analisi opportunita` paese: tunisia
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ANALISI OPPORTUNITA’ PAESE: TUNISIA Documento redatto e concepito da: Illuminato Davide dr. Barone -1- ANALISI OPPORTUNITA’ PAESE “PIANO DI AZIONE GRUPPO DI CONTATTO” Tunisia Profilo demografico e socio-culturale: la popolazione complessiva è pari a 9.586.000, dislocata su una superficie di 164.150 Kmq. Le religioni maggiormente professate sono: Cattolica (0,3%), Ebrea (0,1%), Mussulmana (98,6%). La lingua ufficiale è l’arabo, francese. Unità monetaria: Dinaro Tunisino (DT). Forma istituzionale: Repubblica Presidenziale. Risorse naturali ed infrastrutture: sotto il profilo della disponibilità di risorse naturali la Tunisia presenta una buona dotazione, tale da garantire notevoli risparmi energetici, mentre si rileva una limitata disponibilità di materie prime. Costi energetici Tipologia Unità di Misura Prezzi (in euro) Kwh O,049 Mc 0,124 Carburanti Litro 0,540 Gasolio Litro 0,330 GPL Ton 297,00 Energia elettrica Gas Le infrastrutture sono lo zoccolo duro ove l’azione governativa ha orientato gli investimenti specie nel settore delle tecnologie avanzate, testimonianza ne sono il nuovo Polo Tecnologico de Susse ed i 127 centri di formazione pubblica specializzati in ben 219 settori. -2- Risorse umane e mercato del lavoro: abbondante presenza di manodopera specializzata sia sotto il profilo tecnico che linguistico (Inglese, Francese e Arabo); legislazione del lavoro flessibile: sono ammessi turni lavorativi anche notturni nei giorni festivi, non ci sono limiti per l’overtime, possibilità di occupare per brevi periodi, basso costo della manodopera; facilitazioni per l’ottenimento di permessi e visti; Costo manodopera Remunerazione mensile Qualifica Operai (in euro) 40 Ore settimanali 135,00 48 Ore settimanali 155,00 Amministrativi 218,00 Tecnici specializzati 311,00 Rapporti economico-commerciali e analisi settoriale: per quanto concerne gli scambi (dato nazionale aggregato, relativo a tutti i settori) tra il sistema economico Italia e quello tunisino, ivi di seguito si riportano alcuni dati macroeconomici (Fonte ISTAT: dati provvisori a Gennaio 2007): • Esportazioni: 2.436.132 ( * ) • Importazioni: 1.853.359 ( * ) • Saldo assoluto:. -582.773 ( * ) • Saldo Normal..: • Stima tasso di crescita (2007): 1,07% • Stima crescita PIL (2007): 6,0% • Tasso di disoccupazione: 14,2% • Stima reddito pro-capite(2007): 4.295 (DT) 13,59% ( * ) Dati grezzi: espressi in migliaia di €. (Fonte: ICE) -3- Secondo i dati INT, Istituto Nazionale delle Statistiche della Tunisia, aggiornati a dicembre duemilasei, nonostante l’export nazionale presenti segnali di miglioramento, di contro si rileva un maggiore aumento dell’import, delineando la Tunisia come un mercato con vocazione all’importazione, caratterizzato da un elevato tasso di disoccupazione, un cronico deficit commerciale ed un sistema bancario da riformare. Nella tabella sottostante (Tab. 1) sono stati estrapolati dal dato nazionale i dati statistici dell’import-export, relativi agli scambi tra l’Italia e la Tunisia, riferiti agli anni 2005 e 2006 (valori espressi in Mln di dinari tunisini). Fonte: INT, Istituto Nazionale delle Statistiche della Tunisia: Tab. 1 – Valore delle importazioni ed esportazioni (valori espressi in milioni di DT) ESPORTAZIONI 2005 2006 Stima 2007 13.607 15.316 16.574 IMPORTAZIONI 2005 2006 Stima 2007 17.101 19.767 21.160 Dall’analisi dei suddetti dati si rileva con immediatezza che la Tunisia è un Paese con forte vocazione all’importazione di prodotti da parte di altre economie specie quelle limitrofe che si affacciano sul mediterraneo. Tale dato, relativo all’interscambio, è destinato ulteriormente a crescere anche in prospettiva dell’apertura dell’area di libero scambio tra i Paesi del Mediterraneo, prevista per il 2010. L’Italia, con il 25%, costituisce il secondo Paese, dopo Francia (28%), che soddisfa le esigenze import dell’economia tunisina. -4- SCHEDE SETTORE Per quanto concerne invece l’analisi settoriale oggetto di interesse del Progetto