Giustizia e Libertà
Transcript
Giustizia e Libertà
Anno 6 - n° 215 W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M 22 aprile 2007 G iustizia e L ibertà Distribuzione telematica Un anno è ... di Ferdinand (a pagina 1 - 2) 9.4.2006-9.4.2007 di Tom Magne di L.B (a pagina 4 - 8) leggi vergogna di Red. LeG (a pagina 4 - 8) ...l’economia di Paolo Di Roberto (a pagina 8 - 11 ) Centrismo democristano di Alessandro Menchinelli (a pagina 12) Telecom storia ... di Eugenio Scalfari (a pagina 13, 16) Grillo e Telecom ... (a pagina 16 - 18) L’ex premier a … di Roberto Brunelli (a pagina 18, 19) Riabilitazioni e ... di Stefano Santachiara (a pagina 19, 20) Il Paese dove contano i ricchi e ... di Mario Pirani (a pagina 21) Emergency Cicchitto di Gaio Gracco (a pagina 22) Un cuore che batte di Masaniello (a pagina 22) Mercificazione della Vita di Aldo Antonelli (a pagina 23-24) Al Family Day... di Michele Serra (a pagina 24) Vertice della Moderazione di Abd al-Bari Atwan (a pagina 25, 26) Stampa Estera di CaLmBiG (a pagina 27 - 35) C.S. Elio Veltri Www.democrazialegalita.it (a pagina 36) Copia gratuita Un anno è passato di Ferdinand (a pagina 3) Quello che noi … da La Repubblica Periodico Politico Indipendente Un anno fa ci si preparava alle elezioni. La lunga stagione della “cattività avignonese” (periodo in cui il papato fu asservito alla corte di Francia) con un padre padrone che aveva ridotto il governo ad una propria segreteria, doveva pur finire, e programmi, accordi, promesse, strategie caratterizzavano i preparativi dell’Unione in vista di uno scontro dove nulla era scontato. l’argomento sul quale occorreva mettere mano il giorno seguente la sperata vittoria elettorale. Non solo e non tanto per far dimenticare al popolo italiano l’incomprensibile inerzia che sull’argomento aveva caratterizzato il precedente governo di centro sinistra (giunto a fine legislatura senza aver affrontato il problema), quanto al fine di stabilire una volta per tutte le cause di incompatibilità con le funzioni di Presidente La legge elettorale del Consiglio. messa a punto dall’avversario rischiava Per cinque anni infatinfatti - come poi si è ti, i cinque dimostrato- di vanifi- lunghissicare tutti gli sforzi del mi anni centro sinistra e biso- che hanno gnava quindi avere le visto il paidee molto chiare sul ese messo da farsi. in riga dal proprietaAlcune priorità acco- rio della munavano gli espo- nota villa nenti dell’Unione oc- in Sardecupati a mettere a gna, ci si è punto il programma: continuati in primis la riforma a chiedere della legge elettorale come fosse e il conflitto d’inte- stato posressi. sibile, Su quest’ultimo punto quando ve in particolare, si con- n’era la cordava da ogni parte possibilità, che dovesse essere non af- frontare l’argomento chiave per il futuro della democrazia in questo paese. E ci si è quindi più volte ripromessi di anteporre tale punto a tutti gli altri. Vinte, pur se con difficoltà, le elezioni nel 2006, e nato il governo Prodi, è iniziata la speranzosa attesa. Ci si è però resi conto, con generale delusione, che nel programma di governo, sia nella versione elettorale di varie centinaia di pagine, sia in quella sintetica di Ca(Continua a pagina 2) 2 INTERNI Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 Un anno è passato (Continua da pagina 1) serta, l’argomento “conflitto d’interessi” non era mai nei primi posti. Ed infatti, nelle settimane intercorse dall’aprile 2006 a quello 2007, nuovi ed annosi argomenti evidentemente vitali per il paese… -del genere Pacs, Dico, quantità massima di droga disponibile, inasprimento codice stradale, foto pubblicabili o meno, ecc.ecc.- sembrano aver impegnato il governo al punto da far rinviare sine die il dibattito sul conflitto d’interessi. Che dire a questo punto? Tenuto conto che anche l’altro argomento vitale per la democrazia, la riforma elettorale, viene superato ai blocchi di partenza del nuovo governo,dall’indulto voluto da Mastella, ci si comincia a chiedere se non si debba assistere a un “replay” del precedente governo Prodi-D’Alema. L’impressione cioè che si spera rimanga tale – è quella di un dejà vu alquanto pericoloso per le sorti della democrazia. Non vi è infatti dubbio che se si dovesse andare a nuove elezioni (ipotesi non fantascientifica, vista la situazione in Senato) con questa legge elettorale e senza norme adeguate sul conflitto d’interessi, nubi molto scure si addenserebbero all’orizzonte. * * * Se poi, ampliando il discorso, si cercasse di dare un senso attendibile al comportamento della classe politica alla ribalta, occorrerebbe affrontare il discorso di cosa significhi oggi anno del Signore 2007- fare politica in Italia. Nei giorni scorsi, in tre intense puntate di ‘W l’Italia” il giornalista di RAI 3 Icona ha evidenziato clamorosamente ciò che da tempo ogni cittadino di questo paese aveva capito pur malvolentieri. E cioè che, finito il tempo delle ideologie, sia a nord che a sud, a destra come a sinistra, non è più il programma o l’appartenenza temporale al partito, a determinare l’elezione di questo o quel politico, quanto la decisione presa a tavolino in luoghi non istituzionali da un personaggio chiave, spesso sconosciuto, del partito vincitore delle elezioni: sarà lui di fatto a stabilire chi dovrà fare il Sindaco, il Presidente della Provincia, della Regione, della ASL, ecc. e non i cittadini. Come ammesso senza remore dagli intervistati, ad assegnare la carica cioè non è stato l’elettorato con il proprio voto ma insindacabilmente il partito che ha avuto il numero maggiore di voti. Sono dunque i partiti, rafforzati enormemente dalla legge elettorale in uso, a decidere chi deve ricoprire la carica in ballo, al di là di ogni merito o appartenenza ideologica. Ne consegue che, come confermato dagli interessati (elettori ed eletti), il voto prescinde dal credo politico e dalle specifiche competenze ed è ormai puramente personale, connesso cioè alle aspettative rivenienti dalla nomina di quella persona. Insomma un “do ut des” alla luce del sole. centro sinistra le dispute ideologiche sono state sostituite da quelle tattiche e strategiche per avere i voti in più determinanti per vincere le elezioni ? Se un De Gregorio politico da operetta in altri tempi improponibilearriva a dire in TV che darà il suo voto a chi gli darà di più e che rifiuta l’epiteto di “Giuda” affibiatogli da Di Pietro, essendo da tempo chiaro che il voto si dà a titolo personale e non per schieramento, come meravigliarsi se questo Governo anziché affrontare argomenti prioritari è fin troppo occupato ad accontentare questo o quel politico il cui voto potrebbe risultare determinante? Ma quando i cittadini avranno realizzato che nei posti chiave vanno non i migliori della stessa idea politica ma signori scelti dal partito, e che il programma di governo deve curare più le strategie di schieramento che le questioni vitali per il paese, chi li convincerà a continuare ad andare a votare? Ecco quindi l’ex fascista della CdL disponibile a votare un ex comunista da cui potrà avere questo o quello, e l’ex socialista di sinistra disponibile ad appoggiare un leghista razzista da cui potrà ottenere un incarico redditizio. Così stando le cose ferdinand c’è da meravigliarsi se negli schieramenti di centro destra e di 22 aprile 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 3 9-10.04.2006 - 9-10.04.2007 di Tom Magne Dal giorno in cui è stato eletto Prodi e la Coalizione dell’Unione (19 aprile, alle ore 18.00 l’ “Ufficio Elettorale Centrale Nazionale costituito presso la Corte Suprema di Cassazione” ha reso noto i risultati delle elezioni “9 giorni e 3 ore dopo la chiusura delle urne”-) sono accadute molte moltissime cose, e molte di queste sono risultate non previste, non prevedibili dal popolo della sinistra che aveva votato Prodi alle primarie, ove si aveva ottenuto ben il 74,6% delle preferenze dei 4 milioni e 299.227 votanti. Non pensiamo affatto che Romano Prodi abbia disatteso quanto egli stesso (unitamente agli altri leader della coalizione) aveva proposto ai suoi elettori nelle 281 pagine del suo programma “Per il bene dell’Italia” e siamo convinti che molte delle situazioni che si sono venute a configurare dal suo insediamento in poi sono state causate, essenzialmente, da quella “porcata”, (come l’ha definita l’On Calderoni, suo estensore) della Legge elettorale, studiata appositamente per mettere in difficoltà la coalizione che avrebbe vinto le elezioni, visto che la CdL era sicura che di perderle. La ridottissima maggioranza di cui l’Unione ha potuto godere al Senato l’ha posta nella spiacevole situazione di dover subire ricatti (sì, ripetiamo “ricatti”) da parte di alcune componenti della sua stessa coalizione. Come spiegarsi, altrimenti, la faticosissima elezione di Marini alla presidenza del Senato, l’approvazione del maxi-indulto, la continua minaccia da parte di alcuni che “unionisti” lo sono solo per comodità, di far cadere il governo se… oppure se…,etc Per fortuna, però, l’economia portata avanti dal tandem Prodi-Padoa Schioppa non ha incontrato … troppi veti, per cui, almeno dal punto di vista della ripresa economica e dei conti pubblici la situazione è senza alcun dubbio migliorata, come testimoniano le continue dichiarazioni della EU e del FMI. Tra le tante novità impreviste si deve annoverare l’acquisto da parte della CdL del senatore dipietrista De Gregorio, mentre la Udc ha dovuto ammettere l’allontanamento di Follini. Anche come novità bisogna annotare la volontà (dei DS e della Margherita) di dar vita ad una nuova formazione politica partito (il Partito Democratico) in cui entrambi si accingerebbero a confluire, unitamente -si augurano- ad altre forze democratiche e progressiste. Progetto che a nostro avviso meriterebbe di riscuotere il massimo successo ma le cui chance di ottima realizzazione sono, a nostro avviso, strettamente connesse, dipendenti da tempi più lunghi e dalla preventiva risoluzione di almeno alcuni tra i più determinanti punti del Programma di governo. Altrimenti, come ci si può aspettare che una “nuova” formazione politica (che dovrebbe innanzitutto risolvere quei problemi derivanti dalle loro loro note caratteriali di fondo), possa risolvere il “Conflitto d’Interessi”, la “Legge Elettorale”, la “Legge sull’Emittenza Televisiva” mentre nella versione politica “ante-PD” non erano riusciti neppure a mettere realmente sul tappeto tali questioni. Per non parlare di altri temi delicati e spinosi quali, ad esempio, i “Dico”. Non vorremmo che da un’affrettata “unificazione” o fondazione di un “nuovo soggetto politico” si possa giungere ad un “cul de sac” molto più irrisolvibile di quanto non lo sia al giorno d’oggi. Nessuna certezza, è vero, sono solo timori, perplessità, è vero, ma tuttavia vi sono ♦ 4 INTERNI Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 “Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi” di L. B. Come commento a questo primo anno di governo dell’Unione ritengo che possa essere giusto riprendere quanto GL ha pliciter tutte le “Leggi ad Personam” che il Berlusconi si è 1° punto a) Abrogare, sic e sim- pre” delle possibili “persecuzioni” a (Continua a pagina 5) Le Leggi Vergogna pubblicato quasi un anno or sono (n.174, del 24.04.2006) «Dopo aver vissuto un periodo in cui alcuni ministri sostenevano che con “il tricolore ci si può pulire il C…”, o che “bisogna convivere con la mafia”, o che “bisogna prendere a calci in c… questi islamici di m…..”, di “baci in fronte al governatore della BI”, per non parlare di quell’altro ministro che ha “indossato una maglietta che riportava una vignetta antislamiche” di quelle che erano state pubblicate in Danimarca e Francia e che hanno causato tanti disordini nel mondo islamico, la lettura del programma dell’Unione, sembra proprio una lettura d’altri tempi, che noi temevamo del tutto scomparsi nella bruma dell’involuzione della morale berlusconiana. Leggere queste pagine (Programma dell’Unione ndr) è stato un po’ come riossigenarsi, illudersi quasi di vivere in un paese “normale”, come potrebbe dinventarlo dopo il 10 aprile. A mio avviso vi sono alcuni capisaldi che, ritengo, si dovrebbero considerare irrinunciabili in un venturo governo dell’Ulivo e che si potrebbero riassumere brevemente nei seguenti tre punti: cucito addosso per liberarsi definitivamente”, e per sem- da red. LeG (19.07.2005) 5 aprile 2001, Silvio Berlusconi: "Riscriverò i Codici. Se ne sono occupati Napoleone, Giustiniano… Noi siamo piccolissimi, ma ci proveremo". Ecco il "Codice Berlusconi". Alcune nuove leggi sono già state approvate, con rapidità mai vista, spesso con il ricorso alla fiducia. Di seguito l'elenco delle più significative. Informazione 23 luglio 2003 il Senato approva la legge Gasparri sulla rai-tv, non firmata dal presidente Ciampi a norma dell'articolo 74 della Costituzione, ritoccata dal Parlamento in modo non sostanziale, rimandata al Quirinale e obbligatoriamente promulgata. La proroga per le trasmissioni in analogico di Rete4 è già un primo risultato clamoroso della "riforma dell'emittenza", ma c'è anche l'abolizione delle norme che vietano incroci e limiti della proprietà tra tv e carta stampata e un paniere che amplia le potenzialità pubblicitarie. Giustizia Il falso in bilancio, legge approvata nei primi cento giorni del governo Berlusconi depenalizza di fatto il reato di falso in bilancio, trasformato da "reato di pericolo" (che protegge interessi diffusi) a "reato di danno" (che protegge chi ha ricevuto un danno economico). Secondo la nuova legge, nel caso di società non quotate in Borsa il falso in bilancio può essere perseguito soltanto in seguito a querela di parte: querela assolutamente improbabile, poiché di norma i soci, che avrebbero titolo a querelare, sono coloro che traggono benefici dal reato. Piercamillo Davigo: "Sarebbe come pretendere che il furto divenga perseguibile a querela del ladro". Il 5 maggio 2005 la Ue ha bocciato il ricorso dei giudici milanesi. Nel 2004 la Corte costituzionale s'era già pronunciata a favore della legge. Oltre ad allontanare investitori esteri, allarmati da uno Stato lassista, si sono disinnescate le indagini sul caso All Iberian. Le Rogatorie Internazionali Legge approvata a tambur battente nel 2001 e inapplicata nella pratica giudiziaria perché è prevalente il diritto internazionale. Disciplina le rogatorie internazionali e ratifica la convenzione di cooperazione giudiziaria tra Italia e Svizzera. Nel passaggio al Senato la legge ha subito due modifiche piuttosto particolari: si può applicare ai processi in corso e annulla le rogatorie macchiate da vizi formali. (Così sono divenute inutilizzabile le imbarazzanti dichiarazioni sui movimenti nei conti correnti esteri di Previti, di Squillante e del responsabile di Mediaset). Il lodo Schifani la legge blocca processi per le cinque più alte cariche dello Stato viene approvata a giugno del 2001. La Corte Costituzionale l'ha giudicato incompatibile con la nostra Costituzione (soprattutto con l'art.3) ma è bastata qualche piccola modifica e (Continua a pagina 5) INTERNI 22 aprile 2007 Giustizia e Libertà 5 “Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi” (Continua da pagina 4) cui lo potevano sottoporre le “toghe rosse” che oramai dilagano nella magistratura italiana; b) abrogare tutte le Leggi “assurde” (la Legge Moratti, ad es.); incongruenti (finanziamento delle scuole private, ad es.), “contro ogni logica democratica” (l’esclusione dal l’ICI degli Enti Economici che fanno capo al Vaticano, ad es.) create dalla Casa della Libertà; 2° punto a) eliminare -nel più breve tempo possibile- la nostra partecipazione belligeran te alla guerra di Bush; b) eliminare una volta per tutta le macroscopiche assurdità costituite dal Mose di Venezia e dal faraonico Ponte di Messina; c) studiare il modo da rendere inefficaci almeno gli “ultimissimi” condoni, specie quelli edilizi e fiscali; d) Riprendere l’esame approfondito della Tav di Valsusa, anche esaminando l’intera situazione a livello internazione, in particolare, ciò che sta accadendo in Francia; e) Cercare di rendere concreto e fattibile l’ammodernamento della rete viaria e autostradale; f) Cercare di rendere reale l’ammodernamento della rete ferroviaria (prima di spendere i tanti miliardi necessari per il 5° corridoio TAV, ricordarsi che in Italia, specie nel mezzo(Continua a pagina 6) Le Leggi Vergogna (Continua da pagina 4) la legge è stata varata. La legge Cirami-Carrara sul legittimo sospetto, è legge dal novembre del 2002, ritenuta senza effetti dalla Corte di Cassazione. Il legittimo sospetto è essenzialmente il dubbio che il tribunale chiamato a giudicare non sia imparziale. Il giudice può essere ricusato se ha espresso pubblicamente un orientamento sul processo oppure se ha rapporti con l'imputato. Se la Cassazione riconosce che il giudice non garantisce imparzialità, trasferisce il processo in un'altra città, dove ricomincerà da zero. L'effetto è bloccare, errando di città in città, le conclusioni delprocesso, in attesa della prescrizione. La legge sull'ordinamento giudiziario (non firmata da Ciampi per motivi di palese incostituzionalità erimandata il 16 dicembre 2004 al Parlamento) approvata dal senato il 29 giugno 2005. Prevede tra l'altro: 1) Divisione delle funzioni dei magistrati. Diventerebbe più difficile passare dalla funzione inquirente a quella giudicante e viceversa. 2) Alla Corte di cassazione verrebbe concesso un ruolo di vertice dell'organizzazione giudiziaria, con attribuzioni erose anche al Csm. Una scelta che tradisce lo spirito della nostra Carta costituzionale, la quale alla Cassazione riserva un ruolo di controllo delle sentenze, non anche dei giudici che le hanno emesse. 3) Potenziato il ruolo dei Consigli giudiziari, organi decentrati in cui sarebbero rappresentati anche gli avvocati e gli enti locali interessati alla gestione dei servizi dell'amministrazione giudiziaria. Ma cosìi membri «laici» (cioè non magistrati) parteciperebbero a delibere relative anche allo status dei magistrati, in contrasto con la Costituzione che garantisce l'autonomia delle toghe, soggette soltanto alla legge. La legge salva-Previti, ex Cirielli. Il senatore Previti è stato condannato a undici anni per la vicenda Imi-Sir e a cinque anni per la Sme (corruzione); la legge è stata approvata il 16 dicembre 2004 dalla Camera. Di fatto, dimezza i termini di prescrizione e libera l'avvocato e deputato di Forza Italia dal rischio di veder confermare in appello le sue condanne a 16 anni per tre corruzioni giudiziarie (casi Imi-Sir, Lodo Mondadori e Squillante). La legge però ha l'effetto di spazzare via moltissimi altri processi in attesa di sentenza definitiva. Tra questi, la maggior parte dei dibattimenti per omicidi colposi e lesioni anche gravi, quelli contro truffatori, ladri e in generale tutti coloro che hanno commesso reati puniti con una pena massima non superiore a cinque anni. L'effetto economico è che le vittime o i loro parenti non potranno ottenere il risarcimento dei danni come particivili. In preparazione la legge salva-Dell'Utri, condannato l'11 dicembre 2004 a nove anni per concorso in associazione mafiosa dal Tribunale di Palermo. Meno soldi alla giustizia: il ministero della Giustizia ha ridotto i fondi a disposizione delle Corti d'appello per la gestione ordinaria. L'effetto è stato di rendere più difficile il lavoro nei palazzi di Giustizia italiani. Al Csm che faceva presente la situazione al ministro, Roberto Castelli (Continua a pagina 6) 6 INTERNI Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 “Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi” (Continua da pagina 5) giorno esistono tratte a binario unico ed anch’esse talmente malmesse da fare paura) e del materiale rotabile; g) Verificare la congruità del costo dei più diffusi servizi (elettricità, Gas, carburanti, Telefono, assicurazioni, trasporti, banche) h) Verificare l’eventuale possibilità di un controllo reale e concreto dei prezzi «Solo così la nuova compagine governativa che si insedierà dopo le elezioni del 9 aprile prossimo potrà reggere le sorti dell’Italia e cercare di portala fuori da quella melma (o tolla ?) in cui è stata fatto precipitare in questi ultimi 5 anni.» 3° punto Per quanto riguarda la RAI sarà necessaria una globale riorganizzazione dal livello più basso a quello più alto, riorganizzazione che deve basarsi essenzialmente sulle competenze e professionalità, senza cedere al desiderio, pur umanamente legittimo, di procedere ad epurazioni e vendette. Operazione che oltre tutto potrebbe risultare anche piuttosto complessa dato che spesso ci si trova di fronte ad individui che sono costituzionalmente esperti in “venti e correnti” e gia da un po’ di tempo hanno iniziato a “puggiare”, non solo per non farsi trovare “fuori rotta”, ma per essere già pronti in “prima fila” ad applaudire il “vincitore”. . Ma innanzi tutto si dovrà operare una completa reintegrazione di tutti coloro che, per una assurda censura antidemocratica, (Continua a pagina 7) Le Leggi Vergogna (Continua da pagina 5) spiegava che i tagli delle spese per la giustizia sono necessari per mantenere gli impegni elettorali della maggioranza e poter ridurre la pressione fiscale, come promesso da Berlusconi nel suo «patto con gli elettori». Legge Pittelli: 45 articoli presentati dall'avvocato Giancarlo Pittelli, di Forza Italia, unificano e organizzano le proposte di una ventina di parlamentari di diverse forze politiche (tra cui Anedda, Pecorella, Mormino, Cola, Soda, Fragalà), proponendo una nutrita serie di modifiche al codice di procedura penale e al codice penale, "in attuazione dei principi del giusto processo". Ecco le modifiche più rilevanti. 