Meknes.
Ci sentiamo soddisfatti dei risultati del nostro viaggio: da un lato, IMA ha firmato un accordo
di collaborazione con la Fondazione Rita Zniber di Meknes per effettuare kafale di bambini
abbandonati. Bisogna dire che questo progetto è in stretta coordinazione con il lavoro fatto
da AiBi a Meknès, dove l’associazione italiana ha iniziato un progetto di accelerazione delle
procedure amministrative dei bambini senza documenti, per dargli l’opportunità di essere
assegnati ad una nuova e definitiva famiglia. Quindi, le famiglie di IMA vogliono rendere
pubblico il nostro riconoscimento al lavoro fatto da AiBi per dare una opportunità ai bambini
di Meknes, nonché i complimenti per la Ludoteca di nuova creazione fatta da loro per i
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bambini grandi del Centro “Le Nid” che, oramai, difficilmente avranno l’opportunità di
trovare una nuova famiglia, vista l’età. Abbiamo anche conosciuto l’assistente sociale del
Centro, sostenuto da AiBi, un pilastro di riferimento fondamentale per i bambini di “Le Nid”
di Meknes.
Dall’altro lato, IMA ha viaggiato a Casablanca per sondare la possibilità d’iniziare a fare
Kafala nel Centre Lalla Hassna che accoglie centinaia di bambine sole. Riteniamo che
riusciremo a fare molto “lavoro” insieme anche li! Tanto per cominciare, la piccola Salima di
6 anni è gia in attesa dell’arrivo della sua nuova mamma e sorella di Barcellona.
Pronte per ripartire a casa, eravamo soddisfatte dei risultati del viaggio. Purtroppo però
l’ultimo giorno del viaggio le notizie non sono state tanto buone. Abbiamo saputo, infatti,
mentre mangiavamo la colazione insieme a Filippo, che il governo spagnolo stava per passare
in urgenza un progetto di legge che vieterebbe le adozioni di bambini accolti in Kafala (in
altre parole provenienti dal mondo islamico). Di fatto, temevamo quella notizia da tempo, ed
eravamo coscenti del progetto di legge. Ma nessuno, nemmeno i giuristi consultati, avevano
augurato una presentazione della legge in urgenza. Con certa tristezza, abbiamo salutato
Filippo e tutto lo staff di AiBi a Rabat (anche le tartarughe) e siamo ripartite in Spagna.
In questi momento, IMA ha creato un gruppo di pressione (giuristi, politici, ecc) per aprire
un dibattito in Parlamento e riuscire ad eliminare l’articolo del Progetto di Legge che
vieterebbe l’adozione di bambini accolti in Kafala, e più in generale per parlare dell’adozione
con i paesi islamici. Il dibattito parlamentare è previsto per l’autunno 2007. Tutti i
suggerimenti / contatti / collaborazioni saranno benvenute!
Speriamo che riusciremo ad introdurre le modifiche necessarie nella nuova legge che ci
permetterà di continuare a trovare una famiglia per i molti bambini che attendono! Intanto,
IMA non si è fermata e continua a lavorare intensamente: dopo il viaggio in Marocco piú di
15 bambini hanno già trovato una nuova famiglia....
Come sempre, IMA è infinitamente riconoscente ai nostri amici di AiBi per la loro
accoglienza e disponibilità.
Paula Adam, Marisa Ponte i Montserrat Potrony
[email protected]
www.amicsinfantsmarroc.org
6.Viaggi Solidali in Marocco!
Una bella novità attende i nostri sostenitori dall’autunno: infatti, Amici dei Bambini in
collaborazione con l’Agenzia Viaggi e Miraggi ha organizzato dal 27 Ottobre al 5 Novembre
per la prima volta un Viaggio Solidale alla scoperta del Marocco.
E’ un’iniziativa bella, per tante persone che vogliono conoscere meglio questo paese (che si
trova in cima della carta geografica africana, e che è conosciuto per la sua bellezza, il clima, le
spiagge, le montagne) …ma anche la sua realtà sociale.
Un viaggio di dieci giorni alla scoperta delle meraviglie del Paese, della sua cultura e delle sue
antichissime tradizioni, ma anche della difficile realtà di tanti bambini abbandonati, che ogni
giorno vivono nella speranza di essere accolti nel calore di una famiglia.
