01 PAG ok copia - Avanti della domenica

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01 PAG ok copia - Avanti della domenica
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DELLA DOMENICA
[email protected]
ANNO XVI - N. 30
DOMENICA 8 sEttEMbrE 2013
SPED. ABB. POST. - DL 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art.1, Comma 1, DCB) ROMA
TAXE PERCUE - TASSA RISCOSSA - ROMA ITALY
EURO 1,50
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AVANTIONLINE
E
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Dopo Vattimo, che spaccia ‘attivisti’
per ‘consulenti’ arriva Erri De Luca
che plaude al sabotaggio
I No Tav giocano
alla rivoluzione?
Noi stiamo
con Caselli
Carlo Correr
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Nencini: “Siamo i garantisti della sinistra. Berlusconi ha firmato?
Meglio così, sarà più facile raggiungere il quorum”
Mauro Del Bue
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REFERENDUM PER UN’ALTRA ITALIA
L’avventura
ha inizio
nizia oggi una nuova avventura.
E siccome non sono giovane rivendico il fatto di affrontarla ancora con grande entusiasmo. Si tratta
di assumere appieno la direzione sia
politica che editoriale dell’Avanti!.
Non è cosa da poco.
L’Avanti! è un giornale che uscì la
prima volta il giorno di Natale del
1896, come strumento di lotta dei
socialisti italiani, nati quattro anni
prima a Genova in un partito che si
chiamava Partito dei lavoratori.
Conobbe alterne vicende. Fu diretto
da Bissolati, ma anche da Mussolini, da Nenni, da Pertini e da Lombardi, da Bettino Craxi. Noi ne rivendichiamo l’eredità sia pure nella
dimensione online. Chissà, forse l’avrebbero scelta anche nel 1896 i nostri nonni, se mai fosse esistita allora. È in fondo la più agile, moderna,
economica. Non ci sentiamo dunque
eredi di serie B. Anzi. E non ci pesa
troppo il fatto che in Italia il partito
socialista sia stato ridotto al lumicino da un sistema politico postidentitario e oggi in profonda crisi di credibilità. Anzi, questo ci sprona a dare il meglio di noi. Faremo dell’Avanti! uno strumento di lotta politica a cominciare dai referendum dei
quali intendiamo diventare organo
di informazione, di sensibilizzazione e di mobilitazione. Daremo ampio spazio all’azione dei nostri sette
parlamentari, alle loro proposte di
legge, ai loro interventi in commissione e in aula.
Introduciamo tre nuove rubriche
fisse, la prima dedicata al territorio,
perché l’Avanti! deve diventare il
giornale sul quale possano scrivere
tutti i socialisti, dando notizie ed
esprimendo opinioni da Aosta a
Trapani. Poi viene da oggi pubblicata la rubrica Giovani, perché intendiamo fare della questione giovanile un nostro caposaldo e infine
quella riferita allo sport, non per
dare risultati e classifiche, ma per
affrontare temi della politica sportiva che appaiono di enorme interesse.
Intendiamo col tempo costruire un
rete Avanti!, che sia radicata in tutte le regioni italiane, non una organizzazione parallela al partito, ma
una nuova flessibile, aperta struttura di corrispondenti, collaboratori,
addetti alla raccolta pubblicitaria,
che possa diventare anche sede di
confronti e dibattiti culturali e politici.
Infine stiamo predisponendo una
nuova versione grafica del giornale,
che tra qualche giorno presenteremo. Non mi resta che cominciare il
lavoro con Carlo, Roberto, Silvia,
Laura. A loro un ringraziamento
preventivo. Penso che saremo un
gruppo affiatato.
L’avventura ha inizio.
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L
a scadenza è alla fine di questo
mese. Questo è il tempo che la legge concede per la raccolta delle 500
mila firme valide per indire i referendum promossi dai radicali, che hanno
trovato tra le forze politiche sostegni
‘storici’, come quello dei socialisti, ma
anche un po’ sorprendenti come quello
recentissimo di Berlusconi. 12 referendum che toccano questioni rilevantissime, su cui si discute da anni o da decenni, che la legge regola in maniera
assai discutibile. È il caso ad esempio
di quello sulla Responsabilità civile
dei magistrati (due quesiti). In questo
caso si tratta addirittura di un ‘bis’ per-
ché già in passato (1987) proprio il PSI
con i Radicali lo aveva proposto (e
vinto con i sì all’80%), ma la legge
successiva del 1988 rispose solo in
parte alla richiesta referendaria.
E sempre in tema di giustizia c’è un altro quesito, anche questo una storica
battaglia socialista, per la Separazione
delle carriere dei magistrati. L’Italia è
praticamente un’eccezione in Europa e
tra le democrazie occidentali a non
contemplare carriere separate, con una
‘vicinanza’ di ruoli tra pm e giudice,
che finisce per incidere sulla credibilità del processo.
Anche quello del Divorzio breve, il
quesito che chiede di eliminare l’inuti-
INTERVISTA Pia Locatelli, parlamentare PSI e Presidente onorario IS Donne
Femminicidio, non soltanto
una questione di genere
Barbara Conti
I
l femminicidio è un fenomeno che uccide una donna ogni 2-3 giorni. Il governo ha approvato i primi di agosto un decreto per contrastare la violenza
sulle donne, che ha suscitato le critiche di alcune associazioni femminili ed è
stato definito da molti un provvedimento di pura facciata. Ne abbiamo parlato
con l’on. Pia Locatelli, presidente onorario dell’IS donne, che analizza il problema tra ideologia, cultura, sensibilizzazione e impegno politico.
Che ne pensi del decreto?
É positivo che il governo abbia voluto dare un segno del proprio impegno per
contrastare la violenza domestica ed il femminicidio e lo ha fatto con l’unico
strumento che ha disposizione un governo: il decreto legge. Ora si tratta di valutarne il merito e, se necessario, come io ritengo, modificarlo per migliorarlo.
Questo lo deve fare il Parlamento, ma non può farlo da solo ed infatti sta avviando una serie di audizioni. Ho già detto che le prime ad essere ascoltate devono essere le associazioni di donne, che da anni si occupano di questo dramma: sono loro le vere esperte; ma va dato atto al premier Letta di aver mantenuto la promessa in tempi da record e di aver coinvolto un buon numero di Ministri. Questo apprezzamento al governo, però, non ci rende cieche rispetto a
diversi punti del decreto che devono essere rivisti, a partire dall’insistenza sulla repressione, che non tiene conto delle norme già esistenti, quali la possibilità di allontanare il coniuge maltrattante dalla casa coniugale. Combattere la
violenza ed il femminicidio è difficile e complesso; per farlo dobbiamo considerare come nostra bussola la Convenzione di Istanbul e corrispondere agli
obiettivi che essa ci dà perché definisce con chiarezza il fenomeno, le politiche
e gli atti legislativi necessari.
a pagina 2
le obbligo di tre anni di separazione
prima di poter chiedere il divorzio, rientra nell’insieme delle modifiche per
ampliare i diritti dei cittadini e garantirgli una giustizia migliore. Anche in
questo caso c’è una continuità storica
perché proprio i socialisti, col sostegno
dei radicali, condussero la battaglia
che portò all’istituzione del divorzio
con la legge che porta il nome del nostro deputato Loris Fortuna.
Dunque nulla di strano se il segretario
nazionale del PSI, Riccardo Nencini,
in una delle manifestazioni a sostegno
della raccolta firme, ha detto che i socialisti “sono i garantisti della sinisegue a pagina 2
Roma, via Santa Caterina da Siena 57
PSI, nuova sede
grazie a ... Garibaldi!
C
hiunque abbia frequentato le
feste dell’Avanti! sa che uno dei
gadget più richiesti è la maglietta
rossa con l’effigie di Giuseppe Garibaldi.
L’amore riconoscente dei socialisti
per ‘l’Eroe dei due mondi’ è facilmente riscontrabile fin dai primi atti congressuali del 1892. Bettino
Craxi, anche da premier, si recò una
volta l’anno a Caprera per rendere
omaggio a chi unificò l’Italia con soli mille uomini.
