Il CESE festeggia il compleanno - EESC European Economic and

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Il CESE festeggia il compleanno - EESC European Economic and
ISSN 1830-6349
Maggio 2008/5 IT
CESE info
EDITORIALE
Cari lettori,
il 28 maggio 2008 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) celebrerà il
50° anniversario della sua creazione con
una speciale sessione plenaria commemorativa, che sarà inaugurata dal presidente Dimitris Dimitriadis e alla quale interverranno il presidente del
Parlamento europeo Hans-Gert Pöttering, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il presidente del Comitato
delle regioni Luc Van den Brande.
Nel marzo 1957, con la firma dei trattati di Roma, i padri fondatori
hanno ritenuto naturale coinvolgere i principali attori socioeconomici nel processo decisionale. L’idea era stata lanciata dal Belgio e dai
Paesi Bassi nel corso dei negoziati. I trattati hanno istituito il CESE,
dotandolo di una serie di poteri consultivi, con l’obiettivo di apportare
nuove competenze al processo decisionale europeo. Il 19 maggio 1958
il Comitato ha tenuto la prima sessione plenaria a Bruxelles, presso la
sede del senato belga.
Nel corso della sessione plenaria commemorativa, alcuni giovani
europei lanceranno un dibattito sulle sfide che l’Unione europea, e
anche il CESE, si trovano a dover affrontare. Le celebrazioni prevedono anche un grande dibattito e una serie di eventi culturali.
Nella seconda parte del pomeriggio si terrà una tavola rotonda sul
futuro dell’Europa e sull’Anno del dialogo interculturale con la partecipazione di importanti personalità europee, come l’ex presidente
della Commissione Jacques Delors, lo scrittore italiano Erri de Luca,
il direttore dei contenuti del sito web europeo Dailymotion Martin
Rogard, l’ex presidente del Parlamento europeo Pat Cox, la vincitrice
2008 del premio «Giovane imprenditore europeo» Karoli Hindriks, la
fondatrice di Innoversity Susanne Justesen nonché la cantante Nana
Mouskouri, ex deputata europea e ambasciatrice benemerita dell’Unicef.
L’evento, organizzato nell’edificio Jacques Delors del CESE, si concluderà nella serata con la presentazione di un libro sulla storia del
Comitato e l’inaugurazione di una mostra.
Vi invito a sfruttare questa ricorrenza per imprimere un nuovo
slancio alla partecipazione delle parti sociali e di altre organizzazioni
della società civile al processo di creazione di un futuro costruttivo e
proficuo per l’Europa. Per concludere, porgo i miei più sentiti auguri
di buon anniversario a tutti i membri, al personale e agli amici.
Jillian van Turnhout
vicepresidente del CESE
CALENDARIO
17 giugno 2008
Portorose, Slovenia: «La società
civile organizzata come motore
del dialogo interculturale»
19-20 giugno 2008
Breslavia, Polonia: Forum
dei cittadini europei
«Verso un’Europa della
solidarietà — Gioventù,
solidarietà intergenerazionale
ed Europa del futuro»
EESC info — May 2008
IN QUESTO NUMERO
2
Dall’audizione del CESE arriva
l’invito alla massima cautela
nel definire gli obiettivi per i
biocarburanti
3
Il CESE esamina il terzo
pacchetto energia sui mercati
di elettricità e gas,
di Carmelo Cedrone
3
4
Flessicurezza: la giusta
risposta alla globalizzazione?
di Thomas Janson
L’integrazione europea nel
contesto della globalizzazione
Comitato economico
e sociale europeo
un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata
Il CESE festeggia il compleanno:
cinquant’anni al servizio degli europei
Il CESE rievoca cinquant’anni di
dibattiti, discussioni e consultazioni, mezzo secolo speso a portare le
organizzazioni della società civile
nella sfera europea, cinquant’anni
di continuo lavoro per illustrare ai
cittadini l’Europa e i suoi vantaggi.
Già nel corso della sessione costitutiva, svoltasi a Bruxelles il 19
maggio 1958, il primo presidente
della Commissione europea, Walter
Hallstein, sottolineava l’importanza dei futuri compiti del Comitato
economico e sociale e il significato
del ruolo che gli competeva nell’organizzazione di un mercato comune europeo e nel rinnovamento del
volto della futura Europa.
«Oggi, mentre celebriamo il nostro cinquantesimo anniversario,
possiamo vantarci di avere contribuito alla realizzazione delle tappe
principali dell’integrazione europea
e di esserci impegnati per dare a
questo processo un volto più umano» ha dichiarato il presidente del
CESE Dimitris Dimitriadis.
