Signore, insegnaci a sostenere il tuo silenzio Quando l`ombra si

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Signore, insegnaci a sostenere il tuo silenzio Quando l`ombra si
da svolgere e “cose da fare” e più ci sembra di essere vivi. Ma così rischiamo di
dimenticare quell’arte della cura di noi stessi e della nostra interiorità che è
essenziale per sapere chi siamo e perché facciamo quel che facciamo. Un po’ di
lentezza, di tempo speso stando seduto in camera senza far nulla,
semplicemente restando presente a te stesso, lasciando emergere le emozioni
che si sedimentano in te, ti aiuta a ritrovare unità, a dare il nome ai sentimenti
che provi, a esercitare la tua memoria nel ricordo. Questo ti aiuta soprattutto a
entrare in una pacificazione e unificazione interiori da cui uscirai rinnovato e
disponibile per le relazioni quotidiane.
Solitudine e silenzio sono il tempo delle radici, della profondità, in cui ricevi la
forza per essere te stesso, per pensare, per coniare una parola tua che magari
può essere in contrasto con quelle che tutti ripetono. Silenzio e solitudine sono
dunque i mezzi privilegiati della vita interiore, che ti consentono di prendere
confidenza con te stesso e di osare te stesso, anche a costo di arrivare a “cantare
fuori dal coro”, a rompere con le logiche omologanti che tutto appiattiscono. Ti
consentono di sfuggire alla superficialità e di dare profondità alle parole e
senso alla relazioni. La solitudine, infatti, purifica lo sguardo che porti sugli
altri. Se pensi agli altri quando sei da solo, scopri in essi un volto inedito, che ti
sfugge quando stai fisicamente accanto a loro. Non è affatto vero che
comunichi bene chi parla molto o sempre e che sia una persona capace di
relazioni quella che vive continuamente in mezzo agli altri, senza mai
concedersi un momento si stregua, di faccia a faccia con se stessa. Questo
sarebbe uno scambiare la quantità con la qualità. È vero, invece, il contrario: la
capacità di comunicazione e di relazione è proporzionale alla capacità di
silenzio e solitudine. Ci guidano, infatti, a quella vita interiore che ci consente
una signoria su di noi.
Vorrei spronarti a questo paziente lavoro su te stesso ricordandoti una storiella
chassidica. Si narra che rabbi Sussja in punto di morte esclamò: «Nel giorno del
giudizio non mi si chiederà: perché non sei stato Mosè ? Mi si chiederà invece:
perché non sei stato Sussja». Sì, non solo al momento del giudizio, ma anche
nel quotidiano della tua vita, ti viene chiesto conto non se hai o meno
eguagliato grandi personaggi, ma se sei stato fedele a quello che sei, se hai
saputo riconoscere e condividere il meglio di te stesso. Cerca allora di
conquistarti spazi di solitudine e tempi di silenzio, ne trarrai giovamento tu
stesso e, assieme a te, anche quelli che ti stanno intorno
EVO GIOVANI NELLA VITA ORDINARIA/1
Signore, insegnaci
a sostenere il tuo silenzio
Quando l’ombra si aggira
E il fuoco scema.
Signore, insegnaci
a consumare l’attesa,
per trarne l’alba che ci attende.
Signore insegnaci
ad ascoltarti,
tu che vieni alle nostre labbra
quando preghiamo
Signore insegnaci
a parlarti,
Il fuoco sia nella nostra lingua
di fronte alla notte.
Signore insegnaci
A chiamarti Padre nostro:
una preghiera
che ha il gusto del pane.
Una preghiera
che sia la nostra dimora
PIERRE EMMANUEL
Ignazio di Loyola
INDICAZIONI PRATICHE : PRIMI PASSI
(?) 1491
nascita
1540
prima approvazione della Compagnia di Gesù
Tutto quello che ti occorre è una Bibbia, un quaderno/taccuino, uno spazio adatto
e un tempo fisso per la preghiera. Quando vai a pregare per prima mettiti alla santa
presenza di Dio.
1548
approvazione degli EESS ( Paolo III)
1556
morte di Ignazio
1622
Gregorio XV proclama santo Ignazio di Loyola
Dall’autobiografia n° 99
«Io1 chiesi al pellegrino2 degli Esercizi, perché volevo sapere in che modo li
avesse composti. Egli mi disse che gli Esercizi non li aveva fatti tutti in una
volta, ma che osservava alcune cose nella sua anima, e trovandole utili, gli
sembrava che potessero servire anche ad altri e perciò le metteva per iscritto,
come ad esempio l’esaminare la propria coscienza …»
Dagli ES n° 1
«Con il termine esercizi spirituali si intende ogni forma di esame di coscienza,
di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale e mentale, e di altre
attività spirituali, come si dirà più avanti. Infatti, come il passeggiare, il
camminare e il correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi
spirituali i diversi modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutte le
affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di
Dio nell’organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell’anima »
Dagli ES n° 5
Giova molto che chi fa gli esercizi li intraprenda con animo aperto e generoso
verso il suo creatore e Signore, mettendogli a disposizione tutta la propria
volontà e libertà, in modo che la Divina Maestà possa disporre di lui e di
quanto possiede secondo la sua santissima volontà
1
2
È il p. Ludovico Gonzàles da Camara sj , portoghese
Ignazio …
Poi prendi il passo della scrittura assegnato e leggilo con calma. Pensa a quello che
hai letto per un po’ e rivolgiti a Dio nostro Signore dialogando. Cerca di ricordare
sempre di terminare la preghiera con un Padre Nostro, perché Gesù ci ha insegnato
a pregare così.
TESTI PER LA PREGHIERA
Is 55, 1-13
Tob 4,20-5,22
E. BIANCHI, SILENZIO e SOLITUDINE
Il coraggio per intraprendere il “viaggio interiore” centrato sull’ascolto, cui ti
invitavo in un'altra lettera3, non ti manca, mi dici, ma fatichi a concentrarti su
questo sforzo: troppe cose ti distraggono di continuo.
Hai colto un problema centrale! Rientrare in se stessi significa anche entrare nel
silenzio e nella solitudine. Cosa tutt’altro che facile questa, abituati come siamo a
vivere insieme immersi nel rumore e nel continuo contatto con gli altri. E tuttavia
il silenzio e la solitudine sono essenziali, di chiarificazione, di concentrazione. Ti
sarà forse capitato di sperimentare come il ritirarsi da solo nel silenzio porti a “
sentire” il corpo in maniera diversa, più lucida e intensa, e porti anche a una
coscienza più acuta del tempo. Quel tempo che normalmente fugge e vola via
quando sei immerso nel quotidiano via vai e nelle molteplici attività, appare
molto più lungo quando resti nel silenzio e nella solitudine. Oggi, come sai bene,
i ritmi della vita sociale sono talmente velocizzati e stressanti che ci ritroviamo a
correre per arrivare sempre in ritardo: più siamo impegnati, più abbiamo attività
3
Cf. Lettere ad un amico sulla vita spirituale