Giustizia e Libertà

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Giustizia e Libertà
Anno 6 - n° 215
W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M
22 aprile 2007
G iustizia e L ibertà
Distribuzione telematica
Un anno è ...
di Ferdinand
(a pagina 1 - 2)
9.4.2006-9.4.2007
di Tom Magne
di L.B
(a pagina 4 - 8)
leggi vergogna
di Red. LeG
(a pagina 4 - 8)
...l’economia
di Paolo Di Roberto
(a pagina 8 - 11 )
Centrismo
democristano
di Alessandro Menchinelli
(a pagina 12)
Telecom storia ...
di Eugenio Scalfari
(a pagina 13, 16)
Grillo e Telecom ...
(a pagina 16 - 18)
L’ex premier a …
di Roberto Brunelli
(a pagina 18, 19)
Riabilitazioni e ...
di Stefano Santachiara
(a pagina 19, 20)
Il Paese dove
contano i ricchi e ...
di Mario Pirani
(a pagina 21)
Emergency
Cicchitto
di Gaio Gracco
(a pagina 22)
Un cuore
che batte
di Masaniello
(a pagina 22)
Mercificazione
della Vita
di Aldo Antonelli
(a pagina 23-24)
Al Family Day...
di Michele Serra
(a pagina 24)
Vertice della
Moderazione
di Abd al-Bari Atwan
(a pagina 25, 26)
Stampa Estera
di CaLmBiG
(a pagina 27 - 35)
C.S. Elio Veltri
Www.democrazialegalita.it
(a pagina 36)
Copia gratuita
Un anno è passato
di Ferdinand
(a pagina 3)
Quello che noi …
da La Repubblica
Periodico Politico Indipendente
Un anno fa
ci si preparava alle elezioni.
La
lunga
stagione della “cattività
avignonese”
(periodo in cui il papato fu asservito alla
corte di Francia) con
un padre padrone che
aveva ridotto il governo ad una propria
segreteria, doveva pur
finire, e programmi,
accordi,
promesse,
strategie caratterizzavano i preparativi dell’Unione in vista di
uno scontro dove nulla era scontato.
l’argomento sul quale
occorreva
mettere
mano il giorno seguente la sperata vittoria elettorale.
Non solo e non tanto
per far dimenticare al
popolo italiano l’incomprensibile inerzia
che
sull’argomento
aveva caratterizzato il
precedente governo
di centro sinistra
(giunto a fine legislatura senza aver affrontato il problema),
quanto al fine di stabilire una volta per
tutte le cause di incompatibilità con le
funzioni di Presidente
La legge elettorale del Consiglio.
messa a punto dall’avversario rischiava Per cinque anni infatinfatti - come poi si è ti, i cinque
dimostrato- di vanifi- lunghissicare tutti gli sforzi del mi
anni
centro sinistra e biso- che hanno
gnava quindi avere le visto il paidee molto chiare sul ese messo
da farsi.
in riga dal
proprietaAlcune priorità acco- rio
della
munavano gli espo- nota villa
nenti dell’Unione oc- in Sardecupati a mettere a gna, ci si è
punto il programma: continuati
in primis la riforma a chiedere
della legge elettorale come fosse
e il conflitto d’inte- stato posressi.
sibile,
Su quest’ultimo punto quando ve
in particolare, si con- n’era
la
cordava da ogni parte possibilità,
che dovesse essere non
af-
frontare l’argomento
chiave per il futuro
della democrazia in
questo paese.
E ci si è quindi più
volte ripromessi di
anteporre tale punto a
tutti gli altri.
Vinte, pur se con difficoltà, le elezioni nel
2006, e nato il governo Prodi, è iniziata la
speranzosa attesa.
Ci si è però resi conto, con generale delusione, che nel programma di governo,
sia nella versione elettorale di varie centinaia di pagine, sia in
quella sintetica di Ca(Continua a pagina 2)
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Un anno è passato
(Continua da pagina 1)
serta,
l’argomento
“conflitto d’interessi” non era mai nei
primi posti.
Ed infatti, nelle settimane intercorse dall’aprile 2006 a quello
2007, nuovi ed annosi
argomenti evidentemente vitali per il paese… -del genere
Pacs, Dico, quantità
massima di droga disponibile,
inasprimento codice stradale, foto pubblicabili o
meno, ecc.ecc.- sembrano aver impegnato
il governo al punto da
far rinviare sine die il
dibattito sul conflitto
d’interessi.
Che dire a questo
punto?
Tenuto conto che anche l’altro argomento
vitale per la democrazia, la riforma elettorale, viene superato ai
blocchi di partenza
del nuovo governo,dall’indulto voluto
da Mastella, ci si comincia a chiedere se
non si debba assistere
a un “replay” del
precedente governo
Prodi-D’Alema.
L’impressione
cioè
che si spera rimanga
tale – è quella di un
dejà vu alquanto pericoloso per le sorti
della democrazia.
Non vi è infatti dubbio che se si dovesse
andare a nuove elezioni (ipotesi non fantascientifica, vista la
situazione in Senato)
con questa legge elettorale e senza norme
adeguate sul conflitto
d’interessi, nubi molto scure si addenserebbero all’orizzonte.
* * *
Se poi, ampliando il
discorso, si cercasse
di dare un senso attendibile al comportamento della classe
politica alla ribalta,
occorrerebbe affrontare il discorso di cosa significhi oggi anno del Signore 2007- fare politica in
Italia.
Nei giorni scorsi, in
tre intense puntate di
‘W l’Italia” il giornalista di RAI 3 Icona ha
evidenziato
clamorosamente ciò
che da tempo ogni
cittadino di questo
paese aveva capito
pur malvolentieri. E
cioè che, finito il
tempo delle ideologie, sia a nord che a
sud, a destra come a
sinistra, non è più il
programma o l’appartenenza temporale al
partito, a determinare
l’elezione di questo o
quel politico, quanto
la decisione presa a
tavolino in luoghi
non istituzionali da
un personaggio chiave, spesso sconosciuto, del partito vincitore delle elezioni: sarà
lui di fatto a stabilire
chi dovrà fare il Sindaco, il Presidente
della Provincia, della
Regione, della ASL,
ecc. e non i cittadini.
Come ammesso senza remore dagli intervistati, ad assegnare la carica cioè
non è stato l’elettorato con il proprio voto
ma insindacabilmente il partito che ha
avuto
il
numero
maggiore di voti.
Sono dunque i partiti, rafforzati enormemente dalla legge elettorale in uso, a
decidere
chi deve
ricoprire la carica in
ballo, al di là di ogni
merito o appartenenza ideologica. Ne
consegue che, come
confermato dagli interessati (elettori ed
eletti), il voto prescinde dal credo politico e dalle specifiche competenze ed è
ormai
puramente
personale, connesso
cioè alle aspettative
rivenienti dalla nomina di quella persona.
Insomma un “do ut
des” alla luce del sole.
centro sinistra le dispute ideologiche sono state sostituite da
quelle tattiche e strategiche per avere i
voti in più determinanti per vincere le
elezioni ?
Se un De Gregorio politico da operetta
in altri tempi improponibilearriva a
dire in TV che darà il
suo voto a chi gli darà di più e che rifiuta
l’epiteto di “Giuda”
affibiatogli da Di
Pietro, essendo da
tempo chiaro che il
voto si dà a titolo
personale e non per
schieramento, come
meravigliarsi se questo Governo anziché
affrontare argomenti
prioritari è fin troppo
occupato ad accontentare questo o quel
politico il cui voto
potrebbe risultare determinante?
Ma quando i cittadini avranno realizzato
che nei posti chiave
vanno non i migliori
della stessa idea politica ma signori scelti
dal partito, e che il
programma di governo deve curare più le
strategie di schieramento che le questioni vitali per il paese,
chi li convincerà a
continuare ad andare
a votare?
Ecco quindi l’ex fascista della CdL disponibile a votare un
ex comunista da cui
potrà avere questo o
quello, e l’ex socialista di sinistra disponibile ad appoggiare
un leghista razzista
da cui potrà ottenere
un incarico redditizio.
Così stando le cose ferdinand
c’è da meravigliarsi
se negli schieramenti
di centro destra e di
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9-10.04.2006 - 9-10.04.2007
di Tom Magne
Dal giorno in cui è stato eletto Prodi e la Coalizione dell’Unione (19 aprile,
alle ore 18.00 l’ “Ufficio Elettorale Centrale Nazionale costituito presso
la Corte Suprema di Cassazione” ha reso noto i risultati delle elezioni “9 giorni e 3 ore dopo la chiusura delle urne”-) sono accadute molte moltissime cose, e molte di queste sono risultate non previste, non prevedibili
dal popolo della sinistra che aveva votato Prodi alle primarie, ove si aveva
ottenuto ben il 74,6% delle preferenze dei 4 milioni e 299.227 votanti.
Non pensiamo affatto che Romano Prodi abbia disatteso quanto egli stesso
(unitamente agli altri leader della coalizione) aveva proposto ai suoi elettori nelle 281
pagine del suo programma “Per il bene dell’Italia” e siamo convinti che molte delle
situazioni che si sono venute a configurare dal suo insediamento in poi sono state
causate, essenzialmente, da quella “porcata”, (come l’ha definita l’On Calderoni,
suo estensore) della Legge elettorale, studiata appositamente per mettere in difficoltà
la coalizione che avrebbe vinto le elezioni, visto che la CdL era sicura che di perderle.
La ridottissima maggioranza di cui l’Unione ha potuto godere al Senato l’ha posta
nella spiacevole situazione di dover subire ricatti (sì, ripetiamo “ricatti”) da parte di
alcune componenti della sua stessa coalizione.
Come spiegarsi, altrimenti, la faticosissima elezione di Marini alla presidenza del Senato, l’approvazione del maxi-indulto, la continua minaccia da parte di alcuni che
“unionisti” lo sono solo per comodità, di far cadere il governo se… oppure se…,etc
Per fortuna, però, l’economia portata avanti dal tandem Prodi-Padoa Schioppa non ha
incontrato … troppi veti, per cui, almeno dal punto di vista della ripresa economica e
dei conti pubblici la situazione è senza alcun dubbio migliorata, come testimoniano le
continue dichiarazioni della EU e del FMI.
Tra le tante novità impreviste si deve annoverare l’acquisto da parte della CdL del senatore dipietrista De Gregorio, mentre la Udc ha dovuto ammettere l’allontanamento
di Follini.
Anche come novità bisogna annotare la volontà (dei DS e della Margherita) di dar vita ad una nuova formazione politica partito (il Partito Democratico) in cui entrambi si
accingerebbero a confluire, unitamente -si augurano- ad altre forze democratiche e
progressiste.
Progetto che a nostro avviso meriterebbe di riscuotere il massimo successo ma le cui
chance di ottima realizzazione sono, a nostro avviso, strettamente connesse, dipendenti da tempi più lunghi e dalla preventiva risoluzione di almeno alcuni tra i più determinanti punti del Programma di governo.
Altrimenti, come ci si può aspettare che una “nuova” formazione politica (che dovrebbe innanzitutto risolvere quei problemi derivanti dalle loro loro note caratteriali
di fondo), possa risolvere il “Conflitto d’Interessi”, la “Legge Elettorale”, la
“Legge sull’Emittenza Televisiva” mentre nella versione politica “ante-PD” non
erano riusciti neppure a mettere realmente sul tappeto tali questioni.
Per non parlare di altri temi delicati e spinosi quali, ad esempio, i “Dico”.
Non vorremmo che da un’affrettata “unificazione” o fondazione di un “nuovo soggetto politico” si possa giungere ad un “cul de sac” molto più irrisolvibile di quanto
non lo sia al giorno d’oggi.
Nessuna certezza, è vero, sono solo timori, perplessità, è vero, ma tuttavia vi sono
♦
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“Quello che noi, di G-L,
ci aspettiamo da Prodi”
di L. B.
Come commento a questo
primo anno di governo
dell’Unione ritengo che
possa essere giusto riprendere quanto GL ha
pliciter
tutte
le
“Leggi ad Personam”
che il Berlusconi si è
1° punto
a) Abrogare, sic e sim-
pre” delle possibili
“persecuzioni”
a
(Continua a pagina 5)
Le Leggi Vergogna
pubblicato quasi un anno or
sono (n.174, del 24.04.2006)
«Dopo aver vissuto un
periodo in cui alcuni
ministri
sostenevano
che con “il tricolore ci
si può pulire il C…”, o
che “bisogna convivere con la mafia”, o
che “bisogna prendere a calci in c… questi
islamici di m…..”, di
“baci in fronte al governatore della BI”,
per non parlare di quell’altro ministro che ha
“indossato una maglietta che riportava
una vignetta antislamiche” di quelle che
erano state pubblicate
in Danimarca e Francia
e che hanno causato
tanti disordini nel mondo islamico, la lettura
del programma dell’Unione, sembra proprio
una lettura d’altri tempi,
che noi temevamo del
tutto scomparsi nella
bruma dell’involuzione
della morale berlusconiana.
Leggere queste pagine
(Programma dell’Unione ndr) è stato un po’
come riossigenarsi, illudersi quasi di vivere in
un paese “normale”,
come potrebbe dinventarlo dopo il 10 aprile.
A mio avviso vi sono
alcuni capisaldi che, ritengo, si dovrebbero
considerare irrinunciabili in un venturo governo dell’Ulivo e che si
potrebbero riassumere
brevemente nei seguenti tre punti:
cucito addosso per
liberarsi definitivamente”, e per sem-
da red. LeG (19.07.2005)
5 aprile 2001, Silvio Berlusconi: "Riscriverò i Codici. Se ne sono occupati
Napoleone, Giustiniano… Noi siamo piccolissimi, ma ci proveremo".
Ecco il "Codice Berlusconi".
Alcune nuove leggi sono già state approvate, con rapidità mai vista, spesso con
il ricorso alla fiducia.
Di seguito l'elenco delle più significative.
Informazione
23 luglio 2003 il Senato approva la legge Gasparri sulla rai-tv, non firmata
dal presidente Ciampi a norma dell'articolo 74 della Costituzione, ritoccata dal
Parlamento in modo non sostanziale, rimandata al Quirinale e obbligatoriamente promulgata.
La proroga per le trasmissioni in analogico di Rete4 è già un primo risultato clamoroso della "riforma dell'emittenza", ma c'è anche l'abolizione delle norme
che vietano incroci e limiti della proprietà tra tv e carta stampata e un paniere
che amplia le potenzialità pubblicitarie.
Giustizia
Il falso in bilancio, legge approvata nei primi cento giorni del governo Berlusconi depenalizza di fatto il reato di falso in bilancio, trasformato da "reato di
pericolo" (che protegge interessi diffusi) a "reato di danno" (che protegge chi
ha ricevuto un danno economico).
Secondo la nuova legge, nel caso di società non quotate in Borsa il falso in bilancio può essere perseguito soltanto in seguito a querela di parte: querela assolutamente improbabile, poiché di norma i soci, che avrebbero titolo a querelare,
sono coloro che traggono benefici dal reato.
Piercamillo Davigo: "Sarebbe come pretendere che il furto divenga perseguibile a querela del ladro". Il 5 maggio 2005 la Ue ha bocciato il ricorso dei
giudici milanesi.
Nel 2004 la Corte costituzionale s'era già pronunciata a favore della legge.
Oltre ad allontanare investitori esteri, allarmati da uno Stato lassista, si sono disinnescate le indagini sul caso All Iberian.
Le Rogatorie Internazionali
Legge approvata a tambur battente nel 2001 e inapplicata nella pratica
giudiziaria perché è prevalente il diritto internazionale.
Disciplina le rogatorie internazionali e ratifica la convenzione di cooperazione giudiziaria tra Italia e Svizzera. Nel passaggio al Senato la legge
ha subito due modifiche piuttosto particolari: si può applicare ai processi
in corso e annulla le rogatorie macchiate da vizi formali.
(Così sono divenute inutilizzabile le imbarazzanti dichiarazioni sui movimenti nei conti correnti esteri di Previti, di Squillante e del responsabile
di Mediaset).
Il lodo Schifani la legge blocca processi per le cinque più alte cariche
dello Stato viene approvata a giugno del 2001.
La Corte Costituzionale l'ha giudicato incompatibile con la nostra Costituzione (soprattutto con l'art.3) ma è bastata qualche piccola modifica e
(Continua a pagina 5)
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“Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi”
(Continua da pagina 4)
cui lo potevano sottoporre le “toghe
rosse” che oramai
dilagano nella magistratura italiana;
b) abrogare tutte le
Leggi “assurde” (la
Legge Moratti, ad
es.);
incongruenti
(finanziamento delle
scuole private, ad
es.), “contro ogni
logica
democratica” (l’esclusione dal
l’ICI degli Enti Economici che fanno capo al Vaticano, ad
es.) create dalla Casa della Libertà;
2° punto
a) eliminare -nel più
breve tempo possibile- la nostra partecipazione belligeran
te alla guerra di Bush;
b) eliminare una volta
per tutta le macroscopiche assurdità
costituite dal Mose
di Venezia e dal faraonico Ponte di
Messina;
c) studiare il modo da
rendere
inefficaci
almeno gli “ultimissimi” condoni, specie quelli edilizi e
fiscali;
d) Riprendere l’esame
approfondito
della
Tav di Valsusa, anche esaminando l’intera situazione a livello internazione, in
particolare, ciò che
sta accadendo in
Francia;
e) Cercare di rendere
concreto e fattibile
l’ammodernamento
della rete viaria e autostradale;
f) Cercare di rendere
reale l’ammodernamento della rete ferroviaria (prima di
spendere i tanti miliardi necessari per il
5° corridoio TAV, ricordarsi che in Italia,
specie nel mezzo(Continua a pagina 6)
Le Leggi Vergogna
(Continua da pagina 4)
la legge è stata varata.
La legge Cirami-Carrara sul legittimo sospetto, è legge dal novembre
del 2002, ritenuta senza effetti dalla Corte di Cassazione.
Il legittimo sospetto è essenzialmente il dubbio che il tribunale chiamato
a giudicare non sia imparziale. Il giudice può essere ricusato se ha espresso pubblicamente un orientamento sul processo oppure se ha rapporti con l'imputato.
Se la Cassazione riconosce che il giudice non garantisce imparzialità,
trasferisce il processo in un'altra città, dove ricomincerà da zero.
L'effetto è bloccare, errando di città in città, le conclusioni delprocesso,
in attesa della prescrizione.
La legge sull'ordinamento giudiziario (non firmata da Ciampi per motivi di palese incostituzionalità erimandata il 16 dicembre 2004 al Parlamento) approvata dal senato il 29 giugno 2005.
Prevede tra l'altro:
1) Divisione delle funzioni dei magistrati. Diventerebbe più difficile passare dalla funzione inquirente a quella giudicante e viceversa.
2) Alla Corte di cassazione verrebbe concesso un ruolo di vertice dell'organizzazione giudiziaria, con attribuzioni erose anche al Csm. Una scelta
che tradisce lo spirito della nostra Carta costituzionale, la quale alla Cassazione riserva un ruolo di controllo delle sentenze, non anche dei giudici che le hanno emesse.
3) Potenziato il ruolo dei Consigli giudiziari, organi decentrati in cui sarebbero rappresentati anche gli avvocati e gli enti locali interessati alla
gestione dei servizi dell'amministrazione giudiziaria.
Ma cosìi membri «laici» (cioè non magistrati) parteciperebbero a delibere relative anche allo status dei magistrati, in contrasto con la Costituzione che garantisce l'autonomia delle toghe, soggette soltanto alla legge.
La legge salva-Previti, ex Cirielli.
Il senatore Previti è stato condannato a undici anni per la vicenda Imi-Sir
e a cinque anni per la Sme (corruzione); la legge è stata approvata il 16
dicembre 2004 dalla Camera. Di fatto, dimezza i termini di prescrizione
e libera l'avvocato e deputato di Forza Italia dal rischio di veder confermare in appello le sue condanne a 16 anni per tre corruzioni giudiziarie
(casi Imi-Sir, Lodo Mondadori e Squillante).
La legge però ha l'effetto di spazzare via moltissimi altri processi in attesa di sentenza definitiva.
Tra questi, la maggior parte dei dibattimenti per omicidi colposi e lesioni
anche gravi, quelli contro truffatori, ladri e in generale tutti coloro che
hanno commesso reati puniti con una pena massima non superiore a cinque anni.
L'effetto economico è che le vittime o i loro parenti non potranno ottenere il risarcimento dei danni come particivili.
In preparazione la legge salva-Dell'Utri, condannato l'11 dicembre 2004 a nove anni per concorso in associazione mafiosa dal Tribunale di Palermo.
Meno soldi alla giustizia: il ministero della Giustizia ha ridotto i fondi a
disposizione delle Corti d'appello per la gestione ordinaria.
L'effetto è stato di rendere più difficile il lavoro nei palazzi di Giustizia
italiani.
Al Csm che faceva presente la situazione al ministro, Roberto Castelli
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“Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi”
(Continua da pagina 5)
giorno esistono tratte
a binario unico ed
anch’esse talmente
malmesse da fare
paura) e del materiale rotabile;
g) Verificare la congruità del costo dei più
diffusi servizi (elettricità, Gas, carburanti,
Telefono, assicurazioni, trasporti, banche)
h) Verificare l’eventuale possibilità di un
controllo reale e concreto dei prezzi
«Solo così la nuova
compagine governativa che si insedierà
dopo le elezioni del 9
aprile prossimo potrà
reggere le sorti dell’Italia e cercare di portala fuori da quella
melma (o tolla ?) in
cui è stata fatto precipitare in questi ultimi
5 anni.»
3° punto
Per quanto riguarda la
RAI sarà necessaria una
globale riorganizzazione
dal livello più basso a
quello più alto, riorganizzazione che deve basarsi
essenzialmente
sulle
competenze e professionalità, senza cedere al
desiderio, pur umanamente legittimo, di procedere
ad epurazioni e vendette.
Operazione che oltre tutto
potrebbe risultare anche
piuttosto complessa dato
che spesso ci si trova di
fronte ad individui che
sono costituzionalmente
esperti in “venti e correnti” e gia da un po’ di
tempo hanno iniziato a
“puggiare”, non solo per
non farsi trovare “fuori
rotta”, ma per essere già
pronti in “prima fila” ad
applaudire il “vincitore”.
