La Pro-Loco augura a tutti Buona Pasqua !!!
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La Pro-Loco augura a tutti Buona Pasqua !!!
Mensile gratuito della Pro‐Loco di Cese dei Marsi Anno VIII Numero 83 – 31 marzo 2013 La Pro-Loco augura a tutti Buona Pasqua !!! Eugenio Cipollone La raccolta differenziata è ormai una realtà… Raccolta differenziata, cioè riunire separatamente, dopo aver fatto una selezione, rifiuti con caratteristiche simili. Ecco, seguendo questo asserto non dovrebbe scandalizzare ciò che, nuovamente, si trova nella campagna che circonda il nostro paese. Mi si dirà che la situazione è anche peggiore di quanto mostrato. Eventualmente, accetterò la critica, perché in effetti le foto da fare sarebbero state dieci volte più numerose di quelle che vi riporto. Torniamo alla definizione, però, e vi invito a guardare attentamente le immagini che trovate nelle pagine che seguono. La foto 1 mostra la raccolta del vetro. Le foto“2”, la raccolta di materiale elettrico (per cui dei nostri compaesani sono riusciti a risalire alla società responsabile di questo scempio, inoltrando denuncia alle autorità competenti) e di pneumatici. Nelle foto “3” e “4”, possiamo riconoscere rifiuti indifferenziati misti e ingombranti. Nella foto 5 sono visibili imballaggi in plastica. La foto 6 descrive la rottamazione di un elettrodomestico. La foto 7 può essere presa ad esempio per la raccolta di laterizio e materiale di risulta. Chiudiamo in bellezza con la foto 8: come smaltire l’amianto (non capisco perché in molti dicano che è particolarmente difficile smaltire questo materiale). Ritorno alle definizione. Un’altra critica: “hai dimenticato di specificare che poi il materiale va indirizzato verso impianti di riciclaggio”... E vabbè, vi pare che non si troverà nessuno che se ne preoccupi? (continua a pag.2) (continua da pag.1) Foto 1: vetro Foto 2a Foto 2b Foto 3a Foto 3c 2 Foto 2c Foto 3b Foto 4a (continua a pag 3…) continua da pag.2) Foto 4b Foto 4c Foto 5 Foto 6 Foto 7 Foto 8 Osvaldo Cipollone “Perle di saggezza popolare” “Trè fémmone, ddu’ nuci e ‘na crapa nera, fìcero ‘na bbella fiera”. Laddove ci sono donne riunite e della merce, può essere approntato un bel mercato. (Per estensione: se ci sono gli ingredienti adatti, basta poco a realizzare la situazione giusta) “J’ospite è comme jo pescio, dóppo trè jiorni puzza”. L’ospite è gradito come un piatto prelibato, ma se si trattiene per più di tre giorni, potrebbe dar fastidio come il pesce che, ben presto, va a male. “’Mméso a ‘na mórra de pecore, ci pò sta’ puri quela ciòppa (o nera)”. In mezzo ad un bel gruppo può trovarsi anche qualche “mela marcia” (o ritenuta tale). “La pecora che fa bééé… se perde jo ‘occono”. Chi parla (o si lamenta) troppo, potrebbe perdersi delle occasioni (o delle cose importanti). 3 LoRenzo Cipollone CIÒ CHE VORREMMO FARE NEL MESE DI APRILE 2013 Aprile: si risvegliano i sapori e gli odori del monte Salviano: tutumacchio, nipitella, sparaci jateci co’ jo bastono ca ci stao le serpi 6 aprile, sabato ore 19,00, dopo la Messa in chiesa: INCONTRO FORMATIVO per l’anno della fede con DON GRAZIANO (istituto don Orione e canto dei Vespri. 13 aprile, sabato ore 19,00: CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE All’ordine del giorno: La vita parrocchiale: Cresime e prime Comunioni, processioni e devozioni tradizionali, feste patronali 25 aprile, giovedì Festa nazionale: GITA ANNUALE della CONFRATERNITA della SS TRINITÀ: quest’anno andiamo al Museo Storico – Tematico di Piana delle Orme – Latina. 14 padiglioni tematici per raccontare le tradizioni e la cultura della civiltà contadina, le grandi opere di bonifica, la Seconda Guerra Mondiale, ma anche per mostrare i veicoli e i mezzi agli albori della grande industrializzazione e i giocattoli con i quali si divertivano i bambini di allora. A seguire, a seconda della stanchezza, Anzio e Nettuno (Santa Maria Goretti), oppure l’Abbazia di Casamari. FESTA DELLA MADONNA DI PIETRAQUARIA La Messa delle ore 10,00, probabilmente sarà celebrata da Mons. Emidio Cipollone 27 aprile, sabato SALVO ERRORI OD OMISSIONI E SEMPRE “SE DIO VUOLE” Un ringraziamento: Roma, 7-3-2013 Roma, 7-3-2013 Carissimi voi tutti della Redazione de “La Voce delle Cese”, ho trovato solo ora la forza di scrivere due parole di ringraziamento. Come tutti sapete, il 23 febbraio scorso, è venuto a mancare, dopo una breve ma fulminante malattia, mio marito Giovanni Cocuzza. Io e miei figli, Vittorio, Maurizio e Marco, sentitamente ringraziamo