L’utilità e la legittimità del CESE
sono state sempre più riconosciute nei cinquant’anni anni della sua
storia. Nel 1972, al vertice di Parigi,
gli viene riconosciuta la facoltà di
elaborare pareri di propria iniziativa. I settori in merito ai quali è ob-
bligatorio consultarlo aumentano
sempre più. Nel 1992, con il trattato
di Maastricht, aumenta anche la sua
autonomia, e nel 1997, quando viene finalmente prevista la possibilità
che il Parlamento europeo lo consulti direttamente, il suo ruolo è ormai definitivamente riconosciuto.
Jacques Delors, presidente della
Commissione europea dal 1985 al
1995, si è avvalso molto del Comitato, e ha potuto contare sul suo
sostegno attivo nell’introduzione
del dialogo sociale a livello europeo, nonché sulla sua competenza
e il suo senso del compromesso al
momento di dare legittimità alla
carta dei diritti fondamentali dei
lavoratori.
I compiti, la rappresentatività e
la competenza del Comitato fanno
sì che esso assuma un ruolo sempre
più importante nel processo decisionale dell’Unione europea, ad
esempio monitorando il mercato
interno, creando e approfondendo
relazioni con la società civile organizzata di paesi terzi o sviluppando
modi nuovi di comunicare l’Europa.
Grazie ai suoi contributi e al
ruolo di autentici ambasciatori che
i suoi 344 consiglieri svolgono negli Stati membri, il CESE si fa por-
50 years of the European Economic and Social Committee
A bridge between Europe and organised civil society
1958
2008
http://eesc.europa.eu/
tavoce delle reali preoccupazioni
dei cittadini europei nello sviluppo
delle politiche dell’UE.
Il Comitato ha ottenuto che venisse riconosciuta la legittimità
delle organizzazioni della società
civile a partecipare al processo legislativo europeo: esso opera quindi
a favore di una democrazia europea più partecipativa e trasparente.
Il suo compito, fare da tramite tra
l’Europa e la società civile organizzata, è più che mai attuale e offre
alla costruzione europea nuove ed
L
entusiasmanti prospettive.
Vantaggi e benefici dell’euro
Il 14 e 15 aprile 2008, il CESE ha organizzato una conferenza di alto livello
sul tema «Vantaggi e benefici dell’euro: l’ora del bilancio» per fare il punto
con le organizzazioni socioeconomiche e le istituzioni europee direttamente interessate.
Fra gli oratori: Dimitriadis, presidente del CESE, Dassis, presidente della sezione ECO del Comitato,
Lavrič, sottosegretario di Stato al
ministero delle Finanze della Slovenia, Stark, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea,
Juncker, presidente dell’Eurogruppo,
Pervenche Berès, presidente della
commissione economica e monetaria
del Parlamento europeo, e Almunia,
membro della Commissione europea
responsabile degli Affari economici e
finanziari.
I partecipanti hanno dibattuto
dell’importanza del coordinamento
Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, rievoca con soddisfazione i 10 anni dell’euro.
delle politiche economiche, dell’integrazione dei mercati finanziari, della
creazione di posti di lavoro, del consolidamento delle finanze pubbliche,
della stabilità dei prezzi, nonché delle
sfide future (globalizzazione, invecchiamento demografico, cambiamento climatico).
>>> pagina 2
www.eesc.europa.eu
1
NOTIZIE DAI MEMBRI
Anna Maria Darmanin
entra a fare parte del
gruppo Comunicazione
Il gruppo Comunicazione del
CESE è lieto di dare il benvenuto al suo nuovo membro, e cioè
Anna Maria Darmanin (II gruppo — Lavoratori — Malta). Anna
Maria Darmanin sostituisce
Eva Belabed, che ha rinunciato al
suo statuto di membro del CESE
per entrare a fare parte della delegazione austriaca dell’OCSE a Parigi. Membro del CESE dal 2004,
Anna Maria Darmanin è presidente della Fondazione Salvinu
Spiteri — Unione dei Lavoratori
di Malta (Union Haddiema Maqghudin — UHM) e direttore del
comitato direttivo della Fondazione per lo sviluppo delle risorse
umane (FHRD) in rappresentanza
dell’UHM. In seno al CESE, Anna
Maria Darmanin è un membro
estremamente attivo delle sezioni
Mercato unico, produzione e consumo (INT) e Trasporti, energia,
infrastrutture, società dell’informazione (TEN).
I membri sloveni
organizzano
una serata culturale
La pop star slovena Neisha intrattiene
gli ospiti.
