DisgeloBush-Chirac,intesasull`Iraqvicina
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DisgeloBush-Chirac,intesasull`Iraqvicina
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D’ora in poi sarebbe meglio avvolgere nel silenzio questo brutto episodio insieme alla bassezza morale di chi se n’è reso protagonista e al cinismo di chi lo ha permesso. Quello che invece non si può fare è usare la frase infame come arma elettorale contro l’opposizione di centro-sinistra. Se a destra qualcuno è tentato, commette un errore. Non solo per l’ovvia circostanza che la condanna, nell’Ulivo e a sinistra di esso, è stata unanime e tempestiva, salvo le frange irriducibili di cui si è detto (ma chi rappresentano e dove si collocano nel brodo mediatico?). Anche per un’altra ragione. Non si può ignorare che i cortei di Roma sono stati in concreto scoraggiati, se non sabotati, dalla Lista Prodi. Il che ha concorso al successo dell’ordine pubblico, dovuto al ministro dell’Interno, al prefetto, alla professionalità di chi ha gestito la situazione con intelligente flessibilità. Ma si deve anche a quanti, a destra e a sinistra, hanno saputo far prevalere le ragioni politiche del buon senso trasversale. E la stessa sinistra parlamentare che ha scelto di scendere in piazza (Bertinotti, Pecoraro Scanio, Occhetto, Giovanni Berlinguer) è stata bene attenta a non fornire esche agli incendiari. Si può obiettare che era interesse comune evitare violenze e disordini a una settimana dalle elezioni. Vero. Tuttavia non era così scontato che i moderati del centro-sinistra, appena pochi giorni dopo il voto in Parlamento sul ritiro dei soldati dall’Iraq, volessero sottrarsi in forme vistose all’abbraccio del pacifismo militante. Ma è proprio quello che è accaduto, segno che il voto, dopo aver creato disagio nella Margherita e in una parte dei ds, non è servito nemmeno a sanare la ferita fra le diverse anime della sinistra. Non solo. Comincia a esser chiaro che nella tasca di Bush c’è davvero un’ipotesi di risoluzione dell’Onu in grado di cambiare lo scenario iracheno. Del resto, l’obiettivo del presidente americano a Roma, oltre al piacere di salutare l’amico Berlusconi e di garantirsene l’appoggio, era l’incontro con il Papa. Ed è lì, nelle stanze del Vaticano, che si è capito quanto sia rilevante la svolta della politica americana, come tale incoraggiata a chiare lettere dal Pontefice. Rispetto a questi sviluppi, sanciti dal riavvicinamento di Bush a Francia e Germania, la linea seguita dal centro-sinistra rivela tutte le sue incongruenze. Aver chiesto il ritiro delle truppe alla vigilia del ritorno sulla scena delle Nazioni Unite sembra un grave errore di analisi, a meno di non voler spiegare tutto con il tatticismo elettorale. In realtà è già in corso la correzione della linea. Le plateali distanze dai cortei «pacifisti» costituiscono il primo passo della riconversione. Il secondo è più difficile perché riguarda il rapporto con l’Onu, che il centro-sinistra ha appena sfiduciato in Parlamento. D’Alema sostiene che non è la sinistra a essere incoerente, ma è la maggioranza berlusconiana a cambiare parere dopo aver tanto sminuito, non credendoci, il ruolo delle Nazioni Unite. E’ esatto, ma si tratta di una magra consolazione. Nel caso di Berlusconi, l’incoerenza va tutta a suo vantaggio; per la semplice ragione che il governo si è da tempo issato sul carro di Bush e logicamente ne segue l’evoluzione pro-Nazioni Unite. Rallegrandosene. Invece il centro-sinistra ha compiuto il percorso inverso e adesso si sforza di ritrovare il punto d’equilibrio. Bene che vada, ha regalato all’avversario un cospicuo vantaggio. Il presidente Usa ringrazia Berlusconi: mi fido di te. Il premier: i nostri militari resteranno a Nassiriya Il Cavaliere e il D-Day: «Noi esclusi? No, ho tolto dall’imbarazzo Parigi facendo venire qui George» VERITA’ STORICHE E SGARBI ALL’ITALIA di SERGIO ROMANO GIANNELLI Spiace dirlo, ma la superiorità e la noncuranza con cui il presidente del Consiglio Berlusconi ieri, durante la sua conferenza stampa con George Bush, ha commentato l’assenza dell’Italia alle celebrazioni per lo sbarco in Normandia non è del tutto convincente. Un ambasciatore, Pietro Quaroni, diceva spesso