01 PAG ok copia - Avanti della domenica
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@ DELLA DOMENICA [email protected] ANNO XVI - N. 30 DOMENICA 8 sEttEMbrE 2013 SPED. ABB. POST. - DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art.1, Comma 1, DCB) ROMA TAXE PERCUE - TASSA RISCOSSA - ROMA ITALY EURO 1,50 s AVANTIONLINE E t Dopo Vattimo, che spaccia ‘attivisti’ per ‘consulenti’ arriva Erri De Luca che plaude al sabotaggio I No Tav giocano alla rivoluzione? Noi stiamo con Caselli Carlo Correr M A A N L s E O C I A L Nencini: “Siamo i garantisti della sinistra. Berlusconi ha firmato? Meglio così, sarà più facile raggiungere il quorum” Mauro Del Bue I I REFERENDUM PER UN’ALTRA ITALIA L’avventura ha inizio nizia oggi una nuova avventura. E siccome non sono giovane rivendico il fatto di affrontarla ancora con grande entusiasmo. Si tratta di assumere appieno la direzione sia politica che editoriale dell’Avanti!. Non è cosa da poco. L’Avanti! è un giornale che uscì la prima volta il giorno di Natale del 1896, come strumento di lotta dei socialisti italiani, nati quattro anni prima a Genova in un partito che si chiamava Partito dei lavoratori. Conobbe alterne vicende. Fu diretto da Bissolati, ma anche da Mussolini, da Nenni, da Pertini e da Lombardi, da Bettino Craxi. Noi ne rivendichiamo l’eredità sia pure nella dimensione online. Chissà, forse l’avrebbero scelta anche nel 1896 i nostri nonni, se mai fosse esistita allora. È in fondo la più agile, moderna, economica. Non ci sentiamo dunque eredi di serie B. Anzi. E non ci pesa troppo il fatto che in Italia il partito socialista sia stato ridotto al lumicino da un sistema politico postidentitario e oggi in profonda crisi di credibilità. Anzi, questo ci sprona a dare il meglio di noi. Faremo dell’Avanti! uno strumento di lotta politica a cominciare dai referendum dei quali intendiamo diventare organo di informazione, di sensibilizzazione e di mobilitazione. Daremo ampio spazio all’azione dei nostri sette parlamentari, alle loro proposte di legge, ai loro interventi in commissione e in aula. Introduciamo tre nuove rubriche fisse, la prima dedicata al territorio, perché l’Avanti! deve diventare il giornale sul quale possano scrivere tutti i socialisti, dando notizie ed esprimendo opinioni da Aosta a Trapani. Poi viene da oggi pubblicata la rubrica Giovani, perché intendiamo fare della questione giovanile un nostro caposaldo e infine quella riferita allo sport, non per dare risultati e classifiche, ma per affrontare temi della politica sportiva che appaiono di enorme interesse. Intendiamo col tempo costruire un rete Avanti!, che sia radicata in tutte le regioni italiane, non una organizzazione parallela al partito, ma una nuova flessibile, aperta struttura di corrispondenti, collaboratori, addetti alla raccolta pubblicitaria, che possa diventare anche sede di confronti e dibattiti culturali e politici. Infine stiamo predisponendo una nuova versione grafica del giornale, che tra qualche giorno presenteremo. Non mi resta che cominciare il lavoro con Carlo, Roberto, Silvia, Laura. A loro un ringraziamento preventivo. Penso che saremo un gruppo affiatato. L’avventura ha inizio. t L a scadenza è alla fine di questo mese. Questo è il tempo che la legge concede per la raccolta delle 500 mila firme valide per indire i referendum promossi dai radicali, che hanno trovato tra le forze politiche sostegni ‘storici’, come quello dei socialisti, ma anche un po’ sorprendenti come quello recentissimo di Berlusconi. 12 referendum che toccano questioni rilevantissime, su cui si discute da anni o da decenni, che la legge regola in maniera assai discutibile. È il caso ad esempio di quello sulla Responsabilità civile dei magistrati (due quesiti). In questo caso si tratta addirittura di un ‘bis’ per- ché già in passato (1987) proprio il PSI con i Radicali lo aveva proposto (e vinto con i sì all’80%), ma la legge successiva del 1988 rispose solo in parte alla richiesta referendaria. E sempre in tema di giustizia c’è un altro quesito, anche questo una storica battaglia socialista, per la Separazione delle carriere dei magistrati. L’Italia è praticamente un’eccezione in Europa e tra le democrazie occidentali a non contemplare carriere separate, con una ‘vicinanza’ di ruoli tra pm e giudice, che finisce per incidere sulla credibilità del processo. Anche quello del Divorzio breve, il quesito che chiede di eliminare l’inuti- INTERVISTA Pia Locatelli, parlamentare PSI e Presidente onorario IS Donne Femminicidio, non soltanto una questione di genere Barbara Conti I l femminicidio è un fenomeno che uccide una donna ogni 2-3 giorni. Il governo ha approvato i primi di agosto un decreto per contrastare la violenza sulle donne, che ha suscitato le critiche di alcune associazioni femminili ed è stato definito da molti un provvedimento di pura facciata. Ne abbiamo parlato con l’on. Pia Locatelli, presidente onorario dell’IS donne, che analizza il problema tra ideologia, cultura, sensibilizzazione e impegno politico. Che ne pensi del decreto? É positivo che il governo abbia voluto dare un segno del proprio impegno per contrastare la violenza domestica ed il femminicidio e lo ha fatto con l’unico strumento che ha disposizione un governo: il decreto legge. Ora si tratta di valutarne il merito e, se necessario, come io ritengo, modificarlo per migliorarlo. Questo lo deve fare il Parlamento, ma non può farlo da solo ed infatti sta avviando una serie di audizioni. Ho già detto che le prime ad essere ascoltate devono essere le associazioni di donne, che da anni si occupano di questo dramma: sono loro le vere esperte; ma va dato atto al premier Letta di aver mantenuto la promessa in tempi da record e di aver coinvolto un buon numero di Ministri. Questo apprezzamento al governo, però, non ci rende cieche rispetto a diversi punti del decreto che devono essere rivisti, a partire dall’insistenza sulla repressione, che non tiene conto delle norme già esistenti, quali la possibilità di allontanare il coniuge maltrattante dalla casa coniugale. Combattere la violenza ed il femminicidio è difficile e complesso; per farlo dobbiamo considerare come nostra bussola la Convenzione di Istanbul e corrispondere agli obiettivi che essa ci dà perché definisce con chiarezza il fenomeno, le politiche e gli atti legislativi necessari. a pagina 2 le obbligo di tre anni di separazione prima di poter chiedere il divorzio, rientra nell’insieme delle modifiche per ampliare i diritti dei cittadini e garantirgli una giustizia migliore. Anche in questo caso c’è una continuità storica perché proprio i socialisti, col sostegno dei radicali, condussero la battaglia