1) L'avviso di garanzia dovrà essere inviato immediatamente all'apertura delle indagini. Alla persona iscritta sul registro degli indagati dovrà essere subito comunicata non solo l'iscrizione, ma anche i suoi motivi, con "l'indicazione delle norme di legge che si assumono violate". Un mafioso o un pedofilo, per esempio, dovrebbero essere subito avvertiti che si sta aprendo un'inchiesta su di loro, così potrebbero interrompere ogni contatto e ogni attività, rendendo vane le indagini. 2) Diventano più ampi e numerosi i casi in cui scattano incompatibilità, astensione e ricusazione di un giudice. Potrà essere ricusato per esempio "se ha manifestato il proprio convincimento sui fatti oggetto del procedimento". Così potrebbe essere obbligato a lasciare il processo un magistrato che faccia parte del collegio di un processo di mafia e sia intervenuto in un convegno antimafia. 3) Diminuiscono i casi in cui può essere concessa la custodia cautelare in carcere. Sarà più difficile mandare in cella anche i mafiosi. 4) Più difficile per l'accusa anche ottenere le intercettazioni telefoniche e ambientali, che possono essere concesse soltanto in presenza di "gravi indizi di reato" e devono essere "as solutamente indispensabili ai fini della prosecuzione delle indagini". 5) La difesa avrà la pos sibilità di impugnare davanti alla Cassazione tutte le ordinanze del tribunale, quelle che decidono sulle questioni preliminari, sull'utilizzabilità degli atti, sulle nullità concernenti il decreto di rinvio a giudizio, sulle richieste di prova: con il risultato di intasare la Cassazione e di ottenere continue interruzioni (ciascuna di 6 mesi) dei processi, che diventerebberolunghissimi e in celebrabili. 6) Le condanne diventano praticamente impossibili: il pubblico ministero avrà "l'onere di provare la colpevolezza dell'imputato aldilà di ogni ragionevole dubbio"; il giudice, "nel valutare la prova", dovrà accertare che "la responsabilità dell'imputato risulti provata aldilà di ogni ragionevole dubbio", e di questo dovrà dare "conto nella motivazione" della sentenza. 7) Il giudice non potrà più utilizzare, per le sue decisioni, le sentenze definitive. Così nei processi di criminalità organizzata, per esempio, bisognerà dimostrare ogni volta che Cosa nostra esiste, che è un'organizzazione mafiosa, che è strutturata e centralizzata, che ha una Commissione che la governa. Sarebbe la fine dei processi di mafia. 8) Diventa obbligatorio per il giudice concedere la diminuzione di un terzo della pena agli imputati incensurati. Così anche uno stupratore, purché fin quel momento insospettato, potrà ottenere una pena ridotta. Tutti gli incensurati potranno poi sperare nella prescrizione, i cui termini saranno naturalmente ridotti in proporzione alla diminuzione della pena. (Continua a pagina 7) INTERNI 22 aprile 2007 Giustizia e Libertà 7 “Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi” (Continua da pagina 6) (Continua da pagina 6) per una sorta di “defensa berlusconiana fidei” sono stati o licenziati o totalmente esclusi dal Video. Fisco Ed ancora, sarà per noi (di GL) di estrema importanza ciò che verrà fatto, ed al pìù presto (ma con una politica programmatica che assicuri continua attenzione e vigilanza) nei confronti delle Università e più specificamente per la “ricerca scien tifica” perché solo questo settore potrà far registrare un sensibile scatto in avanti nel cam po della nostra competitività e del nostro import-export, in quanto ci permetterebbe di aggiungere quell’essenziale “valore aggiunto” che attualmente pur troppo non caratterizza più la nostra produzione industriale. Poi, riprendiamo e facciamo nostre parole che ha scritto Nicola Tranfaglia (sulle colonne dell’Unità): «…C'è un punto di metodo che percorre tutto il testo e che vale ricordare subito: Prodi è convinto e lo dice quasi ad ogni piè sospinto che ci vogliono riforme radicali e che in ogni caso delle riforme devono essere protagonisti e non vittime inascoltate tutti quelli,i cittadini, che ne sentiranno gli effetti. Ad esempio, la scuola e l'università non hanno bisogno soltanto di un'attenzione costante che in questi anni è mancato né solo delle risorse che sono mancate in maniera sempre più grande ma devono Rientro dei capitali: è stato permesso per legge, con una modica tassazione (del 2,5% cento), il rientro dei capitali (anche quelli opachi) fuggiti all'estero e per anni invisibili al fisco. Una forma creativa di sanatoria, un modo per il Tesoro di fare cassa. Ma anche una inedita forma di riciclaggio di Stato, di ricettazione istituzionalizzata. Condono fiscale: uno schiaffo morale per i cittadini che hanno regolarmente pagato le tasse, uno strumento interessante per le aziende di Berlusconi. Alle dichiarazioni del premier che Mediaset non si sarebbe avvalsa del condono è seguita una adesione e un risparmio di centinaia di milioni di euro. red LeG (19.07.2005) essere coinvolti attraverso gli insegnanti e i giovani nel processo riformatore». Un lavoro, insomma, per gli italiani fatto con gli italiani. E la consapevolezza che «non potremo ottenere una ripresa di competitività complessiva del sistema-paese senza profonde innovazioni del sistema produttivo,senza un percepibile miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini, senza un'attenzione nuova alla qualità della vita delle famiglie». E il primo punto è in assoluto il miglioramento dell'ambiente visto che il degrado dell'ambiente naturale sta letteralmente cambiando la terra sotto i nostri piedi. Ma tutto sarà realizzabile «solo con un governo ricorda Prodi- che, oltre le idee e alla determinazione nel realizzarle, abbia la capacità di motivare e mobilitare le energie del Paese». «E occorre ridurre l’eccessivo carico contributivo sul lavoro dipendente, superare l'attuale legislazione sul mercato del lavoro (legge Maroni) e una politica industriale volta a rafforzare la dimensione e la solidità finanziaria delle imprese. Ma questo deve accompagnarsi allo sviluppo dell'innovazione e della ricerca che ci fa essere il fanalino di coda dell'Europa con l’1,1% delle risorse sul Pil. …» Ma oltre a tutto ciò, oltre alle già descritte Leggi ad Personam”, sia ben chiaro che abbiamo ben chiare altre leggi, quelle che sono divenute famose, anche grazie a quanto ha scritto su di esse il mai abbastanza compianto Paolo Sylos Labini, che vorremmo tanto che fosse tra di noi, in questo momento per cui ha speso tutte la sue forze negli ultimi suoi anni di vita. Ma, dovunque egli sia, vorremmo che riuscisse a sentire,ancora una volta, il nostro “Grazie Professore, questa vittoria la dobbiamo anche a te”. Ed infine (last but non least, sia ben chiaro) chiediamo che venga affrontata, questa volta in modo serio e rigoroso, giuridicamente i- neccepibile, ancor prima dell’annosa questione sul “Conflitto d’Interessi”, la reale possibilità che può avere Silvio Berlusconi di sedersi sugli scranni del parlamento. La questione dell'ineleggibilità Nell’enciclopedia telematica (www.WIKIPEDIA.org) che si deve considerare attendibile e non di parte, oltretutto in quanto la si consulta sul WEB, in almeno una dozzina di lingue, alla voce Berlusconi, Attività Politica, a riguardo del caso che ci interessa, è scritto: «… Il suo debutto politico inizia all'insegna dei cavilli. Silvio Berlusconi, infatti, per la mai abrogata legge 361 del 1957 (che all'articolo 10 afferma: “Non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica") risulta ineleggibile. Tuttavia, la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti dei (Continua a pagina 8) 8 INTERNI Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 “Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi” (Continua da pagina 7) remmo almeno che economiche, ma im- Questo noi ci aspettia- PDS del neo-segre- questo ci serva da le- piegando tutto il nostro mo da questa NOtario Massimo D’Ale- zione, per il presente tempo e le nostre capa- STRA compagine goma, decise di rigetta- ed ancor più per il fu- cità, forti dei nostri va- vernativa e staremo re il ricorso, per- turo. metteno l'ascesa politica di Berlusco- Per tutta questa lunga ni.» serie di motivi, ci siamo battuti, con le noCome afferma un vec- stre pur ridottissime chio adagio popolare, forze, con il nostro vo«è inutile piangere sul lontarismo, con le nolatte versato», ma vor- stre minime possibilità lori ideali credendo con il cuore e con la testa in Prodi ed nelle idealità del Centrosinistra, dei movimenti e della società civile di cui noi ci sentiamo parte integrante. sempre più che attenti ad osservare come si “muoverà”, dopo che per ben 5 anni abbiamo dovuto sopportare il dicibile e l’indicibile dalla Casa della Libertà. Un anno di governo Prodi e l’economia di Paolo Di Roberto Il governo Prodi compie un anno. Molteplici sono state le polemiche che hanno accompagnato questi dodici mesi, dovute, in special modo, ai meriti di una ripresa che da alcuni mesi sembra essere in atto. Tab. 1 Confronto PIL ITALIA - EU Variazione in % Il miglioramento di una serie di indici, PIL, Entrate tributarie, Produzione industriale, ecc. hanno fatto sì che partisse la corsa alla presa del merito per la ripresa dell'economia nazionale. Linea in BLU: dati EU Linea in ROSSO: dati ITALIA Ovviamente la destra afferFonte ISTAT: “Annuario Statistico 2005” ma che tutto è merito suo: oggi l'Italia raccoglie i frutti grazie a quanto di buono è Tab. 2 Confronto PIL ITALIA - Economia Mondiale stato seminato nella scorsa Variazione in % legislatura. Dall'altra parte replica la sinistra che è grazie ai primi interventi del nuovo governo se l'Italia è riuscita ad uscire da un primo momento di emergenza economica. Chi dice la verità? Molto abbiamo scritto, e molto scriveremo, probabilmente, in un prossimo futuro sullo stato dell'economia. C'è da dire, innanzi tutto, che in campo economico non possiamo ragionare a Linea in blu: dati MONDO-Linea in rosso: dati ITALIA compartimenti stagni. Fonte ISTAT: “Annuario Statistico 2005” (Continua a pagina 9) 22 aprile 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 9 Un anno di governo Prodi e l’economia (Continua da pagina 8) L'attività di governo si estende anche oltre la sua scadenza temporale, così come i provvedimenti di un governo, nel bene e nel male, non danno un risultato immediato. Ciò è dovuto al fatto che il mercato ha bisogno di un po' di tempo per poter reagire a provvedimenti e leggi che possono stimolarlo o inibirlo. A questo dobbiamo aggiungere che ormai l'economia di un paese non può più essere giudicata isolatamente, come in un regime autarchico, ma va posta in un contesto internazionale. Ciò è vero in quanto una ripresa mondiale può favorire le esportazioni, così come un aumento delle materie prime può incidere sulle importazioni. Tab. 3 - Avanzo primario corretto per il ciclo e al nettodelle misure una-tantum (in percentuale del PIL) Linea in nero: avanzo primario; linea puntinata: Avanzo primario corretto per il ciclo; linea i rosso: Avanzo primario corretto per il cicli, al netto delle misure una-tantum Tab. 4 - Produzione industriale Area Euro - ITALIA (indice 1995 = 100) Bisogna anche aggiungere che grande importanza riveste anche la fiducia del mercato in un eventuale nuovo governo, ovvero che eventuali paure possono portare a reazioni dei mercati prima che un evento abbia luogo. E' il caso, solo per fare un esempio, del profilarsi di una guerra che porta un abbandono degli investimenti prima che l'evento si verifichi. A fronte di questa premessa, presentiamo una serie di dati che mostrano l'andamento dell'economia negli ultimi anni. Com'è ovvio parte di (Continua a pagina 10) Linea BLU: Area Euro; Linea ROSSA: Germania; linea VERDE: ITALIA INTERNI 10 Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 Un anno di governo Prodi e l’economia (Continua da pagina 9) questi dati riguardano il periodo di governo Berlusconi e solo l'ultima parte affronta il primo anno di Prodi. Tab. 5 - Variazioni % Dati Cumulati Cominciamo con il PIL. Come possiamo notare dalle due tabelle sopra riportate, il confronto sia con la crescita mondiale, sia con la crescita dell'UE (Tab 1 e Tab 2). Linea VERDE: entrate 2005/totale entrate 2004 Linea ROSSA: entrate 2007/totale entrate 2006 Linea AZZURRA: entrate 2006/totale entrate 2005 Tab. 6 - Totale entrate tributarie Il periodo preso in esame è sostanzialmente quello del governo Berlusconi, se si eccettua una parte del 2001 e la fine del 2006 in cui ha governato il centrosinistra. In entrambi i casi notiamo una netta distanza tra le due curve proprio nel periodo di governo di centrodestra. Nel confronto con l'UE si ha invece dei dati omogenei, 1,8% contro Colore GIALLO: Tot. entrate Febbraio 2006 1,7%, 1,9% contro Colore MARRONE: Variazione Febbraio 2006/2007 (Continua a pagina 11) Colore VERDE: Variazione Indirette Febbraio 2006/2007 Tab, 7 - Andamento entrate tributarie 2006 (in milioni di Euro) 22 aprile 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 11 Un anno di governo Prodi e l’economia al governo nel 2001, 2,2% nel periodo di avesse ricevuto in camgoverno di centrosini- bio un tesoretto che un stra. po' per volta ha pian piano dilapidato. E' indubbio, e sarebbe ipocrita dire il contra- Considerazioni simili rio, che il dato del 200- rileviamo anche dal6 non è stato condizio- l'andamento della proindustriale nato solo e unicamente duzione (Tab. 4). dal governo Prodi. Ma è anche vero che negli anni di governo Sebbene abbiamo un solo e unico del centro- rallentamento già nel destra, i risultati sono periodo di governo di stati abbastanza delu- centrosinistra, durante denti, tra tutti spicca la quello di centrodestra crescita zero del 2005. rileviamo una chiara Aggiungiamo anche recessione. che dato finale del 200- Solo nel 2006 assistia6 è più alto delle previ- mo ad una leggera risioni iniziali di Tre- presa. monti, ferme all' 1,7%, L'Italia si trova a pere ci renderemo imme- dere numerose posiziodiatamente conto di ni rispetto ai paesi delcome con il governo l'Unione Europea ed in attuale rileviamo una particolare della Gercrescita economica si- mania. curamente migliore. Proseguiamo analizl'andamento E questo dato econo- zando mico viene confermato del debito della pubanche da altre due ana- blica amministrazione. lisi. La prima riguarda l'a- Qui il discorso non ha vanzo primario, (Tab. praticamente storia. 3) il saldo netto dei Dopo una salita ripidisconti statali dopo la sima dovuta al periodo decurtazione degli inte- di tangentopoli, ecco ressi sul debito pubbli- arrivare una discesa co. altrettanto rapida duCi rendiamo subito rante i governi di cenconto di come i valori trosinistra. (in particolare il dato netto, non corretto) sia- Il debito pubblico ralno ben più alti durante lenta la sua discesa duil governo di centrosi- rante il governo Berlunistra per tendere a ze- sconi, fino quasi ad asro durante quello di sestarsi attorno al 104% tra il 2003 e il 2004. centrodestra. E' nel 2005 che abbiaRicordiamo che l'avan- mo l'amara sorpresa di zo primario sta ai conti vederlo nuovamente statali un po' come il crescere, tornando oltre nostro conto bancario il 106%, a testimosta alle nostre proprietà nianza di come negli personali. ultimi anni si è assistiE' come se il centrode- to a quella crescita del stra, quando è andato debito di cui ci ha rim(Continua da pagina 10) proverato l'Europa sul allo stato. finire della scorsa legislatura. Sarebbe da ricordare che se sono state dimiAbbiamo voluto lascia- nuite le imposte diretre per ultimo, dedican- te, dall'altro lato sono dogli più spazio, il te- aumentate quelle indima delle entrate tribu- rette, ma preferiamo, tarie (Tab. 6 e 7). in questa occasione, concentrarci su un alNel primo grafico met- tro aspetto. tiamo a confronto i dati Troviamo infatti curiodel 2005, linea verde, so il fatto che il ricevequelli del 2006, linea re mediamente 20 euro blu, e quelli del 2007, mensili dalla riduzione linea rossa, almeno fifiscale abbia portato no a febbraio. gli italiani a pagarne Notiamo, lo abbiamo volentieri 100 a testa. detto già in altre occaIn pratica gli italiani sioni, come a partire da ora sono così contenti maggio 2006, il mese di pagare le tasse da successivo alla vittoria rinunciare volentieri a elettorale della sinistra, 80 euro mensili. abbiamo un'impennata Francamente, a calcoli nelle entrate fiscali. fatti, ci sembra un po' ridicola. Tale impennata non è dovuta ad alcun prov- Cosa dire allora di vedimento preso dal questo primo anno di nuovo governo, comin- governo Prodi. ciava a malapena ad Sicuramente non abinsediarsi, ma probabilbiamo ancora la solumente è frutto del tizione dei problemi fimore di un intensificarnanziari dell'Italia, ma si dei controlli, misura credo nessuno potesse varata poche settimane attenderselo in tutta più tardi e che ha porcoscienza dopo solo tato perfino alla possiun anno di governo, bilità di accedere ai ma i miglioramenti movimenti bancari deriscontrabili negli indigli inquisiti. ci economici dimostraEbbene la tendenza e no chiaramente che l'andamento delle en- siamo di fronte alla trate tributarie per il strada giusta. 