tutta la popolazione di Cese, la Confraternita a lutto, intervenuta numerosa, le tantissime persone venute da fuori, i tantissimi Carabinieri in divisa e non, intervenuti da L’Aquila, Avezzano, Roma Monte Sacro e Senato, per la grande partecipazione all’accoglienza della Salma, alla S. Messa delle esequie, all’ultimo viaggio per il cimitero, nonostante il freddo. A tutti grazie per l’affetto e la stima che avete avuto per Giovanni, che amava Cese, anche se non era il suo paese, e che era ben integrato e benvoluto da tutti da quarant’anni. Per la vostra vicinanza e il vostro cordoglio, grazie a tutti, Anna e i figli. NOTIZIE DALL’AVIS DI CESE… Tra le iniziative proposte dal nuovo Consiglio, c’è anche quella di far venire a Cese l’autoemoteca. Sarà perciò possibile fare le donazioni senza spostarsi dal nostro paese. Ad oggi, l’appuntamento è fissato per SABATO 1 GIUGNO. Troverete, per tempo, avvisi che confermeranno tale data o che ne annunceranno una diversa. NOTIZIE DAI PIANI PALENTINI… (fonte Marsicalive.it) CAPISTRELLO, LOTTA ALLE DISCARICHE ABUSIVE NEL TERRITORIO. SCATTANO 10 DENUNCE PER GLI INCIVILI Capistrello. Lotta all’abbandono dei rifiuti, scattano le denunce per 10 cittadini. Grazie a un lavoro sinergico tra il Comune di Capistrello e la Segen sono stati scovati i responsabili dell’abbandono dei rifiuti in zone periferiche del paese. La Polizia municipale ha emesso 10 sanzioni grazie alle segnalazioni degli operatori Segen che hanno trovato i siti dove sono stati rinvenuti materiali utili a risalire ai responsabili di questi gesti di inciviltà. Così sono scattate le denunce. (omissis…) Il Comune di Capistrello nei mesi passati ha attivato un sistema di videosorveglianza con 26 telecamere in varie zone del paese per monitorare il flusso di cittadini che entra ed esce dal paese e per vigilare sulla sicurezza. (omissis…) 4 CONTINUIAMO A VIGILARE ANCHE NOI… Osvaldo Cipollone “Sfogliando la nostra storia” Viandanti e camminatori sulle strade di Cese Ancor prima che i sentieri diventassero strade bianche, ci sono stati numerosi viandanti che per varie ragioni attraversavano Cese. Lo facevano spostandosi a piedi, a dorso di equini, con i carretti, poi con le biciclette e via via con i mezzi meccanizzati. In tempi più o meno remoti anche i briganti transitavano sulle nostre strade le loro ruberie e scorribande, nascondendosi poi nella macchia, nelle caverne o sui monti. “In una notte d’inverno alcuni briganti della banda di Chiavone da Sora, passando per Cese diretti alla Valle Roveto, fecero sosta in prossimità del paese. Con l’opportunità dell’ennesimo saccheggio circondarono la casa del parroco ritenendo custodisse denaro. Don Cesidio, un prete prestante ed atletico, temendo che la banda potesse far del male alla sorella che viveva con lui, imbracciò il fucile e, nell’oscurità, fece fuoco sui briganti. Questi si dettero alla fuga lasciando uno dei componenti a terra. All’alba il parroco, uscendo, trovò un giovane ferito, sanguinante, ma vivo. Lo portò in casa, contrariato dagli abitanti che nella stessa notte si erano armati di forche, avendo compreso il pericolo. Il giovane purtroppo morì e Veronica, la sorella del prete, decise di farsi suora ritenendosi indirettamente responsabile di quel triste epilogo. Il fratello, purtroppo, passò il resto dei suoi giorni fuori di senno”.* Le strade del paese in seguito sono state utilizzate anche per la posta a cavallo. Gli incaricati scambiavano la corrispondenza presso il casale Saturnini (attuale Petracca) e in prossimità delle sorgenti, per il ristoro di persone ed animali. Le vie e le piazze erano punto di sosta e riposo anche per gli allevatori che dovevano proseguire il proprio viaggio verso le fiere dei paesi vicini, per i carrettieri che commerciavano carbone e per quelli che venivano in paese ad acquistare uva e mosto. Le donne locali percorrevano frequentemente le stradine di campagna recando sul capo i “canistri” pieni di vivande da portare a chi era impegnato nei campi (specialmente durante la mietitura). Chi ne aveva necessità, inoltre, trafugava arbusti per il fuoco in alcuni tratti, organizzandosi di notte per evitare guardie e forestale. Le donne, vestite di scuro, si mimetizzavano con il buio e con la vegetazione alle falde del monte Salviano e nella pineta di Pietraquaria per raccogliere rami di pini, d’abete e sterpaglie che andavano poi a formare il tipico “traŝcìno”, una grossa fascina da trascinare lungo il percorso del ritorno. In tempi relativamente