RIASSUNTO DELLA TESI Il Bacino minerario di Ríotinto si trova in

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RIASSUNTO DELLA TESI Il Bacino minerario di Ríotinto si trova in
RIASSUNTO DELLA TESI
Il Bacino minerario di Ríotinto si trova in Andalusia (Spagna) nella zona orientale della
regione di El Andévalo, ed unisce le terre piatte del sudest di Huelva e la cordigliera del nord; è
caratterizzato da un territorio particolare molto diverso da quelli circostanti per via dell’attività
mineraria, che può essere definita monospecifica.
I.G.M.. E 1:25.000
La presenza dell’uomo in questi giacimenti minerari risale al IV millenio a.C., anche se i
primi insediamenti di carattere permanente sono del II millenio a.C. Lo sfruttamento dei ricchi
filoni di argento, rame, oro, ferro… si ebbe anche in seguito, specialmente durante il periodo
tartessico e romano. Dopo essere stato abbandonato per alcuni secoli, lo sfruttamento minerario
riprese in forma incipiente nel XVIII secolo. Sarà a partire dal 1873, anno in cui l’inglese “Rio
Tinto Company Limited” compra le miniere dalla I Repubblica spagnola, che il territorio subirà
grosse trasformazioni ad oggi ancora visibili se si osserva il paesaggio attuale e tutta
l’organizzazione spaziale.
Da quel momento il suolo, il sottosuolo e tutto il termino
municipale passò di proprietà di questa impresa, che si organizzò
in maniera da occuparsi di tutti gli ambiti possibili: spazio,
urbanistica, infrastrutture, economia, tecnica ma anche società al
fine di assicurare una produzione economica e costante. La
gestione era anche rigorosamente pianificata e revisionata
annualmente attraverso i “Report of the Deputation from the
Board”.
Possiamo dire che Minas de Ríotinto diventò una piccola
colonia inglese in territorio spagnolo, e che la Compagnia
disegnò un territorio che rispondesse alle esigenze degli
investimenti e delle richieste del mercato. Infatti, lo spazio
attuale si può spiegare partendo da un obbiettivo di base: la
produzione di minerale, rimanendo il resto degli usi del suolo sottoposti alla necessità dello spazio
dedicato alla produzione.
Ci saranno pertanto una serie di elementi fondamentali per loro, tra cui in primo luogo i
ricchi giacimenti minerali, da cui trarre la materia prima, e che furono continua e selvaggiamente
sfruttati, da diversi fianchi e con diversi metodi fino a sottrarre milioni di Tn. Una delle sue mine a
cielo aperto, Corta Atalaya, è la più grande d’Europa, e costituisce un simbolo di tutta la regione.
Cerro Colorado, mina a cielo aperto
L’attività mineraria comporta non solo l’estrazione del minerale ma anche lo smaltimento
dei sedimenti e dei rifiuti, che essendo abbandonati in quegli spazi vicini alle mine che non possono
essere scavati, danno vita ad enormi accumuli di detriti, che oggi hanno l’aspetto di “colline”
artificiali di forme tabulari, che conferiscono al paesaggio una connotazione particolare, tipica delle
zone minerarie dove si mescolano i diversi colori dell’interno della terra. Le miniere a cielo aperto e
questi depositi tabulari sono la testimonianza di un’alterazione enorme della morfologia originale
del territorio.
Depositi dei rifiuti
La miniera acquisisce una dimensione sconosciuta finora, e diventa polo di attrazione per
tanti lavoratori che vengono da tutta la Spagna e il Portogallo. Per ospitare la popolazione divenuta
ormai numerosa nell’ultimo quarto del XIX secolo gli inglesi incominciarono a costruire sei nuovi
paesi, ubicati vicino alle diverse mine o filoni in uso. Allo stesso tempo pensarono alla demolizione
del nucleo primitivo de La Mina (paese originario) perché ubicato vicino alla “corta sur” e sotto
un’importante massa minerale da sfruttare. Infatti, così accadde nei primi anni del XX sec. Questa
pianificazione ha significato non solo il cambio di ubicazione ma anche l’impianto di uno schema
urbanistico concreto, assolutamente diverso da quello tradizionale per queste terre.
L’antico paese
Il modello del nuovo abitato fu quello dell’ insediamento minerario, caratterizzato da piccole
case a schiera di 45m2 circa, distribuite in strade ortogonali che danno vita a quartieri impersonali e
gerarchizzati in funzione della categoria e del posto di lavoro del minatore, favorendo così una
voluta segregazione sociale e un isolamento classista. Tutto il costruito ex novo sarà proprietà della
Compagnia, che non lasciò ad altri la possibilità di avere proprietà private. Da questo momento e
fino alla progressiva vendita delle sue proprietà territoriali (iniziata a metà degli anni 80 del XX
secolo), il suolo urbano e rustico così come gli edifici, strade e tutte le infrastrutture sono
appartenute alle diverse imprese che hanno sfruttato le ricche risorse di quest’area.
Corta Atalaya
MINAS
DE
RIOTINTO
Bellavista
El Valle
Il nuovo centro principale,
dove si istallano i dirigenti
e i centri di potere.
Bellavista sarà il quartiere residenziale degli inglesi (esclusivo per
loro), costruito in stile vittoriano. Fu la residenza del personale dirigente
della Compagnia, avendo dei livelli di urbanizzazione e servizi molto
superiori a quelli degli insediamenti minerari. I britannici si isolano
volutamente dal resto della comunità spagnola, avendo rapporti con loro
solo nelle ore di lavoro.