che portò all’istituzione del divorzio con la legge che porta il nome del nostro deputato Loris Fortuna. Dunque nulla di strano se il segretario nazionale del PSI, Riccardo Nencini, in una delle manifestazioni a sostegno della raccolta firme, ha detto che i socialisti “sono i garantisti della sinisegue a pagina 2 Roma, via Santa Caterina da Siena 57 PSI, nuova sede grazie a ... Garibaldi! C hiunque abbia frequentato le feste dell’Avanti! sa che uno dei gadget più richiesti è la maglietta rossa con l’effigie di Giuseppe Garibaldi. L’amore riconoscente dei socialisti per ‘l’Eroe dei due mondi’ è facilmente riscontrabile fin dai primi atti congressuali del 1892. Bettino Craxi, anche da premier, si recò una volta l’anno a Caprera per rendere omaggio a chi unificò l’Italia con soli mille uomini. Oggi il nome Garibaldi torna con sollievo nelle vicende del Psi. Da ferragosto è operativa la nuova sede nazionale in via Santa Caterina da Siena 57, a due passi da piazza della Minerva e dal Pantheon. La sede al piano nobile del palazzo è bella, ampia, prestigiosa, antica e con i soffitti a cassettoni. C’è anche il balcone con il pennone per la bandiera. Il tutto per un affitto che costa la metà rispetto alla precedente sede di piazza San Lorenzo in Lucina. Ma cosa c’entra Garibaldi? Scorrendo il contratto di locazione, stipulato dal tesoriere Oreste Pastorelli, il nome del locatore è scritto a chiare lettere: Famiglia Garibaldi. La tradizione continua. Garibaldi libera risorse che il Psi potrà utilizzare per la propria azione politica. Il dramma delle buone intenzioni Berlusconi, il rinvio è la soluzione che piace a tutti Alberto Benzoni a pag.3 Alex Ballaman da www.Presseurop.eu S ui No Tav stiamo col giudice Caselli. C’è davvero un’assuefazione alla violenza, una tolleranza di radice ideologica, un lasciare correre e minimizzare che ricorda drammaticamente gli anni di piombo. Il risultato non sarà certo lo stesso, ma le premesse possono esserci. La denuncia del magistrato del ‘pericolo terrorismo’ e soprattutto l’avviso rivolto alla sinistra, che già in passato ha peccato di strabismo grave, ha ragioni precise. Esempi? Due freschissimi. Il filosofo Gianni Vattimo, non contento di non aver condannato con sufficiente convinzione le azioni tutt’altro che ortodosse dei No Tav, un po’ di tempo fa si è avvalso delle sue prerogative di europarlamentare per andare a visitare un attivista ospite del carcere delle Vallette. Non bastasse, invece di condannare fermamente e pubblicamente gli assalti ai cantieri, scelse di farsi accompagnare da due militanti del movimento, indubbiamente ferratissimi sulla materia, spacciandoli però per ‘consulenti’. La ‘consulenza’ a tre col facinoroso incarcerato è stato è un comportamento davvero poco simpatico, oggetto di un’audizione dello stesso intellettuale da parte dei giudici torinesi a cui, evidentemente, non piace essere gabbati. Ma Vattimo non è un caso isolato. Erri De Luca – almeno per noi – un ottimo scrittore, è sulsegue a pagina 3 I s t A - Stampa e Tv - Quello che non vi hanno detto di noi Da Berlusconi tattiche dilatorie “Troppi fraintendimenti attorno alla questione Berlusconi. Una cosa – commentano Riccardo Nencini, Marco Di Lello ed Enrico Buemi, membro della Giunta per le immunità al Senato - è cancellare i residui, tutti giuridici, prima di votare la decadenza, altra cosa è mettere in campo soluzioni che spostano nel tempo, senza alcuna certezza, la soluzione del problema. Sta crescendo l’impressione che talune interpretazioni della legge Severino siano tali solo per guadagnare mesi. La strada maestra per sciogliere i dubbi residui è affidarsi ad una interpretazione autentica della norma, che valga per tutti i cittadini. Il potere legislativo può farlo in pochissimo tempo. Per evitare tattiche dilatorie utili solo a Berlusconi”. Ambiente, una Fukushima della camorra nel casertano “Abbiamo una Fukushima a due passi dal Vesuvio e non lo sappiamo?” È quanto si chiede il capogruppo dei socialisti alla camera, Marco Di Lello, che ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’interno e dell’ambiente per sapere se è stato dato un seguito alle rivelazioni del pentito della camorra Carmine Schiavone. “Schiavone – prosegue Di Lello - nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky TG 24 ha affermato che, nelle province di Napoli e Caserta, sono stati seppelliti fanghi termonucleari e tossici di vario tipo, anche con la complicità delle istituzioni, preposte al governo e al controllo del territorio”. Affermazione che conferma quanto già si scritto nella relazione della Commissione antimafia del 5 febbraio scorso, ma aggiunge il particolare agghiacciante dei ‘fanghi termonucleari’ sepolti nelle cave dismesse del casertano. Notizie già riferite alla magistratura negli anni scorsi, che confermano il sospetto di danni gravissimi e irreparabili all’ambiente e alla salute dei cittadini. Ma perché non se ne parla? Timore di ingenerare allarme, mancanza di prove o perché – conclude il parlamentare socialista non si ha la forza di combattere la criminalità organizzata con le complicità della politica e della industria?” Per valutare la nuova IMU aspettiamo la Service Tax “L’Imu sulla prima casa andava abolita. Dal Cdm - ha detto nei giorni scorsi Oreste Pastorelli - sono arrivare le prime risposte agli italiani. L’esenzione di questa tassa iniqua anche per i terreni agricoli e fabbricati rurali darà un po’ di respiro a imprese e agricoltori che più di tutti hanno subito gli effetti di questa crisi terribile. Rimane da chiarire attraverso quali misure il governo intenda intraprendere per coprire il gettito perduto a seguito dell’abolizione Imu. Prima di esprimere una valutazione complessiva è bene aspettare, come ha ribadito lo stesso commissario europeo per gli affari economici Rehn, di analizzare i dettagli dell’annunciata ‘service tax’, già dalle misure che verranno adottate con la prossima legge di stabilità del prossimo ottobre, per capire da dove verranno le risorse per far fronte al mancato gettito ai comuni derivante dall’Imu”. DELLA DOMENICA 2 www.partitosocialista.it Nencini: Berlusconi ha firmato? Bene, più ... dalla prima stra”. E se qualcuno storce la bocca perché si trova a firmare a fianco di Berlusconi, “meglio così – ha chiosato – sarà più facile raggiungere il quorum”. Certo il sostegno del Cavaliere odora molto di escamotage per sostenere la sua personalissima battaglia contro la magistratura e sicuramente la sua firma può dare ai 12 quesiti referendari, ma in particolare a quelli che riguardano la giustizia, una valenza negativa capace di far fuggire dai tavoli qualche cittadino in cuor suo