.
Ma innanzi tutto si dovrà
operare una completa
reintegrazione di tutti coloro che, per una assurda
censura antidemocratica,
(Continua a pagina 7)
Le Leggi Vergogna
(Continua da pagina 5)
spiegava che i tagli delle spese per la giustizia sono necessari per mantenere gli impegni elettorali della maggioranza e poter ridurre la pressione
fiscale, come promesso da Berlusconi nel suo «patto con gli elettori».
Legge Pittelli: 45 articoli presentati dall'avvocato Giancarlo Pittelli, di
Forza Italia, unificano e organizzano le proposte di una ventina di parlamentari di diverse forze politiche (tra cui Anedda, Pecorella, Mormino,
Cola, Soda, Fragalà), proponendo una nutrita serie di modifiche al codice
di procedura penale e al codice penale, "in attuazione dei principi del
giusto processo".
Ecco le modifiche più rilevanti.
1) L'avviso di garanzia dovrà essere inviato immediatamente all'apertura
delle indagini. Alla persona iscritta sul registro degli indagati dovrà essere subito comunicata non solo l'iscrizione, ma anche i suoi motivi, con
"l'indicazione delle norme di legge che si assumono violate".
Un mafioso o un pedofilo, per esempio, dovrebbero essere subito avvertiti che si sta aprendo un'inchiesta su di loro, così potrebbero interrompere ogni contatto e ogni attività, rendendo vane le indagini.
2) Diventano più ampi e numerosi i casi in cui scattano incompatibilità,
astensione e ricusazione di un giudice. Potrà essere ricusato per esempio
"se ha manifestato il proprio convincimento sui fatti oggetto del procedimento".
Così potrebbe essere obbligato a lasciare il processo un magistrato che
faccia parte del collegio di un processo di mafia e sia intervenuto in un
convegno antimafia.
3) Diminuiscono i casi in cui può essere concessa la custodia cautelare in
carcere. Sarà più difficile mandare in cella anche i mafiosi.
4) Più difficile per l'accusa anche ottenere le intercettazioni telefoniche e
ambientali, che possono essere concesse soltanto in presenza di "gravi
indizi di reato" e devono essere "as solutamente indispensabili ai fini
della prosecuzione delle indagini".
5) La difesa avrà la pos sibilità di impugnare davanti alla Cassazione tutte le ordinanze del tribunale, quelle che decidono sulle questioni preliminari, sull'utilizzabilità degli atti, sulle nullità concernenti il decreto di rinvio a giudizio, sulle richieste di prova: con il risultato di intasare la Cassazione e di ottenere continue interruzioni (ciascuna di 6 mesi) dei processi, che diventerebberolunghissimi e in celebrabili.
6) Le condanne diventano praticamente impossibili: il pubblico ministero avrà "l'onere di provare la colpevolezza dell'imputato aldilà di ogni ragionevole dubbio"; il giudice, "nel valutare la prova", dovrà
accertare che "la responsabilità dell'imputato risulti provata aldilà di
ogni ragionevole dubbio", e di questo dovrà dare "conto nella motivazione" della sentenza.
7) Il giudice non potrà più utilizzare, per le sue decisioni, le sentenze definitive. Così nei processi di criminalità organizzata, per esempio, bisognerà dimostrare ogni volta che Cosa nostra esiste, che è un'organizzazione mafiosa, che è strutturata e centralizzata, che ha una Commissione
che la governa. Sarebbe la fine dei processi di mafia.
8) Diventa obbligatorio per il giudice concedere la diminuzione di un terzo della pena agli imputati incensurati. Così anche uno stupratore, purché fin quel momento insospettato, potrà ottenere una pena ridotta. Tutti
gli incensurati potranno poi sperare nella prescrizione, i cui termini saranno naturalmente ridotti in proporzione alla diminuzione della pena.
(Continua a pagina 7)
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“Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi”
(Continua da pagina 6)
(Continua da pagina 6)
per una sorta di “defensa
berlusconiana fidei” sono stati o licenziati o totalmente esclusi dal Video.
Fisco
Ed ancora, sarà per noi
(di GL) di estrema importanza ciò che verrà
fatto, ed al pìù presto
(ma con una politica
programmatica che assicuri continua attenzione e vigilanza) nei
confronti delle Università e più specificamente per la “ricerca scien
tifica” perché solo questo settore potrà far registrare un sensibile
scatto in avanti nel cam
po della nostra competitività e del nostro import-export, in quanto
ci permetterebbe di aggiungere quell’essenziale “valore aggiunto” che attualmente pur
troppo non caratterizza
più la nostra produzione industriale.
Poi, riprendiamo e facciamo nostre parole che
ha scritto Nicola Tranfaglia (sulle colonne
dell’Unità):
«…C'è un punto di
metodo che percorre
tutto il testo e che vale ricordare subito:
Prodi è convinto e lo
dice quasi ad ogni
piè sospinto che ci
vogliono riforme radicali e che in ogni caso delle riforme devono essere protagonisti e non vittime inascoltate tutti quelli,i
cittadini, che ne sentiranno gli effetti. Ad
esempio, la scuola e
l'università non hanno bisogno soltanto
di un'attenzione costante che in questi
anni è mancato né
solo delle risorse che
sono mancate in maniera
sempre
più
grande ma devono
Rientro dei capitali: è stato permesso per legge, con una modica tassazione (del 2,5% cento), il rientro dei capitali (anche quelli opachi) fuggiti
all'estero e per anni invisibili al fisco. Una forma creativa di sanatoria, un
modo per il Tesoro di fare cassa. Ma anche una inedita forma di riciclaggio di Stato, di ricettazione istituzionalizzata.
Condono fiscale: uno schiaffo morale per i cittadini che hanno regolarmente pagato le tasse, uno strumento interessante per le aziende di Berlusconi.
Alle dichiarazioni del premier che Mediaset non si sarebbe avvalsa del
condono è seguita una adesione e un risparmio di centinaia di milioni di
euro.
red LeG (19.07.2005)
essere coinvolti attraverso
gli
insegnanti e i giovani nel
processo riformatore».
Un lavoro, insomma,
per gli italiani fatto con
gli italiani. E la consapevolezza che «non
potremo ottenere una ripresa di competitività complessiva
del
sistema-paese
senza profonde innovazioni del sistema
produttivo,senza un
percepibile miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro
dei cittadini, senza
un'attenzione nuova
alla qualità della vita
delle famiglie».
E il primo punto è in
assoluto il miglioramento dell'ambiente
visto che il degrado
dell'ambiente naturale
sta letteralmente cambiando la terra sotto i
nostri piedi. Ma tutto
sarà realizzabile «solo
con un governo ricorda Prodi- che, oltre le idee e alla determinazione nel realizzarle, abbia la capacità di motivare e
mobilitare le energie
del Paese».
«E occorre ridurre
l’eccessivo
carico
contributivo sul lavoro dipendente, superare l'attuale legislazione sul mercato del
lavoro (legge Maroni)
e una politica industriale volta a rafforzare la dimensione e
la solidità finanziaria
delle imprese. Ma
questo deve accompagnarsi allo sviluppo dell'innovazione e
della ricerca che ci fa
essere il fanalino di
coda dell'Europa con
l’1,1% delle risorse
sul Pil. …»
Ma oltre a tutto ciò,
oltre alle già descritte
Leggi ad Personam”,
sia ben chiaro che abbiamo ben chiare altre
leggi, quelle che sono
divenute famose, anche grazie a quanto ha
scritto su di esse il mai
abbastanza compianto
Paolo Sylos Labini,
che vorremmo tanto
che fosse tra di noi, in
questo momento per
cui ha speso tutte la
sue forze negli ultimi
suoi anni di vita.
Ma, dovunque egli sia,
vorremmo che riuscisse a sentire,ancora una
volta, il nostro “Grazie Professore, questa
vittoria la dobbiamo
anche a te”.
Ed infine (last but non
least, sia ben chiaro)
chiediamo che venga
affrontata, questa volta
in modo serio e rigoroso, giuridicamente i-
neccepibile, ancor prima dell’annosa questione sul “Conflitto
d’Interessi”, la reale
possibilità che può avere Silvio Berlusconi
di sedersi sugli scranni
del parlamento.
La questione
dell'ineleggibilità
Nell’enciclopedia telematica (www.WIKIPEDIA.org) che si deve considerare attendibile e non di parte, oltretutto in quanto la si
consulta sul WEB, in
almeno una dozzina di
lingue, alla voce Berlusconi, Attività Politica,
a riguardo del caso che
ci interessa, è scritto:
«… Il suo debutto
politico inizia all'insegna dei cavilli. Silvio Berlusconi, infatti, per la mai abrogata legge 361 del 1957
(che all'articolo 10
afferma: “Non sono
eleggibili (...) coloro
che (...) risultino vincolati con lo Stato
(...) per concessioni o
autorizzazioni amministrative di notevole
entità
economica")
risulta ineleggibile.
Tuttavia, la Giunta
per le elezioni, anche
grazie ad una parte
degli esponenti dei
(Continua a pagina 8)
8
INTERNI
Giustizia e Libertà
22 aprile 2007
“Quello che noi, di G-L, ci aspettiamo da Prodi”
(Continua da pagina 7)
remmo
almeno
che economiche, ma im- Questo noi ci aspettia-
PDS del neo-segre- questo ci serva da le- piegando tutto il nostro mo da questa NOtario Massimo D’Ale- zione, per il presente tempo e le nostre capa- STRA compagine goma, decise di rigetta- ed ancor più per il fu- cità, forti dei nostri va- vernativa e staremo
re il ricorso, per- turo.
metteno
l'ascesa
politica di Berlusco- Per tutta questa lunga
ni.»
serie di motivi, ci siamo battuti, con le noCome afferma un vec- stre pur ridottissime
chio adagio popolare, forze, con il nostro vo«è inutile piangere sul lontarismo, con le nolatte versato», ma vor- stre minime possibilità
lori ideali credendo
con il cuore e con la
testa in Prodi ed nelle
idealità del Centrosinistra, dei movimenti e
della società civile di
cui noi ci sentiamo
parte integrante.
sempre più che attenti
ad osservare come si
“muoverà”, dopo che
per ben 5 anni abbiamo dovuto sopportare
il dicibile e l’indicibile
dalla Casa della Libertà.
Un anno di governo Prodi e l’economia
di Paolo Di Roberto
Il governo Prodi compie un
anno.
Molteplici sono state le polemiche che hanno accompagnato questi dodici mesi,
dovute, in special modo, ai
meriti di una ripresa che da
alcuni mesi sembra essere in
atto.
Tab. 1 Confronto PIL ITALIA - EU
Variazione in %
Il miglioramento di una serie di indici, PIL, Entrate
tributarie, Produzione industriale, ecc. hanno fatto sì
che partisse la corsa alla presa del merito per la ripresa
dell'economia nazionale.
Linea in BLU: dati EU
Linea in ROSSO: dati ITALIA
Ovviamente la destra afferFonte ISTAT: “Annuario Statistico 2005”
ma che tutto è merito suo:
oggi l'Italia raccoglie i frutti
grazie a quanto di buono è Tab. 2 Confronto PIL ITALIA - Economia Mondiale
stato seminato nella scorsa
Variazione in %
legislatura.
Dall'altra parte replica la sinistra che è grazie ai primi
interventi del nuovo governo
se l'Italia è riuscita ad uscire
da un primo momento di emergenza economica.
Chi dice la verità?
Molto abbiamo scritto, e
molto scriveremo, probabilmente, in un prossimo futuro
sullo stato dell'economia.
C'è da dire, innanzi tutto,
che in campo economico
non possiamo ragionare a Linea in blu: dati MONDO-Linea in rosso: dati ITALIA
compartimenti stagni.
Fonte ISTAT: “Annuario Statistico 2005”
(Continua a pagina 9)
22 aprile 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
9
Un anno di governo Prodi e l’economia
(Continua da pagina 8)
L'attività di governo si
estende anche oltre la
sua scadenza temporale, così come i provvedimenti di un governo,
nel bene e nel male,
non danno un risultato
immediato.
Ciò è dovuto al fatto
che il mercato ha bisogno di un po' di tempo
per poter reagire a
provvedimenti e leggi
che possono stimolarlo
o inibirlo.
A questo dobbiamo aggiungere che ormai l'economia di un paese
non può più essere giudicata
isolatamente,
come in un regime autarchico, ma va posta
in un contesto internazionale.
Ciò è vero in quanto
una ripresa mondiale
può favorire le esportazioni, così come un aumento delle materie
prime può incidere sulle importazioni.
Tab. 3 - Avanzo primario corretto per il ciclo e al nettodelle misure una-tantum (in percentuale del PIL)
Linea in nero: avanzo primario;
linea puntinata: Avanzo primario corretto per il ciclo;
linea i rosso: Avanzo primario corretto per il cicli, al netto delle misure una-tantum
Tab. 4 - Produzione industriale Area Euro - ITALIA
(indice 1995 = 100)
Bisogna anche aggiungere che grande importanza riveste anche la
fiducia del mercato in
un eventuale nuovo governo, ovvero che eventuali paure possono
portare a reazioni dei
mercati prima che un
evento abbia luogo.
E' il caso, solo per fare
un esempio, del profilarsi di una guerra che
porta un abbandono
degli investimenti prima che l'evento si verifichi.
A fronte di questa premessa, presentiamo una serie di dati che mostrano l'andamento dell'economia negli ultimi
anni.
Com'è ovvio parte di
(Continua a pagina 10)
Linea BLU: Area Euro;
Linea ROSSA: Germania;
linea VERDE: ITALIA
INTERNI
10 Giustizia e Libertà
22 aprile 2007
Un anno di governo Prodi e l’economia
(Continua da pagina 9)
questi dati riguardano il
periodo di governo Berlusconi e solo l'ultima
parte affronta il primo
anno di Prodi.
Tab. 5 - Variazioni % Dati Cumulati
Cominciamo
con il PIL.
Come possiamo notare
dalle due tabelle sopra
riportate, il confronto
sia con la crescita mondiale, sia con la crescita
dell'UE (Tab 1 e Tab
2).
Linea VERDE: entrate 2005/totale entrate 2004
Linea ROSSA: entrate 2007/totale entrate 2006
Linea AZZURRA: entrate 2006/totale entrate 2005
Tab. 6 - Totale entrate tributarie
Il periodo preso in esame è sostanzialmente
quello del governo Berlusconi, se si eccettua
una parte del 2001 e la
fine del 2006 in cui ha
governato il centrosinistra.
In entrambi i casi notiamo una netta distanza
tra le due curve proprio
nel periodo di governo
di centrodestra.
Nel confronto con l'UE
si ha invece dei dati omogenei, 1,8% contro Colore GIALLO: Tot. entrate Febbraio 2006
1,7%, 1,9% contro Colore MARRONE: Variazione Febbraio 2006/2007
(Continua a pagina 11) Colore VERDE: Variazione Indirette Febbraio 2006/2007
Tab, 7 - Andamento entrate tributarie 2006
(in milioni di Euro)
22 aprile 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
11
Un anno di governo Prodi e l’economia
al governo nel 2001,
2,2% nel periodo di avesse ricevuto in camgoverno di centrosini- bio un tesoretto che un
stra.
po' per volta ha pian
piano dilapidato.
E' indubbio, e sarebbe
ipocrita dire il contra- Considerazioni simili
rio, che il dato del 200- rileviamo anche dal6 non è stato condizio- l'andamento della proindustriale
nato solo e unicamente duzione
(Tab. 4).
dal governo Prodi.
Ma è anche vero che
negli anni di governo Sebbene abbiamo un
solo e unico del centro- rallentamento già nel
destra, i risultati sono periodo di governo di
stati abbastanza delu- centrosinistra, durante
denti, tra tutti spicca la quello di centrodestra
crescita zero del 2005. rileviamo una chiara
Aggiungiamo
anche recessione.
che dato finale del 200- Solo nel 2006 assistia6 è più alto delle previ- mo ad una leggera risioni iniziali di Tre- presa.
monti, ferme all' 1,7%, L'Italia si trova a pere ci renderemo imme- dere numerose posiziodiatamente conto di ni rispetto ai paesi delcome con il governo l'Unione Europea ed in
attuale rileviamo una particolare della Gercrescita economica si- mania.
curamente migliore.
Proseguiamo
analizl'andamento
E questo dato econo- zando
mico viene confermato del debito della pubanche da altre due ana- blica amministrazione.
lisi.
La prima riguarda l'a- Qui il discorso non ha
vanzo primario, (Tab. praticamente storia.
3) il saldo netto dei Dopo una salita ripidisconti statali dopo la sima dovuta al periodo
decurtazione degli inte- di tangentopoli, ecco
ressi sul debito pubbli- arrivare una discesa
co.
altrettanto rapida duCi rendiamo subito rante i governi di cenconto di come i valori trosinistra.
(in particolare il dato
netto, non corretto) sia- Il debito pubblico ralno ben più alti durante lenta la sua discesa duil governo di centrosi- rante il governo Berlunistra per tendere a ze- sconi, fino quasi ad asro durante quello di sestarsi attorno al 104% tra il 2003 e il 2004.
centrodestra.
E' nel 2005 che abbiaRicordiamo che l'avan- mo l'amara sorpresa di
zo primario sta ai conti vederlo
nuovamente
statali un po' come il crescere, tornando oltre
nostro conto bancario il 106%, a testimosta alle nostre proprietà nianza di come negli
personali.
ultimi anni si è assistiE' come se il centrode- to a quella crescita del
stra, quando è andato debito di cui ci ha rim(Continua da pagina 10)
proverato l'Europa sul allo stato.
finire della scorsa legislatura.
Sarebbe da ricordare
che se sono state dimiAbbiamo voluto lascia- nuite le imposte diretre per ultimo, dedican- te, dall'altro lato sono
dogli più spazio, il te- aumentate quelle indima delle entrate tribu- rette, ma preferiamo,
tarie (Tab. 6 e 7).
in questa occasione,
concentrarci su un alNel primo grafico met- tro aspetto.
tiamo a confronto i dati
Troviamo infatti curiodel 2005, linea verde,
so il fatto che il ricevequelli del 2006, linea
re mediamente 20 euro
blu, e quelli del 2007,
mensili dalla riduzione
linea rossa, almeno fifiscale abbia portato
no a febbraio.
gli italiani a pagarne
Notiamo, lo abbiamo volentieri 100 a testa.
detto già in altre occaIn pratica gli italiani
sioni, come a partire da
ora sono così contenti
maggio 2006, il mese
di pagare le tasse da
successivo alla vittoria
rinunciare volentieri a
elettorale della sinistra,
80 euro mensili.
abbiamo un'impennata
Francamente, a calcoli
nelle entrate fiscali.
fatti, ci sembra un po'
ridicola.
Tale impennata non è
dovuta ad alcun prov- Cosa dire allora di
vedimento preso dal questo primo anno di
nuovo governo, comin- governo Prodi.
ciava a malapena ad
Sicuramente non abinsediarsi, ma probabilbiamo ancora la solumente è frutto del tizione dei problemi fimore di un intensificarnanziari dell'Italia, ma
si dei controlli, misura
credo nessuno potesse
varata poche settimane
attenderselo in tutta
più tardi e che ha porcoscienza dopo solo
tato perfino alla possiun anno di governo,
bilità di accedere ai
ma i miglioramenti
movimenti bancari deriscontrabili negli indigli inquisiti.
ci economici dimostraEbbene la tendenza e no chiaramente che
l'andamento delle en- siamo di fronte alla
trate tributarie per il strada giusta.
2006 per ora sembra
essere confermato an- Se i prossimi anni si
che per l'anno in corso, riveleranno
come
come mostra la linea questo primo, allora
rossa riportata.
potremo finalmente
Ovviamente di questo dire che l'Italia miglioramento Berlu- grazie a Prodi e Pasconi ha cercato di doa Schioppa, in questo 2007- è entrata
prendersi il merito, affermando che con la una seconda volta in
riduzione delle tasse gli Europa.
italiani pagano più vo- Paolo Di Roberto
lentieri ciò che devono
INTERNI
12 Giustizia e Libertà
22 aprile 2007
Centrismo democristiano
di Alessandro Menchinelli
Pier
Ferdinando Casini
ha concluso il
Congresso
nazionale dell’UDC rivendicando
per il suo partito la
continuità della strategia politica della DC.
Ha alzato anche il tono della voce per esprimere il suo orgoglio per tale continuità.
Egli però ha anche ripetuto con forza che il
suo partito sarà sempre
antagonista della sinistra. La sua scelta di
schieramento sarà perciò sempre nel centro
destra.
Non ci vuole molto a
capire che in queste
due altisonanti precisazioni esiste una profonda contraddizione.
Da dove l’on. Casini
ha ricavato che la scelta strategica della vecchia DC sia stata quella di schieramento nel
centro destra ?
Tolto dalla storia della
vecchia DC qualche
breve sbandamento a
destra dei due governi
di Pella e Tambroni,
che nonostante il clima
d guerra fredda sono
stati rapidamente corretti per non rischiare
di portare fuori strada
la DC, tutta la storia di
quel partito è stata caratterizzata dalla adozione di una strategia
rigidamente di centro,
antagonista si della sinistra ma anche decisamente della destra.
Il più rigido sostenitore della strategia del
taglio delle ali è stato
proprio
l’onorevole
Mario Scelba, ricordato a torto come fustigatore solo della sinistra, mentre lo era altrettanto per la destra.
Ma c’è di più.
Il più venerato dei costruttori della vecchia
DC, e cioè Alcide De
Gasperi, adottando pure lui con precisione
quella stessa strategia,
avvertiva però anche
la necessità di meglio
qualificarla definendo
la DC come un partito
di centro, ma che marciava verso sinistra.
Ovviamente egli non
intendeva alludere ad
alleanza con la sinistra, ma ad una estensione verso sinistra
della egemonia della
DC.
Tuttavia significativo
era il fatto che a De
Gasperi non era mai
venuto in mente di accennare ad una DC
che marciava verso
destra.
