Monastero Invisibile Estate 05

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Monastero Invisibile Estate 05
un Monastero invisibile
una “rete” nel segreto del mondo
numero speciale per l’estate
LUGLIO – AGOSTO – SETTEMBRE 2005
Carissimi amici del Monastero invisibile…
questo numero, come tradizione, è speciale: porta con sé tutti e tre i “Monasteri” dell’estate.
Preghiamo per le nostre famiglie, per chi è lontano da Dio, per chi sta vivendo un periodo di buio interiore o di sofferenza.
Preghiamo insistentemente restando uniti! E’ questo il segreto della preghiera per essere esaudita.
Ricordiamo sempre al Signore la necessità che abbiamo di buone vocazioni matrimoniali e alla vita consacrata:
Signore della gioia e della fedeltà,
che conosci ciascuno fin dal seno materno
e che doni a ognuno un progetto speciale,
mostra il tuo volto ai giovani che ti cercano
e a quelli che non sanno come trovarti.
Rivela la tua bellezza i loro occhi perché risplenda nei loro sguardi;
raggiungili col tuo amorevole invito, perché riecheggi nella loro libertà.
Tocca le corde delle loro migliori qualità perché il mondo si allieti
alla sinfonia di una vita generosa, entusiasta, luminosa e serena.
Suscita la loro risposta e sostieni il loro cammino;
rinnova nel loro cuore la certezza che li ami per primo
e che la tua tenerezza li accompagna sempre con infinita misericordia.
Aiutali a superare la paura del dono più grande
e ad accogliere con riconoscenza la tua proposta
di amare ed essere amati senza misura. Amen
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un Monastero invisibile
una rete di preghiera nel segreto del mondo
Sussidio di preghiera della Famiglia del Murialdo: Giovani, Amici, Collaboratori, Ex-Allievi, AMA., CLdM, Ist. Secular “São Murialdo”, Murialdine, Giuseppini.
estate 2005, n.103 — LUGLIO
IMPARIAMO A VIVERE
Dal libretto di Pino Pellegrino, I valori: pilastri dell’Educazione, Ed. M.Astegiano, ecco una piccola serie di pensieri da meditare per fare della
nostra vita comune, a casa o dovunque con gli altri, un piccolo giardino.
I VALORI
papà di sport, lei ci interrompe in continuazione. E a me viene il
Vorremmo trattare un argomento “pesante”, un argomento che è il
nervoso”.
cuore dell’educazione: si tratta dei “Valori”.
Come si può insegnare la cortesia quando i nostri atti di piombo
Sì: i Valori sono la polpa dell’educazione; sono come il profumo
distruggono le nostre parole d’oro?
della lavanda; la lavanda senza profumo, è solo fieno: Così
La via della coerenza
l’educazione senza Valori perde tutto; non esiste nemmeno, si riSe quando vi sono ospiti in casa, la tavola deve essere pulitissiduce ad allevamento. Quindi o prendere o lasciare: o voler limitarma, tutta ben ordinata; bisogna essere più gentili del solito, più
ci ad essere genitori ed educatori allevatori, o introdurre i Valori
composti, usare il coltello e forchetta, chiedere permesso prima di
nella nostra opera. Chi trova un ragazzo coraggioso, sereno, capaprendere qualcosa…mentre quando si è soli…viva la baraonce di portare pace, capace di amare, ha trovato un ragazzo “granda!…il ragazzo penserà che la cortesia è una pura facciata e non
de”, un ragazzo “educato”. Cos’è successo? E’ successo questo:i
già qualcosa che deve partire dal di dentro di se stessi, dalla conValori (l’onestà, la lealtà, la giustizia, il coraggio, la pace, l’amore)
vinzione del rispetto e della stima per l’altro e che, pertanto, deve
l’hanno innalzato “dentro”, l’han fatto meraviglioso, immenso.
valere sempre, ospiti e non ospiti in casa.
Quel ragazzo esternamente potrà anche sembrare nulla di particoLa via dell’esempio
lare, ma “dentro” è grande e vive alla grande.
Non buttiamo la carta per terra, i rifiuti fuori dai cassonetti.
Ecco cosa sono i Valori: realtà che innalzano l’uomo, lo fanno
Usiamo con frequenza le parole “scusa”,”grazie”, “per favore”.
“grande” e non solo “grosso”, gli danno la scossa all’anima, gli
Siamo gentili non solo con le persone. Ma anche
impediscono di vivere raso terra.
con le cose e gli animali. Si racconta che MaoIn un mondo di sederini famosi, di nutelle, di
metto, per non disturbare il gatto che gli si era
auto lunghe di qui a là….ci vuole una terapia
addormentato accanto, ritagliò con un pugnale il
d’urto: la terapia dei Valori. Senza Valori,
lembo della sua tunica.
l’uomo è solo corpo; senza Valori si accontenPratichiamo il “galateo telefonico”. Quindi evitiata di razzolare; senza Valori, la società genera
mo di chiamare nelle ore di riposo; presentiamoci
“mostri”. Iniziamo ad approfondire il Valore
sempre con nome e cognome e con una frase di
della Gentilezza.
saluto; non alziamo la voce, non teniamo discorsi
Così vanno le cose; oggi: se rispetti la fila, sei
chilometrici..
considerato un fesso; se non parti con il rosso,
Pratichiamo il “galateo automobilistico”.
un pauroso; macchine parcheggiate fin dentro
Quindi non rispondiamo all’insulto con l’insulto;
la cassetta delle lettere; ragazzi che ti spaccaagli abbaglianti con gli abbaglianti; non trasforno le orecchie con i motorini a tutto gas, che
miamo la strada in una pista di Formula Uno; non
usano parole che sanno di fogna...
inveiamo se per un attimo di ritardo ci è sfumato il posto del parLa maleducazione impera e tutti ne facciamo le spese. Lo scrittore
cheggio…
Cesare Marchi diceva che “la cortesia è l’olio lubrificante dei rapPiccole cose, se vogliamo, ma anche grandi cose perché rendono
porti umani: se non c’è l’olio, il motore grippa. E’ la cortesia che
più vivibile la vita. Alcuni anni fa c’era un dentifricio che faceva
smussa gli angoli”.
spuntare i fiori in bocca. Ogni gesto di gentilezza fa spuntare un
La cortesia è il più simpatico biglietto di presentazione, è il passafiore nel mondo.
porto che ha valore legale in tutto il mondo. E’ davvero tempo di
ritornare a proporla!
Attenti alla scala!
Le tre vie dell’educazione alla gentilezza.
I Valori non hanno tutti lo stesso valore. Qualche esempio.
Per educare la persona ad incartare ogni cosa con gentilezza e
Il tempo è valore, ma la vita è più valore.
cortesia, possiamo intraprendere tre vie.
Pertanto, se guido l’auto, devo ricordarmi che è meglio arrivare a
La via del rispetto
casa venti minuti dopo che arrivare al cimitero vent’anni prima .
Se vogliamo una persona , un figlio gentile, trattiamolo con gentiL’ordine è un valore, ma lo è di più un bambino: vale di più il
lezza. I ragazzi imparano la cortesia, se si vedono circondati di
bambino che il pavimento pulito. La casa è un valore, ma la famibuone maniere. Racconta Luca, nove anni: “La mia mamma mi
glia ben più! La casa è il luogo di abitazione, la famiglia è una
dice sempre che non devo interrompere quando gli altri parlano:
comunità di persone, un luogo d’amore; la casa è fatta di mobili,
Però quando io vedo in TV la “Domenica sportiva” e discuto con
la famiglia di affetti…La pulizia dei denti è un valore, ma quella
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delle parole più ancora. Il successo scolastico è un valore, la serenità del figlio è più valore (quanti genitori esigono dal figlio prestazioni superiori alle sue possibilità, rendendolo teso, insoddisfatto, infelice!).