Il 22 aprile 2008 il CESE ha organizzato una serata culturale slovena con l’obiettivo di permettere
ai partecipanti, oltre che di socializzare e stringere nuove amicizie,
anche di gustare la cucina, i vini
nonché la musica e i paesaggi della Slovenia. La serata è stata aperta dai discorsi del presidente del
CESE, Dimitris Dimitriadis, di
Rok Klančnik, dell’Ufficio del turismo sloveno, e di Cveto Stantič,
membro del CESE. L’esibizione
musicale della cantante pop Neisha e del suo gruppo ha entusiasmato tutti i presenti e fatto aprire le danze. A fare da sfondo alla
serata è stata l’installazione video
dell’artista slovena Nora de Saint
Picman, accompagnata da immagini della campagna slovena.
2
Intervista a Filip Hamro-Drotz sul programma
di lavoro della sezione REX per il 2008
Nell’ultima edizione di CESE Info,
Hamro-Drotz ha parlato dei temi
chiave del programma di lavoro della sezione REX per il 2008. Questa
volta lo abbiamo intervistato sul
contributo del CESE alle politiche
esterne dell’UE, soprattutto sulla
questione del Kosovo, particolarmente sensibile.
Che cosa ci può dire del
Kosovo? Crede che il gruppo di
contatto per le organizzazioni
della società civile possa
contribuire al processo di
pace di cui la regione ha tanto
bisogno?
Il Kosovo, e quindi l’intera area
dei Balcani occidentali, è una regione chiave per l’UE e per il CESE. Il
CESE e il gruppo di contatto Balcani
occidentali sono molto attivi nella
regione. Oltre a elaborare pareri su
gran parte dei paesi di questa zona
del mondo, promuoviamo anche la
creazione di attori credibili della società civile e stabiliamo contatti con
le organizzazioni della società civile
che già operano in questi paesi. Prima dell’estate adotteremo il parere sulla Serbia e in autunno quello
sull’Albania.
Nei nostri contatti sosteniamo
l’importanza di stabilire relazioni
costruttive tra gli attori della società
civile all’interno di un paese, nonché
relazioni transfrontaliere tra paesi
confinanti. È inoltre prevista la creazione di un nuovo comitato consultivo misto con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia.
Il Forum della società civile dei
Balcani occidentali che organizzeremo a Lubiana in giugno costituisce un altro esempio delle azioni
concrete intraprese dal Comitato.
Al Forum parteciperanno una serie
di attori della società civile di tutti i
paesi interessati, attori che avranno
quindi la possibilità di incontrare i
loro omologhi non solo dell’UE ma
anche degli altri paesi dei Balcani
occidentali. Il CESE svolge un ruolo
centrale nella regione e sono convinto che il nostro contributo al processo di pace sia di grande valore.
In alcune parti del mondo, il
rispetto del diritto del lavoro, il
dialogo sociale e i diritti umani
sono ancora poco sviluppati.
Il CESE può apportare un
contributo a questi temi, così
delicati?
Sì, il CESE può e deve contribuire
ad affrontare queste problematiche,
le quali, parallelamente agli sforzi intesi a sostenere lo sviluppo economi-
co, rientrano tra gli obiettivi centrali
della nostra attività. Partiamo dal
presupposto che una politica sociale
efficace e lo Stato di diritto vadano
di pari passo con il buon funzionamento dell’economia di mercato, un
aumento dell’occupazione e un maggiore benessere.
Il CESE attribuisce un elevato
grado di priorità ai paesi e alle regioni più deboli sul piano sociale e
può nei suoi pareri, come pure nei
suoi contatti con la società civile e
le autorità pubbliche di questi paesi,
richiamare l’attenzione sulle buone
pratiche adottate in questi ambiti.
Come collaboriamo con le altre
istituzioni nell’ambito della
politica estera?
Il CESE opera in stretto contatto
soprattutto con la Commissione europea, ma collabora anche sempre
più spesso con il Parlamento europeo e con il Consiglio. È infatti in
aumento il numero degli ambiti e
dei casi in cui si richiede una stretta
collaborazione con la Commissione,
ad esempio la preparazione del prossimo allargamento, il monitoraggio
dell’attuazione della politica europea
di vicinato, gli sforzi per migliorare
le relazioni con Euromed, gli ACP e
l’America latina.
È abbastanza frequente che la
Commissione o il Consiglio chiedano al CESE di stabilire contatti con
la società civile di paesi e regioni
terzi considerati prioritari, creando
ad esempio comitati consultivi misti con i paesi candidati. Al CESE è
stato inoltre chiesto di seguire i negoziati UE per la conclusione di accordi commerciali e di associazione,
per menzionare solo alcuni esempi.