garantista, ma affatto disponibile a sostenere la personalissima battaglia di Berlusconi contro le ‘toghe rosse’. Ma ha ragione Nencini, qualcuno scapperà, ma i simpatizzanti del Cavaliere sono ancora milioni e molti ora la loro firma la metteranno. Certo è curioso davvero che Berlusconi firmi per chiedere l’abolizione di leggi volute, sostenute, varate dai suoi governi come quella sull’immigrazione o quella sulla droga. Umanamente lo scusiamo, ma politicamente è da criticare perché conferma ancora una volta la sua capacità di interpretare le necessità del Paese se- condo i suoi personalissimi bisogni. D’altronde ha avuto davvero, soprattutto con l’ultimo governo da lui presieduto, la possibilità di cambiare l’Italia in meglio e non lo ha fatto. Meglio tardi che mai, l’importante oggi è il risultato, perché non bisogna dimenticare che i referendum sono dieci (due hanno un doppio quesito) e che nessuno è obbligato a firmare per tutti anche perché, come nel caso di quello che chiede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, i socialisti non sono d’accordo. Saranno poi gli italiani, al momento del voto, a dire l’ultima parola con un Sì o con un No, a dare il giudizio che conta sulla validità dei 12 quesiti referendari. Anche per questo è molto importante la mobilitazione dei socialisti. È importante far conoscere le iniziative che vengono prese a livello locale, far sapere se ci sono nuovi tavoli per firmare, con il luogo esatto e gli orari. Ricapitoliamo comunque i quesiti proposti: divorzio breve; responsabilità civile dei magistrati; separazione delle carriere dei magistrati; droghe: niente carcere per fatti di lieve entità; ergastolo; lavoro e immigrazione; magistrati fuori ruolo; abolizione finanziamento pubblico partiti; 8 x mille; custodia cautelare. Firmare, firmare, firmare. Il fenomeno della violenza sulle donne quanto è reale e trattato seriamente e quanto stigmatizzato, ideologizzato e strumentalizzato? Purtroppo è reale e lo è sempre stato. Solo che prima non se ne parlava, restava chiuso nelle mura domestiche per paura, per vergogna o per ignoranza, per emergere solo nelle sua conseguenza più eclatante: il femminicidio. Veniva e tuttora viene considerato un fatto privato e soprattutto un fatto di donne, per questo non ha assunto nell’opinione pubblica la drammaticità di cui è carico. Finalmente se ne sta prendendo coscienza: la violenza contro le donne è fatto pubblico e soprattutto riguarda e coinvolge gli uomini perché è causato dalla loro incapacità di riconoscere ed accettare la liberta? femminile. economica e psicologica e anche sessuale, fuori e dentro casa, frutto di una cultura che ancora attribuisce l’origine della violenza alla liberalizzazione dei costumi, quando invece si tratta di “machismo” criminale. Oggi la maggiore attenzione è dovuta soprattutto alle battaglie portate avanti dalle associazioni femminili, dalle ideatrici della Convenzione No More a Se Non Ora Quando, da esponenti della cultura e dello spettacolo o da iniziative internazionali come il progetto “Zapatos Rojos”, lanciato dall’artista messicana Elina Chauvet. I media sono intervenuti dopo amplificando l’attenzione con rischio a volte di produrre pericolosi emuli. La politica, infine, è arrivata ancora più tardi e devo dire che la svolta c’è stata proprio in questa legislatura, grazie anche alla presidente Laura Boldrini che, già dal suo discorso di insediamento alla Camera, ha mostrato particolare sensibilità per queste tematiche. Un’attenzione maggiore dunque: merito dei media o della politica che se ne sta occupando? Contro le donne c’è la violenza fisica, Infatti uno dei primi provvedimenti approvati da questo Parlamento è stata la ratifica della Convenzione di Istanbul. Che significato assume Femminicidio, non più soltanto una ... Conti dalla prima Lavello (PZ) Ci sarà anche Maurizio Bolognetti, segretario regionale dei Radicali Italiani, giovedì 5 settembre dalle 17,00 al gazebo allestito in piazza S. Cuore per promuovere la sottoscrizione dei quesiti referendari. Pisa e Codigoro (FE) Prosegue il tour di Riccardo Nencini alle feste socialiste. Giovedì 5 settembre alle ore 20.00 sarà a Pisa e venerdì 6 settembre a Codigoro (FE). Reggio Emilia La federazione del Psi di Reggio Emilia assieme al Partito radicale annuncia che sabato 7 e sabato 14 settembre, mattino e pomeriggio, allestirà tavoli per la raccolta di firme per i referendum in piazza del Monte, nel cuore della città. Al tavolo, anche come autenticatore, ci sarà Mauro Del Bue, direttore dell’Avanti! e assessore comunale. Gianmario Scaramuzza L a terza Repubblica, dopo che è fallita anche la seconda, è ancora in uno stato di impasse e lungi dall’essere effettiva. Da una parte, nel centro destra, si afferma ancora che il mandato è affidato al capo, unico riferimento e non al partito, con il paradosso di un agglomerato nato per il volere del capo e destinato a morire con lui. Il centro sinistra deriva da un ventennio di sconfitte, pur avendo provato le più disparate coalizioni e la cui paurosa debolezza emerge ogni giorno nella continua lotta al berlusconismo che, altro paradosso, finisce poi con l’allearsi anche con questo. Un governo con una tale maggioranza, quella attuale, mai vista che non riesce a formulare uno straccio di riforma perché sottoposto a continui ricatti. Di Grillo è impossibile parlarne Direttore Politico Organo ufficiale del Partito Socialista Italiano aderente all’Internazionale Socialista e al Partito Socialista Europeo I 12 QUESITI REFERENDARI Divorzio breve - Per eliminare l’inutile obbligo di tre anni di separazione prima di poter chiedere il divorzio. Responsabilità civile dei magistrati* - Perché i cittadini possano ottenere dal magistrato, e in tempi rapidi, il giusto risarcimento dei danni a seguito di irregolarità e ingiustizie da loro subite. Separazione delle carriere dei magistrati - Per ottenere la garanzia di essere giudicati da un giudice terzo obiettivo ed imparziale che abbia una carriera diversa da quella del Pubblico ministero che accusa. Abolizione Finanziamento pubblico partiti - Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dei rimborsi elettorali. 