Rassegna stampa - Science South Tyrol
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Rassegna stampa - Science South Tyrol
Codice cliente: 1294847 Fonte: Corriere Imprese Trentino Alto Adige | Data: 07/06/2016 | Pagina: 11 | Autore: Massimiliano Boschi | Categorie: Unibz Dall’Asia a Collalbo I bovini «Wagyu» sbarcano in Alto Adige Rottensteiner alleverà la preziosa razza È la più costosa: fino a 1000 euro al chilo A l passaggio del trenino del Renon, il vitellino si alza, si sgranchisce la zampe e fissa il giornalista e l’allevatore con aria vagamente perplessa. Una perplessità più che giustificata per il piccolo bovino, perché quelli come lui, di solito, pascolano in zone molto diverse dalle Alpi. Il vitellino, che per comodità chiameremo Lolo, appartiene, infatti, alla razza Wagyu, originaria, e tipica, del Giappone. Come ci sia finito il buon Lolo sul Renon è presto detto: i bovini Wagyu sono in grado di immagazzinare tra le fibre muscolari più grasso di qualsiasi altra razza. Per capirci, il pregiatissimo manzo di Kobe, da cui viene macellata l’omonima carne (che può arrivare a costare fino a 1000 euro al chilo) è proprio un Wagyu. Per avvalersi delle denominazione Kobe devo però essere nato, ingrassato e macellato nella prefettura di Hyogo che dista una quarantina di chilometri da Osaka. Tutto questo, però, non preoccupa per nulla Stefan Rottensteiner, ventiquattrenne L’idea Stefan Rottensteiner, 24 anni, ha deciso di allevare nel suo maso di Collalbo i bovini giapponesi «Wagyu» allevatore di bovini Wagyu nel maso Oberweidacherhof a Collalbo: «Noi non facciamo carne Kobe, perché tutti la vogliono provare ma poi non la apprezzano perché è troppo grassa. La nostra lo è un po’ meno anche se ha il tipico disegno marmorizzato dovuto alla elevata quantità di grasso. Un grasso, però, che non solo è gustoso, ma ha anche un alto valore nutrizionale grazie alla alta concentrazione di Omega3». A Stefan, l’idea di allevare Wagyu non è arrivata al termine di un lungo viaggio in terra di Sol Levante, ma grazie agli studi di agraria e a un progetto di ricerca sostenuto dallo sportello dell’innovazione dell’Unione agricoltori/Bauernbund, della Libera università di Bolzano e del Centro di consulenza per l’agricoltura montana Bring: «Non sono mai stato in Giappone — dice — Spero di andarci l’anno prossimo, ma stavo cercando un modo per riuscire a lavorare qui sul Renon senza dovere emigrare. Così, quattro anni fa, ho iniziato con questo allevamento e un mese fa abbiamo fatto la prima macellazio- ne. La vendita, a gastronomie e privati, la gestiamo noi e sta andando molto bene, quindi sono soddisfatto e direi che posso pensare di restare sul Renon». Al momento, al maso Oberweidacherhof sono allevati, insieme a bovini «autoctoni», ventidue esemplari di Wagyu e entro la fine dell’anno ne dovrebbero essere macellati, sempre a Collalbo, altri cinque oltre a quello già macellato. I bovini distesi al sole dell’altipiano possono, però, stare tranquilli perché i prossimi ad essere macellati sono quelli ospitati nella stalla. Si tratta di animali robusti ma non grossi come ci si potrebbe immaginare, di sicuro non sembrano molto attivi. «No — conferma Stefan — si alzano raramente e abbiamo messo anche un massaggiatore (che sembra un rullo lavamacchine in versione ridotta, ndr) per le rare volte che si alzano». In effetti, i Wagyu del Renon sono trattati piuttosto bene: «Sì, ci piace dire che soggiornano da noi. Perché si godono il sole dell’altopiano e ruminano erba fresca e fieno, invece del fieno di riso che gli verrebbe dato in Giappone. Ai bovini da ingrasso aggiungiamo cereali di alta qualità, vinaccia e lievito di birra e, soprattutto semi di lino». Stefan, mentre racconta tutto questo, prepara un secchio di queste prelibatezze che lancia ai grassi Wagyu che, però, non Primo in regione Attualmente al maso Oberweidacherhof sono allevati ventidue esemplari La classifica 2016 Presenza online Link In to ai vitellini. Per capirci, a quelli come Lolo che, in attesa del prossimo trenino, è tornato a spaparanzarsi al sole. Per sua fortuna il tempo per la macellazione è, per lui, ancora molto lontano. Se l’idea di Stefan Rottensteiner avrà successo o meno, sarà il tempo a svelarlo. Questo è solo l’inizio ma le condizioni ci sono tutte perché il giovane riesca a coronare il suo sogno colmando una nicchia di mercato. Massimiliano Boschi si scompongono per nulla. Al momento i bovini Wagyu dell’ Oberweidacherhof vengono utilizzati per la macellazione e la riproduzione, non per l’allevamento e la vendita: «Ci hanno già chiesto di comprarli, ma al momento non lo facciamo. Sono animali che costano cinque volte quelli normali e che hanno costi elevati di alimentazione, ma preferiamo fare una cosa per volta». Di produrre latte, invece, non se ne parla. Le vacche Wagyu ne fanno pochissimo, cinque litri al giorno, e va tut- Piú seguiti sui social Look&Feel Frequenza di aggiornamento Territorio © RIPRODUZIONE RISERVATA Google Page Rank Lingua Compagnia De’ Frescobaldi 89 Mezzacorona 77 Masi Agricola 74 - +4 - Fonte: Xxxxxxxxx P. Antinori Cavit Cantina Viticoltori 72 65 +1 +8 Fonte: FleishmannHillard Documento generato da Raffaella De Rossi il 07/06/2016 alle 08:07:21 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Pagina 1/1