analisi opportunita` paese: tunisia

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analisi opportunita` paese: tunisia
ANALISI OPPORTUNITA’
PAESE: TUNISIA
Documento redatto e concepito da: Illuminato Davide dr. Barone
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ANALISI OPPORTUNITA’ PAESE
“PIANO DI AZIONE GRUPPO DI CONTATTO”
Tunisia
Profilo demografico e socio-culturale: la popolazione complessiva è pari a 9.586.000,
dislocata su una superficie di 164.150 Kmq. Le religioni maggiormente professate sono:
Cattolica (0,3%), Ebrea (0,1%), Mussulmana (98,6%). La lingua ufficiale è l’arabo,
francese. Unità monetaria: Dinaro Tunisino (DT). Forma istituzionale: Repubblica
Presidenziale.
Risorse naturali ed infrastrutture: sotto il profilo della disponibilità di risorse naturali la
Tunisia presenta una buona dotazione, tale da garantire notevoli risparmi energetici,
mentre si rileva una limitata disponibilità di materie prime.
Costi energetici
Tipologia
Unità di Misura
Prezzi (in euro)
Kwh
O,049
Mc
0,124
Carburanti
Litro
0,540
Gasolio
Litro
0,330
GPL
Ton
297,00
Energia elettrica
Gas
Le infrastrutture sono lo zoccolo duro ove l’azione governativa ha orientato gli investimenti
specie nel settore delle tecnologie avanzate, testimonianza ne sono il nuovo Polo
Tecnologico de Susse ed i 127 centri di formazione pubblica specializzati in ben 219
settori.
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Risorse umane e mercato del lavoro: abbondante presenza di manodopera specializzata
sia sotto il profilo tecnico che linguistico (Inglese, Francese e Arabo); legislazione del
lavoro flessibile: sono ammessi turni lavorativi anche notturni nei giorni festivi, non ci sono
limiti per l’overtime, possibilità di occupare per brevi periodi, basso costo della
manodopera; facilitazioni per l’ottenimento di permessi e visti;
Costo manodopera
Remunerazione mensile
Qualifica
Operai
(in euro)
40 Ore settimanali
135,00
48 Ore settimanali
155,00
Amministrativi
218,00
Tecnici specializzati
311,00
Rapporti economico-commerciali e analisi settoriale: per quanto concerne gli scambi (dato
nazionale aggregato, relativo a tutti i settori) tra il sistema economico Italia e quello
tunisino, ivi di seguito si riportano alcuni dati macroeconomici (Fonte ISTAT: dati provvisori
a Gennaio 2007):
•
Esportazioni: 2.436.132 ( * )
•
Importazioni: 1.853.359 ( * )
•
Saldo assoluto:. -582.773 ( * )
•
Saldo Normal..:
•
Stima tasso di crescita (2007): 1,07%
•
Stima crescita PIL (2007): 6,0%
•
Tasso di disoccupazione: 14,2%
•
Stima reddito pro-capite(2007): 4.295 (DT)
13,59%
( * ) Dati grezzi: espressi in migliaia di €. (Fonte: ICE)
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Secondo i dati INT, Istituto Nazionale delle Statistiche della Tunisia, aggiornati a dicembre
duemilasei, nonostante l’export nazionale presenti segnali di miglioramento, di contro si
rileva un maggiore aumento dell’import, delineando la Tunisia come un mercato con
vocazione all’importazione, caratterizzato da un elevato tasso di disoccupazione, un
cronico deficit commerciale ed un sistema bancario da riformare.