8xmille - Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una scelta. Custodia cautelare - Per limitare il carcere preventivo, cioé prima della sentenza di condanna, ai soli reati gravi. Droghe: niente carcere per fatti di lieve entità - Per eliminare quelle norme che riempiono inutilmente le carceri e paralizzano la giustizia. Ergastolo - Per abolire il carcere a vita ed ottenere una pena detentiva che abbia la finalità di rieducare il condannato. Lavoro e immigrazione* - Per abrogare quelle norme discriminatorie che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare degli stranieri. Magistrati fuori ruolo - Per far rientrare nei Tribunali le centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica amministrazione per smaltire l’enorme debito giudiziario. (* 2 quesiti) e quante possibilità ci siano che venga ratificata dagli altri Paesi nel numero necessario per poter diventare effettiva? La ratifica della Convenzione di Istanbul è un importante passo frutto di un ottimo lavoro di squadra. Abbiamo accelerato l’iter e siamo arrivati a un accordo in tempi da record, grazie all’impegno di tante colleghe e alcuni colleghi, a dimostrazione che questo Parlamento, messi da parte i pregiudizi ideologici, può lavorare e fare cose concrete. L’Italia è il quinto Paese ad aver ratificato la Convenzione che però, per entrare in vigore, ha bisogno della ratifica di dieci Paesi, di cui almeno otto membri del Consiglio d’Europa. Mi auguro che altri si uniranno e spero che lo facciano in tempi brevi. Ma la ratifica della Convenzione e una nuova legge non sono sufficienti. É fondamentale che una volta che ci saremo dotati degli strumenti legislativi, che in parte già ci sono, questi poi vengano messi in condizione di funzionare. Quasi tutte le vittime degli ultimi fatti di cronaca avevano denunciato il loro aguzzino. Tutte le loro richieste di aiuto sono rimaste senza risposta e sono state lasciate so- le e senza protezione. Questo non dovrà più accadere. Come impedire che si ripetano situazioni analoghe e cosa andrebbe ancora fatto? Per combattere tutte le forme di violenza bisogna avere la consapevolezza che le politiche di contrasto non possono essere a costo zero, come dimostra l’azione dei centri antiviolenza che viene rallentata e spesso impedita dalla cronica mancanza di fondi. Non mi stancherò mai di sottolineare che la risorsa fondamentale è rappresentata da associazioni e reti, soprattutto femminili, che da tempo si occupano del tema, le cui competenze sono preziosissime e disponibili. É necessario, poi, intervenire sul fronte della prevenzione, che è soprattutto educazione, introducendo nelle scuole di ogni ordine e grado specifici progetti e corsi di educazione all’affettività e alle relazioni e nelle università la promozione e il sostegno degli studi di genere. Ho fatto notare, in occasione della presentazione del decreto alla Camera, che l’assenza del Ministero della Pubblica Istruzione e Università nel decreto è una carenza che va colmata. I No-Tav giocano alla rivoluzione? Noi ... Correr dalla prima la stessa linea. Evidentemente assistere agli scontri dei No-Tav con polizia e carabinieri, per uno che si è formato in Lotta Continua quando dare addosso al commissario Calabresi appena sospettato di aver avuto un ruolo nella strana morte dell’anarchico Pinelli, era considerata un’azione giusta e doverosa, lo ha fatto ringiovanire come d’incanto. Dunque il nostro è sceso in campo a dar manforte all’ala dura della contestazione e in un’intervista all’Huffington Post ha preso le difese dei due attivisti arrestati dalla polizia definendo con un’ironia incomprensibile, l’arsenale trovato nella loro auto a base di molotov, maschere antigas, fionde, cesoie, chiodi a quattro punte, ‘pericoloso materiale da ferramenta’. Insomma secondo il nostro è buono e giusto non limitarsi a strillare slogan e fare ‘sit in’ per sostenere le proprie ragioni come si usa nei Paesi civili e democratici, ma anche tagliare le reti di protezione per entrare nei cantieri, per sabotare e naturalmente fare anche un po’ di guerriglia. Ma quello che davvero sconcerta nella posizione di De Luca – non diversa da quella di Vattimo – è l’assoluta indifferenza alle regole della democrazia liberale parlamentare, che è quella che governa il nostro Stato. Alla domanda se non trovasse strano combattere anche violentemente delle decisioni prese democraticamente, risponde: “(La Tav) non è una decisione politica, bensì una decisione presa dalle banche e da coloro che devono lucrare a danno della vita e della salute di una intera valle. La politica ha semplicemente e servilmente dato il via libera”. In base a questo assunto (ma dove sono le prove di quanto dice?) che non ammette repliche gli viene chiesto ancora qual è la soluzione. E lui di nuovo pronto alla rivoluzione in nome del popolo, sentenzia: “Non so cosa potrà succedere. Mi arrogo però una profezia: la Tav non verrà mai costruita. Ora l’intera valle è militarizzata, l’esercito presidia i cantieri mentre i residenti devono esibire i documenti se vogliono andare a lavorare la vigna. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”. Chiaro no? Ecco perché stiamo col giudice Caselli. “Noi - come dichiara Nencini - siamo sempre stati favorevoli alla Tav e non abbiamo paura a denunciare le violenze”. Repubbliche: la seconda è morta e la terza non sta tanto bene APPUNTAMENTI della domenica ANNO XVI - N.30 - DOMENICA 8 SETTEMBRE - 2013 perché, al di là della sua gestione a dir poco padronale, quello che ha affermato ieri, oggi non è più valido, non ultima la presa di posizione sul Porcellum, sconcertando non poco anche i suoi. Molti autorevoli giornalisti continuano ad affermare che per uscire da questa situazione stagnante, l’unica via è un passo indietro di Berlusconi che ad onore del vero sarebbe auspicabile, ma dovrebbe essere seguito da un’uscita di scena di tutta una classe dirigente, incapace da vent’anni, di far uscire l’Italia dal pantano. L’auspicio da parte di tutti gli elettori è in primis la riaffermazione della propria volontà, almeno con una legge elettorale nuova che riammetta le preferenze. La nuova legge elettorale, auspicabilmente a doppio turno e con il sistema proporzionale con preferenza, potrebbe essere un effettivo punto di parten- Mauro Del Bue Segreteria di Redazione Domenico Paciucci Direttore Responsabile Dario Alberto Caprio Società Editrice Nuova Editrice Mondoperaio srl Redazione Carlo Corrér, Emanuele Pecheux Presidente del Consiglio di Amministrazione Oreste Pastorelli za per il cambiamento e per uscire dal bipartitismo a cui oggi si è aggiunto il terzo incomodo. Tutto ciò permetterebbe una giusta collocazione di quell’elettorato indotto al voto utile prima e poi per il voto contro, per non dissipare i voti, dandoli a partiti insignificanti nei numeri. Lo scopo è di rafforzare solo chi ha sgovernato fino ad oggi riducendoci nella situazione attual e. L’elettore nel nuovo sistema riconosce nelle schede elettorali il proprio partito ideale, chiaramente un partito che sia formalmente Costituzionale, con il proprio statuto, con gli organi interni eletti, con un bilancio