Oggi il nome Garibaldi torna con
sollievo nelle vicende del Psi. Da ferragosto è operativa la nuova sede
nazionale in via Santa Caterina da
Siena 57, a due passi da piazza della
Minerva e dal Pantheon. La sede al
piano nobile del palazzo è bella, ampia, prestigiosa, antica e con i soffitti a cassettoni. C’è anche il balcone
con il pennone per la bandiera. Il
tutto per un affitto che costa la metà
rispetto alla precedente sede di piazza San Lorenzo in Lucina. Ma cosa
c’entra Garibaldi? Scorrendo il
contratto di locazione, stipulato dal
tesoriere Oreste Pastorelli, il nome
del locatore è scritto a chiare lettere:
Famiglia Garibaldi. La tradizione
continua. Garibaldi libera risorse
che il Psi potrà utilizzare per la propria azione politica.
Il dramma delle buone intenzioni
Berlusconi, il rinvio
è la soluzione
che piace a tutti
Alberto Benzoni a pag.3
Alex Ballaman da www.Presseurop.eu
S
ui No Tav stiamo col giudice Caselli. C’è davvero
un’assuefazione alla violenza, una tolleranza di radice
ideologica, un lasciare correre e minimizzare che ricorda
drammaticamente gli anni di piombo.
Il risultato non sarà certo lo stesso, ma le premesse possono esserci.
La denuncia del magistrato del ‘pericolo terrorismo’ e soprattutto l’avviso rivolto alla sinistra, che già in passato ha
peccato di strabismo grave, ha ragioni precise. Esempi?
Due freschissimi.
Il filosofo Gianni Vattimo, non contento di non aver condannato con sufficiente convinzione le azioni tutt’altro che
ortodosse dei No Tav, un po’ di tempo fa si è avvalso delle
sue prerogative di europarlamentare per andare a visitare
un attivista ospite del carcere delle Vallette. Non bastasse,
invece di condannare fermamente e pubblicamente gli assalti ai cantieri, scelse di farsi accompagnare da due militanti del movimento, indubbiamente ferratissimi sulla materia, spacciandoli però per ‘consulenti’. La ‘consulenza’ a
tre col facinoroso incarcerato è stato è un comportamento
davvero poco simpatico, oggetto di un’audizione dello
stesso intellettuale da parte dei giudici torinesi a cui, evidentemente, non piace essere gabbati. Ma Vattimo non è un
caso isolato.
Erri De Luca – almeno per noi – un ottimo scrittore, è sulsegue a pagina 3
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A
- Stampa e Tv -
Quello che non
vi hanno detto di noi
Da Berlusconi
tattiche dilatorie
“Troppi fraintendimenti attorno alla
questione Berlusconi. Una cosa –
commentano Riccardo Nencini,
Marco Di Lello ed Enrico Buemi,
membro della Giunta per le immunità al Senato - è cancellare i residui,
tutti giuridici, prima di votare la
decadenza, altra cosa è mettere in
campo soluzioni che spostano nel
tempo, senza alcuna certezza, la
soluzione del problema. Sta crescendo l’impressione che talune interpretazioni della legge Severino siano
tali solo per guadagnare mesi. La
strada maestra per sciogliere i dubbi
residui è affidarsi ad una interpretazione autentica della norma, che
valga per tutti i cittadini. Il potere
legislativo può farlo in pochissimo
tempo. Per evitare tattiche dilatorie
utili solo a Berlusconi”.
Ambiente, una Fukushima
della camorra nel casertano
“Abbiamo una Fukushima a due
passi dal Vesuvio e non lo sappiamo?” È quanto si chiede il capogruppo dei socialisti alla camera,
Marco Di Lello, che ha presentato
un’interrogazione ai ministri
dell’interno e dell’ambiente per
sapere se è stato dato un seguito alle
rivelazioni del pentito della camorra Carmine Schiavone. “Schiavone
– prosegue Di Lello - nel corso di
un’intervista rilasciata ai microfoni
di Sky TG 24 ha affermato che,
nelle province di Napoli e Caserta,
sono stati seppelliti fanghi termonucleari e tossici di vario tipo, anche
con la complicità delle istituzioni,
preposte al governo e al controllo
del territorio”. Affermazione che
conferma quanto già si scritto nella
relazione della Commissione antimafia del 5 febbraio scorso, ma
aggiunge il particolare agghiacciante dei ‘fanghi termonucleari’ sepolti
nelle cave dismesse del casertano.
Notizie già riferite alla magistratura
negli anni scorsi, che confermano il
sospetto di danni gravissimi e irreparabili all’ambiente e alla salute
dei cittadini. Ma perché non se ne
parla? Timore di ingenerare allarme, mancanza di prove o perché –
conclude il parlamentare socialista non si ha la forza di combattere la
criminalità organizzata con le
complicità della politica e della
industria?”
Per valutare la nuova IMU
aspettiamo la Service Tax
“L’Imu sulla prima casa andava
abolita. Dal Cdm - ha detto nei giorni scorsi Oreste Pastorelli - sono
arrivare le prime risposte agli italiani. L’esenzione di questa tassa
iniqua anche per i terreni agricoli e
fabbricati rurali darà un po’ di respiro a imprese e agricoltori che più di
tutti hanno subito gli effetti di
questa crisi terribile. Rimane da
chiarire attraverso quali misure il
governo intenda intraprendere per
coprire il gettito perduto a seguito
dell’abolizione Imu. Prima di esprimere una valutazione complessiva è
bene aspettare, come ha ribadito lo
stesso commissario europeo per gli
affari economici Rehn, di analizzare i dettagli dell’annunciata ‘service
tax’, già dalle misure che verranno
adottate con la prossima legge di
stabilità del prossimo ottobre, per
capire da dove verranno le risorse
per far fronte al mancato gettito ai
comuni derivante dall’Imu”.
DELLA DOMENICA
2
www.partitosocialista.it
Nencini: Berlusconi ha
firmato? Bene, più ...
dalla prima
stra”. E se qualcuno storce la bocca
perché si trova a firmare a fianco di
Berlusconi, “meglio così – ha chiosato
– sarà più facile raggiungere il quorum”.
Certo il sostegno del Cavaliere odora
molto di escamotage per sostenere la
sua personalissima battaglia contro la
magistratura e sicuramente la sua firma può dare ai 12 quesiti referendari,
ma in particolare a quelli che riguardano la giustizia, una valenza negativa
capace di far fuggire dai tavoli qualche
cittadino in cuor suo garantista, ma affatto disponibile a sostenere la personalissima battaglia di Berlusconi contro le ‘toghe rosse’.
Ma ha ragione Nencini, qualcuno
scapperà, ma i simpatizzanti del Cavaliere sono ancora milioni e molti ora la
loro firma la metteranno. Certo è curioso davvero che Berlusconi firmi per
chiedere l’abolizione di leggi volute,
sostenute, varate dai suoi governi come quella sull’immigrazione o quella
sulla droga.
Umanamente lo scusiamo, ma politicamente è da criticare perché conferma ancora una volta la sua capacità di
interpretare le necessità del Paese se-
condo i suoi personalissimi bisogni.
D’altronde ha avuto davvero, soprattutto con l’ultimo governo da lui presieduto, la possibilità di cambiare l’Italia in meglio e non lo ha fatto.
Meglio tardi che mai, l’importante
oggi è il risultato, perché non bisogna dimenticare che i referendum sono dieci (due hanno un doppio quesito) e che nessuno è obbligato a firmare per tutti anche perché, come
nel caso di quello che chiede l’abolizione del finanziamento pubblico ai
partiti, i socialisti non sono d’accordo. Saranno poi gli italiani, al momento del voto, a dire l’ultima parola con un Sì o con un No, a dare il
giudizio che conta sulla validità dei
12 quesiti referendari.
Anche per questo è molto importante
la mobilitazione dei socialisti. È importante far conoscere le iniziative che
vengono prese a livello locale, far sapere se ci sono nuovi tavoli per firmare, con il luogo esatto e gli orari.
Ricapitoliamo comunque i quesiti proposti: divorzio breve; responsabilità
civile dei magistrati; separazione delle
carriere dei magistrati; droghe: niente
carcere per fatti di lieve entità; ergastolo; lavoro e immigrazione; magistrati
fuori ruolo; abolizione finanziamento
pubblico partiti; 8 x mille; custodia
cautelare.