Nella tabella sottostante (Tab. 1) sono stati estrapolati dal dato nazionale i dati statistici
dell’import-export, relativi agli scambi tra l’Italia e la Tunisia, riferiti agli anni 2005 e 2006
(valori espressi in Mln di dinari tunisini). Fonte: INT, Istituto Nazionale delle Statistiche
della Tunisia:
Tab. 1 – Valore delle importazioni ed esportazioni (valori espressi in milioni di DT)
ESPORTAZIONI
2005
2006
Stima 2007
13.607
15.316
16.574
IMPORTAZIONI
2005
2006
Stima 2007
17.101
19.767
21.160
Dall’analisi dei suddetti dati si rileva con immediatezza che la Tunisia è un Paese con forte
vocazione all’importazione di prodotti da parte di altre economie specie quelle limitrofe che
si affacciano sul mediterraneo. Tale dato, relativo all’interscambio, è destinato
ulteriormente a crescere anche in prospettiva dell’apertura dell’area di libero scambio tra i
Paesi del Mediterraneo, prevista per il 2010. L’Italia, con il 25%, costituisce il secondo
Paese, dopo Francia (28%), che soddisfa le esigenze import dell’economia tunisina.
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SCHEDE SETTORE
Per quanto concerne invece l’analisi settoriale oggetto di interesse del Progetto Paese, di
seguito si procede ad un approfondimento dei settori chiave che fanno da traino all’export
italiano verso il mercato tunisino, in particolare: agroalimentare ed elettronica (Hi-Tech):
1. - Agroalimentare
Il settore agroalimentare tunisino – analisi macroeconomica condotta dall’INT, Istituto
Nazionale delle Statistiche della Tunisia - ha fatto registrare tra il primo semestre 2005 ed
il primo 2006 una crescita dell’ 87%, tale dato aggregato risulta essere la sintesi di svariate
categorie di prodotti che compongono la macro.
Tuttavia, questo studio si limiterà all’esame di alcune sottoclassi di prodotti, che
soddisfano l’incrocio tra la produzione siciliana e la domanda tunisina, in particolare: vino,
olio extravergine di oliva, formaggi e latticini; piante e fiori.
IMPORTAZIONI TUNISINE DALL’ITALIA
(Valore in dinari tunisini: 1 DT = €. 0,65)
SETTORE
I semestre 2005
I semestre 2006
Var. %
Agroalimentare
14.095.000
26.381.000
87%
Fonte: INT, Istituto Nazionale delle Statistiche della Tunisia.
Vini: tale prodotto rappresenta un elemento di forte traino per l’export, trattandosi di un
prodotto molto apprezzato per le intrinseche caratteristiche organolettiche della
produzione siciliana (cd. Nero d’Avola).
Gli investimenti italiani diretti al settore agroalimentare ed agricolo sono pari a circa il 9%;
nel 2001 si è costituita una importante joint venture per la produzione del vino, su
un’estensione di circa 650 ettari, tra una rinomata ditta siciliana ed una tunisina.
Per quanto concerne l’interscambio tra Sicilia e Tunisia ivi di seguito si riporta il valore
delle esportazioni ed importazioni, relativo al 2002-2003, con la Sicilia:
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VALORE EXPORT/IMPORT CON LA SICILIA
(Valori in €.)
SETTORE
2002
2003
Var. %
Export
186.500.228
246.180.464
32%
Import
35.297.375
45.703.377
29,5
Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati ISTAT
Per quanto concerne l’export, la Sicilia, dato riferito al 2003, pone la Tunisia al quinto
posto dopo i prediletti mercati della Francia, USA, Spagna e Germania, facendo registrare
una crescita della variazione percentuale pari al 32%; mentre per quanto concerne l’import
(26 posto) si registra una variazione percentuale del 29,5% su un valore economico di
gran lunga inferiore a quello dell’export.
