Biografia - Scrivi che ti passa...

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Biografia - Scrivi che ti passa...
Biografia
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Indice
Voci
Massimo Cacciari
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Giovanni Reale
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Note
Fonti e autori delle voci
Fonti, licenze e autori delle immagini
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Licenze della voce
Licenza
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Massimo Cacciari
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Massimo Cacciari
Massimo Cacciari (Venezia, 5 giugno 1944) è un filosofo, accademico e politico italiano, ex sindaco di Venezia.
Massimo Cacciari
Sindaco di Venezia
Durata mandato
1993 – 2000
Predecessore
Ugo Bergamo
Successore
Paolo Costa
Durata mandato
2005 – 2010
Predecessore
Paolo Costa
Successore
Giorgio Orsoni
Partito politico La Margherita (fino al
2007)
PD (dal 2007)
Parlamento italiano
Camera dei deputati
on. Massimo Cacciari
Partito
PCI
Legislatura
VII, VIII
Biografia
Frequenta il Liceo Classico Marco Polo di Venezia. Nel 1967 si laurea in filosofia all'Università di Padova con una
tesi sulla Critica del giudizio di Immanuel Kant avente come relatore Sergio Bettini, sotto la guida del professor
Dino Formaggio. Nel 1980 diviene professore associato di Estetica presso l'Istituto di Architettura di Venezia, nel
1985 diventa professore ordinario[1] . Nel 2002 fonda la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele
a Cesano Maderno, di cui è Preside fino al 2005. È tra i fondatori di alcune riviste di filosofia, che hanno segnato il
dibattito dagli anni sessanta agli anni ottanta, tra cui Angelus Novus, Contropiano, il Centauro.
Al centro della sua riflessione filosofica si colloca la crisi della razionalità moderna, che si è rivelata incapace di
cogliere il senso ultimo del reale, abbandonando la ricerca dei fondamenti del conoscere. La sua visione muove dal
concetto di "pensiero negativo", ravvisato nelle filosofie di Friedrich Nietzsche, di Martin Heidegger e di Ludwig
Wittgenstein, per risalire ai suoi presupposti in alcuni aspetti della tradizione religiosa e del pensiero filosofico
occidentali.
Massimo Cacciari
Ha pubblicato numerose opere e saggi, tra i quali meritano una particolare attenzione: Krisis (del 1976); Pensiero
negativo e razionalizzazione; (1977), Dallo Steinhof (1980), Icone della legge (1985), L'angelo necessario (1986)[2]
,Dell'inizio (1990), Della cosa ultima (2004) vincitore del Premio Cimitile. È del 2009 il suo lavoro più recente,
Hamletica, Adelphi 2009. I volumi Icone della legge e L'angelo necessario presentano, inoltre, alcune pagine
dedicate alla filosofia dell'icona e agli esiti del pensiero del mistico russo Pavel Aleksandrovič Florenskij.
Attività politica
Dopo aver aderito giovanissimo a Potere Operaio entrò nel Partito Comunista Italiano, ricoprendo cariche
apparentemente lontane dai suoi interessi filosofici: fu responsabile della Commissione Industria del PCI Veneto
negli anni settanta, venne poi eletto alla Camera dei deputati dal 1976 al 1983, fu membro della Commissione
Industria della Camera.
Fu sindaco di Venezia dal 1993 al 2000, fra i principali sostenitori dei Democratici di Romano Prodi e si parlò di lui
come un probabile leader dell'Ulivo. Fin dall'inizio della sua attività politica vede nel federalismo una tradizione da
recuperare per i progressisti italiani, è a favore di un Ulivo del Nord, del centro e del sud. È sostenitore dell'alleanza
con la Lega, ma buona parte dei dirigenti vedono in questa alleanza un freno ai voti del centro-sud. In preparazione
delle elezioni regionali del 2000, aveva compreso che la sinistra per vincere in una regione tradizionalmente
moderata avrebbe dovuto agganciare una parte dell'elettorato in fuga dalla ex DC, e fece alcuni significativi passi in
tal senso, ma non riuscì a convincere fino in fondo l'elettorato autonomista.