Firmare, firmare, firmare.
Il fenomeno della violenza sulle donne quanto è reale e trattato seriamente e quanto stigmatizzato, ideologizzato e strumentalizzato?
Purtroppo è reale e lo è sempre stato.
Solo che prima non se ne parlava, restava chiuso nelle mura domestiche
per paura, per vergogna o per ignoranza, per emergere solo nelle sua conseguenza più eclatante: il femminicidio.
Veniva e tuttora viene considerato un
fatto privato e soprattutto un fatto di
donne, per questo non ha assunto
nell’opinione pubblica la drammaticità
di cui è carico. Finalmente se ne sta
prendendo coscienza: la violenza contro le donne è fatto pubblico e soprattutto riguarda e coinvolge gli uomini
perché è causato dalla loro incapacità
di riconoscere ed accettare la liberta?
femminile.
economica e psicologica e anche sessuale, fuori e dentro casa, frutto di
una cultura che ancora attribuisce l’origine della violenza alla liberalizzazione dei costumi, quando invece si
tratta di “machismo” criminale. Oggi
la maggiore attenzione è dovuta soprattutto alle battaglie portate avanti
dalle associazioni femminili, dalle
ideatrici della Convenzione No More
a Se Non Ora Quando, da esponenti
della cultura e dello spettacolo o da
iniziative internazionali come il progetto “Zapatos Rojos”, lanciato dall’artista messicana Elina Chauvet. I
media sono intervenuti dopo amplificando l’attenzione con rischio a volte
di produrre pericolosi emuli.
La politica, infine, è arrivata ancora
più tardi e devo dire che la svolta c’è
stata proprio in questa legislatura,
grazie anche alla presidente Laura
Boldrini che, già dal suo discorso di
insediamento alla Camera, ha mostrato particolare sensibilità per queste tematiche.
Un’attenzione maggiore dunque:
merito dei media o della politica che
se ne sta occupando?
Contro le donne c’è la violenza fisica,
Infatti uno dei primi provvedimenti
approvati da questo Parlamento è
stata la ratifica della Convenzione
di Istanbul. Che significato assume
Femminicidio, non più
soltanto una ...
Conti dalla prima
Lavello (PZ)
Ci sarà anche Maurizio Bolognetti, segretario regionale dei Radicali Italiani,
giovedì 5 settembre dalle 17,00 al gazebo allestito in piazza S. Cuore per
promuovere la sottoscrizione dei quesiti referendari.
Pisa e Codigoro (FE)
Prosegue il tour di Riccardo Nencini
alle feste socialiste. Giovedì 5 settembre alle ore 20.00 sarà a Pisa e venerdì
6 settembre a Codigoro (FE).
Reggio Emilia
La federazione del Psi di Reggio Emilia assieme al Partito radicale annuncia che sabato 7 e sabato 14 settembre, mattino e pomeriggio, allestirà
tavoli per la raccolta di firme per i referendum in piazza del Monte, nel
cuore della città. Al tavolo, anche come autenticatore, ci sarà Mauro Del
Bue, direttore dell’Avanti! e assessore
comunale.
Gianmario Scaramuzza
L
a terza Repubblica, dopo che è fallita anche la seconda, è ancora in
uno stato di impasse e lungi dall’essere effettiva.
Da una parte, nel centro destra, si afferma ancora che il mandato è affidato
al capo, unico riferimento e non al partito, con il paradosso di un agglomerato nato per il volere del capo e destinato a morire con lui.
Il centro sinistra deriva da un ventennio di sconfitte, pur avendo provato le
più disparate coalizioni e la cui paurosa debolezza emerge ogni giorno nella
continua lotta al berlusconismo che,
altro paradosso, finisce poi con l’allearsi anche con questo.
Un governo con una tale maggioranza,
quella attuale, mai vista che non riesce
a formulare uno straccio di riforma
perché sottoposto a continui ricatti.
Di Grillo è impossibile parlarne
Direttore Politico
Organo ufficiale del
Partito Socialista Italiano
aderente
all’Internazionale Socialista
e al Partito Socialista Europeo
I 12 QUESITI REFERENDARI
Divorzio breve - Per eliminare l’inutile obbligo di tre anni di separazione prima di poter chiedere il divorzio.
Responsabilità civile dei magistrati* - Perché i cittadini possano ottenere dal magistrato, e in tempi rapidi, il giusto risarcimento dei danni a seguito di irregolarità e ingiustizie da loro subite.
Separazione delle carriere dei magistrati - Per ottenere la garanzia di essere giudicati da un giudice terzo obiettivo ed imparziale che abbia una carriera diversa da quella del Pubblico ministero che accusa.
Abolizione Finanziamento pubblico partiti - Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dei rimborsi elettorali.
8xmille - Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una
scelta.
Custodia cautelare - Per limitare il carcere preventivo, cioé prima
della sentenza di condanna, ai soli reati gravi.
Droghe: niente carcere per fatti di lieve entità - Per eliminare
quelle norme che riempiono inutilmente le carceri e paralizzano
la giustizia.
Ergastolo - Per abolire il carcere a vita ed ottenere una pena detentiva che abbia la finalità di rieducare il condannato.
Lavoro e immigrazione* - Per abrogare quelle norme discriminatorie che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare degli stranieri.
Magistrati fuori ruolo - Per far rientrare nei Tribunali le centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica
amministrazione per smaltire l’enorme debito giudiziario.
(* 2 quesiti)
e quante possibilità ci siano che
venga ratificata dagli altri Paesi nel
numero necessario per poter diventare effettiva?
La ratifica della Convenzione di
Istanbul è un importante passo frutto
di un ottimo lavoro di squadra. Abbiamo accelerato l’iter e siamo arrivati a
un accordo in tempi da record, grazie
all’impegno di tante colleghe e alcuni
colleghi, a dimostrazione che questo
Parlamento, messi da parte i pregiudizi ideologici, può lavorare e fare cose
concrete. L’Italia è il quinto Paese ad
aver ratificato la Convenzione che però, per entrare in vigore, ha bisogno
della ratifica di dieci Paesi, di cui almeno otto membri del Consiglio
d’Europa. Mi auguro che altri si uniranno e spero che lo facciano in tempi
brevi. Ma la ratifica della Convenzione e una nuova legge non sono sufficienti. É fondamentale che una volta
che ci saremo dotati degli strumenti
legislativi, che in parte già ci sono,
questi poi vengano messi in condizione di funzionare. Quasi tutte le vittime degli ultimi fatti di cronaca avevano denunciato il loro aguzzino. Tutte
le loro richieste di aiuto sono rimaste
senza risposta e sono state lasciate so-
le e senza protezione. Questo non dovrà più accadere.
Come impedire che si ripetano situazioni analoghe e cosa andrebbe
ancora fatto?
Per combattere tutte le forme di violenza bisogna avere la consapevolezza che le politiche di contrasto non
possono essere a costo zero, come dimostra l’azione dei centri antiviolenza che viene rallentata e spesso impedita dalla cronica mancanza di fondi.
Non mi stancherò mai di sottolineare
che la risorsa fondamentale è rappresentata da associazioni e reti, soprattutto femminili, che da tempo si occupano del tema, le cui competenze sono preziosissime e disponibili. É necessario, poi, intervenire sul fronte
della prevenzione, che è soprattutto
educazione, introducendo nelle scuole di ogni ordine e grado specifici progetti e corsi di educazione all’affettività e alle relazioni e nelle università
la promozione e il sostegno degli studi di genere. Ho fatto notare, in occasione della presentazione del decreto
alla Camera, che l’assenza del Ministero della Pubblica Istruzione e Università nel decreto è una carenza che
va colmata.
I No-Tav giocano
alla rivoluzione? Noi ...