Olio extravergine di oliva: esso rappresenta uno dei prodotti che fa da forte traino per
l’export italiano, si tratta di un prodotto molto apprezzato per i valori nutrizionali, i profumi
ed il sapore che lo contraddistingue. Poiché, le quote di produzione in Tunisia sono
maggiori che in Italia, é opportuno allora creare delle partnership al fine di soddisfare le
maggiori richieste mondiali di tale prodotto, il quale presenta caratteristiche simili a quello
proveniente dalla produzione tunisina, ove inoltre la disponibilità di terreni agricoli è
maggiore. Per quanto concerne il dato statistico aggregato dell’interscambio della Sicilia
con l’estero si registra, tra il 2003 ed il 2002, per il comparto degli oli grassi vegetali ed
animali una variazione positiva del 22,8%.
Formaggi e latticini: tale segmento presenta una consistente domanda da parte del
mercato tunisino che è prevalente orientato al consumo di prodotti tipici con forte
connotazione e vocazione al territorio di provenienza, alla storia ed alle tradizioni culturali
che lo identificano. Rilevanti e simmetrici alla domanda del mercato sono le produzioni del
comprensorio ragusano (provola ragusana, caciocavallo fresco, pecorino e latticini vari).
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Piante e Fiori: esso rappresenta uno dei prodotti che da forte traino all’export siciliano, il
quale può contare sulle numerose produzioni in serra del comprensorio di Vittoria: svariate
produzioni di fiori caratterizzate da spettacolari e variopinte varietà di rose, garofani e
piante ornamentali. Tenuto conto che in Sicilia si ospitano oltre 11.000 tunisini, di cui tra la
provincia di Ragusa e Trapani si concentrano i 2/3 dell’intera comunità. Tutto ciò
contribuisce alla crescita ed all’interscambio tra le due economie. Di seguito si riporta la
tavola dei principali Paesi esportatori, di piante e fiori, sul mercato tunisino:
Tavola principali esportatori sul mercato: Tunisia
(Valori in migliaia di dollari, quote di mercato in percentuale)
Prodotto: Piante e fiori
VAR
Paesi
Spagna
Italia
Francia
Paesi Bassi
Belgio Lussemburgo
Repubblica Sudafricana
India
2000
2001
832
721
1.501
352
95
1
16
656
424
799
174
137
0
32
2002
2003
2004 % (*)
966 1.520 2.194 27,4
521 2.173 1.937 28,0
707
470 1.308 -3,4
155
271
427 5,0
177
219
218 23,3
0
0
21 139,9
28
36
10 -10,8
(*) Media geometrica degli incrementi annuali nel periodo 1998-2002
Fonte: elaborazioni ICE su dati GTI
Dall’analisi dei dati relativi all’export si rileva una forte crescita della quota Italia sul
mercato tunisino, pari al 28%, tanto da balzare al secondo posto tra i paesi esportatori
dopo la Spagna.
Alla luce di quanto premesso ivi di seguito si esplicitano alcuni dei principali indicatori
economici (vantaggi competitivi, tassi di crescita del paese, concorrenza, tendenza dei
prezzi, barriere tariffarie, ecc..) che certamente possono contribuire a stimolare gli
imprenditori siciliani verso la conquista del mercato tunisino:
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•
Volumi e tassi di
crescita del paese
•
•
•
Concorrenza
•
•
•
Tasso di penetrazione
del prodotto
•
•
•
Livello e tendenza dei
prezzi
•
Stato di salute del mercato estero: attualmente in fase di
crescita, caratterizzato da un elevato tasso di
disoccupazione e dalla crescita delle importazioni dal
Paese Italia;
Grandezza del mercato in termini di consumo: mercato
costituito da circa 10 milioni di consumatori con reddito
pro-capite di DT 4.295;
Andamento dei consumi negli ultimi 5 anni: la spesa per i
consumi, in termini reali, è cresciuta Il reddito reale
disponibile ha ripreso a crescere congiuntamente alle
retribuzioni.