recenti, invece, le strade del paese sono divenute parte di percorsi verdi e “palestra” di attività motorie. Motociclisti, ciclisti, podisti, camminatori solitari, sportivi, mamme con passeggini e molti che desiderano mantenersi in forma utilizzano le vie attorno a Cese per diletto e per esercizio. Questo costume è divenuto quasi una sana consuetudine, specialmente nella bella stagione. Chi invece lo fa sempre, in tutte le stagioni, è Mario Lancia. Camminatore solitario classe 1952, corre in tuta o in calzoncini, con i guanti e gli occhiali scuri e lo fa da cinque anni, da quando, cioè, si trova in mobilità. Passa per Cese ogni giorno, a prescindere dalle condizioni atmosferiche; se piove porta l’ombrello, se fa caldo usa il cappello. È attento, prudente, segnala la sua presenza voltandosi all’approssimarsi delle macchine e agitando il copricapo per consigliare prudenza. Mario, con i suoi 61 anni, copre quotidianamente un percorso di 30 chilometri complessivi. Parte da Borgo Pineta, a Cappelle svolta per Cese, attraversa il paese e punta verso il bivio di Capistrello, che a volte oltrepassa, compiendo tutto l’itinerario in due ore e 45 minuti circa. È ben allenato, non risente dello sforzo e si sente in piena salute. In paese è diventata una figura nota; è cordiale e simpatico, e a lui, come agli altri viandanti di Cese, auguriamo lunga attività e tanti anni ancora di frequenza sulle nostre strade. *Passo tratto da: “Cese, immagini di ieri”, dello stesso autore. 5 Roberto Cipollone Orgoglio e rammarico: la Madonna di Cese Ad inizio anno l’Aia dei Musei, la struttura espositiva inaugurata nel 2012 ad Avezzano, ha presentato il calendario 2013 “Dalla Terra al Cielo. La bellezza tra Sacro e Profano”, realizzato dall’associazione culturale Antiqua. Il calendario presenta alcune immagini di reperti archeologici raffiguranti divinità femminili e diverse icone religiose rappresentanti la Madonna, tutte provenienti dal territorio marsicano. La copertina dello stesso calendario è stata dedicata ad un’immagine a noi molto cara, la Madonna di Cese, che rappresenta plausibilmente la massima espressione dell’arte pittorica sacra nella Marsica. Un riconoscimento che non poteva essere ignorato dalla comunità a cui la stessa immagine appartiene, seppure, e con dolore, soltanto virtualmente. L’omaggio tributato dall’associazione Antiqua, infatti, non fa che accrescere il rammarico per la distanza che oramai separa Cese dalla tavola originale della sua Madonna. Che si sia trattato di leggerezze passate o di criticità oggettive poco importa, ormai. La frittata è fatta. Per fortuna, però, l’affetto non è mai legato allo spazio né alle convenzioni umane, e quello ci rimane, al di là di tutto. Per rimarcare il valore storico‐artistico della tavola, riportiamo qui di seguito il breve saggio stilistico scritto da Antonella Saragosa e riportato nel calendario appena uscito. Est apté ornata, et in ara maiori, in qua Sacrata Deiparae Venerabilis Imago collocatur, così Muzio Febonio, nel 1678, dà notizia della presenza di questa straordinaria raffigurazione della Madonna: collocata sull’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria di Cese, in evidente posizione privilegiata, per accogliere fedeli e devoti che, per tre volte nel corso dell’anno, qui si recavano in pellegrinaggio. Prima che il sisma del 1915 distruggesse la parrocchiale di Cese, la tavola si presentava certamente integra, con “l’immagine della Madonna che tiene il bambino in braccio”, ancora visibile sull’altare maggiore, chiusa in una nicchia da una vetrina con ante d’argento (Mancini, 2003), a testimoniare il perdurare della venerazione nel corso dei secoli. Agli albori del Novecento, venne notata dal Piccirilli, che l’attribuì alla scuola umbra, datandola al secolo XV (Piccirilli, 1909). Dopo il terremoto, dalle macerie fu possibile recuperare solo il bel volto aureolato (Di Domenico, 1993), che, in seguito al restauro del 1993, è stato esposto dal Museo d’Arte Sacra nel Castello Piccolomini di Celano, dov’è tuttora collocato. Il viso della Vergine è avvolto in un manto azzurro, bordato in oro, al di sotto del quale traspare un delicato velo. La mano sicura dell’autore ha reso con perizia la leggerezza dei tessuti, quasi fossero sottilissime e preziose sete. Gli occhi socchiusi e regali guardano verso il basso, certamente volti verso il Figlio, rappresentato nella porzione mancante della pala. Sull’aureola dorata che cinge il capo, delimitata da una doppia cornice