La ricchezza è un valore, la signorilità di più. Insomma, i Valori
non hanno tutti lo stesso valore. E’ bene sottolinearlo, soprattutto
oggi. Perché il nostro disordine morale? Una delle cause è sicuramente questa : troppe volte non abbiamo tenuto in ordine la scala dei Valori. E’ tempo di rimetterla a posto!
Il valore Meraviglia
Un bravo scrittore, Vittorio
Rossi, diceva: “Forse adesso
si nasce vecchi”:
Perché “ vecchi”?
Perché, risponde lo scrittore,
fin da bambini, ormai, si sta
smarrendo la capacità di far
”oh!” con la bocca e il cuore
che cerca di scappare via
come un uccello in gabbia.
L’uomo sta perdendo la meraviglia. Perdita enorme.
Il grande scienziato Albert Einstein era convinto che “l’uomo che
non è più capace di provare meraviglia e di essere invaso dallo
stupore, è come se fosse, morto”.
Il noto scrittore tedesco Johann W. Goethe un giorno ha confidato:
“Esisto per stupirmi!”. Magnifico programma da rilanciare, con
urgenza oggi:
Fanno paura quei ragazzi che conoscono ogni cosa del computer,
ma non sanno nulla della poesia. Ragazzi disincantati, aridi, senza
vibrazioni interiori.
Che fare, dunque, per far ritornare lo stupore in casa nostra, per
educare alla meraviglia?
Anche qui, ecco alcune proposte concrete.
Cerchiamo di vestirci con gusto.
Quando il figlio è piccolo, canterelliamogli dolci filastrocche; più
grande, regaliamogli buoni cd di musica classica. Tutte le volte
che possiamo lasciamo l’auto e andiamo a piedi, si può ammirare di più. Non imbrattiamo mai niente: né strade, né campi, né
monti…abbiamo riverenza di tutto. Quando vediamo una cosa,
non diciamo il solito: ”Chissà quanto vale”, ma anche “Quant’è
bella!”. Arrediamo la casa con gusto: tinteggiatura, quadri, soprammobili appropriati. Basta con i surrogati! Via le cose artificiali, incominciando dai fiori che cercano di scimmiottare quelli
naturali.
Se ci è possibile, passiamo il fine settimana a contatto con il
creato,
Diciamo che il ragazzo che distrugge un nido, rende vuoto il cielo;
chi distrugge un albero, ruba il futuro. E, se ha l’età per capirlo,
aggiungiamo: ”Non è quello che possiedi che forma la ricchezza,
ma quello che assapori”.
ENTRA NELLA PREGHIERA
E che dire della nostra “educazione” con Dio? Forse una delle prime cose che abbiamo ancora da imparare un po’ nella nostra vita spirituale è
qualcosa che ha a che fare con il “timore di Dio” di cui ci parla la Bibbia. L’amicizia senza rispetto, che razza di amicizia è?
(da: Rosina e Gino Costa, Galateo con Dio, LDC)
GALATEO NELLA MESSA
Che la chiesa sia la casa di Dio è fin troppo noto ai fedeli. I quali
cose sono cambiate, ma in certe parrocchie «in» colpisce ancora
però spesso non sanno come ci si comporta in quella casa, o lo
oggi lo sfoggio di pellicce e gioielli durante la messa delle undici
hanno dimenticato, oppure per conformismo e rispetto umano si
e di mezzogiorno (si tratta di un atteggiamento di deferenza verso
adeguano al comportamento di quelli che fedeli non sono.
Dio? È difficile giudicare, ma...).
I giovani hanno portato anche in chiesa una ventata di semplicità e
L'abito
di disinvoltura: vanno a messa in jeans, felpa, scarpe da ginnasti«L'uomo guarda alle apparenze, Dio al cuore». È così, ma anche
ca. E va bene, purché non cadano a loro volta in un ossequio fanatico alle varie mode, che impongono di volta in volta — senza
l'abito va adeguato alle situazioni in cui ci si trova. Come sarebbe
assurdo presentarsi a un convito di nozze con indosso la tuta da
esclusione di contesti e di riti — minigonne e scollature vertigilavoro, così è assurdo recarsi nella casa di Dio con un abbiglianose, pantaloni sciatti se non a brandelli, «fuseaux» segnatutto.
mento adatto a una serata in discoteca. È questione di buon gusto,
In sostanza, poiché la messa è un'azione pubblica, cioè comunitadi buon senso, e di coerenza nel vivere la propria fede.
ria, i fedeli sono tenuti a evitare ogni effetto di teatralità: sia il personalismo stravagante, sia l'esibizionismo trasgressivo, sia la proLa fede è amore, e l'amore verso Dio si esprime non solo come
rispetto a Lui, ma anche come volontà di bene vero per il prossivocazione scandalistica. C'è già in chiesa lo svolgimento di un
mo, che va aiutato a essere buono. Una persona che rispetta il
dramma, con la sua Vittima e l'Officiante; non è lecito a nessuno
proprio corpo e desidera essere per gli altri motivo di elevazione,
strumentalizzare la circostanza per ostentare se stesso.
avrà sempre cura di scegliere l'abito secondo un criterio di dignità
Segno di croce, acqua santa, genuflessione
e di modestia; an-cor più farà così quando si tratta di entrare alla
presenza di Dio.
Il segno di croce è il segno del cristiano, perché esprime l'adesioAlla porta di parecchie chiese si trovano oggi cartelli indicanti
ne al nucleo centrale della nostra fede: la corrente dell'amore trini«vietato questo e quello», oppure «sì a questo e no a quello».
tario che intercorre tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. La paSembra impossibile che i parroci debbano ricorrere a suggeriternità di Dio creatore, l'incarnazione redentrice del Figlio, la forza
menti del tipo «vietato calpestare le aiuole», eppure molti fedeli
vivificante dello Spirito vengono come disegnate dalla mano dedimostrano di averne bisogno. Un tempo le nostre nonne riservastra in forma di croce sul corpo, dalla fronte al petto, dalla spalla
vano per la messa domenicale dei loro rampolli l'abbigliamento
sinistra alla destra; poi le mani si congiungono per l'Amen.
più elegante. C'era in loro un po' di ostentazione e forse dell'ambiChe parecchi bimbi anche battezzati non sappiano oggi fare il sezione bell'e buona, ma c'era anche l'idea che si dovesse incontrare
gno di croce è una constatazione purtroppo all'ordine del giorno
il Signore, il Grande per eccellenza, con l'abito migliore. Ora molte
per i maestri d'asilo e i catechisti. Entrando in chiesa (se ci van-3-
no), o non «si segnano», o scimmiottano i grandi. Magari usando
la sinistra.
E pazienza: non sono colpevoli, e impareranno col tempo. Ma certi
segni di croce degli adulti cristiani, credenti e praticanti, fanno
pena: sono frettolosi e quasi vergognosi, e danno l'impressione di
gente che voglia togliersi il fastidio senza essere notata dai circostanti.
Un bel segno di croce non è mai un gesto esteriore: rivela doti
umane di sicurezza e di franchezza, ma soprattutto un vivo senso
di Dio e della sua presenza.
