Il razzismo in Sudafrica Il termine apartheid venne adoperato nella

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Il razzismo in Sudafrica Il termine apartheid venne adoperato nella
Il razzismo in Sudafrica
Il termine apartheid venne adoperato nella Repubblica Sudafricana per indicare
la separazione all'interno del paese tra bianchi da una parte e neri, meticci e
indiani dall'altra. A causa di questa politica, voluta dai governi sudafricani,
tutta la popolazione non bianca veniva costretta a vivere in uno stato di
inferiorità e soggetta a umilianti proibizioni
Le origini della segregazione razziale in Sudafrica
L'Unione Sudafricana (futura Repubblica Sudafricana), dominio britannico
dotato di un autogoverno, fu attraversata fin dalla sua nascita nel 1910 da
notevoli tensioni sociali dovute alla presenza di una minoranza bianca (il 21%
della popolazione), che gestiva il potere politico ed economico, e di una
maggioranza nera (oltre il 60%) pressoché priva di diritti. A neri, meticci e
asiatici venne subito impedito l'accesso agli impieghi qualificati e fu posta sotto
severo controllo la loro presenza nelle aree urbane. I neri furono altresì privati
del diritto di voto e confinati a vivere in zone delimitate e controllate dalle forze
dell'ordine.
Nel 1924 nell'Unione Sudafricana vinse le elezioni il National party e durante il
suo governo, nel 1931, l'Unione ottenne la completa indipendenza dalla Gran
Bretagna. Il National party poté affermare così, ufficialmente, la teoria della
cosiddetta eerbaare apartheid, ovvero della "dignitosa segregazione",
mettendo in atto una rigida separazione delle diverse razze. I dirigenti
sudafricani, nonostante l'intervento nella Seconda guerra mondiale a fianco
della Gran Bretagna, ebbero peraltro delle strette relazioni con la Germania di
Hitler.
Il dominio dell'apartheid
Tra il 1943 e il 1950 l'apartheid fu inasprito, mediante leggi contro i matrimoni
misti e impedendo l'accesso a neri, meticci e indiani ai luoghi riservati ai
bianchi: dai treni agli uffici postali, dagli ospedali alle spiagge. Negli anni
Cinquanta emerse una forte opposizione a opera dell'African national congress
(ANC), un'organizzazione politica fondata nel 1912, che si batté adoperando i
metodi della disobbedienza civile e della resistenza passiva, sulla base
dell'esempio di Gandhi in India. Il risultato fu però, regolarmente, l'intervento
delle forze armate e la repressione nel sangue delle manifestazioni di protesta.
La condanna dell'apartheid da parte del Commonwealth britannico sortì invece
come effetto nel 1961 la proclamazione della Repubblica Sudafricana e la sua
uscita definitiva dallo stesso Commonwealth.
La linea politica del National party non mutò neppure in seguito alle sanzioni
economiche decise dall'ONU nel 1962. Nello stesso anno, inoltre, venne
imprigionato il leader del movimento nero Nelson Mandela. Diverse
manifestazioni studentesche contro la politica segregazionista furono represse
duramente e lo stesso accadde nel 1976 quando scoppiò una violenta rivolta
nel ghetto di Soweto.
Anche la Rhodesia ‒ che nel 1980 prese il nome di Zimbabwe ‒, ottenuta
l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1965, instaurò un regime razzista, che
però fu smantellato nel 1980, in seguito alla vittoria dell'Unione nazionale
africana dello Zimbabwe. La segregazione resistette invece in Sudafrica, con la
nomina a primo ministro nel 1984 di Pieter Willem Botha, il quale rifiutò ogni
dialogo con l'ANC; nel 1985 proclamò lo stato d'emergenza e non esitò a
ricorrere ancora una volta alla violenza per sedare nel 1986 una nuova rivolta a
Soweto.
Lo smantellamento dell'apartheid
L'adesione degli Stati Uniti all'embargo commerciale e l'unanime condanna da
parte dell'opinione pubblica internazionale determinarono un isolamento
sempre più marcato del Sudafrica. Il nuovo primo ministro Frederik de Klerk a
partire dal 1989 si impegnò in una politica di caute riforme. Aprì i negoziati con
l'ANC e fece legalizzare le opposizioni. Nel settembre 1990 Mandela venne
liberato: la fine dell'apartheid fu sancita nel 1991 dall'abolizione delle principali
leggi segregazioniste. Di conseguenza furono revocate le sanzioni economiche
contro il Sudafrica da parte della comunità internazionale. Le elezioni del 1994
videro una schiacciante vittoria del partito di Mandela, il quale divenne
presidente e capo del governo e guidò la Repubblica Sudafricana in una difficile
fase di normalizzazione