148 KB - Casa del Giovane

Transcript

148 KB - Casa del Giovane
Il mondo si riarma. L'Africa ancora di più di Marco Simoncelli
Nigrizia - 16 marzo 2015
I dati dell'ultimo rapporto sul commercio di armi nel mondo parlano chiaro. Il volume di
trasferimenti nel periodo 2010-2014 è cresciuto del 16% rispetto al periodo 2005-2009.
L'Africa ha aumentato le importazioni del 45%. Algeria, Marocco e Sudan i maggiori
importatori. Un mercato attraente, specie per Russia, Francia e Cina.
Altro che futuro di pace. La corsa agli armamenti nel mondo continua. Il volume di
trasferimenti dei maggiori sistemi d'arma nel periodo che va dal 2010 al 2014 è cresciuto del
16% rispetto al precedente periodo 2005-2009. Il flusso di armi in Medio Oriente e in Africa ha
subito un aumento significativo nello stesso periodo. Il continente africano ha aumentato i
flussi d’importazione del 45%. Sono i dati negativi forniti dall’ultimo rapporto sui trasferimenti
internazionali di armi nel mondo pubblicato oggi dal Sipri, l’Istituto internazionale per la ricerca
sulla pace di Stoccolma.
Chi esporta
I cinque più importanti paesi esportatori (su 60 nazioni prese in considerazione) sono stati nel
quinquennio: Usa, Russia, Cina, Germania e Francia. L’Italia ha guadagnato una posizione e si
è piazzata all’8° posto superando l’Ucraina. La quota di armi esportate dal nostro paese nel
mondo rappresenta il 3% del totale e dal rapporto risulta che sono state vendute molte armi
all’Algeria.
In testa alla classifica ci sono ancora Usa e Russia, i maggiori produttori di armamenti al
mondo, infatti, secondo il Sipri, da soli rappresentano il 58% delle esportazioni totali nel
mondo.
Tra i produttori/esportatori, il Sudafrica è l’unica nazione africana presente e si è piazzata al
18° posto. Ciò non fa che avvalorare un dato di fatto: l’Africa non produce da sola le armi che
mandano avanti molti dei conflitti che la sferzano, ma è qualcun altro a fornirgliele. Le nazioni
del continente si dedicano solo all’importazione.
Chi Importa
Veniamo quindi a chi si sta armando di più (grafico
a fianco). Nel mondo sono stati 154 i paesi che
hanno importato armi (circa tre quarti del mondo). I
cinque principali paesi importatori (sempre nel
quinquennio 2010-2014) sono stati India, Arabia
Saudita, Cina, Emirati Arabi Uniti e Pakistan e
queste nazioni, da sole ricevono il 33% di tutte le
importazioni di armamenti globali.
La regione del mondo che importa più mezzi di
offesa o difesa è l'Asia/Oceania con il 48%, seguita
da medio Oriente col 22%, Europa col 12%,
America col 10% e Africa col 9%.
Principali importatori di armi, per regione, 20052009 e 2010-2014, percentuale di quota globale
Il continente africano
Quest’ultimo dato non deve fuorviare. Il rapporto del Sipri descrive una situazione tutt’altro
che rosea per il continente africano. Come detto in precedenza, infatti, nell’ultimo quinquennio
le armi importate in Africa sono aumentate del 45% rispetto al 2005-2009. Un aumento grave.
I tre principali importatori africani sono stati l'Algeria, che da sola rappresenta il 30% del
valore africano, il Marocco con il 26 % e il Sudan al 6%. I primi due hanno praticamente
attuato una vera e propria corsa alle armi. L’Algeria ha aumentato le sue importazioni del 3%
rispetto e il Marocco dell’11%.
Ad avvalorare il fatto che la situazione stia degenerando, il rapporto fornisce ulteriori
informazioni sull’area dell’Africa subsahariana. Il 42% di tutte le importazioni continentali viene
assorbito da questa parte del continente. Il Sudan è lo stato che importa di più in questa
regione con il 15%, secondo i dati del rapporto ed è seguito dall’Uganda con il 14%.
Particolari i casi di Nigeria e Camerun che, a causa dell’emergenza rappresentata dal conflitto
con gli estremisti di Boko haram, hanno aumentato le loro importazioni e ricevuto armi da
diversi fornitori per soddisfare una domanda urgente. Il Sipri ci dice infatti che le due nazioni
hanno ricevuto elicotteri da Cina, Russia e veicoli corazzati sempre dalla Cina e poi da
Repubblica Ceca, Sudafrica e Ucraina.
Chi fa più affari in Africa?
Il continente africano continua ad aver fame d’armi e a soddisfarla ci pensano alcune nazioni.
Partiamo dalla Russia. Seconda nella classifica mondiale, secondo il Sipri il 12% delle sue
esportazioni sono dirette verso l’Africa, in particolare verso l’Algeria.
Passiamo poi alla Francia, che ha inviato nel continente la bellezza del 21% del totale del suo
intero export. Una percentuale, che però va detto, è schizzata dopo l’accordo firmato di
recente con l’Egitto per la vendita di 24 aerei da combattimento Rafale e una fregata.
Infine la Cina. La Repubblica popolare cinese non va affatto sottovalutata. Le sue esportazioni
sono aumentate del 143% tra il 2005-2009 e il 2010-2014 secondo quanto analizzato
dall’istituto di Stoccolma. Un dato in continuo aumento. Basti pensare che il 4 marzo scorso la
Cina ha annunciato che aumenterà il suo budget per le spese militari del 10% nel 2015. Lo ha
fatto tramite, Fu Ying, portavoce della sessione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo,
che ha aggiunto che i soldi serviranno per «modernizzare l’esercito». Questo enorme aumento
di produzione però non appare affatto diretto solamente alle proprie truppe. Nel rapporto Siprei
si dice che la Cina è il maggior importatore d'armi per 18 paesi africani. Buana parte della sua
enorme produzione d'armamenti potrebbe essere diretta proprio li.
La Cina, infatti, non la racconta giusta. Lo stesso Sipri in un rapporto pubblicato nel dicembre
2014, che analizzava le prime cento maggiori aziende produttrici di armi al mondo, ha
denunciato una certa “opacità” del sistema di produzione e distribuzione delle armi cinesi che
spinse i ricercatori a non includere le compagnie cinesi nell’elenco. Ciò però non gli ha impedito
di fare delle stime, secondo cui le 10 maggiori compagnie statali cinesi avrebbero un fatturato
pari a 268 miliardi di dollari nel solo 2012.
Sono tanti i rapporti che da tempo denunciano la presenza di armi di fabbricazione cinese nei
conflitti africani come in Centrafrica, Sudan e Sud Sudan. Nel maggio 2011, ad esempio, l’Onu
ritrovò in Darfur numerose cartucce esplosive ad alto potenziale prodotte in Cina nel 2010. Poi
si ricordi il rapporto del Conflict Armament Research group sul Centrafrica, che parlava di flussi
di armi cinesi provenienti proprio dal Sudan.
È chiaro che una buona parte delle armi prodotte da Pechino vengono commerciate anche in
Africa, da sempre un buon mercato, ma il dragone cinese fornisce dati incompleti e si è
sempre rifiutato di spiegare come le sue armi finiscano nel continente.