Presentazione di PowerPoint
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Presentazione di PowerPoint
Nasco… e già mi tirano i nervi ! Ugo Priora maggio 2015 1 Ecco il protagonista: il plesso brachiale 2 Un tempo era una patologia molto frequente. Poi con i progressi della ostetricia ed il successivo miglioramento nell’assistenza al parto, diminuì molto, al punto che sembrava dovesse quasi scomparire. Poi invece ricomparve. E’ fondamentale la collaborazione di molti operatori: ginecologi ostetriche neonatologi infermiere pediatriche neuropsichiatri neurochirurghi ortopedici fisioterapisti esperti in care, comunicazione e supporto psicologico (ma forse questo dovremmo esserlo almeno un poco, tutti !) 3 Nei vari Paesi si fanno (o non si fanno) le cose più diverse. E’ importante parlare di questa patologia; è più invalidante e frequente di altre. Oggi non è accettabile sentire una frase come questa: “Per ora non facciamo niente, poi vedremo…” 4 Un poco di storia: W. Smellie (1697 – 1763) fu il primo a ipotizzare l’origine ostetrica e a descrivere questa patologia Danyau nel 1851 fece la prima autopsia ad un neonato affetto da tale danno Duchenne de Boulogne (1806 – 1875) neurologo, considerava la causa di tale patologia, una pressione nella regione sovrascapolare (C5-C6) con conseguente compressione delle radici nervose. Erb (1840 - 1921) studiò la stimolazione nervosa Claude Bernard neurofisiologo Johan Horner oftalmologo A.M. Klumpke (è la prima donna medico a lavorare in ospedale. Nacque nel 1859) nel 1885 studiò a fondo la sindrome di Horner. Poi sposò Dejerine… Duval e Guillain (1898) dimostrarono che le radici C5 e C6 erano più a rischio di rottura quando la spalla è fortemente depressa. Fieux capì per la prima volta che la patogenesi è la trazione del feto nel parto distocico. Taylor nel 1907 eseguì il primo intervento neurochirurgico (senza anestesia…!) Alla fine degli anni ’70 iniziano le terapie riparative neurochirurgiche 5 Incidenza della patologia: 1- 2,9 : 1000 Italia 1,5 : 1000 USA 1,6 : 1000 Malaysia In generale 0.6 – 4.6 %o nati vivi Compressione Trazione Evento traumatico Lesione Trazione: Abbassamento ed elevazione del capo del bimbo con meccanismo di leva. Compressione: probabilmente è meno importante nella patogenesi del danno 6 Cause materne: Diabete male o non trattato Anomalie della pelvi Bassa statura Obesità Applicazione di forcipe o ventosa Contrazioni uterine incoordinate Oligoidramnios Parto precipitoso … Cause fetali: macrosomia fetale (> 4 kg) ipotonia da asfissia gemellarità La maggior parte dei bimbi operati erano di peso > 4.1 kg Se il peso è < 4 kg il rischio è 0,3 Se il peso è > 4 kg il rischio è 9,4 Sono più colpiti i neonati di sesso maschile L’arto superiore destro è il più colpito (forse perché la posizione 7 occipito-iliacasinistra-anteriore, OISA, è la più frequente ed impegna notevolmente la spalla destra) La P.O. può essere presente anche in caso di presentazione podalica. In questo caso il quadro è in genere più grave e può essere bilaterale. E’ più alto il rischio di avulsione del nervo dal midollo. 8 Ma anche la prevenzione non abolisce questa patologia. Il 2 % dei bimbi sottoposti ad intervento neurochirurgico per P.O. sono nati da taglio cesareo. 9 E’ possibile ipotizzare una patologia congenita sottostante ? Nel 5 – 7 % dei casi operati, non presentavano fattori di rischio conosciuti come tali. E una posizione intrauterina abnorme ? E l’oligoamnios ? 10 Alcuni vocaboli… Neuroapraxia: semplice stiramento della via nervosa Axonotmesi: lacerazione parziale della via nervosa Neurotmesi: lacerazione totale della via nervosa Neuroapraxia: perdita della funzione ma non della integrità anatomica dei cilindrassi Axonotmesi: interruzione del cilindrasse sotto il neurilemma che rimane integro Neurotmesi: strappamento dei tronchi primari e/o secondari o addirittura avulsione delle radici dal midollo …“il linguaggio è potere” diceva Pitagora ! 