che la politica estera italiana è quasi sempre una «politica della sedia». La presenza, per l’Italia, ha sempre contato più della effettiva e sostanziale partecipazione all’evento. Dopo mesi di incomprensioni, la Francia e gli Stati Uniti sembrano più vicini a un accordo sull’Iraq. «La bozza Onu è da migliorare, ma spero che sia firmata entro pochi giorni», ha detto il presidente francese Jacques Chirac nel corso dell’incontro con il presidente Usa George Bush, arrivato ieri in Francia per celebrare il 60mo anniversario dello sbarco in Normandia. Prima di volare a Parigi, Bush ha tenuto a Roma una conferenza stampa congiunta con Silvio Berlusconi, in cui ha ringraziato il presidente del Consiglio italiano: «Mi fido di te». Berlusconi ha ribadito che i nostri soldati resteranno in Iraq. E ha spiegato così la sua mancata partecipazione alle celebrazioni normanne: non siamo stati esclusi, sono io che ho tolto Chirac dall’imbarazzo facendo venire qui Bush. CONTINUA A PAGINA 6 L’ULTIMO SALUTO A LOS ANGELES È morto Reagan, segnò un’epoca È morto, nella sua casa di Los Angeles, l’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Aveva 93 anni e da molto tempo combatteva contro il morbo di Alzheimer, continuamente accudito dalla mo- U Da pagina 2 a pagina 8 L’inchiesta sui tre giovani assassinati a Varese. Il pm: orrore senza precedenti L’America Satanismo, i verbali degli arrestati. E si indaga su altre morti che amiamo di ENZO BIAGI Staccarsi da tutto anche dalla vita di MAURO COVACICH L’addio al cuoco ucciso «Antonio, eroe di pace» «Antonio è stato vittima del terrore, è eroe della pace e dell'amore». Così il vescovo di Aversa ha celebrato i funerali di Antonio Amato, il cuoco italiano ucciso ad Al Khobar. Alla funzione anche il premier Berlusconi e il presidente della Camera Casini. Una delegazione di cuochi guidata da Gianfranco Vissani ha portato la bara a spalla. (foto Castano) U A pagina 9 Bufi, Gallo, Roncone I più sono «dormienti». Non ti accorgi di loro. Stanno seduti a testa china in metropolitana, hanno le urla di Marilyn Manson nelle orecchie. Senti solo gracchiare le cuffie da fuori. Non danno nell’occhio più di tanto. Fino a mezz’ora prima possono aver fatto fotocopie dal commercialista oppure hanno appena consegnato l’ultimo pacco e chiuso il furgone. Non ti sembrano neanche vestiti in modo strano — ormai chiunque è vestito in modo strano. Al massimo una spilla col teschio, o il triplo sei. Sono bravi ragazzi. Bravi ragazzi satanisti. Loro non vanno al centro sociale a preparare la manifestazione, né vanno in parrocchia a distribuire vestiti ai ghanesi. Non vanno a fare lo struscio in centro, né al concerto di Tiziano Ferro. Loro si tengono alla larga dalla massa dei normali. Sono di Fabio Tollis e di Chiara Marino i due corpi ritrovati sepolti in un bosco di Somma Lombardo (Varese). I due, scomparsi nel ’98, sono stati uccisi a martellate. R Nuovi misteri. Per un mistero che si chiude, altri se ne aprono: non ci sarebbe solo la morte di Fabio e Chiara tra le imprese della setta delle «Bestie di Satana» i cui componenti sono in carcere a Busto Arsizio. La magistratura vuole riaprire casi archiviati come morti accidentali. Le indagini erano partite dalla morte di Mariangela Pezzotta, uccisa a Golasecca con un colpo al volto e finita a badilate. Per quel delitto sono in carcere l’ex fidanzato della vittima, Andrea Volpe, e un amico. R «Storia turpe». Il pm Pizzi afferma: «Mai incontrata una storia così turpe». Dai verbali degli interrogatori emergono particolari raccapriccianti. «Abbiamo ucciso Chiara perché in lei vedevamo impersonata la Madonna». CONTINUA A PAGINA 12 ALL’INTERNO IL PAPA A BERNA «Giovani, spendetevi come me» U A pagina 18 Accattoli ELEMENTARI Addio all’esame di quinta U Alle pagine 12 e 13 U A pagina 20 Del Frate, Fasano Foschini, Offeddu Cavadini Ricerca inglese ricostruisce le relazioni tra odori e memoria «Conti pubblici in ordine, dire il contrario è suicida» Così il cervello ricorda con i profumi Rivoluzione e tradizione Novanta capolavori raccontano la più straordinaria avventura dell’arte moderna Palazzo dei Diamanti 3/10/2004 - 9/1/2005 Informazioni e Prevendita Biglietti Call Center Attività Culturali