Correr dalla prima
la stessa linea. Evidentemente assistere agli scontri dei No-Tav con polizia e
carabinieri, per uno che si è formato
in Lotta Continua quando dare addosso al commissario Calabresi appena
sospettato di aver avuto un ruolo nella
strana morte dell’anarchico Pinelli,
era considerata un’azione giusta e doverosa, lo ha fatto ringiovanire come
d’incanto. Dunque il nostro è sceso in
campo a dar manforte all’ala dura
della contestazione e in un’intervista
all’Huffington Post ha preso le difese
dei due attivisti arrestati dalla polizia
definendo con un’ironia incomprensibile, l’arsenale trovato nella loro auto
a base di molotov, maschere antigas,
fionde, cesoie, chiodi a quattro punte,
‘pericoloso materiale da ferramenta’.
Insomma secondo il nostro è buono e
giusto non limitarsi a strillare slogan
e fare ‘sit in’ per sostenere le proprie
ragioni come si usa nei Paesi civili e
democratici, ma anche tagliare le reti
di protezione per entrare nei cantieri,
per sabotare e naturalmente fare anche un po’ di guerriglia.
Ma quello che davvero sconcerta nella posizione di De Luca – non diversa
da quella di Vattimo – è l’assoluta indifferenza alle regole della democrazia liberale parlamentare, che è quella che governa il nostro Stato. Alla domanda se non trovasse strano combattere anche violentemente delle decisioni prese democraticamente, risponde:
“(La Tav) non è una decisione politica, bensì una decisione presa dalle
banche e da coloro che devono lucrare a danno della vita e della salute di
una intera valle. La politica ha semplicemente e servilmente dato il via libera”. In base a questo assunto (ma
dove sono le prove di quanto dice?)
che non ammette repliche gli viene
chiesto ancora qual è la soluzione. E
lui di nuovo pronto alla rivoluzione in
nome del popolo, sentenzia: “Non so
cosa potrà succedere. Mi arrogo però
una profezia: la Tav non verrà mai costruita. Ora l’intera valle è militarizzata, l’esercito presidia i cantieri
mentre i residenti devono esibire i documenti se vogliono andare a lavorare
la vigna. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il
sabotaggio è l’unica alternativa”.
Chiaro no? Ecco perché stiamo col
giudice Caselli. “Noi - come dichiara
Nencini - siamo sempre stati favorevoli alla Tav e non abbiamo paura a denunciare le violenze”.
Repubbliche: la seconda è morta e la terza non sta tanto bene
APPUNTAMENTI
della domenica
ANNO XVI - N.30 - DOMENICA 8 SETTEMBRE - 2013
perché, al di là della sua gestione a dir
poco padronale, quello che ha affermato ieri, oggi non è più valido, non
ultima la presa di posizione sul Porcellum, sconcertando non poco anche i
suoi.
Molti autorevoli giornalisti continuano ad affermare che per uscire da
questa situazione stagnante, l’unica
via è un passo indietro di Berlusconi
che ad onore del vero sarebbe auspicabile, ma dovrebbe essere seguito da
un’uscita di scena di tutta una classe
dirigente, incapace da vent’anni, di far
uscire l’Italia dal pantano.
L’auspicio da parte di tutti gli elettori è
in primis la riaffermazione della
propria volontà, almeno con una legge
elettorale nuova che riammetta le
preferenze.
La nuova legge elettorale, auspicabilmente a doppio turno e con il sistema
proporzionale con preferenza, potrebbe essere un effettivo punto di parten-
Mauro Del Bue
Segreteria di Redazione
Domenico Paciucci
Direttore Responsabile
Dario Alberto Caprio
Società Editrice
Nuova Editrice Mondoperaio srl
Redazione
Carlo Corrér, Emanuele Pecheux
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
Oreste Pastorelli
za per il cambiamento e per uscire dal
bipartitismo a cui oggi si è aggiunto il
terzo incomodo. Tutto ciò permetterebbe una giusta collocazione di quell’elettorato indotto al voto utile prima
e poi per il voto contro, per non dissipare i voti, dandoli a partiti insignificanti nei numeri.
Lo scopo è di rafforzare solo chi ha
sgovernato fino ad oggi riducendoci
nella situazione attual
e. L’elettore nel nuovo sistema riconosce nelle schede elettorali il proprio
partito ideale, chiaramente un partito
che sia formalmente Costituzionale,
con il proprio statuto, con gli organi
interni eletti, con un bilancio pubblico,
potrebbe sdoganarsi dai lacci imposti
dalla legge attuale e darebbe voce
anche a gruppi rappresentativi della
società.
Il Partito Socialista Italiano, rinnovato
e depurato dalle scorie del passato,
potrebbe essere una di quelle alternati-
Redazione e amministrazione
P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 – Roma
Tel. 06/68307666 - Fax. 06/68307659
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Impaginazione e stampa
ve per riassumere quel ruolo che da
troppo tempo è mancante in Italia,
come forza riformista, al pari delle
maggiori social democrazie europee.
Con queste considerazione la democrazia risulterebbe maggiormente
rappresentativa del volere degli elettori i quali potrebbero ritrovare la voglia
di ritornare alle urne in maniera consistente.
La situazione potrebbe tornare alla
normalità invertendo l’attuale tendenza dell’antipolitica e ritrovare il gusto
vero della politica onesta che si preoccupa prima di tutto della società in cui
viviamo.
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DELLA DOMENICA
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ANNO XVI - N.30 - DOMENICA 8 SETTEMBRE - 2013
Il dramma delle buone intenzioni nel tentativo di Napolitano di superare ‘questo’ bipolarismo
I polli di Renzo e il comunitarismo
Berlusconi, un rinvio la soluzione che piace a tutti
Una proposta
per il Mezzogiorno
Alberto Benzoni
L
a costruzione della propria identità attraverso la delegittimazione o, più esattamente, la contestazione “esistenziale” di quella dello schieramento avverso, non è affatto, come ci viene raccontato, una deplorevole manifestazione dell’anomalia italiana, perché fa parte, piuttosto delle regole politiche fondamentali di qualsiasi bipolarismo degno
di questo nome: che si tratti della Francia o della Spagna,
della Gran Bretagna o degli Stati Uniti. A cambiare, semmai, è la base specifica di questa contrapposizione/delegittimazione, che, per inciso, raggiunge la sua forma più estrema proprio negli Stati Uniti, coinvolgendo opposte visioni
del rapporto tra stato e individuo, pubblico e privato.
In questo quadro, l’Italia costituisce certamente un caso a
sé. E perché il suo bipolarismo è un dato recente, creato a
freddo da come elemento di contestazione ideologica della
prima repubblica e delle sue pratiche. E, soprattutto, perché
la sua matrice personalistica, dato, questo, assolutamente
unico, nasce sin dall’inizio da una scelta strategica del vero
fondatore del bipolarismo italiano: Silvio Berlusconi.
Il Nostro sarà, nel corso del tempo, tutto e il contrario di tutto, sino a ricoprire il ruolo di operaio e di partigiano. Ma rimane costantemente, anzi diventa sempre più, nel corso del
tempo, “innocente perseguitato”. Innocente perché pregiudizialmente mondato da qualsiasi colpa dal consenso popolare, perseguitato perché difensore della libertà degli italiani contro i suoi multiformi nemici, giudici, comunisti, fisco,
poteri forti, grandi corporazioni, Europa.
Posizione contestabile da qualsiasi punto di vista (sostenere
che il consenso ci collochi al di sopra della legge è roba, almeno in Europa, assolutamente eversiva), ma di un’efficacia politica straordinaria. Perché è intorno all’immagine che
Berlusconi ha proiettato di sé stesso che si è consolidato,
nel corso del tempo un “immaginario collettivo” assai compatto e consistente, un’area culturale e sociale cui, al limite
non importa poi tanto che Berlusconi sia innocente mentre
invece importa moltissimo che sia perseguitato; e da parte
di quello Stato e di quelle istituzioni che, sino ad allora inascoltata, aveva sempre considerate nemiche.
Questo per dire che l’immagine dell’innocente perseguitato
mantiene, anzi accentua nel corso del tempo il suo carattere
assolutamente fondante.
E lo stesso vale, evidentemente, per l’immagine di Berlusconi come “delinquente seriale” (espressione usata qui nel
suo significato proprio di violatore sistematico di codici e di
regole). Anche questa contestabile da vari punti di vista, ma
anche questa assolutamente fondante e per un’area culturale e sociale - dagli “uomini delle istituzioni” alla borghesia
sensibile ai ceti interessati in positivo al ruolo dello Stato che avrebbe trovato, nel corso del tempo, l’avversità a Berlusconi e al berlusconismo come base per il suo comune
sentire.