Risultati della concorrenza: seppur con produzioni di
livello
qualitativo
inferiore
rispetto
al
prodotto
agroalimentare italiano, essendo la concorrenza meglio
organizzata e strutturata, con imprese di una certa entità
ed aggregazioni di PMI (Consorzi, Distretti, Associazioni,
Movimenti cooperativi), riesce ad avere un’azione, in
termini di export verso la Tunisia, più incisiva;
Concorrenti attivi sul mercato: Francia, Spagna,
Germania,
Eventuale crisi della domanda interna: si stima una
crescita della domanda interna a fronte di una crescita
della spesa per i consumi non durevoli .
Rapporto tra consumatori del prodotto e consumatori
potenziali: il nesso che lega il prodotto al consumatore è il
valore aggiunto della qualità, valore tangibile del prodotto,
nonché un buon rapporto prezzo/qualità;
Crescita penetrazione dei prodotti della concorrenza negli
ultimi 5 anni: denotano una elevata crescita i prodotti
provenienti da Francia, Paesi Bassi, Belgio e India;
Crescita dell’import di prodotti sostitutivi per il paese nel
quinquennio: in questi ultimi anni sono cresciuti i prodotti
da paesi in via di sviluppo(India).
Stabilità del prezzo nel mercato interno: le dinamiche del
prezzo sono oggetto di continue fluttuazioni e
contrattazioni per la forte concorrenza;
Rapporto di competitività rispetto la concorrenza: seppur il
prodotto italiano sia caratterizzato da una eccellente
qualità, risulta patire la concorrenza dei Paesi asiatici
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•
•
Frequenza di utilizzo
del prodotto
•
•
Barriere tariffarie
•
•
(India) ed europei (Paesi Bassi, Belgio, Francia), sotto il
profilo del rapporto prezzo/qualità, nonché per la presenza
di imprese frammentate e poco strutturate. Per tal ragione
gli sforzi del governo italiano sono orientati a “far sistema”
con la creazione di consorzi, distretti e filiere;
Andamento dei prezzi dei prodotti sostitutivi: seppur
esistano dei prodotti sostitutivi a prezzo inferiore si rileva
che il prodotto “Made in Italy” sia insostituibile ed
inimitabile. Tuttavia, si richiede alle imprese italiane uno
sforzo continuo mirato a tutelare il proprio marchio (anche
con azioni governative, nonché da parte l’UE), ad
innovare il prodotto e nel contempo a delocalizzare alcune
fasi della produzione in Tunisia, per acquisire vantaggi
competitivi, in termini di prezzo/qualità, così da poter
reggere la forte concorrenza delle economie in via di
sviluppo.
Differenze sostanziali negli usi, nei costumi e nella
tecnologia che fanno ipotizzare un utilizzo diverso del
prodotto: il consumatore tunisino facendo parte di una
società molto radicata sull’aspetto religioso predilige
prodotti in linea con il dogma religioso;
Eventuali modifiche delle caratteristiche del prodotto: si
consiglia di utilizzare confezioni ricercate che mirino ad
enfatizzare il prodotto oltre a far percepire la innovatività e
la ricercatezza del prodotto italiano.
Barriere tariffarie: non si rilevano barriere anzi sono
previsti incentivi;
Barriere non tariffarie: si segnale un particolare fenomeno
denominato “agropirateria”, in quanto spesso si fa un uso
improprio di nomi e di identificazioni geografiche italiane;
Limiti quantitativi alle esportazioni: per singola produzione
sono previste delle quote oltre le quali non risulta
conveniente esportare, causa eccessivo incremento dei
dazi;
Espandere il proprio
mercato target verso i
paesi stranieri
•
Export prodotti: il mercato tunisino per le imprese siciliane
costituisce un mercato strategico, divenendo il principale
hub per l’esportazione verso le economie asiatiche ed
americane.
Acquisire fattori della
•
Accordi di cooperazione: la sottoscrizione di accordi,
-9-
produzione dall’estero
a condizioni di
vantaggio, ridurre i
costi, etc .
mediante creazione di joint venture costituisce il primo
approccio per la penetrazione di un nuovo mercato,
nonché utile strumento per la riduzione dei costi di
produzione ad alto impiego di manodopera.
