allegati

Transcript

allegati
Scuola e culture. Materiali di antropologia della mediazione scolastica
Simona Braga, Bambini tra due culture. Una ricerca nella scuola dell’infanzia “ Carlo Pisacane” di Roma
Tesi di laurea (nuovo ordinamento – triennale)
Università degli Studi di Roma 'La Sapienza' - Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di laurea in Teorie e pratiche
dell'antropologia - a.a. 2004/2005
Relatore: prof. Laura Faranda
Documento pubblicato sul sito del Dipartimento di Studi glottoantropologici e Discipline musicali il 5 febbraio 2006 http://rmcisadu.let.uniroma1.it/glotto/index.html
APPENDICE
LE NARRAZIONI DEL LABORATORIO DI “ULISSE”.
1° INCONTRO: Ulisse parte dall’isola di Ogigia
C’era una volta un uomo forte e coraggioso, il suo nome era Ulisse. Lui era il re dell’isola di
Itaca. Aveva una moglie, Penelope che sapeva fare al telaio tappeti meravigliosi, un figlio di
nome Telemaco e anche un cane Argo.
Un vinsero perché Ulisse oltre ad essere forte e coraggioso era anche molto furbo.
Quando la guerra era finita, Ulisse e i suoi uomini volevano tornare a casa, ma prima si
fermarono sull’isola di Ogigia per riposarsi.
Quest’isola era davvero meravigliosa e vi abitava una creatura celeste, di nome Calipso, una
donna molto bella, che essendosi innamorata di Ulisse lo voleva sposare, così lo tenne
prigioniero sull’isola per 7 lunghi anni.
Mentre i suoi uomini erano felici di stare lì, Ulisse piangeva perché voleva tornare a casa.
Calipso, commossa lo lasciò libero.
Quindi Ulisse e i suoi uomini costruirono una zattera e si misero in viaggio per tornare a
casa.giorno però partì per la guerra insieme ai suoi uomini, combatterono a lungo e poi
2° INCONTRO: Ulisse e Polifemo
Ulisse e i suoi uomini partirono con la zattera. Dopo un pò di giorni che navigavano per il
mare, i suoi uomini vollero assaggiare il vino che gli era stato regalato dal re del paese dove
avevano combattuto la guerra. Ulisse non voleva, ma loro lo bevvero comunque e si
ubriacarono, cadendo in un sonno profondo e dimenticandosi di remare. Mentre dormivano
venne una terribile tempesta e Ulisse da solo non riusciva a tenere la zattera, così gli uomini
si persero nel mare ed altri approdarono su un’isola sconosciuta. Vi erano delle grandi
montagne e delle enormi caverne scavate nella roccia e poco lontano un grandissimo gigante
che se ne stava sdraiato a pascolare delle grosse capre. Ulisse prese con sé i suoi 12 uomini
più coraggiosi e un’anfora del suo buon vino ed entrò nella caverna dove abitava il gigante e
si sedettero ad aspettarlo. A un certo punto arrivò, era davvero spaventoso, aveva un occhio
solo al centro della fronte e il suo nome era Polifemo. Appena entrato nella caverna fece
rotolare un grande masso per chiuderla, poi voltatosi si accorse di Ulisse e i suoi uomini e
subito ne afferrò due e se li mangiò in un boccone.
Ulisse era molto arrabbiato, ma mantenne la calma e rivolgendosi a Polifemo gli disse che
loro avevano intenzioni pacifiche e che gli avevano anche portato un regalo.
Il gigante a quel punto chiese ad Ulisse di presentarsi, voleva sapere il suo nome, ma Ulisse
che era molto furbo, non disse il suo vero nome e rispose al gigante: “ il mio nome è
Nessuno, mi chiamo Nessuno”. Polifemo gli chiede il suo regalo e Ulisse gli diede l’anfora
con il vino e il gigante lo bevve in un sorso solo, trovandolo buonissimo.