Paese, di seguito si procede ad un approfondimento dei settori chiave che fanno da traino all’export italiano verso il mercato tunisino, in particolare: agroalimentare ed elettronica (Hi-Tech): 1. - Agroalimentare Il settore agroalimentare tunisino – analisi macroeconomica condotta dall’INT, Istituto Nazionale delle Statistiche della Tunisia - ha fatto registrare tra il primo semestre 2005 ed il primo 2006 una crescita dell’ 87%, tale dato aggregato risulta essere la sintesi di svariate categorie di prodotti che compongono la macro. Tuttavia, questo studio si limiterà all’esame di alcune sottoclassi di prodotti, che soddisfano l’incrocio tra la produzione siciliana e la domanda tunisina, in particolare: vino, olio extravergine di oliva, formaggi e latticini; piante e fiori. IMPORTAZIONI TUNISINE DALL’ITALIA (Valore in dinari tunisini: 1 DT = €. 0,65) SETTORE I semestre 2005 I semestre 2006 Var. % Agroalimentare 14.095.000 26.381.000 87% Fonte: INT, Istituto Nazionale delle Statistiche della Tunisia. Vini: tale prodotto rappresenta un elemento di forte traino per l’export, trattandosi di un prodotto molto apprezzato per le intrinseche caratteristiche organolettiche della produzione siciliana (cd. Nero d’Avola). Gli investimenti italiani diretti al settore agroalimentare ed agricolo sono pari a circa il 9%; nel 2001 si è costituita una importante joint venture per la produzione del vino, su un’estensione di circa 650 ettari, tra una rinomata ditta siciliana ed una tunisina. Per quanto concerne l’interscambio tra Sicilia e Tunisia ivi di seguito si riporta il valore delle esportazioni ed importazioni, relativo al 2002-2003, con la Sicilia: -5- VALORE EXPORT/IMPORT CON LA SICILIA (Valori in €.) SETTORE 2002 2003 Var. % Export 186.500.228 246.180.464 32% Import 35.297.375 45.703.377 29,5 Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati ISTAT Per quanto concerne l’export, la Sicilia, dato riferito al 2003, pone la Tunisia al quinto posto dopo i prediletti mercati della Francia, USA, Spagna e Germania, facendo registrare una crescita della variazione percentuale pari al 32%; mentre per quanto concerne l’import (26 posto) si registra una variazione percentuale del 29,5% su un valore economico di gran lunga inferiore a quello dell’export. Olio extravergine di oliva: esso rappresenta uno dei prodotti che fa da forte traino per l’export italiano, si tratta di un prodotto molto apprezzato per i valori nutrizionali, i profumi ed il sapore che lo contraddistingue. Poiché, le quote di produzione in Tunisia sono maggiori che in Italia, é opportuno allora creare delle partnership al fine di soddisfare le maggiori richieste mondiali di tale prodotto, il quale presenta caratteristiche simili a quello proveniente dalla produzione tunisina, ove inoltre la disponibilità di terreni agricoli è maggiore. Per quanto concerne il dato statistico aggregato dell’interscambio della Sicilia con l’estero si registra, tra il 2003 ed il 2002, per il comparto degli oli grassi vegetali ed animali una variazione positiva del 22,8%. Formaggi e latticini: tale segmento presenta una consistente domanda da parte del mercato tunisino che è prevalente orientato al consumo di prodotti tipici con forte connotazione e vocazione al territorio di provenienza, alla storia ed alle tradizioni culturali che lo identificano. Rilevanti e simmetrici alla domanda del mercato sono le produzioni del comprensorio ragusano (provola ragusana, caciocavallo fresco, pecorino e latticini vari). -6- Piante e Fiori: esso rappresenta uno dei prodotti che da forte traino all’export siciliano, il quale può contare sulle numerose produzioni in serra del comprensorio di Vittoria: svariate produzioni di fiori caratterizzate da spettacolari e variopinte varietà di rose, garofani e piante ornamentali. Tenuto conto che in Sicilia si ospitano oltre 11.000 tunisini, di cui tra la provincia di Ragusa e Trapani si concentrano i 2/3 dell’intera comunità. Tutto ciò contribuisce alla crescita ed all’interscambio tra le due economie. Di seguito si riporta la tavola dei