Bellavista oggi
Alto de la Mesa
Il quartiere
dei minatori
La rete di trasporto del minerale sarà l’elemento articolante
dell’insieme. L’ampia rete ferroviaria e sentieristica venne realizzata
in funzione dei luoghi estrattivi o produttivi, e allo stesso modo i centri
abitati vennero costruiti per permettere ai minatori di vivere il più
vicino possibile al luogo dove essi lavoravano, privilegiando in questo
modo le relazioni esterne scapito di quelle interne.
Le risorse naturali come i minerali ma anche le masse boschive e i
corsi d’acqua saranno fondamentali. Dato che gli alberi erano un elemento
di primo piano nel sistema minerario poiché venivano utilizzati per
realizzare le robuste travi delle gallerie e per alimentare le “teleras”, la
Compagnia prestò attenzione alla necessità di rimboschire le aree libere o
degradate. Ci fu un forte interesse economico nella questione
rimboschimento per cui si scelse di piantare specie arboree, destinate alla
produzione di legna, che crescessero velocemente. Il tradizionale bosco
mediterraneo (quercus ilex, quercus suber…), fu sostituito da specie
foranee, ed in particolar modo il pino (pinus pinea, pinus pinaster) e
l’eucalipto (E. globulus, E. rostrata), creando così grossi impatti.
“Teleras” (calcinazione del minerale all’aperto)
Teleras oggi
Erica andevalensis, endemica delle miniere
Le compagnie minerarie esercitarono, su questa località un potere che eccedeva oltremodo la
propria sfera economica e lavorativa, e che si trasformò ben presto in controllo assoluto della
popolazione a tutti i livelli. I cambi introdotti non sono solo materici ma riguardano anche il campo
della mentalità. Probabilmente Riotinto è la prima località spagnola dove si praticano per la prima
volta sport che piacciono ai britannici come calcio, criquet, golf, polo e tennis. Inoltre la
dominazione inglese favorì la nascita dell' organizzazione sindacale degli operai.
Il Bacino minerario di cui ci stiamo occupando è pertanto
una delle zone dell’Andalusia dove si è creata una cultura
mineraria propria, impregnata anche di un elemento esogeno: la
cultura capitalista inglese formando un insieme particolare di
testimonianze storico-culturali. Giochi nella cappella presbiteriana di Bellavista
Lo statuto di Autonomia dell’Andalusia stabilisce, all’articolo 12 (punto 3.6), la necessità di
“proteggere e rialzare il paesaggio” (insieme al patrimonio storico) considerando tale necessità uno
degli obbiettivi prioritari della Regione. Nonostante ciò, il paesaggio è ancora visto come un aspetto
secondario della realtà, un bene da considerare solo dopo essersi occupati di altri fattori ritenuti più
importanti.
Formazione di escoria di pirite
In Spagna non esistono politiche specifiche per quanto riguarda il paesaggio. Tale questione
sebbene affrontata dalla Regione dell’Andalusia in diversi ambiti quali l’ urbanistica, la
pianificazione, l’ambiente, l’agricoltura, lo sviluppo rurale avviene sempre in modo trasversale e
secondario.
Fra le determinazioni di legge più precise, troviamo la Dichiarazione di Paesaggio Protetto,
considerata come categoria di Spazio Naturale Protetto (art.12 della L. 4/89 di Conservazione degli
Spazi Naturali e della Flora e Fauna silvestri), rivolto a “quei luoghi concreti dell’intorno naturale
che per i loro valori estetici e culturali siano meritevoli di una protezione speciale”.
Balse di decantazione.
Questa legge verrà intanto applicata a una parte del
territorio del quale ci stiamo occupando, dove scorre il fiume
Tinto e che si è ritenuto di dover “proteggere” sia per motivi
legati alle sue particolarità (pH molto acido e un alto contenuto
in sali ferruginose che permettono la vita di specie in queste
condizioni estreme), sia per la presenza di ambiti e di specie
contemplati nelle Direttive Comunitarie. A questo interesse si
aggiunge l’importanza della zona come corridoio ecologico e via
di comunicazione fra Doñana e Sierra Morena.
Le acque rosse del fiume Tinto
Allo stesso modo, e separatamente la Direzione Generale di BB.CC. della Regione
Andalusia sta portando avanti la procedura per la dichiarazione di BIC, categoria “Sitio histórico”
(L.16/1985, de Patrimonio Storico Spagnolo), di alcune aree del Bacino minerario, che
costituiscono uno degli esempi più chiari per capire l’evoluzione storica delle miniere nel SO
europeo, poiché la loro formazione è stata determinata da una svariata tipologia di elementi di
rilevante valore archeologico, etnografico, architettonico, industriale, naturale e paesistico.
Infrastrutture abbandonati. Zarandas
Insomma, Ríotinto si presenta come un paesaggio minerario caratterizzato sia da rovine e
impronte fabbriche, infrastrutture… sparsi lungo l’intero territorio, sia da aspetti che per la loro
spettacolarità e singolarità lo rendono unico. Esso attualmente costituisce una grande risorsa
culturale, naturale, e paesistica da proteggere, pianificare e gestire a beneficio dei suoi abitanti, che
possono trovare in esso un importantissimo elemento integratore del territorio e una soluzione per i
tanti problemi socio-economici in cui versa il Bacino Minerario di Ríotinto .
RAQUEL MARCOS GONZÁLEZ.
Master analisi e gestione del patrimonio paesistico. Politecnico di Milano. 2003-2004