decorata con piccole sfere e una linea continua che la solleva dal fondo, è riportata la scritta in maiuscolo “AVE MARIA GRATIA PLENA DOMINUS T (Tecum)”. Del trono resta solo la spalliera a fondo verde con decori floreali impreziosita da gemme, che dovevano avere funzione di rilievo, rispetto alla cornice dorata che le corre intorno. La storia dell’attribuzione del bel frammento si snoda nell’arco di quasi cinquant’anni. Enzo Carli, che la cita come “quanto di meglio ci sia da osservare, in fatto di pittura del primo Quattrocento, in tutto il territorio abruzzese ad occidente della catena del Gran Sasso” (Carli 1943), la collegò al Maestro di Beffi, leggendovi un chiaro influsso toscano con tendenze seneseggianti, riconducibili all’opera o all’influenza di Taddeo di Bartolo. […] Nel 1987 Ferdinando Bologna attribuì la paternità dell’opera a Andrea Delitio o de Litio, pittore originario di Litium, l’antica Lecce dei Marsi, attivo nella prima metà del XV secolo. Il problema dell’attività giovanile e del clima culturale che avevano formato l’artista, indagata da Bologna dal 1950, venne ripreso nel saggio “La Madonna di Cese e il problema degli esordi di Andrea Delitio”, edito in occasione della mostra “Architettura e Arte nella Marsica”, nel 1987. Ripercorrendo la carriera artistica del maestro, il critico arriva a concludere che “si tratti di un’opera autografa del più affascinante pittore abruzzese del Quattrocento, Andrea Delitio, e con ogni probabilità ne rappresenti il momento cronologicamente e culturalmente più antico finora individuato”. A sostegno della tesi, Bologna cita il confronto con “qualsiasi altra figura analoga realizzata dal maestro” nel corso della propria attività. La datazione dell’opera viene fissata intorno all’anno 1439, dunque precedente al 1442, quando il pittore, che già godeva dell’appellativo di magister, mostrando di essere una “persona pittorica già ben distinguibile”, collabora, insieme alla cerchia del Maestro di San Silvestro a Beffi, alla realizzazione degli affreschi della Cattedrale di Celano, nella cui navatella dipinge la vela della Madonna col Bambino, dove è possibile notare una stretta somiglianza con la Madonna di Cese. Conforme anche l’influsso stilistico che permea le due opere: gli stilemi della cultura tardogotica al tramonto, mediati dalle istanze del primo Rinascimento fiorentino (Bologna 1987). Immutata nei secoli, l’espressione dolce e altera, riflessiva e quasi distaccata di questa Vergine “sofisticata”, che per secoli ha ascoltato e forse esaudito la preghiere dei fedeli, continua ad emozionarci ispirando sentimenti che vanno oltre la devozione. 6 Cristina Cipollone La Biblioteca de La Voce delle Cese Hermann Hesse: Siddharta Quando ho letto questo libro, già abbastanza grande, l’ho fatto più per dovere che per piacere. Cioè: mi pareva poco adeguato che un testo tanto conosciuto, di cui di frequente e da molti sentivo commenti, non facesse parte, superati abbondantemente i 30 anni, della mia, seppur molto generalissima, cultura… Poi, tentata da un’amica alla quale era davvero piaciuto e stimolata dal fatto che allora ancora viaggiavo per Roma e quelle quattro ore di viaggio in treno andavano comunque fatte passare, l’ho comprato! Ebbene … si può dire palloso? Non lo so, ma mi concedo, anche non potendo, una piccola licenza letteraria e lo scrivo: palloso! E poiché qui non stiamo a pubblicizzare i libri ma semplicemente la lettura, diciamo per una volta le cose come le vediamo. Ma perché questo libro è così famoso? Non ho probabilmente quella preparazione culturale che mi ha permesso di apprezzarlo? Ragazzi!! Ormai quel che è fatto è fatto! L’ho letto e sta bene lì! Sono sollevata dal fatto che non dovrò più farlo. Di che parla? Nell’India di un tempo sconosciuto crebbe Siddharta, figlio di un sacerdote buddista. Sin da piccolo aveva seguito diligentemente tutti gli insegnamenti del padre. Egli era sempre accompagnato dal suo fedele amico Gowinda. Quando Siddharta camminava per la strada, suscitava l’ammirazione delle persone, l’amore delle ragazze e l’orgoglio dei suoi genitori, felici di avere un figlio così studioso. Ma egli non si sentiva soddisfatto dalla sua dottrina, non trovava la felicità interiore. Per questo un giorno decise di andare a vivere con i Samana, eremiti che vivevano nella foresta. Quindi partì accompagnato dal suo fedele compagno. Fu accolto dai Samana dai quali apprese in tre anni tutto ciò che potevano insegnargli. Quando nella foresta giunse la