Lezione 12 - Dipartimento di Economia e Diritto
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Lezione 12 - Dipartimento di Economia e Diritto
Sussidio all’importazione, contigentamento e altre forme di protezionismo Stefano Papa Università di Roma Sapienza [email protected] Facoltà di Economia Sussidio all’importazione 2. Altri strumenti non tariffari: Sussidio all’importazione. • Lo Stato sussidia il settore delle importazioni sovvenzionando strategicamente i settori altamente tecnologici (o il settore agricolo, ad esempio la CEE negli anni ’60, ma anche attraverso tariffe variabili alle importazioni) o il settore di un’industria nascente. • Si sussidia il settore anche al fine di ridurre un possibile deficit delle partite correnti o della bilancia dei pagamenti. • La produzione viene venduta al prezzo interno, ma i produttori ricevono il prezzo interno + il sussidio. • Il sussidio al settore dell’importazione è un aiuto di Stato al settore oggetto di importazione, riduce i costi marginali delle imprese nazionali (sposta l’offerta verso destra di una percentuale pari al sussidio) a parità di produzione, oppure a parità di costi aumenta la produzione nazionali su beni oggetto di importazione. Sussidio al settore di importazione P Offerta Offerta con S P0 F S P* Domanda O H L M K Q Sussidio al settore dell’importazione • Si riducono le importazioni. • I consumatori continuano a pagare il prezzo internazionale (interno), mentre i produttori ricevono dallo Stato un sussidio per ogni quantità prodotta all’interno. • Non vi è perdita o costi sociali dal lato del consumatore perché non aumenta il prezzo interno. • Costo sociale netto dal lato della produzione. • Vi è una perdita di benessere, ma inferiore al dazio sull’importazione in quanto c’è solo il costo sociale netto dal lato della produzione (che è maggiore rispetto al costo marginale di produzione del settore) che viene sussidiata dallo Stato. • Il sussidio al settore dell’importazione è preferito al dazio all’importazione. Altre forme di protezionismo 3. Strumenti quantitativi: il contingentamento (quota). • La quantità massima di un prodotto che può essere importata in un determinato periodo di tempo. La quota è una limitazione delle quantità importate imposte dallo Stato. • Esistono anche nuove forme di protezionismo riguardo le limitazioni quantitative come le restrizioni volontarie sulle esportazioni (VER, minimizzando le esportazioni) oppure gli incrementi volontari delle importazioni (VIE che agiscono direttamente sulle quantità). • Il contingentamento è una misura restrittiva introdotta dallo Stato con l’imposizione quantitativa alle importazioni di un bene attraverso la concessione di licenze all’importazione fino ad un livello prestabilito. • Supponiamo che al prezzo interno, la produzione nazionale è di 2 milioni di unità, la quantità domandata è di 12 milioni di unità. Assumimo l’imposizione di un limite o “quota” alle importazioni a 5 milioni di unità. Effetti sul benessere di un contingentamento P Offerta P0 P’ P* Domanda O H L M K Q Effetti del CONTINGENTAMENTO • Aumenta il prezzo interno a causa della quota, fino a che il maggior prezzo incentivi i produttori interni ad un aumentare la produzione di 5 milioni di unità che insieme alle quote (5 milioni) di importazioni colmano l’eccesso di domanda. • Perchè il prezzo interno è aumentato e fino a quanto aumenta? • Si riduce il consumo per l’aumento dei prezzi dovuto al contingentamento e si produce internamente ad un prezzo più alto un bene che veniva precedentemente prodotto ad un prezzo minore. • Quali sono gli effetti sul benessere netto? • Rispetto al dazio non vi è nessun gettito fiscale per lo Stato, in quanto il beneficio va ai detentori delle licenze di importazione, perché ottengono un prezzo maggiore rispetto quello ottenuto a livello internazionale, quindi costi sociali netti sono maggiori. Dazio e Contingentamento • Lo Stato tuttavia può vendere le licenze all’asta e se questa è condotta in maniera efficiente e in condizioni di concorrenza perfetta, il ricavato può dare allo Stato delle entrate fiscali equivalenti al dazio. • Vendendo le licenze, ad unità prestabilite in maniera efficiente, potrebbe ricavare il valore del gettito fiscale equivalente al dazio, ossia, pari alla “quota” per il maggior prezzo praticato sul mercato interno. • Mentre con il dazio non posso sapere perfettamente quale sarà la riduzione quantità delle importazione in quanto non è facile conoscere la posizione delle curve di domanda e offerta interna e quindi non si può determinare con precisione il gettito fiscale. • Con il contingentamento lo Stato imponendo un limite alle importazioni conosce quanto sono le importazioni finali (quota). Dazio e Contingentamento • In presenza del dazio non posso aumentare il prezzo interno al di sopra del prezzo internazionale più il dazio, altrimenti i consumatori interni comprerebbero al prezzo internazionale dai venditori esteri. • Nel contingente, invece, dato che c’è un limite alle importazioni non c’è pericolo di crollo delle vendite, quindi i prezzi possono aumentare molto (dipende da come sono costruite le curve di domanda e offerta). • Se la quota è