L'acquasantiera è un elemento presente in tutte le chiese. E l'intingere la punta delle dita nell'acqua benedetta per fare il segno di
croce è un gesto che vuole ricordare il proprio Battesimo ed esprimere il desiderio di purificazione dell'anima: «Signore, sono
cristiano; ecco che vengo a te, nella tua casa, e voglio essere puro...».
Ci sono alcuni che si astengono dal gesto per motivi igienici o per
rispetto umano; altri che attingono acqua più largamente del dovuto per farne omaggio al... pavimento. Anche questo gesto è sacro,
e va compiuto pensando al suo significato.
La genuflessione significa flettere il ginocchio destro fino al pavimento, piegando leggermente il capo in avanti, ogni volta che si
entra in chiesa o si esce. È segno antico e diffuso anche in altre
religioni.
Molti evitano la genuflessione o la limitano a un leggero piegamento a causa di qualche problema fisico (rigidità delle ginocchia, dolori lombari cronici o acuti, gravi disturbi di equilibrio...).
Il Signore vede e comprende. Ma dispiace che persone perfettamente in forma facciano genuflessioni frettolose e incerte, sgorbi
simili a certi segni di croce di cui abbiamo detto. È pigrizia? o ancora rispetto umano? o difficoltà ad accettare un atto che significa
verso Dio deferenza, sottomissione, umiltà, povertà?
Presso talune comunità si è affermato (e di riflesso si sta diffondendo all'esterno) l'uso dell'inchino profondo, piegamento del
corpo in avanti ad angolo retto, con le due mani tese appoggiate
poco sopra le ginocchia. Anche questo è un bel segno di riverenza
a Dio.
Il galateo prescrive che quando si entra in casa di qualcuno si saluta, prima di tutti, il padrone di casa. Come mai allora alcuni
sembrano dimenticarsi disinvoltamente di Gesù, quando mettono i
piedi in chiesa? Si dirigono subito verso una altare laterale alla
ricerca della Madonna o di qualche santo a loro caro. La devozione alla Madre di Dio e alle creature che hanno raggiunto la beatitudine eterna è encomiabile, anzi preziosa, purché venga collocata, nella graduatoria devozionale, al posto giusto.
I ritardatari
Una delle mancanze che il «saper vivere» mondano condanna di
più è la non puntualità agli appuntamenti. Applichiamo la regola al
buon Dio. Quando entriamo in chiesa in ritardo per la messa,
commettiamo una serie di scorrettezze verso la comunità già presente e verso il celebrante. Disturbiamo aprendo e chiudendo la
porta, cercandoci un posto tra i banchi, avendo un atteggiamento
non ancora raccolto e perciò poco in sintonia con quello degli
altri, inseriti nella celebrazione del mistero già avviato.
Ma più di tutto la mancanza riguarda Dio e noi stessi: Dio perché
ha diritto di trovarci puntuali a questo appuntamento, e noi stessi
perché perdiamo le prime parti della messa, che formano un tutt'uno con il resto: il canto d'ingresso, che favorisce l'unione dei
fedeli, il saluto del celebrante, l'atto penitenziale con cui l'assemblea riconoscendo la sua povertà e debolezza invoca il perdono di
Dio, il Gloria, esultante inno di lode alla Trinità, la Colletta con cui
il sacerdote esprime il carattere della celebrazione e invoca il Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo.
Che se poi qualcuno arriva al Vangelo, perde anche buona parte
della Liturgia della Parola (le due Letture e il Salmo responsoriale), in cui è tutt'altro che raro udire qualcosa che sembra detto per
noi, che ci riguarda da vicino e ci tocca nell'intimo.
PREGHIAMO IN UNITÀ
— Nei momenti di sincerità comprendiamo che sicurezza e felicità possono derivare soltanto dall'onestà, equità, rispetto e gentilezza reciproca..... comprendiamo che ci sono " valori " nei quali è riposto il bene per noi e per gli altri, donaci Signore di non calpestarli, donaci di riconoscere quanto sono indispensabili per la costruzione di un mondo più bello, più umano, più Tuo.
— Preghiamo per la pace nel mondo: pace che è frutto della collaborazione di ognuno, pace di cui dobbiamo sentirci responsabili.
Aiutaci, Signore, a far che la Tua pace cresca sempre più nei cuori, donaci di saperla comunicare, di non rinunciare mai al cercare di viverla o
comunque di ricostruirla nelle nostre relazioni interpersonali.
— Per tutti i ragazzi, gli educatori e i giuseppini che in questo mese e in questa estate trascorrono insieme delle giornate di valore educativo nei campi
e nelle varie attività. Aiutali tutti, Signore, a cercare il tuo volto e a farsi servitori gli uni degli altri.
O SIGNORE, GRANDE GUARITORE (preghiera delle Missionarie della Carità)
O Signore, Grande Guaritore, | davanti a te mi inginocchio, | poiché ogni dono perfetto | deve venire da Te. | Dona, Ti prego, | abilità alle mie mani, | e chiara visione alla mia mente, | gentilezza e mitezza al mio cuore. | Donami schiettezza di intenzione, | forza per alleviare | una parte del fardello | del mio prossimo che soffre, | e una vera comprensione | del mio privilegio. |
Rimuovi dal mio cuore | ogni scaltrezza e mondanità, | che con la fede semplice | di un bimbo io possa affidarmi a Te.
Attenzione, l’indirizzo a cui trovare tutti i numeri del “Monastero invisibile” è:
http://www.murialdo.org/MonasteroInvisibile/sussidi_doc.htm
Dopo aver ricevuto questi tre numeri estivi, il prossimo appuntamento è
a OTTOBRE 2005.
Arrivederci
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un Monastero invisibile
una rete di preghiera nel segreto del mondo
Sussidio di preghiera della Famiglia del Murialdo: Giovani, Amici, Collaboratori, Ex-Allievi, AMA., CLdM, Ist. Secular “São Murialdo”, Murialdine, Giuseppini.
estate 2005, n.103 — AGOSTO
IMPARIAMO A PREGARE
Quando preghiamo alle volte ci preoccupiamo se non abbiamo niente da dire o da leggere. Eppure nulla è più gradito a Dio del dono della nostra stessa persona. E per fare questo basta stare in silenzio, lì davanti a lui.
(da: Pino Pellegrino, Voglia di silenzio ,M.Astegiano Editore).
SILENZIO
aiuta ad arrivare all’anagrafe del nostro io, ci aiuta a viaggiare nella
La magia del silenzio
nostra anima e a darle densità. Ecco perché, lungo tutta la storia,
Il silenzio non è solo il contrario del rumore. Il silenzio è un oasi,
non si trova un grande uomo che non sia stato innamorato del siun abitazione. E’ lo spazio ove lo spirito apre la ali e l’anima dilenzio.
venta vasta. La parola”silenzio” deriva dal latino “silere” che indiIl matematico Pitagora
ca il suono del grano quando germoglia. Ecco: il silenzio è il suoamava dire:” Chi parla
no della germinazione della germinazione dell’io, delle idee, della
semina, chi tace racparola. Il silenzio è la casa del pensiero.
coglie”.