2006 per ora sembra essere confermato an- Se i prossimi anni si che per l'anno in corso, riveleranno come come mostra la linea questo primo, allora rossa riportata. potremo finalmente Ovviamente di questo dire che l'Italia miglioramento Berlu- grazie a Prodi e Pasconi ha cercato di doa Schioppa, in questo 2007- è entrata prendersi il merito, affermando che con la una seconda volta in riduzione delle tasse gli Europa. italiani pagano più vo- Paolo Di Roberto lentieri ciò che devono INTERNI 12 Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 Centrismo democristiano di Alessandro Menchinelli Pier Ferdinando Casini ha concluso il Congresso nazionale dell’UDC rivendicando per il suo partito la continuità della strategia politica della DC. Ha alzato anche il tono della voce per esprimere il suo orgoglio per tale continuità. Egli però ha anche ripetuto con forza che il suo partito sarà sempre antagonista della sinistra. La sua scelta di schieramento sarà perciò sempre nel centro destra. Non ci vuole molto a capire che in queste due altisonanti precisazioni esiste una profonda contraddizione. Da dove l’on. Casini ha ricavato che la scelta strategica della vecchia DC sia stata quella di schieramento nel centro destra ? Tolto dalla storia della vecchia DC qualche breve sbandamento a destra dei due governi di Pella e Tambroni, che nonostante il clima d guerra fredda sono stati rapidamente corretti per non rischiare di portare fuori strada la DC, tutta la storia di quel partito è stata caratterizzata dalla adozione di una strategia rigidamente di centro, antagonista si della sinistra ma anche decisamente della destra. Il più rigido sostenitore della strategia del taglio delle ali è stato proprio l’onorevole Mario Scelba, ricordato a torto come fustigatore solo della sinistra, mentre lo era altrettanto per la destra. Ma c’è di più. Il più venerato dei costruttori della vecchia DC, e cioè Alcide De Gasperi, adottando pure lui con precisione quella stessa strategia, avvertiva però anche la necessità di meglio qualificarla definendo la DC come un partito di centro, ma che marciava verso sinistra. Ovviamente egli non intendeva alludere ad alleanza con la sinistra, ma ad una estensione verso sinistra della egemonia della DC. Tuttavia significativo era il fatto che a De Gasperi non era mai venuto in mente di accennare ad una DC che marciava verso destra. Non si capisce perciò a cosa si riferisce l’orgoglio di Pierferdinando Casini per una continuità della vecchia DC, che non si ritrova nel contesto delle conclusioni da lui pronunciate al congresso dell’UDC, una UDC che non conosce confini a destra, mentre istituzionalizza un muro a sinistra, una UDC che si considera solo come la componente moderata di una destra che si estende agli eredi del MSI ed oltre, fino ad Alessandra Mussolini e all’ Ordine Nuovo di Pino Rauti, non ha niente a che fare con la storia della vecchia DC. Non sappiamo se la presunta continuità, di cui si è blaterato al Congresso dell’UDC, sia dovuta ad ignoranza della vera storia della DC o ad un maldestro tentativo d’imbroglio politico. Noi preferiamo pensare che si tratti di ignoranza, sfuggita alla pur elevata cultura dei dirigenti dell’UDC. Ma nel caso di ignoranza nulla viene tolto al fatto che comunque l’UDC si sia infilata in un vicolo cieco. Se non ne uscirà rapidamente la sua partita con Berlusconi sarà vinta da quest’ultimo, anche senza la sua personale permanenza alla guida della coalizione della destra. Altro che centro, l’UDC rimarrà inchiodato a destra. Se del resto tutto si riducesse ad uno scontro per la leadership della destra, esiste oltretutto il rischio per Casini di far emergere Berlusconi anche come vincitore morale dello scontro aperto con lui. Per una prospettiva del genere valeva la pena celebrare un congresso ? Non risulta, da tutto ciò, che siano state archiviate troppo frettolosamente le ragioni profonde e non personali del dissenso di Marco Follini ? Marco Follini non è più nell’UDC, ma il suo discorso nell’UDC è ancora aperto. Alessandro Menchinelli INTERNI 22 aprile 2007 Giustizia e Libertà 13 Telecom, storia italiana di predatori e prede di Eugenio Scalfari (La Repubblica, 17.03.2007) ISi continua a parlare e società-preda come fona scrivere di crisi Tele- te di potere politico e com. Se ne parla esatta- mediatico. mente da dieci anni ma in realtà una crisi Telecom non c'è mai stata. L'azienda va bene, produce profitti, ha un "cash-flow" di tutto rispetto, possiede un cospicuo portafoglio di partecipazioni all'estero (soprattutto in Brasile) e rapporti industriali assai interessanti con altre società telefoniche europee in Germania, Francia, Spagna. Diciamola tutta: i guai di Telecom cominciano da quando è stata privatizzata e ha avuto la sventura di diventare la preda di un capitalismo straccione, più attento a spolpare il grasso che ad investire in prodotti e tecnologie. Questo è uno dei connotati del capitalismo italiano che ha avuto come risultato la segmentazione del mercato in tanti recinti separati Non tutto il capitalismo tra loro. italiano naviga a questo infimo livello, ma buo- Esiste ancora un mercana parte purtroppo sì. to, si domandava pochi La regola prevalente è giorni fa Guido Rossi? quella di arricchire i E rispondeva: no, non "predatori" a danno esiste più. Forse non è dell'azionariato diffuso mai esistito perché non e non organizzato, una c'è mai stata una griglia maggioranza polveriz- di istituzioni capace di zata e quindi priva di rappresentare e difendequalunque potere. Gli re quella maggioranza strumenti per tenerla al azionaria polverizzata e guinzaglio sono vari ma senza voce, non a caso con identiche finalità: definita come "parco scatole cinesi, patti di buoi" da portare al sindacato, contratti di mattatoio. Borsa speciali, rapporti privilegiati con gruppi Volete l'ultimo esembancari. Il fine è sempre pio, il più recente e uno quello: spolpare l'osso, dei più scandalosi ? lesinare sugli investi- Ce lo sta dando Marco menti, privilegiare i di- Tronchetti Provera. Tra videndi, i compensi ai la sua società personale dirigenti, le "stock- e la Telecom ci sono a option" agli ammini- dir poco sette società stratori e utilizzare la intermedie, la penulti- ma delle quali si chiama Olimpia che controlla Telecom con il 18 per cento del capitale. Quel 18 per cento detta la legge ad una maggioranza polverizzata dell'82 per cento. I soldi propri impegnati da Tronchetti in tutta l'operazione equivalgono allo 0,6 per cento del capitale Telecom. essere il primo nell'ordine delle priorità. Ma finora ha parlato d'altro e neppure la crisi in corso sembra averne risvegliato l'attenzione. Neanche il club Giavazzi, per dire gli economisti puri e duri, hanno questo tema nelle loro priorità. In dieci anni di pubblicistica ne avranno parlato sì e no un paio di volte. Così il miracolo profano della moltiplicazione di pani e pesci continua. Io lo chiamo una vergogna, Come lo chia- non un mercato. mereste un fenomeno di que* * * sto genere se Quando cinque anni fa non la moltipli- Tronchetti conquistò cazione dei pani e dei Telecom rilevandone il controllo dal gruppo di pesci? Il miracolo compiuto da Gnutti e di Colaninno, Gesù di Nazareth aveva pagò salato: 4,50 euro come fine quello di sfa- per azione. mare il popolo che si Esce un predatore, ne era radunato per sentire entra un altro. Perché pagò un prezzo la sua parola. così elevato? Quello di Tronchetti Riteneva che il monoserve ad alimentare il polio privato della tele"predatore". fonia fissa e mobile fosIl quale ha deciso ora di se l'affare del secolo. cedere il comando su Dove prese il denaro Telecom senza nemme- necessario ? no lanciare un'Opa e Dal debito e dalla sucintascando a proprio cessiva vendita della esclusivo beneficio il parte manifatturiera delpremio di maggioranza. la Pirelli. E naturalmente dalle complicate arMontezemolo racco- chitetture di controllo manda: lasciate fare al che lo portarono con mercato. poca spesa propria alla Ma questo è un mercato guida della società più ? importante del paese. Questa è la giungla dei predatori e delle prede, Il ritorno d'immagine fu degli interessi protetti e formidabile. Si comindi quelli polverizzati e ciò a parlare di Tronindifesi. Il riformismo chetti Provera come in Italia avrebbe dovuto della stella nascente del misurarsi con questo capitalismo italiano, il (Continua a pagina 14) problema che doveva 14 INTERNI Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 Telecom, storia italiana di predatori e prede (Continua da pagina 13) una partita più grossa di lui. Da quel momento il suo problema dominante fu quello di rientrare nel suo, vendere il pacco di controllo Telecom, capitalizzare il premio di maggioranza, scaricare i debiti sul compratore e rientrare in camdi Eugenio Scalari (La Repubblica, 15.04.2007) po su qualche altra preda, magari più piccola Fin qui ho evitato, più o meno consapevolmente, di occu- e più digeribile parmi del costituendo Partito democratico. Mi sembrava un ma egualmente tema accademico, un'esercitazione nel vuoto, un'evocazio- "gla mour". Per ne fantasmatica di quelle che un tempo si facevano a tavo- un momento lino per dar corpo ad un'ombra che stentava a materializ- quella preda prezarsi, senza contorni definiti. Molti ne scrivevano, per au- se le sembianze spicarne la nascita o per contrastarla; disputavano sulle sue del gruppo Rizpossibili radici, sul Pantheon dei padri e dei nonni, sul ri- z o l i - C o r r i e r e formismo possibile, ma badando più alle polemiche del della Sera. passato che alle visioni del futuro e alle domande che incalzano in una società sempre più disgregata e senza ideali L'essenziale coche ne scuotano l'apatia. munque era di Ma ora eludere ancora l'argomento è diventato impossibile: trovare un comi due partiti maggiori del centrosinistra terranno i loro con- pratore disposto gressi in questa settimana e saranno gli ultimi, sia dei Ds a pagare un sia della Margherita. Si concluderanno con la lettura d'un prezzo d'affeziocomune dispositivo, convocheranno un'assemblea costi- ne: l'azione Tetuente per il prossimo ottobre rimettendo ad essa la nascita lecom valeva in del nuovo partito, aperto a rappresentanti della società civi- Borsa poco più di 2 euro; lui l'ale oltre che ai loro aderenti. veva pagata più Si entra insomma nel vivo del processo di formazione del del doppio. Ma nuovo soggetto. L'ombra troppo a lungo evocata sta dun- per riposizionare que per prender forma. Produrrà mutamenti nella politica ? la Pirelli gli baSusciterà immagini nuove ? stava incassare Riconfermerà le oligarchie e le nomenclature esistenti o le un prezzo di 3 rinnoverà? Riuscirà a fondere insieme l'esperienza e la tra- euro. Perciò si dizione socialista e quella cattolico-democra tica o si limi- mise in cerca. terà a giustapporle senza trovare una sintesi nuova e condi* * * visa? Rafforzerà il governo o ne anticiperà la crisi ? Nel frattempo Semplificherà lo schieramento dei partiti o lo renderà ancor era entrato in più frammentato ? rotta di collisioEcco una folla di domande (ma non sono le sole e forse ne con Prodi. nemmeno le più importanti) che ci stanno dinanzi, alle qua- Siamo al settemdell'anno li i promotori di questo nuovo soggetto dovranno risponde- bre re perché finora le risposte vere non sono venute. Li sentia- scorso. Prodi è mo parlare con eccessiva frequenza ma con parole che non messo al correnrispondono. Non chiariscono, non convincono. Non rinno- te dei guai di vano né i contenuti né il rito né colmano la distanza tra la Pirelli e della decisione di classe politica e la società. Tronchetti di Se queste lacune, questo senso di fusione fredda, questa vendere all'estemarcata autoreferenzialità debbono esser superati, ci vorrà ro la rete telefouno sforzo ben più intenso dell'interminabile mediazione in nica di Telecom corso da mesi, anzi da anni. e insieme ad essa la partecipaI promotori ne saranno capaci ? successore di Gianni Agnelli, con lo stesso "glamour" dell'Avvocato, la stessa eleganza, le stesse barche e soprattutto la stessa vocazione di guardare lontano, di volare alto, di guidare con l'incoraggiamento e l'esempio i destini dell'industria e degli imprenditori. Partecipava a tutti i salotti buoni frequentati dai "vested interests": il consiglio di Mediobanca, il consiglio della Rizzoli-Corriere della Sera, il direttivo di Confindustria di cui è vicepresidente. All'occhiello della giacca c'era scritto Telecom e questo bastava. Le sue "stock option" raggiungevano cifre incredibili. I debiti ? Nessuno chiedeva notizie dei debiti, ciascuno in quei salotti badava ai propri e non s'impicciava dei fatti degli altri. Si pagò anche una televisione di prestigio, con pochissima diffusione (il 2 per cento dell'audience) ma potenzialmente in attesa di diventare il terzo polo televisivo italiano. "Aspetta e spera che poi s'avvera" cantava Arbore con "Quelli della notte", e sembrò lo slogan de La 7. Ma da un certo momento in poi i nodi cominciarono a venire al pettine. Le banche creditrici mandarono qualche avviso. I vari scandali Parmalat, Cirio, bonds ar- ♦ gentini, crearono difficoltà non lievi a Geronzi e a Banca Intesa. Le fusioni impegnarono a lungo (e tuttora impegnano) l'intero sistema. E fu così che il "retour a' l'ordre" investì anche la Pirelli e Tronchetti che tardivamente capì di essere entrato in Si sciolgono due partiti in cerca di un futuro (Continua a pagina 15) 22 aprile 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 15 Telecom, storia italiana di predatori e prede (Continua da pagina 14) zione nella Telefonica brasiliana e la telefonia mobile. Lo spezzatino che si profila non piace affatto al presidente del Consiglio che cerca d'impedirlo. La crisi tra i due scoppia con estrema violenza e accresce il gelo tra Tronchetti e il sistema bancario, senza la cui sponda il "patron" della Pirelli sarebbe - come si dice un po' ruvidamente in questi casi - alla canna del gas. A questo punto il colpo di coda che è una delle specialità di Tronchetti: si dimette dal consiglio Telecom e chiama a sostituirlo Guido Rossi, in quel momento ancora commissario della Federcalcio ma ormai alle ultime battute d'un tentativo di ripulire il calcio italiano rivelatosi impresa impossibile per la cosiddetta "resistenza degli aggregati" cioè di tutti gli interessi corporati che fanno del fortilizio calcistico un centro di malaffare pressoché inespugnabile. Guido Rossi accetta di trasferirsi da Federcalcio a Telecom. Non sa ancora che sta cadendo dalla padella nella brace. * * * Guido Rossi lo conosco bene dagli anni in cui eravamo giovani e lottavamo, lui sulle riviste giuridiche e nelle aule dei tribunali ed io con libri e campagne giornalistiche, contro le malformazioni del capitalismo italiano e i loro deleteri riflessi sulle istituzioni democratiche. Ci erano autorevoli compagni in quelle battaglie Bruno Visentini, Tullio Ascarelli, Ugo La Malfa, Adolfo Tino, Ernesto Rossi. Insomma il pensiero liberal - radi- cale degli anni Cin- Rossi voleva incanalare quanta-Settanta. Telecom nello schema della "public company", Il Guido Rossi di oggi un'azienda guidata dal non è più quello di allo- management, controllara. Ha mantenuto ferma to dai sindaci, dai fondi la bussola della difesa di investimento e da aldel mercato e della li- tri investitori istituziobera concorrenza ma nali. Senza scatole cinel'ha tradotta in pratica si, senza patti di sindaaccettando incarichi cato, senza "noccioli prestigiosi da usare co- duri" che arraffano il me terreno d'azione. E' potere senza rischiare i stato presidente della propri soldi. Tronchetti Consob appena fonda- voleva esattamente l'opta; Cuccia lo portò al posto. Questo "marché vertice della Montedi- de dupes" è durato sette son quando si rese con- mesi alla fine dei quali to che il gruppo Ferruz- Tronchetti ha prodotto zi aveva clamorosa- il suo ennesimo colpo mente mancato l'obiet- di coda: ha venduto il tivo di risanare quell'a- comando di Telecom zienda devastata dopo il agli americani di AT&T passaggio di Eugenio e ai messicani di AmeCefis. Ha poi guidato la rican Movil, ha licenprivatizzazione di Tele- ziato Rossi dalla presicom ed ora era di nuo- denza di Telecom, ha vo lì. obbligato le banche a scendere a patti. E sta Nel frattempo il giova- per incassare il suo ne avvocato è diventato prezzo e il suo premio un autorevole consulen- di maggioranza alla facte dei maggiori gruppi cia della maggioranza finanziari e con suo in- dispersa e senza voce gegno si è creato una degli azionisti di Telecospicua fortuna perso- com e di Pirelli. Dopo nale. Eppure tante espe- averlo licenziato ha ofrienze non gli hanno ferto a Rossi una consuevitato alcune ingenuità lenza miliardaria, ovcome nel caso Feder- viamente rifiutata. Però calcio e in quello Tele- ci ha provato. com. * * * Inclino a pensare che la C'è qualche cosa da dire causa di questi suoi er- sul sistema bancario che rori sia una sua eccessi- ancora potrebbe - se lo va presunzione intellet- volesse - fermare lo tuale che lo rende sicu- spezzatino telefonico. Il ro di dominare gli e- problema infatti è queventi, gli interessi, le sto, non l'italianità di persone con le quali Telecom. entra in conflitto e il malaffare che si annida Ma per ottenere un riin molte giunture del sultato le banche docapitalismo. Ma questo vrebbero procedere unicomunque non ci inte- te, affrontare Tronchetti, negoziare con i suoi ressa in questa sede. Il conflitto Rossi- interlocutori americani Tronchetti, detto in bre- e con altri possibili imve, è stato il reciproco e prenditori italiani e strasimmetrico tentativo di nieri, lanciare un'Opa su entrambi di gabbare Telecom. I mezzi per l'altro sotto le parvenze impedire lo spezzatino della collaborazione. ci sono e si trovano, ma la condizione primaria è l'unità del sistema, che invece manca del tutto. Mediobanca si è dedicata da poco al credito di consumo. Come banca d'affari accetta solo di occuparsi di transazioni di immediato profitto. Il resto non le interessa. Capitalia ha in mente di rafforzare la sua presa su Generali e sulla stessa Mediobanca. Unicredit accumula profitti su profitti, si espande all'estero, non ha gradito la nascita del gigante Intesa-San Paolo, disdegna operazioni di pubblico interesse non motivate da profitti visibili. Intesa-San Paolo aveva tentato qualche mese fa un'operazione comune per estromettere Tronchetti al prezzo di 2,50 euro. Più del valore di Borsa, meno del prezzo offerto ora dagli americani. Non fu seguita da Mediobanca e dai banchieri che la fiancheggiano. Adesso l'istituto di Bazoli e di Passera sta negoziando con AT&T e con i messicani per ottenere una quota di Olimpia (cioè del controllo su Telecom) che abbia potere di veto su alcune operazioni strategiche. Par difficile che ci riesca. Tutt'al più otterrà qualche briciola per salvare la faccia della controparte italiana, ma niente di più. Soprattutto niente di più dai messicani, che comprano Telecom per portarsi via la Telefonica brasiliana. Lo spezzatino, appunto. Ci sono ancora trenta giorni di tempo, ma il destino sembra già segnato. Qualcuno del centrosinistra presenterà una (Continua a pagina 16) 16 Giustizia e Libertà INTERNI 22 aprile 2007 Telecom, storia italiana di predatori e prede (Continua da pagina 15) legge che renda impossibile per il futuro la vergogna di controllare una grande impresa senza esporsi con danaro pro- prio? La presenterà Tabacci che vorrebbe rappresentare la coscienza liberale del centrodestra ? La presenterà Gavazzi ? Un tempo gli "Amici del Mondo" queste cose le facevano. Ma oggi evidentemente sono passate di moda.... Eugenio Scalfari La Repubblica 8 aprile 2007 Rozzano, l'assise per la rielezione del cda: Buora lancia allarme sicurezza Il comico spara a zero sui dirigenti: "Avete le pezze al c... In America sareste in galera" I Telecom, show di Grillo in assemblea. Ai dirigenti: "Dovreste dimettervi"nostri soldi Presenti 284 persone, in rappresentanza di 832 portatori di azioni, pari al 36,06% del capitale Buora: "E' un'azienda strutturalmente sana e non ha certo bisogno di essere risanata" da www.repubblica.it; 2007.04.18 Carlo Buora e gli altri membri del cda di Telecom (Tronchetti Provera non c'era) hanno quantomeno dimostrato di avere i nervi saldi. Per circa mezz'ora sono rimasti seduti al loro posto a farsi massacrare da uno scatenato Beppe Grillo che è intervenuto tra i primi all'assemblea della società in corso a Rozzano e destinata a durare molto a lungo. E' stato uno spettacolo con il comico come mattatore, i piccoli azionisti come pubblico a spellarsi le mani e il cda al completo a subire col sorriso sulle labbra e il fegato da scoppiare. Sembrava di stare a teatro. Un teatro per adulti, qua e là anche un po' sboccato, con il comico che ha alternato parti "serie" di un intervento scritto e parti esilaranti. Condite da domande decisamente imbarazzanti: "Guido Rossi ha parlato di una Chicago -ha detto Grillo- degli anni '20 e vorrei proprio sapere chi è Al Capone". querela: "Faccio il comico e qui non dovrei esserci -ha dettoma penso a quelle migliaia di piccoli a- sentati". iniziativa, ha ricevuto lettere dello stesso Grillo ha ricordato che tenore. Cardia riversa il presidente della su di me le attenzioni Consob Lamberto Car- che forse vorrebbe riservare ad un figlio, ma che non può farlo, visto che il suo faceva parte della Popolare di Lodi. Peccato -ha proseguito- che non abbiano in passato riservato la stessa attenzione per la Parmalat, la Cirio, La Popolare di Lodi". Battuta feroce su Marco Tronchetti Provera che ha mandato un avviso dicendo che non poteva esserci perchè ammalato. "E' proprio vero -ha sottolineato Grillo- che il mondo si è rovesciato: Tronchetti che manda un avviso invece che riceverlo" Grillo con il volume del bilancio Telecom zionisti che mi hanno dato la delega e che non posso rappresentare perchè la Consob ha fatto una legIn qualche punto, proba- ge perchè non potesbilmente, ha rischiato la sero essere rappre- dia "mi ha scritto ben tre lettere per dirmi di stare attento, perchè turbavo la Borsa. Lo stesso ministro Di Pietro, che ha avallato la mia Rivolgendosi quindi agli azionisti "l'Italia si è capovolta -ha detto Grillo- i veri proprietrari siete lì ad ascoltare i veri dipendenti che sono là". Analizzando la situa(Continua a pagina 17) 22 aprile 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 17 I Telecom, show di Grillo in assemblea. semblea stamane, a e delle inchieste giudizione di Telecom, il Rozzano, sono arrivati ziarie". I suoi conti, ha insistito comico ha sottolineato in 284. Buora, mostracome "la privatizazzione di Telecom abno "livelli di bia di fatto spogliato performance l'azienda. Bastava fafra i migliori re delle analisi da radel mondo e gioniere ed io che lo d'Europa: sono ragioniere, le ho questa società fatte. Presunti è tutto fuorchè manager con le pezze un malato da al c..., hanno indebitarisanare". to l'azienda". Le sue ultime parole Uno sciopesono state: “Dimettero entro il 10 tevi. Fate un favore al Paese. Andatevene". maggio Davanti ai canGià prima di entrare in Anche il vicepresidente celli, fin dal mattino sala, Grillo aveva dato Buora ha notato presto, un presidio dei spettacolo all'esterno. Carlo di azio- sindacati del settore E' arrivato agitando il "un'affluenza decisamente su- spettacolo e telecomulibro rosso del bilancio: nisti periore alla media", nicazioni davanti ai "Roba da neuropsi- tanto da chiedere cancelli della sede Techiatria. Ormai -ha ai vigili del fuocoaiuto per lecom con striscioni e insistito- si sono ven- lo sgombero delle uscibandiere. duti tutto". te di sicurezza. Se non Clima tranquillo. liberate le uQuanto alla possibilità saranno scite