Svolgere fasi
produttive all’estero
per acquisire un
vantaggio competitivo
•
Delocalizzazione produzione: il mercato tunisino per le
imprese siciliane può tendenzialmente rappresentare un
mercato ove delocalizzare alcune fasi produttive, sia per i
ridotti costi energetici che di manodopera.
Opportunità e
vantaggi
•
Presenza di manodopera specializzata: sia sotto il profilo
tecnico che linguistico (Inglese, Francese e Arabo);
Legislazione del lavoro flessibile: sono ammessi turni
lavorativi anche notturni nei giorni festivi, non ci sono limiti
per l’overtime, possibilità di occupare per brevi periodi,
basso costo della manodopera; facilitazioni per
l’ottenimento di permessi e visti;
Agevolazioni e incentivi: a) lo Stato si assume l’onere di
versare i contributi sociali dei lavoratori tunisini assunti per
i primi cinque anni; b) esistono vari programmi che
prestano assistenza finanziaria alle imprese, in particolare
“Tuninvest” , “Star-ups Forum” and “Agency for the
Promotion of Industry”; c) procedure burocratiche
semplificate; d) sistema di tassazione semplice ed a
basso carico fiscale: con possibilità di rientro dei capitali;
Il settore dell’Information Technology: presenta un trend in
crescita (nel 2009 sarà ultimata l’area dedicata al nuovo
polo tecnologico; il settore delle telecomunicazioni
presenta ampi margini di cerscia, congiuntamente agli
investimenti in call center);
Delocalizzazione produzione: nelle c.d. Free Trade Zone
(FTZ), in quanto presentano svariate agevolazioni fiscali,
così come di seguito meglio illustrato;
Creazione di partenrship con imprenditori locali al fine di
siglare accordi strategici e creare una rete (network) per
reggere la concorrenza dei Paesi in via di sviluppo;
Posizionamento della domanda di prodotti italiani: in
crescita;
Comunicare i fattori distintivi della qualità: come plus
rispetto ai prodotti dei Paesi concorrenti (India, Paesi
Bassi, Francia, Belgio), perché trattandosi di beni di
consumo risentono sia dell’effetto prezzo, a seguito delle
fluttuazioni di cambio, che del rischio di sostituzione con
forniture e/o produzioni provenienti da Paesi a minore
•
•
•
•
•
•
•
- 10 -
•
costo;
Altre opportunità: disponibilità di maggiori quote per la
produzione di olio di oliva; disponibilità di terreni agricoli,
in attesa che si completi l’opera di bonifica finanziata dal
governo tunisino; ampi spazi di mercato per il settore della
floricoltura.
2. - Hi-Tech
Il settore dell’Information Technology ricalca la struttura italiana del distretto industriale, il
quale però nasce a stretto contatto con le comunità scientifiche e le Università. I distretti
dispongono di adeguate infrastrutture e sostegno governativo sia a livello finanziario che di
consulenza professionale e manageriale.
Progetto ambizioso ed entusiasmante è quello messo in atto dal governo tunisino che in
breve tempo ha creato svariati poli tecnologici, in particolare: il Parco Tecnologico: “Le
Technopole de Scusse”; Borj Cédria, Sidi Thabet e Sfax. La dinamicità del settore è
supportata da 127 centri pubblici di formazione specializzati in 219 differenti settori,
alimentando e supportando i settori produttivi con manodopera altamente specializzata.
Consistenti sono i fondi stanziati dal governo tunisino, 2.730 milioni di dinari tunisini (tra
settore privato e pubblico), per l’ampliamento del settore delle “Telecomunicazioni”.
