Borderscapes II : Another brick in the wall
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Borderscapes II : Another brick in the wall
Revue scientifique sur la conception et l'aménagement de l'espace Elena Di Liberto Compte rendu de la conférence internationale «Borderscapes II : Another brick in the wall » Trapani, Italie, 13-16 septembre 2009 Report of International Conference "Borderscapes II:Another brick in the wall" Trapani, Italy, 13-16 September 2009 Publié le 02/01/2010 sur Projet de Paysage - www.projetsdepaysage.fr Dal 13 al 16 settembre 2009 si è tenuta a Trapani, nella estrema punta occidentale della Sicilia (Italia), la seconda edizione del convegno internazionale « Borderscapes: Another brick in the wall ». Organizzato dall'Università di Milano Bicocca e dall'Università di Palermo, il Convegno è stato patrocinato dal Dipartimento di Beni culturali dell'Università di Palermo, dal Consorzio Universitario della Provincia di Trapani e dall'UGI. Le organizzatrici, Elena Dell'Agnese (Univ. di Milano Bicocca) e Giulia de Spuches (Univ. di Palermo), hanno proposto e accolto una grande varietà di approcci al tema dei confini, istituendo eterogenee sessioni di studio e accogliendo molteplici spunti di ricerca. In continuità con la prima edizione del Convegno, svoltosi a Trento dall'11 al 14 giugno 2006, e organizzato dall'Università di Milano insieme a quella di Trento, è stato discusso il tema dei confini e delle loro rappresentazioni secondo prospettive molteplici. Questa seconda edizione del Convegno ha riservato particolare attenzione alla riflessione sul mare come confine, così come la prima edizione dedicava particolare attenzione alle aree confinarie di montagna. La discussione ha visto tra i suoi protagonisti, accanto a giovani studiosi e ricercatori, territorialisti e geografi, personalità eminenti degli studi geopolitici, membri della commissione UGI di geografia politica, architetti, studiosi di letteratura e di sociologia. Gli interventi hanno spaziato quindi da temi concernenti i confini geopolitici, alla produzione di diversi paesaggi mediante e intorno alle linee confinarie, alle frontiere come linee di demarcazione sociale, culturale, simbolica mediante cui la definizione di sé viene compiuta attraverso il rapporto e/o la differenza dall'altro. La sessione di apertura del convegno intitolata « Rethinking borderscapes » ha affrontato temi quali la retorica del discorso sulla globalizzazione e le contraddizioni di un presunto mondo senza più confini (Borderless world) che tuttavia mostra fattori tendenti alla ricostruzione di muri metaforici o fisici (C.P. David, E.Vallet). Il mare stesso quindi più che un luogo di contatto e di legame, si configura come muro liquido , barriera separatrice di popoli, tesi sostenuta sulla base di un'analisi multiscalare che va dagli Stretti che corrono tra paesi ricchi e paesi poveri, al Mediterraneo, alle politiche dell'UE per contenere i flussi migratori, al sistema di sorveglianza sullo stretto di Gibilterra e alle sue nefaste conseguenze (S. Rosiere). La crisi della sovranità e la creazione di stati non - legittimi o quasi stati, non completamente controllati dal potere statale costituito, è stato uno stimolante motivo di ripensamento dei confini. In queste realtà territoriali si congiungono interessi economici, conflitti nazionali e politici e identità multiple che delineano come tipicamente postmoderna la compenetrazione di aree politiche legittime e non legittime; perciò ci si può chiedere se lo stato sia effettivamente la forma politica finale dell'ordine politico moderno (V. Kolossov). Un'ulteriore riflessione sul nuovo ruolo della sovranità statale e dei confini è stata offerta dalla discussione del cambiamento climatico globale e dei discorsi che ne derivano, incentrati sulla sicurezza e sul bene pubblico (M. Grasso). Il diverso modo di intendere il confine da parte degli operatori e amministratori sanitari della regione di confine USA - Messico influenza, unitamente alle differenze identitarie e culturali, le priorità individuate per migliorare la salute delle donne anche negli ambienti di lavoro. Tale studio, condotto dalla studiosa femminista J.Monk