di sicurezza, ha Al presidio hanno predi un intervento da par- avvertito Buora, i vigili so parte la Slc-Cgil, la te di Carlos Slim, l'im- del fuoco ci obbligheFistel-Cisl, la Uilcomprenditore messicano a ranno a lasciare la Uil oltre all'Ugl e alla capo del gruppo Ameri- sala". Cub. can Movil, Grillo ha Le tre federazioni di commentato: "Figura- I soci rappresentati so- categoria Cgil, Cisl e tevi se uno degli uomi- no 832 portatori di Uil, hanno tenuto inolni più ricchi del mon- 4.824.959.170 az. ordi- tre stamane a Roma do si compra un cada- narie pari al 36,06% un'assemblea dei delevere simile. gati, nel corso della Comunque -ha puntua- del capitale ordinario. quale è stato deciso lizzato- con il 13% "L'azienda è che entro il 10 maggio controllerebbe la so- Buora: sana". Ma Buora ha i lavoratori di Telecietà". l'operato dell'a- com, circa 55 mila adE rivolto ai lavoratori difeso Telecom Italia, detti in Italia ai quali si delle tlc presenti di zienda: detto iniziando la aggiungono altri 30 fronte all'ingresso a ha sul primo mila nelle sedi estere, manifestare, Grillo ha discussione all'ordine del attueranno uno sciopeaggiunto: "dovevate punto dell'assemblea, ro per difendere l'unità venire in 80.000 A giorno l'approvazione del bi- del gruppo. manifestare perchè se l a n c i o 2006, è arriva il messicano vi "un'azienda La rielezione struttumanda a casa in 3- ralmente sana". del cda. 0.000". "Dovrei aggiungere L'assemblea odierna è una azienda ro- deve rieleggere tutto il La protesta dei lavora- che busta -ha aggiunto- consiglio di amminitori capace come è stata strazione. E se per i l'anno scorso di resi- nomi non sembra ci Troppi azionisti, stere ai fortissimo debbano esserci sorallarme sicurezza contraccolpo dei con- prese, tranne forse per Per partecipare all'as- tinui cambi al vertice le scelte delle liste di (Continua da pagina 16) minoranza, per il resto si continua a discutere delle tante incognite nel futuro dell'azienda. Il consiglio di amministrazione che uscirà alla fine di questa giornata potrebbe avere vita breve, anzi brevissima: infatti se avessero successo le trattative intraprese da Marco Tronchetti Provera per la cessione della maggioranza di OlimpiaTelecom al tandem At&T-America Movil, i nuovi azionisti vorranno naturalmente inserire i propri uomini nel consiglio di amministrazione. Il negoziato si chiuderà entro il 30 aprile: fino ad allora, qualunque "cordata italiana" rischia di arrivare troppo tardi, a cose irrimediabilmente avviate. La cordata italiana Alcuni quotidiani avvalorano stamane con decisione l'ipotesi dell'avvenuto accordo tra Silvio Berlusconi e Roberto Colaninno per entrare nella partita Telecom. Altri ricordano genericamente la possibilità dell' "iniziativa italiana", della quale potrebbero far parte anche Leonardo Del Vecchio, i Benetton e le Fondazioni. D'altra parte molti analisti fanno notare le tante difficoltà delle trattative con le due società americana e messicana. E il "Nessun commento in merito ai (Continua a pagina 18) INTERNI 18 Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 I Telecom, show di Grillo in assemblea. (Continua da pagina 17) rumours riportati dalla stampa italiana" diffuso stamane da un portavoce di Roberto Colaninno potrebbe far pensare che la cordata italiana stia prendendo forma più concretamente di quanto si pensasse nelle ultime ore, e che quindi si scommetta sul fallimento delle trattive con gli americani. Passera: "Possibile partecipazione azionaria" Entrando in assemblea, il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ha detto che "Telecom Italia è una società molto importante, potremmo considerare una partecipazione azionaria, se ci sembrasse un investimento conveniente per la nostra azienda e per i nostri azionisti e se fosse coerente con lo sviluppo di Telecom". Il manager ha precisato che si tratterebbe di un "investimento su base temporanea". www.repubblica.it 16 aprile 2007 Berlusconi salva Vladimir: notizie gonfiate L’ex premier da San Pietroburgo nega la repressione contro l’opposizione: «Erano solo 700 e intralciavano il traffico. Putin mi ha detto che potrei essere il suo successore al Cremlino» di Umberto De Giovanni (L’Unità,16.04.2007) Che si ritenga il «più amato d'Italia» è cosa risaputa. Che ambisca a tornare incoronato a Palazzo Chigi, pure. Ma la presunzione del Cavaliere non conosce limiti né confini. E così ecco Silvio Berlusconi sbarcare a San Pietroburgo per ricevere una investitura virtuale da parte di Vladimir Putin: «Ecco avevo il problema del mio successore: il mio successore potresti essere tu». La proclamazione di «zar Vladimir» al suo Delfino di Arcore viene annunciata, con fare serioso, dallo stesso Berlusconi che si prodiga anche in particolari. di Stato russo. mir Putin avrebbe risolto il problema della succesPeccato che esista il pro- sione: miliardario, esperblema del passaporto, to di calcio, e ostile conperché altrimenti Vladi- tro chiunque si azzardi a contestarlo: il Cavaliere di tutte le Russie avrebbe il Paese in tasca. E l'opposizione in galera. BIG JIM Silvio Berlusconi non smette mai di stupirci. Dotato di poteri straordinari, riesce nella stessa settimana a riempire le prime pagine dei giornali passando da uno scacchiere all’altro con estrema disinvoltura. Un vero Big Jim. Prima vola a S.Pietroburgo invitato dal suo amico fraterno Putin a visitare la sua città natale. Mentre è lì scoppia una dimostrazione contro il presidente russo che – forte della lunga esperienza nel KGB - manda la polizia a respingere senza tante storie quei disgraziati che gli fanno fare brutta figura con l’ospite italiano. Questi, per dargli man forte, dichiara subito alla stampa internazionale, che in effetti si tratta di quattro disgraziati.e il fedele Emilio Fede apre il TG confermando che è poca cosa. Senonchè il servizio che vede tutto il mondo (compreso gli utenti del TG4) è ben diverso perché i manifestanti sono migliaia e la polizia picchia e arresta a tutto spiano. Il nostro Big Gim di Arcore finisce così su tutti i giornali per l’ennesima balla spaziale regalata ai suoi aficionados. Per scaricarsi un po’ se ne va a Villa Certosa in Sardegna dove dà una festicciola con qualche centinaio di amici, tra cui molte belle ragazze di cui non può fare mai a meno per tirarsi su il morale. Succede allora che finisce di nuovo in prima pagina fotografato con una bruna sulle gambe e una rossa tenuta per mano. Altro putiferio mediatico. Insomma quale altro paese al mondo ha un Big Jim grande sia come statista che come latin lover? Perché stupirsi se ce lo invidiano tutti? L'affermazione, dice, è avvenuta l'altro ieri all'ingresso dei due amiconi l'altro ieri al Palazzo dello Sport di San Pietroburgo, dove, senza falsa modestia, il Cavaliere riferisce di essere stato «accolto da una standing ovation» insieme con il capo GG Sì perché l'ex premier italiano non sembra affatto inquieto dalle notizie delle dissidenti russi bastonati in piazza, prima a Mosca e poi a San Pietroburgo. Ipse dixit: la Russia è «un Paese che crede nella democrazia, non una democrazia di secondo piano». E fin qui potrebbe anche essere un auspicio. Se non che Berlusconi si azzarda anche a commentare i «piccoli fatti» avvenuti l'altro ieri a Mosca: (Continua a pagina 19) INTERNI 22 aprile 2007 Giustizia e Libertà 19 I Telecom, show di Grillo in assemblea. (Continua da pagina 18) diecimila agenti in tenuta antisommossa scatenati nel reprimere la marcia dei dissidenti. Le immagini degli arrestati, tra i quali l'ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov, fanno il giro del mondo, e vengono irradiate in Italia anche dalle reti Mediaset. Ma per Berlusconi la realtà è un'altra. Questa: la repressione delle manifestazioni dell'altro a ieri a Mosca è stata gonfiata dalla stampa. Come fa a dirlo ? Semplice: «Ero con Putin mentre parlava con il ministero dell'Interno», rivela Berlusconi, aggiungendo che l'opposizione «aveva organizzato dimostrazioni in strade non concesse dal comune per questioni di traffico». Questioni di traffico. Per dirimere le quali sono stati impiegati diecimila agenti, blindati gli edifici pubblici, usati cani, metal detector, posti di blocco, bloccate le uscite del metrò. Non basta: lo «zar di Arcore», aggiunge che l'amico Vladimir gli ha riferito come i manifestanti fossero circa 700, a fronte dei 15 mila sostenitori del leader del Cremlino riuniti davanti all'univer- sità. Resta da sapere, ma su questo il Cavaliere di tutte le Russie non ha esternato, se il fatto che fossero stati (cosa peraltro non vera) «solo 700», gli intralciatori del traffico, ciò possa giustificare che 170 siano stati fermati, picchiati e accusati di atti sovversivi per aver gridato slogan antigovernativi. Domanda imbarazzante per lo «zar di Arcore» che prima di riprendere l'aereo -giusto in tempo per non vedere altri intralciatori del traffico pestati e arrestati a San Pietroburgo- per far ritorno in Italia, annuncia giulivo: «Gli ho regalato (a Puntin, ndr.) un Dvd della nostra manifestazione in Italia che ha raccolto 2 milioni di persone, e gli ho detto: tutt'al più di questo dovresti preoccuparti...». smantellare questo regime corrotto, inefficace, che conduce progressivamente il nostro Paese sull'orlo del baratro». E ancora: «Alcuni pensano che vi sia della paranoia ma noi dobbiamo far fronte ad un regime che non ha paura di far scorrere il sangue». Per Silvio Berlusconi, successore virtuale di Vladimir Putin, colui che si è macchiato di queste «farneticazioni» non può che essere un pericoloso sovversivo, magari un nostalgico di Stalin. Prima di salutare, l'annuncio: prossimamente «incontrerò il presidente Bush», rivela Berlusconi, e chissà se sarà quella l'occasione per essere investito anche della successione alla Casa Bianca. Un Comunista. L'autore di questa denuncia è un ex campione di scacchi, capo dell'opposizione democratica, Garry Kasparov. Malmenato e trattenuto dalla polizia per oltre dieci ore. E non certo per intralcio al traffico. In attesa della quale, piacerebbe sapere cosa ne pensi il Cavaliere di tutte le Russie di questa affermazione: Concentriamo tutti i nostri sforzi...per Umberto De Giovanni L’Unità 16.04.2007 Riabilitati fascisti, Berlusconi, servizi deviati, e ora Craxi Gli elettori potranno giudicarli alle primarie ? di Stefano Santachiara Da presidente della Camera Luciano Violante aveva riabilitato i fascisti della Repubblica di Salò, complici dei macellai nazisti, equiparandoli ai partigiani; da capogruppo dei deputati diessini confessò l'accordo con Berlusconi ("Onorevole Anedda, la invito a consultare l'onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo, che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta", dichiarazione alla Camera, 2 agosto 2002) all'insaputa degli elettori che ancora si chiedono come mai non vengano approvati il ddl Gentiloni e una seria legge sul conflitto d'interessi. Da novello presidente della Commissione affari costituzionali qualche mese fa ha proposto una norma per estendere la possibilità di opporre il segreto di Stato anche agli imputati, proprio nel bel mezzo del procedimento a carico degli agenti della Cia e del Sismi ora sotto processo per il sequestro di Abu Omar, e subito prima che il governo ricorresse alla Consulta invocando tardivamente il segreto di Stato oltre a promuovere i due imputati Pollari e Pompa a nuovi incarichi di primo piano. Gente che dossierava il capo della polizia De (Continua a pagina 20) 20 Giustizia e Libertà INTERNI 22 aprile 2007 Riabilitati fascisti, Berlusconi, servizi deviati, e ora Craxi Gennaro, diversi magistrati e politici, e custodiva elenchi dei nemici del governo Berlusconi da "disarticolare anche con azioni trauma tiche", tra cui lo stesso Violante, il suo compagno di partito Massimo Brutti, i magistrati dei pool di Palermo e Milano. Affetto da sindrome di Stoccolma, il diessino, anche quando non reagì neppure per sbaglio ai re della parte migliore delle istituzioni democratiche, magistratura e polizia, a riabilitatore di fascisti, difensore di servizi segreti deviati, narratore degli accordi sottobanco con Berlusconi, e ora la chiusura del cerchio: riabilitatore del pregiudicato latitante Craxi. "Fece del Psi la punta di diamante di un progetto di rinnovamento, fu animato da un formidabile spirito L'altra parte di lavoro sporco di una Casta che non ha ancora cancellato una legge vergogna, e anzi dopo l'indulto salva-Previti e Consorte sta per varare, anzi ha varato, la legge che imbavaglia la stampa e limita le intercettazioni telefoniche della magistratura, spetta al segretario Piero Fassino, che ascrive expost al Partito Democratico Bettino così come Craxi, fiumi d'insulti della Cdl che lo considerava il grande accusatore di Andreotti (invece nulla c'entrava col processo, e in ogni caso fu sempre contrario al rinvio a giudizio del sette volte presidente del Consiglio), dimenticandosi di leggere il dispositivo della sentenza definitiva che ha sancito per Andreotti il "reato di associazione a delinquere, estinto per prescrizione, commesso fino alla primavera del 1980". In 10 anni da sostenito- innovativo -spiega Violante al Corriere della Sera- fu violentemente sincero quando pose la questione del finanziamento della politica... Quella sincerità fu ignorata da tutti... Forse era difficile affrontare il tema, ma se lo avessero fatto, le cose sarebbero andate diversamente, con minore ipocrisia. Questo silenzio fece di Craxi una sorta di capro espiatorio sull'altare del codice penale". "Pertini, Nenni, Rosselli, Matteotti". (Continua da pagina 19) Si fa più concreto il rischio di una perdita di quote di potere dopo l'uscita del Correntone Ds e la prospettiva di un'unica aggregazione a Sinistra (che potrebbe interessare i fuoriusciti Ds, Verdi, Pdci, Il Cantiere e Rifondazione Comunista senza troxkysti) che i dalemiani hanno cercato in ogni modo di impedire con la mozione Angius e la finta preoccupazione per la tuttora incerta collocazione europea del Partito Democratico. Sui cui meccanismi di "formazione" si giocherà ora lo scontro decisivo, coi temuti rutelliani e veltroniani da sempre favorevoli si vedrà in questi giorni quanto- alle primarie . E' dunque in questo "tutto per tutto", mentre Di Pietro chiede di non candidare condannati, che viene riabilitato in pompa magna il pregiudicato latitante Doc. Non certo per richiamare gli amici dello Sdi, con cui viaggiano divisi per non ridurre i posti disponibili in cambio di una scarsa dote elettorale, ma perchè al calar delle carte la Casta scoprirà il bluff: rifiuto del meccanismo di "una testa, un voto" e, se costretti ad un compromesso, accettazione di primarie molto "ammorbidi te" con votazioni preferenziali per i tesserati ai partiti, ancora di salvezza per il teletrasporto delle oligarchie senza giudizio degli elettori. Luciano Violante, come abbiamo visto, è il termometro. Segna il momento giusto per sdoganare l'indecente di oggi e di ieri per l'impunità di domani, testando il livello di assuefazione degli elettori, perché il passaggio al Partito Democratico metterà comunque a nudo quella parte di classe dirigente autoreferenziale e legata a doppio Stefano Santachiara filo con Berlusconi. INTERNI 22 aprile 2007 Giustizia e Libertà 21 Il Paese dove contano ricchi e raccomandati di Mario Pirani (La Repubblica, 02.04.2007) «L' Italia è tra i paesi sviluppati, quello a più alta sfiducia verso le proprie istituzioni. Le nostre élite nel complesso non manifestano quelle caratteristiche che "fanno classe dirigente"... capacità di guida in quanto a competenze, senso della legalità e responsabilità pubblica». Questo l' assunto analizzato dal saggio a cura di Carlo Carboni, dell' Università di Ancona, con un gruppo di studiosi, allievi del grande economista Giorgio Fua (Elite e classi dirigenti in Italia, Laterza 2007). L' ho letto subito dopo aver scritto l' ultima rubrica ("Le micro-Iri locali, greppie multicolori", Repubblica 26 us) e mi sembra suffraghi, con un approfondimento sociologico e statistico, l' ipotesi che al centro della crisi italiana vi sia il degrado di una classe dirigente, tramutatasi, sul piano politico, in un ceto auto referenziale dedito principalmente alla occupazione di tutti gli spazi pubblici. Un' altra conferma mi è venuta dalla e-mail (riassunta nelle "lettere" del 28 us) del professor Andrea Lippi dell' ateneo fiorentino che coordina un gruppo di ricerca sui servizi pubblici locali e sulle proliferanti agenzie, senza che si riesca finora ad avere su scala nazionale un database che raccolga ed elenchi «l'imponente movimento di strutture e poltrone sviluppatosi in questi anni». A questo punto dobbiamo porci il seguente interrogativo: se questa è la questione centrale, ce la farà la "buona" politica -o almeno quanto di essa resta come uomini, valori, determinazione- a rovesciare il corso che la "cattiva" politica, dominante in ogni schieramento, ha impresso alla so- mandazione clientelare, la sponsorizzazione di parte, fanno premio su professionalità e competenza tecnica. III) Occupazione di posti "inventati" o moltiplicati: si tratta, appunto, di quelle che ho chiamato le mini-Iri (con rispetto parlando dell' Iri che ha avuto un grande ruolo nello sviluppo economico. Soprattutto su scala locale con dinamica esponenziale dopo l'avvento del f ederalismo, Mario Pirani sono nate centinaia e centinaia di strutture locietà italiana ? cali, entità inutili, suddiPer rendere più chiaro il visioni per gemmazione, dilemma elencherò in società partecipate a loro modo schematico i tre volta proliferanti a cascagradi dell'occupazione ta, duplicati degli assespartitocratica. sorati (ci sono gli assessorati alla Sanità ma anI) Occupazione legitti- che le agenzie per la Samata dal voto diretto, nità, gli assessorati per la con l' avvertenza che l' Scuola ma anche le Aavvento del governo ter- genzie per il diritto allo ritoriale multilivello, studio, gli assessorati all' fino ai consiglieri di cir- Ambiente le agenzie per coscrizione, tutti stipen- la difesa del suolo, gli diati, ha allargato a li- assessorati all' agricoltura velli inusitati negli altri e le agenzie per lo sviluppaesi la percentuale di po e l' innovazione dell' rappresentanti eletti agricoltura. pagati dall' erario. E poi infinite Società di II) Occupazione delle sviluppo, variamente batcariche o anche di posi- tezzate, le agenzie per lo zioni inferiori negli or- sport, gli istituti regionali ganismi che ricadono di studi giuridici e chi più nell' ambito pubblico ne ha più ne metta. (dalla Sanità alla Magi- Con consigli di amministratura, dalla P. A. all' strazione apparati di seeconomia) dove l' ap- greteria, parco macchine partenenza, la racco- e quant' altro). Tutti questo ha cancellato le tre parole chiave che dovrebbero ispirare le ambizioni delle giovani generazioni: merito, competizione, senso di responsabilità. Ha generato il discredito della politica. Infine ha cancellato ogni differenza valoriale tra sinistra, centro e destra che non sia quella di agenzie di collocamento in concorrenza tra loro. Come prova il saggio di Carboni questi comportamenti hanno finito per influenzare negativamente la società tanto che da una inchiesta internazionale (World Values Survey) risulta che «tra gli italiani il merito come criterio di selezione riscuote un consenso inferiore a quello riscosso tra la popolazione dei principali paesi europei..... la selezione dei nuovi ingressi è spesso demandata a gruppi e affiliazioni che richiedono fedeltà prima che competenza, prestigio ereditato piuttosto che merito e talento.... La nostra élite appare una classe dirigente mediocre e, nel complesso, inadeguata a gestire le sfide del mercato e della democrazia. .. i cittadini pensano che ciò che serve per essere cooptati nelle élite sono sì grande proprietà e ricchezze, ma sempre più spesso una robusta rete di relazioni che contano... che a governare sarebbero non i migliori ma i ricchi e i raccomandati». Se volete saperne di più leggetevi il saggio. Costa solo 10 euro. MARIO PIRANI 22 Giustizia e Libertà INTERNI 22 aprile 2007 “Emergency Cicchitto” di Gaio Gracco C’è un’emergenza in corso, questo è ormai chiaro, e si chiama Cicchitto. Difficile dire se quelli di Emergency possano o vogliano intervenire ma certo il caso si fa delicato. Chi avrà visto l’ultima puntata di Anno Zero se ne sarà reso conto, il poveretto, nell’adempimento del suo dovere, è ormai allo stremo. Il guaio è che sembra non rendersene conto. Il suo mandato era dimostrare che il governo ha sbagliato a salvare la vita del giornalista di Repubblica con la liberazione di alcuni talebani, e in questo senso ce l’ha messa davvero tutta, prodigandosi come alfiere di un’opposizione che in passato non è mai scesa a patti con l’avversario. Peccato che fossero tutte balle. Ma visto che lo pagano per