La sua sconfitta alle Regionali del 2000, dove fu candidato per la presidenza della regione Veneto, fece tramontare
l'ipotesi che potesse diventare il futuro leader dell'Ulivo. Cacciari ottenne in quella tornata il 38,2% dei voti, venendo
sconfitto dal rappresentante del Polo per le Libertà Giancarlo Galan che ottenne il 54,9%, ottenendo un seggio da
consigliere regionale.
Sindaco di Venezia
Nel 2005, a sorpresa, annunciò la sua intenzione di ricandidarsi a sindaco di Venezia. I partiti di sinistra dell'Ulivo
avevano però già raggiunto l'accordo per la candidatura unitaria del magistrato Felice Casson ma Cacciari dichiarò di
voler andare avanti anche a costo di spaccare l'unità della coalizione, cosa che effettivamente successe: Cacciari
venne sostenuto da UDEUR e Margherita, Casson ricevette invece l'appoggio di tutti gli altri partiti del
centrosinistra.
Al primo turno Casson ebbe il 37,7% dei voti mentre Cacciari si fermò al 23,2%; sfruttando le divisioni presenti in
maniera ancora più acuta nel centrodestra a Venezia, furono proprio i due rappresentanti del centro-sinistra ad andare
al ballottaggio. A sorpresa Cacciari, seppur sostenuto da liste più deboli, riuscì a far leva sull'elettorato moderato e
vinse la sfida con circa 200 voti di vantaggio sul suo competitore (50,5% contro 49,5%).
L'inattesa vittoria del politico-filosofo creò malumori all'interno della coalizione (Casson commentò il risultato
esclamando: "Ha vinto Cacciari? Allora ha vinto la destra!") ed una particolare situazione nel consiglio comunale
veneziano: la Margherita con il suo 13,4% di voti ebbe diritto a ben 26 seggi (mentre i DS, che ottennero il 21,2%, si
dovettero accontentare di 6 seggi) e l'UDEUR nonostante un modesto 1,4% si accaparrò 2 seggi (a differenza di
Rifondazione Comunista che con il 6,8% si aggiudicò un solo seggio).
Nel complesso, quindi, la coalizione Cacciari con il 14,8% dei suffragi prese 28 seggi mentre il raggruppamento
Casson con il 41% risultò possessore di 9 seggi. Ciò ha permesso a Cacciari, iscritto alla Margherita di cui è
esponente di punta in Veneto, di poter governare la città con una solida maggioranza consiliare.
In occasione delle elezioni regionali del 2005, delle elezioni politiche del 2006 e delle amministrative del 2007 ha
cercato di porre l'accento sulla questione settentrionale.
