Come scegliere i titoli giusti in cui investire

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Come scegliere i titoli giusti in cui investire
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Come scegliere i titoli giusti in cui investire
Il mercato è sempre in continua fibrillazione, e i risparmiatori sono sempre più incerti su dove valga ancora la
pensa investire il proprio denaro. Ecco alcuni consigli per non sbagliare.
L’andamento generale dei mercati finanziari degli ultimi tempi ha sicuramente reso ogni forma di investimento
da parte dei risparmiatori alquanto rischiosa. Pertanto, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa in questo
settore, sarebbe buona norma seguire un’analisi ponderata di quelle che sono le offerte del mercato azionario e
di quelle che sono le regole di comportamento più giuste da seguire per non correre grossi rischi. Scopo di
questo articolo è proprio quello di fungere da guida e strumento di supporto per realizzare le giuste scelte,
riducendo al minimo i rischi connessi alle operazioni di investimento in Borsa.
A questo punto è molto utile chiedersi come si fa a riconoscere una buona azione e capire se il suo prezzo sia
giusto se paragonato a quello di mercato. Per capire se il prezzo di un’azione è quello giusto, cosa che non
sempre si verifica sul mercato delle compravendite azionarie, esistono differenti metodi di analisi. Una cosa che
conviene sempre tenere bene in mente è che quando il prezzo dell’azione sul mercato è più basso del prezzo
considerato giusto, allora all’investitore conviene comprare quella determinata azione, nell’ipotesi contraria
invece, l’azione più conveniente è quella di vendere l’azione stessa.
Ma come si fa a determinare se il prezzo di un’azione sia o no giusto? Cerchiamo di capirlo. Innanzitutto si deve
basare l’analisi sull’andamento previsto per i conti della società titolare dell’azione che si intende studiare. Il
secondo passo da fare è quello di confrontare alcuni elementi del bilancio della società stessa con il prezzo
dell’azione in Borsa. In particolare, i dati del bilancio aziendale che è utile tenere sotto controllo sono i seguenti:
1. Il rapporto tra prezzo dell’azione e l’utile della società. Per utile si intendono le cifre che restano a
disposizione della società dopo che la stessa ha sostenuto il pagamento delle tasse, degli oneri finanziari
e dei costi industriali.
2. Il rapporto tra il prezzo dell’azione e il cash-flow, cioè il flusso di denaro contante che la società oggetto
di analisi è in grado di generare da un’operazione finanziaria di vendita.
3. Il rapporto tra il prezzo dell’azione e il valore contabile che è quel valore che indica quanto rimane alle
società dopo aver venduto le sue attività al prezzo con cui vengono indicate nel bilancio e dopo aver
pagato tutti i debiti.
Una volta fatto questo tipo di lavoro di analisi per diverse società che svolgono attività simili, si può procedere ad
un confronto tra queste diverse società questo lavoro di confronto risulta utile per stabilire quali azioni di quale
società siano più convenienti di altre. Ad esempio, per l’investitore sarà più remunerativo acquistare un’azione,
che da tale confronto, risulti avere un basso rapporto tra prezzo e utile.
Un altro indice da tenere in buona considerazione nell’analisi di un titolo è la valutazione del rendimento atteso
del titolo stesso tenendo conto del suo livello di rischio confrontato con gli investimenti che sono completamente
privi di rischio. Se tale rendimento risulterà alto, il titolo sarà più interessante per l’investitore.
Ovviamente questo tipo di analisi è piuttosto complessa e può essere messa in atto solo da tecnici specializzati
del settore. Pertanto, cercheremo ora di esemplificare al massimo tali meccanismi in modo da poter risultare utili
a quanti, in qualità di investitori privati, volessero intraprendere questa strada autonomamente.
La prima cosa da tener presente volendo acquistare da soli delle azioni è il capitale della società nella quale si
sceglie di investire. Affinchè la società sia affidabile è infatti necessario che il suo capitale sia compreso tra i
cinquecento milioni e i tre miliardi di euro.
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Altro punto da valutare bene è quello legato alla solidità di una società desumibile anche dal rapporto tra
prezzo e valore contabile, il cui rapporto dovrebbe essere compreso tra 1 e 2,5 punti. Il clima di sfiducia negli
investimenti dell’ultimo periodo però può anche portare ad abbassare tale rapporto da 0 a 1,5. Ma quando ci si
avvicina a valori troppo bassi si può rischiare di incappare in società poco affidabili.