principali Paesi esportatori, di piante e fiori, sul mercato tunisino: Tavola principali esportatori sul mercato: Tunisia (Valori in migliaia di dollari, quote di mercato in percentuale) Prodotto: Piante e fiori VAR Paesi Spagna Italia Francia Paesi Bassi Belgio Lussemburgo Repubblica Sudafricana India 2000 2001 832 721 1.501 352 95 1 16 656 424 799 174 137 0 32 2002 2003 2004 % (*) 966 1.520 2.194 27,4 521 2.173 1.937 28,0 707 470 1.308 -3,4 155 271 427 5,0 177 219 218 23,3 0 0 21 139,9 28 36 10 -10,8 (*) Media geometrica degli incrementi annuali nel periodo 1998-2002 Fonte: elaborazioni ICE su dati GTI Dall’analisi dei dati relativi all’export si rileva una forte crescita della quota Italia sul mercato tunisino, pari al 28%, tanto da balzare al secondo posto tra i paesi esportatori dopo la Spagna. Alla luce di quanto premesso ivi di seguito si esplicitano alcuni dei principali indicatori economici (vantaggi competitivi, tassi di crescita del paese, concorrenza, tendenza dei prezzi, barriere tariffarie, ecc..) che certamente possono contribuire a stimolare gli imprenditori siciliani verso la conquista del mercato tunisino: -7- • Volumi e tassi di crescita del paese • • • Concorrenza • • • Tasso di penetrazione del prodotto • • • Livello e tendenza dei prezzi • Stato di salute del mercato estero: attualmente in fase di crescita, caratterizzato da un elevato tasso di disoccupazione e dalla crescita delle importazioni dal Paese Italia; Grandezza del mercato in termini di consumo: mercato costituito da circa 10 milioni di consumatori con reddito pro-capite di DT 4.295; Andamento dei consumi negli ultimi 5 anni: la spesa per i consumi, in termini reali, è cresciuta Il reddito reale disponibile ha ripreso a crescere congiuntamente alle retribuzioni. Risultati della concorrenza: seppur con produzioni di livello qualitativo inferiore rispetto al prodotto agroalimentare italiano, essendo la concorrenza meglio organizzata e strutturata, con imprese di una certa entità ed aggregazioni di PMI (Consorzi, Distretti, Associazioni, Movimenti cooperativi), riesce ad avere un’azione, in termini di export verso la Tunisia, più incisiva; Concorrenti attivi sul mercato: Francia, Spagna, Germania, Eventuale crisi della domanda interna: si stima una crescita della domanda interna a fronte di una crescita della spesa per i consumi non durevoli . Rapporto tra consumatori del prodotto e consumatori potenziali: il nesso che lega il prodotto al consumatore è il valore aggiunto della qualità, valore tangibile del prodotto, nonché un buon rapporto prezzo/qualità; Crescita penetrazione dei prodotti della concorrenza negli ultimi 5 anni: denotano una elevata crescita i prodotti provenienti da Francia, Paesi Bassi, Belgio e India; Crescita dell’import di prodotti sostitutivi per il paese nel quinquennio: in questi ultimi anni sono cresciuti i prodotti da paesi in via di sviluppo(India). Stabilità del prezzo nel mercato interno: le dinamiche del prezzo sono oggetto di continue fluttuazioni e contrattazioni per la forte concorrenza; Rapporto di competitività rispetto la concorrenza: seppur il prodotto italiano sia caratterizzato da una eccellente qualità, risulta patire la concorrenza dei Paesi asiatici -8- • • Frequenza di utilizzo del prodotto • • Barriere tariffarie • • (India) ed europei (Paesi Bassi, Belgio, Francia), sotto il profilo del rapporto prezzo/qualità, nonché per la presenza di imprese frammentate e poco strutturate. Per tal ragione gli sforzi del governo italiano sono orientati a “far sistema” con la creazione di consorzi, distretti e filiere; Andamento dei prezzi dei prodotti sostitutivi: seppur esistano dei prodotti sostitutivi a prezzo inferiore si rileva che il prodotto “Made in Italy” sia insostituibile ed inimitabile. Tuttavia, si richiede alle imprese italiane uno sforzo continuo mirato a tutelare il proprio marchio (anche con azioni governative, nonché da parte l’UE), ad innovare il prodotto e nel contempo a delocalizzare alcune fasi della produzione in Tunisia, per acquisire vantaggi competitivi, in