Il 2 novembre 2009, anche deluso dall'evoluzione del Partito Democratico, ha annunciato che lascerà la politica
attiva una volta concluso il mandato di sindaco.[3]
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Massimo Cacciari
Pubblicazioni
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Pensiero negativo e razionalizzazione. Problemi e funzione della critica del sistema dialettico, 1973
Metropolis, Roma, Officina, 1973
Piano economico e composizione di classe, Feltrinelli, 1975
Oikos. Da Loos a Wittgenstein, con Francesco Amendolagine, Roma, 1975
Krisis, Saggio sulla crisi del pensiero negativo da Nietzsche a Wittgenstein, Feltrinelli, 1976 (ottava edizione nel
1983)
Pensiero negativo e razionalizzazione, Marsilio, 1977
Il dispositivo Foucault, Venezia, Cluva, 1977
Dialettica e critica del politico. Saggio su Hegel, Feltrinelli, 1978
Walter Rathenau e il suo ambiente, De Donato, 1979
Crucialità del tempo: saggi sulla concezione nietzscheana del tempo, et al, Liguori, 1980
Dallo Steinhof, Adelphi, 1980 (nuova edizione 2005)
Adolf Loos e il suo angelo, Electa, 1981
Il potere: saggi di filosofia sociale e politica, con G. Penzo, Roma, Città Nuova, 1985
Icone della legge, Adelphi, 1985 (nuova edizione 2002)
Zeit ohne Kronos, Ritter Verlag, Klagenfurt, 1986
Angelo necessario, Adelphi, 1986 (nuova edizione 1992)
Drama y duelo, Tecnos, Madrid, 1989
Le forme del fare, con Massimo Donà e Romano Gasparotti, Liguori, 1989
Dell’Inizio, Adelphi, 1990 (nuova edizione nel 2001)
Dran, Méridiens de la décision dans la pensée contemporaine, Ediotions de L’Eclat, 1992
Architecture and Nihilism, Yale University Press, 1993
Desde Nietzsche: Tiempo, Arte, Politica, Biblios, Buenos Aires, 1994
Geofilosofia dell’Europa, Adelphi, 1994 (nuova edizione 2003)
Großstadt, Baukunst, Nihilismus, Ritter, Klagenfurt, 1995
Migranten, Merve, Berlino, 1995
Arcipelago, Adelphi, 1997
Emilio Vedova. Arbitrii luce, Catalogo della mostra, Skira, 1998
Arte, tragedia, tecnica, con Massimo Donà, Raffaello Cortina, 2000
El Dios que baila, Paidos, Buenos Aires, 2000
Duemilauno. Politica e futuro, Feltrinelli, 2001
Wohnen. Denken. Essays über Baukunst im Zeitalter der völligen Mobilmachung, Ritter Verlag, Klagenfurt und
Wien, 2002
Della cosa ultima, Adelphi, 2004
La città (conferenza), Pazzini, 2004
Il dolore dell’altro. Una lettura dell’Ecuba di Euripide e del libro di Giobbe (conferenza), Saletta dell’Uva, 2004
Magis Amicus Leopardi, Saletta dell’Uva, 2005
Hamletica, Adelphi, 2009
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Massimo Cacciari
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Bibliografia secondaria e collegamenti esterni
• F. Dal Bo, L'utopia dell'angelo. Note a L'angelo necessario di M. Cacciari, in G. Bertagni (a cura), Architetture
utopiche, «arcipelago», n. 5, 2000, pp. 114-121.
• Laura Tussi, La confusione dialogica [4] Intervista con Massimo Cacciari
• Su Asia.it [5] un'interessante video intervista a Massimo Cacciari.
• Recensione di Geofilosofia dell'Europa [6], su ItaliaLibri
• Scheda [7] su Openpolis
• Traduzione francese in versione integrale e gratuita [8] di un libro inedito in italiano: Drân. Méridiens de la
décision dans la pensée contemporaine (Drân. Meridiani della decisione nel pensiero contemporaneo)
Altri progetti
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Wikiquote contiene citazioni di o su Massimo Cacciari
Predecessore:
Sindaco di Venezia
(categoria)
Successore:
Ugo
Bergamo
1993 - 2000
Paolo Costa
Paolo Costa
18 aprile 2005 - 8 aprile
2010
Giorgio
Orsoni
II
MPE italiano
Gruppo Lista di elezione Partito italiano Area Preferenze
1999 - mag
2000
ELDR
I Democratici
I Democratici
-
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Note
[1] Città di Venezia - Sindaco (http:/ / www. comune. venezia. it/ flex/ cm/ pages/ ServeBLOB. php/ L/ IT/ IDPagina/ 8)
[2] F. Dal Bo, L'utopia dell'angelo. Note a L'angelo necessario di M. Cacciari, in G. Bertagni (a cura), Architetture utopiche, «arcipelago», n. 5,
2000, pp. 114-121.
[3] «Cacciari: "Addio alla politica. Sconfitti i miei progetti"» (http:/ / www. corriere. it/ politica/ 09_novembre_02/
guerzoni-cacciar-addio-politica_03612156-c790-11de-ace9-00144f02aabc. shtml). Corriere della Sera, 2-11-2009. URL consultato in data
21-01-2010.