notizia che in città era arrivato il venerabilissimo Gotama, il Buddha, Siddharta decise di ascoltare questa nuova dottrina. Egli e Gowinda lasciarono così i Samana e giunsero al boschetto di Jetavana, dove ascoltarono la dottrina del Buddha alla quale Gowinda aderì. Siddharta decise così di proseguire da solo alla ricerca dell’Assoluto. Conobbe Kamala, una ricca cortigiana. E fu proprio quell’incontro a stravolgere la vita del giovane: si arricchì lavorando per un facoltoso mercante di nome Kamaswami; pagò profumatamente gli incontri con Kamala, saziò la sua vita di piaceri terreni e materiali e perse la sua felicità interiore. Riconobbe quindi che quel tipo di vita era inutile e vuota. Ci volle una lunga riflessione per riconquistare la serenità. Conobbe il barcaiolo Vasudeva, col quale visse per anni sulle rive di un fiume. I due uomini vissero come fratelli, alternandosi i compiti e ascoltando il fiume che ogni volta insegnava loro qualcosa di nuovo. Un giorno Vasudeva tornò alla capanna con una donna accompagnata da un bambino. Era Kamala che si era convertita alla dottrina del Buddha e il bambino era figlio di Siddharta. Kamala morì quella notte stessa poiché era stata morsa da un serpente. Il bambino rimase con lui, ma in seguito fuggì in città. Invano il padre lo seguì; Vasudeva gli fece capire che il figlio stava seguendo le sue stesse orme: aveva abbandonato la famiglia per seguire la propria strada. Ora si rendeva conto del gran dolore che aveva dato al padre quando lo lasciò. Un giorno anche il vecchio barcaiolo lasciò Siddharta, recandosi nella foresta, alla ricerca anche lui di altre conoscenze. E qui si chiude il libro, nel ritrovamento di Siddharta e Gowinda, ormai vecchi, vissuti, sapienti. Si raccontano felici le loro esperienze, le loro conoscenze e le loro filosofie. Manuela Cipollone Francesco, il Papa di tutti Lo Spirito Santo ha funzionato anche stavolta. Francesco è Papa per la gioia di tutti. Contenti i fedeli, che numerosissimi hanno assistito alle sue prime celebrazioni ufficiali. Contenti gli anticlericali, che vedono il Papa-Prete che vuole una chiesa povera e dice che “il vero potere è il servizio” e pensano “forse è la volta buona” (Lui, dal canto suo, ha da subito fatto seguire i fatti alle parole: per dire, ha deciso di continuare a vivere nella Domus Santa Marta e di non trasferirsi nell'Appartamento Pontificio. Voleva rimanere nella stanza che ha occupato durante il Conclave, ma alla fine lo hanno convinto a traslocare almeno in una camera più ampia). Contenti i giovani, che si preparano a festeggiare con lui la Gmg di Rio de Janeiro, e che Francesco invita a “non farsi rubare la speranza”. Contenti gli anziani perché uno di loro – Francesco ha 76 anni – li invita ad avere “sempre un cuore giovane”. Contenti quanti lo ascoltano e capiscono quello che dice, perché Francesco cita gli anziani che ha incontrato 40 anni fa a Buenos Aires, che gli hanno insegnato cos’è la misericordia di Dio, ma anche la nonna e il suo richiamo all’essenziale quando gli diceva: “ricordati che il sudario non ha tasche”. Contenti gli esponenti delle altre religioni, che il Papa ha incontrato dopo la sua prima messa ufficiale, perché vedono in lui un interlocutore ben disposto al dialogo. Contento Benedetto XVI che lo ha ricevuto a Castel Gandolfo, dove prega e riposa prima di tornare a risiedere in Vaticano. Meno contenti, perché più impegnati, sono forse gli uomini della sua scorta: Papa Francesco ama stare con i fedeli e non si nega a nessuno e quindi è difficile stargli dietro. Lui sembra voler camminare spedito per svolgere la sua missione di Pastore di un gregge – tutti i cattolici del mondo – che lui chiama alla gioia. “Gesù è Dio, ma si è abbassato a camminare con noi", ha detto domenica scorsa. "È il nostro amico, il nostro fratello. Ci illumina nel cammino. E così oggi lo abbiamo accolto. E questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai essere triste!". Buona Pasqua a tutti! 