pubblico, potrebbe sdoganarsi dai lacci imposti dalla legge attuale e darebbe voce anche a gruppi rappresentativi della società. Il Partito Socialista Italiano, rinnovato e depurato dalle scorie del passato, potrebbe essere una di quelle alternati- Redazione e amministrazione P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 – Roma Tel. 06/68307666 - Fax. 06/68307659 email: [email protected] Impaginazione e stampa ve per riassumere quel ruolo che da troppo tempo è mancante in Italia, come forza riformista, al pari delle maggiori social democrazie europee. Con queste considerazione la democrazia risulterebbe maggiormente rappresentativa del volere degli elettori i quali potrebbero ritrovare la voglia di ritornare alle urne in maniera consistente. La situazione potrebbe tornare alla normalità invertendo l’attuale tendenza dell’antipolitica e ritrovare il gusto vero della politica onesta che si preoccupa prima di tutto della società in cui viviamo. Sottoscrizioni versamento su c/c postale n. 87291001 intestato a Nuova Editrice Mondoperaio srl P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 00186 Roma Chiuso in tipografia il 4/9/2013 L.G. Via delle Zoccolette 25 – Roma Ufficio Abbonamenti Roberto Rossi 1 copia € 1,50 - 1 copia arretrata € 3,00 Aut. Trib Roma 555/97 del 10/10/97 La riproduzione è consentita a patto che sia citata la fonte. Il materiale ricevuto non viene restituito. www.partitosocialista.it DELLA DOMENICA 3 www.partitosocialista.it ANNO XVI - N.30 - DOMENICA 8 SETTEMBRE - 2013 Il dramma delle buone intenzioni nel tentativo di Napolitano di superare ‘questo’ bipolarismo I polli di Renzo e il comunitarismo Berlusconi, un rinvio la soluzione che piace a tutti Una proposta per il Mezzogiorno Alberto Benzoni L a costruzione della propria identità attraverso la delegittimazione o, più esattamente, la contestazione “esistenziale” di quella dello schieramento avverso, non è affatto, come ci viene raccontato, una deplorevole manifestazione dell’anomalia italiana, perché fa parte, piuttosto delle regole politiche fondamentali di qualsiasi bipolarismo degno di questo nome: che si tratti della Francia o della Spagna, della Gran Bretagna o degli Stati Uniti. A cambiare, semmai, è la base specifica di questa contrapposizione/delegittimazione, che, per inciso, raggiunge la sua forma più estrema proprio negli Stati Uniti, coinvolgendo opposte visioni del rapporto tra stato e individuo, pubblico e privato. In questo quadro, l’Italia costituisce certamente un caso a sé. E perché il suo bipolarismo è un dato recente, creato a freddo da come elemento di contestazione ideologica della prima repubblica e delle sue pratiche. E, soprattutto, perché la sua matrice personalistica, dato, questo, assolutamente unico, nasce sin dall’inizio da una scelta strategica del vero fondatore del bipolarismo italiano: Silvio Berlusconi. Il Nostro sarà, nel corso del tempo, tutto e il contrario di tutto, sino a ricoprire il ruolo di operaio e di partigiano. Ma rimane costantemente, anzi diventa sempre più, nel corso del tempo, “innocente perseguitato”. Innocente perché pregiudizialmente mondato da qualsiasi colpa dal consenso popolare, perseguitato perché difensore della libertà degli italiani contro i suoi multiformi nemici, giudici, comunisti, fisco, poteri forti, grandi corporazioni, Europa. Posizione contestabile da qualsiasi punto di vista (sostenere che il consenso ci collochi al di sopra della legge è roba, almeno in Europa, assolutamente eversiva), ma di un’efficacia politica straordinaria. Perché è intorno all’immagine che Berlusconi ha proiettato di sé stesso che si è consolidato, nel corso del tempo un “immaginario collettivo” assai compatto e consistente, un’area culturale e sociale cui, al limite non importa poi tanto che Berlusconi sia innocente mentre invece importa moltissimo che sia perseguitato; e da parte di quello Stato e di quelle istituzioni che, sino ad allora inascoltata, aveva sempre considerate nemiche. Questo per dire che l’immagine dell’innocente perseguitato mantiene, anzi accentua nel corso del tempo il suo carattere assolutamente fondante. E lo stesso vale, evidentemente, per l’immagine di Berlusconi come “delinquente seriale” (espressione usata qui nel suo significato proprio di violatore sistematico di codici e di regole). Anche questa contestabile da vari punti di vista, ma anche questa assolutamente fondante e per un’area culturale e sociale - dagli “uomini delle istituzioni” alla borghesia sensibile ai ceti interessati in positivo al ruolo dello Stato che avrebbe trovato, nel corso del tempo, l’avversità a Berlusconi e al berlusconismo come base per il suo comune sentire. È dunque da queste due mezze verità che nasce e si sviluppa in modo autonomo il bipolarismo italiano. In un giuoco a somma zero destinato a concludersi, prima o poi, con la sconfitta totale dell’uno o dell’altro. Un contrasto che si può deplorare quanto si vuole, ma non sino al punto di considerarlo fonte di tutti i mali del Paese o, peggio ancora, di accantonarlo come pura sovrastruttura propagandistica. Un’osservazione, sia detto con la massima chiarezza, che vale, in primo luogo, per il nostro Presidente della Repubblica. Egli ha ereditato dal suo partito d’origine una pregevole, ma a volte eccessiva vocazione pedagogica. E in questo quadro ha prima suggerito, poi imposto e poi difeso come unica scelta possibile, le ‘larghe intese’. Un’operazione, appunto, pedagogica in cui si chiede ai due schieramenti: di riconoscere di non essere in grado, né l’uno né l’altro, di reggere le sorti del Paese, di accettare il fatto che, per uscire dalla crisi, c’è una sola strada su cui è necessaria la convergenza di tutti e, infine e soprattutto, di accantonare le ragioni fondanti del loro contrasto. Ottime le intenzioni. Totalmente illusorio il disegno. Illusorio pensare che la coabitazione forzata di oggi faciliti gli armoniosi contrasti futuri. O che (come è ampiamente illustrato dalla vicenda Imu) la collaborazione di governo porti ad un comune sentire sui problemi. Mentre è totalmente assurdo pretendere che vengano accantonate le ragioni di fondo su cui sono nati i due schieramenti di fondo del berlusconismo e dell’antiberlusconismo, e proprio quando lo scontro si sta avvicinando alla sua inevitabile conclusione. Berlusconi ed Epifani questo l’hanno capito benissimo. Berlusconi sa, meglio di chiunque altro che, se accettasse la sentenza, vedrebbe crollare il mito fondante della persecuzione politica su cui ha costruito, pezzo dopo pezzo, il comune sentire del suo popolo. Ed Epifani, garante di ultima istanza delle ragioni del suo schieramento, sa altrettanto bene che