L`arte islamica attraverso la migrazione

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L`arte islamica attraverso la migrazione
˃˃˃˃ L’arte islamica attraverso la migrazione ˂˂˂˂
Proposta di panel dedicato all’arte islamica per il convegno SeSaMO 2016 “MIGRANTS: COMMUNITIES,
BORDERS, MEMORIES, CONFLICTS”
Proponenti:
Mattia Guidetti: Università di Vienna / Università di Bologna
Cristina Tonghini: Università di Venezia
La storia dell’arte è una storia di migrazioni. Numerosi studi hanno affrontato le migrazioni di motivi
iconografici e la loro trasformazione nel tempo e nello spazio. Allo stesso tempo, gli ultimi decenni hanno
visto crescere l’interesse per la mobilità dei manufatti, la loro biografia dopo la creazione e la loro
ricontestualizzazione e adattazione in luoghi e società diverse da quelli in cui erano stati prodotti. La storia
dell’arte, allo stesso tempo, è però anche il prodotto della migrazione di uomini, artisti e artigiani, che,
muovendosi, hanno da una parte modificato il loro bagaglio artistico e dall’altra mutato il modo di produrre
arte nei luoghi raggiunti dai loro spostamenti.
Mentre la storia dell’arte europea ha affrontato metodicamente il valore del viaggio e del movimento
geografico sia di singoli sia di squadre di artisti per comprendere i cambiamenti di stile, tecnica ed
iconografia, nel caso della storia dell’arte musulmana un tale trattamento sistematico non è ancora
avvenuto. Tra le eccezioni a questo riguardo spicca un volume di Michael Meinecke (Patterns of stylistic
changes in Islamic architecture. Local traditions versus migrating artists), pubblicato postumo nel 1996, nel
quale si delineano alcuni momenti nella storia dell’arte islamica in cui lo spostamento volontario o forzato
di manodopera specializzata ha significato un cambiamento artistico in una data area geografica. La
connettività esistente nel Dar al-Islam ha da sempre permesso e provocato la mobilità di studiosi,
viaggiatori e artisti tra aree geografiche diverse e culturalmente eterogenee. Quale impatto ha avuto
questa connettività per lo sviluppo dell'arte islamica? Quali sono state le modalità preferite con cui artisti e
manodopera specializzata si sono mossi da un luogo all'altro o sono stati spostati e attratti da un certo
committente?
Il presente panel si prefigge di coinvolgere studiosi di arte, architettura e archeologia islamica al fine di
contribuire sul tema migrazione e cambiamento artistico nel mondo musulmano pre-moderno e nel mondo
globale in epoca moderna e contemporanea. Le proposte di papers saranno valutate in base alla
potenzialità di offrire spunti riguardo un determinato cambiamento di produzione artistica e circa la
tipologia di migrazione degli artisti (individuale, collettiva, volontaria, forzata, legata alla committenza,
connessa alla creazione di un nuovo centro politico-culturale, causata dalla reperibilità delle materie prime,
etc. etc.).
Il panel, il primo dedicato alla storia dell’arte islamica in un convegno di SeSaMO, punta a creare una rete
tra studiosi di arte musulmana, a discuterne le ricerche e a promuovere la pubblicazione di quest’ultime su
riviste specializzate.
Curricula proponenti:
Mattia Guidetti, storico dell’arte islamica, è attualmente university assistant presso il Kunsthistorisches
Institut dell’Università di Vienna e docente a contratto presso l’Università di Bologna. La sua ricerca
interessa principalmente l’area siriana nel periodo della transizione tra tardo antico e primo Islam. Ha
pubblicato su riviste quali Muqarnas e il Bulletin of the School of Oriental and African Studies. La sua
monografia intitolata In the shadow of the church: the building of mosques in early medieval Syria è
attualmente sotto review per la casa editrice Brill.
Cristina Tonghini, archeologa islamica, è ricercatrice confermata presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Dopo aver conseguito il dottorato presso la SOAS, ha condotto ricerche archeologiche in Siria e, più
recentemente, in Turchia. Il progetto condotto a Shayzar, in Siria (2002-2011), è sfociato nella monografia
Shayzar I. The fortification of the citadel pubblicata nel 2011 da Brill. Tra le pubblicazioni, numerosi
contributi pubblicati in cataloghi affrontano oggetti e manufatti conservati presso collezioni di arte islamica
in Italia. Ha contribuito a fondare il Journal of Islamic Archaeology ed è membro del comitato scientifico
della sezione Islamic archaeology dell’associazione ICAANE.