questo, che poteva fare? Solo i meno giovani dei cittadini italiani hanno avuto modo di conoscere chi è e da dove viene il personaggio in questione. Nel folto gruppo dei portaborse e maggiordomi che si aggiravano intorno a Craxi negli anni ’70-‘80 era il più incolore, al punto che difficilmente si può collegare la sua persona a qualcosa di significativo. “Cicchitto, chi era costui ?” si sarebbe chiesto Don Abbondio. Sparito Craxi e dissoltosi il PSI, il buon Cicchitto si è posto il problema di come sbarcare il lunario e, seguendo l’esempio di altri compratioti del partito del garofano, ha concluso che l’unica era passare, armi e bagagli, nella Casa delle Libertà, al servizio del nuovo padre padrone giunto da Arcore. Nella sua nuova collocazione però, si è reso conto che la concorrenza era feroce e per sopravvivere bisognava fare a gara a chi si dimostrava più fedele tra i fedelissimi. Nominato insieme a Bondi rappresentante della CdL, è riuscito, sgomitando col medesimo, ad apparire più realista del re, e a difendere qualsiasi tesi avanzata dal proprio capo senza nessun timore di suscitare ilarità. Il risultato è che se Silvio B. dicesse che gli asini volano, Bondi direbbe un attimo dopo che in effetti di animali della specie se ne vedono spesso, mentre Cicchitto si presenterebbe la sera stessa a “Porta a porta”, “Otto e mezzo”, “Ballarò” e “Anno zero”, per chiarire: 1) che la sconfitta dei comunisti è dovuta anche all’accertata capacità degli asini di volare e di essere quindi utilizzati contro le truppe bolsceviche 2) che nella CdL è da tempo aperto il dibattito, con l’apporto dei confratelli di AN e Lega, sull’utilizzo degli asini volanti 3) che i tentativi di ignorare,come fa Prodi, l’apporto degli animali in questione nella lotta al terrorismo, sono riprovevoli tenuto conto del rapporto fraterno che ci unisce agli Stati Uniti. Il tutto con la faccia seria e senza timori di scoppi di risa tra il pubblico. Tenuto conto di un simile decisivo apporto alla storia politica italiana, è doveroso includere l’on Cicchetto nel Guiness dei primati alla voce: Autocontrollo nel presentare come serie dichiarazioni di puro contenuto fantascientifico. ♦ Un cuore che batte di Masaniello E’ nato: è il prodotto di un unione di fatto tra ds e margherita. Per questo lo si poteva chiamare “Dico” ma hanno preferito chiamarlo partito democratico, chissà perché la parola democrazia viene infilata dappertutto, anche quando bombardano l’Iraq e l’Afghanistan. E’ nato tra la commozione generale, le lacrime di Fassino hanno, per un momento, riattivato il battito del nostro cuore, il cuore dell’elettorato di sinistra reso bradicardico dalla mancanza di emozioni tranne che durante le votazioni al Senato dove, al contrario si andava ogni volta in fibrillazione. Dunque emozioni e passione politica, ne sentivamo il bisogno dopo mesi di apatia, galleggiamento ricatti e compromessi. Al congresso dei ds, più che a quello della margherita (in questa ultima sede aleggiava l’incerta “collocazione” della Binetti) abbiamo visto gente entusiasta, applaudire freneticamente politici che, in altre occasioni avevano contestato, ci è sembrato di cogliere una rinnovata voglia di partecipazione che la base sembrava aver smarrita dopo il primo anno di una legislatura non del tutto soddisfacente. Non so quanto durerà questo entusiasmo, forse il tempo di riorganizzarsi per nuove divisioni all’interno del neonato soggetto politico stante anche la disponibilità delle poltrone disponibili. Ma si sa, in questo siamo maestri. Si spera invece che sia l’inizio di un grande progetto che torni a coinvolgere le masse e che faccia ancora battere i cuori della passione politica. Guai se sarà un'altra delusione, non possiamo permettercelo, non possono permetterselo, sarebbe la fine. L’occhio, l’elettorato vi guarda e vi giudica, anche se non sempre questo ha costituito un deterrente. Il giorno 21 Aprile 2007 è nato, è maschio, è stato battezzato “PD”, al momento sembra gracilino ma se lo curiamo amorosamente potrà crescere e irrobustirsi, lunga vita a lui e ai suoi “due papà”. ♦ INTERNI 22 aprile 2007 Giustizia e Libertà 23 La mercificazione della vita di Aldo Antonelli Bang! Bang! Viva l'America! Boom! Boom! Muoiano gli americani! Vi scandalizzate? Io no. Cosa c'è da gridare allo scandalo in un mondo senza più relazioni? Parlo di relazioni tra persone, tra persona e persona....! L'America è una landa desertificata dal commercio e noi europei, se staremo a ruota, presto lo diventeremo. E mi fanno rabbia di commiserazione i difensori del "libero commercio", i "minus abens" chierichetti del capitalismo straccione vederli appiccicati al Mammuth del "familismo cattolico", della morale borghese che si ciba di ideali alti mentre li uccide. Dopo gli impegni della Pasqua, ho ripreso la lettura del bellissimo libro di Riccardo Petrella: "Una nuova Narrazione del Mondo", edito da EMI, che ho acquistato a Pistoia in un corso di Studi sull'America Latina in cui è intervenuto lo stesso Petrella. Alle pagine 90-94 leggo quanto di seguito e con il che vi saluto. Il secondo aspetto è che, attraverso il Diritto di Proprietà Intellettuale, il capitale ha ottenuto l’autorizzazione ad impadronirsi legalmente della proprietà e/o dei diritti di sfruttamento di tutto ciò che fa parte della vita. Gli accordi TRIPS del ‘94 hanno considerevolmente esteso la nozione di proprietà intellettuale e il suo campo di applicazione, allargandolo alla sfera del vivente. Così facendo, hanno per esempio reso obsoleto il “diritto dei contadini”, definito dalla FAO, che assicurava ai contadini una sorta di “diritto comune” in materia di manipolazione e sfruttamento del capitale seminativo. stati poi rafforzati e completati a partire dal 1996, quando il Congresso degli Stati Uniti ha deciso di autorizzare la libertà di ricerca e di brevetto sugli organismi microbiologici, vegetali e animali, nonché umani. La brevettabilità del vivente è stata autorizzata anche dall’Unione Europea nel 1998, sotto la pressione del mondo industriale e finanziario europeo, preoccupato per le pesanti minacce che avrebbero pesato sulla competitività dell’Europa, nel caso in cui la possibilità di brevettare il vivente non fosse stata concessa alle imprese europee. Con la “creazione” del “villaggio mercato globale”, assistiamo all’affermaGli accordi del 1994 sono zione di una “nuova” cul- tura della conquista. Il “nuovo” mondo mondializzato è considerato come un insieme di giacimenti di ricchezza da sfruttare. Si riparla con entusiasmo di “nuove” frontiere da spostare, di una “nuova” epopea di costruzione di “nuove strade” (le superautostrade mondiali dell’informazione a larga banda). Il “villaggio globale” è sentito e vissuto come un nuovo terreno di scontro tra i migliori candidati al potere mondiale. I “Nuovi Conquistatori” si battono - o cooperano - per appropriarsi, controllare e governare le risorse, rappresentate oggi dall’informazione, dalla (Continua a pagina 24) Robe da pazzi "Per risolvere la situazione in Iraq - un Iraq in grado di governarsi, mantenersi e difendersi da solo - non basta un'operazione militare. L’accordo noto con l’acro- Ed è esattamente per questo motivo che ho inviato più soldati a Banimo TRIPS (Trade Rela- ghdad" ted Intellectual Properly (George W. Bush a Washington il 3 aprile scorso) Aldo Rights) impegna ogni paese membro della WTO - quindi quasi tutto il mondo - a creare una legislazione per proteggere i diritti di proprietà intellettuale, cioè i marchi registrati, le indicazioni geografiche (prodotti che hanno per nome una località che ne individua le caratteristiche), i disegni industriali, i brevetti, i segreti di fabbricazione, i circuiti integrati, i disegni topografici... Tutto secondo le regole stabilite dai paesi occidentali. "Dio ci ha dato il diritto di possedere le armi! L'America è un paese fondato sulla violenza, per questo le armi sono necessarie" (Charlton Heston, attore una volta pacifista) "Spacciare droga non è incompatibile con l'assenza dal lavoro per malattia" (Lo dice una sentenza d'assoluzione (assoluzione!) di un maresciallo dell'esercito che, mentre figurava agonizzante nel suo letto di dolore, vendeva eroina ai tossici a 1.476 chilometri dal suo luogo di lavoro. Tribunale militare di Padova) Volete sapere chi è lo sponsor del concerto che accoglierà il Papa sabato sera nella basilica di Santa Maria del Carmine a Pavia? Marcello Dell'Utri: - condannato in via definitiva a due anni di carcere per frode fiscale La durata della protezione e false fatturazioni accordata dal brevetto va - condannato in primo grado a 9 anni per associazione mafiosa dai 20 ai 25 anni. Il TRIPS mette in evidenza - condannato in primo grado a 2 anni per estorsione! due aspetti importanti. Il primo è che la liberalizzazione è a senso unico, ovvero funziona sempre a favore delle imprese. Visto che la stragrande maggioranza dei brevetti appartiene alle imprese dei paesi del Nord, il sistema di protezione opera a favore dei beni e dei servizi già brevettati. Trochetti Provera: chi è costui? Per la cessione della Cavi Pirelli la Bicocca incassò 1,3 miliardi, ora la valutazione è vicina ai 3 miliardi. "Non era un'attività strategica" (In due parole non portava soldi) ebbe a dire nel luglio del 2005 quando decise di cerdela. Oggi quella società, che ha cambiato nome e si chiama Prysmiam, non strategica per il nostro Tronchetti Provera, si quota in borsa con un prezzo tre volte superiore a quello di cessione.... Ma come è bravo !!!!!!!!!!!!!!! AA INTERNI 24 Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 La mercificazione della vita doch; le società finanziarie tecnologia, dalla conoscen- quali Merrill Lynch, Morza, dall’acqua... gan Stanley, City Bank, Fidelity; le società di distriI “Signori della Terra” buzione commerciale come non sono più i grandi pa- Wal Mart (multinazionale droni industriali, come i USA), Carrefour (multinaRockfeller, i Ford, i Thyssen, zionale francese); i i Solvay o i “re” del petrolio “Signori dell’Acqua”, come e delle ferrovie. Vivendi-Veolia, Nestlé, DaOggi sono Bill Gates di Mi- none, Coca-Cola; i “Signori crosoft, Sergey Brin e Larry della Vita”, come Novartis, Page di Google, John Cham- Monsanto, Pfizer e Sygenbers della Cisco System, ta. Bertelsmann, Rupert Mur- Se le nuove biotecnologie (Continua da pagina 23) continueranno a svilupparsi in un quadro liberalizzato e deregolamentato, fondato sul principio dell’appropriazione privata del vivente, le imprese sopra citate, e in misura minore quelle del complesso agroalimentare, potranno sperare di diventare i principali “signori della Terra” nel corso dei prossimi venti anni. Tutto dipenderà dalle scelte politiche che faranno le società occidentali nel campo della salute, della genetica e dell’agroalimentare. Dipenderà anche dall’eventuale assenza, nei paesi poveri, di “rivolte mondiali” contro la manomissione e lo sfruttamento delle loro risorse naturali ad opera delle grandi potenze industriali e finanziarie del mondo. Aldo Antonelli Al Family Day con i Killing Mother di Michele Serra (L’Espresso 13.04.2007) Fervono i preparativi per il Family Day, che poi sarebbe il Giorno della Famiglia, ma per vendere i diritti televisivi all'estero ha dovuto adeguarsi, sul modello della Coppa dei Campioni ribattezzata Champion's League. Il numero dei partecipanti si preannuncia imponente, soprattutto grazie al contributo di parecchi politici del centrodestra che porteranno in piazza almeno due o tre famiglie. Si temono tafferugli per la conquista della testa del corteo: il Coordinamento delle Seconde Mogli ha fatto sapere di non potere accettare una posizione defilata, ma dovrà vedersela con l'Unione di Primo Letto, potentissima lobby che sfila sventolando testamenti, rogiti e carte da bollo. La questione sarà probabilmente risolta facendo aprire il corteo da un cordone di parroci, che non avendo famiglia sono i più indicati per mantenere la calma. È un'incognita l'atteggiamento dei Collettivi Autonomi Amanti, da sempre in clandestinità. Lo storico centro sociale Buonasera Dottore, che raccoglie le veterane e i veterani della relazione adulterina, minaccia di bruciare in piazza le migliaia di pullover e di cravatte ricevuti furtivamente a Natale dal proprio partner mentre era a Cortina in famiglia. Probabile un corteo autonomo, con concentramento al Motel Le Rose sul raccordo anulare, e un per- corso a zig-zag per depistare gli Day, di coprirsi l'ombelico. Ci investigatori privati. applicheranno sopra un adesivo con la scritta 'Sex Forever'. Molto complicate la trattative per convincere a sfilare nel cor- Pittoresco si preannuncia il corteo principale anche i figli. I più teo dei nonni e delle nonne, che piccoli, dopo una sfibrante con- sarà aperto da dieci coppie che certazione, hanno accettato di festeggiano le nozze d'oro, acpartecipare a patto che siano ri- compagnati dalle badanti slave forniti di palloncino, zucchero che gli spiegano dove sono. I filato, skate-board, zainetto fir- cugini, i cognati e gli zii, riuniti mato e scarpe fosforescenti con i nel rassemblement Parenti in sonagli e le luci di posizione. Per Campo, saranno presenti dietro evitare di smarrirsi, saranno pre- lo striscione 'Vengo a cena ma ceduti da un enorme schermo non stare a preparare niente di televisivo che trasmette cartoni speciale', e leggeranno un docugiapponesi. Secondo uno studio mento programmatico con dieci distribuito dagli organizzatori, il menù elaborati. Un loro rappresentimento della famiglia è, nei sentante chiederà al Parlamento più piccini, particolarmente for- di codificare, finalmente, la prate, anche se il 56 per cento è con- tica dell'autoinvito. vinto che la madre sia Cristina D'Avena e il padre il campione Acceso dibattito, tra gli organizzatori, sull'eventuale adesione di di wrestling Undertaker. famiglie molto tradizionali e Ancora più difficili le trattative devote, da Cosa Nostra alla Sacon gli adolescenti: ore di di- cra Corona Unita, fondamentali scussione inutili perché i rappre- nel processo identitario della sentanti dell'Unione Teen Agers società italiana, ma sorde alla avevano le cuffiette dell'i-Pod richiesta di partecipare disarmanelle orecchie e non hanno capi- te. Si cerca un compromesso: to una mazza. Alla fine, in cam- accettare chi è munito di porto bio di una mancia di 50 euro e di d'armi, oppure chi si fa accomuna felpa della band Killing Mo- pagnare da un secondino. Stupother, hanno promesso che sfile- re per l'invito degli organizzatoranno per poter filmare i nonni ri a nuclei familiari formati da che cadono e si fratturano il fe- membri obesi. Si è poi capito more e metterli su YouTube nel- che lo scopo era avere in corteo la sezione 'video divertenti'. Al- anche le famiglie allargate. cuni volontari, muniti di pertiche Molti gli intellettuali che hanno con l'uncino, seguiranno il corteo annunciato la loro adesione: Fedei ragazzi per raccogliere i pan- derico Moccia. taloni a vita bassa che cadono a terra. Le adolescenti hanno pro- ♦ messo, in occasione del Family 22 aprile 2007 ESTERI Giustizia e Libertà 25 IL VERTICE della MODERAZIONE di Abd al-Bari Atwan * (segnalato da Massimiliano Caruso) Il XIX Vertice arabo ha concluso i propri lavori a Riyadh rilanciando l’iniziativa di pace araba, ma allo stesso tempo ha adottato risoluzioni strane e senza precedenti -come ad esempio quella di diffondere la cultura della moderazione e di rivedere i metodi di insegnamentoche sembrano ricalcare le indicazioni del segretario di Stato americano Condoleezza Rice. scorso tutte le richieste del Quartetto internazionale -come il rifiuto del terrorismo ed il riconoscimento di Israele- è la conferma dell’inserimento di Hamas all’interno del campo dei moderati, anche se per il momento in qualità di semplice osservatore. Non conosciamo il tipo di moderazione che il Vertice arabo cercherà di diffondere, ma sappiamo che questo concetto emerse con forza nel mondo arabo nel corso dell’aggressione israeliana contro il Libano, e venne applicato a quei Paesi che la appoggiarono in maniera indiretta quando attribuirono a Hezbollah la responsabilità dello scontro, per aver provocato lo Stato ebraico con una operazione di guerriglia che portò all’uccisione di tre soldati israeliani ed alla cattura di altri due. Il rilancio dell’iniziativa di pace non significa che i leader arabi prenderanno i suoi articoli alla lettera, visto che diversi responsabili arabi -fra cui lo stesso segretario della Lega A raba Amr Moussahanno affermato che essa sarà solo il punto di partenza per i negoziati futuri. La riconciliazione palestinese della Mecca era il prerequisito fondamentale per riproporre questa iniziativa, perché garantisce il passaggio di Hamas A quanto sembra, la dal fronte del rifiuto moderazione consiste islamico palestinese nel riconoscere lo Staalla casa della sottomissione araba. La presenza di Ismail Haniyyeh in qualità di primo ministro del governo di unità nazionale palestinese, dietro al presidente dell’ANP Mahmoud Abbas, che ha voluto ripetere nel suo di- to ebraico, nel non protestare per le aggressioni da esso perp e t r a t e , e nell’accettare il suo programma nucleare nel cui ambito sono state prodotte finora più di 300 testate atomiche- come sostegno alla nazione araba nel suo confronto con il nemico iraniano. Sembra che il contrario della moderazione consista invece nel rimanere fedeli ai principi, cosicché ogni richiesta di utilizzare l’arma della resistenza per liberare le terre arabe è il contrario della moderazione, e qualsiasi accenno alla possibilità di privare Israele delle sue armi nucleari è una deviazione in contrasto con i nuovi orientamenti di tolleranza. quello di rendere le università arabe più progredite dell’Università di Harvard, o di Oxford, o di Princeton, bensì quello di eliminare tutto ciò che può incitare alla resistenza ed al jihad, che chiama i nemici con il proprio nome, e che si appella alla dignità della nazione araba. All’interno dell’ultimo vertice non abbiamo invece ascoltato le cose che avevamo ascoltato ai vertici precedenti, ed in particolare a quelli di Tunisi e di Algeri, non abbiamo sentito parlare di riforme politiche, economi(Continua a pagina 26) La revisione dei metodi decisa dal vertice arabo non ha come obiettivo In alto: Condoleeza Rice; in basso, da sinistra: Abdullah Badawi, Pervez Musharraf, Recep Tayyip Erdogan ESTERI 26 Giustizia e Libertà 22 aprile 2007 IL VERTICE della MODERAZIONE (Continua da pagina 25) che, o sociali nel mondo arabo. Non abbiamo sentito un solo leader arabo ac cennare a tali questioni. Perché tanta freddezza di fronte a questioni così importanti, che erano prioritarie nei vertici passati ? Forse perché queste riforme si sono tradotte in pseudo-elezioni in Arabia Saudita, in emendamenti costituzionali che confermano la dittatura, prolungano le leggi di emergenza, ed aprono la strada alla trasmissione ereditaria del potere in Egitto, ed in un aumento degli arresti nella maggior parte degli altri Paesi arabi ? E’ chiaro, come risulta dal comunicato conclusivo del vertice, che la moderazione è ormai un sinonimo di dittatura, di repressione, e di esproprio delle libertà, visto che la maggior parte dei Paesi arabi dell’asse dei moderati sostenuto dagli americani è fra i Paesi più dittatoriali. Vi sono invece Paesi al di fuori di questo asse che offrono delle lodevoli esperienze di democrazia, come ad esempio il Marocco. La decisione del vertice arabo -alla presenza di numerosi leader islamici- di diffondere la cultura della moderazione è un riconoscimento senza precedenti del fatto che gli arabi sarebbero la fonte dell’estremismo e del terrorismo nel mondo. Si tratta di un riconosci- mento pericoloso sotto tutti i punti di vista, poiché l’estremismo è stato imposto agli arabi dagli Stati Uniti d’America e dalle loro guerre di distruzione in Iraq, oltre che dal loro continuo sostegno all’aggressione israeliana in Palestina. Sono queste politiche ad aver provocato uno stato di frustrazione e di disperazione all’ombra di regimi arabi inetti e dittatoriali, e ad aver spinto la gioventù araba ad aderire a gruppi estremisti, sia islamici che laici. Noi vogliamo rivedere i metodi adottati e diffondere la cultura della moderazione, ma al fine di ottenere riforme interne reali, e non al fine di mettere la regione al servizio delle guerre americane, e di rinunciare alla sostanza della questione palestinese per far piacere al presidente Bush e per coinvolgere lo Stato ebraico in un processo di pace basato sulle condizioni che esso stesso ha imposto. Molti hanno lodato il discorso del re saudita Abdallah bin Abdelaziz, e l’articolo del comunicato conclusivo in cui si riconosce che l’Iraq si trova sotto un’occupazione straniera illegale, ma nessuno si è chiesto chi è che ha facilitato l’occupazione dell’Iraq ed ha collaborato con essa, appoggiando i progetti politici che hanno portato il Paese ad una guerra civile su base confessionale. Sono i Paesi arabi moderati ad aver appoggiato l’invasione e ad aver sostenuto l’assedio imposto all’Iraq per più di dieci anni. Sono loro che hanno incitato a rovesciare il regime iracheno, e che ora fingono di piangere per le sorti di questo Paese, e condannano l’occupazione considerandola illegale, perché essa è andata a vantaggio dell’Iran, il Paese che ha preso il posto dell’Iraq e del regime baathista come fonte di minaccia per la stabilità dei Paesi vicini. Essendo questa la sua situazione, come potrà egli presentare concessioni importanti alla controparte araba ? La folta presenza al vertice di leader del mondo islamico sunnita, come il presidente pachistano Pervez Musharraf, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, ed il primo ministro malese Abdullah Badawi, racchiude in sé una grande importanza. Essa indica infatti che ci troviamo di fronte ad una nuova suddivisione del mondo islamico, una suddivisione che si basa Le prossime settimane sulla contrapposizione saranno ricche di even- fra un campo sunnita ed ti, e metteranno alla un campo sciita. prova l’iniziativa di pace araba e la reale vo- Questo vertice potrebbe lontà della controparte essere il vertice di fondi confrontarsi con es- dazione del primo di questi due assi: l’asse sa. che prenderà parte alla Nel caso in cui Israele prossima guerra contro chiedesse, a chi ha pa- l’Iran. trocinato il vertice araSembra che spesso il bo e si è fatto promotodiscutere di iniziative di re dell’iniziativa di papace faccia da prologo ce, di aprire una trattatialle nuove guerre della va diretta per discuterne regione. i dettagli, resta da vedere se l’Arabia Saudita Così fecero nel 1991 accoglierà una simile quando distrussero l’Iraq, così fecero nel 20richiesta. Rilanciare l’iniziativa 03 quando lo invasero. di pace significa infatti E così stanno facendo compiere sforzi diplo- adesso per preparare matici a tutti i livelli l’attacco all’Iran. con l’obiettivo di coinvolgere la controparte. Abd al-Bari Atwan Il problema è che la controparte israeliana in * Giornalista palestiquesto momento è mol- nese residente in Gran to debole, visto che Ol- Bretagna, direttore di mert gode di un soste- al-Quds al-Arabi gno popolare molto esi- http://www.alquds.co. guo e deve far fronte a u/index.asp?fname=to numerose accuse di cor- day29z28.htm ruzione. 