accettare una forzatura drammatica delle regole (tipo grazia o ricorso alla Consulta), lo vedrebbe crollare. Una situazione che non tollera mediazioni. E in cui l’unica risorsa è il rinvio. La pratica meno pedagogica che ci sia. [email protected] Maurizio Ballistreri leader della politica naIzasedicenti zionale, quelli che riempiono sendire nulla le pagine dei quotidia- ni,sembrano ormai preda della “sindrome dei polli di Renzo”, si beccano e non sanno che stanno per andare a morire, ergo ad essere catapultati negli scantinati non della Storia, ma della cronaca. Tutto ciò avviene senza tenere in contro il dramma delle esclusioni sociali generate dalla finanza speculativa globale e dal rigorismo monetarista made in Germany, che stanno distruggendo ogni residuo tessuto comunitario. Ma la difesa delle piccole comunità, dei territori, delle tradizioni dall’incalzare del fiume in piena della mondializzazione e dal suo frutto velenoso, la “società liquida”, efficacemente descritta da un sociologo legato alla sinistra tradizionale come Zygmunt Baumann, sono problemi che non possono essere lasciati ad un “localismo oppositivo”, ma, al contrario, analizzati in una diversa prospettiva politica. Ciò deve valere in particolare per il nostro Mezzogiorno, ormai cancellato dalle agende politiche del governo e dei partiti che lo sostengono. In questo senso deve prendere corpo una proposta in grado di rendere compatibile un progetto credibile di modernizzazione con la vasta domanda di comunità che esiste in Europa e in Italia. Difesa delle radici storiche e delle identità cul- turali dei territori, sostegno ai corpi intermedi sociali tra Stato e mercato, decentramento territoriale dell’economia, in primo luogo delle banche in funzione dell’accesso al credito dei singoli cittadini e delle piccole imprese, welfare locale affidato anche al privato-sociale di associazioni e cooperative. E ancora ripartizione dei profitti e partecipazione agli utili e alle decisioni aziendali dei lavoratori, secondo la formula della democrazia economica e della socializzazione delle imprese di ispirazione socialdemocratica, in alternativa al capitalismo fallimentare dei supermanager: queste sono le linee-guida di un generale disegno di ricomposizione su base locale del tessuto economico e civile, messo a rischio in termini di secessione sociale dal mercato globalizzato. Una proposta politica nuova tra globale e locale, che affonda le sue radici in culture antiche quanto diverse: lo spirito comunitario dei Padri pellegrini americani, i soggetti delle autonomie collettive di ispirazione cristiana, i valori liberaldemocratici della “società aperta”, le tutele sociali di tipo mutualistico di un certo socialismo utopistico (di cui si trova traccia nella Nuova Atlantide di Francesco Bacone, nell’Utopia di Thomas More e nella Città del Sole di Francesco Campanella sino alle teorie di Owen, SaintSimon, Fourier, Proudhon nell’800). Culture diverse per restituire i territori alla gente che vi abita. La sfida del riformismo socialista in Trentino IL CORSIVO Perché crediamo nel centrosinistra I teppisti allo stadio, i tifosi a casa Alessandro Pietracci R ingrazio il dottor Emilio Arisi, segretario provinciale di SEL, per l’attenzione che ha voluto riservare al progetto del Psi Trentino di costruire una lista che sappia dare una rappresentanza istituzionale alle tradizioni riformiste, laiche e liberaldemocratiche. Arisi però si chiede come sia possibile portare a termine questa missione all’interno di una coalizione, quella del centro sinistra autonomista, in cui convivono forze politiche molto diverse tra di loro. Vorrei puntualizzare alcuni elementi che ritengo indispensabili. Lo scopo dei socialisti non è quello di unire tutti partiti di sinistra in una sorta di Izquierda Unida spagnola oppure in un raggruppamento come il francese Front de Gauche, guidato da Jean Luc Mélenchon: questa prospettiva magari consente una migliore purezza ideologica, ma confina all’opposizione queste forze politiche. La sfida dei riformisti è invece quella di portare al go- verno le proprie istanze di rinnovamento. Qui sta una parte della differenza tra la posizione del Psi e quella di Sel. Noi crediamo infatti che nella coalizione tuttora al governo del Trentino ci sia spazio per un’aria politica in grado di pensare al futuro della nostra provincia. Bisogna mettersi d’accordo sui contenuti programmatici su cui puntare. Sono decenni che la sinistra si divide su quello che significa in concreto la parola riformista. Con uno slogan si potrebbe dire che è riformista chi è in grado di offrire ai cittadini sempre più opportunità di crescita individuale e collettiva. In fondo fin dai suoi albori il movimento socialista ha cercato di liberare l’uomo dalle varie schiavitù a cui era soggetto. Questo grande progetto di liberazione si è tradotto prima nella lotta per i diritti dei lavoratori, poi per i diritti civili degli individui. Nel corso del tempo si è capito però che questi diritti andavano di pari passo con istituzioni efficienti e trasparenti, con uno Stato de- mocratico credibile agli occhi dei cittadini ma pure sviluppato economicamente e socialmente. Potremmo continuare a lungo in questo discorso. Penso però che il suo nucleo di fondo sia applicabile anche al Trentino. Noi socialisti puntiamo sicuramente sull’allargamento dei diritti civili (dal divorzio breve alla tutela delle coppie di fatto) ma crediamo che alla nostra provincia servano ipotesi di riforma che vadano al cuore della struttura stessa del governo della nostra comunità. Maggiore trasparenza, meno burocrazia, ancoraggio agli standard europei, riconversione ecologica della produzione, incentivi alla ricerca. Ecco, sono convinto che questi obiettivi si possano raggiungere con più facilità partecipando ad una coalizione che abbia forte l’ambizione di vincere, piuttosto che puntare, giocoforza, al ruolo di minoranza. Su questi aspetti credo che potremmo trovare sintonie inaspettate, come sta già avvenendo con il candidato presidente Ugo Rossi, proveniente da un partito a prima vi- sta lontano da una sensibilità laica, ma aperto e disponibile al confronto con le nostre posizioni. Il problema maggiore resta invece quello della frammentazione. È un peccato che il Psi e Sel, che pure condividono molte istanze, siano su sponde vicine, ma tra loro avversarie politicamente. Ciò rischia di indebolire qualsiasi proposta riformista. Ed ha ragione il direttore Giovanetti quando sottolinea che l’esito della frammentazione diventa la palude, cioè l’incapacità di governare e quindi di cambiare concretamente le cose. La politica è proprio la via stretta che conduce