11 Possibile associazione con altre lesioni traumatiche Frattura della clavicola Frattura dell’omero Sublussazione della colonna cervicale Lesioni del midollo cervicale Paralisi del facciale 12 In conclusione… Qualunque forza che alteri i rapporti tra collo, spalla e braccio, può causare la lesione ostetrica del plesso brachiale 13 Alcuni cenni ci anatomo-fisiologia del S.N. Il plesso brachiale: C5 C6 C7 C8 T1 Nella fisiologia, molteplici e molto varie sono le anastomosi dei rami derivanti dai tronchi nervosi. Le vie motorie hanno il motoneurone nel midollo spinale Le vie sensitive hanno il neurone posto vicino al midollo, nei gangli nervosi. La guaina nervosa è in via di mielinizzazione nel neonato e nel bambino. 14 Il tipo di lesione è molto vario. Tantissimi sono i tipi di lesione. Stiramento e capacità di rigenerazione nervosa sono due componenti importanti. Le vie nervose possono ricostruire connessioni ed incroci tra i vari rami nervosi. Sia la natura sia il neurochirurgo possono fare questo ! 15 I quadri clinici alla nascita Lesione di tipo superiore (Erb Duchenne) Paralisi in adduzione e rotazione interna della spalla (deltoide, sovraspinoso, sottospinoso) Deficit di flessione del gomito (bicipite, brachiale e coracobrachiale) Deficit di supinazione (bicipite e supinatore) Ipotonia diffusa prossimale (assenza dei riflessi stiloradiale e bicipitale) Moro asimmetrico Grasp conservato Possibile interessamento del nervo frenico (C4) Lesione di tipo inferiore (Klumpke Dejerine) Paralisi dei muscoli intrinseci della mano e ipotonia Assenza del grasp Presenza dei riflessi stiloradiale e bicipitale Possibile presenza della s. di Bernard Horner (interessamento del simpatico) con miosi, ptosi, enoftalmo, anidrosi Lesione completa (da C4 a T1) Paralisi totale dell’arto colpito e disturbi sensitivi. L’arto giace lungo il fianco con atteggiamento in adduzione e rotazione interna alla spalla, estensione del gomito, pronazione dell’avambraccio con polso e dita in flessione e polso deviato ulnarmente. In un terzo dei bimbi è anche presente s. di Bernard Horner 16 In altre e più semplici parole… Nella paralisi di Erb-Duchenne, (V e VI) Il neonato non abduce più il braccio, non lo ruota esternamente e non supina più l’avambraccio. Egli tiene quindi il braccio addotto intraruotato e pronato. Vi è compromissione anche della sensibilità. Il riflesso bicipitale è assente e il riflesso di Moro è asimmetrico. I movimenti della mano e dell’avambraccio sono mantenuti, come il riflesso della prensione palmare. 70 % dei casi Nella paralisi di Dejerine-Klumpke (VII, VIII e TI) L’avambraccio è flesso sul braccio. La mano è paralizzata e subentrano ptosi e miosi omolaterale se le fibre simpatiche del TI sono state lese. E’ più rara della precedente; Occhio: le forme più lievi possono passare inosservate nel periodo neonatale ! 2 % dei casi Quando è leso l’intero plesso brachiale non vi sono movimenti in tutto il braccio; braccio si associa perdita della sensibilità e una riduzione della crescita successiva del braccio, con posizione obbligata della mano in flessione. 17 28 % dei casi Spontaneo rapido (tre settimane) Prognosi ottima e recupero completo Recupero (clinica) A tre mesi: si valuta quale terapia > tre mesi: residui possibili e incompleti, i più vari. Recupero completo spontaneo: 75 – 90 % dei casi 18 Nella P.O. di tipo SUPERIORE il recupero del bicipite è la guida ! Recupero < 1 mese prognosi ottima del bicipite 1 – 3 mesi prognosi buona > 3 mesi prognosi “così così” La decisione di ricorrere alla terapia neurochirurgia subordinata al bicipite: è Il recupero del bicipite a tre mesi nella P.O. di tipo SUPERIORE condiziona la scelta terapeutica. Se non c’è recupero del bicipite a tre mesi, si opera ! 19 Se c’è l’indicazione all’intervento chirurgico, l’esito post-intervento sarà comunque migliore, anche se incompleto, dell’esito che avremmo avuto se il bimbo non fosse stato operato. (Prof. Gilbert) 20 Nel 1984 Gilbert e Tassin proposero una classificazione in 4 gruppi basata sulle manifestazioni cliniche e sulla prognosi Gruppo 1 Danno C5 – C6. Paralisi del deltoide e del bicipite. Circa il 90 % recupera totalmente con evidenza clinica (flessione del gomito) entro 2 mesi Gruppo 2 Danno C5-C6-C7. I muscoli flessori lunghi della mano sono attivi alla nascita. E’ presente paralisi dell’estensione del gomito, del polso e delle dita. Circa il 65 % ha un recupero spontaneo completo. Occhio al deficit del deltoide e del bicipite oltre il 2° - 3° mese Gruppo 3 Paralisi praticamente completa, seppur sia presente alla nascita una lieve flessione delle dita. Meno della metà ha un recupero spontaneo. Gruppo 4 E’ danneggiato l’intero plesso. L’arto è completamente atonico ed è presente la s. di Bernard Horner. Nessun bimbo di questo gruppo, presenta recupero spontaneo. 