Il poeta tedesco Novalis diceva che “il silenzio è l’acustica
Si racconta che il filodell’anima”: è il luogo ove l’anima sente se stessa. Il silenzio è
sofo Platone consucome il tappo che serva a mantenere integro il vino, il suo gusto,
masse più olio della
il suo profumo. Walter Monatti, l’uomo che ha aggredito montagne
lampada alla luce della
impossibili e ha compiuto scalate memorabili, diceva che “il siquale studiava e scrivelenzio acutizza la sensibilità ed amplifica le emozioni”.
va di notte, che vino
Questa è la magia del silenzio!
nella coppa dalla quale
Il silenzio è pacatezza. Non per nulla i cinesi dicono che “il silenbeveva.
zio rende limpida l’acqua torbida”, ed aggiungono: “dall’albero
Anche il grande fisico e
del silenzio pende il frutto della tranquillità”.
filosofo francese Blaise
Verissimo! Il silenzio è terapeutico: guarisce l’anima intossicata e
Pascal era convinto che
ingarbugliata dal rumore; la decompressiona, la ricompone e la
“tutti i mali degli uominutre. “Chi non sa tacere, fa della propria vita ciò che farebbe uno
ni nascono da una sola cosa: dal non saper restare in riposo in
che pretendesse solo espirare e non inspirare”, notava il filosofo e
una camera”.
teologo Romano Guardini.
Più vicino a noi, Gandhi, il principale artefice dell’indipendenza
Ecco perché secondo lo scrittore francese Marcel Proust ”i veri
indiana. Al lunedì non apriva bocca, per nessuna ragione. Durante
libri non sono figli della luce e delle chiacchiere, ma dell’oscurità
tutta la cerimonia di apertura di una Tavola Rotonda convocata a
e del silenzio”. D’altronde non può essere che così: è il silenzio
Roma per discutere i problemi dell’India, ad esempio, se ne rimache scontorna le parole e le fa tali. “Taci molto, se vuoi fabbricare
se avvolto nei suoi miseri cenci, muto come una sfinge. Era luneuna parola che faccia succedere qualcosa”, continua a ripetere
dì, e non poteva infrangere il suo giorno di silenzio. “Si rifece, peAlessandro Pronzato, esperto nell’arte dello scrivere. Forse ci
rò, alla grande, il giorno dopo”, annotarono i giornalisti.
stiamo convincendo che, come dicevamo iniziando, se di rumore
Maria Montessori, la prima donna italiana laureata in medicina e
si muore, di silenzio si vive.
nota in tutto il mondo per le sue idee pedagogiche-didattiche, era
Personalmente mi sto convincendo che, se il cane è più cane
decisa: “E’ impossibile che in una scuola fracassona circolino
quando abbaia, l’uomo è più uomo quando tace.
grandi idee”.
Terminiamo la nostra carellata di citazioni a sostegno della verità
I suoi tre doni
che il silenzio ci dona l’incontro con il nostro io e lo arricchisce,
Il silenzio ci fa tre dono preziosi: ci regala l’incontro con il nostro
dando la parola all psichiatra Rosanna Izzo:”Stare zitti è un modo
io, l’incontro con il creato, l’incontro con Dio. Vediamo al rallentadi stare con se stessi in tranquillità, per evitare la competizione
tore.
con gli altri. Chi sceglie spontaneamente di stare in silenzio ha
Dono numero uno
fatto una grande conquista”. Ha fatto una grande conquista perché
Gli scienziati, per evitare ogni forma di disturbo nei loro studi, si
solo che tace si sente. Chi non tace è assente. Assente da sé,
chiudono nel ventre delle montagne. Hanno allestito, ad esempio,
assente dalla propria anima e quindi, in fondo, assente di tutto!
un grande laboratorio sotto il Gran Sasso d’Italia ove, coperti da
ben un chilometro e mezzo di densa roccia, fanno le loro ricerche
sui misteri dell’universo. Lo stesso metodo vale per l’uomo: enDono numero due
trare nella cavità del silenzio!
Oltre all’incontro col proprio “io”, il silenzio ci sintonizza con il
Là si arriva ove nessuno assomiglia agli altri; si arriva ad incontracreato. Siamo al suo secondo dono: dono non meno importante
re il proprio io, a sentirlo, a capirlo. In altre parole, il silenzio ci
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del primo. Del creato, infatti, l’uomo ha bisogno da tutti i punti di
vista.
Dal punto di vista fisico: abbiamo bisogno di aria pura, di luce, di
acqua..
Dal punto di vista psichico: abbiamo bisogno di distensione, di
quieta, di calma…
Dal punto di vista spirituale. Sì anche da questo punto di vista
l’uomo ha bisogno del creato.
L’universo, infatti, è una riserva inesauribile di sorprese, di meraviglie, di intelligenza, di mistero.
Una mucca, ad esempio, supera qualsiasi nostro monumento!”
Una ciliegia che mordiamo con i denti- diceva il filosofo Jacques
Maritain-, contiene più mistero di tutta la metafisica idealistica!”.
Ebbene, è il silenzio che ci mette, veramente, a contatto con il
creato!
Chi annulla il silenzio, annulla l’occhio che vede, l’udito che sente, l’attenzione che contempla.
Non è il caso di dilungarci a provare, tanto la
cosa è evidente: il rumore, oltre che con la superficialità, come abbiamo detto, va sempre a
braccetto con la cecità.
Il che è un guaio di non poco conto!
Un monaco inglese del dodicesimo secolo, Isacco di Stella, faceva notare che “questo nostro mondo visibile serve il mio Signore. E
l’uomo in due modi: alimentandolo e insegnandogli”.
Davvero: quante cose possiamo imparare dal creato! Dal girasole
imparo a rincorrere la luce; dall’ulivo imparo a chiedere poco e
dare molto; dal mare che regge chi gli si abbandona, imparo chi è
Dio; dagli alberi imparo a morire in piedi; dai grilli imparo a rallegrare il buoi; dalla conchiglia imparo a tessere la perla in silenzio;
dai fenicotteri imparo che si può stare in piedi su una gamba sola…
Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Insomma, aveva tutte
le ragioni San Bernardo di Chiaravalle a dire:” Scoprirai più cose
passeggiando in un bosco che scorrendo le pagine di un libro”.
Per lo scrittore tedesco Johann Wolfang Goethe “ la natura è il
solo libro nel quale tutte le pagine hanno un grande valore”.
Basta così. Ancora una volta il silenzio ci appare come il nostro
primo alleato.
Dono numero tre
E’ il dono dell’incontro con Dio. Una volta un discepolo chiede a
Buddha di parlargli di Dio. Buddha alza la mano destra, pone il
dito indice sulla bocca ed osserva un aristocratico silenzio. Stava
parlando di Dio!
“Chi conosce Dio, non fa parola; chi fa parola, non lo conosce”
sentenziava Lao-Tsè.
E’ interessante notare che la parola “adorare” significa, letteralmente, “portare la mano alla bocca”, ossia tacere. Dunque il silenzio sarebbe la forma più alta di preghiera, di
venerazione. Non può essere che così! Tra Dio e
silenzio vi è un rapporto di stretto gemellaggio.
Per questo chi è scarso di silenzio è scarso di
Dio, chi non arriva al silenzio non arriva a Dio.
Il noto cardinale Carlo Maria Martini è giunto a
dire che “il nemico di Dio non è l’ateismo, ma il
rumore!” Altri già avevano detto che “l’uccisione
del silenzio è stato il primo passo verso la morte
di Dio”(Carlo Arturo Temolo). Potremmo dire che
Dio è come le bestie del bosco: comincia a muoversi solo dopo un’ora che sei lì in silenziosa attesa. Dunque il silenzio ci regala Dio!