Non si capisce perciò
a cosa si riferisce l’orgoglio di Pierferdinando Casini per una continuità della vecchia
DC, che non si ritrova
nel contesto delle conclusioni da lui pronunciate al congresso dell’UDC, una UDC che
non conosce confini a
destra, mentre istituzionalizza un muro a
sinistra, una UDC che
si considera solo come
la componente moderata di una destra che
si estende agli eredi
del MSI ed oltre, fino
ad Alessandra Mussolini e all’ Ordine Nuovo di Pino Rauti, non
ha niente a che fare
con la storia della
vecchia DC.
Non sappiamo se la
presunta continuità, di
cui si è blaterato al
Congresso dell’UDC,
sia dovuta ad ignoranza della vera storia
della DC o ad un maldestro tentativo d’imbroglio politico.
Noi preferiamo pensare che si tratti di ignoranza, sfuggita alla pur elevata cultura
dei
dirigenti
dell’UDC.
Ma nel caso di ignoranza nulla viene tolto
al fatto che comunque
l’UDC si sia infilata
in un vicolo cieco.
Se non ne uscirà rapidamente la sua partita
con Berlusconi sarà
vinta da quest’ultimo,
anche senza la sua
personale permanenza
alla guida della coalizione della destra. Altro che centro, l’UDC
rimarrà inchiodato a
destra.
Se del resto tutto si
riducesse
ad
uno
scontro
per
la
leadership della destra, esiste oltretutto il
rischio per Casini di
far emergere Berlusconi anche come
vincitore morale dello
scontro aperto con lui.
Per una prospettiva
del genere valeva la
pena celebrare un
congresso ?
Non risulta, da tutto
ciò, che siano state
archiviate troppo frettolosamente le ragioni
profonde e non personali del dissenso di
Marco Follini ?
Marco Follini non è
più nell’UDC, ma il
suo discorso nell’UDC è ancora aperto.
Alessandro
Menchinelli
INTERNI
22 aprile 2007
Giustizia e Libertà
13
Telecom, storia italiana di predatori
e prede
di Eugenio Scalfari (La Repubblica, 17.03.2007)
ISi continua a parlare e società-preda come fona scrivere di crisi Tele- te di potere politico e
com. Se ne parla esatta- mediatico.
mente da dieci anni ma
in realtà una crisi Telecom non c'è mai stata.
L'azienda va bene, produce profitti, ha un
"cash-flow" di tutto
rispetto, possiede un
cospicuo portafoglio di
partecipazioni all'estero
(soprattutto in Brasile)
e rapporti industriali
assai interessanti con
altre società telefoniche
europee in Germania,
Francia, Spagna.
Diciamola tutta: i guai
di Telecom cominciano
da quando è stata privatizzata e ha avuto la
sventura di diventare la
preda di un capitalismo
straccione, più attento a
spolpare il grasso che
ad investire in prodotti
e tecnologie.
Questo è uno dei connotati del capitalismo
italiano che ha avuto
come risultato la segmentazione del mercato
in tanti recinti separati
Non tutto il capitalismo tra loro.
italiano naviga a questo
infimo livello, ma buo- Esiste ancora un mercana parte purtroppo sì. to, si domandava pochi
La regola prevalente è giorni fa Guido Rossi?
quella di arricchire i E rispondeva: no, non
"predatori" a danno esiste più. Forse non è
dell'azionariato diffuso mai esistito perché non
e non organizzato, una c'è mai stata una griglia
maggioranza polveriz- di istituzioni capace di
zata e quindi priva di rappresentare e difendequalunque potere. Gli re quella maggioranza
strumenti per tenerla al azionaria polverizzata e
guinzaglio sono vari ma senza voce, non a caso
con identiche finalità: definita come "parco
scatole cinesi, patti di buoi" da portare al
sindacato, contratti di mattatoio.
Borsa speciali, rapporti
privilegiati con gruppi Volete l'ultimo esembancari. Il fine è sempre pio, il più recente e uno
quello: spolpare l'osso, dei più scandalosi ?
lesinare sugli investi- Ce lo sta dando Marco
menti, privilegiare i di- Tronchetti Provera. Tra
videndi, i compensi ai la sua società personale
dirigenti, le "stock- e la Telecom ci sono a
option" agli ammini- dir poco sette società
stratori e utilizzare la intermedie, la penulti-
ma delle quali si chiama
Olimpia che controlla
Telecom con il 18 per
cento del capitale.
Quel 18 per cento detta la legge
ad una maggioranza polverizzata dell'82 per
cento.
I soldi propri
impegnati
da
Tronchetti
in
tutta l'operazione equivalgono
allo 0,6 per cento del capitale
Telecom.
essere il primo nell'ordine delle priorità.
Ma finora ha parlato
d'altro e neppure la crisi
in corso sembra averne
risvegliato l'attenzione.
Neanche il club Giavazzi, per dire gli economisti puri e duri, hanno
questo tema nelle loro
priorità. In dieci anni di
pubblicistica ne avranno parlato sì e no un
paio di volte. Così il
miracolo profano della
moltiplicazione di pani
e pesci continua. Io lo
chiamo una vergogna,
Come lo chia- non un mercato.
mereste un fenomeno di que* * *
sto genere se Quando cinque anni fa
non la moltipli- Tronchetti conquistò
cazione dei pani e dei Telecom rilevandone il
controllo dal gruppo di
pesci?
Il miracolo compiuto da Gnutti e di Colaninno,
Gesù di Nazareth aveva pagò salato: 4,50 euro
come fine quello di sfa- per azione.
mare il popolo che si Esce un predatore, ne
era radunato per sentire entra un altro.
Perché pagò un prezzo
la sua parola.
così elevato?
Quello di Tronchetti Riteneva che il monoserve ad alimentare il polio privato della tele"predatore".
fonia fissa e mobile fosIl quale ha deciso ora di se l'affare del secolo.
cedere il comando su Dove prese il denaro
Telecom senza nemme- necessario ?
no lanciare un'Opa e Dal debito e dalla sucintascando a proprio cessiva vendita della
esclusivo beneficio il parte manifatturiera delpremio di maggioranza. la Pirelli. E naturalmente dalle complicate arMontezemolo racco- chitetture di controllo
manda: lasciate fare al che lo portarono con
mercato.
poca spesa propria alla
Ma questo è un mercato guida della società più
?
importante del paese.
Questa è la giungla dei
predatori e delle prede, Il ritorno d'immagine fu
degli interessi protetti e formidabile. Si comindi quelli polverizzati e ciò a parlare di Tronindifesi. Il riformismo chetti Provera come
in Italia avrebbe dovuto della stella nascente del
misurarsi con questo capitalismo italiano, il
(Continua a pagina 14)
problema che doveva
14
INTERNI
Giustizia e Libertà
22 aprile 2007
Telecom, storia italiana di predatori e prede
(Continua da pagina 13)
una partita più grossa di
lui. Da quel momento il
suo problema dominante fu quello di rientrare
nel suo, vendere il pacco di controllo Telecom, capitalizzare il premio di
maggioranza,
scaricare i debiti
sul compratore e
rientrare in camdi Eugenio Scalari (La Repubblica, 15.04.2007)
po su qualche
altra preda, magari più piccola
Fin qui ho evitato, più o meno consapevolmente, di occu- e più digeribile
parmi del costituendo Partito democratico. Mi sembrava un ma egualmente
tema accademico, un'esercitazione nel vuoto, un'evocazio- "gla mour". Per
ne fantasmatica di quelle che un tempo si facevano a tavo- un
momento
lino per dar corpo ad un'ombra che stentava a materializ- quella preda prezarsi, senza contorni definiti. Molti ne scrivevano, per au- se le sembianze
spicarne la nascita o per contrastarla; disputavano sulle sue del gruppo Rizpossibili radici, sul Pantheon dei padri e dei nonni, sul ri- z o l i - C o r r i e r e
formismo possibile, ma badando più alle polemiche del della Sera.
passato che alle visioni del futuro e alle domande che incalzano in una società sempre più disgregata e senza ideali L'essenziale coche ne scuotano l'apatia.
munque era di
Ma ora eludere ancora l'argomento è diventato impossibile: trovare un comi due partiti maggiori del centrosinistra terranno i loro con- pratore disposto
gressi in questa settimana e saranno gli ultimi, sia dei Ds a pagare un
sia della Margherita. Si concluderanno con la lettura d'un prezzo d'affeziocomune dispositivo, convocheranno un'assemblea costi- ne: l'azione Tetuente per il prossimo ottobre rimettendo ad essa la nascita lecom valeva in
del nuovo partito, aperto a rappresentanti della società civi- Borsa poco più
di 2 euro; lui l'ale oltre che ai loro aderenti.
veva pagata più
Si entra insomma nel vivo del processo di formazione del del doppio. Ma
nuovo soggetto. L'ombra troppo a lungo evocata sta dun- per riposizionare
que per prender forma. Produrrà mutamenti nella politica ? la Pirelli gli baSusciterà immagini nuove ?
stava incassare
Riconfermerà le oligarchie e le nomenclature esistenti o le un prezzo di 3
rinnoverà? Riuscirà a fondere insieme l'esperienza e la tra- euro. Perciò si
dizione socialista e quella cattolico-democra tica o si limi- mise in cerca.
terà a giustapporle senza trovare una sintesi nuova e condi* * *
visa? Rafforzerà il governo o ne anticiperà la crisi ?
Nel
frattempo
Semplificherà lo schieramento dei partiti o lo renderà ancor era entrato in
più frammentato ?
rotta di collisioEcco una folla di domande (ma non sono le sole e forse ne con Prodi.
nemmeno le più importanti) che ci stanno dinanzi, alle qua- Siamo al settemdell'anno
li i promotori di questo nuovo soggetto dovranno risponde- bre
re perché finora le risposte vere non sono venute. Li sentia- scorso. Prodi è
mo parlare con eccessiva frequenza ma con parole che non messo al correnrispondono. Non chiariscono, non convincono. Non rinno- te dei guai di
vano né i contenuti né il rito né colmano la distanza tra la Pirelli e della
decisione
di
classe politica e la società.
Tronchetti
di
Se queste lacune, questo senso di fusione fredda, questa vendere all'estemarcata autoreferenzialità debbono esser superati, ci vorrà ro la rete telefouno sforzo ben più intenso dell'interminabile mediazione in nica di Telecom
corso da mesi, anzi da anni.
e insieme ad essa la partecipaI promotori ne saranno capaci ?
successore di Gianni
Agnelli, con lo stesso
"glamour" dell'Avvocato, la stessa eleganza,
le stesse barche e soprattutto la stessa
vocazione di guardare lontano, di volare alto, di guidare
con
l'incoraggiamento e l'esempio i
destini dell'industria
e degli imprenditori.
Partecipava a tutti i
salotti buoni frequentati dai "vested
interests": il consiglio di Mediobanca,
il consiglio della
Rizzoli-Corriere della Sera, il direttivo
di Confindustria di
cui è vicepresidente.
All'occhiello della
giacca c'era scritto
Telecom e questo
bastava.
Le
sue
"stock option" raggiungevano
cifre
incredibili.
I debiti ?
Nessuno
chiedeva
notizie dei debiti,
ciascuno in quei salotti badava ai propri
e non s'impicciava
dei fatti degli altri.
Si pagò anche una
televisione di prestigio, con pochissima
diffusione (il 2 per
cento dell'audience)
ma potenzialmente
in attesa di diventare
il terzo polo televisivo italiano.
"Aspetta e spera
che poi s'avvera"
cantava Arbore con
"Quelli della notte", e sembrò lo slogan de La 7. Ma da
un certo momento in
poi i nodi cominciarono a venire al pettine. Le banche creditrici
mandarono
qualche avviso. I
vari scandali Parmalat, Cirio, bonds ar-
♦
gentini, crearono difficoltà non lievi a Geronzi e a Banca Intesa. Le
fusioni impegnarono a
lungo (e tuttora impegnano) l'intero sistema.
E fu così che il "retour
a' l'ordre" investì anche la Pirelli e Tronchetti che tardivamente
capì di essere entrato in
Si sciolgono due partiti
in cerca di un futuro
(Continua a pagina 15)
22 aprile 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
15
Telecom, storia italiana di predatori e prede
(Continua da pagina 14)
zione nella Telefonica
brasiliana e la telefonia
mobile. Lo spezzatino
che si profila non piace
affatto al presidente del
Consiglio che cerca
d'impedirlo. La crisi tra
i due scoppia con estrema violenza e accresce
il gelo tra Tronchetti e il
sistema bancario, senza
la
cui
sponda
il
"patron" della Pirelli
sarebbe - come si dice
un po' ruvidamente in
questi casi - alla canna
del gas.
A questo punto il colpo
di coda che è una delle
specialità di Tronchetti:
si dimette dal consiglio
Telecom e chiama a sostituirlo Guido Rossi, in
quel momento ancora
commissario della Federcalcio ma ormai alle
ultime battute d'un tentativo di ripulire il calcio italiano rivelatosi
impresa impossibile per
la cosiddetta "resistenza
degli aggregati" cioè di
tutti gli interessi corporati che fanno del fortilizio calcistico un centro di malaffare pressoché inespugnabile. Guido Rossi accetta di trasferirsi da Federcalcio a
Telecom. Non sa ancora
che sta cadendo dalla
padella nella brace.
* * *
Guido Rossi lo conosco
bene dagli anni in cui
eravamo giovani e lottavamo, lui sulle riviste
giuridiche e nelle aule
dei tribunali ed io con
libri e campagne giornalistiche, contro le
malformazioni del capitalismo italiano e i loro
deleteri riflessi sulle istituzioni democratiche.
Ci erano autorevoli
compagni in quelle battaglie Bruno Visentini,
Tullio Ascarelli, Ugo
La Malfa, Adolfo Tino,
Ernesto Rossi. Insomma
il pensiero liberal - radi-
cale degli anni Cin- Rossi voleva incanalare
quanta-Settanta.
Telecom nello schema
della "public company",
Il Guido Rossi di oggi un'azienda guidata dal
non è più quello di allo- management, controllara. Ha mantenuto ferma to dai sindaci, dai fondi
la bussola della difesa di investimento e da aldel mercato e della li- tri investitori istituziobera concorrenza ma nali. Senza scatole cinel'ha tradotta in pratica si, senza patti di sindaaccettando incarichi cato, senza "noccioli
prestigiosi da usare co- duri" che arraffano il
me terreno d'azione. E' potere senza rischiare i
stato presidente della propri soldi. Tronchetti
Consob appena fonda- voleva esattamente l'opta; Cuccia lo portò al posto. Questo "marché
vertice della Montedi- de dupes" è durato sette
son quando si rese con- mesi alla fine dei quali
to che il gruppo Ferruz- Tronchetti ha prodotto
zi aveva clamorosa- il suo ennesimo colpo
mente mancato l'obiet- di coda: ha venduto il
tivo di risanare quell'a- comando di Telecom
zienda devastata dopo il agli americani di AT&T
passaggio di Eugenio e ai messicani di AmeCefis. Ha poi guidato la rican Movil, ha licenprivatizzazione di Tele- ziato Rossi dalla presicom ed ora era di nuo- denza di Telecom, ha
vo lì.
obbligato le banche a
scendere a patti. E sta
Nel frattempo il giova- per incassare il suo
ne avvocato è diventato prezzo e il suo premio
un autorevole consulen- di maggioranza alla facte dei maggiori gruppi cia della maggioranza
finanziari e con suo in- dispersa e senza voce
gegno si è creato una degli azionisti di Telecospicua fortuna perso- com e di Pirelli. Dopo
nale. Eppure tante espe- averlo licenziato ha ofrienze non gli hanno ferto a Rossi una consuevitato alcune ingenuità lenza miliardaria, ovcome nel caso Feder- viamente rifiutata. Però
calcio e in quello Tele- ci ha provato.
com.
* * *
Inclino a pensare che la C'è qualche cosa da dire
causa di questi suoi er- sul sistema bancario che
rori sia una sua eccessi- ancora potrebbe - se lo
va presunzione intellet- volesse - fermare lo
tuale che lo rende sicu- spezzatino telefonico. Il
ro di dominare gli e- problema infatti è queventi, gli interessi, le sto, non l'italianità di
persone con le quali Telecom.
entra in conflitto e il
malaffare che si annida Ma per ottenere un riin molte giunture del sultato le banche docapitalismo. Ma questo vrebbero procedere unicomunque non ci inte- te, affrontare Tronchetti, negoziare con i suoi
ressa in questa sede.
Il conflitto Rossi- interlocutori americani
Tronchetti, detto in bre- e con altri possibili imve, è stato il reciproco e prenditori italiani e strasimmetrico tentativo di nieri, lanciare un'Opa su
entrambi di gabbare Telecom. I mezzi per
l'altro sotto le parvenze impedire lo spezzatino
della collaborazione. ci sono e si trovano, ma
la condizione primaria è
l'unità del sistema, che
invece manca del tutto.
Mediobanca si è dedicata da poco al credito di
consumo.
Come banca d'affari accetta solo di occuparsi
di transazioni di immediato profitto. Il resto
non le interessa. Capitalia ha in mente di rafforzare la sua presa su
Generali e sulla stessa
Mediobanca. Unicredit
accumula profitti su
profitti, si espande all'estero, non ha gradito la
nascita del gigante Intesa-San Paolo, disdegna
operazioni di pubblico
interesse non motivate
da profitti visibili.
Intesa-San Paolo aveva
tentato qualche mese fa
un'operazione comune
per estromettere Tronchetti al prezzo di 2,50
euro. Più del valore di
Borsa, meno del prezzo
offerto ora dagli americani. Non fu seguita da
Mediobanca e dai banchieri che la fiancheggiano. Adesso l'istituto
di Bazoli e di Passera
sta negoziando con
AT&T e con i messicani per ottenere una quota di Olimpia (cioè del
controllo su Telecom)
che abbia potere di veto
su alcune operazioni
strategiche. Par difficile
che ci riesca. Tutt'al più
otterrà qualche briciola
per salvare la faccia
della controparte italiana, ma niente di più.
Soprattutto niente di più
dai messicani, che comprano Telecom per portarsi via la Telefonica
brasiliana. Lo spezzatino, appunto. Ci sono
ancora trenta giorni di
tempo, ma il destino
sembra già segnato.
Qualcuno del centrosinistra presenterà una
(Continua a pagina 16)
16 Giustizia e Libertà
INTERNI
22 aprile 2007
Telecom, storia italiana di predatori e prede
(Continua da pagina 15)
legge che renda impossibile per il futuro la vergogna di controllare una
grande impresa senza esporsi con danaro pro-
prio?
La presenterà Tabacci
che vorrebbe rappresentare la coscienza
liberale del centrodestra ?
La presenterà Gavazzi
?
Un tempo gli "Amici
del Mondo" queste
cose le facevano. Ma
oggi
evidentemente
sono
passate
di
moda....
Eugenio Scalfari
La Repubblica
8 aprile 2007
Rozzano, l'assise per la rielezione del cda: Buora lancia allarme sicurezza
Il comico spara a zero sui dirigenti: "Avete le pezze al c...
In America sareste in galera"
I Telecom, show di Grillo in assemblea.
Ai dirigenti: "Dovreste dimettervi"nostri soldi
Presenti 284 persone, in rappresentanza di 832 portatori di azioni, pari al 36,06% del
capitale Buora: "E' un'azienda strutturalmente sana e non ha certo bisogno
di essere risanata"
da www.repubblica.it; 2007.04.18
Carlo Buora e gli altri
membri del cda di Telecom (Tronchetti Provera
non c'era) hanno quantomeno dimostrato di avere
i nervi saldi.
Per circa mezz'ora sono
rimasti seduti al loro posto a farsi massacrare da
uno scatenato Beppe Grillo che è intervenuto tra i
primi all'assemblea della
società in corso a Rozzano e destinata a durare
molto a lungo.
E' stato uno spettacolo
con il comico come mattatore, i piccoli azionisti
come pubblico a spellarsi
le mani e il cda al completo a subire col sorriso
sulle labbra e il fegato da
scoppiare.
Sembrava di stare a teatro. Un teatro per adulti,
qua e là anche un po'
sboccato, con il comico
che ha alternato parti
"serie" di un intervento
scritto e parti esilaranti.
Condite da domande decisamente imbarazzanti:
"Guido Rossi ha parlato
di una Chicago -ha detto Grillo- degli anni '20 e
vorrei proprio sapere
chi è Al Capone".
querela: "Faccio il
comico e qui non dovrei esserci -ha dettoma penso a quelle
migliaia di piccoli a-
sentati".
iniziativa, ha ricevuto lettere dello stesso
Grillo ha ricordato che tenore. Cardia riversa
il presidente della su di me le attenzioni
Consob Lamberto Car- che forse vorrebbe
riservare ad un figlio, ma che non può
farlo, visto che il suo
faceva parte della
Popolare di Lodi.
Peccato -ha proseguito- che non abbiano
in passato riservato
la stessa attenzione
per la Parmalat, la
Cirio, La Popolare di
Lodi".
Battuta feroce su Marco Tronchetti Provera
che ha mandato un avviso dicendo che non
poteva esserci perchè
ammalato.
"E' proprio vero -ha
sottolineato Grillo- che
il mondo si è rovesciato: Tronchetti che
manda un avviso invece che riceverlo"
Grillo con il volume del bilancio
Telecom
zionisti che mi hanno
dato la delega e che
non posso rappresentare perchè la Consob ha fatto una legIn qualche punto, proba- ge perchè non potesbilmente, ha rischiato la sero essere rappre-
dia "mi ha scritto
ben tre lettere per
dirmi di stare attento, perchè turbavo la
Borsa. Lo stesso ministro Di Pietro, che
ha avallato la mia
Rivolgendosi quindi
agli azionisti "l'Italia
si è capovolta -ha detto Grillo- i veri proprietrari siete lì ad
ascoltare i veri dipendenti che sono
là".
Analizzando la situa(Continua a pagina 17)
22 aprile 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
17
I Telecom, show di Grillo in assemblea.
semblea stamane, a e delle inchieste giudizione di Telecom, il Rozzano, sono arrivati ziarie".
I suoi conti, ha insistito
comico ha sottolineato in 284.