7 Antonietta Faonio A essere giovani s’impara da vecchi Anche quest’anno non è saltato il rituale appuntamento della festa degli anziani. Domenica 17 marzo subito dopo la Messa si è svolto, presso la Chiesa Vecchia, il consueto pranzo offerto dalla Pro loco agli anziani del paese. I preparativi fervono già dalle nove del mattino quando le zucchine vengono tagliate, l’acqua messa a bollire, gli antipasti adagiati ( non senza difficoltà!) nei piatti e i premi per la tombolata accatastati sui tavoli. George Eliot ha scritto che se la giovinezza è la stagione della speranza, lo è spesso solo nel senso che i più anziani sono pieni di speranza per noi. Niente si è dimostrato più vero quando nel depositare la sua offerta una simpatica commensale ci ha detto: “questa è per voi giovani, per le attività belle che avete fatto e che farete!” . E’ bastata una frase del genere per ricompensare tutti noi del lavoro svolto. Basta il sorriso, il grazie detto con sincerità, il “è stato tutto bono” , a ripagare tutti coloro che hanno accuratamente scelto il menù, cucinato con tanta passione, impiattato le pietanze in modo preciso, servito con il sorriso, scelto premi e ricordini con attenzione. La festa degli anziani vuole sostanzialmente onorare questa categoria sociale che troppo spesso, come troviamo scritto sui giornali di cronaca, vengono collocati ai margini della comunità. Succede che un tipo di società che dà valore alla produttività, alla velocità, alla giovinezza, all'efficienza, al consumo vistoso e immediato, all'individualismo competitivo ed esasperato, al cambiamento costante di gusti e opinioni spesso tende ad escludere, in modi a volte subdoli e sottili, chi non riesce ad adeguarsi ai valori dominanti dettati dal progresso. È un dato di fatto: le generazioni non si parlano più, condividono fra loro sempre meno valori. Una giornata come quella di domenica ci ricorda che però a volte le cose possono essere diverse. A volte si può condividere un ricordo che sia bello per le generazioni giovani e meno giovani. A volte è giusto ricordare agli altri quanto siano importanti, anche per la stessa associazione. Molti partecipanti infatti offrono, o hanno offerto in passato, un aiuto indispensabile alla Pro Loco. Non solo nel nostro piccolo paese ci siamo resi conto di tutto questo, ma anche in Cina viene celebrata annualmente questa festa da circa 2000 anni. Viene chiamata festa del Chongyang, del doppio nove e si svolge nel periodo autunnale. Nell'antica Cina il 6 era considerato un numero Yin, ossia negativo, e il 9 un numero Yang, ossia positivo. Quindi, il nono giorno del nono mese lunare comprende due numeri Yang, per cui quel giorno ricorre la festa del doppio nove, una festa fortunata. Inoltre il nove è il massimo numero inferiore a 10, per cui è considerato il migliore dai cinesi. Nella loro lingua nove si pronuncia Jiu, che vuole anche dire "lungo", ossia eterno, per cui il doppio nove è considerato un giorno perfetto per augurare lunga vita agli anziani. Come per le usanze delle altre feste tradizionali cinesi, anche la festa del doppio nove ha una propria gastronomia tipica: si beve il vino al crisantemo e si consumano le torte del doppio nove. In cinese torta si dice "gao", che significa anche alto, per cui mangiare una torta equivale a salire in alto e alla speranza di buona fortuna. Cosi, con la stessa voglia di fare un augurio ai nostri anziani, un pranzo con tanto di torta e spumante è stato loro offerto, cercando di omaggiare queste persone portatrici di esperienza e saggezza che possono solo insegnarci importanti lezioni di vita. D’altronde il rispetto degli anziani comincia dalla compagnia e dall'amorosa attenzione. Lo stesso capo dello Stato Napolitano, in occasione della festa dei nonni ha sottolineato l’importanza degli anziani nella nostra società che in questo tempo di crisi spesso supportano le loro famiglie anche economicamente. Ha detto infatti Napolitano: "Il mio pensiero va ai nonni e a tutte le persone anziane che, chiamate a partecipare all'impegnativo percorso di risanamento economico dell'Italia, ne sopportano il peso con quotidiani sacrifici, vissuti in dignitoso riserbo, meritevoli della più alta ammirazione. Una intera generazione, che già tanto ha dato al mondo del lavoro e degli affetti, sta in tal modo contribuendo significativamente a mantenere salda la tenuta sociale del Paese. Ad essa deve andare la riconoscenza di tutto il popolo italiano.” Ha poi aggiunto: “Anziani che sanno diventare anche testimoni di convivenza “. Così forse imparare dagli “anziani” non può che renderci “giovani” migliori. 