Scheda di lavoro 1 C`era una volta uno Stato, nel quale il razzismo

Transcript

Scheda di lavoro 1 C`era una volta uno Stato, nel quale il razzismo
DVD RISPETTO, NON RAZZISMO
Materiale didattico ........................................................................................................................................................................................................................................................
Scheda di lavoro 1
C’era una volta uno Stato, nel quale il razzismo era previsto nella legge:
L’apartheid in Sudafrica – un delitto contro l’umanità
Già nel 16° secolo i portoghesi e gli olandesi colonizzarono la costa sudafricana. Nel 17° e 18° secolo gli olandesi
cominciarono ad inoltrarsi in grande stile dalla costa
verso nord. Furono conquistate sempre più terre, e compiuto in parte un vero e proprio genocidio della popolazione locale (i popoli Khoisan). Nacque così nell’Africa
del sud un vero e proprio Stato coloniale governato dai
discendenti dei coloni olandesi, i cosiddetti boeri.
I boeri ridussero in schiavitù una gran parte della popolazione indigena. Portarono migliaia di schiavi dagli altri
Stati dell’Africa orientale e, col loro aiuto, trasformarono
la provincia sudafricana in un terra fiorente. Questa terra
non era solo fertile, possedeva anche eccezionali risorse
minerarie (oro e diamanti) che poterono essere sfruttate
senza grandi spese, utilizzando i neri come forza lavoro
a basso costo. Col tempo i boeri si sentirono sempre più
„africani“ e si staccarono sempre più dalla loro madrepatria, l’Olanda.
Nel 19° secolo gli inglesi conquistarono la provincia
sudafricana e diventarono la nuova potenza coloniale. I
boeri non lo accettarono e si ribellarono veementemente
contro il dominio inglese. Così all’inizio del 20° secolo in
Sudafrica si giunse alla lotta, incredibilmente dura e ricca
di vittime, per l’indipendenza dei boeri contro gli inglesi.
La rivolta dei boeri fu sedata, ma la corona britannica
dovette fare molte concessioni ai boeri. Tra queste, le
dure leggi razziali dei boeri rimasero in vigore. Nonostante i boeri fossero formalmente sotto il dominio britannico, in Sudafrica facevano quello che volevano. Nel
1913 il governo approvò una nuova legge che portò alla
deportazione di massa della gente di colore.
Nel 1948 la discriminazione razziale („apartheid“) fu
introdotta nella legge dal partito nazionale boero. Milioni
di persone di colore – ma anche meticci – furono scacciate dai loro quartieri e furono trasferite nelle Homelands (riserve). In seguito, i neri dovettero abitare delle
località inospitali oppure, nelle città, furono rinchiusi in
baraccopoli, le cosiddette Townships. Fino agli anni 80 il
Sudafrica era, economicamente, un paese delle meraviglie con dei tassi di crescita costantemente alti. Di questo
hanno approfittato però quasi solo i bianchi.
La politica dell’apartheid dei bianchi non fu però accettata senza resistenze. Subito la popolazione nera, come
anche molti sudafricani bianchi si difesero contro la
politica razzista. L’ANC (Congresso Nazionale Africano),
Film
9
Il colore della verità .
fondato nel 1912, cercò, fino al 1960, di agire con metodi
non violenti contro la discriminazione razziale. Lo Stato
sudafricano reagì però con una brutale repressione.
Il massacro di Sharpeville segnò una svolta nel movimento di resistenza sudafricano. Il 21 marzo 1960 la polizia
bianca sparò, durante una dimostrazione pacifica, sulla
folla in fuga, uccidendo 69 dimostranti. L’ANC fu dichiarato illegale e il suo capo più eminente, l’avvocato di
colore Nelson Mandela, fu messo in prigione.
Da quel momento anche il movimento di resistenza nero
fece ricorso alla violenza. L’ANC entrò nella clandestinità
e condusse una lotta armata per la liberazione, in parte
dall’estero. Il governo bianco reagì con un ampliamento
mirato dell’apparato di sicurezza. Militari, polizia segreta
e squadroni della morte assassinarono migliaia di persone. Le prigioni si riempirono. Violazioni dei diritti
umani di ogni tipo furono protette dalle autorità e dal
governo.
Anche dal punto di vista della politica estera il Sudafrica
fu messo sotto pressione. L’ONU decretò un boicottaggio
contro il Sudafrica. L’ Apartheid fu – come a suo tempo il
nazionalsocialismo in Germania – definito un crimine
contro l’umanità, perchè si fondava su presunte differenze tra uomini diversi fisicamente e di diversa cultura. Il
Sudafrica venne messo al bando internazionalmente e fu
sottoposto a sanzioni politiche, economiche e culturali.
La violenza prese forme mostruose: morirono a migliaia
in segrete di tortura o lottando contro l’esercito e la
polizia. Nonostante tutte le repressioni, la resistenza
all’interno continuò a crescere. Il politico bianco sudafricano Frederik De Klerk si convinse infine che l’apartheid
non poteva più essere salvata con la violenza. Fu costretto dagli eventi ad assumere la responsabilità del governo; nel 1990 legalizzò l’ANC e rilasciò Nelson Mandela
dopo 30 anni di prigione.
Dopo complicate trattative venne creata, nel 1994, una
costituzione democratica e si arrivò alle prime elezioni
libere nella storia di questa nazione. L’ANC vinse queste
elezioni e Nelson Mandela diventò il primo presidente
del nuovo Sudafrica.
L’eredità che l’ANC, sotto la guida di Nelson Mandela, si
trovò sulle spalle era schiacciante: il Sudafrica era nel
mezzo di una profonda crisi economica. 4,5 milioni di
DVD RISPETTO, NON RAZZISMO
Materiale didattico ........................................................................................................................................................................................................................................................
bianchi, che possedevano le terre migliori, si trovarono
confrontati a 20 milioni di neri che volevano che i loro
diritti fossero riconosciuti al più presto. Queste persone
non erano affamate solo di cibo e terre, ma pretendevano
anche che fosse fatta giustizia. Il 13% delle terre era a
disposizione di 20 milioni di neri, mentre l’87% delle
terre era in possesso dei bianchi. Innumerevoli famiglie
– soprattutto di colore – piangevano le loro vittime:
persone che erano state uccise dall’apparato statale. La
nazione rischiava di sprofondare nel caos.
Nelson Mandela sapeva però che la nazione aveva bisogno di stabilità e che perciò non si doveva arrivare ad
una sanguinosa guerra civile. Era convinto che il Sudafrica non potesse permettersi esodi in massa dei bianchi ed
interminabili processi.
Film
9
Il colore della verità .
Mandela e il suo governo presero una decisione insolita:
nel 1995 fu fondata una cosiddetta Commissione per la
verità e la riconciliazione. Il governo sudafricano promise l’amnistia, e cioè l’impunità, ad ogni nero e ad ogni
bianco che, nel periodo dell’apartheid, si macchiò di
delitti contro l’umanità. Questo però solo se erano pronti
ad assumersi le responsabilità, a deporre e a pentirsi di
fronte alla commissione e ai parenti. Il lavoro della
Commissione per la verità portò all’elaborazione di un
impressionante numero di delitti compiuti dal regime
dell’apartheid. Si occupò di molti autori e di molte vittime e contribuì molto alla riconciliazione tra gruppi ostili.
La commissione è tuttora (2004) al lavoro.