Altro punto da considerare prima di imbarcarsi nell’avventura di un investimento è quello relativo al tipo di attività
e alla localizzazione della società scelta.
Decidere di investire in una società che opera in un settore definito “in crescita” potrebbe non rivelarsi un
buon affare; questo perché l’operazione di acquisto di azioni di questo tipo di società tendenzialmente attira un
grosso numero di investitori e l’eccesso di richiesta di titoli ne fa inevitabilmente aumentare oltremodo i prezzi. Se
poi un’attività è considerata proficua potrebbe portare alla nascita di società concorrenti nello stesso settore e
questo potrebbe abbreviare molto il periodo di successo di una singola società. D’altro canto, comunque, vanno
evitati gli investimenti anche in quei settori che presentano gravi crisi strutturali, come quello dell’aeronautica
civile, ad esempio.
Per quanto riguarda la localizzazione delle società da scegliere per i propri investimenti è consigliabile evitare
paesi che, come ad esempio il Giappone, presentino dei problemi strutturali di fondo. Altro punto da
considerare attentamente è la collocazione reale delle attività della società in questione sul mercato mondiale
mentre rimane in secondo piano il paese d’origine della società stessa (a questo proposito basti pensare che
Autogrill, che è una società italiana, realizza più del 70% dei propri affari fuori dall’Italia).
Altro punto importante da considerare, dopo aver fatto una prima analisi relativa a quanto detto sopra, è la
consultazione dei documenti contabili della società verso la quale si sta indirizzando il proprio interesse. I
documenti importanti, che di solito sono ricavabili dal sito internet della società stessa alla voce “investor
relations” sono i bilanci e le relazioni periodiche. Il dato importante da consultare è quello relativo al numero
delle azioni, che di solito si evince dalle note integrative alla voce “capitale sociale”. Una volta ottenuto questo
numero sarà utile moltiplicarlo per il prezzo delle azioni stesse sul mercato, in modo da ottenere un dato certo
sulla capitalizzazione della società oggetto di analisi.
Per quanto riguarda invece il dato relativo al rapporto tra prezzo delle azioni e valore contabile occorre
indagare all’interno della voce “patrimonio netto” della società. Il suddetto rapporto scaturisce dalla divisione tra
il valore di tale patrimonio netto e il numero delle azioni possedute dalla società stessa.
Altro punto importante da considerare è la strategia economica messa in atto dalla società. Senza dubbio è
indispensabile per la buona riuscita dell’investimento, rivolgersi a società che sono sul mercato da almeno
cinque anni. Tra l’altro è del tutto sconsigliabile investire in una società che abbia in programma acquisizioni
di altre società per un valore che superi il 30% del proprio valore in quanto le operazioni di acquisizione di
grossa portata implicano spese eccessive per la società acquisitrice che deve impegnare nell’operazione una
grossa parte delle proprie risorse; questo tipo di operazioni potrebbero portare ad una svalutazione della
società sul mercato e quindi ad una perdita per i propri investitori.
Nel bilancio della società inoltre sarà importantissimo controllare il valore dei debiti a lunga scadenza. Affinchè
un investimento sia remunerativo si deve stare attenti ad evitare quelle società il cui rapporto tra tali debiti e il
patrimonio superi i due punti. Se infatti il peso degli interessi per i debiti a lunga scadenza risulta troppo alto la
società può anche rischiare di fallire per mancanza di liquidità.
Infine possiamo dire che le società da evitare completamente sono quelle la cui attività principale produca
meno dell’80% dei ricavi complessivi, insieme a quelle società che operano troppi investimenti in attività troppo
diverse dalla loro attività principale. Bisogna inoltre cercare di evitare altri due tipi di società:
1. le holding la cui attività precipua è quella di partecipare in altre imprese, senza produrre nulla in prima
persona
2. le società che hanno in progetto l’apertura di filiali in diverse parti del mondo in quanto tali progetti
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potrebbero non andare a buon fine, scontrandosi con normative di tipo giuridico o fiscale che potrebbero
costituire grossi ostacoli.
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