Buora, mostracome "la privatizazzione di Telecom abno "livelli di
bia di fatto spogliato
performance
l'azienda. Bastava fafra i migliori
re delle analisi da radel mondo e
gioniere ed io che lo
d'Europa:
sono ragioniere, le ho
questa società
fatte.
Presunti
è tutto fuorchè
manager con le pezze
un malato da
al c..., hanno indebitarisanare".
to l'azienda".
Le sue ultime parole
Uno sciopesono state: “Dimettero entro il 10
tevi. Fate un favore al
Paese. Andatevene".
maggio
Davanti ai canGià prima di entrare in Anche il vicepresidente celli, fin dal mattino
sala, Grillo aveva dato
Buora ha notato presto, un presidio dei
spettacolo all'esterno. Carlo
di azio- sindacati del settore
E' arrivato agitando il "un'affluenza
decisamente su- spettacolo e telecomulibro rosso del bilancio: nisti
periore
alla media", nicazioni davanti ai
"Roba da neuropsi- tanto da chiedere
cancelli della sede Techiatria. Ormai -ha ai vigili del fuocoaiuto
per lecom con striscioni e
insistito- si sono ven- lo sgombero delle uscibandiere.
duti tutto".
te di sicurezza. Se non Clima tranquillo.
liberate le uQuanto alla possibilità saranno
scite
di
sicurezza, ha Al presidio hanno predi un intervento da par- avvertito Buora,
i vigili so parte la Slc-Cgil, la
te di Carlos Slim, l'im- del fuoco ci obbligheFistel-Cisl, la Uilcomprenditore messicano a ranno a lasciare la Uil oltre all'Ugl e alla
capo del gruppo Ameri- sala".
Cub.
can Movil, Grillo ha
Le tre federazioni di
commentato: "Figura- I soci rappresentati so- categoria Cgil, Cisl e
tevi se uno degli uomi- no 832 portatori di Uil, hanno tenuto inolni più ricchi del mon- 4.824.959.170 az. ordi- tre stamane a Roma
do si compra un cada- narie pari al 36,06% un'assemblea dei delevere simile.
gati, nel corso della
Comunque -ha puntua- del capitale ordinario. quale è stato deciso
lizzato- con il 13%
"L'azienda è che entro il 10 maggio
controllerebbe la so- Buora:
sana". Ma Buora ha i lavoratori di Telecietà".
l'operato dell'a- com, circa 55 mila adE rivolto ai lavoratori difeso
Telecom Italia, detti in Italia ai quali si
delle tlc presenti di zienda:
detto iniziando la aggiungono altri 30
fronte all'ingresso a ha
sul primo mila nelle sedi estere,
manifestare, Grillo ha discussione
all'ordine del attueranno uno sciopeaggiunto: "dovevate punto
dell'assemblea, ro per difendere l'unità
venire in 80.000 A giorno
l'approvazione del bi- del gruppo.
manifestare perchè se l a n c i o
2006,
è
arriva il messicano vi "un'azienda
La rielezione
struttumanda a casa in 3- ralmente sana".
del cda.
0.000".
"Dovrei aggiungere L'assemblea odierna
è una azienda ro- deve rieleggere tutto il
La protesta dei lavora- che
busta
-ha aggiunto- consiglio di amminitori
capace come è stata strazione. E se per i
l'anno scorso di resi- nomi non sembra ci
Troppi azionisti,
stere ai fortissimo debbano esserci sorallarme sicurezza
contraccolpo dei con- prese, tranne forse per
Per partecipare all'as- tinui cambi al vertice le scelte delle liste di
(Continua da pagina 16)
minoranza, per il resto
si continua a discutere
delle tante incognite
nel futuro dell'azienda.
Il consiglio di amministrazione che uscirà
alla fine di questa giornata potrebbe avere
vita breve, anzi brevissima: infatti se avessero successo le trattative
intraprese da Marco
Tronchetti Provera per
la cessione della maggioranza di OlimpiaTelecom al tandem
At&T-America Movil,
i nuovi azionisti vorranno naturalmente inserire i propri uomini
nel consiglio di amministrazione.
Il negoziato si chiuderà
entro il 30 aprile: fino
ad allora, qualunque
"cordata
italiana"
rischia di arrivare troppo tardi, a cose irrimediabilmente avviate.
La cordata
italiana
Alcuni quotidiani avvalorano stamane con
decisione l'ipotesi dell'avvenuto accordo tra
Silvio Berlusconi e Roberto Colaninno per entrare nella partita Telecom.
Altri ricordano genericamente la possibilità
dell' "iniziativa italiana", della quale potrebbero far parte anche Leonardo Del Vecchio, i Benetton e le
Fondazioni.
D'altra parte molti analisti fanno notare le
tante difficoltà delle
trattative con le due
società americana e
messicana.
E il "Nessun commento in merito ai
(Continua a pagina 18)
INTERNI
18 Giustizia e Libertà
22 aprile 2007
I Telecom, show di Grillo in assemblea.
(Continua da pagina 17)
rumours riportati dalla stampa italiana"
diffuso stamane da un
portavoce di Roberto
Colaninno potrebbe far
pensare che la cordata
italiana stia prendendo
forma più concretamente di quanto si pensasse nelle ultime ore, e
che quindi si scommetta sul fallimento delle
trattive con gli americani.
Passera:
"Possibile partecipazione azionaria"
Entrando in assemblea,
il consigliere delegato
di Intesa Sanpaolo,
Corrado Passera, ha
detto che "Telecom
Italia è una società
molto importante, potremmo considerare
una
partecipazione
azionaria, se ci sembrasse un investimento conveniente per la
nostra azienda e per i
nostri azionisti e se
fosse coerente con lo
sviluppo di Telecom".
Il manager ha precisato
che si tratterebbe di un
"investimento su base
temporanea".
www.repubblica.it
16 aprile 2007
Berlusconi salva Vladimir: notizie gonfiate
L’ex premier da San Pietroburgo nega la
repressione contro l’opposizione: «Erano
solo 700 e intralciavano il traffico.
Putin mi ha detto che potrei essere il suo
successore al Cremlino»
di Umberto De Giovanni (L’Unità,16.04.2007)
Che si ritenga il «più amato d'Italia» è cosa risaputa.
Che ambisca a tornare
incoronato a Palazzo Chigi, pure.
Ma la presunzione del
Cavaliere non conosce
limiti né confini.
E così ecco Silvio Berlusconi sbarcare a San Pietroburgo per ricevere una
investitura virtuale da
parte di Vladimir Putin:
«Ecco avevo il problema
del mio successore: il
mio successore potresti
essere tu».
La proclamazione di «zar
Vladimir» al suo Delfino
di Arcore viene annunciata, con fare serioso, dallo
stesso Berlusconi che si
prodiga anche in particolari.
di Stato russo.
mir Putin avrebbe risolto
il problema della succesPeccato che esista il pro- sione: miliardario, esperblema del passaporto, to di calcio, e ostile conperché altrimenti Vladi- tro chiunque si azzardi a
contestarlo: il Cavaliere
di tutte le Russie avrebbe
il Paese in tasca.
E l'opposizione in galera.
BIG JIM
Silvio Berlusconi non smette mai di stupirci. Dotato di poteri
straordinari, riesce nella stessa settimana a riempire le prime
pagine dei giornali passando da uno scacchiere all’altro con
estrema disinvoltura. Un vero Big Jim.
Prima vola a S.Pietroburgo invitato dal suo amico fraterno
Putin a visitare la sua città natale. Mentre è lì scoppia una
dimostrazione contro il presidente russo che – forte della lunga esperienza nel KGB - manda la polizia a respingere senza
tante storie quei disgraziati che gli fanno fare brutta figura
con l’ospite italiano. Questi, per dargli man forte, dichiara
subito alla stampa internazionale, che in effetti si tratta di
quattro disgraziati.e il fedele Emilio Fede apre il TG confermando che è poca cosa. Senonchè il servizio che vede tutto il
mondo (compreso gli utenti del TG4) è ben diverso perché i
manifestanti sono migliaia e la polizia picchia e arresta a tutto spiano. Il nostro Big Gim di Arcore finisce così su tutti i
giornali per l’ennesima balla spaziale regalata ai suoi aficionados.
Per scaricarsi un po’ se ne va a Villa Certosa in Sardegna
dove dà una festicciola con qualche centinaio di amici, tra
cui molte belle ragazze di cui non può fare mai a meno per
tirarsi su il morale. Succede allora che finisce di nuovo in
prima pagina fotografato con una bruna sulle gambe e una
rossa tenuta per mano. Altro putiferio mediatico.
Insomma quale altro paese al mondo ha un Big Jim grande
sia come statista che come latin lover? Perché stupirsi se ce
lo invidiano tutti?
L'affermazione, dice, è
avvenuta l'altro ieri all'ingresso dei due amiconi
l'altro ieri al Palazzo dello
Sport di San Pietroburgo,
dove, senza falsa modestia, il Cavaliere riferisce
di essere stato «accolto
da una standing ovation» insieme con il capo GG
Sì perché l'ex
premier italiano
non sembra affatto
inquieto
dalle
notizie
delle dissidenti
russi bastonati
in piazza, prima
a Mosca e poi a
San Pietroburgo.
Ipse dixit: la
Russia è «un
Paese che crede nella democrazia, non una
democrazia di
secondo
piano».
E fin qui potrebbe
anche
essere un auspicio. Se non che
Berlusconi
si
azzarda anche a
commentare
i
«piccoli fatti»
avvenuti l'altro
ieri a Mosca:
(Continua a pagina 19)
INTERNI
22 aprile 2007
Giustizia e Libertà
19
I Telecom, show di Grillo in assemblea.
(Continua da pagina 18)
diecimila agenti in tenuta
antisommossa scatenati
nel reprimere la marcia
dei dissidenti.
Le immagini degli arrestati, tra i quali l'ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov, fanno il giro del mondo, e
vengono irradiate in Italia anche dalle reti Mediaset.
Ma per Berlusconi la realtà è un'altra.
Questa: la repressione
delle manifestazioni dell'altro a ieri a Mosca è
stata gonfiata dalla stampa.
Come fa a dirlo ?
Semplice: «Ero con Putin mentre parlava con
il ministero dell'Interno», rivela Berlusconi,
aggiungendo che l'opposizione «aveva organizzato dimostrazioni in
strade non concesse dal
comune per questioni di
traffico».
Questioni di traffico.
Per dirimere le quali sono
stati impiegati diecimila
agenti, blindati gli edifici
pubblici, usati cani, metal
detector, posti di blocco,
bloccate le uscite del metrò.
Non basta: lo «zar di Arcore», aggiunge che l'amico Vladimir gli ha riferito come i manifestanti
fossero circa 700, a fronte dei 15 mila sostenitori
del leader del Cremlino
riuniti davanti all'univer-
sità.
Resta da sapere, ma su
questo il Cavaliere di tutte le Russie non ha esternato, se il fatto che fossero stati (cosa peraltro non
vera) «solo 700», gli intralciatori del traffico, ciò
possa giustificare che
170 siano stati fermati,
picchiati e accusati di atti
sovversivi per aver gridato slogan antigovernativi.
Domanda imbarazzante
per lo «zar di Arcore»
che prima di riprendere
l'aereo -giusto in tempo
per non vedere altri intralciatori del traffico pestati e arrestati a San Pietroburgo- per far
ritorno in Italia,
annuncia giulivo:
«Gli ho regalato
(a Puntin, ndr.)
un Dvd della nostra manifestazione in Italia che ha
raccolto 2 milioni
di persone, e gli
ho detto: tutt'al
più di questo dovresti
preoccuparti...».
smantellare questo regime corrotto, inefficace,
che conduce progressivamente il nostro Paese
sull'orlo del baratro».
E ancora: «Alcuni pensano che vi sia della paranoia ma noi dobbiamo far fronte ad un regime che non ha paura
di far scorrere il sangue».
Per Silvio Berlusconi,
successore virtuale di
Vladimir Putin, colui che
si è macchiato di queste
«farneticazioni» non
può che essere un pericoloso sovversivo, magari
un nostalgico di Stalin.
Prima di salutare,
l'annuncio: prossimamente «incontrerò il presidente
Bush», rivela Berlusconi,
e chissà se sarà quella
l'occasione per essere
investito anche della successione alla Casa Bianca.
Un Comunista.
L'autore di questa denuncia è un ex campione di
scacchi, capo dell'opposizione democratica, Garry
Kasparov.
Malmenato e trattenuto
dalla polizia per oltre
dieci ore.
E non certo per intralcio
al traffico.
In attesa della quale, piacerebbe sapere cosa ne
pensi il Cavaliere di tutte
le Russie di questa affermazione: Concentriamo
tutti i nostri sforzi...per
Umberto
De Giovanni
L’Unità
16.04.2007
Riabilitati fascisti, Berlusconi,
servizi deviati, e ora Craxi
Gli elettori potranno giudicarli alle primarie ?
di Stefano Santachiara
Da presidente della Camera Luciano Violante
aveva riabilitato i fascisti
della Repubblica di Salò, complici dei macellai nazisti, equiparandoli ai partigiani; da
capogruppo dei deputati diessini confessò l'accordo con Berlusconi
("Onorevole Anedda,
la invito a consultare
l'onorevole Berlusconi perché lui sa per
certo che gli è stata
data la garanzia piena, nel 1994, quando
ci fu il cambio di Governo, che non sarebbero state toccate le
televisioni. Lo sa lui e
lo sa l'onorevole Letta", dichiarazione alla
Camera, 2 agosto 2002) all'insaputa degli elettori che ancora si
chiedono come mai
non vengano approvati
il ddl Gentiloni e una
seria legge sul conflitto
d'interessi.
Da novello presidente
della Commissione affari costituzionali qualche mese fa ha proposto una norma per estendere la possibilità
di opporre il segreto di
Stato anche agli imputati, proprio nel bel
mezzo del procedimento a carico degli agenti
della Cia e del Sismi
ora sotto processo per
il sequestro di Abu Omar, e subito prima che
il governo ricorresse
alla Consulta invocando tardivamente il segreto di Stato oltre a
promuovere i due imputati Pollari e Pompa
a nuovi incarichi di
primo piano.
Gente che dossierava il
capo della polizia De
(Continua a pagina 20)
20 Giustizia e Libertà
INTERNI
22 aprile 2007
Riabilitati fascisti, Berlusconi, servizi deviati, e ora Craxi
Gennaro, diversi magistrati e politici, e custodiva elenchi dei nemici
del governo Berlusconi
da "disarticolare anche con azioni trauma
tiche", tra cui lo stesso
Violante, il suo compagno di partito Massimo
Brutti, i magistrati dei
pool di Palermo e Milano.
Affetto da sindrome di
Stoccolma, il diessino,
anche quando non reagì
neppure per sbaglio ai
re della parte migliore
delle istituzioni democratiche, magistratura e
polizia, a riabilitatore
di fascisti, difensore di
servizi segreti deviati,
narratore degli accordi
sottobanco con Berlusconi, e ora la chiusura
del cerchio: riabilitatore del pregiudicato latitante Craxi.
"Fece del Psi la punta
di diamante di un
progetto di rinnovamento, fu animato da
un formidabile spirito
L'altra parte di lavoro
sporco di una Casta
che non ha ancora cancellato una legge vergogna, e anzi dopo
l'indulto salva-Previti e
Consorte sta per varare, anzi ha varato, la
legge che imbavaglia
la stampa e limita le
intercettazioni telefoniche della magistratura, spetta al segretario
Piero Fassino, che ascrive expost al Partito
Democratico Bettino
così
come
Craxi,
fiumi d'insulti della Cdl
che lo considerava il
grande accusatore di
Andreotti (invece nulla
c'entrava col processo,
e in ogni caso fu sempre contrario al rinvio a
giudizio del sette volte
presidente del Consiglio), dimenticandosi di
leggere il dispositivo
della sentenza definitiva che ha sancito per
Andreotti il "reato di
associazione a delinquere, estinto per prescrizione, commesso
fino alla primavera
del 1980".
In 10 anni da sostenito-
innovativo
-spiega
Violante al Corriere
della Sera- fu violentemente sincero quando
pose la questione del
finanziamento
della
politica... Quella sincerità fu ignorata da
tutti... Forse era difficile affrontare il tema,
ma se lo avessero fatto, le cose sarebbero
andate diversamente,
con minore ipocrisia.
Questo silenzio fece di
Craxi una sorta di capro espiatorio sull'altare del codice penale".
"Pertini, Nenni, Rosselli, Matteotti".
(Continua da pagina 19)
Si fa più concreto il
rischio di una perdita
di quote di potere dopo
l'uscita del Correntone
Ds e la prospettiva di
un'unica aggregazione
a Sinistra (che potrebbe interessare i fuoriusciti Ds, Verdi, Pdci, Il
Cantiere e Rifondazione Comunista senza
troxkysti) che i dalemiani hanno cercato in
ogni modo di impedire
con la mozione Angius
e la finta preoccupazione per la tuttora incerta collocazione europea del Partito Democratico.
Sui cui meccanismi di
"formazione" si giocherà ora lo scontro
decisivo, coi temuti
rutelliani e veltroniani
da sempre favorevoli si vedrà in questi giorni quanto- alle primarie .
E' dunque in questo
"tutto per tutto",
mentre Di Pietro chiede di non candidare
condannati, che viene
riabilitato in pompa
magna il pregiudicato
latitante Doc.
Non certo per richiamare gli amici dello
Sdi, con cui viaggiano
divisi per non ridurre i
posti disponibili in
cambio di una scarsa
dote elettorale, ma perchè al calar delle carte
la Casta scoprirà il
bluff: rifiuto del meccanismo di "una testa,
un voto" e, se costretti
ad un compromesso,
accettazione di primarie molto "ammorbidi
te" con votazioni preferenziali per i tesserati ai partiti, ancora di
salvezza per il teletrasporto delle oligarchie
senza giudizio degli
elettori.
Luciano Violante, come abbiamo visto, è il
termometro.
Segna il momento giusto per sdoganare l'indecente di oggi e di
ieri per l'impunità di
domani, testando il livello di assuefazione
degli elettori, perché il
passaggio al Partito
Democratico metterà
comunque a nudo
quella parte di classe
dirigente autoreferenziale e legata a doppio Stefano Santachiara
filo con Berlusconi.
INTERNI
22 aprile 2007
Giustizia e Libertà
21
Il Paese dove contano
ricchi e raccomandati
di Mario Pirani (La Repubblica, 02.04.2007)
«L' Italia è tra i paesi
sviluppati, quello a più
alta sfiducia verso le
proprie istituzioni. Le
nostre élite nel complesso
non
manifestano
quelle
caratteristiche
che "fanno classe dirigente"... capacità di guida in quanto a competenze, senso della legalità e responsabilità pubblica».
Questo l' assunto analizzato dal saggio a cura di
Carlo Carboni, dell' Università di Ancona, con un
gruppo di studiosi, allievi
del grande economista
Giorgio Fua (Elite e classi
dirigenti in Italia, Laterza
2007).
L' ho letto subito dopo
aver scritto l' ultima rubrica ("Le micro-Iri locali,
greppie multicolori", Repubblica 26 us) e mi sembra suffraghi, con un approfondimento sociologico e statistico, l' ipotesi
che al centro della crisi
italiana vi sia il degrado
di una classe dirigente,
tramutatasi, sul piano politico, in un ceto auto referenziale dedito principalmente alla occupazione di tutti gli spazi
pubblici.
Un' altra conferma mi è
venuta dalla e-mail
(riassunta nelle "lettere"
del 28 us) del professor
Andrea Lippi dell' ateneo
fiorentino che coordina
un gruppo di ricerca sui
servizi pubblici locali e
sulle proliferanti agenzie,
senza che si riesca finora
ad avere su scala nazionale un database che raccolga ed elenchi «l'imponente movimento di
strutture e poltrone sviluppatosi in questi anni».
A questo punto dobbiamo
porci il seguente interrogativo: se questa è la questione centrale, ce la farà
la "buona" politica -o
almeno quanto di essa
resta come uomini, valori, determinazione- a rovesciare il corso che la
"cattiva" politica, dominante in ogni schieramento, ha impresso alla so-
mandazione clientelare,
la sponsorizzazione di
parte, fanno premio su
professionalità e competenza tecnica.
III) Occupazione di posti "inventati" o moltiplicati:
si
tratta,
appunto,
di
quelle
che
ho chiamato
le
mini-Iri
(con rispetto
parlando
dell' Iri che
ha avuto un
grande ruolo
nello sviluppo economico.
Soprattutto
su scala locale con dinamica
esponenziale dopo l'avvento
del
f ederalismo,
Mario Pirani
sono
nate
centinaia
e
centinaia
di
strutture
locietà italiana ?
cali, entità inutili, suddiPer rendere più chiaro il visioni per gemmazione,
dilemma elencherò in società partecipate a loro
modo schematico i tre volta proliferanti a cascagradi dell'occupazione ta, duplicati degli assespartitocratica.
sorati (ci sono gli assessorati alla Sanità ma anI) Occupazione legitti- che le agenzie per la Samata dal voto diretto, nità, gli assessorati per la
con l' avvertenza che l' Scuola ma anche le Aavvento del governo ter- genzie per il diritto allo
ritoriale
multilivello, studio, gli assessorati all'
fino ai consiglieri di cir- Ambiente le agenzie per
coscrizione, tutti stipen- la difesa del suolo, gli
diati, ha allargato a li- assessorati all' agricoltura
velli inusitati negli altri e le agenzie per lo sviluppaesi la percentuale di po e l' innovazione dell'
rappresentanti
eletti agricoltura.
pagati dall' erario.
E poi infinite Società di
II) Occupazione delle sviluppo, variamente batcariche o anche di posi- tezzate, le agenzie per lo
zioni inferiori negli or- sport, gli istituti regionali
ganismi che ricadono di studi giuridici e chi più
nell' ambito pubblico ne ha più ne metta.
(dalla Sanità alla Magi- Con consigli di amministratura, dalla P. A. all' strazione apparati di seeconomia) dove l' ap- greteria, parco macchine
partenenza, la racco- e quant' altro).
Tutti questo ha cancellato
le tre parole chiave che
dovrebbero ispirare le
ambizioni delle giovani
generazioni:
merito,
competizione, senso di
responsabilità.