termini di prezzo/qualità, così da poter reggere la forte concorrenza delle economie in via di sviluppo. Differenze sostanziali negli usi, nei costumi e nella tecnologia che fanno ipotizzare un utilizzo diverso del prodotto: il consumatore tunisino facendo parte di una società molto radicata sull’aspetto religioso predilige prodotti in linea con il dogma religioso; Eventuali modifiche delle caratteristiche del prodotto: si consiglia di utilizzare confezioni ricercate che mirino ad enfatizzare il prodotto oltre a far percepire la innovatività e la ricercatezza del prodotto italiano. Barriere tariffarie: non si rilevano barriere anzi sono previsti incentivi; Barriere non tariffarie: si segnale un particolare fenomeno denominato “agropirateria”, in quanto spesso si fa un uso improprio di nomi e di identificazioni geografiche italiane; Limiti quantitativi alle esportazioni: per singola produzione sono previste delle quote oltre le quali non risulta conveniente esportare, causa eccessivo incremento dei dazi; Espandere il proprio mercato target verso i paesi stranieri • Export prodotti: il mercato tunisino per le imprese siciliane costituisce un mercato strategico, divenendo il principale hub per l’esportazione verso le economie asiatiche ed americane. Acquisire fattori della • Accordi di cooperazione: la sottoscrizione di accordi, -9- produzione dall’estero a condizioni di vantaggio, ridurre i costi, etc . mediante creazione di joint venture costituisce il primo approccio per la penetrazione di un nuovo mercato, nonché utile strumento per la riduzione dei costi di produzione ad alto impiego di manodopera. Svolgere fasi produttive all’estero per acquisire un vantaggio competitivo • Delocalizzazione produzione: il mercato tunisino per le imprese siciliane può tendenzialmente rappresentare un mercato ove delocalizzare alcune fasi produttive, sia per i ridotti costi energetici che di manodopera. Opportunità e vantaggi • Presenza di manodopera specializzata: sia sotto il profilo tecnico che linguistico (Inglese, Francese e Arabo); Legislazione del lavoro flessibile: sono ammessi turni lavorativi anche notturni nei giorni festivi, non ci sono limiti per l’overtime, possibilità di occupare per brevi periodi, basso costo della manodopera; facilitazioni per l’ottenimento di permessi e visti; Agevolazioni e incentivi: a) lo Stato si assume l’onere di versare i contributi sociali dei lavoratori tunisini assunti per i primi cinque anni; b) esistono vari programmi che prestano assistenza finanziaria alle imprese, in particolare “Tuninvest” , “Star-ups Forum” and “Agency for the Promotion of Industry”; c) procedure burocratiche semplificate; d) sistema di tassazione semplice ed a basso carico fiscale: con possibilità di rientro dei capitali; Il settore dell’Information Technology: presenta un trend in crescita (nel 2009 sarà ultimata l’area dedicata al nuovo polo tecnologico; il settore delle telecomunicazioni presenta ampi margini di cerscia, congiuntamente agli investimenti in call center); Delocalizzazione produzione: nelle c.d. Free Trade Zone (FTZ), in quanto presentano svariate agevolazioni fiscali, così come di seguito meglio illustrato; Creazione di partenrship con imprenditori locali al fine di siglare accordi strategici e creare una rete (network) per reggere la concorrenza dei Paesi in via di sviluppo; Posizionamento della domanda di prodotti italiani: in crescita; Comunicare i fattori distintivi della qualità: come plus rispetto ai prodotti dei Paesi concorrenti (India, Paesi Bassi, Francia, Belgio), perché trattandosi di beni di consumo risentono sia dell’effetto prezzo, a seguito delle fluttuazioni di cambio, che del rischio di sostituzione con forniture e/o produzioni provenienti da Paesi a minore • • • • • • • - 10 - • costo; Altre opportunità: disponibilità di maggiori quote per la produzione di olio di oliva; disponibilità di terreni agricoli, in attesa che si completi l’opera di bonifica finanziata dal governo tunisino; ampi spazi di mercato per il settore della floricoltura. 