lunedì-venerdì: 9/13-15/17 tel. 0532.209988 fax 0532.203064 Pablo Picasso, Chitarra, 1912-13. Oslo, Nasjonalgalleriet. Pablo Picasso © Succession Picasso, by SIAE 2004. COMUNE DI FERRARA PROVINCIA DI FERRARA «Il Paese è messo meglio di quanto sembri». Da Santa Margherita Ligure, al convegno dei giovani della Confindustria, Giulio Tremonti assicura che i conti pubblici italiani non sono «a rischio». Secondo il ministro dell’Economia «la situazione, anche per il debito, non è così drammatica, nonostante il modo suicida con cui alcuni giornali parlano di conti a rischio». Tremonti conferma il piano di riduzione delle tasse e la riduzione dell’Irap sulla ricerca. E rivela che il governo sta studiando l’istituzione di un fondo per ogni neonato, per finanziare l’istruzione dei giovani e la loro formazione professionale, alimentato dallo Stato e da rimborsare in tempi lunghi. U A pagina 21 Marro, Polato, Sensini UNA GIORNATA CON Fini: abbiamo smontato l’asse Lega-Tremonti di ALDO CAZZULLO «Abbiamo smontato l’asse nordista», quello tra la Lega e Giulio Tremonti. Così dice Gianfranco Fini, che tuttavia è attento a evitare qualsiasi attrito con gli alleati. Per Bossi ha parole affettuose. E sottolinea che la campagna elettorale di An per le Europee punta «a rafforzare il partito ma anche il governo». di MASSIMO PIATTELLI PALMARINI Con un titolo proustiano («Alla ricerca dell’odore perduto») nel suo ultimo numero la rivista Neuron svela i meccanismi neurobiologici che spiegano il riconoscimento degli odori e il loro ruolo nel creare e ricreare ricordi. Una settimana prima, sempre su Neuron, i biologi del Baylor College of Medicine, di Houston, si erano concentrati sul moscerino dell’aceto, la benemerita drosofila, cui tanto devono generazioni di genetisti. Spruzzando intorno all’insetto odori nuovi e dando subito dopo un lieve choc elettrico, l’équipe di Ronald L. Davis ha seguito, neurone per neurone, la formazione di connessioni nuove e la loro stabilizzazione. www.ingramcamiceria.it IL CUBISMO STRETTAMENTE PERSONALE «Sì,massacrammoqueiragazzi» Tremonti: niente drammi. Il Tesoro studia un fondo «per il futuro di ogni neonato» In autunno a Ferrara glie Nancy. Era stato il quarantesimo presidente degli Stati Uniti, dal 1981 all’89. Nella foto Ap: Nancy e Ronald Reagan U Alle pagine 10 e 11 M. Caprara Caretto, Farkas, Gaggi, Riotta Non ho mai scritto, in senso dispregiativo, Amerika: niente kappa. Amo quel Paese che è venuto a liberarci e a sfamarci due volte. Lo conosco: c’ero — stavo sul Mississippi — anche il giorno in cui uccisero John Kennedy. Ho conosciuto Robert, il fratello, di temperamento severo e anche duro, che rimase sorpreso quando, presentandolo durante un comizio, fu annunciato come «il nostro amato Bob». «Amato — mi disse — non me lo aveva mai detto nessuno». Sono stato a Cuba dal marinaio che accompagnava Hemingway; sul comodino accanto al letto dello scrittore c’era la copia di Epoca col suo romanzo Il vecchio e il mare. Feci compagnia a Faulkner durante una giornata milanese; quando andai a Oxford, nella sua casa, mi venne incontro un contadino nero con un secchio pieno di mais. Tornai anni dopo per vedere quello che era rimasto di lui; visitai anche la sua tomba: sulla lapide stava scritto: «Amato, vai con Dio». Il suo nome figurava ancora nell’elenco del telefono, ma al 719 della Garfield Avenue non abitava più nessuno. Le assi del piccolo patio di legno scricchiolavano, la cassetta della posta era arrugginita, il recinto dei cavalli marciva. Nel 1950 aveva vinto il Nobel. Non amava i suoi compatrioti e solo il droghiere, un lindo e sorridente ometto, riceveva le sue pacate confidenze e poteva addirittura chiamarlo Bill. Mister Bush, io amo l’America, per quello che è e per quello che ha fatto per noi. E per quello che ci ha dato: scrittori, scienziati, libertà. «Happy day», mister Bush. La sua patria ha rappresentato la speranza e il modello per molti di noi. Ma questa immagine non può essere sporcata dalle «gravi violazioni dei diritti umani», dalle imprese dell’Iraq: uccisioni arbitrarie, torture. Non è questa la nostra America, quella che amiamo. Lei ha il potere, provveda e punisca. 40 6 0 6 U A pagina 15 CONTINUA A PAGINA 29 9 771120 498008