Ha generato il discredito
della politica.
Infine ha cancellato ogni
differenza valoriale tra
sinistra, centro e destra
che non sia quella di agenzie di collocamento in
concorrenza tra loro.
Come prova il saggio di
Carboni questi comportamenti hanno finito per
influenzare negativamente la società tanto che da
una inchiesta internazionale (World Values Survey) risulta che «tra gli
italiani il merito come
criterio di selezione riscuote un consenso inferiore a quello riscosso
tra la popolazione dei
principali paesi europei..... la selezione dei
nuovi ingressi è spesso
demandata a gruppi e
affiliazioni che richiedono fedeltà prima che
competenza, prestigio
ereditato piuttosto che
merito e talento.... La
nostra élite appare una
classe dirigente mediocre e, nel complesso,
inadeguata a gestire le
sfide del mercato e della
democrazia. .. i cittadini
pensano che ciò che serve per essere cooptati
nelle élite sono sì grande proprietà e ricchezze, ma sempre più spesso una robusta rete di
relazioni che contano...
che a governare sarebbero non i migliori ma i
ricchi e i raccomandati».
Se volete saperne di più
leggetevi il saggio.
Costa solo 10 euro.
MARIO PIRANI
22 Giustizia e Libertà
INTERNI
22 aprile 2007
“Emergency Cicchitto”
di Gaio Gracco
C’è un’emergenza in corso, questo è ormai chiaro, e si chiama Cicchitto.
Difficile dire se quelli di Emergency possano o vogliano intervenire ma certo il caso si fa delicato. Chi avrà visto l’ultima puntata di Anno Zero se ne sarà reso conto, il poveretto, nell’adempimento del suo dovere, è ormai allo stremo. Il guaio è che sembra non rendersene conto. Il suo mandato era dimostrare che il governo ha sbagliato a salvare la vita del giornalista di Repubblica con la liberazione di alcuni talebani, e in questo senso ce l’ha messa davvero tutta,
prodigandosi come alfiere di un’opposizione che in passato non è mai scesa a patti con l’avversario.
Peccato che fossero tutte balle. Ma visto che lo pagano per questo, che poteva fare? Solo i meno
giovani dei cittadini italiani hanno avuto modo di conoscere chi è e da dove viene il personaggio in questione.
Nel folto gruppo dei portaborse e maggiordomi che si aggiravano intorno a Craxi negli anni ’70-‘80 era
il più incolore, al punto che difficilmente si può collegare la sua persona a qualcosa di significativo.
“Cicchitto, chi era costui ?” si sarebbe chiesto Don Abbondio. Sparito Craxi e dissoltosi il PSI, il
buon Cicchitto si è posto il problema di come sbarcare il lunario e, seguendo l’esempio di altri compratioti del partito del garofano, ha concluso che l’unica era passare, armi e bagagli, nella Casa delle
Libertà, al servizio del nuovo padre padrone giunto da Arcore.
Nella sua nuova collocazione però, si è reso conto che la concorrenza era feroce e per sopravvivere
bisognava fare a gara a chi si dimostrava più fedele tra i fedelissimi.
Nominato insieme a Bondi rappresentante della CdL, è riuscito, sgomitando col medesimo, ad apparire
più realista del re, e a difendere qualsiasi tesi avanzata dal proprio capo senza nessun timore di suscitare ilarità. Il risultato è che se Silvio B. dicesse che gli asini volano, Bondi direbbe un attimo dopo che in effetti di animali della specie se ne vedono spesso, mentre Cicchitto si presenterebbe la sera stessa a “Porta a porta”, “Otto e mezzo”, “Ballarò” e “Anno zero”, per chiarire:
1) che la sconfitta dei comunisti è dovuta anche all’accertata capacità degli asini di volare e di essere
quindi utilizzati contro le truppe bolsceviche
2) che nella CdL è da tempo aperto il dibattito, con l’apporto dei confratelli di AN e Lega, sull’utilizzo
degli asini volanti
3) che i tentativi di ignorare,come fa Prodi, l’apporto degli animali in questione nella lotta al terrorismo, sono riprovevoli tenuto conto del rapporto fraterno che ci unisce agli Stati Uniti.
Il tutto con la faccia seria e senza timori di scoppi di risa tra il pubblico.
Tenuto conto di un simile decisivo apporto alla storia politica italiana, è doveroso includere l’on Cicchetto nel Guiness dei primati alla voce: Autocontrollo nel presentare come serie dichiarazioni di puro contenuto fantascientifico.
♦
Un cuore che batte
di Masaniello
E’ nato: è il prodotto di un unione di fatto tra ds e margherita.
Per questo lo si poteva chiamare “Dico” ma hanno preferito chiamarlo partito democratico, chissà perché la parola democrazia viene infilata dappertutto, anche quando bombardano l’Iraq e l’Afghanistan. E’ nato tra la commozione generale, le lacrime di Fassino
hanno, per un momento, riattivato il battito del nostro cuore, il cuore dell’elettorato di
sinistra reso bradicardico dalla mancanza di emozioni tranne che durante le votazioni al Senato
dove, al contrario si andava ogni volta in fibrillazione. Dunque emozioni e passione politica, ne
sentivamo il bisogno dopo mesi di apatia, galleggiamento ricatti e compromessi.
Al congresso dei ds, più che a quello della margherita (in questa ultima sede aleggiava l’incerta
“collocazione” della Binetti) abbiamo visto gente entusiasta, applaudire freneticamente politici
che, in altre occasioni avevano contestato, ci è sembrato di cogliere una rinnovata voglia di partecipazione che la base sembrava aver smarrita dopo il primo anno di una legislatura non del tutto soddisfacente.
Non so quanto durerà questo entusiasmo, forse il tempo di riorganizzarsi per nuove divisioni all’interno del neonato soggetto politico stante anche la disponibilità delle poltrone disponibili.
Ma si sa, in questo siamo maestri. Si spera invece che sia l’inizio di un grande progetto che torni
a coinvolgere le masse e che faccia ancora battere i cuori della passione politica. Guai se sarà
un'altra delusione, non possiamo permettercelo, non possono permetterselo, sarebbe la fine.
L’occhio, l’elettorato vi guarda e vi giudica, anche se non sempre questo ha costituito un deterrente. Il giorno 21 Aprile 2007 è nato, è maschio, è stato battezzato “PD”, al momento sembra
gracilino ma se lo curiamo amorosamente potrà crescere e irrobustirsi, lunga vita a lui e ai suoi
“due papà”.
♦
INTERNI
22 aprile 2007
Giustizia e Libertà
23
La mercificazione della vita
di Aldo Antonelli
Bang! Bang! Viva
l'America!
Boom!
Boom!
Muoiano gli americani!
Vi scandalizzate?
Io no.
Cosa c'è da gridare allo scandalo in un mondo senza più
relazioni?
Parlo di relazioni tra persone,
tra persona e persona....!
L'America è una landa desertificata dal commercio e noi
europei, se staremo a ruota,
presto lo diventeremo.
E mi fanno rabbia di commiserazione i difensori del "libero
commercio", i "minus abens"
chierichetti del capitalismo
straccione vederli appiccicati
al Mammuth del "familismo
cattolico", della morale borghese che si ciba di ideali alti
mentre li uccide.
Dopo gli impegni della Pasqua, ho ripreso la lettura del
bellissimo libro di Riccardo
Petrella: "Una nuova Narrazione del Mondo", edito da EMI,
che ho acquistato a Pistoia in
un corso di Studi sull'America
Latina in cui è intervenuto lo
stesso Petrella.
Alle pagine 90-94 leggo quanto di seguito e con il che vi
saluto.
Il secondo aspetto è che,
attraverso il Diritto di Proprietà Intellettuale, il capitale ha ottenuto l’autorizzazione ad impadronirsi
legalmente della proprietà
e/o dei diritti di sfruttamento di tutto ciò che fa
parte della vita.
Gli accordi TRIPS del ‘94
hanno considerevolmente
esteso la nozione di proprietà intellettuale e il suo
campo di applicazione, allargandolo alla sfera del
vivente.
Così facendo, hanno per
esempio reso obsoleto il
“diritto dei contadini”,
definito dalla FAO, che
assicurava ai contadini
una sorta di “diritto comune” in materia di manipolazione e sfruttamento del
capitale seminativo.
stati poi rafforzati e completati a partire dal 1996,
quando il Congresso degli
Stati Uniti ha deciso di autorizzare la libertà di ricerca e di brevetto sugli organismi microbiologici, vegetali e animali, nonché umani.
La brevettabilità del vivente è stata autorizzata anche
dall’Unione Europea nel
1998, sotto la pressione del
mondo industriale e finanziario europeo, preoccupato per le pesanti minacce
che avrebbero pesato sulla
competitività dell’Europa,
nel caso in cui la possibilità di brevettare il vivente
non fosse stata concessa
alle imprese europee.
Con la “creazione” del
“villaggio mercato globale”, assistiamo all’affermaGli accordi del 1994 sono zione di una “nuova” cul-
tura della conquista.
Il “nuovo” mondo mondializzato è considerato
come un insieme di giacimenti di ricchezza da sfruttare.
Si riparla con entusiasmo
di “nuove” frontiere da
spostare, di una “nuova”
epopea di costruzione di
“nuove strade” (le superautostrade mondiali dell’informazione a larga
banda).
Il “villaggio globale” è
sentito e vissuto come un
nuovo terreno di scontro
tra i migliori candidati al
potere mondiale.
I “Nuovi Conquistatori” si battono - o cooperano - per appropriarsi, controllare e governare le risorse, rappresentate oggi
dall’informazione, dalla
(Continua a pagina 24)
Robe da pazzi
"Per risolvere la situazione in Iraq - un Iraq in grado di governarsi,
mantenersi e difendersi da solo - non basta un'operazione militare.
L’accordo noto con l’acro- Ed è esattamente per questo motivo che ho inviato più soldati a Banimo TRIPS (Trade Rela- ghdad"
ted Intellectual Properly (George W. Bush a Washington il 3 aprile scorso)
Aldo
Rights) impegna ogni paese
membro della WTO - quindi quasi tutto il mondo - a
creare una legislazione per
proteggere i diritti di proprietà intellettuale, cioè i
marchi registrati, le indicazioni geografiche (prodotti
che hanno per nome una
località che ne individua le
caratteristiche), i disegni
industriali, i brevetti, i segreti di fabbricazione, i circuiti integrati, i disegni topografici...
Tutto secondo le regole stabilite dai paesi occidentali.
"Dio ci ha dato il diritto di possedere le armi!
L'America è un paese fondato sulla violenza, per questo le armi sono necessarie"
(Charlton Heston, attore una volta pacifista)
"Spacciare droga non è incompatibile con l'assenza dal lavoro per
malattia"
(Lo dice una sentenza d'assoluzione (assoluzione!) di un maresciallo dell'esercito
che, mentre figurava agonizzante nel suo letto di dolore, vendeva eroina ai tossici
a 1.476 chilometri dal suo luogo di lavoro. Tribunale militare di Padova)
Volete sapere chi è lo sponsor del concerto che accoglierà il Papa
sabato sera nella basilica di Santa Maria del Carmine a Pavia?
Marcello Dell'Utri:
- condannato in via definitiva a due anni di carcere per frode fiscale
La durata della protezione
e false fatturazioni
accordata dal brevetto va - condannato in primo grado a 9 anni per associazione mafiosa
dai 20 ai 25 anni.
Il TRIPS mette in evidenza - condannato in primo grado a 2 anni per estorsione!
due aspetti importanti.
Il primo è che la liberalizzazione è a senso unico,
ovvero funziona sempre a
favore delle imprese. Visto
che la stragrande maggioranza dei brevetti appartiene alle imprese dei paesi
del Nord, il sistema di protezione opera a favore dei
beni e dei servizi già brevettati.
Trochetti Provera: chi è costui?
Per la cessione della Cavi Pirelli la Bicocca incassò 1,3 miliardi, ora
la valutazione è vicina ai 3 miliardi.
"Non era un'attività strategica" (In due parole non portava soldi) ebbe a dire nel luglio del 2005 quando decise di cerdela. Oggi quella
società, che ha cambiato nome e si chiama Prysmiam, non strategica per il nostro Tronchetti Provera, si quota in borsa con un prezzo
tre volte superiore a quello di cessione....
Ma come è bravo !!!!!!!!!!!!!!!
AA
INTERNI
24 Giustizia e Libertà
22 aprile 2007
La mercificazione della vita
doch; le società finanziarie
tecnologia, dalla conoscen- quali Merrill Lynch, Morza, dall’acqua...
gan Stanley, City Bank,
Fidelity; le società di distriI “Signori della Terra” buzione commerciale come
non sono più i grandi pa- Wal Mart (multinazionale
droni industriali, come i USA), Carrefour (multinaRockfeller, i Ford, i Thyssen, zionale
francese);
i
i Solvay o i “re” del petrolio “Signori dell’Acqua”, come
e delle ferrovie.
Vivendi-Veolia, Nestlé, DaOggi sono Bill Gates di Mi- none, Coca-Cola; i “Signori
crosoft, Sergey Brin e Larry della Vita”, come Novartis,
Page di Google, John Cham- Monsanto, Pfizer e Sygenbers della Cisco System, ta.
Bertelsmann, Rupert Mur- Se le nuove biotecnologie
(Continua da pagina 23)
continueranno a svilupparsi in un quadro liberalizzato e deregolamentato, fondato sul principio dell’appropriazione privata del
vivente, le imprese sopra
citate, e in misura minore
quelle del complesso agroalimentare, potranno sperare di diventare i principali “signori della Terra” nel
corso dei prossimi venti
anni. Tutto dipenderà dalle
scelte politiche che faranno le società occidentali
nel campo della salute,
della genetica e dell’agroalimentare.
Dipenderà anche dall’eventuale assenza, nei paesi
poveri, di “rivolte mondiali”
contro la manomissione e
lo sfruttamento delle loro
risorse naturali ad opera
delle grandi potenze industriali e finanziarie del
mondo.
Aldo Antonelli
Al Family Day con i Killing Mother
di Michele Serra (L’Espresso 13.04.2007)
Fervono i preparativi per il Family
Day, che poi sarebbe il Giorno della
Famiglia, ma per
vendere i diritti televisivi all'estero ha dovuto adeguarsi, sul modello della Coppa
dei Campioni ribattezzata Champion's League. Il numero dei partecipanti si preannuncia imponente, soprattutto grazie al contributo di parecchi politici del centrodestra che porteranno in piazza almeno due o tre famiglie. Si
temono tafferugli per la conquista della testa del corteo: il Coordinamento delle Seconde Mogli
ha fatto sapere di non potere accettare una posizione defilata, ma
dovrà vedersela con l'Unione di
Primo Letto, potentissima lobby
che sfila sventolando testamenti,
rogiti e carte da bollo. La questione sarà probabilmente risolta
facendo aprire il corteo da un
cordone di parroci, che non avendo famiglia sono i più indicati
per mantenere la calma.
È un'incognita l'atteggiamento
dei Collettivi Autonomi Amanti,
da sempre in clandestinità. Lo
storico centro sociale Buonasera
Dottore, che raccoglie le veterane
e i veterani della relazione adulterina, minaccia di bruciare in
piazza le migliaia di pullover e di
cravatte ricevuti furtivamente a
Natale dal proprio partner mentre
era a Cortina in famiglia. Probabile un corteo autonomo, con
concentramento al Motel Le Rose sul raccordo anulare, e un per-
corso a zig-zag per depistare gli Day, di coprirsi l'ombelico. Ci
investigatori privati.
applicheranno sopra un adesivo
con la scritta 'Sex Forever'.
Molto complicate la trattative
per convincere a sfilare nel cor- Pittoresco si preannuncia il corteo principale anche i figli. I più teo dei nonni e delle nonne, che
piccoli, dopo una sfibrante con- sarà aperto da dieci coppie che
certazione, hanno accettato di festeggiano le nozze d'oro, acpartecipare a patto che siano ri- compagnati dalle badanti slave
forniti di palloncino, zucchero che gli spiegano dove sono. I
filato, skate-board, zainetto fir- cugini, i cognati e gli zii, riuniti
mato e scarpe fosforescenti con i nel rassemblement Parenti in
sonagli e le luci di posizione. Per Campo, saranno presenti dietro
evitare di smarrirsi, saranno pre- lo striscione 'Vengo a cena ma
ceduti da un enorme schermo non stare a preparare niente di
televisivo che trasmette cartoni speciale', e leggeranno un docugiapponesi. Secondo uno studio mento programmatico con dieci
distribuito dagli organizzatori, il menù elaborati. Un loro rappresentimento della famiglia è, nei sentante chiederà al Parlamento
più piccini, particolarmente for- di codificare, finalmente, la prate, anche se il 56 per cento è con- tica dell'autoinvito.
vinto che la madre sia Cristina
D'Avena e il padre il campione Acceso dibattito, tra gli organizzatori, sull'eventuale adesione di
di wrestling Undertaker.
famiglie molto tradizionali e
Ancora più difficili le trattative devote, da Cosa Nostra alla Sacon gli adolescenti: ore di di- cra Corona Unita, fondamentali
scussione inutili perché i rappre- nel processo identitario della
sentanti dell'Unione Teen Agers società italiana, ma sorde alla
avevano le cuffiette dell'i-Pod richiesta di partecipare disarmanelle orecchie e non hanno capi- te. Si cerca un compromesso:
to una mazza. Alla fine, in cam- accettare chi è munito di porto
bio di una mancia di 50 euro e di d'armi, oppure chi si fa accomuna felpa della band Killing Mo- pagnare da un secondino. Stupother, hanno promesso che sfile- re per l'invito degli organizzatoranno per poter filmare i nonni ri a nuclei familiari formati da
che cadono e si fratturano il fe- membri obesi. Si è poi capito
more e metterli su YouTube nel- che lo scopo era avere in corteo
la sezione 'video divertenti'. Al- anche le famiglie allargate.
cuni volontari, muniti di pertiche Molti gli intellettuali che hanno
con l'uncino, seguiranno il corteo annunciato la loro adesione: Fedei ragazzi per raccogliere i pan- derico Moccia.
taloni a vita bassa che cadono a
terra. Le adolescenti hanno pro- ♦
messo, in occasione del Family
22 aprile 2007
ESTERI
Giustizia e Libertà
25
IL VERTICE della MODERAZIONE
di Abd al-Bari Atwan *
(segnalato da Massimiliano Caruso)
Il XIX Vertice arabo
ha concluso i propri
lavori a Riyadh rilanciando l’iniziativa di
pace araba, ma allo
stesso tempo ha adottato risoluzioni strane e
senza precedenti -come
ad esempio quella di
diffondere la cultura
della moderazione e di
rivedere i metodi di
insegnamentoche
sembrano ricalcare le
indicazioni del segretario di Stato americano
Condoleezza Rice.
scorso tutte le richieste
del Quartetto internazionale -come il rifiuto
del terrorismo ed il riconoscimento di Israele- è la conferma dell’inserimento di Hamas all’interno del
campo dei moderati,
anche se per il momento in qualità di
semplice osservatore.
Non conosciamo il tipo di moderazione che
il Vertice arabo cercherà di diffondere,
ma sappiamo che questo concetto emerse
con forza nel mondo
arabo nel corso dell’aggressione israeliana
contro il Libano, e
venne applicato a quei
Paesi che la appoggiarono in maniera indiretta quando attribuirono a Hezbollah la responsabilità
dello
scontro, per aver provocato lo Stato ebraico
con una operazione di
guerriglia che portò
all’uccisione di tre soldati israeliani ed alla
cattura di altri due.
Il rilancio dell’iniziativa di pace non significa che i leader arabi
prenderanno i suoi articoli alla lettera, visto
che diversi responsabili arabi -fra cui lo stesso segretario della Lega A raba Amr Moussahanno affermato che
essa sarà solo il punto
di partenza per i negoziati futuri.
La riconciliazione palestinese della Mecca
era il prerequisito fondamentale per riproporre questa iniziativa,
perché garantisce il
passaggio di Hamas A quanto sembra, la
dal fronte del rifiuto moderazione consiste
islamico palestinese nel riconoscere lo Staalla casa della sottomissione araba.
La presenza di Ismail Haniyyeh in
qualità di primo
ministro del governo di unità nazionale palestinese, dietro al presidente
dell’ANP
Mahmoud Abbas,
che ha voluto ripetere nel suo di-
to ebraico, nel non
protestare per le aggressioni da esso perp e t r a t e ,
e
nell’accettare il suo
programma nucleare nel cui ambito sono
state prodotte finora
più di 300 testate atomiche- come sostegno
alla nazione araba nel
suo confronto con il
nemico iraniano.
Sembra che il contrario della moderazione
consista invece nel rimanere fedeli ai principi, cosicché ogni richiesta di utilizzare
l’arma della resistenza per liberare le terre arabe è
il contrario della
moderazione,
e
qualsiasi accenno
alla possibilità di
privare
Israele
delle sue armi
nucleari è una
deviazione
in
contrasto con i
nuovi
orientamenti di tolleranza.
quello di rendere le università arabe più progredite dell’Università di Harvard, o di
Oxford, o di Princeton, bensì
quello di eliminare tutto ciò
che può incitare alla resistenza ed al jihad, che chiama i nemici con il proprio
nome, e che si appella alla
dignità della nazione araba.
All’interno dell’ultimo vertice non abbiamo invece ascoltato le cose che avevamo
ascoltato ai vertici precedenti, ed in particolare a quelli
di Tunisi e di Algeri, non
abbiamo sentito parlare di
riforme politiche, economi(Continua a pagina 26)
La revisione dei
metodi decisa dal
vertice arabo non
ha come obiettivo
In alto: Condoleeza Rice; in basso, da sinistra: Abdullah Badawi,
Pervez Musharraf, Recep Tayyip Erdogan
ESTERI
26 Giustizia e Libertà
22 aprile 2007
IL VERTICE della MODERAZIONE
(Continua da pagina 25)
che, o sociali nel mondo
arabo.
Non abbiamo sentito un
solo leader arabo ac cennare a tali questioni.
Perché tanta freddezza
di fronte a questioni così
importanti, che erano
prioritarie nei vertici
passati ?
