ROMEO E GIULIETTA. Ama e cambia il mondo una nota di

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ROMEO E GIULIETTA. Ama e cambia il mondo una nota di
ROMEO E GIULIETTA. Ama e cambia il mondo
una nota di Vincenzo Incenzo
E' irresistibile il profumo di Shakespeare. In chiunque scriva credo nasca il desiderio di fare almeno una volta
nella vita due passi con lui. Così come irresistibile è la tentazione di proporre a Romeo e Giulietta un vestito
sempre nuovo, musicale, teatrale, cinematografico che sia; da Cajkovskij a Bellini, da Prokofiev a Gounod, da
Zeffirelli a Luhrmann, da West Side Story ai fumetti manga di Takahashi ai videogiochi Spyro, i modelli sono
infiniti.
La trama è nota: due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti, si osteggiano da generazioni; dai fatali
lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella, il cui tragico suicidio porrà fine al
conflitto.
Un amore contrastato tra due giovani è un topos narrativo molto abusato nella letteratura occidentale; come è
riuscito Shakespeare a rendere Giulietta e Romeo la storia d'amore più popolare di ogni tempo? Come ha fatto
a innalzarla al rango di mito?
Shakespeare è Shakespeare, la poesia è il miracolo dell'essere.
La declinazione dell'amore da lui tracciata è sorprendente: essa assume connotati trasgressivi, fonda nuovi
ordini di valori, innesca nuove identità di genere; uomo e donna si scambiano il loro posto nel mondo
scoprendosi finalmente completi.
Niente a che vedere con una logora tradizione medioevale; siamo anche ben oltre la novella di Bandello o il
TragicallyHistorye of Romeus and Juliet di Brooke.
I due innamorati, affrontando le conseguenze ineluttabili del loro libero arbitrio, lanciano un monito
irresistibile alla vanità degli uomini; intrisi dei limiti della loro umanità rifiutano i pregiudizi della cultura
dominante e con straordinaria modernità s'incamminano verso il loro destino.
Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo è un'interpretazione del dramma di Shakespeare che riformula e
invera il suo messaggio di fondo: l'identità viene prima delle convenzioni. Lo spettacolo attraverso le sue
musiche, le sue liriche, le sue scene e i suoi attori è un inno alla bellezza e alla differenza.
Ama e cambia il mondo, recitano le parole in finale di primo atto; è una rivendicazione del diritto all'amore,
qualunque latitudine sessuale, culturale o geografica abbia, al di là dei confini tra le etnie e i popoli. L’amore è il
sentimento assoluto con il quale i due innamorati trovano il loro posto nel mondo. Ognuno dei due scopre se
stesso nell'altro e comprende che per esistere deve fuggire dai limiti di una condizione che gli è stata imposta e
rischiare l'annientamento. Essere a costo di non essere è la legge di ogni vita autentica.
La ribellione dei due veronesi diventa così metafora totale dei nostri contrastati tempi.
Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo rivolge il suo appello a un mondo che spesso non ascolta.
E' questo un altro tema fondamentale su cui la nostra opera fa leva: la denuncia dell'incomunicabilità; i genitori
non ascoltano i figli (vedrai...vedrai...ti unirai con lui, cantano i genitori di Giulietta quando le vogliono imporre
Paride per sposo), gli amici non ascoltano gli amici (State fermi, vi imploro in ginocchio pietà... canta invano
Romeo a Mercuzio e Tebaldo che si minacciano di morte), i mariti non ascoltano le mogli (Papà non ha più
passione... canta rassegnata la madre a Giulietta) i fedeli non ascoltano i preti (Tu perduto figlio... tu non capisci
più... canta frate Lorenzo al ribelle Romeo).
Solo la tragedia finale e il silenzio che ne consegue sembrano poter creare le condizioni di un autentico ascolto
interiore, quando la cadenza di una marcia funebre fa sussurrare a Capuleti e Montecchi le parole ecco noi chi
siamo...tribunale estremo... l'ultimo corteo... per Giulietta e Romeo.
In un mondo in cui tutti siamo sempre connessi ma anche sempre più soli Shakespeare ci indica come
individuare una crepa nel meccanismo perfetto di un cinico over sharing:ci suggerisce con straordinaria
modernità come bucare la rete.
In Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo va in scena l'amore. Quello puro, ideale, mistico (il vocabolario
dei due amanti è ricco di termini religiosi) e quello carnale che col primo si fonde nell'epifania della religione
dell'eros (...quando scendi in lei... in chiesa tu sei... canta Romeo); in questo ultimo senso è emblematica la
figura dionisiaca di Mercuzio che vede la donna esclusivamente come materia.
