Confronti_inserimento a scuola

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Confronti_inserimento a scuola
Laboratorio genitori
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Ottobre 2010
PICCOLI COMSIGLI PER L’ACCOGLIENZA DEI BAMBINI
L’inserimento del bambino nella scuola dell’infanzia è un momento particolarmente
delicato del suo sviluppo. Si tratta di rendere il momento del distacco occasione di
autonomia e crescita, confronto e apertura verso il mondo extrafamiliare. È necessario
sostenere la famiglia, perché possa svolgere quella doppia funzione fondamentale per la
crescita di ogni figlio: proteggere e contemporaneamente stimolare all’autonomia personale.
Sostenere i genitori per sostenere il bambino, accogliere i piccoli con le loro famiglie,
rassicurare gli adulti perché siano elementi di rassicurazione, stimolo e aiuto per i bambini
nei loro problemi di inserimento.
La scuola dell’infanzia è un luogo in cui il bambino non ha un adulto tutto per sé,
deve imparare a condividere giochi ed attenzioni dell’adulto, rispettare regole definite per
tutti. È un’esperienza di crescita che introduce nella società il piccolo. Nello stesso modo i
genitori per la prima volta si confrontano sul loro modello educativo con altri adulti, al di
fuori della cerchia familiare. Spesso sentono che, per la prima volta, devono fare un
resoconto del lavoro svolto come genitore e confrontarsi con altri modelli familiari e
genitoriali e con il risultato delle loro stesse azioni.
Il bambino, che si trova per la prima volta, in un nuovo contesto ambientale e
relazionale, uscendo dalla stretta relazione con le figure di riferimento familiare, diventa
quasi improvvisamente un individuo che autonomamente deve stabilire relazioni con adulti
e coetanei nuovi, gestire i propri oggetti, muoversi in un nuovo spazio/tempo senza un
sostegno individuale.
Al fine di un sereno inserimento ogni bambino deve possedere alcuni funzioni
fondamentali come il linguaggio, la comprensione e l’orientamento in un contesto, un certo
grado di autonomia psico-fisica e la capacità di gioco simbolico Il linguaggio è necessario per
esprimere bisogni, desideri, disagio e rabbia. La comprensione del contesto permette di
cogliere gli elementi che possono favorire l’inserimento, ad esempio la possibilità di giocare
con i coetanei, far riferimento all’adulto per essere aiutato, muoversi senza paura nello
spazio della classe, comprendere che la realtà scolastica possiede regole diverse da quelle
familiari…L’autonomia psicofisica permette al bambino di possedere un certo grado di
gestione di se stesso rispetto ai bisogni primari (uso dei servizi, alimentazione, riposo..), ma
anche la capacità di sostenere per un breve periodo la separazione dai genitori, di
intrattenersi da solo, di avvicinarsi agli altri e comunicare (anche solo con un modalità
globali). Il gioco simbolico stimola la rielaborazione del distacco e delle nuove esperienze
Come i genitori possono favorire l’inserimento?
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È importante per aiutare il bambino, nell’incontro con la scuola, avere un reale senso
di adattamento ai bisogni e ritmi personali del piccolo.
Maria Antonietta Simeoli per La Giostra
© Fondazione Apostolicam Actuositatem. Nessuna parte del documento può essere riprodotta, in qualsiasi forma o mezzo, senza citare
la fonte (autore, rivista, sito e casa editrice).
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I ritmi dell’inserimento, cioè il tempo di permanenza a scuola, è strettamente
individuale. È preferibile non programmare troppo questo momento, si rischia di
costringere il bambino ad adattarsi forzatamente a tempi a cui non è pronto. Meglio
assicurarsi la presenza di un nonno/a, uno zio/a o della babysitter, nel caso i
genitori fossero troppo impegnati per seguire l’inserimento. La permanenza a scuola
sarà calibrata in base alle risposte del bambino. È necessario non aver fretta e fidarsi
dell’esperienza delle insegnanti. I primi giorni il piccolo si fermerà a scuola poche ore
e progressivamente si amplierà la permanenza, introducendo il pasto e il riposo.