22 aprile 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 27 . . . dalla Stampa Estera (al 19.04.2007) di CaLmBiG La Corte Suprema degli Usa nega i diritti costituzionali ai detenuti di Guantanamo La decisione della Corte Suprema americana -criticata dai gruppi per i diritti umani- di respingere la richiesta dei detenuti di poter ricorrere ai Tribunali nordamericani, un diritto previsto dalla Costituzione ma che è negato ai detenuti di Guantanamo perché considerati combattenti stranieri irregolari, segna un'indiscutibile vittoria per il presidente George Bush e per i suoi metodi di lotta al terrorismo. Si tratta di una decisione cruciale, scoraggiante per i detenuti e per le organizzazioni dei diritti umani che avevano combattuto per anni contro l'irregolarità della prigione, che chiude le porte della giustizia ordinaria - almeno per adesso - ai circa 400 detenuti nella base militare statunitense nell'isola di Cuba. Sei dei nove membri della Corte Suprema hanno respinto i ricorsi degli avvocati di 40 detenuti, dopo che un tribunale federale già in passato si era pronunciato contro la revisione dell'habeas corpus per i detenuti di Guantanamo. La Corte Suprema non ha tuttavia scartato l'ipotesi di ritornare a pronunciarsi se la situazione legale dei detenuti dovesse ulteriormente deteriorarsi. Ai detenuti per il momento non rimane altra possibilità che difendersi, in primo luogo, davanti ad alcune commissioni militari speciali addette a pronunciarsi sulla legalità della loro detenzione, e in secondo luogo davanti ad altri tribunali castrensi che li giudicheranno. In due occasioni, dal 2004, la Corte Suprema si è pronunciata contro la legalità dei tribunali militari creati dal Governo per i combattenti irregolari. E in due occasioni il Governo è riuscito a modificare la legge nel Congresso fino a quando, finalmente, ha ottenuto una decisione della Corte Suprema in suo favore. L'amministrazione americana tenterà ora di accelerare la comparizione dei detenuti davanti alle commissioni militari allo scopo di stabilire un status legale definitivo di Guantanamo ed evitare nuove azioni giudiziali contro. http://www.elpais.com/articulo/internacional/ Supremo/EE/UU/niega/derechos/constitucionales/presoGuantanamo/elpepuint/20070403elpepiint_3/Tes L'esercito israeliano indaga sui casi di "scudi umani" a Nablus Sono circa le 5 di domenica 25 febbraio quando dei colpi echeggiano alla porta svegliando Amid Amira, 15 anni, ed i sette membri della sua famiglia. Naima, la madre, apre la porta ritrovandosi faccia a faccia con i soldati israeliani. L'operazione "Inverno caldo" è appena iniziata nella casbah di Nablus, nel nord della Cisgiordania, in quello che è considerato da Tsahal un "nido di ter- roristi". Alla famiglia viene intimato di abbandonare la casa prima che inizi la perquisizione. Non avendo trovato niente, i soldati chiedono ad Amid dove si trova un sospettato di nome Amer. Amid non ne sa niente, così la portano nella casa vicina dove abita suo zio. "Mi hanno detto di entrare, di aprire tutte le porte e gli armadi, di accendere le luci e poi hanno lanciato un fumogeno e mi hanno chiesto di precederli nei locali. Sparavano in ogni camera. Mi hanno ordinato di restare nell'ultima e, dopo non aver trovato niente, mi hanno detto di andare", racconta questo giovane ragazzo intervistato da Gidéon Lévy per il quotidiano israeliano Haaretz. Il giornalista ricorda anche il caso di una bambina di 11 anni, Jihan Dadush anche lei utilizzata come "scudo umano" dall'esercito israeliano alla ricerca di attivisti palestinesi il 28 febbraio. "Mi hanno chiesto dove erano i combattenti e le gallerie. Ho detto loro che non lo sapevo. Mi hanno minacciato di arrestarmi e allora ho indicato un appartamento vuoto. Quando siamo arrivati mi hanno chiesto di entrare e hanno illuminato i locali con un laser posto sul loro fucile. Sono andati in tutte le camere e quando tutto è finito mi hanno dato un dolce e mi hanno detto di non dire niente ai miei genitori altrimenti mi avrebbero ucciso". Una televisione privata israeliana, ha diffuso giovedì sera 15 marzo le immagini girate da Associated Press in cui si vede un uomo utilizzato dai soldati per entrare in tre case. L'organizzazione di difesa dei diritti dell'uomo nei territori occupati, B'tselem, ha chiesto fin dall'8 marzo l'apertura di un'inchiesta su questi fatti che "costituiscono una violazione flagrante delle leggi umanitarie internazionali e sono vietate dall'esercito". L'utilizzo di "scudi umani" era stato infatti formalmente proibito da una decisione della Corte Suprema israeliana dell'ottobre 2005. Il ricorso a questa pratica all'epoca dell'offensiva della primavera del 2002 in Cisgiordania aveva sollevato numerose critiche. Nel mese di agosto Nidal Daragmeh, un studente palestinese di 19 anni, utilizzato dai soldati per entrare all'interno delle case sospette, era stato ucciso in una sparatoria a Tubas, in Cisgiordania. Davanti alla Corte l'esercito si era difeso affermando che il ricorso ai vicini per procedere alle perquisizioni permetteva di "proteggere i civili facilitando le evacuazioni" e "aumentava le probabilità di fermare pacificamente gli attivisti", ma i giudici avevano rigettato questi argomenti condannando questi metodi. http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@23218,36-884359@51-803567,0.html Microsoft cerca di avvantaggiarsi (Continua a pagina 28) 28 Giustizia e Libertà STAMPA ESTERA 22 aprile 2007 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 27) dell'immagine del Presidente Chávez per lanciare Windows in Venezuela La Microsoft ha inviato una lettera al Presidente venezuelano Hugo Chávez, sollecitandolo a sostenere un progetto per la traduzione dei programmi Microsoft Windows e Microsoft Office nella lingua wayuunaiki, parlata dagli indigeni Wayuu che abitano in Venezuela e Colombia. "E' nostro interesse che lei sostenga un progetto di impatto positivo per le etnie indigeni locali, mediante lo sviluppo dei nostri programmi Office e Windows in lingua Wayuu, che darà alla comunità indigena che parla questa lingua l'opportunità di inserirsi nel processo di integrazione sudamericana". L'iniziativa di Microsoft è la riproposizione di esperienze realizzate in Cile, Perù, Bolivia ed altri paesi latinoamericani per produrre versioni di Windows in lingua Quechua e Mapuche, senza però ottenere molto appoggio da parte dei paesi indigeni. Sebbene siano passati più di cinquecento anni da quando le nazioni europee iniziarono la conquista dell'America, l'Imperialismo non è una forma nuova per cercare di conquistare i paesi. Quando i padri gesuiti spagnoli vennero nelle Americhe nel XVII secolo, si accorsero che la lingua dei mapuches e di altri paesi indigeni non aveva nessuna forma di scrittura e allora ne svilupparono una. Ma non lo fecero disinteressatamente: la loro finalità non era aiutare gli indigeni a preservare la loro cultura, bensì evangelizzarli e convertirli al cristianesimo. Oggi Microsoft cerca di portare a milioni di indigeni latinoamericani il suo prodotto, ma non con il fine disinteressato di aiutarli a preservare la loro cultura, bensì per guadagnare nuovi utenti per i suoi programmi. Si cerca di creare dipendenza dalle sue soluzioni che, essendo esclusive e chiuse, non offrono beneficio tecnologico né sovranità ai paesi, nessuna possibilità di capire come funzionano i suoi programmi e impediscono che programmi ed applicazioni libere possano essere adottate ed utilizzate dai paesi indigeni. Prova di questo è quello che è successo in Bolivia, dove Microsoft ha firmato un accordo col governo del presidente Evo Morales per produrre Windows ed Office tradotto in lingua Quetchua, ma il pacchetto è disponibile per chi ha comprato entrambi i prodotti legalmente. Office viene venduto da Microsoft a 400 dollari e Windows XP costa poco più di 100 dollari, con un impatto sociale sulla popolazione indigena, che dispone di basse risorse, insignificante. Invece Microsoft si è avvantaggiata molto facendo una gran pubblicità sui mezzi di comunicazione nazionali ed internazionali delle sue versioni di Windows in lingue indigene. Microsoft è stata oggetto di diverse inchieste negli Stati Uniti ed Europa per le sue pratiche monopolistiche. Ha interferito in paesi come Perù e Spagna, cercando di contrastare leggi che favorivano il software libero. Uno degli argomenti sollevati dalla multinazionale Microsoft è che i suoi programmi permetteranno agli indigeni di utilizzare le tecnologie aiutandoli a preservare la loro cultura. Per verificare la veridicità di questa affermazione dobbiamo capire alcune cose dei software o programmi per computer. Affinché sia facile da imparare, ogni programma cerca di utilizzare una "metafora" per imitare l'ambiente che circonda le persone. Per esempio, Windows utilizza la "metafora" di un ufficio: lo schermo è una "scrivania", con disegnini (icone) di "cartelle", "archivi", "documenti", "cestino per le carte" ed altri oggetti che molte persone delle città utilizzano quotidianamente nel lavoro d'ufficio. Tuttavia, i paesi indigeni non vivono negli uffici! Un indigeno non capirà il concetto di una "cartella" per archiviare "documenti", a meno che prima non conosca come funziona l'ambiente imprenditoriale che si vive nelle città. In questo modo, un programma tradotto in wayuunaiki ma che obbliga gli indigeni ad imparare la cultura delle persone che vivono in città, finirà in pratica per influenzare la loro cultura. È interessante che altri paesi indigeni dell'America Latina hanno reagito contro i tentativi di Microsoft di utilizzare e manipolare la loro cultura. Rappresentanti del paese mapuche hanno emesso un comunicato nel novembre 2006, dopo il lancio di Windows XP Edizione Mapudungún (la lingua dell'etnia mapuche) in cui manifestavano "forte opposizione alla politica di pirateria intellettuale indigena materializzata con il lancio del sistema operativo Windows XP, versione mapudungun, per costituire una violazione dei nostri diritti collettivi, in particolare il diritto al nostro patrimonio culturale e intellettuale." In un'altra lettera scritta a Bill Gates nel 2005, la comunità mapuche ha fortemente attaccato Microsoft, lo Stato cileno e le università del paese, rei di attribuirsi i diritti dei paesi ancestrali cercando di decidere come rappresentare la loro lingua e come utilizzarla nel sistema Windows. Per sviluppare programmi per le culture indigene non basta solo tradurre Windows o Linux, bisogna modificare il programma affinché si adatti alla cultura dei paesi indigeni. E nessuno è meglio degli indigeni per la costruzione del proprio software. Per fortuna non è necessario che fabbrichino un programma da zero, è sufficiente prendere un programma già funzionante e modificarlo affinché si adatti alla cultura di ognuno dei paesi indigeni venezuelani. E qui sorge il problema del software esclusivo o proprietario, perché per modificare un programma come Windows è necessario avere il "codice sorgente". E' necessario inoltre il permesso legale per poter modificare il codice sorgente in quanto è considerato una "proprietà intellettuale" dalle leggi. E si ha anche bisogno del permesso legale per fornire il codice ad altre persone, in modo tale che un paese indigeno può prendere un programma fatto per un altro paese indigeno e modificarlo per adattarlo alla sua cultura. Microsoft non consegna il codice sorgente di Windows od Office, né tantomeno concede il permesso legale affinché i propri paesi indigeni adattino Windows secondo le loro necessità. Per fortuna esistono altri tipi di applicazioni, denominati "Software Liberi", che permettono di esaminare il codice sorgente per capire come funziona, avere il permesso legale per modificare il codice e, inoltre, poter dare il codice ad altri affinché anche loro possono realizzare la propria versione modificata di quel programma. Ci sono già iniziative comunitarie per tradurre applicazioni di software libero in (Continua a pagina 29) 22 aprile 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 29 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 28) differenti lingue indigene: da Runasimipi si può scaricare una versione del programma di scrittura AbiWord tradotto in lingua Quechua. Ci sono iniziative per creare versioni di Linux e OpenOffice in Quechua come in Mapudungun. E' necessaria la partecipazione e il finanziamento dello Stato, delle università e soprattutto che le stesse comunità indigene assumano il controllo dei progetti allo scopo di creare programmi liberi non solo in wayuunaiki, ma anche nelle altre 33 lingue indigene che si parlano in Venezuela. Infine un interrogativo: Microsoft sta cercando di avvantaggiarsi della figura del Presidente Chávez per spingere i suoi prodotti commerciali e migliorare la sua deteriorata immagine di impresa monopolistica, capitalista e globalizzatrice? Così sembra. Speriamo che il nostro Capo di Stato non cada nella trappola. http://www.aporrea.org/tecno/a32751.html Cheney tenta ancora di giustificare l'invasione dell'Iraq In un programma radiofonico, la settimana scorsa il Vicepresidente Dick Cheney ha parlato del terrorista Abu Musab Zarqawi: "E' andato a Baghdad e ha stabilito lì la sua residenza prima della nostra offensiva in Iraq, organizzando le operazioni di Al Qaeda in Iraq...loro erano presenti prima della nostra invasione". È incredibile che dopo più di quattro anni dall'invasione, il vicepresidente ancora tenta di convincere l'opinione pubblica che il regime di Saddam Hussein aveva legami con Al Qaeda e la presenza di Zarqawi in Iraq ne è la testimonianza. In un rapporto bipartisan del settembre scorso, il Comitato di Intelligence del Senato ha concluso che Hussein "diffidava di Al Qaeda e vedeva gli estremisti islamici come una minaccia al suo regime, rifiutando tutte le richieste di Al Qaeda di fornire materiale o appoggio operativo". E un anno prima, ottobre 2005, la CIA riportava che il regime iracheno non "aveva nessuna relazione con Zarqawi e la sua organizzazione". Come ha fatto notare il rapporto del Comitato di Intelligence, il servizio di intelligence iracheno stava davvero tentando di catturare Zarqawi che si trovava a Baghdad con uno pseudonimo. Il vicepresidente ha un obiettivo chiaro: collegare il regime di Hussein con l'11 settembre, anche se il resto del mondo ha concluso che non esiste nessun collegamento. Ma i suoi commenti continuano ad erodere la credibilità USA nei confronti della comunità internazionale, già fortemente danneggiata dalla decisione di entrare in guerra con l'Iraq con un appoggio internazionale ridotto. Dick Cheney è uno dei vicepresidenti più potenti della storia, se si intende il potere come influenza sulla politica. http://www.dawn.com/2007/04/13/int9.htm La falsa guerra di Bush contro i Democratici Democratici e Repubblicani si alternano all'amministrazione dell'Impero: quando assumono la presidenza i repubblicani, come ora, i democratici giocano all'"opposizione critica" e viceversa, senza minimamente variare le matrici funzionali del sistema capitalista statunitense, volto alla conquista imperiale di mercati e di risorse strategiche, sia per via militare (invasioni) o per via "democratica" (governi sottomessi). Se entrambi i partiti politici non appartenessero in modo identico all'Impero capitalista nordamericano, Bush e i repubblicani sarebbero i cattivi della Casa Bianca, mentre i democratici i buoni del Congresso. Allo stesso modo, i democratici -storicamente militaristi ed invasori come i repubblicani- sarebbero il viso "progressista" degli USA, mentre i repubblicani quello "militarista e invasore" dell'Impero nordamericano. Invece entrambi i partiti, come storicamente dimostrato, sono le versioni "alternative" ("liberale" e "conservatrice") dello stesso Impero, che si alternano periodicamente per amministrare la Casa Bianca ed eseguire le politiche di conquista imperiale. E' chiaro anche che la leggenda mediatica di Bush "guerriero fondamentalista" serve per proteggere gli scopi delle corporazioni (armi, industrie petrolifere, finanziarie, tecnologiche e di servizi) che controllano il commercio delle "guerre antiterroriste" di Bush. Facciamo due esempi "alternativi": il "cattivo Bush” (repubblicano) ha invaso Iraq e Afghanistan, mentre il "buono Clinton” (democratico e suo predecessore) ha bombardato la Yugoslavia (oggi Serbia) ed eseguito i primi bombardamenti contro l'Iraq. Bush esegue una politica unilaterale di occupazione militare (mascherata da "guerra al terrorismo") in Iraq, Afghanistan ed in tutto il Medio Oriente i cui principi strategici e funzionali sono orientati a due obiettivi principali: Primo, espandere il controllo geopolitico-militare strategico degli USA in Medio Oriente e nel Golfo Persico; secondo, mantenere le prebende economiche delle conquiste militari per multinazionali, banche, industrie di armi e industrie petrolifere americane che ottengono attraverso l'occupazione militare. I Democratici, cercano di strappare la Casa Bianca ai repubblicani nelle presidenziali del 2008, utilizzando (in forma demagogica) una strategia ed un discorso "progressista" opposto alla "guerra" (falsamente situato agli antipodi de l "conservatorismo di Bush”) e orientato a captare il voto delle maggioranze socialdemocratiche (ispanici, neri e "progressisti" statunitensi). La guerra politico-elettorale dei democratici contro Bush è falsa per tre ragioni fondamentali. Primo: dall'11 settembre in poi, i democratici hanno espressamente avallato le invasioni di Iraq e Afghanistan e hanno votato al Congresso (senza opporsi) tutti i presupposti presentati da Bush per finanziare le invasioni ed assicurare lo spiegamento di truppe e il mantenimento delle basi militari dell'Impero per tutto il pianeta; secondo: a dispetto della sua dichiarata "opposizione" (per ragioni elettorali) all'occupazione dell'Iraq e ai politici “militaristi di Bush”, o alla richiesta del ritiro di truppe, il Congresso a maggioranza democratica ha appena votato il il più grande finanziamento della storia degli Stati Uniti per l'occupazione militare dell'Iraq e dell'Afghanistan e sostiene inoltre lo spiegamento imperiale delle sue forze militari nel mondo; terzo: in caso di (Continua a pagina 30) 30 Giustizia e Libertà STAMPA ESTERA 22 aprile 2007 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 29) conquista della