L'amore muove dall'esperienza umana e abbraccia l'intero cosmo, con un cammino ascendente proprio della
visione neoplatonica rinascimentale cara a Shakespeare.
Al polo opposto c'è la morte, a celebrare un binomio indissolubile ed eterno. La morte trascina i corpi
sottoterra mentre le anime cercano il cielo, fa luccicare le spade e maneggiare i veleni mentre i due amanti si
straziano, Tebaldo e Mercuzio si accecano, frate Lorenzo piomba nel buio profondo, la nutrice non trova
risposte, Paride si immola e le famiglie si consumano nel rimorso.
La morte diventa tribunale estremo per chi resta e possibilità dell'impossibilità per chi ama.
Il buio e la luce sono il teatro dell'azione in Shakespeare.
In Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo musica e parole vogliono ricreare questo scenario rispettandolo e
tradendolo, come accade in ogni autentica interpretazione di un classico.
La luce, che illumina le faide e cela le passioni, ci è restituita qui dalla musica, che carica di forza i colori del
male e tratteggia delicatamente con tinte pastello le forme del bene; come in Shakespeare l'amore abita la
notte, il giardino oscuro, la cripta di frate Lorenzo e la tomba della tragedia, allo stesso modo in Romeo e
Giulietta, amore e vita vive nella rotondità delicata dei giri armonici, nei recitativi, nei pianissimo.
La parola, attraverso le sue risorse, segue un analogo sentiero; oltre che attraverso i suoi significati ed alcune
citazioni vuole "imitare" la scena anche a livello fonetico, operando una sorta di simbolismo dei suoni; si fa
aspra e dura nelle canzoni dell'odio (che nelle viscere si torce...) con urti continui di consonanti, quanto
scivolosa e delicata, aperta alle vocali, nei passaggi dell' amore (che veste seta leggera...).
La dinamica musicale e metrica, attraverso accelerazioni e rallentamenti, opera un'ulteriore scissione tra
stomaco e cuore, istinto e sentimento, ballo e funerale, sfida e presagio.
Il ritmo è al servizio della follia e dell'abbandono della morale; ecco allora l'inno alla trasgressione di Benvolio e
Mercuzio (I re del mondo), il sogno osceno di Mercuzio (La regina Mab), lo scontro tra la nutrice e la città (I
belli, i brutti), le intenzioni omicide di Tebaldo (Oggi o mai), l'outing di Mercuzio (La follia), lo scontro tra
Tebaldo e Mercuzio (Il duello), il delirio del Principe (Il Potere).
Alle ballate spetta invece di evidenziare i percorsi psicologici più profondi: passione, attesa e strazio dei due
innamorati (Quando, Io tremo, La felicità dell'amore, Il balcone, Il canto dell'allodola, Mio Dio, Il veleno, Senza
di lei, Morte di Romeo, Morte di Giulietta), la disperazione di Tebaldo prigioniero di se stesso (Non ho colpa), la
repressione della nutrice mai madre (S'innamora già), le paure di un Principe padre che vede la figlia crescere
(Avere te) la sofferta confessione di Benvolio all'amico Romeo (Con che pietà) l'abbandono della fede di frate
Lorenzo (Non so più).
La struttura drammatica originaria è mantenuta ponendo però al centro le emozioni dei personaggi. Sul palco
assistiamo al cammino delle loro anime, tra paure, slanci, cadute.
La lettura che ho scelto è dunque più antropologica che storica. In ciò ho tenuto fede all'originaria stesura
francese di Gérard Presgurvic.
Per quanto riguarda l'ambientazione Verona è puro pretesto, luogo dell'anima, così come in Shakespeare, che
nel dramma fa sorgere il dubbio che si tratti addirittura di Londra.
L'anno di svolgimento degli eventi potrebbe essere ieri, oggi, domani, un qualsiasi giorno del nostro tempo
mortale.
Il messaggio che Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo vuole comunicare è di apertura al nuovo, di
rispetto per l'identità, di attenzione all'altro. Prendere coscienza dell'irripetibile natura di ognuno significa far
proprio l'universo inesauribile della vita.
Il mondo, Verona bella Verona dannata, non è un paese per giovani, sembra dirci Shakespeare, e non lo sarà
fino a quando la crudeltà di un potere adulto e cinico schiaccerà sotto il suo piede ogni nuovo segno di
cambiamento.
Giulietta e Romeo non smettono di cantarci Ama, e cambia il mondo.
Vincenzo Incenzo