Apicoltura di montagna. Gestione delle colonie per la
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Apicoltura di montagna. Gestione delle colonie per la
Imp_3-4_2001_finale_mod.qxd 26/09/2001 14.37 Pagina 58 RUBRICHE Apicoltura di montagna. Gestione delle colonie per la produzione di miele - Autunno M. D’Agaro - Dipartimento di Biologia applicata alla Difesa delle Piante - Università di Udine Prosegue con questa nota tecnica la serie di interventi avente come oggetto le attività da intraprendere nelle diverse stagioni dell’anno in apiari stanziali dislocati in montagna. spetto a quelli degli apiari situati ad altitudine inferiore. Ciò è dovuto alle condizioni climatiche delle zone montane che anticipano la fine delle fioriture e riducono l’attività delle api. Operazioni in apiario Finita l’estate, dopo aver asportato definitivamente i melari dalle colonie e aver eseguito i primi trattamenti contro la varroa, i lavori autunnali in apiario hanno soprattutto lo scopo di predisporre correttamente le famiglie d’api per l’inverno. Negli apiari stanziali dislocati in zone di alta montagna, i lavori autunnali vengono anticipati di almeno 10-15 giorni riFavo da nido con «corona» di miele al di sopra della camera di covata NOTIZIARIO ERSA 3-4/2001 • Prevenire la possibilità di saccheggi posizionando le griglie alle porticine di tutti gli alveari dell’apiario e interrompendo le visite alle colonie quando le api volano da alveare ad alveare. • Posizionare i melari, dopo la smelatura, sulle colonie dell’apiario più popolate affinchè vengano ripuliti dai residui di miele; è opportuno inserire l’apiscampo tra il nido e i melari da pulire, aprendo il foro poste- riore dello stesso. Questa operazione va eseguita verso sera per evitare saccheggi. Quando i residui di miele sono stati rimossi, chiudere il foro posteriore dell’apiscampo in modo che le api possano scendere dai melari. • Controllare la quantità di api presenti nelle colonie. La disomogeneità tra le diverse famiglie può essere causata da un possibile effetto deriva, dalla presenza di api regine giovani e prolifiche o da un’elevata infestazione di varroa. La valutazione della forza delle famiglie va eseguita sollevando i favi, non fidandosi della sola visione dall’alto. • Parificare, per quanto possibile, il numero di api all’interno delle colonie togliendo 1-2 favi con api adulte, senza regina, da quelle parti58 Favo da nido con riserve di miele colarmente forti e introducendoli nelle famiglie di forza media. Questa operazione va eseguita nel tardo pomeriggio, spruzzando le api con sciroppo di zucchero o infuso di piante officinali, al fine di facilitare la coesione fra api provenienti da colonie diverse. • Riunire le colonie deboli (con meno di quattro favi ricoperti da api). Per questa operazione è preferibile orfanizzare le colonie con regina poco attiva e porre i favi a contatto dell’ultimo favo con api e miele di un secondo alveare debole. Dopo una settimana bisogna eseguire una visita per verificare la riuscita dell’unione e per asportare eventuali favi laterali non coperti da api. Imp_3-4_2001_finale_mod.qxd 26/09/2001 14.37 Pagina 59 Favo da nido chiaro privo di miele Alveari con porticina zincata a doppia dentatura • Travasare le famiglie contenute in arnie troppo vecchie o rotte. • Asportare i favi laterali non coperti da api se privi o con poco miele; se invece sono colmi di miele dovranno essere collocati verso il centro del nido (togliendo i favi vuoti centrali dopo aver scrollato le api). • Asportare i favi chiari. Dall’esperienza diretta si è potuto notare che in autunno la regina è meno propensa ad ovideporre nei favi chiari appena costruiti e che non abbiano già ospitato alcuni cicli di covata. • Inserire il diaframma oltre l’ultimo favo completamente coperto da api. Zucchero candito posizionato