Affinché la cooperazione risulti proficua risulta inoltre cruciale mantenere contatti stretti, proattivi e regolari sul piano dei segretariati.
La sezione REX cerca di collaborare anche con altre istituzioni.
Quest’anno abbiamo avviato progetti concreti con l’OIL, in particolare la
conferenza congiunta sul Mar Nero.
Contribuiamo inoltre alle attività
dell’Associazione internazionale dei
consigli economici e sociali.
L
Il presidente Dimitriadis incontra il presidente
e il primo ministro della Turchia
Il 10 e 11 aprile 2008, il Comitato economico e sociale europeo
(CESE) ha organizzato a Istanbul
la 24a riunione del comitato consultivo misto (CCM) UE-Turchia.
Nel corso dell’evento, che ha riunito organizzazioni della società
civile delle due parti allo scopo di
seguire i negoziati di adesione dal
punto di vista della società civile,
il presidente del CESE Dimitris
Dimitriadis ha incontrato il presidente della Repubblica di Turchia
Abdullah Gül, il primo ministro
turco Recep Tayyip Erdoğan e il
ministro turco per le donne e la
famiglia, Çubukçu.
Il presidente Dimitriadis ha
espresso il proprio appoggio al
processo di riforma attualmente
in corso in Turchia, mettendo in
rilievo l’importanza di un ampio
consenso tra il governo e la società civile turca sulle riforme costituzionali e istituzionali. Nel suo
intervento, il presidente Abdullah
Gül ha sottolineato il ruolo chiave
svolto nel processo di adesione dal
CCM, vero e proprio ponte tra la
società civile dell’UE e quella della
Turchia. Il presidente ha riconosciuto che la Turchia deve ancora
realizzare importanti riforme, auspicate dalla società turca.
Anche il primo ministro Recep
Tayyip Erdoğan, che ha partecipato alla riunione il giorno 11, ha sottolineato che il calo di fiducia dei
cittadini turchi riguardo all’adesione del loro paese all’UE può essere contrastato soltanto attraverso una migliore comunicazione e
un più forte coinvolgimento delle
organizzazioni della società civile.
Nel corso della riunione sono state
trattate diverse tematiche di interesse specifico per le organizzazioni della società civile della Turchia
e dell’UE, tra cui: gli aspetti della
strategia di Lisbona connessi alla
formazione permanente, i giovani
Dall’audizione del CESE arriva l’invito alla
massima cautela nel definire gli obiettivi
per i biocarburanti
Il 17 aprile 2008 l’Osservatorio
dello sviluppo sostenibile del CESE
ha organizzato un’audizione pubblica
sui criteri di sostenibilità per i biocarburanti.
L’ambizioso obiettivo fissato dal
Consiglio europeo nel marzo 2007,
che prevedeva, entro il 2020, di portare al 10 % la quota minima di biocarburanti sul totale del carburante
per autotrazione, è stato ampiamente
messo in discussione. Derek Osborn,
presidente dell’Osservatorio, ha osservato che «la scelta di fissare un obiettivo vincolante del 10 % rischia chiaramente di essere controproducente
e di dare luogo ad una produzione
di biocarburanti non sostenibile».
Edgardo Iozia, relatore del CESE sui
biocarburanti, ha affermato che «la
Commissione, proponendo l’obiettivo
del 10 %, ha evidentemente sottovalutato la complessità della questione.
Ora bisogna fare un passo indietro e
compiere un’analisi approfondita degli
obiettivi che intendiamo raggiungere,
sapendo che le nostre scelte avranno
ripercussioni sull’agricoltura, sull’impiego dell’energia, sull’ambiente e sulle nostre società in generale».
Nel corso dell’audizione sono intervenuti un gran numero di attori
importanti del processo legislativo
in corso, tra cui Dorette Corbey, re-
e il lavoro nel quadro della strategia europea per l’occupazione, le
procedure per il rilascio dei visti.
L
>>> continua da pagina 1
latrice del Parlamento europeo sulla
proposta di direttiva relativa ai combustibili per i trasporti su strada e
Miran Kresal, rappresentante della
presidenza slovena. All’audizione
hanno partecipato anche Ariane de
Dominicis della Commissione europea (DG Ambiente) e Christian Hey,
presidente del gruppo di lavoro Energia dei consigli consultivi europei per
lo sviluppo sostenibile, come pure
una rappresentanza significativa di
L
soggetti interessati.