[4] http:/ / www. italialibri. net/ interviste/ ?MassimoCacciari& id=143
[5] http:/ / www. asia. it/ adon. pl?act=doc& doc=684
[6] http:/ / www. italialibri. net/ opere/ geofilosofiadelleuropa. html
[7] http:/ / www. openpolis. it/ politico/ 327455
[8] http:/ / www. lyber-eclat. net/ lyber/ cacciari/ dran/ dran. html
Giovanni Reale
Giovanni Reale
Giovanni Reale (Candia Lomellina, Pavia, 15 aprile 1931) è un filosofo italiano.
Biografia
Giovanni Reale ha frequentato il Ginnasio e il Liceo Classico statale a Casale Monferrato per poi formarsi presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove si è laureato con Francesco Olgiati. Successivamente ha
perfezionato i suoi studi a Marburg an der Lan e a Monaco di Baviera.
Dopo un periodo di insegnamento nei licei, ha vinto una cattedra presso l’Università degli studi di Parma, ove ha
tenuto i corsi di «Filosofia morale» e di «Storia della Filosofia». Poi è passato all'Università Cattolica di Milano,
dove è stato a lungo ordinario di «Storia della Filosofia Antica» e dove ha anche fondato il «Centro di Ricerche di
Metafisica», luogo in cui si sono formati la maggior parte dei suoi allievi. Dal 2005 è passato a insegnare alla nuova
facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano presso la quale ha intenzione di fondare un nuovo Centro
Internazionale di Ricerche su Platone e sulle radici platoniche del pensiero e della civiltà occidentale.
Il pensiero
La sua tesi di fondo è la seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare modo di pensare che
hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e della tecnica dell'Occidente.
I suoi interessi scientifici spaziano lungo tutto l’arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di
maggior rilievo hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino. Egli ha studiato ognuno di
questi autori andando in un certo senso contro-corrente ed inaugurandone una lettura nuova.[1]
La rilettura che Reale ha dato di Aristotele contesta l’interpretazione di Werner Jaeger, secondo il quale gli scritti
aristotelici seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe dalla teologia, passerebbe
per la metafisica e approderebbe infine alla scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero
metafisico dello Stagirita.[2]
Per quel che riguarda Platone, Reale, importando in Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga,[3] ha messo in
crisi l’interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Friedrich Schleiermacher,[4] e ha voluto rivalutare il
senso e la portata delle cosiddette «dottrine non scritte», vale a dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo
oralmente all’interno dell’Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei discepoli; in questo senso, Platone
risulterebbe essere il testimone e l'interprete più geniale di quel peculiare momento della civiltà greca che passava
dalla cultura dell'oralità a quella della scrittura.
Negli studi su Plotino ha contestato la tesi di fondo di Eduard Zeller, che vedeva nel grande neoplatonico il
principale teorico del panteismo e dell’immanentismo; al contrario, Reale ha riletto Plotino come il campione della
trascendenza metafisica dell'Uno.
L’interpretazione che Reale ha dato di Socrate, analogamente, si propone di risolvere le aporie della cosiddetta
«questione socratica», entrata in un vicolo cieco dopo gli studi di Olof Gigon, secondo cui di Socrate non possiamo
sapere nulla con certezza; Reale ha inaugurato un nuovo modo di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere
dall’interno le testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al contesto della filosofia greca
prima di Socrate e dopo di Socrate: in questo modo balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di
«psyche» come essenza e nucleo pensante dell’uomo.