E’ il suo servizio più prezioso. Prezioso quanto prezioso Dio per
l’uomo. Non possiamo provare qui l’importanza di Dio nella nostra
vita: ci porterebbe troppo lontano. Qualora lo potessimo, verremmo, ad esempio, a sapere che Dio difende l’uomo, sua creatura
che nessuno può toccare, anche se diventa Caino (Gn 4,15); verremmo a sapere che Dio è il più alto modello di identificazione per
cui chi lo prende come modello diventa “grande” e non solo
“grosso”; ancora: verremmo a sapere che Dio è datore di quel
senso, di quel significato che ci sono indispensabili per vivere e
per poter sopportare di morire.
ENTRA NELLA PREGHIERA
Che c’è di più bello che pregare in ogni occasione della giornata? Possiamo far diventare la nostra stessa persona una “preghiera”. E’ possibile, e davvero, per tutti!
(da A.Gasparino, La Messa Cena del Signore, Elle di Ci)
IMPARARE AD OFFRIRCI A CRISTO!
Se noi afferrassimo fino in fondo questo principio di vita che la
Una cosa è certa, finché l'Eucaristia per me è solo bere un bicChiesa ci suggerisce per entrare davvero nella Messa, tutto camchiere d'acqua, è naturale che i miracoli non avverranno mai perbierebbe in noi. Noi cominceremmo veramente a capire la potenza
ché l'incontro tra me e Cristo è di là da venire!
dirompente che può sprigionare dall'Eucaristia.
Ecco, allora, diventa estremamente importante che io ponga una
Non vi siete mai chiesti: ma a quante Messe ho già partecipato
viva attenzione ai consigli che mi da la Chiesa perché la Messa sia
nella mia vita? Mille? Diecimila? Ma che cosa hanno operato in
per me un fatto vitale.
me? Se ci pensate bene, c'è da prendere la febbre.
Il consiglio di «imparare ad offrirmi» a Cristo è di una importanza
Ma capite? Chi una volta sola nella vita s'imbatté in Cristo e gli
eccezionale. Più scendiamo al pratico più ne afferriamo la portata.
parlò, lo sentì, mangiò con lui... credete che abbia potuto ancora
A Messa devo offrirmi! Dice bene la Chiesa: devo imparare ad ofvivere come prima? Quando penso a quella donna impaurita che
frirmi perché non è una cosa semplice. Non ci arriverò mai a farlo
gli toccò le frange del mantello con una fede da strappare il mirabene, a farlo fino in fondo, a farlo con assoluta autenticità. E dovrò
colo — io che a Cristo pesto i piedi tutte le volte che vengo a
riprendere sempre in esame quello che ho fatto, perché ho la maMessa senza che in me si verifichi nemmeno l'ombra di un miraledetta mania congenita di dare a Dio con una mano e di riprendecolo — mi dico, lo incontro Cristo o non lo incontro? Non c'è da
re subito al più presto con l'altra. È un'arte difficile offrirsi a Dio,
sospettare che questo stile di comportamento, mio e anche di Crima devo battere la pista se voglio arrivare in porto, e farmi coesto, abbia alla radice qualche disfunzione?
rente con la fede.
Prima offrirò il mio fisico.
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Credete sia poco? e credete sia possibile? sì, Cristo, ti do il mio
fisico, voglio cioè gridarti con tutte le forze che il mio fisico vuole
essere un tuo strumento d'azione.
Voglio agire, muovere, operare per te.
L'operaio dirà: «Voglio darti il mio fisico perché tu entri nella mia
fabbrica: quanto c'è bisogno di te nel mio reparto! Tutti ti ignorano, chi ti nomina lo fa solo per bestemmiarti! Nessuno sa che tu
ami uno per uno i miei compagni, quello bianco e quello rosso,
quello buono e quello egoista, nessuno ti conosce. Cristo io cedo
a te la mia persona perché tu, attraverso di me, possa entrare nel
mio mondo dove la Chiesa non esiste».
Lo studente dirà: «Cristo io ti porterò con la mia vita nel mondo
dell'Università dove è tutto pieno di gente che ha bisogno di te, dai
ragazzi ai docenti. C'è tanto orgoglio nel mio mondo, c'è tanto bisogno di Vangelo».
Offrire il nostro fisico a Cristo è grandioso! Cristo ti do i miei occhi, sì, i miei occhi. Voglio cioè oggi vedere le cose attraverso di
te, vedere gli avvenimenti nella tua luce, considerarli dalla tua angolatura non dalla mia. Ti offro i miei occhi, perché li voglio aprire
bene su di me, sulla mia realtà, sulla mia miseria, sul mio egoismo. Voglio aprirli sugli altri, vedere i bisogni dei fratelli, vedere
cosa vogliono mia madre, mio padre, mia sorella. Voglio aprire gli
occhi, non chiuderli, sui poveri, su quello che mi tocca fare per
loro, sui poveri vicini e non vicini.
Voglio aprire gli occhi, non chiuderli sui poveri di casa mia, sì,
nelle quattro pareti di casa mia ci può essere un povero a cui io
non presto attenzione da molto tempo, sarà una persona anziana, o
sarà un fratello pesante o scocciatore che mi da sempre sui nervi
quando apre bocca; non posso sopportare le sue cose, i suoi egoismi, non gli ho mai rivolto una parola di pace da tanto tempo, è
il mio povero, il povero di casa mia anche se a casa mia non
manca proprio nulla; il povero di «turno» ce l'hanno tutti in casa.
Signore ti offro il mio corpo, i miei sensi, tutti. Me li hai dati per
comunicare con te e per comunicare coi fratelli, io finora li ho
sempre strumentalizzati a me.
Voglio piantarla lì, o Signore, li consacro a te, li purifico, consacrandoli a te!
Signore ti offro la mia lingua! Quanto ha bisogno di essere tua, di
essere cristiana e battezzata la mia lingua perché si inquina di
peccato con tanta facilità.
Mi serve al male.
Dice il falso, calpesta i fratelli, è uno strumento di ingiustizia che
distrugge invece di costruire. Quanto male ho fatto con la mia lingua, ho rovinato anche le persone, ho tradito gli amici. L'ho sporcata d'impurità, l'ho strumentalizzata al male.
Ora te la dono, o Signore, voglio che sia strumento di bene, non di
rovina.
Voglio che sia tua. Voglio imparare a seminare pace e mai discordia, a far coraggio, a dare forza, a portare gioia; voglio portare la
mia parola buona dove posso, continuamente. E voglio adoperarla
per la preghiera, per parlare con te!
Signore, io ti offro la mia lingua perché oggi non esca dalle mie
labbra nulla che dispiaccia a te.
La lingua! Un nostro fratello mi ha raccontato l'altro giorno: «All'officina hanno assunto un apprendista, un bel ragazzino di sedici
anni, vispo, intelligente, mi sembrava anche buono. Sono passati
otto giorni. Ora mi fa molto pena quel ragazzo; sono passati otto
giorni, non ha ancora imparato a distinguere le chiavi dai ferri del-
l'officina, ma ha già imparato tutto il linguaggio osceno del nostro
ambiente, sa già a memoria tutte le bestemmie che circolano tra
di noi e va a gara a far lo scimmiotto dietro gli operai più sboccati».
Il povero apprendista ha le sue colpe di sicuro perché a sedici
anni si può già avere una personalità senza dover scimmiottare
tutte le scemenze altrui, ma la colpa grossa è di quei meccanici,
gente che non ha mai capito che non è lecito vendere la lingua
all'istinto della volgarità.