insieme ad altre note Page 2 sur 8 ricercatrici ha gettato nuova luce sulle implicazioni del diverso concetto di luogo e sulla diversa posizionalità degli studiosi e dei legislatori e amministratori (J.Monk, C. Denman, P. Manning, E. Cornejo). Il simbolismo dei paesaggi di confine è stato studiato anche mediante gli apparati iconografici, la segnaletica, la cartellonistica e la toponomastica, facendone emergere così contenuti ideologici, ottimistici o allarmistici, tendenti a creare forme di inclusione o esclusione (J. Minghi). Le sessioni di studio « The mediterranean region and the european southern border » ed « Europe between old borders and new frontiers » hanno affrontato temi geopolitici legati a specifiche realtà territoriali mediterranee ed europee. La collaborazione nelle aree mediterranee è stata esaminata nelle relazioni riguardanti da un lato la delocalizzazione di piccole e medie imprese del nord Italia in Tunisia che disegna nuovi flussi e legami trasnazionali (A.Alaimo), dall'altro le opposte dinamiche sociali ed economiche cooperative e disgregative operanti nella regione confinaria di Ceuta, tra Marocco e Spagna dopo l'ingresso della Spagna dell'UE (X.F. Gallardo). I confini come sistema di filtro al movimento dei migranti entro un quadro di cooperazione politica tra varie autorità statali e sovrastatali, trovano il loro fulcro nello stretto di Sicilia, nel quale e intorno al quale sono rinvenibili tracce di strutture territoriali con funzione selettiva, esercitata non solo lungo linee di demarcazione politica, ma anche sociale (P.Cuttitta). L'analisi dei discorsi e dei testi politici associati alla cooperazione transconfinaria ha chiarito il duplice scopo operante in essi di adeguamento ad una nuova geografia dei confini europei e la acquisizione di un maggior ruolo istituzionale da parte degli attori locali e infine la definizione di nuove identità territoriali (R. Coletti, F. Celata). Le discrepanze e gli effetti contrastanti delle politiche europee sulle aree rurali della Polonia e la distanza tra gli obiettivi formali e le pratiche informali sono state studiate anche alla luce delle forti differenze sociali (F. Harvey). Un esempio invece di proficuo scambio e molteplici flussi economici, sociali e culturali tra aree regionali vicine è quello che si svolge tra Andorra e Alt Urgell a Catalan, al confine tra Spagna e Francia, aree che, pur con caratteristiche diverse, presentano il modello di twin cities in zone rurali montane e pongono la questione della sostenibilità di una crescente urbanizzazione in una regione di grande rilievo naturalistico (M. Pellares, A.F.Tulla, J.Micò). I cambiamenti geopolitici seguiti all'ingresso nell'UE da parte di Slovacchia, Ungheria e Romania e le loro ricadute sul piano della vita quotidiana dei cittadini sono stati illustrati relativamente al territorio della Carpazia e della Pannonia mostrando gli aspetti cooperativi e competitivi delle nuove relazioni di vicinato (F.Bela, D.Wastl-Walter, M. Varadi). Sui cambiamenti avvenuti in Ungheria dopo la caduta della Cortina di ferro si è soffermata la relazione della studiosa femminista Janet Momsen illustrando, con particolare attenzione alle aree rurali e alle zone di confine, l'ineguaglianza e la rinascita di modelli patriarcali nei confronti delle donne dopo la caduta del comunismo e la difficoltà dell'impiego delle donne nel mercato del lavoro, in una condizione di pari diritto rispetto agli uomini. Le conflittuali relazioni tra Slovenia e Crozia relativamente alla definizione dei confini di Page 3 sur 8 terra, e soprattutto di quelli di mare hanno di fatto bloccato l'ingresso della Croazia nell'UE, e si prestano, come ha mostrato un altro interessante intervento, ad una soluzione politica a livello macro e micro locale che faccia ricorso alla mediazione di un arbitro terzo, quale il commissario responsabile dell'UE per l'allargamento dell'Unione (A. Gosar). Sul piano dell'analisi iconografica e del simbolismo dei paesaggi di confine mediante le immagini si è collocato l'intervento di L. Bagnoli che ha passato in rassegna cartoline turistiche, immagini, e fotografie, tratte anche dall'archivio personale, raffiguranti il Ponte