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Giovanni Reale
« Socrate diceva che il compito dell’uomo è la cura dell’anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l’anima venga
interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull’immortalità
dell’anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più
di duemila anni, ancora oggi si pensa che l’essenza dell’uomo sia la psyche. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di
anima sia una creazione cristiana: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell’anima è
contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano
utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l’apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non
deve far dimenticare che il concetto di psyche è una grandiosa creazione dei greci. L’Occidente viene da qui. »
(G. Reale, Storia della filosofia antica, Vita e pensiero, Milano 1975)
Infine, per quanto riguarda Agostino, gli studi di Reale tenderebbero a ricollocare questo autore nel contesto
neoplatonico della tarda antichità e quindi nel momento dell'impatto del Cristianesimo con la filosofia greca,
cercando di scrostarlo di tutte le interpretazioni successive dell’agostinismo medioevale.
Reale ritiene che la cifra spirituale che caratterizza il pensiero occidentale sia costituita dalla filosofia creata dai
Greci. È stato infatti il logos greco a caratterizzare le due componenti essenziali del pensiero occidentale e
precisamente a fornire gli strumenti concettuali per elaborare la Rivelazione cristiana e a creare quella peculiare
mentalità da cui sono nate la scienza e la tecnica. Ma se la cultura occidentale non si capisce senza la filosofia dei
Greci, questa a sua volta non si capisce senza la metafisica come studio dell'intero. Il lavoro che Reale svolge,
studiando i grandi pensatori del passato, vuole servire a un confronto con la metafisica antica e moderna. La
preferenza che accorda a Platone dipende dal fatto che il filosofo ateniese è, con la "seconda navigazione" di cui
parla nel Fedone, il vero creatore di questa problematica.
Reale, che della filosofia antica è uno dei maggiori studiosi [5] , si fa portavoce di un «meditato ritorno alle radici
della nostra cultura» attraverso la riproposta dei classici, in particolare Platone. Di quest’ultimo, Reale – in sintonia
con la Scuola di Tubinga – rinnova l'interpretazione, mettendo in luce la primaria importanza delle «dottrine non
scritte» (agrafa dogmata) di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in primis).
Nel suo scritto Per una nuova interpretazione di Platone [6] (1997), fa affiorare l’immagine di un Platone diverso, un
Platone orale e – in certo senso – dogmatico: del resto, non è forse Platone stesso (ad esempio nella Lettera settima)
a garantirci che la sua filosofia dev’essere ricercata altrove rispetto agli scritti? Lo stesso corpus degli scritti
platonici, giuntoci nella sua interezza (circostanza unica nella storia del pensiero greco), non presenta quell’unitarietà
sistematica che ci si dovrebbe attendere: il che, ancora una volta, depone a favore della tesi secondo cui il vero
Platone andrebbe cercato altrove, e precisamente nelle «dottrine non scritte».
Studioso anche della Metafisica di Aristotele, Reale smaschererebbe la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l’opera
non presenterebbe un’unitarietà ma sarebbe piuttosto una sorta di “zibaldone filosofico” (e, in particolare, il libro XII
risalirebbe – in forza del suo spiccato interesse teologico – alla giovinezza dello Stagirita): lungi dal risolversi in un
coacervo di scritti risalenti a differenti epoche e contesti, la Metafisica di Aristotele – rileva Reale in Il concetto di
filosofia prima e l’unità della metafisica di Aristotele (1961) – è un’opera profondamente unitaria, al cui centro c’è la
definizione della metafisica - che è: a) scienza delle cause e dei princìpi primi, b) scienza dell’essere in quanto tale, c)
scienza della sostanza, d) scienza teologica, e) scienza della verità.
Ne La saggezza antica (1995) sostiene che «tutti i mali di cui soffre l’uomo d’oggi hanno proprio nel nichilismo la
loro radice» e che «un’energica cura di questi mali implicherebbe il loro sradicamento, ossia la vittoria sul
nichilismo, mediante il recupero di ideali e valori supremi, e il superamento dell’ateismo». Ma quello che egli
propone «non è affatto un ritorno acritico a certe idee del passato, ma l’assimilazione e la fruizione di alcuni
messaggi della saggezza antica, che, se ben recepiti e meditati, possono, se non guarire, almeno lenire i mali
dell’uomo d’oggi, corrodendo le radici da cui derivano».