Ulisse a quel punto lo esortò a mantenere la sua promessa di spostare la pietra dall’entrata
per farli uscire. Ma Polifemo scoppiò in una gran risata dicendo loro che li avrebbe mangiati
tutti la mattina seguente e poi cadde addormentato e ubriaco. Tutti i compagni piangevano
spaventati e anche Ulisse aveva paura, ma non si perse d’animo.
Mentre pensava a come poter scappare gli venne un’idea. Cercò un bastone molto lungo, lo
arroventò sul fuoco e insieme ai suoi compagni lo infilò nell’unico grande occhio del
gigante che subito cominciò ad urlare dal dolore. Sentendo quelle terribili grida, gli altri
giganti che abitavano lì accorsero vicino la caverna di Polifemo per chiedergli cosa era
successo. Ma il gigante Polifemo sempre gridando diceva: “Nessuno... Nessuno mi ha fatto
male”. Allora quelli pensando che fosse ubriaco, andarono via.
La mattina seguente Polifemo camminando a tentoni, spostò il masso per far uscire le capre
che belavano, ma poi si sedette davanti all’uscita e con le sue grandi mani controllava le
pecore per essere sicuro che Ulisse e i suoi uomini non scappassero via. Ma anche questa
volta Ulisse fu più furbo di lui: prese le capre, le legò a tre a tre una vicina all’altra così che
gli uomini poterono attaccarsi sotto la pancia aggrappati al pelo e con questo inganno
riuscirono ad uscire senza essere scoperti.
Appena fuori raggiunsero gli altri amici e scapparono di nuovo via per il mare, lasciando
Polifemo solo cieco e infuriato.
3° INCONTRO: Ulisse e la maga Circe
Dopo molti giorni di navigazione, Ulisse e i suoi uomini avendo quasi finito le provviste
decisero di fermarsi su un’isola per cercare cibo e fare rifornimento. Approdarono su una
bellissima spiaggia piena di conchiglie di tutte le dimensioni. Poco lontano, sopra una
collina si vedeva una casa molto bella con uno splendido giardino. Gli uomini di Ulisse
felici, iniziarono a correre verso quel magnifico posto, ma Ulisse non si fidava e restò
indietro. Ad attenderli sulla soglia della porta, vi era una donna bellissima che li invitò ad
entrare e dopo averli fatti accomodare su comodi cuscini e tappeti, offrì loro del pane con
sopra un dolcissimo miele. Ulisse che non era entrato spiava tutto dalla finestra. Dopo che i
suoi uomini ebbero mangiato e bevuto a sazietà, la donna li toccò con una bacchetta magica
e li trasformò tutti in maiali che grugnivano miseramente. Dopo li chiuse in un recinto dove
c’erano altri maiali. Ulisse capì che quella terribile donna era una maga, la maga Circe.
Per difendersi dalle sue magie, cercò dei piccoli fiorellini bianchi che avevano questo
potere, quindi bussò alla sua porta e anche lui mangiò pane e miele e bevve dolcissime
bevande. Dopo che ebbe mangiato, come sempre Circe lo toccò con la sua bacchetta, ma
Ulisse grazie ai fiorellini bianchi che aveva in bocca non si trasformò in maiale. Circe allora
cadde in ginocchio e piangendo disse ad Ulisse di non aver mai conosciuto un uomo capace
di sconfiggere la sua magia solo con l’astuzia e aggiunse che avrebbe fatto qualsiasi cosa
per lui. Ulisse allora le chiese di far tornare i suoi uomini normali. Circe rifece la magia e
tutti i suoi compagni furono felici e lo ringraziarono ancora una volta.
4° INCONTRO: Le sirene e il vortice di Cariddi.
Circe essendo una maga, sapeva anche predire il futuro quindi avvisò Ulisse di tutti i
pericoli che avrebbe incontrato per mare durante il suo viaggio. Gli parlò delle belle sirene
per metà donne e l’altra metà con delle lunghe e scintillanti code di pesce, il cui canto
ammaliatore era così bello da far impazzire un uomo e gli parlò anche del terribile vortice di
Cariddi. Cariddi era un buco in mezzo al mare che trascinava anche le barche più grosse,
inghiottendole, figuriamoci cosa poteva succedere alla piccola zattera di Ulisse!