Forse perché queste riforme si sono tradotte in
pseudo-elezioni in Arabia Saudita, in emendamenti costituzionali che
confermano la dittatura,
prolungano le leggi di
emergenza, ed aprono la
strada alla trasmissione
ereditaria del potere in
Egitto, ed in un aumento
degli arresti nella maggior parte degli altri Paesi arabi ?
E’ chiaro, come risulta
dal comunicato conclusivo del vertice, che la
moderazione è ormai un
sinonimo di dittatura, di
repressione, e di esproprio delle libertà, visto
che la maggior parte dei
Paesi arabi dell’asse dei
moderati sostenuto dagli
americani è fra i Paesi
più dittatoriali.
Vi sono invece Paesi al
di fuori di questo asse
che offrono delle lodevoli esperienze di democrazia, come ad esempio
il Marocco.
La decisione del vertice
arabo -alla presenza di
numerosi leader islamici- di diffondere la cultura della moderazione è
un riconoscimento senza
precedenti del fatto che
gli arabi sarebbero la
fonte dell’estremismo e
del terrorismo nel mondo.
Si tratta di un riconosci-
mento pericoloso sotto
tutti i punti di vista, poiché l’estremismo è stato
imposto agli arabi dagli
Stati Uniti d’America e
dalle loro guerre di distruzione in Iraq, oltre
che dal loro continuo
sostegno all’aggressione
israeliana in Palestina.
Sono queste politiche ad
aver provocato uno stato
di frustrazione e di disperazione all’ombra di
regimi arabi inetti e dittatoriali, e ad aver spinto
la gioventù araba ad aderire a gruppi estremisti, sia islamici che laici.
Noi vogliamo rivedere i
metodi adottati e diffondere la cultura della moderazione, ma al fine di
ottenere riforme interne
reali, e non al fine di
mettere la regione al
servizio delle guerre americane, e di rinunciare alla sostanza della
questione palestinese
per far piacere al presidente Bush e per coinvolgere lo Stato ebraico
in un processo di pace
basato sulle condizioni
che esso stesso ha imposto.
Molti hanno lodato il
discorso del re saudita
Abdallah bin Abdelaziz, e
l’articolo del comunicato conclusivo in cui si
riconosce che l’Iraq si
trova sotto un’occupazione straniera illegale,
ma nessuno si è chiesto
chi è che ha facilitato
l’occupazione dell’Iraq
ed ha collaborato con
essa, appoggiando i progetti politici che hanno
portato il Paese ad una
guerra civile su base
confessionale.
Sono i Paesi arabi moderati ad aver appoggiato l’invasione e ad aver
sostenuto l’assedio imposto all’Iraq per più di
dieci anni.
Sono loro che hanno
incitato a rovesciare il
regime iracheno, e che
ora fingono di piangere
per le sorti di questo
Paese, e condannano
l’occupazione considerandola illegale, perché
essa è andata a vantaggio dell’Iran, il Paese
che ha preso il posto
dell’Iraq e del regime
baathista come fonte di
minaccia per la stabilità
dei Paesi vicini.
Essendo questa la sua
situazione, come potrà
egli presentare concessioni importanti alla
controparte araba ?
La folta presenza al vertice di leader del mondo
islamico sunnita, come
il presidente pachistano
Pervez Musharraf, il primo ministro turco Recep
Tayyip Erdogan, ed il
primo ministro malese
Abdullah Badawi, racchiude in sé una grande
importanza.
Essa indica infatti che ci
troviamo di fronte ad
una nuova suddivisione
del mondo islamico, una
suddivisione che si basa
Le prossime settimane sulla contrapposizione
saranno ricche di even- fra un campo sunnita ed
ti, e metteranno alla un campo sciita.
prova l’iniziativa di pace araba e la reale vo- Questo vertice potrebbe
lontà della controparte essere il vertice di fondi confrontarsi con es- dazione del primo di
questi due assi: l’asse
sa.
che prenderà parte alla
Nel caso in cui Israele prossima guerra contro
chiedesse, a chi ha pa- l’Iran.
trocinato il vertice araSembra che spesso il
bo e si è fatto promotodiscutere di iniziative di
re dell’iniziativa di papace faccia da prologo
ce, di aprire una trattatialle nuove guerre della
va diretta per discuterne
regione.
i dettagli, resta da vedere se l’Arabia Saudita Così fecero nel 1991
accoglierà una simile quando distrussero l’Iraq, così fecero nel 20richiesta.
Rilanciare l’iniziativa 03 quando lo invasero.
di pace significa infatti E così stanno facendo
compiere sforzi diplo- adesso per preparare
matici a tutti i livelli l’attacco all’Iran.
con l’obiettivo di coinvolgere la controparte. Abd al-Bari Atwan
Il problema è che la
controparte israeliana in * Giornalista palestiquesto momento è mol- nese residente in Gran
to debole, visto che Ol- Bretagna, direttore di
mert gode di un soste- al-Quds al-Arabi
gno popolare molto esi- http://www.alquds.co.
guo e deve far fronte a u/index.asp?fname=to
numerose accuse di cor- day29z28.htm
ruzione.
22 aprile 2007
STAMPA ESTERA
Giustizia e Libertà
27
. . . dalla Stampa Estera
(al 19.04.2007)
di CaLmBiG
La Corte Suprema degli
Usa nega i diritti costituzionali ai detenuti di
Guantanamo
La decisione della Corte Suprema americana -criticata dai gruppi per i diritti
umani- di respingere la richiesta dei
detenuti di poter ricorrere ai Tribunali nordamericani, un diritto previsto dalla Costituzione ma che è
negato ai detenuti di Guantanamo perché considerati
combattenti stranieri irregolari, segna un'indiscutibile
vittoria per il presidente George Bush e per i suoi
metodi di lotta al terrorismo.
Si tratta di una decisione cruciale, scoraggiante per i
detenuti e per le organizzazioni dei diritti umani che
avevano combattuto per anni contro l'irregolarità della prigione, che chiude le porte della giustizia ordinaria - almeno per adesso - ai circa 400 detenuti nella
base militare statunitense nell'isola di Cuba.
Sei dei nove membri della Corte Suprema hanno respinto i ricorsi degli avvocati di 40 detenuti, dopo
che un tribunale federale già in passato si era pronunciato contro la revisione dell'habeas corpus per i
detenuti di Guantanamo.
La Corte Suprema non ha tuttavia scartato l'ipotesi di
ritornare a pronunciarsi se la situazione legale dei
detenuti dovesse ulteriormente deteriorarsi.
Ai detenuti per il momento non rimane altra possibilità che difendersi, in primo luogo, davanti ad alcune
commissioni militari speciali addette a pronunciarsi
sulla legalità della loro detenzione, e in secondo luogo davanti ad altri tribunali castrensi che li giudicheranno.
In due occasioni, dal 2004, la Corte Suprema si è
pronunciata contro la legalità dei tribunali militari
creati dal Governo per i combattenti irregolari.
E in due occasioni il Governo è riuscito a modificare
la legge nel Congresso fino a quando, finalmente, ha
ottenuto una decisione della Corte Suprema in suo
favore. L'amministrazione americana tenterà ora di
accelerare la comparizione dei detenuti davanti alle
commissioni militari allo scopo di stabilire un status
legale definitivo di Guantanamo ed evitare nuove
azioni giudiziali contro.
http://www.elpais.com/articulo/internacional/
Supremo/EE/UU/niega/derechos/constitucionales/presoGuantanamo/elpepuint/20070403elpepiint_3/Tes
L'esercito israeliano indaga sui
casi di "scudi umani" a Nablus
Sono circa le 5 di domenica 25 febbraio quando dei
colpi echeggiano alla porta svegliando Amid Amira,
15 anni, ed i sette membri della sua famiglia. Naima,
la madre, apre la porta ritrovandosi faccia a faccia
con i soldati israeliani.
L'operazione "Inverno caldo" è appena iniziata nella casbah di Nablus, nel nord della Cisgiordania, in
quello che è considerato da Tsahal un "nido di ter-
roristi".
Alla famiglia viene intimato di abbandonare la casa
prima che inizi la perquisizione. Non avendo trovato
niente, i soldati chiedono ad Amid dove si trova un
sospettato di nome Amer.
Amid non ne sa niente, così la portano nella casa vicina dove abita suo zio. "Mi hanno detto di entrare, di aprire tutte le porte e gli armadi, di accendere le luci e poi hanno lanciato un fumogeno e
mi hanno chiesto di precederli nei locali. Sparavano in ogni camera. Mi hanno ordinato di restare nell'ultima e, dopo non aver trovato niente, mi
hanno detto di andare", racconta questo giovane
ragazzo intervistato da Gidéon Lévy per il quotidiano
israeliano Haaretz.
Il giornalista ricorda anche il caso di una bambina di
11 anni, Jihan Dadush anche lei utilizzata come
"scudo umano" dall'esercito israeliano alla ricerca di
attivisti palestinesi il 28 febbraio.
"Mi hanno chiesto dove erano i combattenti e le
gallerie. Ho detto loro che non lo sapevo. Mi hanno minacciato di arrestarmi e allora ho indicato
un appartamento vuoto. Quando siamo arrivati
mi hanno chiesto di entrare e hanno illuminato i
locali con un laser posto sul loro fucile. Sono andati in tutte le camere e quando tutto è finito mi
hanno dato un dolce e mi hanno detto di non dire
niente ai miei genitori altrimenti mi avrebbero
ucciso".
Una televisione privata israeliana, ha diffuso giovedì
sera 15 marzo le immagini girate da Associated
Press in cui si vede un uomo utilizzato dai soldati
per entrare in tre case.
L'organizzazione di difesa dei diritti dell'uomo nei
territori occupati, B'tselem, ha chiesto fin dall'8
marzo l'apertura di un'inchiesta su questi fatti che
"costituiscono una violazione flagrante delle leggi
umanitarie internazionali e sono vietate dall'esercito".
L'utilizzo di "scudi umani" era stato infatti formalmente proibito da una decisione della Corte Suprema israeliana dell'ottobre 2005.
Il ricorso a questa pratica all'epoca dell'offensiva
della primavera del 2002 in Cisgiordania aveva sollevato numerose critiche. Nel mese di agosto Nidal
Daragmeh, un studente palestinese di 19 anni, utilizzato dai soldati per entrare all'interno delle case sospette, era stato ucciso in una sparatoria a Tubas, in
Cisgiordania.
Davanti alla Corte l'esercito si era difeso affermando
che il ricorso ai vicini per procedere alle perquisizioni permetteva di "proteggere i civili facilitando le
evacuazioni" e "aumentava le probabilità di fermare pacificamente gli attivisti", ma i giudici avevano rigettato questi argomenti condannando questi
metodi.
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@23218,36-884359@51-803567,0.html
Microsoft cerca di avvantaggiarsi
(Continua a pagina 28)
28 Giustizia e Libertà
STAMPA ESTERA
22 aprile 2007
… dalla stampa estera (al 19.04.2007)
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dell'immagine del Presidente Chávez per lanciare Windows in Venezuela
La Microsoft ha inviato una lettera al Presidente venezuelano Hugo Chávez, sollecitandolo a sostenere
un progetto per la traduzione dei programmi Microsoft Windows e Microsoft Office nella lingua wayuunaiki, parlata dagli indigeni Wayuu che abitano
in Venezuela e Colombia.
"E' nostro interesse che lei sostenga un progetto
di impatto positivo per le etnie indigeni locali, mediante lo sviluppo dei nostri programmi Office e
Windows in lingua Wayuu, che darà alla comunità indigena che parla questa lingua l'opportunità
di inserirsi nel processo di integrazione sudamericana".
L'iniziativa di Microsoft è la riproposizione di esperienze realizzate in Cile, Perù, Bolivia ed altri paesi
latinoamericani per produrre versioni di Windows in
lingua Quechua e Mapuche, senza però ottenere molto appoggio da parte dei paesi indigeni.
Sebbene siano passati più di cinquecento anni da
quando le nazioni europee iniziarono la conquista
dell'America, l'Imperialismo non è una forma nuova
per cercare di conquistare i paesi. Quando i padri gesuiti spagnoli vennero nelle Americhe nel XVII secolo, si accorsero che la lingua dei mapuches e di
altri paesi indigeni non aveva nessuna forma di scrittura e allora ne svilupparono una. Ma non lo fecero
disinteressatamente: la loro finalità non era aiutare
gli indigeni a preservare la loro cultura, bensì evangelizzarli e convertirli al cristianesimo.
Oggi Microsoft cerca di portare a milioni di indigeni
latinoamericani il suo prodotto, ma non con il fine
disinteressato di aiutarli a preservare la loro cultura,
bensì per guadagnare nuovi utenti per i suoi programmi. Si cerca di creare dipendenza dalle sue soluzioni che, essendo esclusive e chiuse, non offrono
beneficio tecnologico né sovranità ai paesi, nessuna
possibilità di capire come funzionano i suoi programmi e impediscono che programmi ed applicazioni libere possano essere adottate ed utilizzate dai paesi indigeni.
Prova di questo è quello che è successo in Bolivia,
dove Microsoft ha firmato un accordo col governo
del presidente Evo Morales per produrre Windows ed
Office tradotto in lingua Quetchua, ma il pacchetto è
disponibile per chi ha comprato entrambi i prodotti
legalmente. Office viene venduto da Microsoft a 400
dollari e Windows XP costa poco più di 100 dollari,
con un impatto sociale sulla popolazione indigena,
che dispone di basse risorse, insignificante. Invece
Microsoft si è avvantaggiata molto facendo una gran
pubblicità sui mezzi di comunicazione nazionali ed
internazionali delle sue versioni di Windows in lingue indigene.
Microsoft è stata oggetto di diverse inchieste negli
Stati Uniti ed Europa per le sue pratiche monopolistiche. Ha interferito in paesi come Perù e Spagna, cercando di contrastare leggi che favorivano il software
libero.
Uno degli argomenti sollevati dalla multinazionale
Microsoft è che i suoi programmi permetteranno agli
indigeni di utilizzare le tecnologie aiutandoli a preservare la loro cultura. Per verificare la veridicità di
questa affermazione dobbiamo capire alcune cose dei
software o programmi per computer. Affinché sia
facile da imparare, ogni programma cerca di utilizzare una "metafora" per imitare l'ambiente che circonda le persone.
Per esempio, Windows utilizza la "metafora" di un
ufficio: lo schermo è una "scrivania", con disegnini
(icone) di "cartelle", "archivi", "documenti",
"cestino per le carte" ed altri oggetti che molte
persone delle città utilizzano quotidianamente nel
lavoro d'ufficio.
Tuttavia, i paesi indigeni non vivono negli uffici!
Un indigeno non capirà il concetto di una "cartella"
per archiviare "documenti", a meno che prima non
conosca come funziona l'ambiente imprenditoriale
che si vive nelle città. In questo modo, un programma tradotto in wayuunaiki ma che obbliga gli indigeni ad imparare la cultura delle persone che vivono
in città, finirà in pratica per influenzare la loro cultura. È interessante che altri paesi indigeni dell'America Latina hanno reagito contro i tentativi di Microsoft di utilizzare e manipolare la loro cultura.
Rappresentanti del paese mapuche hanno emesso un
comunicato nel novembre 2006, dopo il lancio di
Windows XP Edizione Mapudungún (la lingua dell'etnia mapuche) in cui manifestavano "forte opposizione alla politica di pirateria intellettuale indigena materializzata con il lancio del sistema operativo Windows XP, versione mapudungun, per
costituire una violazione dei nostri diritti collettivi, in particolare il diritto al nostro patrimonio
culturale e intellettuale."
In un'altra lettera scritta a Bill Gates nel 2005, la comunità mapuche ha fortemente attaccato Microsoft,
lo Stato cileno e le università del paese, rei di attribuirsi i diritti dei paesi ancestrali cercando di decidere come rappresentare la loro lingua e come utilizzarla nel sistema Windows. Per sviluppare programmi per le culture indigene non basta solo tradurre
Windows o Linux, bisogna modificare il programma
affinché si adatti alla cultura dei paesi indigeni. E
nessuno è meglio degli indigeni per la costruzione
del proprio software. Per fortuna non è necessario
che fabbrichino un programma da zero, è sufficiente
prendere un programma già funzionante e modificarlo affinché si adatti alla cultura di ognuno dei paesi indigeni venezuelani. E qui sorge il problema del
software esclusivo o proprietario, perché per modificare un programma come Windows è necessario avere il "codice sorgente".
E' necessario inoltre il permesso legale per poter
modificare il codice sorgente in quanto è considerato una "proprietà intellettuale" dalle leggi.
E si ha anche bisogno del permesso legale per fornire il codice ad altre persone, in modo tale che un paese indigeno può prendere un programma fatto per
un altro paese indigeno e modificarlo per adattarlo
alla sua cultura. Microsoft non consegna il codice
sorgente di Windows od Office, né tantomeno concede il permesso legale affinché i propri paesi indigeni adattino Windows secondo le loro necessità.
Per fortuna esistono altri tipi di applicazioni, denominati "Software Liberi", che permettono di esaminare il codice sorgente per capire come funziona,
avere il permesso legale per modificare il codice e,
inoltre, poter dare il codice ad altri affinché anche
loro possono realizzare la propria versione modificata di quel programma. Ci sono già iniziative comunitarie per tradurre applicazioni di software libero in
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differenti lingue indigene: da Runasimipi si può scaricare una versione del programma di scrittura AbiWord tradotto in lingua Quechua.
Ci sono iniziative per creare versioni di Linux e OpenOffice in Quechua come in Mapudungun. E' necessaria la partecipazione e il finanziamento dello
Stato, delle università e soprattutto che le stesse comunità indigene assumano il controllo dei progetti
allo scopo di creare programmi liberi non solo in wayuunaiki, ma anche nelle altre 33 lingue indigene che
si parlano in Venezuela.
Infine un interrogativo: Microsoft sta cercando di
avvantaggiarsi della figura del Presidente Chávez per
spingere i suoi prodotti commerciali e migliorare la
sua deteriorata immagine di impresa monopolistica,
capitalista e globalizzatrice? Così sembra. Speriamo
che il nostro Capo di Stato non cada nella trappola.
http://www.aporrea.org/tecno/a32751.html
Cheney tenta ancora
di giustificare l'invasione dell'Iraq
In un programma radiofonico, la settimana scorsa il
Vicepresidente Dick Cheney ha parlato del terrorista
Abu Musab Zarqawi: "E' andato a Baghdad e ha
stabilito lì la sua residenza prima della nostra offensiva in Iraq, organizzando le operazioni di Al
Qaeda in Iraq...loro erano presenti prima della
nostra invasione".
È incredibile che dopo più di quattro anni dall'invasione, il vicepresidente ancora tenta di convincere
l'opinione pubblica che il regime di Saddam Hussein
aveva legami con Al Qaeda e la presenza di Zarqawi
in Iraq ne è la testimonianza.
In un rapporto bipartisan del settembre scorso, il Comitato di Intelligence del Senato ha concluso che
Hussein "diffidava di Al Qaeda e vedeva gli estremisti islamici come una minaccia al suo regime,
rifiutando tutte le richieste di Al Qaeda di fornire
materiale o appoggio operativo". E un anno prima,
ottobre 2005, la CIA riportava che il regime iracheno
non "aveva nessuna relazione con Zarqawi e la
sua organizzazione".
Come ha fatto notare il rapporto del Comitato di
Intelligence, il servizio di intelligence iracheno stava
davvero tentando di catturare Zarqawi che si trovava
a Baghdad con uno pseudonimo.
Il vicepresidente ha un obiettivo chiaro: collegare il
regime di Hussein con l'11 settembre, anche se il resto del mondo ha concluso che non esiste nessun collegamento. Ma i suoi commenti continuano ad erodere la credibilità USA nei confronti della comunità
internazionale, già fortemente danneggiata dalla decisione di entrare in guerra con l'Iraq con un appoggio internazionale ridotto.
Dick Cheney è uno dei vicepresidenti più potenti della storia, se si intende il potere come influenza sulla
politica.
http://www.dawn.com/2007/04/13/int9.htm
La falsa guerra di Bush
contro i Democratici
Democratici e Repubblicani si alternano all'amministrazione dell'Impero: quando assumono la presidenza i repubblicani, come ora, i democratici giocano
all'"opposizione critica" e viceversa, senza minimamente variare le matrici funzionali del
sistema capitalista statunitense, volto alla conquista
imperiale di mercati e di risorse strategiche, sia per
via militare (invasioni) o per via "democratica"
(governi sottomessi). Se entrambi i partiti politici
non appartenessero in modo identico all'Impero capitalista nordamericano, Bush e i repubblicani sarebbero i cattivi della Casa Bianca, mentre i democratici i buoni del Congresso.
Allo stesso modo, i democratici -storicamente militaristi ed invasori come i repubblicani- sarebbero il
viso "progressista" degli USA, mentre i repubblicani quello "militarista e invasore" dell'Impero
nordamericano. Invece entrambi i partiti, come storicamente dimostrato, sono le versioni
"alternative" ("liberale" e "conservatrice") dello stesso Impero, che si alternano periodicamente
per amministrare la Casa Bianca ed eseguire le politiche di conquista imperiale. E' chiaro anche che la
leggenda mediatica di Bush "guerriero fondamentalista" serve per proteggere gli scopi delle corporazioni (armi, industrie petrolifere, finanziarie, tecnologiche e di servizi) che controllano il commercio
delle "guerre antiterroriste" di Bush.
Facciamo due esempi "alternativi": il "cattivo
Bush” (repubblicano) ha invaso Iraq e Afghanistan,
mentre il "buono Clinton” (democratico e suo
predecessore) ha bombardato la Yugoslavia (oggi
Serbia) ed eseguito i primi bombardamenti contro
l'Iraq. Bush esegue una politica unilaterale di occupazione militare (mascherata da "guerra al terrorismo") in Iraq, Afghanistan ed in tutto il Medio Oriente i cui principi strategici e funzionali sono orientati a due obiettivi principali:
Primo, espandere il controllo geopolitico-militare
strategico degli USA in Medio Oriente e nel Golfo
Persico;
secondo, mantenere le prebende economiche delle
conquiste militari per multinazionali, banche, industrie di armi e industrie petrolifere americane che
ottengono attraverso l'occupazione militare.