2. - Hi-Tech Il settore dell’Information Technology ricalca la struttura italiana del distretto industriale, il quale però nasce a stretto contatto con le comunità scientifiche e le Università. I distretti dispongono di adeguate infrastrutture e sostegno governativo sia a livello finanziario che di consulenza professionale e manageriale. Progetto ambizioso ed entusiasmante è quello messo in atto dal governo tunisino che in breve tempo ha creato svariati poli tecnologici, in particolare: il Parco Tecnologico: “Le Technopole de Scusse”; Borj Cédria, Sidi Thabet e Sfax. La dinamicità del settore è supportata da 127 centri pubblici di formazione specializzati in 219 differenti settori, alimentando e supportando i settori produttivi con manodopera altamente specializzata. Consistenti sono i fondi stanziati dal governo tunisino, 2.730 milioni di dinari tunisini (tra settore privato e pubblico), per l’ampliamento del settore delle “Telecomunicazioni”. Gli investimenti italiani diretti nello stato tunisino, relativamente al settore elettronico, allo stato attuale sono pari a circa l’8%, ma sono destinati a crescere trattandosi di una economia di costo, ove i costi di approvvigionamento energetico e di manodopera specializzata sono contenuti e permetto di acquisire vantaggi competitivi non indifferenti, tenuto conto anche dei rilevanti investimenti governativi specie nel settore delle telecomunicazioni: ove confluirebbero le produzioni di cavi ottici e troverebbero applicazione le nuove tecnologie Wi-Fi e Wi-Max. ANALISI SWOT Punti di Forza Punti di debolezza - Notevole sostegno statale del - Mercato settore; dimensioni, - Logica distrettuale; utilizzabile - 11 - di ridotte - Opportunità Ottima tuttavia ottenimento possibilità fondi come progetti innovativi (IT); di per -Risorse umane specializzate; - Economia di avamposto per i Paesi - Manodopera e costi costo: africani, europei, asiatici energetici a basso costo; prevalentemente appetibile per ed americani. - delocalizzare crescita alcune fasi produttive. Ottime opportunità del di settore telecomunicazioni. (Fonte: Guida economico-commerciale Consolato Generale d’Italia) Di seguito si riportano alcuni dei principali indicatori economici: vantaggi competitivi, tassi di crescita del paese, concorrenza, tendenza dei prezzi e barriere tariffarie che certamente contribuiranno a stimolare gli operatori del settori IT siciliano a valutare l’opportunità di ricercare nuovi mercati di sbocco : • Concorrenza • • • Tasso di penetrazione del prodotto • • • Livello e tendenza dei prezzi Risultati della concorrenza: incisiva l’azione strategica di improntata alla delocalizzazione, promossa da Stati Uniti, Finlandia, Germania, Francia e Spagna; Concorrenti attivi sul mercato: Stati Uniti, Finlandia, Germania, Francia e Spagna; Eventuale crisi della domanda interna: domanda interna in crescita in quanto trattasi di una nuova frontiera, con spesa per i consumi non durevoli tendente alla crescita. Rapporto tra consumatori del prodotto e consumatori potenziali: il nesso che lega il prodotto al consumatore è il valore aggiunto della qualità, dello stile e del design che contraddistingue il prodotto italiano; Crescita penetrazione dei prodotti della concorrenza negli ultimi 5 anni: denotano una elevata crescita i prodotti provenienti da Cina, Giappone, Malesia, Corea, Irlanda e India; Crescita dell’import di prodotti sostitutivi per il paese nel quinquennio: in questi ultimi anni sono cresciuti i prodotti provenienti da paesi in via di sviluppo. Stabilità del prezzo nel mercato interno: le dinamiche del prezzo sono oggetto di continue fluttuazioni e contrattazioni per la forte concorrenza; • - 12 - • Rapporto di competitività rispetto la concorrenza:la creazione di partnership costituisce un elemento strategico per reggere la competizione mondiale in atto con i Paesi in via di sviluppo; • Differenze sostanziali negli usi, nei costumi e nella tecnologia che fanno ipotizzare un utilizzo diverso del prodotto: non si rilevano particolari adattamento, anzi cresce sempre di più tra le nuove