Il CESE ha sostenuto l’euro fin
dall’inizio, perché la moneta unica
costituisce uno degli elementi fondamentali di un’Europa integrata.
L’euro è il complemento necessario
del mercato unico: rafforza la trasparenza dei prezzi, elimina le spese di
cambio, facilita gli scambi internazionali e permette all’Unione europea di
far meglio sentire la propria voce nel
mondo. Dalla decisione sull’introduzione dell’euro nel 1999, quindici Stati membri hanno adottato la moneta
unica e oltre 320 milioni di cittadini
europei la utilizzano ogni giorno, godendo dei vantaggi che essa apporta
e che si estenderanno man mano
che l’euro verrà adottato da altri Stati
L
membri.
CESE info — Maggio 2008
Il CESE esamina il terzo pacchetto energia
sui mercati di elettricità e gas di Carmelo Cedrone
Finalmente la Commissione ha deciso di rimettere in moto il «dossier»
energia, un settore rimasto per troppo tempo in mezzo al guado, per
procedere verso la realizzazione del
mercato unico. Si tratta di un grave
ritardo rispetto all’importanza che il
settore riveste per l’economia e per i
cittadini europei. La proposta prevede la separazione proprietaria tra
l’attività di produzione e quella delle
reti di distribuzione o, in subordine,
la separazione della gestione tra attività di produzione e reti (gestore
di sistema indipendente). Prevede
inoltre la creazione di un’agenzia
europea per coordinare l’attività
delle autorità di regolamentazione
nazionali. È un provvedimento che
tocca aspetti politici, economici e
sociali, con particolare riferimento ai lavoratori, ai consumatori e
alle imprese utilizzatrici. Si tratta
di consentire una maggiore trasparenza, più investimenti, maggiore
concorrenza, più efficienza, prezzi
più bassi e una maggiore solidarietà
tra gli Stati.
Il CESE, nel suo parere, ha espresso apprezzamento per l’iniziativa
della Commissione, pur ritenendola insufficiente, così com’è, per il
raggiungimento degli obiettivi che
si prefigge. In particolare ritiene che
si debba procedere più rapidamente
verso la realizzazione del mercato
unico dell’energia, anche se alcuni
Stati non sono d’accordo. Sarà inoltre opportuno privilegiare la separazione proprietaria tra produzione
e reti, dare più potere di intervento
all’agenzia europea e
conferire più autonomia alle autorità nazionali rispetto ai governi.
Il parere raccomanda
inoltre di procedere
verso un maggior coordinamento tra i gestori di rete nazionali,
di favorire l’aumento
degli investimenti per
la creazione di reti «europee», e prevedere,
nel consiglio d’amministrazione dell’agenzia
europea, i rappresentanti delle imprese, dei
consumatori e dei lavoL
ratori.
Flessicurezza: la giusta risposta alla globalizzazione?
di Thomas Janson
uno sul modello di flessicurezza
danese, uno sulla flessicurezza e il
ruolo del dialogo sociale e uno sulla
dimensione della flessibilità interna.
L’insieme di questi tre pareri costituisce la posizione del CESE sul tema.
Fin da quando ha fatto la sua comparsa nei dibattiti europei, la flessicurezza è apparsa come un tema controverso: essa è infatti direttamente
legata all’essenza dell’attività quotidiana delle parti sociali nel mercato
del lavoro, ossia la ricerca di un equilibrio tra flessibilità e sicurezza accettabile tanto per i lavoratori quanto
per i datori di lavoro. Finora il CESE
ha approvato tre pareri in materia:
Nel suo parere più recente, il Comitato sottolinea che la flessicurezza
non può essere considerata separatamente dalle sfide alle quali l’Unione
europea deve far fronte. La globalizzazione, il rapido sviluppo di nuove
tecnologie e l’evoluzione demografica, per non parlare delle questioni
ambientali, hanno effetti diretti e
quotidiani sui mercati del lavoro europei. Per avere successo, l’Europa
deve riuscire a competere sul piano
della qualità, concentrandosi sull’innovazione, contando su una forza lavoro altamente qualificata e facendo
del modello sociale europeo un fattore di produttività.
Per questo è necessario investire non solo nel capitale sociale, ma
anche in quello umano. Il Comitato
torna quindi a sottolineare quanto
siano importanti la partecipazione
attiva delle parti sociali e la fiducia
reciproca tra tutti gli attori coinvolti.