I Democratici, cercano di strappare la Casa Bianca
ai repubblicani nelle presidenziali del 2008, utilizzando (in forma demagogica) una strategia ed un
discorso "progressista" opposto alla "guerra"
(falsamente
situato
agli
antipodi
de l
"conservatorismo di Bush”) e orientato a captare
il voto delle maggioranze socialdemocratiche
(ispanici, neri e "progressisti" statunitensi).
La guerra politico-elettorale dei democratici contro
Bush è falsa per tre ragioni fondamentali. Primo:
dall'11 settembre in poi, i democratici hanno espressamente avallato le invasioni di Iraq e Afghanistan
e hanno votato al Congresso (senza opporsi) tutti i
presupposti presentati da Bush per finanziare le invasioni ed assicurare lo spiegamento di truppe e il
mantenimento delle basi militari dell'Impero per
tutto il pianeta; secondo: a dispetto della sua dichiarata "opposizione" (per ragioni elettorali) all'occupazione dell'Iraq e ai politici “militaristi di Bush”,
o alla richiesta del ritiro di truppe, il Congresso a
maggioranza democratica ha appena votato il il più
grande finanziamento della storia degli Stati Uniti
per l'occupazione militare dell'Iraq e dell'Afghanistan e sostiene inoltre lo spiegamento imperiale delle sue forze militari nel mondo; terzo: in caso di
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conquista della presidenza nel 2008, l'amministrazione democratica si troverà di fronte alle stesse problematiche e dovrà implementare la stessa politica di
Bush per preservare gli interessi capitalisti imperiali
degli USA e delle sue multinazionali in Iraq, Medio
Oriente e in tutto il mondo.
Da che mondo è mondo (con "democratici" o
"conservatori" al potere) nessun Impero si è mai
suicidato volontariamente. E gli yankee non sono
un'eccezione alla regola.
http://www.iarnoticias.com/secciones_2007/no
rteamerica/0054_farsa_pelea_poder_05abr07.
html
Il 50% degli israeliani crede che
gli arabi devono andare via
dal paese
Il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato un'inchiesta sovvenzionata dal Centro per la Campagna
Contro il Razzismo in Israele, secondo la quale metà
della popolazione ebrea nel paese crede che Israele
deve favorire l'emigrazione araba.
Il sondaggio, realizzato per l'Istituto di Geocartografia, mostra un aumento significativo rispetto allo
scorso anno del numero di ebrei israeliani che sostengono l'emigrazione araba fuori dal paese. Alla
domanda sull'atteggiamento quando sentono parlare
arabo per strada, il 50% ha dichiarato di provare
paura, un altro 43% ha detto di non sentirsi a proprio
agio, mentre un 30% prova odio.
Lo scorso anno erano solo il 17,5% a provare odio
quando sentivano parlare in arabo.
Baher Odeh, direttore del centro, ha detto che Israele,
alla luce di queste conclusioni, deve "svegliarsi" e
utilizzare il suo sistema giudiziale e di educazione
per combattere l'aumento del razzismo nel paese.
Odeh ha aggiunto che Israele si definisce uno Stato
ebreo e questo è già una forma di discriminazione
contro gli arabi. "Gli ebrei in Israele interpretano
questa definizione come una forma di superiorità
nei loro confronti", inoltre "gli ebrei interpretano
questa situazione come un conferimento da parte
dello Stato di maggiori diritti di quelli concessi
alla comunità araba". Odeh ha anche precisato che
l'entrata di Avigdor Lieberman, del partito Yisrael
Beitinu, nella coalizione di governo ha causato un
aumento nella quantità e qualità delle dichiarazioni
anti-arabe.
Lieberman è conosciuto per la sua posizione razzista
ed anti-araba e ha più volte invitato ad espellere gli
arabi da Israele, così come ad espellere anche i palestinesi dalla Cisgiordania e mandarli in Giordania e
in altri stati arabi.
Infine, Odeh ha dichiarato che le politiche israeliane
di espropriazione delle terre arabe e distruzione delle
case hanno contribuito ad un peggioramento della
situazione. La condizione dei palestinesi rimasti a
vivere all'interno dei confini dello Stato di Israele dal
1948 è stata storicamente disuguale, fondamentalmente perché la creazione dello Stato Sionista ha
determinato la configurazione di una teocrazia che
mostra al mondo un'organizzazione democratica, ma
che definisce la sua identità a partire da precetti religiosi.
La definizione di "Stato Ebreo" nega la possibilità a
Israele di accettare la diversità della sua composizione sociale, dentro il quale i "palesti nesi del 48"
giocano un ruolo determinante.
http://www.oicpalestina.org/ver_noticias.php
?id=612
Donne occupano una fabbrica di
etanolo in segno di protesta
contro l'uso della terra
per agrocarburante
All'inizio di marzo, in una settimana nazionale di
proteste battezzata come "Donne in difesa della
vita e contro l'agro-commercio", alcuni gruppi di
donne appartenenti al Movimento dei Senza Terra
(MST) hanno portato a termine diverse azioni come
l'occupazione della miniera di ferro Capao Xavier,
nella periferia di Belo Horizonte; il blocco di una
strada nel nordest del paese; l'invasione di quattro
tenute di imprese cartarie nel sud e la presa di una
piantagione di etanolo. Il MST ha manifestato la
sua opposizione all'espansione delle coltivazioni di
canna da zucchero per le cattive condizioni di lavoro e per i danni ambientali e sanitari causati dalla
bruciatura di canneti.
La piantagione di etanolo Cevasa, situata nello Stato di San Paulo ed occupata da circa 900 donne del
movimento Via Campesina, è stata acquisita l'anno
scorso dalla multinazionale Cargill, uno dei maggiori produttori mondiali di alimenti. Attraverso un
comunicato è stato reso noto che "la protesta intende dimostrare che la produzione di etanolo a
bassi costi per la sua esportazione negli Stati Uniti, motivo della visita del presidente George W.
Bush in Brasile, è utile all'agro-commercio ma
non alla popolazione".
http://www.aporrea.org/desalambrar/n9274
4.html
Respinta la libertà su cauzione di
Posada Carriles
Il Quinto Tribunale d'Appello di New Orleans
(Louisiana) ha respinto la decisione del giudice Kathleen Cardone del Texas di concedere la libertà su
cauzione (fissata in 350.000 dollari) all'anticastrista
Luis Posada Carriles, che è stato così trasportato
nuovamente nella prigione del New Messico in attesa di un nuovo processo. L'ex agente della CIA è
accusato da Venezuela e Cuba di un attentato contro un aeroplano cubano che causò la morte di 73
civili.
La Procura statunitense aveva presentato una mozione per la revoca della libertà su cauzione perché
esisteva il rischio di fuga, in quanto in passato Posada Carriles era scappato da una prigione venezuelana, ma la mozione è stata rifiutata dal giudice Cardone.
Fidel Castro aveva scritto un comunicato, reso pubblico l'11 aprile, in cui accusava il presidente Bush
di essere dietro la richiesta di libertà dell'ex agente
della CIA.
http://www.efe.com/principal.asp?opcion=0
&idioma=ESPANOL
(Continua a pagina 31)
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(Continua da pagina 30)
Bambini palestinesi torturati
dagli israeliani
Mohammed Mahsiri, che abita nel campo profughi di
Dheisheh, nella West Bank occupata, è seduto in un
caffè affollato, una kefia rossa intorno al collo e un
classico ritratto di Che Guevara sulla maglietta nera.
Circa un anno e mezzo fa, ha raccontato all’IPS, passeggiava per strada con un amico, quando alcune jeep dell’esercito israeliano li hanno circondati e gli
hanno intimato di fermarsi, costringendoli a salire sul
veicolo.
"Sono stato portato in un centro di detenzione e
interrogato. L'interrogatorio è iniziato alle 2 del
pomeriggio ed è terminato dopo le 23. Mi picchiavano di continuo, soprattutto se i soldati non ottenevano le risposte che volevano. Poi mi consegnarono ad altri soldati, che continuarono a malmenarmi, costringendomi a rimanere sotto la pioggia
vestito solo con abiti leggeri. Cercavano di convincermi di aver fatto qualcosa che non avevo fatto,
per estorcermi la confessione che volevano. Dopo
un mese di torture nel centro di detenzione, mi
hanno messo in prigione per 13 mesi".
Le immagini scioccanti delle torture nei centri di detenzione e nelle basi militari Usa in Iraq e Afghanistan hanno indignato i popoli di tutto il mondo, ma i
palestinesi dicono di aver subito lo stesso trattamento
nei centri israeliani per gli interrogatori dopo l'occupazione della West Bank e Gaza nel 1967. La storia
di Mohammed Mahsiri è diversa. Ha dovuto subire
torture fisiche e psicologiche durante gli interrogatori
e dalle guardie delle carceri israeliane, quando non
aveva ancora compiuto 17 anni. Sono state diffuse
diverse testimonianze e documentazioni sui centri di
detenzione e i campi di prigionia: i rapporti dei gruppi per i diritti umani e gli osservatori riferiscono violazioni sistematiche del diritto internazionale subite
dai minori palestinesi, come tortura, interrogatori,
percosse fisiche, condizioni di vita deplorevoli e assenza di un giusto processo. Secondo le direttive dell'esercito israeliano in vigore nella West Bank occupata e a Gaza, i palestinesi di età superiore ai 16 anni
vengono considerati adulti, -mentre in Israele la
maggiore età si raggiunge a 18 anni- nonostante Israele abbia firmato la Convenzione internazionale sui
diritti dell'infanzia, che definisce "minore" ogni individuo di età inferiore a 18 anni. Inoltre, i bambini
palestinesi oltre i 14 anni di età vengono giudicati
dai tribunali militari israeliani come gli adulti, e
spesso vengono messi in prigione insieme agli adulti.
E queste sono esplicite violazioni del diritto internazionale. Secondo gli ultimi dati di un gruppo indipendente, 398 bambini palestinesi sarebbero attualmente detenuti nei centri di detenzione e nelle prigioni israeliane.
Ayed Abuqtaish, coordinatore di ricerca presso gli
uffici di Ramallah di Defence for Children International, ha segnalato all'IPS che il detenuto più giovane ha appena 14 anni. "Di solito, le truppe israeliane
irrompono nella casa del minore nel mezzo della notte,
per terrorizzare il bambino e la sua famiglia", ha detto
Abuqtaish all’IPS. "Diversi soldati e veicoli israeliani circondano la casa, mentre altri soldati fanno irruzione con la forza. Spaventano il minore
per prepararlo all’interrogatorio, e dopo averlo
portato nel centro interrogatori utilizzano diversi metodi di tortura...attualmente si concentrano
soprattutto sulla tortura psicologica, come privazione del sonno, o di cibo e acqua; i minori vengono confinati in celle di isolamento, oppure li
minacciano di demolire la loro casa o di arrestare altri membri della famiglia. Le vittime hanno
anche riferito di aver subito minacce di abusi
sessuali da parte degli israeliani che li interrogavano".
Israele ha difeso strenuamente la propria politica
inquisitoria in prigioni e centri di detenzione, definendoli uno strumento necessario contro la guerra
al terrore. Nel 1987, secondo la Commissione d'inchiesta israeliana Landau, lo Stato ha stabilito che
"un moderato grado di pressioni, come le pressioni fisiche, allo scopo di ottenere informazioni
cruciali, è inevitabile in determinate circostanze". "Lo Stato di Israele ha aderito alla Convenzione internazionale contro la tortura", ha detto
Abuqtaish. "Nei suoi rapporti alla commissione,
Israele dice sempre che il suo uso di 'moderate
pressioni fisiche' è conforme agli obblighi del
trattato; tuttavia, inutile dirlo, 'moderate pressioni fisiche' significa chiaramente tortura".
Secondo alcuni avvocati coinvolti, il sistema carcerario israeliano non fornisce ai minori palestinesi
nessuna consulenza legale e nega loro quasi tutti i
diritti. L’avvocato svedese Arne Malmgren ha lavorato come osservatore legale nei tribunali militari
israeliani durante i processi a diversi minori palestinesi. "Il sistema dei tribunali israeliani non assomiglia a nessun altro sistema al mondo: il personale militare israeliano, il giudice, l'accusa, l'interprete sono tutti in uniforme militare. E poi ci
sono tantissimi soldati armati all'interno dell'aula". "I più piccoli -prosegue Malmgren- entrano in
aula ammanettati e incatenati; possono esserci
fino a sette bambini nello stesso momento in tribunale. Un avvocato lo ha definito un vero e proprio mercato del bestiame. Il processo è più che
altro un patteggiamento - prima del procedimento, accusa e difesa hanno già concordato la sentenza, e si limitano a chiedere il consenso del giudice, che quasi sempre ottengono. Non ci sono
testimoni, niente. E la cosa peggiore è ciò che accade ai bambini e alle bambine prima che entrino in aula, cioè quando li interrogano per fargli
firmare confessioni su fatti che potrebbero anche
non aver commesso".
Mentre proseguono i negoziati tra palestinesi e israeliani per un possibile accordo di scambio di prigionieri che prevede il rilascio di tutte le donne e i
bambini palestinesi in cambio di un soldato israeliano catturato dai gruppi palestinesi a Gaza lo scorso
giugno, molti palestinesi, tra cui Mohammed Mahsiri, sperano di veder tornare a casa i loro cari, parenti e amici. "Quando sono stato rilasciato, è
stato il più bel giorno della mia vita", ha raccontato Mahsiri all'IPS.
"Venivamo picchiati tutti i giorni. Il cibo era cattivissimo. Era la cosa peggiore. Nessun bambino
dovrebbe mai provarlo".
http://www.ipsnoticias.net/nota.asp?idnews=
40625
(Continua a pagina 32)
32 Giustizia e Libertà
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Gli Usa hanno speso
110 milioni di dollari
nella rivoluzione "arancione"
e "dei tulipani"
Gli Stati Uniti hanno speso oltre 110 milioni di dollari per realizzare le due rivoluzioni "dei colori" in
Ucraina e Kirgizistan.
E' quanto affermano gli autori del documentario francese "Revolución.com. USA Conquistando l'Est",
trasmesso dal canale televisivo "Rossia".
I documentaristi francesi hanno deciso di verificare
chi e per quale motivo ha dipinto il mondo di nuovi
colori, giungendo alla conclusione che dietro la realizzazione di una serie di colpi di Stato "cromatici"
-la rivoluzione di "velluto" in Serbia, quella delle
"rose" in Georgia, "arancione" in Ucraina e quella
dei "tulipani" in Kirgizistan- c'erano gli Stati Uniti.
Fu in Serbia dove vennero applicate le tesi del libro
"Dalla dittatura alla democrazia" dello statunitense Gene Sharp, una specie di guida per realizzare una
rivoluzione non violenta utilizzando semplici ricette.
I serbi aiutarono poi i georgiani ad applicare questi
metodi per abbattere Shevardnadze e parteciparono
anche ai preparativi della rivoluzione "arancione" in
Ucraina.
Secondo i documentaristi, gli eventi del 2000 in Serbia, del 2003 in Georgia, del 2004 in Ucraina e del
2005 in Kirgizistan sono anelli di una stessa catena.
Il copione è sempre lo stesso: elezioni falsificate e le
autorità che cercano di resistere ma dopo cedono sotto la spinta di massicce proteste. I documentaristi sono certi che le tecniche di queste rivoluzioni vengono
elaborate e finanziate dall'amministrazione americana.
Negli anni 60 e 70 questa attività veniva affidata alla
CIA, ma più tardi si decise che questo lavoro poteva
essere svolto apertamente e in modo trasparente da
alcune fondazioni, come quella di Soros, Freedom
House o l'Istituto Repubblicano Internazionale.
http://sp.rian.ru/onlinenews/20070416/637172
02.html
Chávez propone un fronte sul gas
naturale contro gli Usa e l'etanolo
Il confronto politico tra gli Stati Uniti e il blocco dei
governi di sinistra dell'America Latina, guidati dal
presidente venezuelano Hugo Chávez, è entrato nello
scenario strategico dell'energia.
La conferenza energetica Sudamericana che si celebra nell'isola venezuelana di Margarita, ha come tema fondamentale questa lotta, anche se Washington principale difensore dell'etanolo- non figura tra gli
invitati. Diversi paesi della regione, come ad esempio
il Brasile, vedono di buon occhio la proposta di George W. Bush di incentivare l'uso di etanolo (prodotto
dal mais o dalla canna da zucchero) per sostituire i
combustibili fossili nell'uso soprattutto dei veicoli.
Nel frattempo il Venezuela, il più importante produttore di petrolio della regione, sostiene che questo
progetto condurrà ad una grave crisi, perché le zone
coltivabili saranno destinate alla produzione di mate-
rie prime per i biocombustibili invece che all'alimentazione dei paesi.
Come controproposta, il Venezuela sta sottoponendo all'attenzione dei suoi vicini un ambizioso progetto di industrializzazione e distribuzione su scala
continentale delle grandi riserve di gas naturale.
Secondo Chávez, il Venezuela ha già certificato 100
miliardi di metri cubi di gas in giacimenti ubicati
nel suo territorio, mentre la Bolivia ha 15.2 miliardi
di metri cubi, ma mancano ancora molti sondaggi
da realizzare. Questo gigantesco potenziale permetterebbe di assicurare la somministrazione di combustibili per autoveicoli e per uso industriale e domestico di tutto il subcontinente per 300 anni, secondo
le stime del presidente venezuelano.
La proposta dell'etanolo ha l'appoggio del Brasile,
paese che ha sviluppato questo tipo di combustibili
dagli anni settanta, ma anche Colombia, Perù, Cile e
Paraguay hanno espresso simpatie. Venezuela e Bolivia hanno invece l'appoggio dell'Argentina (paese
che sarebbe il destinatario finale del grande gasdotto del sud) e dell'Ecuador, paese petrolifero guidato
da Rafael Correa, un alleato di Chávez.
La polemica rischia di inasprire le relazioni tra il
presidente venezuelano ed il suo omologo brasiliano, Lula da Silva, che nel corso di quest'anno ha già
avuto due riunioni con Bush sull'etanolo.
Chávez ha tuttavia tranquillizzato: "Non litigheremo mai col Brasile, non litigheremo mai con Lula,
perché il nostro nemico è l'impero nordamericano".
http://www.elpais.com/articulo/internacional
/Chavez/propone/frente/gas/natural/EE/UU/
etanol/elpepuint/20070417elpepiint_7/Tes
Correa: carta bianca per
"mettere fine al nefasto modello
neoliberale"
Tra la paura, la paralisi e lo sconcerto delle istituzioni e dell'opposizione, il presidente dell'Ecuador,
Rafael Correa, ha ricevuto un trionfo (78.1% di voti
favorevoli secondo le stime) nel referendum celebrato domenica per instaurare un'Assemblea Costituente che abbia carta bianca per "superare il nefasto modello neoliberale legalizzato dalla Costituzione del 1998".
Correa ha ringraziato per "la vittoria più ampia
che il paese ricorda. Non è la vittoria di un Governo né di un uomo. Non era in gioco la popolarità del presidente, bensì il futuro e la patria".
"Il paese ha cambiato definitivamente" ha affermato Correa, "la paura è stata superata. La vecchia tattica delle mafie di seminare paura e incertezza è fallita. Il paese ecuadoriano oramai
non si lascia più ingannare e ha la piena certezza
che c'è un governo e un presidente che vogliono
solo essere strumento di potere dei cittadini per
mandare avanti la patria e che non permetteranno mai l'imposizione di nessun modello straniero
nella patria".
Correa ha minacciato di espellere dal paese il rappresentante della Banca Mondiale in Ecuador se
dovesse essere confermato il credito verso questa
istituzione di cento milioni di dollari come rappre(Continua a pagina 33)
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(Continua da pagina 32)
saglia per la riforma di alcuni fondi petroliferi quando Correa era ministro dell'economia ne 2005.
"Il nostro intento è continuare a diminuire il nostro livello di indebitamento e interrompere la dipendenza da questa istituzione che si è rivelata
nefasta per il paese".
Ha così annunciato che giovedì pagherà "gli ultimi
nove milioni che dobbiamo al FMI, perché non
vogliamo avere più a che fare con questa burocrazia internazionale".
Il presidente ha poi reiterato le linee guida della futura Costituzione: "Depoliticizzazione dei tribunali e
degli organismi di controllo, riordino territoriale
con l'avvio di autonomie al fine di decentrare lo
Stato".
Ha inoltre precisato che l'oligarchia ha cercato di far
credere all'opinione pubblica che "o si è chavista o
si è a favore di Bush. Qui il nostro progetto si
chiama Ecuador, non si chiama né Chávez né
in altro modo. In che cosa somiglia il nostro progetto a quello di Chávez?".
Nel frattempo, a Caracas, il presidente venezuelano
accompagnato dal suo omologo della Bolivia, Evo
Moralas, inneggiava al presidente Correa.
http://www.abc.es/20070417/internacional-iberoamerica/correa-logra-carta-blanca_200704170310.html
Scambio di prigionieri: Israele
"deluso" dall'elenco di Hamas
Il primo ministro israeliano, Ehoud Olmert, sembra
incline a rigettare l'elenco di prigionieri di cui il movimento della resistenza islamica (Hamas) chiede la
liberazione in cambio del rilascio del caporale Gilad
Shalit catturato nel giugno 2006. Dopo avere studiato
il documento che gli era stato consegnato domenica
8 aprile, attraverso i servizi segreti egiziani di cui
una delegazione, presente a Gaza, è in contatto coi
rapitori, il gabinetto di Olmert ha espresso martedì la
sua "delusione" e le sue "riserve".
L'elenco che comprende circa 1.400 nomi, è giudicata "altamente problematica". Include una serie di
detenuti accusati di avere "le mani sporche di sangue", come Marwan Barghouti, ex-leader di Fatah in
Cisgiordania condannato a cinque ergastoli. Secondo
fonti politiche israeliane, nell'immediato non è prevista nessuna riunione della commissione ministeriale
incaricata di esaminare l'opportunità di ammorbidire
i criteri di liberazione dei prigionieri nella cornice di
un scambio.