generazioni, l’affermazione di nuovi beni ad avanzato contenuto tecnologico: l’I-pod, internet, computer portatili, fotocamere digitali, cellulari e telecamere. Barriere tariffarie • Barriere tariffarie: non si ravvisano particolari difficoltà, specie se si creano delle partnership con le imprese locali. Espandere il proprio mercato target verso i paesi stranieri • Export prodotti: verso tutte le economie con congiuntura favorevole, data la volatilità che caratterizza i singoli mercati, in quanto influenzata da molteplici variabili. Acquisire fattori della produzione dall’estero • Accordi di cooperazione: con economie dotate di un ampio bacino di manodopera a basso costo. Svolgere fasi produttive all’estero per acquisire un vantaggio competitivo • Delocalizzazione produzione: trasferimento della prima fase della produzione in tali economie (Tunisia) a basso costo energetico e di manodopera, oltreché in zone franche a fiscalità privilegiata che, permettano di acquisire vantaggi competitivi sia in termini di ottimizzazione del rapporto qualità/prezzo che di approccio più strategico e competitivo verso le produzioni dei Paesi concorrenti emergenti. Opportunità e vantaggi • Delocalizzazione produzione: nelle c.d. Free Trade Zone (FTZ), in quanto presentano svariate agevolazioni fiscali; Creazione di partenrship con imprenditori locali al fine di creare reti per la ricerca avanzata, così da poter reggere l’aggressiva concorrenza dei Paesi in via di sviluppo; Posizionamento della domanda di prodotti italiani: in crescita; Economia sbilanciata più verso i consumi di prodotti occidentali, sinonimo di libertà ed emancipazione; Frequenza di utilizzo del prodotto • • • - 13 - • • Comunicare i fattori distintivi della qualità come plus rispetto ai prodotti dei Paesi concorrenti (Giappone, Cina, Corea del Sud e Taiwan), perché trattandosi di beni di consumo risentono dell’effetto prezzo, a seguito delle fluttuazioni di cambio, e del rischio di sostituzione con forniture e/o produzioni provenienti da Paesi a minore costo; Costituire un gruppo di “Business Angel” a supporto permanente degli imprenditori siciliani, magari utilizzando gli esperti dello SPRINT. Ulteriori Informazioni Foreign trade zone (zone extradoganali): tra i fattori che contribuiranno all’attrazione di investimenti esteri che confluiranno nel sistema economico tunisino, si segnalano le zone extra doganali (denominate FTZ: “free trade zone”). Tali aree sono delle estensioni territoriali posizionate in prossimità dei porti e degli aeroporti, che non sono considerate territorio tunisino dal punto di vista doganale, al fine di rendere più agevole ed economico sia sotto il profilo logistico che fiscale l’operato delle imprese ivi localizzate. In particolare, si segnala la zona industriale Enfidha che sorge in prossimità dell’aeroporto intercontinentale ed il nuovo porto. Incentivi agli investimenti esteri e facilitazioni creditizie: si segnalano in particolare: a) lo Stato si assume l’onere di versare: il 100% dei contributi sociali dei lavoratori tunisini, neolaureati, assunti per i primi cinque anni; il 50% dei contributi sociali dei lavoratori tunisini assunti , per cinque anni, qualora assunti da un secondo o terzo gruppo che non a base permanente in Tunisia. b) esistono vari programmi che prestano assistenza finanziaria alle imprese: “Tuninvest” , “Star-ups Forum”; “Agency for the Promotion of Industry”; c) procedure burocratiche semplificate; d) sistema di tassazione semplice ed a basso carico fiscale: con possibilità di rientro dei capitali. - 14 - Consigli utili: a tutti gli imprenditori che intendono orientare le proprie transazioni verso il mercato tunisino si consiglia: di fornire un servizio assistenza al prodotto (customer service); dare rilevanza alla storia, alle tradizioni, al design ed alla tecnica adottando l’estro e la creatività che contraddistinguono il prodotto Made in Italy; vendere un sogno anche per una nicchia; stipulare polizze assicurative contro gli incendi per attenuare l’elevato rischio causa elevate temperature. - 15 -