Generalmente in due settimane, se ben condotto, l’inserimento iniziale si realizza. Per
alcuni bambini l’adattamento può essere più complesso e richiedere strategie diverse.
•
Il primo giorno di scuola un familiare accompagnerà il bambino in classe,
affiancandolo nell’esplorazione dell’ambiente e dei giochi,favorendo anche la
conoscenza delle insegnanti e dei collaboratori scolastici. Il familiare favorirà anche
l’incontro con gli altri bambini, giocando con loro quando formeranno i primi
gruppetti. Parlerà con semplicità e serenità al bambino, spiegando gli spazi e i giochi.
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A casa i genitori rassicureranno il bambino circa la capacità del personale della
scuola nel prendersi cura dei bambini, delle attività che il piccolo potrà svolgere, della
cura che riceverà rispetto ai bisogni (mangiare, andare in bagno, bere, riposare,
rassicurazioni…). Si eviterà di parlare davanti al piccolo sia delle difficoltà che sta
incontrando sia di eventuali critiche rispetto alla scuola o al personale.
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L’azione positiva dei genitori si svolgerà anche attraverso l’entusiasmo e la fiducia che
dimostreranno verso la scuola e le capacità del figlio/a. I familiari parleranno con
entusiasmo della nuova esperienza che il piccolo farà a scuola, con le insegnanti, gli
altri bambini, i giochi e le attività. Comportamenti che possono essere letti come
negativi dal bambino sono non salutare il piccolo (“fuggendo senza farsi notare”)
perché crea un sentimento di sfiducia nelle promesse fatte al bambino, portarlo a
scuola e poi riportarlo a casa perché piange (oltre a non essere utile, il bambino
comprende che non siete così sicuri della scelta fatta rispetto alla sua frequenza), dire
frasi tipo “se piangi la mamma non torna” oppure “stai tranquillo che qui imparerai a
stare bravo” (sono frasi assolutamente da evitare perché rendono il bambino insicuro
e dimostrano che non c’è rispetto per i suoi sentimenti).
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Prepariamo il bambino in modo concreto all’ingresso nella scuola dell’infanzia,
parlando della scuola, delle sue maestre, comprando con lui tutto l’occorrente, il
grembiulino, lo zaino…Possiamo leggere con lui qualche libro con storie di
inserimento scolastico.
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Per favorire l’autonomia dei bambini è meglio vestirlo con un abbigliamento comodo,
faciliteremo così non solo nuovi apprendimenti ma anche la sicurezza di poter in
parte rispondere alle richieste degli adulti. La scuola è il luogo delle autonomie
affettive e fisiche, tutti dobbiamo lavorare insieme per costruirle.
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Aiutiamo il bambino ad avvicinarsi ad altri compagni, magari andando ai giardini
insieme o facendo merenda con i coetanei. Stiamo attenti alle diversità di ognuno
(culturali, psico-fisiche, religiose) proponendole ai bambini come la possibilità di
conoscere nuove realtà. Saremo noi adulti ad offrire un buon modello d’interazione, in
modo che il piccolo possa comprendere, senza ansie e timori, che la diversità è
ricchezza.
Maria Antonietta Simeoli per La Giostra
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Rassicuriamo il bambino del nostro affetto, siamo comprensivi delle sue emozioni e
sentimenti. Raccontiamo loro come abbiamo affrontato, da piccoli, situazioni difficili.
Evitiamo di affrontare contemporaneamente altre situazioni, come togliere il ciuccio o
il pannolino. Meglio organizzarsi per tempo, ad esempio nell’estate, oppure rimandare
questi passaggi.
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Dopo i primi giorni di scuola, dove è presumibile che le insegnanti richiedano
l’ingresso posticipato dei nuovi iscritti, dobbiamo arrivare in orario a scuola. Ciò
permetterà al piccolo di avere più tempo per inserirsi nei giochi del gruppo e a noi di
avere qualche minuto da dedicare al piccolo in scuola. Lasciare di fretta il bambino
può essere percepito da lui come il desiderio di lasciarlo a scuola per dedicarsi ad
altre cose.