al centro di un coprifavo con bordo alto 1. Valutazione della quantità di scorte alimentari Di seguito sono indicati due metodi di disposizione dei favi con miele allo scopo di ottenere un buon invernamento: • Valutare le riserve di miele all’interno dei nidi di ogni alveare. La quantità di miele da lasciare nel nido per l’invernamento di una colonia con otto favi coperti da api, non deve essere inferiore a 20 chilogrammi. Tale quantità consente la nutrizione delle api adulte 1) Disposizione bilaterale (fig. 1): i favi con più miele sono disposti ai lati esterni e, in ordine decrescente verso il centro, i favi con meno miele (mai inferiore a 1,5-2 chilogrammi per favo). Questo metodo è il più comune ed è applicato alle famiglie di api più popolate; Operazioni di rilievo 59 durante l’inverno e della covata in primavera. • Parificare nelle diverse colonie le riserve di miele e di polline, togliendo favi colmi di miele dagli alveari con eccesso e inserendoli in alveari con poche scorte. • Nutrire, con paste proteiche, per stimolare l’attività di ovideposizione della regina. Questa operazione si esegue all’inizio della stagione e serve ad incrementare il numero di api giovani che avranno il compito, una volta nel glomere invernale, di accudire e alimentare la covata e la regina. Le api nate in questo periodo vivono più a lungo (4-5 mesi) e rimangono «giovani», condizione ideale per allevare la nuova covata a fine inverno. • Disporre razionalmente le riserve di miele nel nido. L’operazione consiste nel collocare i favi da nido con miele tenendo presente la giusta proporzione tra quantità di api e riserve alimentari, affinché il glomere abbia a disposizione sufficiente alimento per tutto il periodo invernale. NOTIZIARIO ERSA 3-4/2001 Imp_3-4_2001_finale_mod.qxd 26/09/2001 14.37 Pagina 60 Preparazione dello zucchero candito Lo zucchero candito è composto da 10 chilogrammi di zucchero e 3 litri di acqua. • Mettere a bollire l’acqua e aggiungere progressivamente tutto lo zucchero. • Mantenere in ebollizione fino quando la temperatura giunge a 115 °C. A questo punto spegnere il fuoco e lasciare raffreddare fino a 50 °C. • Rimescolare e quando l’impasto inizia ad intorbidire e a prendere consistenza versare in appositi stampi, dove indurirà. • Una volta indurito puù essere inserito in sacchetti di polietilene in diverse quantità (1,5-2,5 chilogrammi) a seconda dell’esigenza. 2. Verifica dello stato sanitario Fig. 1 e 2 - Diverse disposizioni dei favi con miele allo scopo di ottenere un buon invernamento. Sopra: disposizione bilaterale; a destra: disposizione centrale • Verificare la compattezza e la presenza di anomalie nella covata. • Pulire i fondi e vaselinarli per poter verificare la caduta di varroa. • Eseguire il trattamento antivarroa in assenza di covata, utilizzando prodotti autorizzati e consigliati dalle associazioni apistiche. Preparazione della pasta stimolante Apiario in montagna • 400 g di zucchero in polvere • 150 g di polline polverizzato • 150 g di lievito bollito (almeno 15 minuti in poca acqua per rendere inattivi i lieviti) • 100 g di latte in polvere scremato • Miele, di origine sicura, quanto basta per ottenere una pasta omogenea. Somministrare circa 400-500 g di pasta proteica per 3-4 volte, direttamente a contatto con le api (sulle traverse dei favi), a coprifavo capovolto. 2) Disposizione centrale (figura 2): i favi al centro del nido sono quelli che contengono più miele, quelli laterali ne contengono di meno. Questo metodo è applicato sia alle colonie più deboli (ad esempio con api su 6 favi) ma con giusta NOTIZIARIO ERSA 3-4/2001 quantità di riserve presenti nel nido sia alle colonie con più favi coperti da api ma con poco miele. A quest’ultime, dopo aver disposto i favi come descritto, deve essere somministrato anche zucchero candito. n 60