È dunque da queste due mezze verità che nasce e si sviluppa in modo autonomo il bipolarismo italiano. In un giuoco
a somma zero destinato a concludersi, prima o poi, con la
sconfitta totale dell’uno o dell’altro.
Un contrasto che si può deplorare quanto si vuole, ma non
sino al punto di considerarlo fonte di tutti i mali del Paese o,
peggio ancora, di accantonarlo come pura sovrastruttura
propagandistica.
Un’osservazione, sia detto con la massima chiarezza, che
vale, in primo luogo, per il nostro Presidente della Repubblica.
Egli ha ereditato dal suo partito d’origine una pregevole, ma
a volte eccessiva vocazione pedagogica. E in questo quadro
ha prima suggerito, poi imposto e poi difeso come unica
scelta possibile, le ‘larghe intese’.
Un’operazione, appunto, pedagogica in cui si chiede ai due
schieramenti: di riconoscere di non essere in grado, né l’uno né l’altro, di reggere le sorti del Paese, di accettare il fatto che, per uscire dalla crisi, c’è una sola strada su cui è necessaria la convergenza di tutti e, infine e soprattutto, di accantonare le ragioni fondanti del loro contrasto.
Ottime le intenzioni. Totalmente illusorio il disegno. Illusorio pensare che la coabitazione forzata di oggi faciliti gli armoniosi contrasti futuri. O che (come è ampiamente illustrato dalla vicenda Imu) la collaborazione di governo porti
ad un comune sentire sui problemi. Mentre è totalmente assurdo pretendere che vengano accantonate le ragioni di fondo su cui sono nati i due schieramenti di fondo del berlusconismo e dell’antiberlusconismo, e proprio quando lo
scontro si sta avvicinando alla sua inevitabile conclusione.
Berlusconi ed Epifani questo l’hanno capito benissimo.
Berlusconi sa, meglio di chiunque altro che, se accettasse la
sentenza, vedrebbe crollare il mito fondante della persecuzione politica su cui ha costruito, pezzo dopo pezzo, il comune sentire del suo popolo. Ed Epifani, garante di ultima
istanza delle ragioni del suo schieramento, sa altrettanto bene che accettare una forzatura drammatica delle regole (tipo
grazia o ricorso alla Consulta), lo vedrebbe crollare.
Una situazione che non tollera mediazioni. E in cui l’unica
risorsa è il rinvio. La pratica meno pedagogica che ci sia.
[email protected]
Maurizio Ballistreri
leader della politica naIzasedicenti
zionale, quelli che riempiono sendire nulla le pagine dei quotidia-
ni,sembrano ormai preda della
“sindrome dei polli di Renzo”, si
beccano e non sanno che stanno per
andare a morire, ergo ad essere catapultati negli scantinati non della
Storia, ma della cronaca. Tutto ciò
avviene senza tenere in contro il
dramma delle esclusioni sociali generate dalla finanza
speculativa globale e
dal rigorismo monetarista made in Germany, che stanno distruggendo ogni residuo tessuto comunitario.
Ma la difesa delle
piccole comunità,
dei territori, delle
tradizioni dall’incalzare del fiume in
piena della mondializzazione e dal suo frutto velenoso,
la “società liquida”, efficacemente
descritta da un sociologo legato alla
sinistra tradizionale come Zygmunt
Baumann, sono problemi che non
possono essere lasciati ad un “localismo oppositivo”, ma, al contrario,
analizzati in una diversa prospettiva politica.
Ciò deve valere in particolare per il
nostro Mezzogiorno, ormai cancellato dalle agende politiche del governo e dei partiti che lo sostengono. In questo senso deve prendere
corpo una proposta in grado di rendere compatibile un progetto credibile di modernizzazione con la vasta domanda di comunità che esiste
in Europa e in Italia. Difesa delle
radici storiche e delle identità cul-
turali dei territori, sostegno ai corpi
intermedi sociali tra Stato e mercato, decentramento territoriale
dell’economia, in primo luogo delle
banche in funzione dell’accesso al
credito dei singoli cittadini e delle
piccole imprese, welfare locale affidato anche al privato-sociale di associazioni e cooperative. E ancora
ripartizione dei profitti e partecipazione agli utili e alle decisioni aziendali dei lavoratori, secondo la formula della democrazia economica e
della socializzazione
delle imprese di ispirazione socialdemocratica, in alternativa al capitalismo fallimentare dei supermanager: queste sono le linee-guida di
un generale disegno
di ricomposizione su
base locale del tessuto economico e civile,
messo a rischio in
termini di secessione
sociale dal mercato globalizzato.
Una proposta politica nuova tra
globale e locale, che affonda le sue
radici in culture antiche quanto diverse: lo spirito comunitario dei Padri pellegrini americani, i soggetti
delle autonomie collettive di ispirazione cristiana, i valori liberaldemocratici della “società aperta”, le
tutele sociali di tipo mutualistico di
un certo socialismo utopistico (di
cui si trova traccia nella Nuova Atlantide di Francesco Bacone, nell’Utopia di Thomas More e nella
Città del Sole di Francesco Campanella sino alle teorie di Owen, SaintSimon, Fourier, Proudhon
nell’800).
Culture diverse per restituire i territori alla gente che vi abita.
La sfida del riformismo socialista in Trentino
IL CORSIVO
Perché crediamo nel centrosinistra
I teppisti allo stadio,
i tifosi a casa
Alessandro Pietracci
R
ingrazio il dottor Emilio Arisi, segretario provinciale di SEL, per
l’attenzione che ha voluto riservare al
progetto del Psi Trentino di costruire una
lista che sappia dare una rappresentanza
istituzionale alle tradizioni riformiste,
laiche e liberaldemocratiche.
Arisi però si chiede come sia possibile
portare a termine questa missione all’interno di una coalizione, quella del
centro sinistra autonomista, in cui convivono forze politiche molto diverse
tra di loro. Vorrei puntualizzare alcuni
elementi che ritengo indispensabili.
Lo scopo dei socialisti non è quello di
unire tutti partiti di sinistra in una sorta
di Izquierda Unida spagnola oppure in
un raggruppamento come il francese
Front de Gauche, guidato da Jean Luc
Mélenchon: questa prospettiva magari
consente una migliore purezza ideologica, ma confina all’opposizione queste forze politiche. La sfida dei riformisti è invece quella di portare al go-
verno le proprie istanze di rinnovamento. Qui sta una parte della differenza tra la posizione del Psi e quella di
Sel. Noi crediamo infatti che nella coalizione tuttora al governo del Trentino
ci sia spazio per un’aria politica in grado di pensare al futuro della nostra
provincia. Bisogna mettersi d’accordo
sui contenuti programmatici su cui
puntare. Sono decenni che la sinistra si
divide su quello che significa in concreto la parola riformista.
Con uno slogan si potrebbe dire che è
riformista chi è in grado di offrire ai
cittadini sempre più opportunità di crescita individuale e collettiva. In fondo
fin dai suoi albori il movimento socialista ha cercato di liberare l’uomo dalle varie schiavitù a cui era soggetto.
Questo grande progetto di liberazione
si è tradotto prima nella lotta per i diritti dei lavoratori, poi per i diritti civili degli individui. Nel corso del tempo
si è capito però che questi diritti andavano di pari passo con istituzioni efficienti e trasparenti, con uno Stato de-
mocratico credibile agli occhi dei cittadini ma pure sviluppato economicamente e socialmente. Potremmo continuare a lungo in questo discorso. Penso però che il suo nucleo di fondo sia
applicabile anche al Trentino.
Noi socialisti puntiamo sicuramente sull’allargamento dei diritti civili (dal divorzio breve alla tutela delle coppie di
fatto) ma crediamo che alla nostra provincia servano ipotesi di riforma che vadano al cuore della struttura stessa del
governo della nostra comunità. Maggiore trasparenza, meno burocrazia, ancoraggio agli standard europei, riconversione ecologica della produzione, incentivi alla ricerca. Ecco, sono convinto che
questi obiettivi si possano raggiungere
con più facilità partecipando ad una coalizione che abbia forte l’ambizione di
vincere, piuttosto che puntare, giocoforza, al ruolo di minoranza. Su questi
aspetti credo che potremmo trovare sintonie inaspettate, come sta già avvenendo con il candidato presidente Ugo Rossi, proveniente da un partito a prima vi-
sta lontano da una sensibilità laica, ma
aperto e disponibile al confronto con le
nostre posizioni.