8 Francesco Buccini, Mirko e Roberto Cipollone Mapuche: assemblea e cena a km zero Sabato 20 aprile alle ore 19: questi data ed orario dell’assemblea e della cena di tesseramento di “Mapuche”, l’associazione giovanile nata lo scorso anno per iniziativa di Francesco Buccini, Mirko e Roberto Cipollone. Chi può partecipare? Siete invitati tutti: soci, simpatizzanti, curiosi, persone che vogliono sostenere l’associazione o che vogliono portare delle proposte. Di cosa si parlerà? Delle iniziative promosse nel primo anno di attività: in primo luogo la partecipazione dei ragazzi di Cese ai seminari ed ai programmi europei “Youth in action” e la prima “biciclettata palentina”. E poi del programma di iniziative per il 2013, con particolare riguardo ad un progetto “in casa”. E poi? Poi si cenerà tutti insieme, sempre a chilometri zero, ossia con un menu “casereccio” ricavato dai prodotti del nostro territorio. Partecipando alla cena si sceglierà di sostenere l’associazione con una piccola quota necessaria per coprire le spese vive e preparare gli eventi in programma. Dove? Ve lo faremo sapere nei prossimi giorni tramite locandine e avvisi sul nostro sito web (www.mapuche.it ) e sulla nostra pagina facebook (“AssociazioneGiovanile Mapuche”). Che altro? Venitelo a scoprire sabato 20 aprile… c’è posto per tutti! NOTIZIE DAL COMUNE… (fonte Marsicalive.it) STOP AI MASTELLI DEI RIFIUTI SU AREA PUBBLICA Città imbruttita dai mastelli dei rifiuti posti al di fuori di numerose attività commerciali, scattano i controlli della Polizia locale. Esaurito il periodo di osservazione per Rilevare le criticità del porta a porta, l'assessore all'ambiente prende le misure per arginare il proliferare dei contenitori dei rifiuti in crescita in ogni angolo, e ciò anche in vista della stagione primaverile-estiva alle porte. Trend che, oltre a deturpare le zone del centro e delle periferie, pone le basi per il proliferare di mini-discariche, determina l'occupazione di suolo pubblico, viola il codice della strada e, in alcuni casi, crea intralcio al traffico. “Il porta a porta, messo in cantiere per favorire la raccolta differenziata, migliorare la qualità della vita e ridurre il consumo di materie prime, afferma l'assessore all'ambiente, Roberto Verdecchia, “ha contribuito anche a rendere la città più accogliente con l'eliminazione dei vecchi antiestetici cassonetti. Ora, però, ogni giorno che passa qualcuno posiziona i mastelli per la differenziata fuori dall'attività commerciale vanificando una delle cose positive del porta a porta. Fenomeno che non possiamo tollerare, poiché crea una serie di effetti negativi, non solo visivi, viola le norme del codice della strada e non rispetta le disposizioni del Comune. Invito, quindi, i proprietari o gestori delle attività a liberare quegli spazi pubblici dai mastelli prima di incappare nei controlli della Polizia locale”. In quel caso, ovviamente, scattano le sanzioni previste dal codice della strada e dalle norme comunali per l'occupazione del suolo pubblico. 9 Cristina Cipollone LETTERE DEI PARTIGIANI ABRUZZESI CONDANNATI A MORTE Giulio Biglieri – 2^ parte – avevamo anticipato nel numero dello scorso mese che di questo partigiano l’Istituto Naz. per la storia del movimento di liberazione in Italia F. Parri di Milano, custodisce 4 lettere in copia. Pubblichiamo su questo numero la seconda1, le successive nelle prossime uscite. Lettera a Danilo Andreis, scritta in data 03-04-1944 Località di stesura: Torino [Fronte] Torino, 3 – 4 – 44 Caro Danilo, quando avrai questa mia saprai della sorte toccatami. E' stato un destino tremendo: ricordavo i tuoi consigli saggi, ma un cumulo di circostanze mi ha travolto. Giuridicamente parlando è una ignominia: ma di ciò diranno dopo gli uomini. Ricordami agli amici [Retro] comuni. Muoio senza timore : la causa alla quale mi sacrifico è alta: è quella della Patria. Ti abbraccio Giulio Ricordami ai tuoi. 1) La lettera fu indirizzata a Danilo Andreis di Novara, un apprezzato pittore, che, in seguito, proprio per aver conservato in tasca una fotografia di Biglieri fu arrestato e deferito al Tribunale speciale. Oggi la lettera è conservata in originale dalla vedova Maria Trolli Andreis che ne ha fatta pervenire una copia all'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola "Piero Fornara" (conservata nel fondo "Adriana Barberi"). L'Istituto novarese ha a sua volta inviato una copia digitale all'Insmli, che attualmente è conservata nel fondo "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana - Raccolta Insmli 2007". 