In una siffatta prospettiva, può acquistare un valore eminentemente filosofico anche il pensiero di Seneca, a suo
parere ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che non gli avrebbe riconosciuto alcuna cittadinanza
filosofica: in La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell’anima, Reale riprende, ancora una volta, l’idea che la
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Giovanni Reale
filosofia degli antichi – in questo caso, quella di Seneca – possa costituire un farmaco per l’animo dilaniato
dell’uomo moderno.[7]
Tra gli allievi di Reale vanno ricordati Roberto Radice, esperto del pensiero di Filone di Alessandria e dell’età
ellenistica (in particolare dello Stoicismo) e Giuseppe Girgenti, conoscitore del pensiero di Porfirio – Il pensiero
forte di Porfirio (1995), Introduzione a Porfirio (1997) – e attento studioso del Neoplatonismo, oltre che traduttore
di numerose opere porfiriane.
Opere
Oltre al campo specifico della filosofia antica e tardo-antica, Reale si è occupato a vario titolo anche della storia
della filosofia generale: per esempio, nella stesura del noto manuale per i licei scritto insieme a Dario Antiseri e nella
direzione delle collane filosofiche «Classici della Filosofia» e «Testi a fronte» della Bompiani.
Oltre a questo, i suoi principali scritti sono i seguenti:
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Il concetto di filosofia prima e l’unità della Metafisica di Aristotele (1961);
Storia della filosofia antica in 5 volumi (1975, più volte riedita);
Per una nuova interpretazione di Platone (1991);
Saggezza antica (1996);
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Eros demone mediatore (1997);
Platone. Alla ricerca della sapienza segreta (1997);
Corpo, anima e salute (1998);
Socrate. Alla scoperta della sapienza umana (1999);
Il pensiero antico (2001).
Traduzioni e commenti
Reale ha tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di Aristotele e di Plotino (la sua nuova edizione
delle Enneadi è stata pubblicata nel 2002 nella collana "I Meridiani" della Mondadori).
Nel 2006 ha pubblicato per Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come la «prima traduzione
integrale» della versione tedesca del Diels-Krans. Nonostante in Italia ne fosse già uscita nel 1969 una traduzione di
Gabriele Giannantoni edita da Laterza, Reale ha denunciato certe sue presunte lacune e manomissioni in ossequio
all’ideologia e all'«egemonia culturale marxista», che vedeva gli intellettuali di area comunista dominare la scena in
campo editoriale.[8] Luciano Canfora, in risposta alle accuse del Reale, ne ha denunciato la natura «pubblicitaria» e
l'«inconsistenza» del ragionamento.[9]
Di Seneca ha poi curato la traduzione delle sue opere in "Seneca. Tutti gli scritti" del 1994.
Onorificenze
Tra le numerose onorificenze ricevute, ricordiamo le lauree honoris causa dell'Accademia Internazionale di Filosofia
del Liechtenstein, dell'Università Cattolica di Lublino, dell'Università di Stato di Mosca; il Premio "Roncisvalle"
dell'Università di Navarra, la cittadinanza onoraria di Siracusa.
Fonti esterne
• Filosofico.net: Giovanni Reale [10]
• Articolo di Giovanni Reale sul caso Eluana Englaro [11].
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Giovanni Reale
Altri progetti
•
Wikiquote contiene citazioni di o su Giovanni Reale
Note
[1] Cornelia de Vogel, Ripensando Platone e il Platonismo, Vita e Pensiero, 1990, ISBN 9788834302965.
[2] «Reale [...] dimostra la profonda unità concettuale di questi scritti di filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger, nella sua tesi, sia
condizionato dalla filosofia positivista e dalla teoria generale dell'evoluzione della cultura secondo le tre tappe di teologia-metafisica-scienza»
(Note di copertina all'opera Il concetto di "filosofia prima" e l'unità della "Metafisica" di Aristotele, Bompiani, 2008, ISBN 9788845261800).