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Mamma e papà devono accogliere non solo i sentimenti del bambino, ma anche i
propri. È naturale provare ansia o timore per le reazioni del piccolo o per il dover
delegare ad altri la cura del figlio. Poterli esplicitare e verificare concretamente che
tutti i genitori affrontano questa fase di separazione può aiutarvi e rassicuravi.
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Accettiamo che il bambino porti a scuola piccoli giochi o oggetti cercando di renderli
consapevoli che si potranno anche smarrire. Avere un gioco di casa o un pupazzo
rende meno estraneo il nuovo ambiente, possiamo consegnare al piccolo anche un
nostro oggetto in modo che possa sentire la nostra vicinanza nei momenti difficili.
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Sosteniamo i bambini con aspettative future, ad esempio “Quando vengo a prenderti
andiamo ai giardini” (oppure dai nonni, al supermercato, leggiamo una bella storia…).
Costruiamo un piccolo rituale mattutino, anche chiedendo aiuto all’insegnate.
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Evitate ricatti, non fatevi ricattare dai bambini, non fate confronti e non insistete se
non vuole parlare della scuola. Dimostrate serenità e sicurezza, ditegli che stare
lontano è difficile anche per mamma e papà ma che siete contenti che lui stia con i
compagni.
Che ruolo svolge la scuola nell’inserimento dei bambini e dei loro genitori?
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La scuola attuerà ed illustrerà alle famiglie il progetto per l’inserimento dei bambini,
svolgendo:
o un primo incontro illustrativo prima della fine dell’anno scolastico precedente
o un colloquio individuale o riunione a piccoli gruppi
o una riunione per i nuovi iscritti di sezione per illustrare modalità
d’inserimento, progetto accoglienza, ed illustrare le possibili indicazioni per le
famiglie
o mantenendo un costante scambio con le famiglie e quotidianamente informerà
i familiari dei cambiamenti e delle eventuali difficoltà (così come sarà fatto dai
genitori stessi).
•
Stabilire una buona relazione con le famiglie è assolutamente necessario perché loro
si possano fidare della scuola e consegnare serenamente il loro bambino alle
insegnanti. È questo un impegno che dobbiamo prendere con le famiglie e con noi
stessi. La chiarezza, la correttezza e la comprensione per i possibili problemi familiari
potrà facilitare questa relazione. La scuola deve essere consapevole che la prima
agenzia formativa è la famiglia e che la scuola non può esaurire il ruolo educativo
senza i genitori.
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È necessario definire ruoli e compiti della scuola e della famiglia per un chiaro
rapporto. Se la scuola si impegna a rendere trasparente e chiara la propria azione alle
famiglie , solleciterà questa ad una collaborazione fattiva e positiva. Solo l’imparzialità
e l’accoglienza di tutte le diversità, rispettosa e senza preconcetti della scuola,
favorisce la costruzione di un patto educativo fra scuola e famiglie.
•
Nel primo colloquio raccogliete tutte le notizie che vi possono aiutare a progettare un
inserimento individualizzato, oltre ad essere la prima occasione di scambio con la
famiglia. Informatevi su allergie e abitudini alimentari, di gioco, nell’autonomia.
Conoscere i bambini rende più efficace il progetto della scuola, permette di creare un
primo legame ideale con il singolo alunno.
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Ogni giorno l’insegnante illustrerà ai bambini lo svolgimento della giornata, in modo
che i piccoli possano avere chiari punti di riferimento che rassicurino. Si consiglia
anche di creare già dai primi giorni un semplice orologio della giornata scolastica, in
modo che i bambini possano veder visualizzate i diversi momenti e seguire la
successione delle attività. Ad esempio sarà più semplice per loro interiorizzare la
sequenza attività-gioco-pranzo-arrivo dei genitori.
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Uno dei compiti degli insegnanti è aiutare i genitori ad accettare l’idea che le
manifestazioni di pianto sono assolutamente normali, anche in bambini socievoli o
già scolarizzati. Si tratta sempre di affrontare un luogo nuovo e persone sconosciute.