San Luigi, considerato il confine tra Italia e Francia e a lungo meta di attrazione turistica. La quarta e la quinta sessione, svoltesi nella giornata del 15 Settembre, intitolate « Divided cities and urban borderscapes » e « Borderscapes of conflict, borderscapes of peace » hanno raccolto, tra gli altri, contributi riguardanti il rapporto estetico tra confini urbani, divisioni, visioni plurime entro gli spazi vissuti nella città di Berlino (C. Brambilla); il simbolismo delle due bandiere turco cipriota e greco cipriota sovrastanti la città divisa di Nicosia, che forgiano l'esperienza quotidiana dei suoi abitanti (C.Stephanou); le modificazioni dello spazio vissuto e dei rapporti sociali dovute alla costruzione del confine entro la stessa capitale cipriota (A. Casaglia); la funzione aggregante del Charleroi Canal che attraversa la regione di Bruxel e costituisce uno spazio di incontro multiculturale (M. Ippolito); la problematica soluzione del conflitto israelo-palestinese alla luce dei classici concetti di nazione (S. Mercenò). Il problema del rapporto tra orgoglio etnico e lotta separatista per la costituzione di territori etnicamente definiti è stato affrontato da noto studioso John O'Loughlin in riferimento alla regione nord caucasica del Dagestan dove convivono ben trentaquattro etnie e dove la rivendicazione di territori connotati etnicamente è limitata a pochi gruppi svantaggiati. Queste sessioni di studio sono state completate dalla visione del film Europlex. Border zone di U. Bieman e A. Sanders che, mediante una varietà di strumenti visuali, indaga la compressione dei rapporti sociali nelle zone di confine (specificamente quella tra Marocco e Spagna) e ne considera la capacità di esplicitazione dei rapporti di convergenza tra regioni. La questione dei confini sociali, culturali e di genere narrati attraverso varie forme di espressive sono stati discussi nella giornata del 16 settembre mediante numerose relazioni. « Borderscapes of art, literature and vision » ha riunito un consistente gruppo di ricercatrici che ha esaminato, a partire da vari mezzi di comunicazione, temi riguardanti i rapporti interculturali nelle zone di confine e alcuni aspetti dell'esperienza migrante che configurano legami trasnazionali: i lavori di artisti israeliani hanno raccontato il cambiamento dei confini israeliani e la costruzione di una identità relazionale (F. Martegani); la stratificazione di significati di segni territoriali quali trincee, fortificazioni, cimiteri di guerra, monumenti, nelle zona del confine meridionale del Trentino, configurano un paesaggio politico nutrito dall'interazione tra aspetti materiali e immateriali e produce il duplice risultato di costituire risorse turistiche per territorio e contemporaneamente una narrazione geopolitica (S. Malatesta, V.Anzoise); l'esame di due opere artistiche, costituite da nuove tecnologie performative, un videogioco interattivo e un telefono cellulare, Page 4 sur 8 incentrate sul confine Messico Usa, capaci di far vivere virtualmente la condizione di attraversamento dei confini, ha mostrato il significato di questa forma di disobbedienza civile contro la repressione antizapatista (F. Timeto); l'esperienza dei migranti, approdati dalle coste africane al sud Italia, raccontata attraverso le testimonianze letterarie di scrittori italiani immigrati, permette di delineare un contro discorso rispetto alla narrativa dominante tendente a riaffermare l'egemonia nazionale italiana e di delineare i profondi legami culturali con l'Africa (A. Di Maio); infine l'uso didattico dei romanzi e della narrativa dei migranti per comprenderne il vissuto, l'esperienza nel paese ospite e la definizione di un identità ibrida, ha permesso di verificare anche la reazione degli studenti a tali problematiche (A. Madrell). « Cinematic borderscapes », dedicata interamente al mezzo filmico, è stata ricca di interessanti contributi: l'interpretazione del film di G. Pontecorvo della Battle of Algiers , intesa come forma di autorappresentazione nazionale da parte degli algerini per celebrare l'indipendenza, mostra che l'autore non ha tralasciato l'indagine sui motivi e le contraddizioni di ciascuna delle due parti (G. de Spuches); la decostruzione dei due film, Alexander di O. Stone e 300 di Z. Snyder e F. Miller, ha evidenziato l'uso ideologico della storia antica in funzione della storia contemporanea evocando la tesi dello scontro di civiltà (M. Picone); l'irrisolta questione della divisione del Kasmir e di altri territori tra India e Pakistan è stata rappresentata da alcuni film prodotti da Bollywood, rappresentando agli occhi degli indiani e di molti altre nazioni, non solo asiatiche, la visione dell'India come la madre derubata, legittimando così l'aggressione contro il Pakistan (A.Rondinone); l'analisi di tre film hollywoodiani (Children of men, 2006, The Siege, 1998 e Enemy of the State , 1998) è stata lo spunto per riflettere sia sulle modalità di dominio a cui siamo sottoposti, ancora più cogenti perché autoimposte, costituendo, come in alcuni brani dei film, spazi di segregazione o autosegregazione, sia su un auspicabile futuro rivolto alla costruzione di una società meno conflittuale e più pacifica. Sulla stessa linea di riflessione delle precedenti si è posta la sessione « Social borderscapes, cultural borderscapes, gendered borderscapes » nella quale i tre interventi presentati hanno delineato diverse forme di relazione e interazione socio culturale. L'esame dell'attività dell'organizzazione no profit Common Ground, impegnata nella ricerca e progettazione di alloggi per homeless ha fornito una serie di casi studio utili al ripensamento del ruolo architettura che, tenendo in considerazione l'importanza della sfera domestica per la costruzione di sé e del gruppo sociale, contribuisce a elaborare abitazioni rispondenti ad una nuova strategia sociale (Z.Tesoriere); la molteplicità di confini spaziali, culturali, sociali sperimentati dalle donne migranti, sempre più relegate nel settore terziario e coinvolte in molteplici e contrastanti relazioni di appartenenza, è stata esaminata alla luce delle riflessioni più generali delle geografe femministe sulla configurazione dello spazio e del luogo (E. Di Liberto); infine la percezione da parte della popolazione locale di un muro costruito a Milano per delimitare la zona dedicata alle attività dello stadio ippico, è stata indagata attraverso lo studio delle mappe mentali per rispondere al quesito se tale spazio sia vissuto come luogo di una vita rurale, in cui prevalgono forze e ritmi di vita naturali rispetto a quello frenetico della città (C. Mutti). Page 5 sur 8 Temi analoghi, quali il contatto culturale tra gruppi etnici, sono stati protagonisti della sessione conclusiva « Borders as contact zone » illustrando il ruolo svolto dal linguaggio nel forgiare le pratiche identitarie della comunità italiana a Vancouver (Canada) e mostrando la costituzione di identità diasporiche, intese in senso antiessenzialistico, capaci di mettere in crisi i tradizionali concetti di appartenenza nazionale (S. Aru); l'interazione tra diversi gruppi culturali ed etnici e l'apporto importante della componente africana delinea, mediante le pratiche teatrali e performative, il confine come zona di incontro cultuale e quindi contribuisce alla ridefinizione della ibridità culturale di una città cosmopolita, quale è Londra (M. La Bruna). La relazione conclusiva di E. Dell'Agnese ha evidenziato, attraverso l'analisi del film You don't mess with the Zohan , riguardante il conflitto arabo israeliano e prendendo in considerazione gli opposti giudizi riguardo a tale testo, il ruolo e la funzionalità al discorso geopolitico dell'umorismo e della satira politica. Un importante momento di socializzazione e di scambio, oltre ai dibattiti e alle numerose domande che hanno seguito e completato ciascuna delle sessioni di studio, è stata l'escursione nel centro storico di Trapani. Al convegno, apprezzato per la molteplicità di discussioni promosse, e per l'apertura ai contributi di giovani studiosi, sono seguiti calorosi scambi epistolari mediante la mailing list e promettenti auspici di future collaborazioni. Page 6 sur 8 Notes Elena Di Liberto Département des biens culturels, historiques et archéologiques, socio-anthropologiques et géographiques, université de Palerme, Italie. Courriel : [email protected] Bibliographie