presidenza nel 2008, l'amministrazione democratica si troverà di fronte alle stesse problematiche e dovrà implementare la stessa politica di Bush per preservare gli interessi capitalisti imperiali degli USA e delle sue multinazionali in Iraq, Medio Oriente e in tutto il mondo. Da che mondo è mondo (con "democratici" o "conservatori" al potere) nessun Impero si è mai suicidato volontariamente. E gli yankee non sono un'eccezione alla regola. http://www.iarnoticias.com/secciones_2007/no rteamerica/0054_farsa_pelea_poder_05abr07. html Il 50% degli israeliani crede che gli arabi devono andare via dal paese Il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato un'inchiesta sovvenzionata dal Centro per la Campagna Contro il Razzismo in Israele, secondo la quale metà della popolazione ebrea nel paese crede che Israele deve favorire l'emigrazione araba. Il sondaggio, realizzato per l'Istituto di Geocartografia, mostra un aumento significativo rispetto allo scorso anno del numero di ebrei israeliani che sostengono l'emigrazione araba fuori dal paese. Alla domanda sull'atteggiamento quando sentono parlare arabo per strada, il 50% ha dichiarato di provare paura, un altro 43% ha detto di non sentirsi a proprio agio, mentre un 30% prova odio. Lo scorso anno erano solo il 17,5% a provare odio quando sentivano parlare in arabo. Baher Odeh, direttore del centro, ha detto che Israele, alla luce di queste conclusioni, deve "svegliarsi" e utilizzare il suo sistema giudiziale e di educazione per combattere l'aumento del razzismo nel paese. Odeh ha aggiunto che Israele si definisce uno Stato ebreo e questo è già una forma di discriminazione contro gli arabi. "Gli ebrei in Israele interpretano questa definizione come una forma di superiorità nei loro confronti", inoltre "gli ebrei interpretano questa situazione come un conferimento da parte dello Stato di maggiori diritti di quelli concessi alla comunità araba". Odeh ha anche precisato che l'entrata di Avigdor Lieberman, del partito Yisrael Beitinu, nella coalizione di governo ha causato un aumento nella quantità e qualità delle dichiarazioni anti-arabe. Lieberman è conosciuto per la sua posizione razzista ed anti-araba e ha più volte invitato ad espellere gli arabi da Israele, così come ad espellere anche i palestinesi dalla Cisgiordania e mandarli in Giordania e in altri stati arabi. Infine, Odeh ha dichiarato che le politiche israeliane di espropriazione delle terre arabe e distruzione delle case hanno contribuito ad un peggioramento della situazione. La condizione dei palestinesi rimasti a vivere all'interno dei confini dello Stato di Israele dal 1948 è stata storicamente disuguale, fondamentalmente perché la creazione dello Stato Sionista ha determinato la configurazione di una teocrazia che mostra al mondo un'organizzazione democratica, ma che definisce la sua identità a partire da precetti religiosi. La definizione di "Stato Ebreo" nega la possibilità a Israele di accettare la diversità della sua composizione sociale, dentro il quale i "palesti nesi del 48" giocano un ruolo determinante. http://www.oicpalestina.org/ver_noticias.php ?id=612 Donne occupano una fabbrica di etanolo in segno di protesta contro l'uso della terra per agrocarburante All'inizio di marzo, in una settimana nazionale di proteste battezzata come "Donne in difesa della vita e contro l'agro-commercio", alcuni gruppi di donne appartenenti al Movimento dei Senza Terra (MST) hanno portato a termine diverse azioni come l'occupazione della miniera di ferro Capao Xavier, nella periferia di Belo Horizonte; il blocco di una strada nel nordest del paese; l'invasione di quattro tenute di imprese cartarie nel sud e la presa di una piantagione di etanolo. Il MST ha manifestato la sua opposizione all'espansione delle coltivazioni di canna da zucchero per le cattive condizioni di lavoro e per i danni ambientali e sanitari causati dalla bruciatura di canneti. La piantagione di etanolo Cevasa, situata nello Stato di San Paulo ed occupata da circa 900 donne del movimento Via Campesina, è stata acquisita l'anno scorso dalla multinazionale Cargill, uno dei maggiori produttori mondiali di alimenti. Attraverso un comunicato è stato reso noto che "la protesta intende dimostrare che la produzione di etanolo a bassi costi per la sua esportazione negli Stati Uniti, motivo della visita del presidente George W. Bush in Brasile, è utile all'agro-commercio ma non alla popolazione". http://www.aporrea.org/desalambrar/n9274 4.html Respinta la libertà su cauzione di Posada Carriles Il Quinto Tribunale d'Appello di New Orleans (Louisiana) ha respinto la decisione del giudice Kathleen Cardone del Texas di concedere la libertà su cauzione (fissata in 350.000 dollari) all'anticastrista Luis Posada Carriles, che è stato così trasportato nuovamente nella prigione del New Messico in attesa di un nuovo processo. L'ex agente della CIA è accusato da Venezuela e Cuba di un attentato contro un aeroplano cubano che causò la morte di 73 civili. La Procura statunitense aveva presentato una mozione per la revoca della libertà su cauzione perché esisteva il rischio di fuga, in quanto in passato Posada Carriles era scappato da una prigione venezuelana, ma la mozione è stata rifiutata dal giudice Cardone. Fidel Castro aveva scritto un comunicato, reso pubblico l'11 aprile, in cui accusava il presidente Bush di essere dietro la richiesta di libertà dell'ex agente della CIA. http://www.efe.com/principal.asp?opcion=0 &idioma=ESPANOL (Continua a pagina 31) 22 aprile 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 31 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 30) Bambini palestinesi torturati dagli israeliani Mohammed Mahsiri, che abita nel campo profughi di Dheisheh, nella West Bank occupata, è seduto in un caffè affollato, una kefia rossa intorno al collo e un classico ritratto di Che Guevara sulla maglietta nera. Circa un anno e mezzo fa, ha raccontato all’IPS, passeggiava per strada con un amico, quando alcune jeep dell’esercito israeliano li hanno circondati e gli hanno intimato di fermarsi, costringendoli a salire sul veicolo. "Sono stato portato in un centro di detenzione e interrogato. L'interrogatorio è iniziato alle 2 del pomeriggio ed è terminato dopo le 23. Mi picchiavano di continuo, soprattutto se i soldati non ottenevano le risposte che volevano. Poi mi consegnarono ad altri soldati, che continuarono a malmenarmi, costringendomi a rimanere sotto la pioggia vestito solo con abiti leggeri. Cercavano di convincermi di aver fatto qualcosa che non avevo fatto, per estorcermi la confessione che volevano. Dopo un mese di torture nel centro di detenzione, mi hanno messo in prigione per 13 mesi". Le immagini scioccanti delle torture nei centri di detenzione e nelle basi militari Usa in Iraq e Afghanistan hanno indignato i popoli di tutto il mondo, ma i palestinesi dicono di aver subito lo stesso trattamento nei centri israeliani per gli interrogatori dopo l'occupazione della West Bank e Gaza nel 1967. La storia di Mohammed Mahsiri è diversa. Ha dovuto subire torture fisiche e psicologiche durante gli interrogatori e dalle guardie delle carceri israeliane, quando non aveva ancora compiuto 17 anni. Sono state diffuse diverse testimonianze e documentazioni sui centri di detenzione e i campi di prigionia: i rapporti dei gruppi per i diritti umani e gli osservatori riferiscono violazioni sistematiche del diritto internazionale subite dai minori palestinesi, come tortura, interrogatori, percosse fisiche, condizioni di vita deplorevoli e assenza di un giusto processo. Secondo le direttive dell'esercito israeliano in vigore nella West Bank occupata e a Gaza, i palestinesi di età superiore ai 16 anni vengono considerati adulti, -mentre in Israele la maggiore età si raggiunge a 18 anni- nonostante Israele abbia firmato la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, che definisce "minore" ogni individuo di età inferiore a 18 anni. Inoltre, i bambini palestinesi oltre i 14 anni di età vengono giudicati dai tribunali militari israeliani come gli adulti, e spesso vengono messi in prigione insieme agli adulti. E queste sono esplicite violazioni del diritto internazionale. Secondo gli ultimi dati di un gruppo indipendente, 398 bambini palestinesi sarebbero attualmente detenuti nei centri di detenzione e nelle prigioni israeliane. Ayed Abuqtaish, coordinatore di ricerca presso gli uffici di Ramallah di Defence for Children International, ha segnalato all'IPS che il detenuto più giovane ha appena 14 anni. "Di solito, le truppe israeliane irrompono nella casa del minore nel mezzo della notte, per terrorizzare il bambino e la sua famiglia", ha detto Abuqtaish all’IPS. "Diversi soldati e veicoli israeliani circondano la casa, mentre altri soldati fanno irruzione con la forza. Spaventano il minore per prepararlo all’interrogatorio, e dopo averlo portato nel centro interrogatori utilizzano diversi metodi di tortura...attualmente si concentrano soprattutto sulla tortura psicologica, come privazione del sonno, o di cibo e acqua; i minori vengono confinati in celle di isolamento, oppure li minacciano di demolire la loro casa o di arrestare altri membri della famiglia. Le vittime hanno anche riferito di aver subito minacce di abusi sessuali da parte degli israeliani che li interrogavano". Israele ha difeso strenuamente la propria politica inquisitoria in prigioni e centri di detenzione, definendoli uno strumento necessario contro la guerra al terrore. Nel 1987, secondo la Commissione d'inchiesta israeliana Landau, lo Stato ha stabilito che "un moderato grado di pressioni, come le pressioni fisiche, allo scopo di ottenere informazioni cruciali, è inevitabile in determinate circostanze". "Lo Stato di Israele ha aderito alla Convenzione internazionale contro la tortura", ha detto Abuqtaish. "Nei suoi rapporti alla commissione, Israele dice sempre che il suo uso di 'moderate pressioni fisiche' è conforme agli obblighi del trattato; tuttavia, inutile dirlo, 'moderate pressioni fisiche' significa chiaramente tortura". Secondo alcuni avvocati coinvolti, il sistema carcerario israeliano non fornisce ai minori palestinesi nessuna consulenza legale e nega loro quasi tutti i diritti. L’avvocato svedese Arne Malmgren ha lavorato come osservatore legale nei tribunali militari israeliani durante i processi a diversi minori palestinesi. "Il sistema dei tribunali israeliani non assomiglia a nessun altro sistema al mondo: il personale militare israeliano, il giudice, l'accusa, l'interprete sono tutti in uniforme militare. E poi ci sono tantissimi soldati armati all'interno dell'aula". "I più piccoli -prosegue Malmgren- entrano in aula ammanettati e incatenati; possono esserci fino a sette bambini nello stesso momento in tribunale. Un avvocato lo ha definito un vero e proprio mercato del bestiame. Il processo è più che altro un patteggiamento - prima del procedimento, accusa e difesa hanno già concordato la sentenza, e si limitano a chiedere il consenso del giudice, che quasi sempre ottengono. Non ci sono testimoni, niente. E la cosa peggiore è ciò che accade ai bambini e alle bambine prima che entrino in aula, cioè quando li interrogano per fargli firmare confessioni su fatti che potrebbero anche non aver commesso". Mentre proseguono i negoziati tra palestinesi e israeliani per un possibile accordo di scambio di prigionieri che prevede il rilascio di tutte le donne e i bambini palestinesi in cambio di un soldato israeliano catturato dai gruppi palestinesi a Gaza lo scorso giugno, molti palestinesi, tra cui Mohammed Mahsiri, sperano di veder tornare a casa i loro cari, parenti e amici. "Quando sono stato rilasciato, è stato il più bel giorno della mia vita", ha raccontato Mahsiri all'IPS. "Venivamo picchiati tutti i giorni. Il cibo era cattivissimo. Era la cosa peggiore. Nessun bambino dovrebbe mai provarlo". http://www.ipsnoticias.net/nota.asp?idnews= 40625 (Continua a pagina 32) 32 Giustizia e Libertà STAMPA ESTERA 22 aprile 2007 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 31) Gli Usa hanno speso 110 milioni di dollari nella rivoluzione "arancione" e "dei tulipani" Gli Stati Uniti hanno speso oltre 110 milioni di dollari per realizzare le due rivoluzioni "dei colori" in Ucraina e Kirgizistan. E' quanto affermano gli autori del documentario francese "Revolución.com. USA Conquistando l'Est", trasmesso dal canale televisivo "Rossia". I documentaristi francesi hanno deciso di verificare chi e per quale motivo ha dipinto il mondo di nuovi colori, giungendo alla conclusione che dietro la realizzazione di una serie di colpi di Stato "cromatici" -la rivoluzione di "velluto" in Serbia, quella delle "rose" in Georgia, "arancione" in Ucraina e quella dei "tulipani" in Kirgizistan- c'erano gli Stati Uniti. Fu in Serbia dove vennero applicate le tesi del libro "Dalla dittatura alla democrazia" dello statunitense Gene Sharp, una specie di guida per realizzare una rivoluzione non violenta utilizzando semplici ricette. I serbi aiutarono poi i georgiani ad applicare questi metodi per abbattere Shevardnadze e parteciparono anche ai preparativi della rivoluzione "arancione" in Ucraina. Secondo i documentaristi, gli eventi del 2000 in Serbia, del 2003 in Georgia, del 2004 in Ucraina e del 2005 in Kirgizistan sono anelli di una stessa catena. Il copione è sempre lo stesso: elezioni falsificate e le autorità che cercano di resistere ma dopo cedono sotto la spinta di massicce proteste. I documentaristi sono certi che le tecniche di queste rivoluzioni vengono elaborate e finanziate dall'amministrazione americana. Negli anni 60 e 70 questa attività veniva affidata alla CIA, ma più tardi si decise che questo lavoro poteva essere svolto apertamente e in modo trasparente da alcune fondazioni, come quella di Soros, Freedom House o l'Istituto Repubblicano Internazionale. http://sp.rian.ru/onlinenews/20070416/637172 02.html Chávez propone un fronte sul gas naturale contro gli Usa e l'etanolo Il confronto politico tra gli Stati Uniti e il blocco dei governi di sinistra dell'America Latina, guidati dal presidente venezuelano Hugo Chávez, è entrato nello scenario strategico dell'energia. La conferenza energetica Sudamericana che si celebra nell'isola venezuelana di Margarita, ha come tema fondamentale questa lotta, anche se Washington principale difensore dell'etanolo- non figura tra gli invitati. Diversi paesi della regione, come ad esempio il Brasile, vedono di buon occhio la proposta di George W. Bush di incentivare l'uso di etanolo (prodotto dal mais o dalla canna da zucchero) per sostituire i combustibili fossili nell'uso soprattutto dei veicoli. Nel frattempo il Venezuela, il più importante produttore di petrolio della regione, sostiene che questo progetto condurrà ad una grave crisi, perché le zone coltivabili saranno destinate alla produzione di mate- rie prime per i biocombustibili invece che all'alimentazione dei paesi. Come controproposta, il Venezuela sta sottoponendo all'attenzione dei suoi vicini un ambizioso progetto di industrializzazione e distribuzione su scala continentale delle grandi riserve di gas naturale. Secondo Chávez, il Venezuela ha già certificato 100 miliardi di metri cubi di gas in giacimenti ubicati nel suo territorio, mentre la Bolivia ha 15.2 miliardi di metri cubi, ma mancano ancora molti sondaggi da realizzare. Questo gigantesco potenziale permetterebbe di assicurare la somministrazione di combustibili per autoveicoli e per uso industriale e domestico di tutto il subcontinente per 300 anni, secondo le stime del presidente venezuelano. La proposta dell'etanolo ha l'appoggio del Brasile, paese che ha sviluppato questo tipo di combustibili dagli anni settanta, ma anche Colombia, Perù, Cile e Paraguay hanno espresso simpatie. Venezuela e Bolivia hanno invece l'appoggio dell'Argentina (paese che sarebbe il destinatario finale del grande gasdotto del sud) e dell'Ecuador, paese petrolifero guidato da Rafael Correa, un alleato di Chávez. La polemica rischia di inasprire le relazioni tra il presidente venezuelano ed il suo omologo brasiliano, Lula da Silva, che nel corso di quest'anno ha già avuto due riunioni con Bush sull'etanolo. Chávez ha tuttavia tranquillizzato: "Non litigheremo mai col Brasile, non litigheremo mai con Lula, perché il nostro nemico è l'impero nordamericano". http://www.elpais.com/articulo/internacional /Chavez/propone/frente/gas/natural/EE/UU/ etanol/elpepuint/20070417elpepiint_7/Tes Correa: carta bianca per "mettere fine al nefasto modello neoliberale" Tra la paura, la paralisi e lo sconcerto delle istituzioni e dell'opposizione, il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, ha ricevuto un trionfo (78.1% di voti favorevoli secondo le stime) nel referendum celebrato domenica per instaurare un'Assemblea Costituente che abbia carta bianca per "superare il nefasto modello neoliberale legalizzato dalla Costituzione del 1998". Correa ha ringraziato per "la vittoria più ampia che il paese ricorda. Non è la vittoria di un Governo né di un uomo. Non era in gioco la popolarità del presidente, bensì il futuro e la patria". "Il paese ha cambiato definitivamente" ha affermato Correa, "la paura è stata superata. La vecchia tattica delle mafie di seminare paura e incertezza è fallita. Il paese ecuadoriano oramai non si lascia più ingannare e ha la piena certezza che c'è un governo e un presidente che vogliono solo essere strumento di potere dei cittadini per mandare avanti la patria e che non permetteranno mai l'imposizione di nessun modello straniero nella patria". Correa ha minacciato di espellere dal paese il rappresentante della Banca Mondiale in Ecuador se dovesse essere confermato il credito verso questa istituzione di cento milioni di dollari come rappre(Continua a pagina 33) 22 aprile 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 33 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 32) saglia per la riforma di alcuni fondi petroliferi quando Correa era ministro dell'economia ne 2005. "Il nostro intento è continuare a diminuire il nostro livello di indebitamento e interrompere la dipendenza da questa istituzione che si è rivelata nefasta per il paese". Ha così annunciato che giovedì pagherà "gli ultimi nove milioni che dobbiamo al FMI, perché non vogliamo avere più a che fare con questa burocrazia internazionale". Il presidente ha poi reiterato le linee guida della futura Costituzione: "Depoliticizzazione dei tribunali e degli organismi di controllo, riordino territoriale con l'avvio di autonomie al fine di decentrare lo Stato". Ha inoltre precisato che l'oligarchia ha cercato di far credere all'opinione pubblica che "o si è chavista o si è a favore di Bush. Qui il nostro progetto si chiama Ecuador, non si chiama né Chávez né in altro modo. In che cosa somiglia il nostro progetto a quello di Chávez?". Nel frattempo, a Caracas, il presidente venezuelano accompagnato dal suo omologo della Bolivia, Evo Moralas, inneggiava al presidente Correa. http://www.abc.es/20070417/internacional-iberoamerica/correa-logra-carta-blanca_200704170310.html Scambio di prigionieri: Israele "deluso" dall'elenco di Hamas Il primo ministro israeliano, Ehoud Olmert, sembra incline a rigettare l'elenco di prigionieri di cui il movimento della resistenza islamica (Hamas) chiede la liberazione in cambio del rilascio del caporale Gilad Shalit catturato nel giugno 2006. Dopo avere studiato il documento che gli era stato consegnato domenica 8 aprile, attraverso i servizi segreti egiziani di cui una delegazione, presente a Gaza, è in contatto coi rapitori, il gabinetto di Olmert ha espresso martedì la sua "delusione" e le sue "riserve". L'elenco che comprende circa 1.400 nomi, è giudicata "altamente problematica". Include una serie di detenuti accusati di avere "le mani sporche di sangue", come Marwan Barghouti, ex-leader di Fatah in Cisgiordania condannato a cinque ergastoli. Secondo fonti politiche israeliane, nell'immediato non è prevista nessuna riunione della commissione ministeriale incaricata di esaminare l'opportunità di ammorbidire i criteri di liberazione dei prigionieri nella cornice di un scambio. Ogni modifica proposta dalla commissione dovrebbe essere confermata dal governo. "Se Israele continua a voler imporre le sue condizioni sarà responsabile dell'insuccesso di un accordo", ha reagito Ghazzi Hamad, consigliere del primo ministro palestinese Ismail Haniyeh. L'annuncio della comunicazione dell'elenco alle autorità israeliane aveva suscitato la speranza di una conclusione rapida della crisi, tuttavia i negoziati sui termini dello scambio di prigionieri potrebbero durare molto tempo. http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@23218,36-894407@51-891944,0.html Cheney critica il viaggio in Siria Il Vicepresidente Dick Cheney ha consegnato venerdì un rapporto molto duro