Com'è bello se imparate, a Messa, a consacrare la lingua a Dio
per il bene, vietandovi con fermezza ogni strumentalizzazione per il
male.
Dopo il fisico c'è da offrire a Dio l’intelligenza, il mondo del vostro
pensiero! Che dono spettacolare da fare a Dio! Signore, che il mio
pensiero sia tuo, un giardino privilegiato per te, dove tu puoi lavorare, seminare e raccogliere. Sia un terreno libero da sterpi e da
pietre d'inciampo. Sia un terreno fecondo non una palude, Signore, dammi buona volontà a coltivare bene la mia intelligenza.
Ti chiedo che non s'inquini per l'orgoglio, che non si chiuda, che
si apra all'ascolto, che sappia aprirsi alla verità da qualunque parte
essa provenga, che io sappia imparare da chi mi contrasta, da chi
si oppone alle mie vedute.
Per me, operaio cristiano, chiedo di saper imparare dal fratello
non credente tutto quello che lo Spirito Santo vuole che impari
stando ben ancorato alla Chiesa, perché senza la Chiesa sono un
povero verme!
Preserva la mia intelligenza dall'orgoglio, la offro a te! Manda i tuoi
fertilizzanti alla mia intelligenza: la testimonianza di tanta gente
che mi vive vicina e ha tante cose da dirmi, se io so cogliere il
loro messaggio.
Da' a questo giardino che ti appartiene, da' al mio pensiero il fertilizzante della tua Parola, il fertilizzante della riflessione; fa' che io
pensi, Signore! Che pensi con la mia testa, non con quella degli
altri! Che pensi e lotti contro i pregiudizi! Che pensi anche contro
tutto e contro tutti, perché pensi con te, o Signore.
Poi offrite la volontà! È il dono più duro, quindi il più bello. Signore, voglio volere solo quello che vuoi tu!
Difendimi da ogni individualismo, da ogni strumentalizzazione,
fammi un uomo libero, libero anche da me stesso.
Signore, voglio interrogarmi oggi su tutto ciò che vuoi da me, andarti dietro passo passo, interrogarti, ascoltarti, sentirti in me, negli altri, nei poveri, nella Chiesa. Sentirti e rispondere!
Maria, tu che sei la donna che ha saputo dire il suo sì a Dio, il sì
più importante della storia dell'uomo, dammi la capacità oggi, con
la tua intercessione, di fare la volontà di Dio in tutto!
Offrite l'amore! Sì l'amore, il fiore più bello che Dio vi ha messo in
cuore!
Voi fidanzati, voi, giovani sposi, offrite il vostro amore a Dio nella
Messa perché non sia mai inquinato da nessuna bassezza.
Offrite la vostra amicizia. Offrite la capacità di amare che Dio vi ha
messo in cuore dandovi lo Spirito Santo.
Offrite la vostra vita a Dio. Questa preghiera la dovreste dire tutti
alla Messa: Signore, la mia vita non mi appartiene più; è tua.
Lo deve dire il prete, lo deve dire lo sposo, lo devono dire tutti.
Non posso vivere come piace a me, devo vivere come piace a te.
Signore, accetto le lotte, le contraddizioni, le frustrazioni che vorrai mandare alla mia volontà per purificarla e renderla nuova e bella.
Ecco, è tutto questo imparare a offrire se stessi!
Ora volete accettare una sfida? Questa: provatevi ad ubbidire a
questo sapiente consiglio della Chiesa quando andate a Messa,
provate però a farlo sul serio, anche una volta sola!
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Non credete alle mie parole, provatele, sperimentatele, provate un
giorno, più giorni a offrirvi sul serio a Cristo nell'Eucaristia, poi vi
sfido se siete capaci a vivere quel giorno, quella settimana una
vita vuota, piatta, banale, senza vita!
PREGHIAMO IN UNITÀ
— Maria, nella tua saggezza insegnaci quel silenzio che ci aiuta a ritrovare noi stessi, a gustare la gioia del Creato, insegnaci quel silenzio che
ci permette di ascoltare la voce lieve e profonda di Dio; che ci porta ad adorare Lui solo in spirito e verità. Santa Maria prega con noi.
— 16-21 agosto, Colonia (Germania): Giornata mondiale della gioventù 2005.
Ti preghiamo:benedici i giovani di tutto il mondo. Mostrati a chi Ti sta cercando,rivelati a chi non crede,conferma nella fede chi crede, fa’ che
non smetta mai di cercarti,come i sapienti Magi, venuti dall'Oriente e che diventi artefice di una nuova civiltà dell'amore e testimone di speranza per il mondo intero.
— Cristo, fa che dal nostro incontro con Te, dal desiderio di conoscerti e portarti nella nostra vita, sappiamo giungere fino ad aprirci totalmente al Tuo Amore Ti preghiamo, aiutaci a rispondere al Tuo invito ad offrire oltre al nostro tempo, al nostro lavoro, ai nostri pensieri e alle nostre
azioni; tutto il nostro essere per realizzare, come Tu ci hai insegnato, la volontà del Padre.
— Per il giuseppino Rosario Avino e i suoi compagni di corso brasiliani che verranno ordinati diaconi in questi giorni a Londrina (Brasile): sostienili, Signore, nel cammino di servizio che hanno deciso di intraprendere e rendili sempre generosi nell’offerta di sé, soprattutto nei momenti in cui costa di più. Mantienili vicino a te nella preghiera perché possano trovare forza in te e donare te ai fratelli che incontrano.
— Il 21 aprile scorso la nostra sorella Rosi, in attesa di un bimbo, che si era gravemente ustionata e per cui avevamo pregato nel mese di marzo, ha dato alla luce un bel bimbo, che si chiama Maurizio, nome del medico che l’aveva tanto amorevolmente curata. Come abbiamo pregato,
così ora ringraziamo di cuore il Signore per la grazia ottenuta e raccomandiamogli questo nuovo giovanotto, perché cresca bene nell’amicizia
con Dio.
— Affidiamo al Signore Rosa, Irene e tutta la loro famiglia; Francesco, Gabriella e Giuseppe col nipote Luca. Il Signore li benedica e li aiuti
nelle loro difficoltà.
SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO (T.Bello)
Solo quando | avremo taciuto noi, | Dio potrà parlare. | Comunicherà a noi | solo sulle sabbie del deserto. | Nel silenzio maturano | le grandi cose della vita: | la conversione, | l'amore, il sacrificio. | Quando il sole si eclissa | pure per noi, | e il Cielo non
risponde | al nostro grido, e la terra | rimbomba cava sotto i passi, | e la paura dell'abbandono | rischia di farci disperare, | rimanici accanto. | In quel momento, | rompi pure il silenzio: | per dirci parole d'amore! | E sentiremo i brividi della Pasqua.
Chi volesse contattare la redazione de “Un Monastero Invisibile”, scriva a:
Redazione “Un Monastero Invisibile”
c/o Capelli Giorgio e Stefania
via Ossanesga 46
24030 Paladina (BG)
oppure all’e-mail: [email protected]
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un Monastero invisibile
una rete di preghiera nel segreto del mondo
Sussidio di preghiera della Famiglia del Murialdo: Giovani, Amici, Collaboratori, Ex-Allievi, AMA., CLdM, Ist. Secular “São Murialdo”, Murialdine, Giuseppini.
estate 2005, n.103 — SETTEMBRE
Magari sono finite un po' per tutti le ferie ed è tempo di ricominciare il lavoro, in casa o fuori. Domandiamo a Dio di vivere come Lui vuole l'attività che ci ha dato da compiere, per poter collaborare con Lui ed affrettare la venuta del suo regno. Gli spazi in cui ci chiama sono quelli di
sempre!