Ogni modifica proposta dalla commissione dovrebbe
essere confermata dal governo. "Se Israele continua
a voler imporre le sue condizioni sarà responsabile dell'insuccesso di un accordo", ha reagito Ghazzi
Hamad, consigliere del primo ministro palestinese
Ismail Haniyeh. L'annuncio della comunicazione dell'elenco alle autorità israeliane aveva suscitato la speranza di una conclusione rapida della crisi, tuttavia i
negoziati sui termini dello scambio di prigionieri potrebbero durare molto tempo.
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@23218,36-894407@51-891944,0.html
Cheney critica il viaggio in Siria
Il Vicepresidente Dick Cheney ha consegnato venerdì un rapporto molto duro sull'operato del Congresso controllato dai Democratici -che questo fine settimana compirà 100 giorni- in cui accusa il suo comando di voler usurpare la politica estera e le operazioni militari. Cheney ha anche criticato il recente
viaggio in Siria della portavoce Nancy Pelosi: "non
abbiamo bisogno di 535 segretari di stato", ha
detto riferendosi al numero dei legislatori del Congresso.
"Nessun membro del Congresso, Democristiano
o Repubblicano, può mettersi in contrasto con
l'agenda diplomatica del Presidente e del Ministro di Stato. È compito del ramo esecutivo, non
del Congresso, condurre la politica estera degli
Stati Uniti" ha affermato Cheney durante l'annuale
Heritage Foundation's.
L'amministrazione Bush aveva condannato il viaggio di Pelosi in Siria perché ritiene che il paese appoggi il terrorismo, mentre Pelosi ha difeso il suo
viaggio in tutto il Medio Oriente affermando che
ciò sarà di aiuto al Presidente Bush. Legislatori di
entrambi gli schieramenti si recano spesso in Medio
Oriente e alcuni Repubblicani erano già nella regione quando Pelosi si è recata in Siria.
Alcuni sono stati anche nell'ufficio del Presidente
siriano Bashar Assad.
Il Senatore dell' Illinois, Dick Durbin, ha difeso Pelosi nel corso di una conferenza con i giornalisti.
"Ciò che il vicepresidente sta tentando di fare è
uscire alla ribalta rimproverando la visita di Pelosi in Siria. Ma questo non può diventare la causa di ciò che è ovvio, ed ovvio che gli americani
capiscono che il vicepresidente ed il presidente
sono alle prese con una politica in Iraq che non
sta avendo successo", ha dichiarato Durbin.
http://www.guardian.co.uk/uslatest/story/0,,6556493,00.html
Il regno dell'anarchia ribelle
La città irachena di Baquba è "morta."
Lì regna la rete terroristica di Al Qaeda. Le strade
sono invase da uomini armati. Baquba, capitale della provincia orientale di Diyala ubicata a 50 chilometri a nordest di Baghdad, è abitata da tempi preislamici. Nel 2002 era un centro commerciale famoso per i suoi aranceti, popolato da 280.000 persone.
Ma dopo l'invasione del marzo 2003, Baquba è rimasta strozzata dai combattimenti tra le forze di
occupazione e gli insorti, ma anche tra vari gruppi
combattenti ed Al Qaeda.
Alla fine del 2006 la città era controllata dalla resistenza sunnita irachena, ma agli inizi del 2007, secondo i rifugiati, Al Qaeda ha consolidato la sua
presenza a Baquba. Oltre la metà dei suoi abitanti
sono stati costretti ad abbandonare la città. "Non c'è
nessuna sicurezza. La violenza aumenta giorno dopo giorno perché non c'è nessun controllo da parte
del governo e le forze della coalizione non esistono.
Terroristi ed altri combattenti dominano la città. È
diventata la città del terrore", ha dichiarato Aziz Abdullah, un professore universitario disoccupato rifugiato a Damasco.
Nessun giornalista occidentale osa andare a Baquba. "Credo che la metà della popolazione è fuggi(Continua a pagina 34)
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(Continua da pagina 33)
ta e quelli rimasti non escono mai di casa" ha aggiunto il professore.
L'ospedale generale di Baquba sta per collassare.
Il medico Ahmed Shibad, 30 anni, è fuggito un mese
fa ed ora vive nel quartiere di Al-Qudsiya, nella periferia di Damasco, insieme a decine di migliaia di altri rifugiati iracheni. "Sono scappato da Baquba
per colpa dei terroristi e dell'esercito iracheno. Le
condizioni del mio ospedale erano pessime. Le
forze irachene lo hanno occupato e lo hanno utilizzato come posto di osservazione. I cecchini sparavano dal soffitto", ha raccontato Shibad che, come Abdullah, pensa che Al Qaeda controlla la città
senza che le forze statunitensi facciano qualcosa per
fermarli.
Ma il suo principale motivo di scontento sono gli
effettivi iracheni. "Sono i soldati iracheni che decidono chi entra in ospedale e chi no". Prima dell'invasione e dell'occupazione dell'Iraq da parte degli
Stati Uniti, c'erano 600 medici nella provincia di Diyala, adesso ne sono rimasti solo 124 e ogni mese
continuano a diminuire. "Tutti i giorni ci sono attacchi contro gli statunitensi. La causa è degli americani stessi per la brutalità con cui hanno trattato la popolazione di Baquba dall'inizio dell'occupazione", racconta un rifugiato. A dispetto delle
sue ridotte dimensioni, nella provincia di Diyala sono morti la sesta maggiore quantità di soldati statunitensi, in confronto ai morti nelle altre 18 province
dell'Iraq.
Abdullah ha sottolineato che la benzina è troppo cara
per la maggioranza della popolazione e l'inflazione è
fuori controllo. Non c'è quasi più combustibile perché i "camion oramai non possono arrivare da
Baghdad. Non c'è denaro nella banca perché trasportarlo da Baghdad in Baquba è troppo pericoloso. Il governo non può controllare la situazione
e diversi gruppi possono rubarlo. La nostra città
si è trasformata in una città morta".
http://www.ipsnoticias.net/nota.asp?idnews=4
0664
I veri crimini di Wolfowitz
Le critiche che recentemente si sono abbattute sul
Presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, nascondono i suoi crimini principali: l'invasione
e l'occupazione dell'Iraq e l'inizio di una guerra senza
fine di terrore di stato.
Come vice di Rumsfeld, Wolfowitz ha responsabilità
personale e diretta nell'illegale guerra di aggressione
contro l'Iraq e nella minaccia contro la pace internazionale. Il nepotismo ed il favoritismo non sono altro
che marachelle se paragonate al crimine della guerra
di aggressione, ora completamente documentato, che
ha causato il massacro di migliaia di civili innocenti
e l'occupazione illegale di un altro paese. Può essere
che Wolfowitz abbia concesso considerevoli benefici
finanziari alla sua amante Shaha Ali Riza, ma questa
condotta illecita non può essere paragonata con la
punizione che lui, il suo capo ed i suoi complici hanno inflitto ai paesi afgano e iracheno.
Wolfowitz ha un lungo curriculum pieno di alti e bassi al servizio degli interessi del potere nei diversi posti che ha occupato. Come ambasciatore degli Stati
Uniti in Indonesia, si è sentito a suo agio con il regime di Suharto. Prima del suo incarico, il regime ave-
va già ricevuto assistenza per imprigionare i comunisti e invadere il Timor Est.
E' stato Sottosegretario di Stato per l'Asia Orientale
durante la presidenza di Bush padre, facendosi notare per le sue lodi e per l'appoggio al dittatore Marcos.
Durante la seconda guerra all'Iraq, Wolfowitz rimproverò i generali dell'esercito turco rei di non aver
controllato il rifiuto del parlamento turco ad appoggiare l'invasione statunitense dell'Iraq e la sua opposizione ad accettare che l'esercito USA invadesse
l'Iraq dal nord.
Paul Wolfowitz non è il primo criminale di guerra ad
occupare il posto di presidente della Banca Mondiale. Condivide questo privilegio con uno dei suoi
predecessori: Robert McNamara, Segretario di Difesa americano durante la guerra del Vietnam.
Dopo aver svolto quell'incarico al Pentagono,
McNamara passò a dirigere la Banca Mondiale senza troppi rimorsi per il massacro di contadini vietnamiti, donne e bambini, né per aver riempito il paese di napalm, e nemmeno per aver portato il mondo sull'orlo di una guerra nucleare durante la crisi
dei missili a Cuba. Anni dopo, McNamara fece le
sue scuse solo agli statunitensi e mai ai vietnamiti
per avere causato tanto dolore e sofferenza.
È possibile che Wolfowitz si dimetta, o è possibile
che non lo faccia, ma gli attivisti progressisti di tutto il mondo non dovrebbero fare pressione affinché
sia punito per i suoi gravi crimini di guerra più che
per un reato di quart'ordine? Si era detto che fuori
dal Pentagono non sarebbe stato tanto pericoloso
per il mondo e l'umanità.
Ma è una pratica politica di bassa morale avere un
criminale di guerra, responsabile diretto della pianificazione e direzione di una spaventosa guerra di
aggressione, a capo di un'istituzione finanziaria internazionale.
Inoltre, benché la Banca non abbia potere su carri
armati ed armi nucleari, esercita enorme influenza
politica ed economica nei paesi in via di sviluppo.
Pertanto, è fondamentale che non si permetta a criminali di guerra di dirigere istituzioni finanziarie
mondiali pubbliche.
http://www.counterpunch.org/spinoza04142
007.html
Più di 150.000 suicidi in India
dalla liberalizzazione
dell'economia
La liberalizzazione dell'agricoltura che fa crollare i
prezzi, l'aumento del costo della vita, la mancanza
di aiuti, l'introduzione di semi transgenici della
Monsanto, sono alcune delle cause dell'indebitamento dei piccoli contadini indù. I numerosi suicidi,
prima localizzati nel sud dell'India, si sono estesi al
centro e al nord del paese. 13 alti funzionari sono
stati multati per aver indotto i contadini a utilizzare
semi transgenici. Il 12 e il 13 marzo l'Organizzazione Mondiale del Commercio, OMC, ha celebrato a
Nuova Delhi un seminario. Ai ministri ed impresari
riuniti, si sono sommati migliaia di attivisti che non
credono che dentro la cornice dell'OMC possa salvarsi qualcosa.
"Questo incontro ha ignorato completamente
(Continua a pagina 35)
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… dalla stampa estera (al 19.04.2007)
(Continua da pagina 34)
tutti i gruppi di agricoltori del paese".
Il Ministero dell'Agricoltura indiano stima che tra il
1993 e il 2003 si sono suicidati 100.000 contadini, e
tra il 2003 e ottobre del 2006 si sono registrati circa
16.000 casi ogni anno. Fino ad alcuni anni fa i casi si
concentravano nel Sud, negli Stati di Andhra Pradesh,
Karnataka e Kerala. Ma ora è cresciuto anche il numero di suicidi tra gli agricoltori di Punjab nel nord e
conosciuto come il granaio dell'India, di Uttar Pradesh sempre nel nord e dove si coltiva canna di zucchero, e di Maharastra che si trova nel centro e dove
si coltiva cotone.
Nello Stato di Maharastra la situazione è particolarmente grave a Vidarbha, una regione di circa 20 milioni di abitanti che ha ricevuto aiuti governativi fino
al 2005. Durante l'anno successivo all'annullamento
delle sovvenzioni si sono registrati 1.450 suicidi.
Nei primi mesi del 2007 il ritmo è stato di tre o quattro morti al giorno. I suicidi normalmente corrispondono ad un particolare profilo: un piccolo agricoltore,
uomo, di circa 25 anni, che ha cambiato le sue coltivazioni tradizionali per un'unica coltivazione per l'esportazione, come ad esempio il cotone transgenico.
Tanto il venditore quanto le autorità indiane gli assicurano che è più resistente.
Tuttavia, questa coltivazione ha bisogno di una gran
quantità di acqua e di pesticidi a causa di nuove patologie che la precedente non aveva. All'inizio le banche gli concedeno prestiti, ma dopo non più e l'unica
opzione sono gli usurai che riscuotono interessi tra il
36 e il 100%.
Se il raccolto va male o i prezzi nel mercato internazionale fluttuano, il debito diventa impagabile e l'agricoltore decide di utilizzare il pesticida per suicidarsi.
Prima della liberalizzazione portata a termine nel 1991, l'India manteneva una politica commerciale protezionista che cercava l'autosufficienza, ma alla fine
degli anni 80 il deficit era molto elevato ed il paese
ricorse ai prestiti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.
Nel' 91 venne liberalizzata l'industria manifatturiera e
nel' 94 l'agricoltura, seguendo il consiglio del FMI,
della Banca Mondiale e più tardi della DFID, agenzia di cooperazione ed aiuto britannico, e l'OMC.
La ricetta per raggiungere gli obiettivi reclamati fu un
"piano di ammodernamento strutturale" ed i suoi
classici ingredienti principali furono: la svalutazione
della rupia del 25%, il cambiamento della coltivazione tradizionale in una coltivazione intensiva per l'esportazione, tagli nel settore pubblico per frenare il
deficit fiscale e la liberalizzazione del sistema bancario. Secondo il direttore della Commissione per il Benessere dei Contadini "lo Stato di Andhra Pradesh
si era trasformato in un laboratorio per ogni formula estrema di esperimento neoliberale".
Un'indagine della Commissione e della ONG britannica Christian Aid hanno identificato alcuni fattori:
cambiamento di semi tradizionali a semi transgenici
prodotti dalla Monsanto, rapido aumento dei costi e
della quantità di input, degradazione del suolo causata dai pesticidi, importazione di prodotti sovvenzionati dai paesi ricchi, soprattutto grano, riso e cotone da
Usa e Australia, forti ribassi del prezzo dei prodotti
agricoli, rischio di non raggiungere la sicurezza alimentare e mancanza di linee di credito formale che
porta all'indebitamento.
"A questi fattori che deve affrontare il contadino
indiano, si aggiunge la difficoltà che deriva dal
vivere in una società di caste", spiega Rubén
Campos, professore ed esperto di India.
"L'influenza di questa struttura sociale continua
ad avere moltissimo potere nell'ambito rurale,
dove le classi più alte sono proprietari terrieri o
usurai".
L'Istituto Nazionale di Sviluppo Rurale indiano stima che la maggioranza dei contadini che si suicidano sono stati oggetto di intimidazioni da parte degli
usurai e che un 48,6% è indebitato. "È molto discutibile che la crescita macroeconomica che ha motivato la liberalizzazione dell'economia sia stata
impiegata in un processo di ridistribuzione di ricchezza e di rinvigorimento del settore pubblico".
In ambito istituzionale, lo scontento ha fatto perdere
le ultime elezioni del 2004 al Partito Nazionalista
Hindù, il Bharatiya Janata Party, gran difensore della politica liberale, nei confronti del Partito del Congresso Indiano che si presentava con una coalizione
di sinistra. Lo stesso anno è caduto anche il Governo
di Andhra Pradesh per motivi simili. Quanto alle
resistenze cittadine, Campos individua due linee:
"Da una parte ci sono i naxalitas, che sono un
movimento di ispirazione maoista che usa tattiche di guerriglia e ha assassinato proprietari terrieri; dall'altra parte troviamo la linea tracciata
da Gandhi, di non violenza, che hanno ereditato
altri movimenti sociali".
Secondo l'attivista Vandana Shiva, i suicidi sono direttamente relazionati con i semi di cotone transgenici che vende l'impresa statunitense Monsanto.
"Dal tipo di seme dipende la quantità di acqua, di
fertilizzante, di elettricità e di pesticidi che necessita. L'agricoltura ecologica porrebbe fine al circolo vizioso del debito ed assicurerebbe l'autosufficienza. Reclamare la sovranità nei semi è vitale
per ridurre il debito rurale". A febbraio di quest'anno, il ministro dell'Economia Palaniappan Chidambaran annunciava un incremento nei sussidi per
fertilizzanti ed irrigazione. Tuttavia, Shiva sostiene
che "la pratica dell'agricoltura ecologica dimostra che la coltivazione organica ed eterogenea
incrementa la produttività e riduce l'uso di pesticidi e fertilizzanti". Per le organizzazioni contadine
indiane è una questione di sovranità alimentare che
non si risolve con i sussidi per fertilizzanti e pesticidi. Fino a quando non ci sarà un cambiamento di
direzione nazionale o internazionale, per gli agricoltori più poveri il pesticida continuerà ad essere utilizzato in un altro modo. Un'altra delle cause dei suicidi, come segnalano le relazioni, è l'aumento del
costo della vita che comporta un maggiore indebitamento dei contadini. Nell'agosto del 2000 più di 20.000 persone furono arrestate e tre morirono durante alcune proteste contro l'aumento del prezzo dell'elettricità deciso all'interno di un pacchetto di riforme
del Governo. La visita dell'allora presidente della
Banca Mondiale, James Wolfensohn, fu interrotta
dalle manifestazioni dei contadini.
http://www.diagonalperiodico.net/article3585
.html
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36 Giustizia e Libertà
INTERNI
22 aprile 2007
Comunicato Stampa di Elio Veltri
(www .democrazialegalità .it,periodico on line diretto da Elio Veltri, a cura di Roberta Anguillesi)
Nel bel mezzo dell’assemblea degli azionisti Telecom, è arrivata la notizia che gli americani non
erano interessati a comprare perché l’Italia non è affidabile. Il titolo naturalmente è andato a picco. Nessuno si fida del Bel Paese perché gli stranieri sono convinti che mentre trattano un affare
gli sfilano il portafogli. Le cose più comiche e tragiche insieme sono state lo show di Grillo e le
dichiarazioni di altri comici e intellettuali del centro sinistra, da Sabina Guzzanti a Camilla Ravera
a Marco Bellocchio, disillusi e un po’ disperati per il rischio Berlusconi in agguato e l’abbandonodel conflitto di interesse. Sono persone che stimo e mi fanno tenerezza perché vivono nel mondo delle nuvole. E forse è meglio così. Almeno per loro. Facciamo un passo indietro.
La tesi n. 48 dell’Ulivo del 1996 recitava:
“Uno stato leggero persegue con determinazione e senza tentennamenti la privatizzazione delle imprese pubbliche italiane; ma uno Stato che non è indifferente deve
evitare che dal monopolio legale si passi all’omologo monopolio legale privato o che
si rafforzino le solite “ mani private”; “ si deve dunque cogliere l’occasione della privatizzazione per allontanare i partiti dalla gestione dell’economia, per creare nuovi
mercati, per far nascere nuovi imprenditori, per dare una robusta base di competitività alle industrie e alle banche italiane, per accrescere il mercato dei capitali privati.
In sintesi la privatizzazione costituisce l’occasione propizia per allargare le ristrette
basi del capitalismo italiano, per accrescerne la pluralità dei protagonisti”.
Il risultato, a distanza di 10 anni, è esattamente opposto.
Telecom, la più grande azienda italiana, è stata privatizzata e comprata, prima da Colaninno e poi da Tronchetti
Provera senza soldi e senza capitali di rischio propri, sponsorizzati entrambi dalla politica, con la moltiplicazione del sistema delle scatole cinesi e dei patti di sindacato, con evidente danno ai piccoli azionisti, passando da
monopolio pubblico a monopolio privato.
Guido Rossi, cacciato prima dal calcio e per la seconda volta da Telecom, in una intervista a Federico Rampini
aveva detto: “Talleyrand disse che il legislatore fallisce se il suo intervento è uguale a un non intervento: purtroppo è quello che possiamo dire oggi della legge sulle privatizzazioni”.
Tronchetti Provera ha comprato Telecom mettendoci di suo 153 milioni di euro ed ha esercitato il potere su un gruppo
che valeva 55 miliardi di euro.
E cioè, con un euro di suo ne ha mossi oltre 5000 di proprietà altrui.
E quel che è più grave è stato lasciato indisturbato, trattato come un principe rinascimentale, dispensatore di consigli
imprenditoriali e di giudizi morali.
Del suo enorme conflitto di interessi, il vero cancro della politica, dei partiti, delle istituzioni, della finanza, dell’economia e dell’industria del nostro paese, nessuno si era accorto.
Eppure Tronchetti con una piccola società in accomandita non quotata in borsa e controllata dalla famiglia diventa
padrone e controllore di Pirelli, che a sua volta lo diventa di Olimpia, che a sua volta lo diventa di Telecom.
La catena di comando è tutta nelle sue mani e ad ogni passaggio è controllore-controllato.
Quindi decide tutto quello che vuole, riempie di debiti Telecom e Pirelli e vende comparti importanti di una delle ultime grandi industrie italiane.
Ma di tutto questo nessuno si accorge.
Solo due giorni fa a Spoleto, in un incontro organizzato dall’amministrazione comunale per la presentazione del libro
“Il governo dei conflitti”, un docente universitario molto noto che fa parte dello staff di Fini, poneva una giusta domanda: “perché la gente se ne frega dei conflitti di interessi ?”
La mia risposta è stata questa: “Non capisco perché i cittadini dovrebbero comportarsi diversamente, dal momento che tutta l’informazione televisiva, complice della politica, ignora il problema. Il centro sinistra l’ha adoperato come arma di polemica nelle campagne elettorali contro Berlusconi per cui i cittadini si sono convinti che si
trattava di un espediente polemico e basta. Nel governo Prodi, al momento della fiducia, ben 24 tra ministri e sottosegretari erano in conflitto di interessi e dalle informazioni provenienti dall’Antitrust risulta che
Periodico Politico Indipendente
nemmeno tutti hanno inviato la loro scheda per i controlli necessari previsti dalla mitica legge Frattini. Nei 12 punti prioritari di Prodi il probleAutorizzazione Tribunale di Roma
ma non compare. Il centro sinistra ha fatto la corte a Berlusconi per inn° 540/2002 del 18.09.2002
durlo a comprare Telecom. Perché mai i cittadini dovrebbero appassioProprietà: L. Barbato
narsi al Conflitto di interessi ?
Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma
Non ne vedo la ragione.
Anche perché nessuno ha spiegato che questo paese a causa dei conflitti E-Mail: [email protected]
Fax: (+39) 06.6227.6293
di interesse è fottuto”.
Giustizia e Libertà
♦
Direttore Responsabile: Luigi Barbato
Vice Direttore: Paolo Di Roberto
Redattore Capo: Fernando Esposito