Il problema maggiore resta invece
quello della frammentazione. È un
peccato che il Psi e Sel, che pure condividono molte istanze, siano su sponde vicine, ma tra loro avversarie politicamente. Ciò rischia di indebolire
qualsiasi proposta riformista. Ed ha ragione il direttore Giovanetti quando
sottolinea che l’esito della frammentazione diventa la palude, cioè l’incapacità di governare e quindi di cambiare
concretamente le cose. La politica è
proprio la via stretta che conduce dall’ideale alla realtà. In mezzo c’è la responsabilità di prendersi carico anche
delle contraddizioni insite in una coalizione plurale.
Noi accettiamo questa sfida. E speriamo vivamente di poter collaborare con
Sel in consiglio provinciale, augurandoci a vicenda un buon successo elettorale.
(da l’Adige, 29 agosto 2013)
e indirette, aiutando anche le imprese a
uscire dalla crisi. Per infondere fiducia
negli imprenditori prevediamo un biennio di finanziamenti legati all’adozione
di nuove tecnologie, alla capitalizzazione e alla costruzione di distretti industriali. Favoriremo la capitalizzazione
delle giovani cooperative e proporremo
la defiscalizzazione delle imprese agricole e del lavoro in agricoltura. Pensiamo di promuovere gli Enti Locali instaurando una Camera Bassa dei Comuni
dotata di parere consultivo obbligatorio
che affianca il Consiglio Regionale
nell’attività legislativa. E restituendo
ruolo e funzione al Consiglio delle Autonomie”.
Grecanica (Festa dell’Avanti!). Oltre
ai momenti ludici e culturali, si è svolto anche un dibattito pubblico sul tema
“Riforme e sviluppo per superare la
crisi odierna”.
Tra gli altri è intervenuto il compagno
Michele Santarelli e nell’occasione è
stato allestito un tavolo di raccolta firme sui dodici quesiti referendari.
NOTIZIE IN BREVE
Bitonto (BA)
“I bitontini non sono più disponibili a
subire ulteriori danni all’ambiente ed
altri rischi per la salute. No alla discarica Fer.Live in contrada Colaianni” si
legge nel documento diffuso e firmato
da Psi e Federazione Giovani Socialisti. Una messaggio che fa seguito ad
una lista delle discariche già presenti
nelle campagne della città.
Cagliari
Sarà il 40enne Simone Atzeni, laureato
in Scienze politiche, economista, e segretario della Federazione di Cagliari del
Psi dal 2010, a rappresentare il Partito
Socialista alle primarie della coalizione
di centrosinistra per la scelta del candidato a Governatore per le prossime elezioni regionali. Atzeni garantisce: “Il lavoro prima di tutto, con politiche dirette
Bagaladi (RC)
Il primo settembre scorso si è svolta la
Prima Festa dei Socialisti dell’Area
Genova
Il 3 settembre, in occasione della festa
nazionale del Pd a Genova, si è svolto il
dibattito “Il valore delle idee: confronto
sull’Italia tra crisi e opportunità”. Hanno partecipato l’On. Paola De Micheli
del Pd ed il Sen. Riccardo Nencini.
San Severo (FG)
Il 2 settembre a San Severo, nell’Aula
consiliare, si è tenuto un incontro con
l’Associazione radicale “Di Lascia” e
il Partito socialista locale per la presentazione della campagna referendaria
“Cambiamonoi” e “Giustizia Giusta”.
La Spezia
Solidarietà alla famiglia di Luca Pellegrini, vittima di un altro drammatico
incidente sul lavoro, è stata espressa
dal PSI. “Dolore e rabbia per un assurdo incidente e la perdita di una giovane vita, hanno dichiarato Giacomo
Gianello e Maurizio Viaggi. Il PSI è il
partito del lavoro e dello statuto dei lavoratori. Occorrono investimenti sulla
sicurezza, nella cultura del lavoro e
delle tutele. La sicurezza sul lavoro va
oltre alle logiche del profitto, il lavoratore e la sua vita deve essere la priorità
e deve essere al centro anche delle politiche aziendali e di governo”.
n altri Paesi i cento incappucciati
IVerona
che hanno aggredito il pullman del
non sarebbero neppure entra-
ti allo stadio.
Da noi, che abbiamo le leggi più severe e illiberali del mondo in fatto di
stadi, invece sì. Strano che dopo
Daspo, tessere del tifoso, prefiltraggi,
filtraggi, tornelli, steward, questi
delinquenti possano o assistere a
partite o sostare a lungo nei nei pressi dello stadio assolutamente incontrollati e poi prendere a sassi un pullman, frantumalo, mettere a serio
rischio la vita di giocatori, allenatori e
dirigenti. Anche dopo che la curva
degli ultras giallorossi era stata tenuta vuota per atteggiamenti razzisti
precedenti, riferiti alla gara RomaMilan. Siamo daccapo. Se non c'è
una repressione mirata alle frange di
tifosi a rischio se non esiste una
adeguata rete di schedatura delle tifoserie potenzialmente violente, se non
si pratica poi un controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine
fuori dagli stadi, a nulla servono i
decreti Pisanu e Amato che alla fine
danno ugualmente la possibilità ai
violenti di svolgere i loro raid e le
persone normali, che non accettano
che gli stadi siano divenuti una sorta
di campo di concentramento, sono
invece sempre più orientate a starsene
comodamente sedute in salotto.
mdb
BREVI
“Il balletto tra Camera e Senato sulla
norma del tetto degli stipendi dei manager pubblici - ha dichiarato il sen. Enrico Buemi - è inaccettabile e incomprensibile. In un momento in cui tutti
nel nostro Paese (pensionati, lavoratori,
imprenditori, etc.) si sottopongono e
accettano misure di contenimento dei
propri redditi, è una vergogna che sia
proprio una ristretta categoria di burocrati e manager pubblici a sfuggire al
dovere di dare il buon esempio”.
DELLA DOMENICA
4
www.partitosocialista.it
ANNO XVI - N.30 - DOMENICA 8 SETTEMBRE - 2013
I guasti provocati dalla conservazione che prevale sull’innovazione, in economia come in politica
Se l’immaginazione andasse al potere ...
Gianfranco Sabattini
In
un numero recente de “la Repubblica”), il filosofo
Maurizio Ferraris sostiene che l’immaginazione è la
modificazione della memoria, nel senso che essa “pesca
nel mondo, combina, e solo attraverso queste combinazioni crea”; si tratta di una facoltà della mente che tutti
possiedono.
Nel passato, era ritenuta una capacità di pochi, esclusiva
di chi, si pensava, fosse dotato di genio o talento, come
artisti, poeti, musicisti e scrittori; oggi si pensa che l’immaginazione sia un tratto
della personalità di tutti,
seppure in misura diversa e
con stimoli diversi. Una
diversità non discriminante,
ma che conforma tutti
all’impegno a riproporre di
contino la visione del
mondo reale che li circonda.
Nella tradizione occidentale,
l’immaginazione è intesa
come creatività, legata al
nuovo e distaccata dalla
tradizione; è una capacità
che permette di costruire
relazioni fra le immagini
della mente e fra queste e il
mondo circostante. L’immaginazione non è astratta, in
quanto è concreta perché riflessa in tutte le cose ideate e
create dall’uomo. Credere possibile di tradurre in realtà,
sempre, tutte le immagini della mente si sarebbe vittime di
una pericolosa ideologia, sebbene esse possano a volte
configurarsi come sogni nella nostra attività mentale,
senza trovare però alcuna realizzazione. I motivi possono
essere vari: perché non si hanno conoscenze e competenze
adeguate, i mezzi necessari per realizzare quello che si
immagina; perché si è troppo sognatori o addirittura troppo anticipatori rispetto all’epoca in cui si vive. L’immaginazione può essere, dunque, creatività o patologia: è creatività quando si immaginano cose che non esistono nella
realtà, ma che possono essere realizzate; è patologia quando si è convinti di poter realizzare ciò che è fuori dalle
umane possibilità del presente. In questo caso, pretendere
di tradurre in reale ciò che è solo fantasia non sarebbe
creatività, ma conseguenza di un qualche disagio esistenziale.