IMPARIAMO A PREGARE
La meraviglia del dono della vita ci dovrebbe allietare e colpire sempre. Offriamo al Signore questo dono da lui ricevuto e preghiamolo perché
sappiamo accogliere con venerazione ogni altra vita che egli dona.
Ogni concepimento, inizio di una storia senza fine!
Tu, Maria, a differenza di tuo Figlio, sei nata come ogni bambina, dall’amore dei tuoi genitori che la tradizione vuole Gioacchino ed Anna, passando per tutti i comuni palpiti di ogni umana gravidanza.
Così proprio davanti a questo
così speciale mistero della gravidanza vorremmo inginocchiarci, mistero
che medico e farmacista vorrebbero
ingabbiare in un programma di pillole e affini, sino alla sentenza di morte
di quello che chiamano “feto” mentre invece è un bambino!
Fammi perplesso, Signore, davanti a questo mondo dove i più
poveri pongono nella fecondità la propria ricchezza, mentre i più
benestanti sembrano considerare il bambino come un incidente,
un attentato alla pace familiare.
Insegnami a non inorridire e a non giudicare davanti a tutti
questi neonati rinvenuti nei cassonetti della spazzatura, mentre
migliaia di coppie vivono il dramma della sterilità, nell’attesa di
un’adozione che non arriva.
Rattrista il mio cuore davanti al primato negativo della nostra
terra, che, più di tutte al mondo, respinge la vita, almeno come se
non fossi riuscito a fare le ferie.
Inginocchiami davanti al grembo della mamma in attesa, consapevole di trovarmi davanti al forziere di un tesoro che brillerà
ancora quando tutte le stelle del firmamento si saranno appassite.
Congiungi le mani dei genitori in attesa sul grembo di mamma
nel gesto affettuoso e sacro delle preghiere della sera: poi gli
spiegheranno che aveva invocato il Padre del cielo prima ancora
di vedere il padre qui in terra.
Insinua nel cuore delle gestanti una consapevole fierezza del
loro pancione, da mostrare con orgoglio ai passanti che sfrecciano
lanciandogli uno sguardo di compassione, tetro messaggio di una
società sazia e disperata.
Sostieni l’animo dei genitori che si trovano in attesa “per sbaglio” aiutandoli a credere che Tu, Signore, certamente aspettavi
quel figlio da loro inatteso.
Ravviva l’intimità spirituale fra i coniugi in attesa, attenti alla
trasparenza vivace, profonda e luminosa del loro rapporto, almeno
quanto sono attenti alla trasparenza dell’ecografia radiologica.
Trattieni Tu la mano della donna che sta per firmare la condanna a morte del proprio figlio prima ancora di averlo abbracciato.
Lenisci Tu l’insanabile ferita della donna e dell’uomo che hanno respinto il figlio come un aggressore; impedisci loro di dimenticare che hanno un angelo in più in cielo, che li ama e li perdona.
Spalanca gli occhi e il cuore, mozza il respiro e fibrilla l’anima
di chi partecipa a un santo Battesimo nella percezione del miracolo di un bambino che entra in chiesa figlio dei suoi genitori e ne
esce figlio di Dio!
“Ci benedica il Signore, fonte della vita!” (Salmo 127,1-6)
Signore Gesù! Noi non finiamo mai di stupirci davanti a questa
realtà misteriosa della vita e della vita umana!
Salvaci dalla sventura di considerare la vita umana come qualcosa di molto naturale, qualcosa di iniziato con quell’incontro di
due cellule che la scienza vuole riprodurre in laboratorio per dimostrare che la vita è nelle nostre mani!
Salvaci dall’insidia di considerare la persona umana coincidente con la sua salute, con il suo cibo, con il suo sonno, e perfino con i suoi soldi: io so che ogni volta che stringo un corpo, giovane o vecchio, uomo o donna, sano o malato, bello o brutto,
bianco o di colore, ogni volta sto stringendo qualcosa di immensamente di più di quel corpo.
Ricordami che sto stringendo la vita di una persona, non qualcosa ma qualcuno, sto stringendo qualcosa di inafferrabile, sto
stringendo con le mie dita una scintilla del Tuo sole: ogni vita
sgorga da Te, ma la vita umana sgorga dal Tuo stesso cuore.
Insegnami a rispettare ogni vita, ma insegnami ad adorare la
vita umana, frammento della Tua vita divina!
Insegnami a toccare ogni corpo umano con più trepidazione di
quando toccassi l’Eucarestia. Quel corpo umano che tocco, attraverso la tomba, brillerà in eterno nel Tuo cielo!
Concedici venerazione per la vita umana nascente, insegnando
ai coniugi a recitare le preghiere della sera toccando il grembo
della mamma, vero tabernacolo dell’Altissimo, come Giuseppe
avrà toccato e venerato il grembo di Maria!
Concedici cuore stravolto davanti a tutte le manifestazioni di
violenza e di guerra dalla TV di casa nostra, così da perdere appetito, sonno e voglia di ridere dinnanzi a questa vita altrui calpestata, come e più che se trovassimo la nostra propria automobile posteggiata, sfasciata da ignoti!
Concedici una passione trepidante per la vita umana crocifissa
nel corpo del Malato: nelle sue membra, dice l’Apostolo, si “paga” quella salvezza della quale Tu, Signore, non “hai fatto a tempo” a saldare il conto!
Concedici uno sguardo venerante per la bellezza fisica del
corpo dell’uomo e della donna, come ci incantiamo davanti ai pe-9-
tali del fiore profumato, ben ricordando che nel seme nascosto sta
il segreto del fiore.
Nel cuore nascosto di ogni vita umana donami di riconoscere
quella permanente bellezza che talora il corpo manifesta e talora il
corpo nasconde!
Insegnaci ad inginocchiarci trepidanti davanti alla vita umana
inutile e dispendiosa ma impagabile del morente: Tu solo sai
quanto valga quella vita così vicina alla Tua sulla croce!
Donaci una familiarità serena, profonda, orante con la terra del
cimitero dove Lazzaro e tutti i morti vissuti per Amore attendono la
Tua voce: “Lazzaro, vieni fuori!”.