Fa notare inoltre che i sistemi generali di protezione sociale possono
contribuire alla mobilità garantendo
che i lavoratori non vengano penalizzati quando il loro luogo di lavoro
subisce trasformazioni, e sottolinea
l’importanza fondamentale di destinare alla flessicurezza ingenti risorse
economiche. In caso contrario, si rischia di non ottenere miglioramenti
né sul fronte della sicurezza né su
quello della flessibilità, accrescendo
invece l’insicurezza e la diffidenza tra
le parti sociali.
In questo contesto, il CESE sottolinea che il concetto di flessicurezza
non comporta una riduzione unilaterale e illegittima dei diritti dei lavoratori. Deve invece contribuire ad
assicurare un equilibrio ottimale tra
flessibilità e sicurezza in tutti i rapporti di lavoro, garantendo un livello
adeguato di sicurezza ai lavoratori
indipendentemente dalle forme di
contratto, in modo da far fronte alla
segmentazione dei mercati del lavoro.
È questa la prima volta che il
Consiglio decide di adottare principi
comuni che servano da linee guida
per gli interventi degli Stati membri.
Considerando questo fatto, nonché
l’ambiguità del concetto di flessicurezza e la necessità di trovare un
equilibrio, il Comitato incoraggia la
Commissione a monitorare il processo di attuazione e a istituire una
piattaforma per lo scambio di buone
prassi che coinvolga le parti sociali.
Propone inoltre alla Commissione di
valutare attentamente i diversi contributi e pareri espressi in merito alla
sua comunicazione, e di consultare le
parti sociali degli Stati membri a tutti
i livelli.
Infine, il CESE suggerisce che,
passati cinque anni, la Commissione
proceda a una valutazione delle pras-
si seguite negli Stati membri in materia di flessicurezza, in particolare del
loro impatto sul livello occupazionale nei singoli Stati membri e dell’UE
L
nel suo complesso.
LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI
Regioni europee competitive grazie alla ricerca
e all’innovazione
Nel parere su questo argomento il Comitato formula
una serie di raccomandazioni in merito alla necessità di
rivedere l’elenco dei bisogni
importanti delle regioni e le
loro priorità d’azione, alla
stesura di una guida pratica
europea, e al lancio di una
nuova iniziativa (Jasmine)
per far fronte ai gap istituzionali esistenti, dal lato sia
della domanda che dell’offerta, e per conseguire una
forte riduzione degli adempimenti burocratici. Il Comitato è
fermamente convinto che la promozione di iniziative a livello
locale e regionale e la capacità di metterle in rete — portando
avanti così la strategia di Lisbona — siano presupposti essenziali per realizzare sforzi congiunti di R&S idonei a favorire la
creazione e lo sviluppo di imprese innovative in tutto il territorio dell’Unione.
Verso una politica comune dell’energia
(parere di iniziativa)
Nel parere su questo tema il Comitato sottolinea il ruolo cruciale della ricerca e dello sviluppo e ribadisce l’importanza di
una ripartizione equilibrata delle risorse. Occorre studiare con
particolare cura determinate energie rinnovabili che molto
probabilmente avranno difficoltà a raggiungere l’equilibrio
economico. Sarà necessario destinare le risorse a disposizione
per la ricerca alle tecniche che secondo la comunità scientifica
hanno un futuro promettente. Il Comitato sottolinea inoltre
l’importanza di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Occorre considerare la possibilità di creare in
futuro una politica comune
dell’energia eventualmente
basata su istituzioni proprie. Sarebbe opportuno
esaminare la possibilità di
rilanciare i programmi per
l’energia nucleare nei paesi
in cui vi è un consenso in
proposito e di intensificare
la ricerca in materia di fusione nucleare.
Divario di retribuzione tra donne e uomini
Nel parere su questo argomento il Comitato evidenzia che gli Stati membri
devono impegnarsi a combattere le cause del divario
retributivo, dovuto alla
diversa valorizzazione del
lavoro delle donne e degli
uomini e al fatto che sul
mercato del lavoro esiste effettivamente una divisione
del lavoro in funzione del
genere. I datori di lavoro dovrebbero procedere a una revisione annuale dei salari per individuare le discriminazioni basate
sul genere presenti negli organigrammi e mettere a punto un
piano per la parità. Il Comitato ritiene che si debba introdurre
il congedo parentale retribuito per entrambi i genitori nei paesi in cui non è previsto e offrire servizi di custodia dei bambini,
completi e sovvenzionati, che permettano ai genitori di portare
avanti la loro attività professionale con interruzioni di carriera
per periodi più limitati. Inoltre, gli Stati membri devono adoperarsi a favore della diffusione, tra tutte le parti interessate, di
informazioni sulle cause delle disparità retributive tra i sessi.