[3] AA.VV., Verso una nuova immagine di Platone (http:/ / books. google. it/ books?id=UbNcPzvi6KgC& printsec=frontcover&
source=gbs_navlinks_s#v=onepage& q=& f=false), Vita e Pensiero, 1994, ISBN 9788834308158.
[4] Cfr. in particolare Il paradigma romantico nell’interpretazione di Platone, di Hans Krämer, Napoli 1991.
[5] Network delle Università Italiane (http:/ / www. uninetwork. it/ intervista. php/ id/ 2604/ massimo_cacciari). URL consultato il 20/04/2009.
[6] http:/ / books. google. it/ books?id=i9S-Unb35isC& printsec=frontcover& source=gbs_navlinks_s#v=onepage& q=& f=false
[7] Reale, La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Bompiani, 2003, pag. 201, ISBN 9788845255328.
[8] Pur riconoscendo che Giannantoni sarebbe stato uno studioso di prim'ordine, Reale denuncia che molti marxisti «non presentavano talune
cose nella loro effettiva realtà» (dall' archivio storico del Corriere della Sera (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2006/ novembre/ 21/
Nel_nome_MARX_co_9_061121025. shtml) del 21 novembre 2006).
Secondo Reale, pur non potendosi parlare di complotto, «nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancano - in
un'edizione chiamata l'unica integrale italiana - decine e decine di passi che ho elencato in 4 pagine all'inizio della
mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata
assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti
di codesti autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto: ecco la
vecchia tattica che rimane ancora molto viva» (dall' archivio storico del Corriere della Sera (http:/ / archiviostorico.
corriere. it/ 2006/ novembre/ 24/ Non_svuotate_Filosofia_dalle_idee_co_9_061124044. shtml) del 24 novembre
2006).
[9] «Naturalmente, sul piano pubblicitario, si comprende la auto-esaltazione: la mia traduzione è più completa della tua, come il mio bucato è più
bianco del tuo. Ma anche la pubblicità bisognerebbe saperla fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in proposito. Particolarmente
inconsistente appare il ragionamento, se pure così può definirsi, sviluppato dal Reale. Eccolo nella sintesi fornita dal suo intervistatore:
Giannantoni era molto bravo (e questo lo sapevamo anche senza il supporto di Reale), Laterza è innocente del sopra menzionato «reato
ideologico», la colpa è della «penetrazione» comunista. Sembra quasi di sognare. Ma questa è la caricatura dell' antica cantilena sui comunisti
padroni dell' editoria italiana. Per confutare questa sciocchezza, anni fa, Norberto Bobbio si limitò a trascrivere i titoli del catalogo Einaudi. E
infatti come negare l' affiliazione bolscevica di Bobbio? Che pena», in (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2006/ novembre/ 21/
non_date_Togliatti_colpe_che_co_9_061121026. shtml).
[10] http:/ / www. filosofico. net/ giovannireale. htm
[11] http:/ / www. corriere. it/ cronache/ 09_febbraio_07/ sopravvivere_contro_natura_eluana_reale_4b2f63b8-f4ef-11dd-a70d-00144f02aabc.
shtml
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Fonti e autori delle voci
Fonti e autori delle voci
Massimo Cacciari Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=31409220 Autori:: Adriano, Alfio, Andrea Perini, Antiedipo, ArtAttack, Attilios, AttoRenato, Aurevilly, Beechs, CJ GTA,
Carlo.Ierna, Ciano, Contromano76, Dreammy, Duccio55, Elcaracol, Flora cozzi, Francescoonwikipedia, Fredericks, Furyo Mori, Gianluca91, Giorgio Cadorini, Guidomac, Gvf, HansChristian,
Idris.albadufi, Jordanibruninolani, L'osservatore, Luc19, Lucaf1, Magio74, Malemar, Marcel Bergeret, Marcod, Massimo Macconi, Mimmik, Mitrael88, Nemo bis, No2, Number 21, Paolof76,
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