Gli investimenti italiani diretti nello stato tunisino, relativamente al settore elettronico, allo
stato attuale sono pari a circa l’8%, ma sono destinati a crescere trattandosi di una
economia di costo, ove i costi di approvvigionamento energetico e di manodopera
specializzata sono contenuti e permetto di acquisire vantaggi competitivi non indifferenti,
tenuto conto anche dei rilevanti investimenti governativi specie nel settore delle
telecomunicazioni: ove confluirebbero le produzioni di cavi ottici e troverebbero
applicazione le nuove tecnologie Wi-Fi e Wi-Max.
ANALISI SWOT
Punti di Forza
Punti di debolezza
- Notevole sostegno statale del -
Mercato
settore;
dimensioni,
- Logica distrettuale;
utilizzabile
- 11 -
di
ridotte -
Opportunità
Ottima
tuttavia ottenimento
possibilità
fondi
come progetti innovativi (IT);
di
per
-Risorse umane specializzate;
-
Economia
di
avamposto per i Paesi -
Manodopera
e
costi
costo: africani, europei, asiatici energetici a basso costo;
prevalentemente appetibile per ed americani.
-
delocalizzare
crescita
alcune
fasi
produttive.
Ottime
opportunità
del
di
settore
telecomunicazioni.
(Fonte: Guida economico-commerciale Consolato Generale d’Italia)
Di seguito si riportano alcuni dei principali indicatori economici: vantaggi competitivi, tassi
di crescita del paese, concorrenza, tendenza dei prezzi e barriere tariffarie che certamente
contribuiranno a stimolare gli operatori del settori IT siciliano a valutare l’opportunità di
ricercare nuovi mercati di sbocco :
•
Concorrenza
•
•
•
Tasso di penetrazione
del prodotto
•
•
•
Livello e tendenza dei
prezzi
Risultati della concorrenza: incisiva l’azione strategica di
improntata alla delocalizzazione, promossa da Stati Uniti,
Finlandia, Germania, Francia e Spagna;
Concorrenti attivi sul mercato: Stati Uniti, Finlandia,
Germania, Francia e Spagna;
Eventuale crisi della domanda interna: domanda interna in
crescita in quanto trattasi di una nuova frontiera, con
spesa per i consumi non durevoli tendente alla crescita.
Rapporto tra consumatori del prodotto e consumatori
potenziali: il nesso che lega il prodotto al consumatore è il
valore aggiunto della qualità, dello stile e del design che
contraddistingue il prodotto italiano;
Crescita penetrazione dei prodotti della concorrenza negli
ultimi 5 anni: denotano una elevata crescita i prodotti
provenienti da Cina, Giappone, Malesia, Corea, Irlanda e
India;
Crescita dell’import di prodotti sostitutivi per il paese nel
quinquennio: in questi ultimi anni sono cresciuti i prodotti
provenienti da paesi in via di sviluppo.
Stabilità del prezzo nel mercato interno: le dinamiche del
prezzo sono oggetto di continue fluttuazioni e
contrattazioni per la forte concorrenza;
•
- 12 -
•
Rapporto di competitività rispetto la concorrenza:la
creazione di partnership costituisce un elemento
strategico per reggere la competizione mondiale in atto
con i Paesi in via di sviluppo;
•
Differenze sostanziali negli usi, nei costumi e nella
tecnologia che fanno ipotizzare un utilizzo diverso del
prodotto: non si rilevano particolari adattamento, anzi
cresce sempre di più tra le nuove generazioni,
l’affermazione di nuovi beni ad avanzato contenuto
tecnologico:
l’I-pod,
internet,
computer
portatili,
fotocamere digitali, cellulari e telecamere.
Barriere tariffarie
•
Barriere tariffarie: non si ravvisano particolari difficoltà,
specie se si creano delle partnership con le imprese locali.
Espandere il proprio
mercato target verso i
paesi stranieri
•
Export prodotti: verso tutte le economie con congiuntura
favorevole, data la volatilità che caratterizza i singoli
mercati, in quanto influenzata da molteplici variabili.
