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AUTODIFESA L’autodifesa non inizia con lo scontro fi i fisico, ma con lla precauzione i di evitare it persone e luoghi pericolosi, facendo in modo di non diventare un bersaglio bersaglio. Autodifesa 1. 2. 3. L’abilità nel combattimento è un aspetto secondario nell’autodifesa. Le capacità di difendersi efficacemente partono dall’attenzione a non mettersi nei guai. Non importa quanto siamo forti e/o abili abili, quando si scatena un confronto violento l’esito è sempre incerto. I 3 elementi dell’autodifesa: Evitare Scappare Combattere La legge della savana Molti esseri umani pensano che tra loro e gli animali ci sia un enorme differenza differenza, nella realtà molti nostri comportamenti sono dettati da dinamiche ancestrali ancestrali. Un leone nella savana che cerca di mangiare un bufalo attaccherà il più vecchio o il più bufalo, debole, quello che ritiene la preda più facile questo comportamento lo ritroviamo facile, anche negli esseri umani. La legge della strada Se sui marciapiedi alle estremità di una strada transitano da una parte un uomo di strada, 100 kg alto 2 metri, e dall’altro una donna minuta, i t chi hi credete d t che h un eventuale t l rapinatore cercherà di attaccare? La risposta è abbastanza semplice, esattamente come il leone,, il rapinatore p cercherà il bersaglio più facile. Non facilitare il compito In un carcere, sono stati intervistati dei stupratori seriali seriali, alla domanda: perché quella determinata vittima? Le risposte sono state t t abbastanza bb t uniformi, if i venivano i scelte in base al comportamento, ai luoghi e alle dinamiche. Spesso i guai li andiamo a cercare inconsapevolmente, p , con un comportamento poco attento. Il rapinatore A Milano è stato intervistato un rapinatore, alla domanda: come scegli le tue vittime? La risposta è stata la seguente: prima di t tt vedo tutto d se sono distratti, di t tti più iù lo l sono più iù sono potenziali vittime, poi chiaramente l’atteggiamento, se hanno un atteggiamento gg remissivo sono facilmente impauribili. Non essere vittima Quindi, il primo stadio dell’autodifesa è la percezione di ciò che ci sta attorno. Possiamo sintetizzare i t ti questa t percezione i aiutandoci i t d i con i colori: Codice bianco: rilassatezza assoluta assoluta, nessuna percezione di ciò che ci circonda Codice g giallo: tranquillità q ma con la consapevolezza dell’ambiente in cui ci troviamo Codice arancio: campanello di allarme, qualcosa non và à e ne siamo i consapevolili Codice rosso: siamo attaccati Non essere vittima Il nostro codice costante deve essere il GIALLO. GIALLO Essere in codice giallo non significa essere paranoici, i i ma avere consapevolezza l di ciò iò che abbiamo intorno. Un aggressore per prenderci deve mettere in atto delle strategie, g ,ep più tardi lo individueremo p più sarà facile per lui sopraffarci. Esempio Entrando in una stradina isolata, vediamo due tizi loschi appoggiati ad un muro muro, vedendoci si staccano per venirci incontro, individuandone il comportamento prima, avremo la possibilità di tornare indietro e evitare il contatto (tornando su una via p principale p ep piena di g gente è difficile che tentino di aggredirci), se invece non ci accorgiamo di loro o ce ne accorgiamo g tardi le p possibilità di farla franca sono poche se non combattendo. Comportamenti a rischio Camminare con un Rolex d’oro, in un quartiere malfamato, ostentandolo equivale ad un invito alla rapina, i parcheggiare h i iin un lluogo iisolato l t e poco illuminato accentua le possibilità di una aggressione, ostentare soldi o gioielli vi rende degli obiettivi, evitate tutti quei comportamenti che possano attirare l’attenzione di un malvivente. Sembra scontato ma spesso non è così così, la vanità può giocarvi brutti scherzi, ricordate quanto siete potenziali vittime lo decidete voi con il vostro p comportamento. Atteggiamento Perché io??? Questa è la domanda che si pone spesso una vittima dopo un aggressione. La risposta in teoria è semplice “sei sei stato considerato una preda facile”. Al di là del comportamento, che come abbiamo visto determina in alcuni casi la nostra aggressione, spesso nelle cause che ci vedono come vittime designate c’è il nostro comportamento. L’hooligan Durante un processo a Londra per una aggressione gg ai danni di tifosi avversari,, ad un hooligan è stato chiesto perché avesse attaccato quel gruppo di tifosi, la risposta fù la seguente: “Si “Signor Gi Giudice, di quando d siamo i sbucati b ti d dall vicolo i l e ci hanno visti, si sono messi a correre, istintivamente gli siamo corsi dietro e alla fine fine, raggiunti, li abbiamo picchiati”. Esattamente come gli animali,, ad un comportamento g p istintivo è seguita una reazione istintiva. Linguaggio del corpo Ricordiamoci che l’80% della comunicazione è non verbale verbale. Dobbiamo trasmettere al nostro avversario il seguente messaggio: NON SONO VITTIMA VITTIMA. Ma come? Con un atteggiamento attento, ma non spaventato spaventato, sicuro sicuro, ma non aggressivo aggressivo, deciso, ma non intimidatorio. In definitiva “gira gira a largo, largo sono un osso troppo duro per te”. Dinamiche sociali 1. 