Giovani e condivisione: il valore dei piccoli gesti

Transcript

Giovani e condivisione: il valore dei piccoli gesti
10
caritas
informa
Domenica 10 ottobre 2004
PROGETTI DIOCESANI
La settimana di servizio vissuta da dieci ragazzi vicentini in una mensa Caritas di Roma
Giovani e condivisione:
il valore dei piccoli gesti
Esperienza sul tema: «Uno sguardo di tenerezza sul mondo e sulle persone»
Era stata pensata come una
settimana diversa, per uno
sguardo di tenerezza sulla vita
propria e altrui. E tale è stata.
È l’esperienza di condivisione
a fianco degli ultimi proposta
ai giovani dalla Caritas diocesana vicentina: dal 27 agosto al
5 settembre una decina di ragazzi e ragazze all’incirca fra i
venti e i trent’anni hanno prestato servizio a Roma alla
mensa “Colle Oppio” gestita
dalla Caritas capitolina. La
proposta non si è però limitata
al servizio, ma, con l’accompagnamento di suor Celina Pozzan e di don Fabrizio Cappellari, ha
dedicato spazio anche
alla riflessione spirituale, con un percorso
evangelico composto
da cinque momenti
formativi e con testimonianze forti, come
quella di don Secondo
della comunità dell’Arca, degli operatori del
Centro Astalli per rifugiati e degli operatori
della
Comunità
Sant’Egidio.
Un’esperienza che
anche nello stile ha
voluto essere sobria: i
partecipanti, muniti di
sacco a pelo e poco altro, sono stati ospitati
la notte nei locali della
parrocchia romana di
S. Maria del Soccorso.
«Ho sempre avuto intenzione di fare un’esperienza di volontariato a favore di chi vive
sulla strada - racconta Federica Slaviero di Vicenza, 32 anni
e un lavoro da infermiera -;
avevo il desiderio di conoscere
questa realtà, di stare con gli
ultimi. Persone che non vengono considerate, che vengono
etichettate e lasciate da parte.
Pensavo di trovarmi di fronte
dei barboni, invece ho incontrato soprattutto stranieri in
difficoltà e persone..., diciamo
così, normali».
«La giornata - spiega - iniziava con la colazione e un breve
momento di preghiera comunitaria, poi andavamo in mensa,
che apriva alle undici, per preparare i pasti e le tavole. Qualcuno di noi faceva servizio in
sala, altri distribuivano il cibo
nei piatti. L’incontro con i volontari e il momento di preghiera con loro prima di aprire
le porte sono sempre stati molto belli. Dopo gli ospiti mangiavamo noi, poi alle tre di pomeriggio la mensa chiudeva e
finivamo di ripulire e sistemare i locali. Nel pomeriggio
prendevamo parte al momento
A destra: i giovani vicentini che
hanno partecipato all’esperienza
di condivisione a Roma. Nelle altre foto: alla mensa della Caritas.
di riflessione spirituale, che
per me è stata molto significativa, e agli incontri di approfondimento».
«Ho letto di questa proposta
della Caritas vicentina sulla
Voce dei Berici - ricorda Da-
niele Stella di Noventa, 23 anni, studente dell’ultimo anno di
ingegneria e animatore in parrocchia -; l’unico volontariato
che avevo fatto era stato il servizio alla Giornata Mondiale
della gioventù a Roma nel
2000. Quella di quest’anno è
stata un’esperienza positiva
sotto tutti gli aspetti, sia come
impatto del servizio verso gli
ospiti della mensa, sia come
conoscenza degli altri compagni di strada con i quali ho
condiviso la settimana, sia come cammino spirituale, che
aveva per tema Uno sguardo
di tenerezza sul mondo e sulle
persone: ogni pomeriggio abbiamo letto e approfondito un
brano del Vangelo nel quale si
racconta l’incontro di Gesù
con gli ultimi.
Un ricordo particolare di
questa settimana? Alcune conversazioni con ospiti della
mensa. Mi sono rimasti dentro:
anche oggi, quando sono affaccendato nelle mie cose, a volte
mi ritornano in mente i loro
volti. Temevo che non sarei
riuscito a instaurare un rapporto con loro, ero scettico su
come pormi. Invece ho scoperto che non ti chiedono chissà
cosa, ma solo ascolto e di essere considerati come persone. Bastava un sorriso, un saluto, porsi in modo gentile nei
loro confronti. Insomma, era
Le proposte della Caritas
Per tutti i giovani interessati a esperienze di condivisione e servizio, la Caritas offre un ventaglio
di proposte curate dalla Commissione “Giovani,
percorsi di condivisione e comunità cristiana”.
Per il nuovo anno pastorale le iniziative si snodano su tre filoni: attività di animazione ordinaria, diocesanità e territorio, servizi-segno.
ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE ORDINARIA
La riuscita del campo estivo di condivisione,
che si è tenuto nella prima settimana di settembre a Roma, presso una mensa popolare, è stata
un bel segnale. È per questo che l’esperienza
verrà ripetuta anche nella prossima estate. Il
campo estivo di condivisione è una settimana
residenziale autogestita, ritmata da un percorso
evangelico e dal servizio volontario in ambiti
dove si vive e si condividono disagio ed emarginazione. Il campo sarà rivolto a giovani dai 23 ai
30 anni.
Per i giovani dai 18 ai 22 anni verrà proposta
una settimana di condivisione a Vicenza, in autogestione, con alternanza di formazione e servizio in realtà significative (cooperative sociali,
case famiglia…) del territorio diocesano. Il trinomio su cui si reggono le due esperienze citate
è servizio-formazione-vita comunitaria.
DIOCESANITÀ-TERRITORIO
Continua anche quest’anno il percorso formativo denominato Noi e gli altri: quelli diversi da
noi - 1° livello. Avviato con molta partecipazione due anni fa a Vicenza e riproposto l’anno
scorso a Schio, quest’anno il percorso torna a
far tappa nella sede di Caritas vicentina. È una
proposta di formazione permanente rivolta a
giovani dai 18 ai 30, che ha lo scopo di far cono-
scere le varie forme di disagio presenti nel nostro territorio ma anche le risposte che lo stesso
territorio sta dando. Si tratta di incontri settimanali con esperti e testimoni, a frequenza assolutamente libera.
Quest’anno prende avvio, poi, un’esperienza
del tutto nuova. Un percorso biblico aperto ai
giovani della città che non fanno riferimento ad
alcun gruppo ma che desiderano avvicinarsi alla
Parola. Animati da don Fabrizio Cappellari, gli
incontri si terranno ogni 1° e 3° lunedì del mese,
a partire dal 15 novembre, dalle ore 21 alle
22.30. Il luogo scelto è il Centro San Faustino a
Vicenza (dietro la chiesa dei Servi, a due passi
da piazza dei Signori).
SERVIZI-SEGNO
Per chi desidera fare un’esperienza radicale e
prolungata nel tempo (un anno, generalmente)
ci sono posti disponibili nei servizi-segno curati
dalla Commissione giovani.
- Servizio civile volontario in Italia e all’estero
e servizio Caschi bianchi (maschile e femminile, per giovani dai 18 ai 26 anni).
- Anno di volontariato sociale (maschile e femminile, 18-26 anni ), in collegamento con le Caritas del Nordest.
- Progetto Cafarnao. Aperto a giovani dai 23 ai
30 anni di ambo i sessi che nell’ordinario della
vita intendano confrontarsi con la proposta di
vita evangelica. L’esperienza, avviata da alcuni
anni e che ha visto la partecipazione di numerosi giovani lavoratori o studenti, prevede la vita
in comune (in appartamento a Vicenza, gestendo la convivenza con uno stile di accoglienza e
nell’autonomia economica), l’impegno in concreti spazi di servizio e di condivisione e un percorso di formazione.
sufficiente buttarsi e compromettersi un po’. Adesso spero
che questa esperienza per me
non resti isolata, ma di darle
continuità, magari proponendo
e impegnandomi senza attendere di raccogliere le proposte
di altri».
«Anche per me - gli fa eco
Federica - lo stupore è stato
quello della semplicità dei gesti. All’inizio ti prodighi tanto
verso gli ospiti, cerchi di darti
da fare il più possibile, ma poi
ti accorgi che è sufficiente un
semplice sorriso, considerarli
persone con una loro storia,
per farli contenti. Arrivavamo
la mattina e li trovavamo già lì
ad aspettarci, ci conoscevano
per nome. Qualcuno ti veniva
vicino con una faccia triste,
ma bastava dire “buon giorno”,
o “buon appetito” chiamandoli
per nome per farli sorridere. E
ce lo dicevano che quello era
importante per loro.
Per me è stata un’esperienza
importante. Si parte con pregiudizi, senza conoscere la
realtà, poi entri nelle storie di
ciascuno e ti rendi conto che
nessuno va etichettato ma che
sono persone esattamente come noi, che hanno solo avuto
dei problemi».
La riflessione non si esaurisce una volta rientrati nel proprio tran tran quotidiano. «Ho
iniziato a riflettere - conclude
Federica -: nel mio lavoro, per
esempio, faccio tante cose, sono presa da mille impegni, ma
se mi fermo un attimo a pensare, mi accorgo che anche solo
un “buon giorno” detto con il
sorriso sulle labbra vale più di
mille flebo. Non solo: è stato
come ritornare bambina e vedere con stupore anche le cose
piccole: l’acqua, il cibo. Per noi
è normale averle a disposizione, e invece impari ad apprezzarle e a trattarle con rispetto».