dall’ideale alla realtà. In mezzo c’è la responsabilità di prendersi carico anche delle contraddizioni insite in una coalizione plurale. Noi accettiamo questa sfida. E speriamo vivamente di poter collaborare con Sel in consiglio provinciale, augurandoci a vicenda un buon successo elettorale. (da l’Adige, 29 agosto 2013) e indirette, aiutando anche le imprese a uscire dalla crisi. Per infondere fiducia negli imprenditori prevediamo un biennio di finanziamenti legati all’adozione di nuove tecnologie, alla capitalizzazione e alla costruzione di distretti industriali. Favoriremo la capitalizzazione delle giovani cooperative e proporremo la defiscalizzazione delle imprese agricole e del lavoro in agricoltura. Pensiamo di promuovere gli Enti Locali instaurando una Camera Bassa dei Comuni dotata di parere consultivo obbligatorio che affianca il Consiglio Regionale nell’attività legislativa. E restituendo ruolo e funzione al Consiglio delle Autonomie”. Grecanica (Festa dell’Avanti!). Oltre ai momenti ludici e culturali, si è svolto anche un dibattito pubblico sul tema “Riforme e sviluppo per superare la crisi odierna”. Tra gli altri è intervenuto il compagno Michele Santarelli e nell’occasione è stato allestito un tavolo di raccolta firme sui dodici quesiti referendari. NOTIZIE IN BREVE Bitonto (BA) “I bitontini non sono più disponibili a subire ulteriori danni all’ambiente ed altri rischi per la salute. No alla discarica Fer.Live in contrada Colaianni” si legge nel documento diffuso e firmato da Psi e Federazione Giovani Socialisti. Una messaggio che fa seguito ad una lista delle discariche già presenti nelle campagne della città. Cagliari Sarà il 40enne Simone Atzeni, laureato in Scienze politiche, economista, e segretario della Federazione di Cagliari del Psi dal 2010, a rappresentare il Partito Socialista alle primarie della coalizione di centrosinistra per la scelta del candidato a Governatore per le prossime elezioni regionali. Atzeni garantisce: “Il lavoro prima di tutto, con politiche dirette Bagaladi (RC) Il primo settembre scorso si è svolta la Prima Festa dei Socialisti dell’Area Genova Il 3 settembre, in occasione della festa nazionale del Pd a Genova, si è svolto il dibattito “Il valore delle idee: confronto sull’Italia tra crisi e opportunità”. Hanno partecipato l’On. Paola De Micheli del Pd ed il Sen. Riccardo Nencini. San Severo (FG) Il 2 settembre a San Severo, nell’Aula consiliare, si è tenuto un incontro con l’Associazione radicale “Di Lascia” e il Partito socialista locale per la presentazione della campagna referendaria “Cambiamonoi” e “Giustizia Giusta”. La Spezia Solidarietà alla famiglia di Luca Pellegrini, vittima di un altro drammatico incidente sul lavoro, è stata espressa dal PSI. “Dolore e rabbia per un assurdo incidente e la perdita di una giovane vita, hanno dichiarato Giacomo Gianello e Maurizio Viaggi. Il PSI è il partito del lavoro e dello statuto dei lavoratori. Occorrono investimenti sulla sicurezza, nella cultura del lavoro e delle tutele. La sicurezza sul lavoro va oltre alle logiche del profitto, il lavoratore e la sua vita deve essere la priorità e deve essere al centro anche delle politiche aziendali e di governo”. n altri Paesi i cento incappucciati IVerona che hanno aggredito il pullman del non sarebbero neppure entra- ti allo stadio. Da noi, che abbiamo le leggi più severe e illiberali del mondo in fatto di stadi, invece sì. Strano che dopo Daspo, tessere del tifoso, prefiltraggi, filtraggi, tornelli, steward, questi delinquenti possano o assistere a partite o sostare a lungo nei nei pressi dello stadio assolutamente incontrollati e poi prendere a sassi un pullman, frantumalo, mettere a serio rischio la vita di giocatori, allenatori e dirigenti. Anche dopo che la curva degli ultras giallorossi era stata tenuta vuota per atteggiamenti razzisti precedenti, riferiti alla gara RomaMilan. Siamo daccapo. Se non c'è una repressione mirata alle frange di tifosi a rischio se non esiste una adeguata rete di schedatura delle tifoserie potenzialmente violente, se non si pratica poi un controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine fuori dagli stadi, a nulla servono i decreti Pisanu e Amato che alla fine danno ugualmente la possibilità ai violenti di svolgere i loro raid e le persone normali, che non accettano che gli stadi siano divenuti una sorta di campo di concentramento, sono invece sempre più orientate a starsene comodamente sedute in salotto. mdb BREVI “Il balletto tra Camera e Senato sulla norma del tetto degli stipendi dei manager pubblici - ha dichiarato il sen. Enrico Buemi - è inaccettabile e incomprensibile. In un momento in cui tutti nel nostro Paese (pensionati, lavoratori, imprenditori, etc.) si sottopongono e accettano misure di contenimento dei propri redditi, è una vergogna che sia proprio una ristretta categoria di burocrati e manager pubblici a sfuggire al dovere di dare il buon esempio”. DELLA DOMENICA 4 www.partitosocialista.it ANNO XVI - N.30 - DOMENICA 8 SETTEMBRE - 2013 I guasti provocati dalla conservazione che prevale sull’innovazione, in economia come in politica Se l’immaginazione andasse al potere ... Gianfranco Sabattini In un numero recente de “la Repubblica”), il filosofo Maurizio Ferraris sostiene che l’immaginazione è la modificazione della memoria, nel senso che essa “pesca nel mondo, combina, e solo attraverso queste combinazioni crea”; si tratta di una facoltà della mente che tutti possiedono. Nel passato, era ritenuta una capacità di pochi, esclusiva di chi, si pensava, fosse dotato di genio o talento, come artisti, poeti, musicisti e scrittori; oggi si pensa che l’immaginazione sia un tratto della personalità di tutti, seppure in misura diversa e con stimoli diversi. Una diversità non discriminante, ma che conforma tutti all’impegno a riproporre di contino la visione del mondo reale che li circonda. Nella tradizione occidentale, l’immaginazione è intesa come creatività, legata al nuovo e distaccata dalla tradizione; è una capacità che permette di costruire relazioni fra le immagini della mente e fra queste e il mondo circostante. L’immaginazione non è astratta, in quanto è concreta perché riflessa in tutte le cose ideate e create dall’uomo. Credere possibile di tradurre in realtà, sempre, tutte le immagini della mente si sarebbe vittime di una pericolosa ideologia, sebbene esse possano a volte configurarsi come sogni nella nostra attività mentale, senza trovare però alcuna realizzazione. I motivi possono essere vari: perché non si hanno conoscenze e competenze adeguate, i mezzi necessari per realizzare quello che si immagina; perché si è troppo sognatori o addirittura