Acquisire fattori della
produzione dall’estero
•
Accordi di cooperazione: con economie dotate di un
ampio bacino di manodopera a basso costo.
Svolgere fasi
produttive all’estero
per acquisire un
vantaggio competitivo
•
Delocalizzazione produzione: trasferimento della prima
fase della produzione in tali economie (Tunisia) a basso
costo energetico e di manodopera, oltreché in zone
franche a fiscalità privilegiata che, permettano di acquisire
vantaggi competitivi sia in termini di ottimizzazione del
rapporto qualità/prezzo che di approccio più strategico e
competitivo verso le produzioni dei Paesi concorrenti
emergenti.
Opportunità e
vantaggi
•
Delocalizzazione produzione: nelle c.d. Free Trade Zone
(FTZ), in quanto presentano svariate agevolazioni fiscali;
Creazione di partenrship con imprenditori locali al fine di
creare reti per la ricerca avanzata, così da poter reggere
l’aggressiva concorrenza dei Paesi in via di sviluppo;
Posizionamento della domanda di prodotti italiani: in
crescita;
Economia sbilanciata più verso i consumi di prodotti
occidentali, sinonimo di libertà ed emancipazione;
Frequenza di utilizzo
del prodotto
•
•
•
- 13 -
•
•
Comunicare i fattori distintivi della qualità come plus
rispetto ai prodotti dei Paesi concorrenti (Giappone, Cina,
Corea del Sud e Taiwan), perché trattandosi di beni di
consumo risentono dell’effetto prezzo, a seguito delle
fluttuazioni di cambio, e del rischio di sostituzione con
forniture e/o produzioni provenienti da Paesi a minore
costo;
Costituire un gruppo di “Business Angel” a supporto
permanente degli imprenditori siciliani, magari utilizzando
gli esperti dello SPRINT.
Ulteriori Informazioni
Foreign trade zone (zone extradoganali): tra i fattori che contribuiranno all’attrazione di
investimenti esteri che confluiranno nel sistema economico tunisino, si segnalano le zone
extra doganali (denominate FTZ: “free trade zone”). Tali aree sono delle estensioni
territoriali posizionate in prossimità dei porti e degli aeroporti, che non sono considerate
territorio tunisino dal punto di vista doganale, al fine di rendere più agevole ed economico
sia sotto il profilo logistico che fiscale l’operato delle imprese ivi localizzate. In particolare,
si segnala la zona industriale Enfidha che sorge in prossimità dell’aeroporto
intercontinentale ed il nuovo porto.
Incentivi agli investimenti esteri e facilitazioni creditizie: si segnalano in particolare:
a) lo Stato si assume l’onere di versare:
ƒ
il 100% dei contributi sociali dei lavoratori tunisini, neolaureati, assunti per i primi
cinque anni;
ƒ
il 50% dei contributi sociali dei lavoratori tunisini assunti , per cinque anni, qualora
assunti da un secondo o terzo gruppo che non a base permanente in Tunisia.
b) esistono vari programmi che prestano assistenza finanziaria alle imprese:
ƒ
“Tuninvest” ,
ƒ
“Star-ups Forum”;
ƒ
“Agency for the Promotion of Industry”;
c) procedure burocratiche semplificate;
d) sistema di tassazione semplice ed a basso carico fiscale: con possibilità di rientro dei
capitali.
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Consigli utili: a tutti gli imprenditori che intendono orientare le proprie transazioni verso il
mercato tunisino si consiglia:
ƒ
di fornire un servizio assistenza al prodotto (customer service);
ƒ
dare rilevanza alla storia, alle tradizioni, al design ed alla tecnica adottando l’estro e
la creatività che contraddistinguono il prodotto Made in Italy;
ƒ
vendere un sogno anche per una nicchia;
ƒ
stipulare polizze assicurative contro gli incendi per attenuare l’elevato rischio causa
elevate temperature.
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