2 2. 3. I locali pubblici (pub, discoteche, ecc), sono spesso al centro delle cronache per episodi di violenza, tipo aggressioni, risse, accoltellamenti. Il motivo è da ricercarsi in varie cause: L’abuso di alcol, che abbassa le inibizioni L’uso L uso di stupefacenti che alterano le percezioni e la capacità di giudizio L dif La difesa d dell tterritorio it i e d della ll ffemmina i Come si scatena la violenza 1 Dinamica maschio-femmina: la competizione tra uomini per ottenere l’attenzione delle donne in luoghi pubblici segnala un potenziale pericolo pericolo. Se stimolati dal bere, gli uomini mescolano spesso ll’attrazione attrazione sessuale con un forte spirito di competizione, e quindi possono diventare violenti per sfogare la propria frustrazione e fare i conti con i presunti “rivali”. Come si scatena la violenza 2 1. 2. 3. Aggressione verbale: molti scontri iniziano con una lite verbale o uno scambio di insulti. L’alterco potrebbe trasformarsi f in violenza se: Una delle parti comincia a soccombere di fronte alle parole e ritiene che la forza sia la sua ultima risorsa Le parole che vengono sottolineate da gesti eloquenti portano naturalmente allo scontro fisico che p Una parte si sente socialmente sminuita dallo scambio verbale e attacca per risolvere la discussione. Come si scatena la violenza 3 Occhiate: In un contesto comportamentale, un’occhiata un occhiata prolungata tra estranei soprattutto uomini, viene spesso interpretata come una minaccia. Fissare qualcuno costituisce un tentativo psicologico di sconfiggere l’avversario e costringerlo g a ritirarsi. Molti scontri cominciano con un semplice sguardo, soprattutto, anche in questo caso, se g q gli interessati hanno bevuto. Indicatori di aggressività 1. 2 2. 3. 4. Quali sono i segnali che indicano che il nostro avversario sta per ricorrere alla violenza? La testa viene sporta in avanti per enfatizzare minacce e insulti L’aggressore L aggressore compie gesti di richiamo nella vostra direzione, in genere corredandoli di minacce e insulti Poco prima dell’attacco atteggerà il viso a un espressione dura aggrottando le sopracciglia verso il basso e serrando dura, le mascelle L’aggressore gg infine assumerà la p posizione da combattimento quasi sempre preparandosi a sferrare un pugno. Come comportarsi Mantenete la calma Parlate con voce profonda e calma calma, non alzate la voce Ass mete una Assumete na post postura ra difensiva difensi a e sic sicura ra sen senza a sembrare aggressivi M t Mantenete t SEMPRE lla di distanza t di sicurezza, i più iù strada deve fare per colpirvi più tempo vi darà per organizzare i lla strategia t t i di dif difesa. Le fasi del combattimento In combattimento entrano 3 dinamiche assolute, che elenchiamo in ordine di importanza: Aggressività (chi è più aggressivo vince) Tecnica (un colpo portato con tecnica corretta è più efficace) Preparazione atletica (più allenato significa più forte) Tenete presente che in media un combattimento dura circa 10 secondi, in q quanto q quasi sicuramente interverranno fattori esterni (amici di uno o dell’altro, passanti, poliziotti, ecc). L’adrenalina Non bisogna dimenticarci di questa variabile incontrollata molto spesso quello che risulta incontrollata, molto semplice in palestra, diventa dannatamente complicato in strada. Come mai? La risposta è semplice si chiama adrenalina. L’entrata in circolo nel sangue g dell’adrenalina determina una serie di eventi che difficilmente controlliamo, come ad esempio p il tremore degli g arti e una p pesantezza nei movimenti. Effetti psicologici 1 1. 2. 3. Oltre all’adrenalina, anche gli effetti psicologici di un confronto violento vengono ad inficiare la nostra efficacia: La paura Il tunnel uditivo (perdita di capacità uditiva periferica) if i ) Il tunnel visivo (perdita di visibilità periferica) Dove colpire 1 1. 2. 3. 4. Ci sono punti del corpo umano che per quanto grossi e forti forti, non si riescono a difendere e che se colpiti causano danni a volte invalidanti: Occhi Naso G l Gola Genitali Questi sono i punti più delicati del corpo umano. Altri punti deboli 1. 2 2. 3. 4 4. 5. Con l’acquisizione della tecnica e della forza, si possono colpire altri punti definiti deboli del corpo umano: Tempie Mento Sterno Costole fluttuanti Ginocchia A questo punto non rimane che vederci in palestra!!!!!!