For more information please consult the link: http://www.eesc.europa.eu/documents/opinions/avis_en.asp?type=en
CESE info — Maggio 2008
3
Riunione straordinaria del gruppo Datori di lavoro del CESE
Quali sfide e quali opportunità per
l’Unione europea nel contesto della globalizzazione? In che modo
quest’ultima incide sull’integrazione? Questi i temi discussi dai partecipanti alla riunione straordinaria del gruppo Datori di lavoro del
CESE svoltasi il 10 aprile scorso a
Cracovia, che ha assunto la forma di
una conferenza organizzata in collaborazione con la Confederazione
polacca dei datori di lavoro privati
(PKPP — Lewiatan) e con il patrocinio del comune di Cracovia. Vi
hanno partecipato rappresentanti
del mondo dell’impresa provenienti
da tutti gli Stati membri dell’UE e
molte personalità del mondo della
politica.
Nel corso del suo intervento il
presidente del I gruppo Henri Malosse ha sottolineato che la globalizzazione può diventare un’opportunità per l’integrazione europea,
a condizione che vi sia una netta
crescita della capacità di innovazione dell’economia. Ha richiamato
l’attenzione anche sulla necessità di
creare ampie reti di formazione e
mondiali dallo sviluppo dinamico,
ovvero Cina, India e Brasile» ha aggiunto la presidente Bochniarz.
Henri Malosse, presidente del gruppo
Datori di lavoro.
di ricerca scientifica e di elaborare
nuove politiche comuni in settori
quali l’energia, l’ambiente e la ricerca.
Henryka Bochniarz, presidente
del PKPP Lewiatan, si è soffermata sulle conseguenze dell’adesione
all’Unione europea per le imprese
polacche che, nel corso dei primi
tre anni di adesione all’UE, hanno
aumentato di quasi l’80 % il valore
delle loro vendite sui mercati dei restanti Stati dell’UE. «Ecco perché è
importante che, nell’epoca della globalizzazione, l’UE sappia far fronte
alla concorrenza delle nuove “tigri”
Waldemar Pawlak, vice primo ministro polacco e ministro
dell’Economia, invitato a partecipare all’incontro, ha incentrato il proprio intervento sulle conseguenze
dell’allargamento dell’UE per la
società dell’Unione europea. A suo
parere l’Europa può e deve far fronte alla concorrenza mondiale e, per
godere di un vantaggio concorrenziale sul mercato mondiale, deve
puntare su tre fattori: «un’organizzazione intelligente del lavoro, la
conoscenza e le nuove tecnologie».
I partecipanti alla conferenza
sono stati concordi nell’affermare
che la globalizzazione va vista come
un’opportunità per l’integrazione
europea e hanno indicato diversi
modi di fronteggiare la concorrenza mondiale.
«Più l’Europa si allarga, più deve
essere coesa» ha affermato Henri
Malosse nel sintetizzare la confeL
renza.
Il CESE chiede la partecipazione attiva della società
civile alla lotta contro il cambiamento climatico
La commissaria europea responsabile delle Relazioni esterne, Benita
Ferrero-Waldner, si dichiara soddisfatta e si congratula con il presidente
della sezione REX Filip Hamro-Drotz:
«Questo incontro è molto importante per la Commissione europea ed è
particolarmente significativo per me,
che ho fatto dell’America latina una
delle mie priorità e ho sempre sostenuto la partecipazione della società
civile organizzata. Attendo con vivo
interesse il vostro contributo».
Il cambiamento climatico, la migrazione e i relativi accordi tra l’UE e i
paesi delle regioni interessate sono
stati i temi al centro del quinto incontro della società civile organizzata UE-America latina e Caraibi
(UE-ALC), svoltosi a Lima dal 16 al
18 aprile 2008. I partecipanti hanno
adottato una dichiarazione contenente una serie di raccomandazioni,
che sarà presentata dal presidente del
CESE Dimitriadis al prossimo vertice dei capi di Stato UE-America latina nel maggio 2008.
A giudizio dei partecipanti, gli
accordi UE-ALC dovrebbero promuovere lo sviluppo sostenibile e la
coesione sociale. Le organizzazioni
della società civile dovrebbero inoltre prendere parte attiva al processo
negoziale. Per quanto concerne il
cambiamento climatico, la dichiarazione chiede un quadro politico a favore di un’azione comune che unisca
la lotta contro il cambiamento climatico con la promozione delle energie
sostenibili, rilanciando nel contempo
il progresso economico e sociale. La
lotta contro il cambiamento climatico risulta pertanto associata alla lotta
contro la povertà. In merito alle migrazioni, le parti sociali e la società
civile organizzata dovrebbero essere
coinvolte nell’elaborazione di politiche pubbliche in materia.