Amici dei Bambini, che opera in Marocco dal 1993, ha deciso, infatti, di aprire le porte dei
due istituiti in cui è presente: il Centro di Accoglienza Lalla Meriem situato a Rabat
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che ospita bambini da 0 a 6 anni cui la maggior parte sono diversamente abili e la ludoteca
del Centro di Accoglienza Le Nid a Meknes il quale accoglie bambini e ragazzi da 0 ai 16
anni.
Turismo Responsabile significa un viaggiare etico e consapevole che va incontro ai paese di
destinazione, alla gente, alla natura con rispetto e disponibilità. Un viaggiare che sceglie di
non avallare distruzione e sfruttamento, ma si fa portatore di principi universali: equità,
sostenibilità e tolleranza.
Il viaggio in Marocco con Viaggi e Miraggi e Amici dei Bambini è tutto questo.
Per maggiori informazioni è possibile guardare il programma sul sito di Amici dei Bambini
(www.amicideibambini.it) o contattare l’Ufficio Sostegno a Distanza al numero 02/988221.
Iscrizioni entro il 12 Ottobre.
Affrettatevi. Vi aspettiamo in Marocco!
Staff AiBi Marocco
7.Articoli dalla stampa locale
Caotica KafalaQuattro anni dopo la sua entrata in vigore, la legge sulla Kafala comincia a
mostrare i suoi limiti. Quali diritti trasmessi dai genitori adottivi? Quali
garanzie per l’avvenire del bambino? Famiglie, giuristi, femministe e uomini
di religione si affrontano.
Mercoledi’ 8 Gennaio alle 10. Tribunale della Famiglia nel quartiere Habous di Casablanca.
Hassan e Houcine, due gemelli di 8 anni abbandonati alla nascita, sono presi in Kafala da una
coppia di agricoltori. I due gemellini, uguali come gocce d’acqua, sono molto eccitati all’idea
di avere “un papà ed una mamma, una casa, ed una propria terra da coltivare”.
“Volevo dare il mio nome ai bambini per farli i miei figli completamente, ma mi hanno detto
che è proibito” esclama, senza avere l’aria di comprendere a pieno, il papà. “Per dargli tutto
quello che possiedo, quando non ci sarò più”. Se mai il padre morisse, in effetti, tutto il suo
patrimonio andrebbe ai suoi fratelli e sorelle.
Tu non sei mio figlio!
L’esempio dei gemelli qui sopra mette in luce una delle difficoltà della legge sulla Kafala.
Ispirata dall’Islam, questo testo entrato in vigore nel 2002 proibisce formalmente la filiazione
diretta. “Il bambino deve mantenere il suo nome iniziale per evitare problemi d’eredità e di
matrimoni successivi incestuosi” spiega Aous Remmal, specialista in diritto religioso. “Ma
quel nome non serve a niente poiché, alla fine, il bambino abbandonato non ha il suo vero
nome” si indigna una militante. Ma Remmal risponde che “l’Islam ha legiferato per i casi
generali, non per le eccezioni”.
Si trova, tuttavia, che le eccezioni sono diventate la regola. Su 360 ospiti al Sidi Bernoussi,
184 sono bambini nati sotto una X e il cui nome è stato dato a posteriori. “Dunque avere o no
il nome del padre adottivo non proteggerà il bambino dal rischio di avere matrimoni
incestuosi” risponde la militante.
Il blocco delle adozioni internazionali
A livello internazionale, adozione e Kafala sono ancora più incompatibili. Soprattutto ci sono
sempre di più marocchini residenti all’estero che vogliono adottare un bambino del proprio
paese. Atika, assistente sociale al Sidi Bernoussi considera che l’adozione internazionale è il
problema numero uno.
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Un esempio è il caso di una madre adottiva marocchina residente in Germania. “Abbiamo
ottenuto il giudizio di Kafala, ma abbiamo problemi di visto, poiché la Germania richiede che
la figlia abbia il nome della madre”. Risultato: la bambina è ancora bloccata all’orfanotrofio,
anche se legalmente, non ne è più ospite.