Dopo essersi salutati, Ulisse e i suoi compagni ripresero il mare.
Pronto a superare anche questi nuovi pericoli che gli aveva predetto la maga Circe, Ulisse
per superare le sirene fece dei tappi di cera per le orecchie dei suoi uomini e lui invece si
fece legare all’albero della sua zattera. Quando le sirene cominciarono a cantare, gli uomini
erano sordi, mentre lui essendo legato non poteva buttarsi in mare per raggiungerle. Anche
questa volta con la sua intelligenza riuscì a salvarsi dal pericolo.
Quando arrivarono al grande buco di Cariddi era mattina molto presto, sembrava che la
zattera fosse passata e che quindi che erano salvi, ma un improvviso terribile vento respinse
indietro la zattera che cominciò a girare risucchiata velocemente nel fondo. Ulisse riuscì con
un grande salto ad attaccarsi al ramo di un albero che sporgeva da una roccia e facendo
appena in tempo a salutare i suoi compagni che scivolavano via. Lui era molto triste di
essersi separato dai suoi amici, però era anche contento di essere salvo e quindi di poter
tornare a casa.
5° INCONTRO: Il ritorno a casa di Ulisse
Mentre Ulisse era in mare ad affrontare tutte queste avventure, intanto nel suo regno tutti lo
credevano morto, tranne sua moglie Penelope e suo figlio Telemaco che ormai era diventato
grande, che non avevano mai smesso di aspettarlo. Ad Itaca però c’era bisogno di un nuovo
re, pertanto tutti gli uomini ricchi della città andavano a palazzo per convincere Penelope a
sposare uno di loro. Penelope non voleva sposare nessuno e continuava a sperare il ritorno
di Ulisse, così anche lei che era molto furba, propose che avrebbe sposato qualcuno solo
dopo aver finito di lavorare al telaio il suo abito da sposa. Quindi Penelope di giorno tesseva
al telaio, mentre di notte quando tutti dormivano, disfava la stoffa, così che questa non era
mai pronta e il tempo passava.
Quando Ulisse tornò a casa era così provato e stanco, i suoi vestiti stracciati e i suoi capelli
e barba così lunghi che nessuno lo riconobbe. Lui approfittò di questa situazione per vedere
chi della sua famiglia e dei suoi amici gli era rimasto fedele. Si accorse subito che a tradirlo
erano stati i suoi amici che stavano a casa sua e volevano portargli via la moglie.
Quando uscì in cortile, lo riconobbe il suo vecchio cane Argo e la balia che lo aveva
allevato quando era piccolo. Ma Ulisse chiese loro di mantenere il segreto.
Dato che i vari pretendenti erano ormai stanchi dell’attesa, Penelope propose loro una gara
con l’arco e le frecce che erano di Ulisse, ma nessuno di loro riusciva neppure a tendere
l’arco. Chiese di provare anche quell’uomo che tutti credevano essere un mendicante, ma
appena prese l’arco subito Penelope lo riconobbe e chiamò anche il figlio Telemaco e dopo
questo forte momento di gioia, Ulisse tornò ad essere il re della sua bella isola Itaca1.
I DISEGNI DEI BAMBINI DEL LABORATORIO DELLO
“SPECCHIO”
1) Il primo disegno è stato elaborato da Ruslan, un bambino del Bangladesh nato
in Italia di 5 anni e rappresenta il suo autoritratto
2) Il secondo disegno è stato elaborato da Donas, un bambino dell’Eritrea nato in
Italia di 5 anni e rappresenta il suo autoritratto
3) Il terzo disegno è stato elaborato da Zidan, un bambino del Bangladesh nato in
Italia di 5 anni e rappresenta il suo autoritratto
IL MATERIALE FOTOGRAFICO
Il materiale fotografico presente in questa appendice documenta:
- Il periodo dell’accoglienza
- I cerchi narrativi
- I laboratori
- La festa di fine Ramadan
- La festa di Natale
La festa del capodanno cinese
1
Tutta la storia di Ulisse è stata riadattata per la narrazione a bambini di 5 anni