21 La diagnostica strumentale non è così importante o discriminante. Non condiziona la decisione di ricorrere all’intervento neurochirurgico o meno. La diagnostica strumentale è complementare alla clinica ! Le indagini strumentali: migliorano l’accuratezza eziologica e la tempestività diagnostica migliorano l’accuratezza prognostica aiutano a mirare gli interventi terapeutici aiutano le scelte intraoperatorie del neurochirurgo 22 Gli esami: Per immagine: Rx diretto Tc e mielo-tc RMN e mielo-RMN Ecotomografia Funzionali: velocità di conduzione nervosa studio dei riflessi elettromiografia (aghi) elettromiografia (di superficie) potenziali evocati somatoestesici potenziali evocati motori 23 La tc e la mielo-tc richiedono sedazione profonda. La mielo-tc richiede mezzo di contrasto Meglio la RM o la mielo-RM Per questi esami è richiesta alta specializzazione sia nella esecuzione sia nella interpretazione delle immagini. Lo studio dei rami nervosi nel neonato è difficile. Ecotomografia. Fino a poco tempo fa non veniva usata. E’ operatore – dipendente. Può essere ripetuta a breve distanza. C5 C6 C7 vie nervose ben evidenziabili e studiabili all’eco C8 T1 più difficilmente evidenziabili e studiabili all’eco All’eco: regione paravertebrale regione interscalenica regione sopraclaveare EMG E’ dolorosa, ripetibile, non richiede sedazione. E’ complementare alla clinica. Può dare falsi positivi, falsi negativi e brutte speranze. Elettroneurografia Può dare falsi ottimismi Riflesso H: arco riflesso integro Potenziali evocati somato-sensoriali Può dare indicazioni e notizie utili al neurochirurgo Potenziali evocati motori Poco si sa nel neonato e nel bambino. Valuta la situazione dal midollo al muscolo 24 In conclusione: La clinica è fondamentale Gli esami funzionali sono complementari La diagnostica per immagini è oggi buona, ma non ottima La diagnostica funzionale risente molto di una interpretazione soggettiva 25 Lesione nervosa Ipotrofia muscolare Ipoplasia scheletrica Deformità articolare Variabilità clinica Importante è l’assenza di flessione attiva del gomito a 3 mesi Sempre la chirurgia se: segno di Claude Bernar Horner paralisi ipotoniche lesioni del n. frenico assente sensibilità alla mano diagnostica funzionale oggettivamente significativa E cosa potrà succedere a tre mesi: se neuroma in continuità ➜ incompleto recupero se avulsione radicolare ➜ mancato recupero 26 Alla nascita quindi: Clinica Rx torace chiedere al radiologo (✽ ) se c’è: frattura claveare distacco epifisario motilità del diaframma Ecografia (✽ ) il radiologo deve sapere cosa noi cerchiamo !!! 27 P.O. di tipo superiore. Recupero clinico entro 3 mesi Continua controlli clinici 28 P.O. di tipo superiore. Recupero clinico dubbio entro 3 mesi Prendere in considerazione la possibilità di terapia neurochirurgica e attendere al massimo fino al 6° mese 29 P.O. di tipo superiore. Assente recupero clinico entro 3 mesi Terapia neurochirurgica 30 La chirurgia secondaria (o chirurgia degli esiti) paralisi squilibrio muscolare retrazione deformità Possibili strade: riabilitazione trattamento chirurgico precoce chirurgia palliativa la cura degli esiti Se rotazione esterna < 20° All’età di 1 ½ anno si opera: si stacca il muscolo sottoscapolare Trapianti muscolari Post – intervento: chirurgo fisioterapista genitori 31 Mano e avambraccio Disturbi distali e difficili da trattare e recuperare con chirurgia secondaria. Il risultato è molto vario. Quando nella mano c’è un piccolo movimento, si può migliorare. Quando non c’è nessun movimento, NON si può migliorare ! 32 La P.O. NON provoca scoliosi. Può provocare deformità scheletriche alla colonna, ma non scoliosi. 33 P.O. operata entro il 3° mese Nel 30 % dei casi avrà la necessità di un ulteriore intervento chirurgico (chirurgia secondaria o chirurgia degli esiti). Questo dipenderà da cosa ha dovuto fare il chirurgo sulla base di quanto aveva a disposizione al momento dell’intervento (nervi sani, neurinomi, anastomosi presenti e anastomosi possibili, avulsioni radicolari, rotture del nervo fuori dal midollo, etc. etc.)… … e naturalmente dalla sua abilità di chirurgo ! 34 Noi non abbiamo cugini ! 35