CESE info
Caporedattore
Karel Govaert
Redattori
Christian Weger
Ana-Cristina Costea
Agata Berdys
Nadia Boukhenfouf
Agnieszka Nyka
Despoina Mergiani
4
Indirizzo
Comitato economico e sociale europeo
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Il ministro degli Esteri peruviano José Antonio García Belaúnde, il
ministro e presidente del Consiglio
per lo sviluppo economico e sociale del Brasile José Múcio Monteiro,
il copresidente dell’Assemblea parlamentare paritetica EuroLat Jorge
Pizarro, e l’europarlamentare Emilio
Menéndez del Valle hanno insistito
sulla necessità di prestare ascolto alla
società civile organizzata nell’ambito
del processo politico, al fine di garantire una vera e propria partecipazione allo sviluppo sostenibile. Tale
partecipazione si rivela quanto mai
importante considerando che l’instabilità economica, l’esclusione sociale
e la povertà allontanano i cittadini
dallo sviluppo economico e minano
la loro fiducia nello Stato di diritto.
L
IN BREVE
Il CESE affronta a Murcia (Spagna) il problema
della carenza idrica
Il 3 aprile 2008 la città spagnola di Murcia ha ospitato una riunioneaudizione del CESE incentrata sulla risposta da dare alla comunicazione
della Commissione «Affrontare il problema della carenza idrica e della
siccità nell’Unione europea». L’obiettivo è in particolare quello di individuare una serie di misure per ovviare all’insufficienza delle risorse
idriche e di attuare delle strategie per evitare il ripetersi di episodi di siccità. I rappresentanti del CESE si sono riuniti con vari attori sociali della
regione per elaborare un documento che tenesse conto delle proposte
locali per affrontare il problema dell’acqua in modo diverso da quello
seguito sino ad ora, alla luce della situazione attuale della regione e delle
possibili azioni future.
L’audizione è stata aperta dal presidente della regione, Ramon Luis
Valcárcel. Il relatore per il CESE, Stéphane Buffetaut ha illustrato la comunicazione della Commissione e il suo progetto di parere mentre il
direttore generale del dipartimento Acque della regione, Miguel Angel
Ródenas e il direttore dell’Istituto euromediterraneo di idrotecnica,
Francisco Cabezas hanno esposto il problema della scarsità idrica nella regione di Murcia. Dal canto suo, infine, Melchor Senent, professore
all’Università di Murcia ha incentrato il suo intervento sull’impatto della
siccità, sull’ambiente e sul cambiamento climatico.
Il CESE contro la pesca illegale
Il gruppo di studio «Eliminazione della pesca illegale» ha organizzato
a Malta, il 17 e 18 aprile 2008, un’audizione cui hanno partecipato, fra
gli altri, il ministro maltese degli Affari rurali e dell’ambiente George
Pullicino e il commissario responsabile della Pesca Joe Borg.
Nel suo discorso d’apertura il commissario Borg ha avuto parole d’apprezzamento per il lavoro svolto dal CESE e dal relatore Sarrò Iparraguirre, richiamando l’attenzione dei partecipanti sul fatto che il 75 % di
tutte le specie ittiche mondiali è soggetto a uno sfruttamento eccessivo
e sono proprio queste specie quelle che sono esposte alla pesca illegale.
Per combattere tale fenomeno sono stati preannunciati sistemi di controllo in tutte le fasi, «dalla rete alla tavola». Il commissario ha affermato
l’importanza della parità di trattamento delle navi UE e dei paesi terzi
e questo sia per inviare un segnale al mondo esterno sia per rispettare
le regole dell’OMC. Il commissario ha anche sottolineato il ruolo degli
Stati di bandiera e la responsabilità comune per l’attuazione del regolamento al fine di assicurare la sostenibilità delle risorse e di porre un
freno alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, senza, nel
contempo, gravare ulteriormente su quelle navi da pesca che rispettano
le norme.
Ai discorsi degli ospiti più rappresentativi hanno fatto seguito una
serie di interventi di esponenti delle parti interessate locali, i quali hanno espresso i desideri e le opinioni dei pescatori, delle cooperative di
produzione, dei servizi doganali e portuali, oltre ad interventi di rappresentanti del governo maltese.
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Maggio 2008/5
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Il prossimo numero uscirà nel giugno 2008.
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EESC info — May 2008
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L’integrazione europea nel contesto della globalizzazione