20) FRATELLI D’ITALIA 19) RIALZATI ABRUZZO 18) POPOLO DELLA LIBERTÀ 17) GRANDE SUD 16) LA DESTRA 15) LEGA NORD 14) INTESA POPOLARE 13) CASAPOUND ITALIA 12) SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ 11) CENTRO DEMOCRATICO 10) PARTITO DEMOCRATICO 9) FARE PER FERMARE IL DECLINO 8) UNIONE DI CENTRO 7) CON MONTI PER L’ITALIA 6) FUTURO E LIBERTÀ 5) PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI 4) MOVIMENTO 5 STELLE 3) AMNISTIA, GIUSTIZA, LIBERTÀ 2) FORZA NUOVA 10 1) RIVOLUZIONE CIVILE ELEZIONI POLITICHE 2013 A un mese dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, riportiamo i risultati emersi dalle urne di Cese. 52 12 60 10 3 2 7 0 1 0 70 7 6 TOT. 315 SENATO 4 1 0 79 1 9 TOT. 347 CAMERA 8 0 1 88 0 12 49 20 17 58 8 2 2 7 0 2 0 73 Solo per completezza d’informazione, complessivamente, gli aventi diritto nel comune di Avezzano sono 32.788 per la Camera dei Deputati e 29.948 per il Senato della Repubblica. Per la Camera ha votato il 75,73% degli aventi diritto (nelle politiche del 2008 era il 79,63%), mentre per il Senato ha votato il 75,58% degli aventi diritto (nelle politiche del 2008 era il 79,40%). Lo sport G.S.Cese Nelle ultime partite la squadra ha dimostrato che sul campo può lottare ad armi pari con chiunque. Le prestazioni sono state buone e, in due casi, hanno portato alla vittoria (in trasferta contro l’Aurora e in casa contro il Real Celano). Negli ultimi tre incontri (contro Venere, Roccavivi e TKM), invece, sono arrivate altrettante sconfitte, ma senza demeritare. Non erano comunque queste ultime le gare dove poter cercare punti, e cresce il rammarico per le occasioni perse malamente per strada durante il campionato. Sarebbero stati messi in cascina punti che avrebbero potuto aiutare il G.S.Cese ad evitare i playout, visto che davanti il quartultimo posto (che assicura la salvezza) è a 4 lunghezze, e la penultima a 5 (e per il regolamento, basterebbero 10 punti di differenza per potersi salvare direttamente, senza disputare alcuno spareggio). Sono tre le partite che mancano alla fine del girone, e sebbene non sia detta l’ultima parola, dobbiamo considerare che si dovranno affrontare le prime della classe, Pucetta, Sportland Celano e Federlibertas Bugnara, e anche per loro i giochi sono ancora tutti aperti. Oggi, Domenica di Pasqua, il campionato di seconda categoria è fermo. Appuntamento perciò al 7 aprile, a Cesolino, per la partita contro il Pucetta. La partita casalinga contro il Real Celano ------------------------------------------------------------------------------------------------- Amatori Cese Prosegue l’avventura della squadra Amatori Cese nel campionato Marsicano anche se quest’anno senza particolari aspirazioni di vertice. La squadra si mantiene a metà esatta della classifica, facendo da spartiacque tra le nove di testa e le nove squadre di coda. Mancano due gare al termine della fase di andata che darà poi avvio ad una sessione finale divisa in tre gironi: Marsica Champion (per le prime sei del girone), Marsica League (per le seconde sei), Marsica Off (per le restanti squadre). Se la classifica rimane immutata Amatori Cese accederà al girone Marsica League. Uno degli scontri importanti delle due ultime giornate è la gara contro Amatori Celano che aspira al titolo. Stiamo attraversando un periodo un po’ sfortunato dal punto di vista degli infortuni. La squadra ha dovuto infatti fare a meno del centrale Bocals, della regia del Capitano, del mastino Cesare e del neo acquisto bomber Ermanno. Ancora indefinita la carica di Mister che rimane latente tra diversi componenti. Lato terzo tempo invece continua lo strapotere dell’Amatori Cese con l’ultima performance sviluppata con la collaborazione di un tenero maialino, offerto dal Presidente Ciciarelli e dal neoeletto Vicepresidente Mura. 1 Capistrello 40 Per i prossimi aggiornamenti vi invitiamo comunque a 2 A.M. Celano 40 seguire la squadra al bar (ehm…scusate…in campo) e sul sito 3 Castrorum Capistrello 39 web www.amatoricese.it 4 Cerchio 37 Scatti delle partite contro Pucetta Beretta e Team AZ 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Civitella Roveto Sporting 2000 Villa San Sebastiano Metro Vallelonga Marruviana Cese Paterno * Pago 82 US Sporting Team AZ Avezzano 89 Tagliacozzo ** Pucetta Beretta * Tecno bar Alfa Massa D’Albe ** 36 35 30 29 24 22 20 17 14 14 14 12 8 7 5 0 11 Dal numero scorso… Emma e Giuliano Mario di Esterina Articoli e rubriche curati da Cristina, Eugenio, Francesco, Lorenzo, Manuela, Mirko, Osvaldo e Roberto Cipollone; Francesco Buccini; Antonietta Faonio. Grazie ad Adele e Alfredo per le foto ed ai “consulenti” per il prezioso supporto. Per informazioni, proposte, commenti e suggerimenti scrivete a: Redazione “La Voce delle Cese”, Pro Loco Cese dei Marsi, Via C.Cattaneo 2, 67050 Cese di Avezzano (AQ) oppure a: [email protected] . Sito web: www.lavocedellecese.it .