Nel mondo reale contemporaneo non si potrebbe definire
uno dei suoi protagonisti, l’imprenditore, senza pensarlo
dotato di un’immaginazione tale per cui sia possibile affermare che imprenditorialità e immaginazione coincidono.
Per Joseph Schumpeter o Ludwig Von Mises, il circostante in cui l’imprenditore-innovatore opera, il mercato, non
è una realtà statica dove egli agisce considerandolo come
fosse un dato a lui esterno, per distruggere creativamente
un ordine costituito e sostituirlo con uno nuovo. Il mercato, il mondo dell’imprenditore-innovatore, non è uno
Lettere
Papa Francesco ha cominciato bene
L’operato di Papa Francesco mi sembra in linea, fin quì
con quanto di buono annunciato. Da laico e socialista ho
la conferma della vicinanza tra cristianesimo sociale
e socialismo umanitario, tema molto dibattuto in questi
mesi sull’Avanti, alla riscoperta di un socialismo europeo
ed italiano umanitario e premarxista. Più ancora mi
convince il procedimento di santificazione di Papa
Giovanni XXIII.
La figura morale e storica di Angelo Roncalli, il papa
buono di Pacem in Terris, che contribuì ad evitare la
terza guerra mondiale, merita approfondimento perché
anche i giovani sappiano.
Adalberto Andreani - Rieti.
Il centralino dell’INPS? Un segreto
Oggi (23 luglio), all’ INPS di Roma in Via Amba Aradam,
ho fatto la domanda che mai avrei dovuto fare...
Come in un film degli ‘60-’70 ambientato in Sicilia, le
risposte che mi sono state date oggi, a luglio del 2013 e
nella città Caput Mundi, non erano a parole, ma a cenni
con la testa e tutti a significare che non potevo fare quella
domanda!
Allo sportello n° 7 mi hanno risposto con un ghigno e,
facendomi capire che la mia domanda era fuori luogo, mi
hanno spedito allo sportello n° 4.
Dopo aver fatto la fila anche allo sportello n° 4, la risposta è stata silenziosa e con lo scrocchio della lingua sul
palato dell’impiegata che stava a significare il tipico
“no” dei siciliani tanto ritratto nelle vecchie pellicole.
Incredulo, ho ripetuto la domanda e la risposta verbale
dell’impiegata, scrollando le spalle e scuotendo la testa, è
stata “non può chiedere questa cosa, solo online”.
Caspita! Tutto ciò è assurdo, ho pensato io! Allora ho
chiesto di parlare con un responsabile: “Di male in
peggio, caro signore”, mi ha risposto l’impiegata! Però,
dopo qualche botta e risposta, mi ha spedito dalla Guardia Giurata posta all’ingresso dell’edificio.
Costui mi guardava ed impassibile non dava risposta alla
mia domanda! Gli avevo ripetuto la mia semplicissima
“stato”, ma un “processo” relativo ad una realtà dinamica
in continuo divenire, all’interno della quale l’imprenditore
agisce come una sua parte integrante, cogliendo le opportunità ancora non avvertite e attivando un processo tendente a mettere capo al “nuovo”. In questa prospettiva, l’imprenditore con la sua immaginazione è il motore del suo
mondo, colui che, in un certo senso, dà l’avvio al processo che rende possibile di cogliere opportunità non ancora
vissute.
Ma c’è di più, con l’uso dell’immaginazione, non è solo
l’imprenditorialità a rivelarsi nelle azioni, in quanto anche
le azioni rivelano la loro
intrinseca natura imprenditoriale. L’uso dell’immaginazione rende imprenditoriale
ogni azione, in quanto atto di
scelta creativo, rivolto al
futuro, tra i diversi mezzi
alternativi percepiti disponibili. In tutti i sistemi sociali
moderni, nelle azioni e nei
comportamenti di ogni attore
pubblico e privato dovrebbe
essere presente una dimensione imprenditoriale-innovativa.
Se tutte le azioni ed i
comportamenti umani fossero improntati in questo
senso, allora tutti, sorretti dalla loro immaginazione,
dovrebbero concorrere, come recita un antico aforisma di
Albert Einstein, a “svuotare la diga della conoscenza”,
affinché le sue acque possano irrigare i terreni dove si
coltivano nuove realtà. Le acque, però, non dovrebbero
essere disperse; a tal fine, occorre che l’immaginazione
funga da condotta per incanalare le acque in modo tale che
ciascun seme della creatività, frutto dell’immaginazione
umana, possa crescere e anche innestarsi su un’altra
specie. Con gli innesti così realizzati, l’insieme delle soluzioni imprenditoriali innovative si estenderebbe ben oltre
la linea di confine del mondo di ognuno. L’immaginazione, dunque, non essendo una riserva per specialisti,
dovrebbe riuscire a coinvolgere tutti, indipendentemente
dalla posizione di ognuno nel mondo del reale.
A conclusione di questo discorso, viene spontaneo chiedersi: il mondo attuale è vissuto con effettivo spirito imprenditoriale e innovativo? Non è facile rispondere, se si pensa
che in gran parte dei Paesi gli imprenditori in senso tecnico per risolvere i drammatici problemi della crisi in atto
fanno largo uso di una memoria che si limita a riproporre il
peggio del “già vissuto”. Soprattutto in Italia, dove gli
imprenditori fanno largo uso delle memoria, e non dell’immaginazione, solo per trarre profitto con la conservazione
dei risultati di scelte sbagliate del passato; con gli operatori politici che, anch’essi privi di immaginazione, li annusano e li seguono come “cani in calore”, per porre in essere
comportamenti conformi ai loro interessi, solo per ragioni
elettorali e per la conservazione dello status acquisito.
[email protected]
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domanda e lui, anche se con il viso un po’ impacciato,
continuava a non rispondermi!?!
Per un attimo ho pensato “mo je (gli) busso su la fronte e
vedo si (se) c’è quarcuno (qualcuno) lì dentro”. Poi ho
preferito mantenere le giuste maniere ed ho estratto il mio
cellulare dalla tasca, ho attivato la fotocamera, l’ho
inquadrato nel display e gli ho detto in educato italiano:
“Ti voglio fotografare”.
Quel cellulare non è un’arma, ma la guardia, temendo
chissà cosa, si era decisa a confessare: “Signore, non
posso darle il numero dell’INPS”.
A seguito di vari tentativi per ottenere una spiegazione
sull’omertà di tutti gli impiegati, come se ci fosse stato un
ordine impartito d’ufficio, sono riuscito ad avere il tanto
bramato numero del centralino!!!
A questo punto, dubitando io sulla veridicità della risposta e sulla validità del numero, prima di andar via da lì
ho voluto provare a chiamare il centralino dell’INPS!
Incredibile, ma vero, il disco automatico del centralino
dell’INPS di Roma, della Caput Mundi, ancora recita:
“(...) La sede resta chiusa per la festività patronale il 29
giugno (...)”. Provare per credere: 06.77381.
Ovviamente sono a disposizione anche i video degli omertosi qualora qualcuno abbia voglia di dubitare del presente racconto, realmente accaduto oggi 23 luglio 2013, a
partire dalle ore 11:119 come segnato sul numeretto per
la fila. Per coloro che volessero provvedere davvero a far
funzionare un ufficio pubblico, è possibile verificare
questa situazione andando lì a fare la semplicissima
domanda “Mi da il numero dell’ufficio?”.
P.S.: Il motivo della mia domanda e del mio viaggio
all’INPS è stato in nome e per conto di altro soggetto a
cui è stata tecnicamente sospesa l’erogazione della pensione da marzo scorso, nonostante sia indubbio il diritto di
percepirla, nonostante abbia già affrontato 2000 km per
sentirsi dire “solo online”, nonostante gli sia stato detto
che “ora la pratica è a posto” a gennaio 2013, a marzo
2013, ad aprile 2013, a maggio 2013, ad inizio luglio
2013 e oggi... per un totale di circa 5000 km!