ENTRA NELLA PREGHIERA
Nella celebrazione dell’eucaristia la vita, per dono meraviglioso di Dio, si estende dal cielo alla terra, dal presente al passato al futuro. L’amore
che abbiamo avuto per molti che ci hanno preceduto può continuare ancora e unire tutti nella lode a Colui che è il Signore e dà la vita (da
C.Giraudo, Conosci davvero l’eucaristia?, ed. Qiqajon, € 8,50)
Il "Sanctus", ovvero i defunti a voce spiegata
Anche noi, come i nostri fratelli maggiori ebrei, allorché ci appreOra che la scena di questo mondo per essi è passata, giustamente
stiamo a cantare il Sanctus, avvertiamo immediatamente tutta la
in latino li diciamo defuncti, giacché hanno scritto la loro pagina e
debolezza della nostra lode. Infatti noi non possiamo trascorrere le
hanno assolto tutte le incombenze che il tempo aveva loro affidato.
nostre giornate a lodare Dio in chiesa. Sono innumerevoli gli imOra non hanno altro da fare che intrattenersi nelle lodi del Santo,
pegni di famiglia, di lavoro, di riposo e altri cui dobbiamo far frondalla mattina
te. Per questo, quando sopraggiunge il tempo della lode cultuale,
alla sera e dalla sera alla mattina. Ormai sono diventati essi pure
facciamo appello all'assemblea di lassù, perché dia forza alla nospecialisti della lode divina. Per questo ci uniamo alla loro voce
stra debole voce e sostenga la nostra lode.
sicura, perché rafforzi il nostro debole canto, sincero certo, ma
Passando in rassegna l'assemblea di lassù, vi ravvisiamo in primo
tuttora segnato dagli inevitabili condizionamenti di tempo e di
luogo Maria, la Tuttasanta. La conosciamo bene: il suo volto ci è
spazio.
familiare e la sua voce sublime riassume ogni voce creaturale. In
seconda posizione incontriamo quelli che sono per così dire gli
La teologia del Sanctus presenta risvolti pastorali immediati. Sapspecialisti del Sanctus, cioè gli angeli, suddivisi
piamo che quando si perde una persona cara,
nei nove cori. In terza posizione vediamo la Geil cuore di chi resta è lacerato, la sua vita è
rusalemme celeste, ossia l'assemblea congiunta
distrutta. A volte ci sentiamo dire: "Io vado
dei santi solennemente canonizzati dalla chiesa
spesso al cimitero, perché là i miei cari me li
e dei santi canonizzati semplicemente dal nostro
sento vicini". Quando non sappiamo che cosa
affetto.
rispondere alle persone visitate da un lutto reNell'ordine dei santi con aureola scorgiamo
cente, affidiamo la risposta alla voce autorevoquelli che sono particolarmente cari alla nostra
le della chiesa in preghiera. Essa dirà: "Fai bedevozione comunitaria e personale. Nell'ordine
ne ad andare al cimitero per dare spazio al tuo
dei defunti, cioè dei santi senza aureola, abbiadolore. Sappi però che il luogo dove incontri
mo sia coloro che già sono in paradiso, sia le
più da vicino coloro che sono stati strappati al
anime che provvisoriamente alloggiano in quel
tuo affetto, non è il cimitero, ma è la celebra“quartiere” del paradiso che ha nome purgatorio.
zione eucaristica. Quando ti appresti a cantare
Per il fatto che siamo abituati a parlare del fuoco del purgatorio,
il Sanctus, leva in alto lo sguardo! Nell'assemblea di lassù vedrai
non dobbiamo immaginare che quanti si trovano in quella condidistintamente, ad esempio, tua moglie, divenuta essa pure speciazione per noi misteriosa passino il loro tempo tra gemiti e lamenti,
lista della lode. Là vedrai, ad esempio, tuo figlio che, dotato ormai
quasi fossero dannati a scadenza. Diciamo piuttosto che le anime
di una voce possente, è in grado di dare fiato al tuo esile filo di
del purgatorio trascorrono tutto il tempo della loro purificazione
voce". Questa è teologia autentica. È questa la pastorale liturgica.
intente a cantare il Sanctus, in compagnia degli angeli e di quanti
Con il Sanctus, che ci sintonizza con la Gerusalemme celeste, le
già godono della piena visione beatifica.
nostre voci si fondono e si confondono in un coro immenso che
canta le grandezze di Dio. Per questo diciamo che il Sanctus è un
Attraverso il canto del Sanctus la liturgia eucaristica invita a rivolinno teologico, o meglio, è una teologia. Esso è il modo sommo
gere uno sguardo fiducioso in particolare ai nostri defunti, che in
con il quale la creatura, nel momento in cui prende coscienza delquel momento sono in posizione forte rispetto a noi. Li indivila propria condizione relazionale, parla di Dio; e non può parlarne
duiamo immediatamente tra migliaia e migliaia di volti, giacché
altrimenti che "dichiarandolo santo".
hanno il nostro stesso volto e al presente altro non fanno che antiLo studio della preghiera eucaristica c'invita a riservare attente cucipare nella loro persona la nostra eternità. Allorché vivevano tra
re alla proclamazione del Sanctus e ci dissuade dalla tentazione di
noi, la loro vita scorreva in tutto simile alla nostra, stretta tra affanbiascicarlo macchinalmente. Bene fanno le comunità che si sono
ni, preoccupazioni e fatiche. La domenica poi - per lo più solo la
date l'abitudine di celebrarlo con il canto.
domenica - trovavano il tempo per partecipare in chiesa alla liturgia di lode.
PREGHIAMO IN UNITÀ
— 8 settembre Natività B.V.Maria
Grazie, Signore, per Maria, Creatura stupenda del Tuo Amore!
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A te la lode per avercela donata, modello e Madre di tutta l'Umanità. Aiutaci a comprendere che, ogni persona è un mistero sempre più grande
di quanto noi riusciamo a scorgere.
Per la Sua e per ogni Vita, Ti ringraziamo.
— Per tutte le persone che portiamo nel cuore, per quanti confidano nel nostro ricordo nella preghiera, per chi ha più bisogno di sentirsi amato, per chi si sente solo nelle prove della vita, per chi non Ti conosce, per chi non riesce a lasciarsi incontrare, Ti invochiamo, Signore, per tutti
i fratelli che incontriamo sul nostro cammino, aiutaci a condividerne le fatiche e le sofferenze, le gioie e le speranze.
INNO ALLA VITA (M.Teresa di Calcutta)
La vita è bellezza, ammirala | La vita è un’opportunità, coglila | La vita è beatitudine,assaporala | La vita è un sogno,fanne
una realtà | La vita è una sfida,affrontala | La vita è un dovere,compilo | La vita è un gioco,giocalo | La vita è preziosa,abbine
cura | La vita è una ricchezza,conservala | La vita è amore,donala | La vita è un mistero,scoprilo | La vita è promessa,adempila |
La vita è tristezza,superala | La vita è un inno,cantalo | La vita è una lotta,accettala | La vita è un’avventura,rischiala | La vita è
felicità,meritala | La vita è vita,difendila.
Col prossimo mese ritorna regolarmente la pubblicazione del Monastero Invisibile.
Se hai un indirizzo di posta elettronica, comunicacelo, ti potremo far giungere più velocemente questo piccolo sussidio di preghiera.
Altrimenti, dopo il giorno 20 del mese precedente (ad esempio dopo il 20 SETTEMBRE, puoi trovare il numero di OTTOBRE),
puoi trovare il sussidio sul sito internet:
http://www.murialdo.org/MonasteroInvisibile/sussidi_doc.htm
☺
Se vuoi fare un regalo utile a un tuo figlio, nipote, ragazzo o giovane che conosci,
c’è a disposizione un piccolo e simpatico libretto per aiutarlo ogni giorno a non “dimenticarsi” di pregare.
Per ogni giorno, da settembre 2005 a settembre 2006, c’è il brano del vangelo e un breve commento:
un buon compagno per restare vicino al Signore!!
Richiedilo in questo mese di settembre all’opera Giuseppina a te più vicina o scrivi all’indirizzo:
[email protected]
(il prezzo si dovrebbe aggirare sui 3 euro circa).
Oppure scrivi, come sempre, alla redazione del Monastero Invisibile:
Redazione “Un Monastero Invisibile” - c/o Capelli Giorgio e Stefania - via Ossanesga 46 - 24030 Paladina (BG)
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