Il pianto è un’espressione emozionale che va accettata e compresa, non chiediamo ai
piccoli di sopprimere sentimenti ed emozioni. Sosteniamo i genitori nel gestire
dell’ansia perché possano rassicurare i bambini, rispetto al fatto che comprendiamo i
loro sentimenti ed emozioni. Favoriamo la loro capacità di trovare le parole giuste per
dire ai loro figli che la scuola è un posto piacevole dove conoscere e giocare con altri
coetanei, che papà e mamma attenderanno il momento di vederli per sapere ciò che
hanno fatto a scuola.
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Stimoliamo i genitori a riflettere sulle proprie ansie e paure, sulle capacità che
riconoscono nei bambini, sulla fiducia nella crescita positiva del bambino. Sono
tematiche importanti nell’inserimento che spesso gli adulti sottovalutano. Un buon
inserimento è prima di tutto quello degli adulti.
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L’organizzazione dello spazio deve tener presente che i piccoli hanno bisogno di avere
un loro spazio o contenitore (una scatola per i giochi personali, l’armadietto) che tutti
rispetteranno e non toccheranno.
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Gli insegnanti accetteranno che il piccolo porti a scuola piccoli oggetti che lo
rassicurino e gli permettano di affrontare la giornata più serenamente. Sarà bene
organizzarsi con una scatola personale, in modo che non si perdano e che possano
sicuramente tornare a casa. Portare “un pezzo di casa” è spesso indispensabile per
essere sereni.
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È necessario sostenere i genitori nelle loro ansie e paure, rassicurandoli rispetto a
possibili reazioni regressive o di rifiuto del cibo. Se capita che il bambino torni a fare
la pipì a letto è bene non sgridarlo ma attendere che riprenda sicurezza e che superi
questo momento difficile. Le reazioni dei bambini dipendono molto dal legame con i
familiari e dall’elasticità dell’ambiente scuola nel rispondere ai bisogni individuali.
Reazioni inconsuete sono possibili anche nei bambini che nei primi giorni di scuola
dimostrano interesse e curiosità per il nuovo ambiente. La crescita è un percorso non
sempre facile fatto di tappe importanti , grandi e piccoli cambiamenti. Possiamo
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aiutare i genitori a riconoscere e verbalizzare le emozioni dei bambini. Dare voce alle
difficoltà, senza drammatizzare, con dolcezza e serenità aiuterà i bambini e favorirà la
crescita della relazione genitore-figlio.
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Sostenete la costruzione di un rituale mattutino per ogni bambino, come salutare
dalla finestra, passare dalle braccia del familiare a quelle dell’insegnate, prendere in
consegna un piccolo oggetto della mamma o del papà, avere un piccolo pupazzo che
faccia compagnia al bambino a scuola. I rituali rassicurano e rendono prevedibile le
azioni degli adulti.
PICCOLA BIBLIOGRAFIA DI LIBRI PER BAMBINI
DA CONSIGLIAREA ALLE FAMIGLIE
Albaut C.
Altan F.
Berenstain S., Berenstain J.
Blake S.
Brunelet M.
Bussolanti E., Conci D.,
Palermo S.
Casalis A., Campanella M.
Child L.
Child L.
Costa N.
d’Allancé M.
Delafosse C., Roederer C.
Fatus S.
Floury M.F., Boisnard F.
Hawsley G.
Lauer D.
Pittar G., Morrell C.
Ramera G.
Rapaccini C.
Ruhmann K.
Sleger L.
Filastrocche per andare a scuola
Coniglietto va a scuola
Oggi si va a scuola
Non voglio andare a scuola
Il riposino non mi va!
Andiamo a scuola
Motta junior
Emme
Piemme
Babalibri
Motta junior
Fabbri
Topo Tip non vuole andare alll’asilo
Dami
Che guaio, i genitori a scuola!
Ape junior
Sono assolutamente troppo piccolo per Ape junior
andare a scuola
Vado alla scuola materna
Emme
No, no e poi no!
Babalibri
La scuola materna
EL
Vado a scuola
Fatatrac
Coniglietto Bianco va alla scuola
Mondadori
materna
Anna va a scuola
Edibimbi
Martina va a scuola
Lito
Milly e Molly vanno a scuola
EDT
Mal di scuola
San Paolo
Mi sa che ciò la febbre!
Emme
All’asilo…non ci vado!
Nord Sud
Tim va a scuola
Ape
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