molto restrittiva, il prezzo del bene potrebbe elevarsi ben al di sopra del prezzo internazionale con il risultato vantaggioso per le entrate dello stato che saranno maggiori se si vendono le licenze in maniera efficiente, in condizioni di concorrenza perfetta. • Mentre, per le imprese nazionali si potrebbe passare da un monopolio potenziale ad un monopolio effettivo e controllare le vendite (che dipende dal grado di monopolio). Il protezionismo • Nel dopoguerra, il GATT e poi WTO misero al bando i dazi e i contingenti, introducendo la clausola della nazione più favorita che assicura ai firmatari di un trattato commerciale l’estensione automatica delle eventuali facilitazioni (anche successive) agli altri paesi. • Eccezioni: EFTA e CEE. • I dazi e contingenti sono strumenti trasparenti e necessitano di misure legislative, sono stati anche usati per risolvere temporanei problemi della Bilancia dei Pagamenti, non solo per proteggere il settore nascente. Il neoprotezionismo • Il neo protezionismo si sviluppa con gli strumenti non tariffari (sussidi) che si vengono a ridurre nel tempo nel settore dei servizi e manifatturiero, mentre rimangono tuttora elevati nel settore agricolo. • Sussidi, VER o VIE necessitano di essere amministrati con regole e vincoli, quindi, è più facile ottenerle per i gruppi di pressione (lobbies) e sono stati usati per sussidiare la produzione dell’industria, per proteggere il settore nascente, sia per risolvere temporanei problemi della Bilancia dei Pagamenti (sussidi all’esportazione). VER 3. Strumenti quantitativi: la VER (volontaria riduzione delle esportazioni) è un accordo volontario tra il paese esportatore che riduce volontariamente le esportazioni verso il paese importatore al fine di evitare imposizione di dazi o altre misure restrittive (contingentamento) da parte del paese importatore nei confronti dei suoi prodotti. • Gli effetti di un aumento di prezzo e della produzione interna sono gli stessi del contingentamento. • Essendo una VER amministrata direttamente dal paese estero, l’introito della vendita delle licenze di importazioni spetta al paese esportatore (es. Accordo multifibre). • Aumentano i costi sociali netti per il paese importatore. • Questo è il motivo per cui la VER è strettamente preferita al contingentamento o al dazio da parte dei paesi esportatori ed è divenuta pratica diffusa. Dalle VER alle VIE 3. Strumenti quantitativi: le VIE il volontario incremento delle importazioni, è un accordo volontario di aumentare la quota minima di importazioni. • Mentre con la VER vi è una riduzione delle esportazioni dal paese esportatore all’importatore che riduce il commercio internazionale. • Con le VIE, due paesi volontariamente si accordano affinché aumentino il livello di importazioni del paese importatore dal paese esportatore. • La VIE stabilisce una quota minima di importazioni, accrescendo il commercio internazionale. • Le VIE sono preferite alle VER, perchè invece di limitare, accresce il commercio internazionale. Altre forme di protezionismo 4. Barriere tecniche, non tariffarie: Vengono introdotte norme e regolamenti legislativi, standard produttivi, igienico sanitari, sicurezza, ecologici/ambientali, fiscali, amministrativi, attraverso cui lo Stato può impedire l’esportazione da parte di paesi terzi di prodotti (ad es. OGM) nel paese (Conseguenze: Cause al WTO). • La differente normativa è un ostacolo al commercio internazionale, in quanto esse sono un costo aggiuntivo che i produttori esteri devono sostenere per adeguare i prodotti alle normative vigenti. 5. Requisito di contenuto minimo della produzione: limitazione introdotta dai Paesi in Via di Sviluppo (PVS) affinché un prodotto dei Paesi Sviluppati (PS) non possa essere venduto nei PVS senza che non vi sia un contenuto minimo di produzione da parte dei PVS. 6. Discriminazione nelle gare di appalto di beni e servizi a favore delle imprese nazionali. Altre forme di protezionismo 7. Misure ritorsive: countervailing duties e misure anti-sussidio. Le ritorsioni operano attraverso: – – – – • • Dazio compensativo sui beni esportati estere (sovvenzionati o tariffati); Sussidi nel settore delle esportazioni. Sussidi alla produzione. Ritorsioni con dazio compensativo (guerre commerciali). Procedura dirette per ottenere provvedimenti: denuncia presso l’autorità antidumping presso International trade commission in USA o Commissione europea in UE. Giudizio preliminare, se positivo, accertamenti dell’autorità ai controlli, se questi sono positivi, vi è l’imposizione di dazio compensativo. Fu introdotto come ritorsione ad un sussidio da parte del paese estero (CEE negli anni ’80/90) che fece discriminazione di prezzo (dumping ufficiale) per vendere ad un prezzo inferiore all’estero rispetto al prezzo interno. Altre forme di protezionismo 8. Aiuti vincolati e finanziamenti agevolati ai PVS con l’obbligo di utilizzarli per acquistare prodotti nazionali (PS), creando distorsioni al commercio, soprattutto se sono beni non convenienti (prodotti in maniera efficiente) rispetto ai beni (efficienti) di altri paesi. 9. Embargo: quando un governo vieta l’esportazione di prodotti a determinati paesi (politiche commerciali).