I dossier non sono trattati alla stessa maniera nei differenti paesi europei. “Ma i blocchi non
sono sistematici”, si difende Nahed El Mssadeq giudice del Tribunale della Famiglia. Per lui
quello che è un problema a livello internazionale sono i casi di bambini non abbandonati che
non passano tramite il giudizio di un giudice. I genitori vogliono prendere in carico un
bambino di cui la madre e il padre sono conosciuti, passando generalmente attraverso un
Adoul (giudice di pace). “Al contrario l’atto del giudice è perfettamente accettato” secondo El
Mssadeq.
Corruzione e assenza di controllo
A livello giudiziario, in effetti, la legge ha stabilito per il bambino adottato un’inchiesta
sociale e di polizia sulla famiglia accogliente. Per quanto, la burocrazia e la corruzione
dipingano un bilancio poco ottimistico dei “guardiani della procedura”. Saadia ha dovuto
lottare sei mesi per ottenere il giudizio finale di Kafala di Sami, 8 anni. “Ho subito forti
pressioni per assumere detective privati”. Ed aggiunge, con le lacrime agli occhi: “Non
ammetto che qualcuno voglia sfruttarmi, quando ciò che faccio è puramente umanitario.”
Se la Giustizia, poi, cerca di assicurare dei controlli seri a chi vuole adottare, essa non compie
per il momento nessun controllo una volta dato in Kafala il bambino. Peggio, essa permette
legalmente certe aberrazioni che possono rovinare la sua vita. Così, i genitori, per esempio,
possono decidere di rinunciare alla loro “protezione” verso il bambino, se considerano che
non gli conviene più; attraverso un procedimento legale, ma a che prezzo psicologico per il
bambino nuovamente abbandonato?
L’associazione Bayti è stata testimone di una situazione estrema: Reda adottata a tre anni è
stata riabbandonata nel suo vecchio Istituto a 13 anni dalla famiglia adottiva quando è
entrata nella tipica crisi adolescenziale. L’Istituto che accoglie solo bambini sotto i 5 anni, la
ha indirizzata verso un’associazione di ragazzi/e di strada.
I genitori si possono disimpegnare
“Il grosso problema della Kafala in Marocco è l’assenza di meccanismi di controllo (aiuto) per
verificare che i bambini si trovino bene o no dopo il loro inserimento nella nuova famiglia”,
spiega Souad Tossi, ONG Solidarieté féminine. “ Conosco ragazzine che sono state sfruttate
come prostitute dai nuovi genitori”.
Al di là di questi problemi, inoltre, la legge dona poca protezione al bambino se i genitori si
disimpegnano.
In più, se l’inchiesta sociale iniziale sui genitori accoglienti ha come fine proteggere il
bambino, essa è spesso vista come una costrizione da molte famiglie che preferiscono allora
ricorrere alle adozioni selvagge direttamente nelle Maternità dove l’80 per cento dei bambini
è abbandonato.
Ma l’omertà su questi casi spesso provoca dei drammi sociali. Nora ha minacciato col coltello
sua madre a 14 anni, quando ha appreso che non era sua figlia legittimamente. Nourredine,
nata sotto una X, ha vissuto tutta la sua gioventù in clandestinità. I suoi genitori non l’hanno
dichiarata come bambina abbandonata. Dopo il loro divorzio, la bambina si è trovata in
strada ad essere sfruttata.
Il problema della Kafala è anche intimamente legato a quello delle madri singole. Quattro
madri su cinque che abbandonato il loro bambino sono singole. La pressione sociale verso di
loro o piuttosto l’ipocrisia sociale porta queste madri all’abbandono.
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Fonte: TelQuel 7 Agosto 2007
Foto Andrea Guermani- Centro Le Nid Meknes
Ringraziamo tutti i sostenitori che in questi mesi estivi ci hanno inviato regali e
lettere per i propri bambini sostenuti ed i loro compagni. Vi ricordiamo,
tuttavia, che il tempo medio per ricevere una risposta alle vostre lettere o regali
è di minimo un mese. Grazie.
La redazione di “Amici dei Bambini” in Marocco vi saluta:
Friouah Housna (educatrice Centro Lalla Meryem)
Sanaa Mzouli (Operatrice SAD)
Rachid Aridod (operatore SAD)
Filippo Agostino (volontario espatriato Amici dei Bambini)
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Per raccontarci le vostre storie e condividere le emozioni di sostenitori a distanza potete sempre
scrivere a [email protected].
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