joan miró: la forma e il segno

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joan miró: la forma e il segno
JOAN MIRÓ:
LA FORMA E IL SEGNO
PITTURA, SCULTURA E PAESAGGIO
DI CRISTIANO ISNARDI
L’interesse che l’ opera di Joan Miró riesce
a suscitare a circa vent’anni dalla morte
dell’artista sembra essere ancora intensa
nell’animo di tutti gli amanti dell’arte contemporanea e, più in generale, della cultura
europea del secolo scorso. A Mondovì,
la mostra organizzata dalla Fondazione Cassa
di Risparmio di Cuneo per l’anniversario
dei 150 anni della banca, presenta l’artista
attraverso più aspetti della sua personalità, che
difficilmente può essere racchiusa in
definizioni precise. Miró è ricordato, nella
cultura dell’arte contemporanea, per aver
innovato la pittura, nelle tecniche e nei temi,
liberandola dall’ accademismo della ricerca
stilistica che vedeva nel raggiungimento della
perfezione formale il suo ultimo risultato.
All’opera d’arte, per Miró fa da compendio
il titolo assegnato, la cui costruzione diviene
forma di espressione poetica. Con il titolo
dell'opera, l'artista mette a fuoco la vitale
sorgente ispirativa, che gli consente di
completare il lavoro vivendo con passione
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Pieno successo
della mostra
organizzata
a Mondovì,
nel programma
delle celebrazioni
dei 150 anni
della Cassa
di Risparmio
di Cuneo,
in collaborazione
con la Fondazione
Maeght di Saint
Paul de Vence.
Oltre 16.000
i visitatori hanno
sinora ammirato
le pitture,
sculture e incisioni
dell’artista
catalano,
esposte sino
al 15 gennaio.
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la nascita delle sue nuove creazioni.
Ma lo stesso titolo serve all'osservatore,
fruitore dell'opera, a mettere in movimento
la propria facoltà immaginativa per ricostruire senso e significati di tracce, simboli
o degli strani, spiritosi personaggi.
Nell’esposizione sono visibili opere dai
nomi poetici e fantastici come "L'uccello
dal piumaggio rossastro annuncia l'apparizione
della donna risplendente di bellezza",
o "L'uccello si annida sulle dita in fiore"
o "La carezza di un uccello".
Al fine di cogliere la complessità e la varietà
della sua opera sono presentate anche molte
fotografie dell’artista al lavoro e uno studio
inedito sul Giardino dal lui ideato per il
parco della Fondazione Maeght di Saint Paul.
Il Giardino, chiamato “Labirinto” dallo stesso
autore, ospita alcune sculture, pensate per
essere fontane, portali di ingresso o semplici
“personaggi” che, con immobile espressività,
abitano il luogo.
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La scelta di esporre uno studio inedito su
questo singolare progetto paesaggistico di
Miró è dovuta anche alla presenza in Mondovì
della Facoltà di Architettura come sede distaccata del Politecnico di Torino.
E’ questo un segno importante del dialogo
continuo che la Fondazione Cassa di Risparmio
di Cuneo attua nei confronti delle realtà
istituzionali presenti nella Provincia di Cuneo.
A conclusione del secondo mese di apertura
della mostra sono stati circa 16.000 i visitatori
che hanno potuto ammirare i capolavori
del maestro spagnolo esposti a Mondovì.
Non si tratta solo di cittadini della Provincia
di Cuneo ma anche di turisti provenienti dal
resto del Piemonte, dall’ Italia settentrionale
e persino dall’estero. Numerose sono anche
le scuole e gli istituti superiori che hanno
inserito la visita a Mondovì nel percorso
didattico dell’anno in corso.
L’esposizione è visitabile
gratuitamente fino
al 15 gennaio 2006
a Mondovì, nella chiesa
di Santo Stefano
in via S. Agostino 24,
dal martedì al venerdì
dalla 15 alle 19,
il sabato, la domenica
e nei giorni festivi,
dalle 10 alle 12.30
e dalle 15 alle 19.
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