Tutto ciò è veramente indecoroso!
Michele Piacentini
L’atomica di Kim
Il li b ro
Alfonso Siano
capace di osare tanto. L’Atomica di
Kim, ricomponendo come in un
puzzle le varie tessere, dai retaggi
storici alla logica della propaganda,
dalla leadership della famiglia Kim
alle effettive potenzialità delle forze
armate nordcoreane, dalle politiche
di appeasement della Corea del Sud
ai delicati equilibri regionali, analizza l’intima natura del più isolato e
misterioso Paese del globo ed il suo
modo di approcciarsi al mondo esterno. Il libro ci fa capire perché considerare oggi, dopo l’ascesa del trentenne Kim Jong-un, la Corea del
Nord semplicemente un regime dittatoriale e poco credibile dal punto di
vista nucleare, potrebbe essere un
tragico errore. E anche a livello regionale, la situazione resta complicata con gli Stati Uniti sempre più
preoccupati ma allo stesso tempo
consapevoli della delicatezza di un
equilibrio che vede la Cina quale potenza emergente, il Giappone che
morde il freno e la Corea del Sud non
più disposta a farsi carico senza condizioni della disastrosa situazione
economica dei coreani del Nord.
Ogni minaccia che arriva dal Paese
eremita non può dunque essere sottovalutata.
L’
Atomica di Kim, si intitola così
l’ultimo libro di Nunziante
Mastrolia, Claudia Astarita e Stefano Felician Beccari, Edizioni Rubbettino. A distanza di sessanta anni
dalla firma dello storico armistizio
che il 27 luglio del 1953 pose temporaneamente fine alla guerra fratricida
fra Corea del Sud e Corea del Nord, il
lavoro dei tre ricercatori del Centro
Militare Studi Strategici ci aiuta a capire perché un Paese affamato, isolato e quasi arcaico nella sua ortodossia, arrivi a minacciare una guerra
atomica.
Solo pochi mesi fa, infatti, la Corea
del Nord era arrivata a minacciare
Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud
di una rappresaglia nucleare in caso
di attacco. La tensione era salita anche a seguito di alcuni test missilistici precedentemente condotti dal Paese eremita, in grado di raggiungere
con i suoi vettori obiettivi sempre più
distanti. In quell’occasione il mondo
aveva reagito con un sentimento misto di preoccupazione ed incredulità
dinanzi alla sfida nordcoreana, chiedendosi se il regime militare alla guida di quel Paese fosse stato davvero
>> DIRITTI & LAVORO
a cura di Carlo Pareto<<
Dall’Inps erogati 58,5 miliardi
DISOCCUPAZIONE, RADDOPPIATA IN DIECI ANNI LA SPESA
La spesa per i trattamenti di disoccupazione, in 10 anni, è più che raddoppiata;
nello stesso periodo il trattamento d’integrazione salariale straordinaria è cresciuto di 10 volte.
Complessivamente, le prestazioni per il mantenimento al reddito, lo scorso anno,
sono arrivate a sfiorare i 10 miliardi di euro, con una crescita del 230,8% in dieci
anni. È quanto risulta dai dati, elaborati dall’Adnkronos, contenuti nelle tabelle dell’ultimo rapporto annuale dell’Inps.
L’istituto di previdenza dal 2002 al 2012 ha erogato 58,5 miliardi di euro in prestazioni per il mantenimento del salario. La crisi ha avuto un peso determinante nell’andamento della spesa: infatti negli ultimi 4 anni sono state assorbite oltre la metà delle risorse complessive stanziate negli ultimi 10 anni (il 57,2%). L’andamento
dei trattamenti di disoccupazione, d’integrazione salariale straordinaria, della mobilità, ha registrato un trend costante dal 2002 fino al 2008.
Successivamente, con l’inizio della crisi economica, si è verificata una forte impennata: negli ultimi 4 anni le spese complessive sono aumentate del 108% rispetto al quadriennio precedente.
Tornando al confronto con il 2002, si è registrato un forte incremento, in particolare, per i trattamenti di disoccupazione, che sono aumentati del 115,6%; negli ultimi quattro anni la crescita è stata del 158,7% rispetto al quadriennio precedente. Nell’ultimo anno la spesa per le voci ‘standard’ è stata di 2,5 miliardi,
mentre la quota a carico della ‘gestione prestazioni temporanee’ e’ stata di 5
mld, per un totale di 7,5 mld.
Passando alle altre voci che compongono la spesa destinata alle prestazioni per il
mantenimento del salario, l’incremento maggiore si è registrato per i trattamenti
d’integrazione salariale straordinaria, che in 10 anni sono cresciuti del 998,5%.
Durante la crisi la crescita è stata del 307,8% rispetto ai quattro anni prevedenti, arrivando lo scorso anno a quota 4,4 mld. Infine i trattamenti di mobilità ha registrato una crescita, dal 2002 al 2012, del 104,6% con una spesa arrivata a quota 2.825
mld. L’incremento, durante la crisi, è stato ‘solo’ del 44,6%. Nel 2012 la spesa, rispetto all’anno precedente, è cresciuta del 17,1% per i trattamenti di disoccupazione, del 17,2% per i trattamenti d’integrazione salariale straordinaria e del 15,7% per
i trattamenti di mobilità, per una spesa complessiva che registra un +16,8%.
PROROGA TERMINI VERIFICHE REDDITUALI
Sono in corso di spedizione le richieste di dichiarazione reddituale per i titolari
di trattamenti pensionistici legati al reddito e dei modelli di dichiarazione per
l’accertamento dei requisiti delle prestazioni collegate all’invalidità civile.
I plichi inviati ai pensionati, a seconda delle situazioni personali, contengono i
seguenti documenti: Modello Red italiano o modello Red estero; Integrazione
Red 2010 – campagna Red 2011; Modelli di dichiarazione per i titolari di prestazioni assistenziali (Icric, Icric-indennità di frequenza, Iclav e Accas-Ps);
Modello per Indennità di frequenza - Denominazione della scuola. Per la trasmissione delle attestazioni all’Inps, gli interessati possono rivolgersi ad un
Centro di Assistenza Fiscale o a un professionista abilitato, oppure utilizzare la
procedura online disponibile sul sito internet www.inps.it.
I modelli Red esteri, invece, possono essere trasmessi all’Istituto tramite i Patronati o direttamente utilizzando la procedura on line messa a disposizione del
cittadino sul sito internet www.inps.it.
Per agevolare gli utenti, tenuto anche conto della concomitanza con gli adempimenti fiscali e con il periodo feriale, si è ritenuto opportuno prorogare i termini indicati nella lettera per il completamento del processo di verifica. Di conseguenza, saranno considerate utilmente trasmesse tutte le dichiarazioni presentate entro il 31 ottobre 2013 ai Caf, ai Patronati (per i Red esteri) o, tramite
Pin, direttamente all’Istituto.
SI AI CONGEDI PARENTALI ANCHE AD ORE
Via libera al congedo parentale su base oraria da parte del Ministero del Lavoro, che nella risposta all’interpello n. 25/2013 avanzato da Cgil, Cisl e Uil chiarisce come spetti alla contrattazione collettiva di 2° livello disciplinare le modalità di fruizione del congedo a ore previsto dall'art. 1 della legge 228/2012
(Legge di Stabilità 2013). Il Ministero ha chiarito che "non vi sono motivi ostativi ad una interpretazione in virtù della quale i contratti collettivi abilitati a disciplinare 'le modalità di fruizione del congedo parentale di cui al comma 1
[dell'art. 32, D.Lgs. 151/2001] su base oraria, nonché i criteri di calcolo della
base oraria e l’equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata
lavorativa' possano essere anche i contratti collettivi di secondo livello".
Il congedo su base oraria permette di fruire dei congedi – diversi dal congedo
di maternità o paternità obbligatori – che un genitore lavoratore può richiedere
: la differenza è che frazionandoli in ore invece che in giorni a tempo pieno , si
agevolano interruzioni 'più elastiche' per conciliare lavoro e famiglia.
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