sull'operato del Congresso controllato dai Democratici -che questo fine settimana compirà 100 giorni- in cui accusa il suo comando di voler usurpare la politica estera e le operazioni militari. Cheney ha anche criticato il recente viaggio in Siria della portavoce Nancy Pelosi: "non abbiamo bisogno di 535 segretari di stato", ha detto riferendosi al numero dei legislatori del Congresso. "Nessun membro del Congresso, Democristiano o Repubblicano, può mettersi in contrasto con l'agenda diplomatica del Presidente e del Ministro di Stato. È compito del ramo esecutivo, non del Congresso, condurre la politica estera degli Stati Uniti" ha affermato Cheney durante l'annuale Heritage Foundation's. L'amministrazione Bush aveva condannato il viaggio di Pelosi in Siria perché ritiene che il paese appoggi il terrorismo, mentre Pelosi ha difeso il suo viaggio in tutto il Medio Oriente affermando che ciò sarà di aiuto al Presidente Bush. Legislatori di entrambi gli schieramenti si recano spesso in Medio Oriente e alcuni Repubblicani erano già nella regione quando Pelosi si è recata in Siria. Alcuni sono stati anche nell'ufficio del Presidente siriano Bashar Assad. Il Senatore dell' Illinois, Dick Durbin, ha difeso Pelosi nel corso di una conferenza con i giornalisti. "Ciò che il vicepresidente sta tentando di fare è uscire alla ribalta rimproverando la visita di Pelosi in Siria. Ma questo non può diventare la causa di ciò che è ovvio, ed ovvio che gli americani capiscono che il vicepresidente ed il presidente sono alle prese con una politica in Iraq che non sta avendo successo", ha dichiarato Durbin. http://www.guardian.co.uk/uslatest/story/0,,6556493,00.html Il regno dell'anarchia ribelle La città irachena di Baquba è "morta." Lì regna la rete terroristica di Al Qaeda. Le strade sono invase da uomini armati. Baquba, capitale della provincia orientale di Diyala ubicata a 50 chilometri a nordest di Baghdad, è abitata da tempi preislamici. Nel 2002 era un centro commerciale famoso per i suoi aranceti, popolato da 280.000 persone. Ma dopo l'invasione del marzo 2003, Baquba è rimasta strozzata dai combattimenti tra le forze di occupazione e gli insorti, ma anche tra vari gruppi combattenti ed Al Qaeda. Alla fine del 2006 la città era controllata dalla resistenza sunnita irachena, ma agli inizi del 2007, secondo i rifugiati, Al Qaeda ha consolidato la sua presenza a Baquba. Oltre la metà dei suoi abitanti sono stati costretti ad abbandonare la città. "Non c'è nessuna sicurezza. La violenza aumenta giorno dopo giorno perché non c'è nessun controllo da parte del governo e le forze della coalizione non esistono. Terroristi ed altri combattenti dominano la città. È diventata la città del terrore", ha dichiarato Aziz Abdullah, un professore universitario disoccupato rifugiato a Damasco. Nessun giornalista occidentale osa andare a Baquba. "Credo che la metà della popolazione è fuggi(Continua a pagina 34) 22 aprile 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 34 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 33) ta e quelli rimasti non escono mai di casa" ha aggiunto il professore. L'ospedale generale di Baquba sta per collassare. Il medico Ahmed Shibad, 30 anni, è fuggito un mese fa ed ora vive nel quartiere di Al-Qudsiya, nella periferia di Damasco, insieme a decine di migliaia di altri rifugiati iracheni. "Sono scappato da Baquba per colpa dei terroristi e dell'esercito iracheno. Le condizioni del mio ospedale erano pessime. Le forze irachene lo hanno occupato e lo hanno utilizzato come posto di osservazione. I cecchini sparavano dal soffitto", ha raccontato Shibad che, come Abdullah, pensa che Al Qaeda controlla la città senza che le forze statunitensi facciano qualcosa per fermarli. Ma il suo principale motivo di scontento sono gli effettivi iracheni. "Sono i soldati iracheni che decidono chi entra in ospedale e chi no". Prima dell'invasione e dell'occupazione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti, c'erano 600 medici nella provincia di Diyala, adesso ne sono rimasti solo 124 e ogni mese continuano a diminuire. "Tutti i giorni ci sono attacchi contro gli statunitensi. La causa è degli americani stessi per la brutalità con cui hanno trattato la popolazione di Baquba dall'inizio dell'occupazione", racconta un rifugiato. A dispetto delle sue ridotte dimensioni, nella provincia di Diyala sono morti la sesta maggiore quantità di soldati statunitensi, in confronto ai morti nelle altre 18 province dell'Iraq. Abdullah ha sottolineato che la benzina è troppo cara per la maggioranza della popolazione e l'inflazione è fuori controllo. Non c'è quasi più combustibile perché i "camion oramai non possono arrivare da Baghdad. Non c'è denaro nella banca perché trasportarlo da Baghdad in Baquba è troppo pericoloso. Il governo non può controllare la situazione e diversi gruppi possono rubarlo. La nostra città si è trasformata in una città morta". http://www.ipsnoticias.net/nota.asp?idnews=4 0664 I veri crimini di Wolfowitz Le critiche che recentemente si sono abbattute sul Presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, nascondono i suoi crimini principali: l'invasione e l'occupazione dell'Iraq e l'inizio di una guerra senza fine di terrore di stato. Come vice di Rumsfeld, Wolfowitz ha responsabilità personale e diretta nell'illegale guerra di aggressione contro l'Iraq e nella minaccia contro la pace internazionale. Il nepotismo ed il favoritismo non sono altro che marachelle se paragonate al crimine della guerra di aggressione, ora completamente documentato, che ha causato il massacro di migliaia di civili innocenti e l'occupazione illegale di un altro paese. Può essere che Wolfowitz abbia concesso considerevoli benefici finanziari alla sua amante Shaha Ali Riza, ma questa condotta illecita non può essere paragonata con la punizione che lui, il suo capo ed i suoi complici hanno inflitto ai paesi afgano e iracheno. Wolfowitz ha un lungo curriculum pieno di alti e bassi al servizio degli interessi del potere nei diversi posti che ha occupato. Come ambasciatore degli Stati Uniti in Indonesia, si è sentito a suo agio con il regime di Suharto. Prima del suo incarico, il regime ave- va già ricevuto assistenza per imprigionare i comunisti e invadere il Timor Est. E' stato Sottosegretario di Stato per l'Asia Orientale durante la presidenza di Bush padre, facendosi notare per le sue lodi e per l'appoggio al dittatore Marcos. Durante la seconda guerra all'Iraq, Wolfowitz rimproverò i generali dell'esercito turco rei di non aver controllato il rifiuto del parlamento turco ad appoggiare l'invasione statunitense dell'Iraq e la sua opposizione ad accettare che l'esercito USA invadesse l'Iraq dal nord. Paul Wolfowitz non è il primo criminale di guerra ad occupare il posto di presidente della Banca Mondiale. Condivide questo privilegio con uno dei suoi predecessori: Robert McNamara, Segretario di Difesa americano durante la guerra del Vietnam. Dopo aver svolto quell'incarico al Pentagono, McNamara passò a dirigere la Banca Mondiale senza troppi rimorsi per il massacro di contadini vietnamiti, donne e bambini, né per aver riempito il paese di napalm, e nemmeno per aver portato il mondo sull'orlo di una guerra nucleare durante la crisi dei missili a Cuba. Anni dopo, McNamara fece le sue scuse solo agli statunitensi e mai ai vietnamiti per avere causato tanto dolore e sofferenza. È possibile che Wolfowitz si dimetta, o è possibile che non lo faccia, ma gli attivisti progressisti di tutto il mondo non dovrebbero fare pressione affinché sia punito per i suoi gravi crimini di guerra più che per un reato di quart'ordine? Si era detto che fuori dal Pentagono non sarebbe stato tanto pericoloso per il mondo e l'umanità. Ma è una pratica politica di bassa morale avere un criminale di guerra, responsabile diretto della pianificazione e direzione di una spaventosa guerra di aggressione, a capo di un'istituzione finanziaria internazionale. Inoltre, benché la Banca non abbia potere su carri armati ed armi nucleari, esercita enorme influenza politica ed economica nei paesi in via di sviluppo. Pertanto, è fondamentale che non si permetta a criminali di guerra di dirigere istituzioni finanziarie mondiali pubbliche. http://www.counterpunch.org/spinoza04142 007.html Più di 150.000 suicidi in India dalla liberalizzazione dell'economia La liberalizzazione dell'agricoltura che fa crollare i prezzi, l'aumento del costo della vita, la mancanza di aiuti, l'introduzione di semi transgenici della Monsanto, sono alcune delle cause dell'indebitamento dei piccoli contadini indù. I numerosi suicidi, prima localizzati nel sud dell'India, si sono estesi al centro e al nord del paese. 13 alti funzionari sono stati multati per aver indotto i contadini a utilizzare semi transgenici. Il 12 e il 13 marzo l'Organizzazione Mondiale del Commercio, OMC, ha celebrato a Nuova Delhi un seminario. Ai ministri ed impresari riuniti, si sono sommati migliaia di attivisti che non credono che dentro la cornice dell'OMC possa salvarsi qualcosa. "Questo incontro ha ignorato completamente (Continua a pagina 35) 22 aprile 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 35 … dalla stampa estera (al 19.04.2007) (Continua da pagina 34) tutti i gruppi di agricoltori del paese". Il Ministero dell'Agricoltura indiano stima che tra il 1993 e il 2003 si sono suicidati 100.000 contadini, e tra il 2003 e ottobre del 2006 si sono registrati circa 16.000 casi ogni anno. Fino ad alcuni anni fa i casi si concentravano nel Sud, negli Stati di Andhra Pradesh, Karnataka e Kerala. Ma ora è cresciuto anche il numero di suicidi tra gli agricoltori di Punjab nel nord e conosciuto come il granaio dell'India, di Uttar Pradesh sempre nel nord e dove si coltiva canna di zucchero, e di Maharastra che si trova nel centro e dove si coltiva cotone. Nello Stato di Maharastra la situazione è particolarmente grave a Vidarbha, una regione di circa 20 milioni di abitanti che ha ricevuto aiuti governativi fino al 2005. Durante l'anno successivo all'annullamento delle sovvenzioni si sono registrati 1.450 suicidi. Nei primi mesi del 2007 il ritmo è stato di tre o quattro morti al giorno. I suicidi normalmente corrispondono ad un particolare profilo: un piccolo agricoltore, uomo, di circa 25 anni, che ha cambiato le sue coltivazioni tradizionali per un'unica coltivazione per l'esportazione, come ad esempio il cotone transgenico. Tanto il venditore quanto le autorità indiane gli assicurano che è più resistente. Tuttavia, questa coltivazione ha bisogno di una gran quantità di acqua e di pesticidi a causa di nuove patologie che la precedente non aveva. All'inizio le banche gli concedeno prestiti, ma dopo non più e l'unica opzione sono gli usurai che riscuotono interessi tra il 36 e il 100%. Se il raccolto va male o i prezzi nel mercato internazionale fluttuano, il debito diventa impagabile e l'agricoltore decide di utilizzare il pesticida per suicidarsi. Prima della liberalizzazione portata a termine nel 1991, l'India manteneva una politica commerciale protezionista che cercava l'autosufficienza, ma alla fine degli anni 80 il deficit era molto elevato ed il paese ricorse ai prestiti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Nel' 91 venne liberalizzata l'industria manifatturiera e nel' 94 l'agricoltura, seguendo il consiglio del FMI, della Banca Mondiale e più tardi della DFID, agenzia di cooperazione ed aiuto britannico, e l'OMC. La ricetta per raggiungere gli obiettivi reclamati fu un "piano di ammodernamento strutturale" ed i suoi classici ingredienti principali furono: la svalutazione della rupia del 25%, il cambiamento della coltivazione tradizionale in una coltivazione intensiva per l'esportazione, tagli nel settore pubblico per frenare il deficit fiscale e la liberalizzazione del sistema bancario. Secondo il direttore della Commissione per il Benessere dei Contadini "lo Stato di Andhra Pradesh si era trasformato in un laboratorio per ogni formula estrema di esperimento neoliberale". Un'indagine della Commissione e della ONG britannica Christian Aid hanno identificato alcuni fattori: cambiamento di semi tradizionali a semi transgenici prodotti dalla Monsanto, rapido aumento dei costi e della quantità di input, degradazione del suolo causata dai pesticidi, importazione di prodotti sovvenzionati dai paesi ricchi, soprattutto grano, riso e cotone da Usa e Australia, forti ribassi del prezzo dei prodotti agricoli, rischio di non raggiungere la sicurezza alimentare e mancanza di linee di credito formale che porta all'indebitamento. "A questi fattori che deve affrontare il contadino indiano, si aggiunge la difficoltà che deriva dal vivere in una società di caste", spiega Rubén Campos, professore ed esperto di India. "L'influenza di questa struttura sociale continua ad avere moltissimo potere nell'ambito rurale, dove le classi più alte sono proprietari terrieri o usurai". L'Istituto Nazionale di Sviluppo Rurale indiano stima che la maggioranza dei contadini che si suicidano sono stati oggetto di intimidazioni da parte degli usurai e che un 48,6% è indebitato. "È molto discutibile che la crescita macroeconomica che ha motivato la liberalizzazione dell'economia sia stata impiegata in un processo di ridistribuzione di ricchezza e di rinvigorimento del settore pubblico". In ambito istituzionale, lo scontento ha fatto perdere le ultime elezioni del 2004 al Partito Nazionalista Hindù, il Bharatiya Janata Party, gran difensore della politica liberale, nei confronti del Partito del Congresso Indiano che si presentava con una coalizione di sinistra. Lo stesso anno è caduto anche il Governo di Andhra Pradesh per motivi simili. Quanto alle resistenze cittadine, Campos individua due linee: "Da una parte ci sono i naxalitas, che sono un movimento di ispirazione maoista che usa tattiche di guerriglia e ha assassinato proprietari terrieri; dall'altra parte troviamo la linea tracciata da Gandhi, di non violenza, che hanno ereditato altri movimenti sociali". Secondo l'attivista Vandana Shiva, i suicidi sono direttamente relazionati con i semi di cotone transgenici che vende l'impresa statunitense Monsanto. "Dal tipo di seme dipende la quantità di acqua, di fertilizzante, di elettricità e di pesticidi che necessita. L'agricoltura ecologica porrebbe fine al circolo vizioso del debito ed assicurerebbe l'autosufficienza. Reclamare la sovranità nei semi è vitale per ridurre il debito rurale". A febbraio di quest'anno, il ministro dell'Economia Palaniappan Chidambaran annunciava un incremento nei sussidi per fertilizzanti ed irrigazione. Tuttavia, Shiva sostiene che "la pratica dell'agricoltura ecologica dimostra che la coltivazione organica ed eterogenea incrementa la produttività e riduce l'uso di pesticidi e fertilizzanti". Per le organizzazioni contadine indiane è una questione di sovranità alimentare che non si risolve con i sussidi per fertilizzanti e pesticidi. Fino a quando non ci sarà un cambiamento di direzione nazionale o internazionale, per gli agricoltori più poveri il pesticida continuerà ad essere utilizzato in un altro modo. Un'altra delle cause dei suicidi, come segnalano le relazioni, è l'aumento del costo della vita che comporta un maggiore indebitamento dei contadini. Nell'agosto del 2000 più di 20.000 persone furono arrestate e tre morirono durante alcune proteste contro l'aumento del prezzo dell'elettricità deciso all'interno di un pacchetto di riforme del Governo. La visita dell'allora presidente della Banca Mondiale, James Wolfensohn, fu interrotta dalle manifestazioni dei contadini. http://www.diagonalperiodico.net/article3585 .html CaLmBiG 36 Giustizia e Libertà INTERNI 22 aprile 2007 Comunicato Stampa di Elio Veltri (www .democrazialegalità .it,periodico on line diretto da Elio Veltri, a cura di Roberta Anguillesi) Nel bel mezzo dell’assemblea degli azionisti Telecom, è arrivata la notizia che gli americani non erano interessati a comprare perché l’Italia non è affidabile. Il titolo naturalmente è andato a picco. Nessuno si fida del Bel Paese perché gli stranieri sono convinti che mentre trattano un affare gli sfilano il portafogli. Le cose più comiche e tragiche insieme sono state lo show di Grillo e le dichiarazioni di altri comici e intellettuali del centro sinistra, da Sabina Guzzanti a Camilla Ravera a Marco Bellocchio, disillusi e un po’ disperati per il rischio Berlusconi in agguato e l’abbandonodel conflitto di interesse. Sono persone che stimo e mi fanno tenerezza perché vivono nel mondo delle nuvole. E forse è meglio così. Almeno per loro. Facciamo un passo indietro. La tesi n. 48 dell’Ulivo del 1996 recitava: “Uno stato leggero persegue con determinazione e senza tentennamenti la privatizzazione delle imprese pubbliche italiane; ma uno Stato che non è indifferente deve evitare che dal monopolio legale si passi all’omologo monopolio legale privato o che si rafforzino le solite “ mani private”; “ si deve dunque cogliere l’occasione della privatizzazione per allontanare i partiti dalla gestione dell’economia, per creare nuovi mercati, per far nascere nuovi imprenditori, per dare una robusta base di competitività alle industrie e alle banche italiane, per accrescere il mercato dei capitali privati. In sintesi la privatizzazione costituisce l’occasione propizia per allargare le ristrette basi del capitalismo italiano, per accrescerne la pluralità dei protagonisti”. Il risultato, a distanza di 10 anni, è esattamente opposto. Telecom, la più grande azienda italiana, è stata privatizzata e comprata, prima da Colaninno e poi da Tronchetti Provera senza soldi e senza capitali di rischio propri, sponsorizzati entrambi dalla politica, con la moltiplicazione del sistema delle scatole cinesi e dei patti di sindacato, con evidente danno ai piccoli azionisti, passando da monopolio pubblico a monopolio privato. Guido Rossi, cacciato prima dal calcio e per la seconda volta da Telecom, in una intervista a Federico Rampini aveva detto: “Talleyrand disse che il legislatore fallisce se il suo intervento è uguale a un non intervento: purtroppo è quello che possiamo dire oggi della legge sulle privatizzazioni”. Tronchetti Provera ha comprato Telecom mettendoci di suo 153 milioni di euro ed ha esercitato il potere su un gruppo che valeva 55 miliardi di euro. E cioè, con un euro di suo ne ha mossi oltre 5000 di proprietà altrui. E quel che è più grave è stato lasciato indisturbato, trattato come un principe rinascimentale, dispensatore di consigli imprenditoriali e di giudizi morali. Del suo enorme conflitto di interessi, il vero cancro della politica, dei partiti, delle istituzioni, della finanza, dell’economia e dell’industria del nostro paese, nessuno si era accorto. Eppure Tronchetti con una piccola società in accomandita non quotata in borsa e controllata dalla famiglia diventa padrone e controllore di Pirelli, che a sua volta lo diventa di Olimpia, che a sua volta lo diventa di Telecom. La catena di comando è tutta nelle sue mani e ad ogni passaggio è controllore-controllato. Quindi decide tutto quello che vuole, riempie di debiti Telecom e Pirelli e vende comparti importanti di una delle ultime grandi industrie italiane. Ma di tutto questo nessuno si accorge. Solo due giorni fa a Spoleto, in un incontro organizzato dall’amministrazione comunale per la presentazione del libro “Il governo dei conflitti”, un docente universitario molto noto che fa parte dello staff di Fini, poneva una giusta domanda: “perché la gente se ne frega dei conflitti di interessi ?” La mia risposta è stata questa: “Non capisco perché i cittadini dovrebbero comportarsi diversamente, dal momento che tutta l’informazione televisiva, complice della politica, ignora il problema. Il centro sinistra l’ha adoperato come arma di polemica nelle campagne elettorali contro Berlusconi per cui i cittadini si sono convinti che si trattava di un espediente polemico e basta. Nel governo Prodi, al momento della fiducia, ben 24 tra ministri e sottosegretari erano in conflitto di interessi e dalle informazioni provenienti dall’Antitrust risulta che Periodico Politico Indipendente nemmeno tutti hanno inviato la loro scheda per i controlli necessari previsti dalla mitica legge Frattini. Nei 12 punti prioritari di Prodi il probleAutorizzazione Tribunale di Roma ma non compare. Il centro sinistra ha fatto la corte a Berlusconi per inn° 540/2002 del 18.09.2002 durlo a comprare Telecom. Perché mai i cittadini dovrebbero appassioProprietà: L. Barbato narsi al Conflitto di interessi ? Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma Non ne vedo la ragione. Anche perché nessuno ha spiegato che questo paese a causa dei conflitti E-Mail: [email protected] Fax: (+39) 06.6227.6293 di interesse è fottuto”. Giustizia e Libertà ♦ Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Fernando Esposito