troppo anticipatori rispetto all’epoca in cui si vive. L’immaginazione può essere, dunque, creatività o patologia: è creatività quando si immaginano cose che non esistono nella realtà, ma che possono essere realizzate; è patologia quando si è convinti di poter realizzare ciò che è fuori dalle umane possibilità del presente. In questo caso, pretendere di tradurre in reale ciò che è solo fantasia non sarebbe creatività, ma conseguenza di un qualche disagio esistenziale. Nel mondo reale contemporaneo non si potrebbe definire uno dei suoi protagonisti, l’imprenditore, senza pensarlo dotato di un’immaginazione tale per cui sia possibile affermare che imprenditorialità e immaginazione coincidono. Per Joseph Schumpeter o Ludwig Von Mises, il circostante in cui l’imprenditore-innovatore opera, il mercato, non è una realtà statica dove egli agisce considerandolo come fosse un dato a lui esterno, per distruggere creativamente un ordine costituito e sostituirlo con uno nuovo. Il mercato, il mondo dell’imprenditore-innovatore, non è uno Lettere Papa Francesco ha cominciato bene L’operato di Papa Francesco mi sembra in linea, fin quì con quanto di buono annunciato. Da laico e socialista ho la conferma della vicinanza tra cristianesimo sociale e socialismo umanitario, tema molto dibattuto in questi mesi sull’Avanti, alla riscoperta di un socialismo europeo ed italiano umanitario e premarxista. Più ancora mi convince il procedimento di santificazione di Papa Giovanni XXIII. La figura morale e storica di Angelo Roncalli, il papa buono di Pacem in Terris, che contribuì ad evitare la terza guerra mondiale, merita approfondimento perché anche i giovani sappiano. Adalberto Andreani - Rieti. Il centralino dell’INPS? Un segreto Oggi (23 luglio), all’ INPS di Roma in Via Amba Aradam, ho fatto la domanda che mai avrei dovuto fare... Come in un film degli ‘60-’70 ambientato in Sicilia, le risposte che mi sono state date oggi, a luglio del 2013 e nella città Caput Mundi, non erano a parole, ma a cenni con la testa e tutti a significare che non potevo fare quella domanda! Allo sportello n° 7 mi hanno risposto con un ghigno e, facendomi capire che la mia domanda era fuori luogo, mi hanno spedito allo sportello n° 4. Dopo aver fatto la fila anche allo sportello n° 4, la risposta è stata silenziosa e con lo scrocchio della lingua sul palato dell’impiegata che stava a significare il tipico “no” dei siciliani tanto ritratto nelle vecchie pellicole. Incredulo, ho ripetuto la domanda e la risposta verbale dell’impiegata, scrollando le spalle e scuotendo la testa, è stata “non può chiedere questa cosa, solo online”. Caspita! Tutto ciò è assurdo, ho pensato io! Allora ho chiesto di parlare con un responsabile: “Di male in peggio, caro signore”, mi ha risposto l’impiegata! Però, dopo qualche botta e risposta, mi ha spedito dalla Guardia Giurata posta all’ingresso dell’edificio. Costui mi guardava ed impassibile non dava risposta alla mia domanda! Gli avevo ripetuto la mia semplicissima “stato”, ma un “processo” relativo ad una realtà dinamica in continuo divenire, all’interno della quale l’imprenditore agisce come una sua parte integrante, cogliendo le opportunità ancora non avvertite e attivando un processo tendente a mettere capo al “nuovo”. In questa prospettiva, l’imprenditore con la sua immaginazione è il motore del suo mondo, colui che, in un certo senso, dà l’avvio al processo che rende possibile di cogliere opportunità non ancora vissute. Ma c’è di più, con l’uso dell’immaginazione, non è solo l’imprenditorialità a rivelarsi nelle azioni, in quanto anche le azioni rivelano la loro intrinseca natura imprenditoriale. L’uso dell’immaginazione rende imprenditoriale ogni azione, in quanto atto di scelta creativo, rivolto al futuro, tra i diversi mezzi alternativi percepiti disponibili. In tutti i sistemi sociali moderni, nelle azioni e nei comportamenti di ogni attore pubblico e privato dovrebbe essere presente una dimensione imprenditoriale-innovativa. Se tutte le azioni ed i comportamenti umani fossero improntati in questo senso, allora tutti, sorretti dalla loro immaginazione, dovrebbero concorrere, come recita un antico aforisma di Albert Einstein, a “svuotare la diga della conoscenza”, affinché le sue acque possano irrigare i terreni dove si coltivano nuove realtà. Le acque, però, non dovrebbero essere disperse; a tal fine, occorre che l’immaginazione funga da condotta per incanalare le acque in modo tale che ciascun seme della creatività, frutto dell’immaginazione umana, possa crescere e anche innestarsi su un’altra specie. Con gli innesti così realizzati, l’insieme delle soluzioni imprenditoriali innovative si estenderebbe ben oltre la linea di confine del mondo di ognuno. L’immaginazione, dunque, non essendo una riserva per specialisti, dovrebbe riuscire a coinvolgere tutti, indipendentemente dalla posizione di ognuno nel mondo del reale. A conclusione di questo discorso, viene spontaneo chiedersi: il mondo attuale è vissuto con effettivo spirito imprenditoriale e innovativo? Non è facile rispondere, se si pensa che in gran parte dei Paesi gli imprenditori in senso tecnico per risolvere i drammatici problemi della crisi in atto fanno largo uso di una memoria che si limita a riproporre il peggio del “già vissuto”. Soprattutto in Italia, dove gli imprenditori fanno largo uso delle memoria, e non dell’immaginazione, solo per trarre profitto con la conservazione dei risultati di scelte sbagliate del passato; con gli operatori politici che, anch’essi privi di immaginazione, li annusano e li seguono come “cani in calore”, per porre in essere comportamenti conformi ai loro interessi, solo per ragioni elettorali e per la conservazione dello status acquisito. [email protected] [email protected] domanda e lui, anche se con il viso un po’ impacciato, continuava a non rispondermi!?! Per un attimo ho pensato “mo je (gli) busso su la fronte e vedo si (se) c’è quarcuno (qualcuno) lì dentro”. Poi ho preferito mantenere le giuste maniere ed ho estratto il mio cellulare dalla tasca, ho attivato la fotocamera, l’ho inquadrato nel display e gli ho detto in educato italiano: “Ti voglio fotografare”. Quel cellulare non è un’arma, ma la guardia, temendo chissà cosa, si era decisa a confessare: “Signore, non posso darle il numero dell’INPS”. A seguito di vari tentativi per ottenere una spiegazione sull’omertà di tutti gli impiegati, come se ci fosse stato un ordine impartito d’ufficio, sono riuscito ad avere il tanto bramato numero del centralino!!! A questo punto, dubitando io sulla veridicità della risposta e sulla validità del numero, prima di andar via da lì ho voluto provare a chiamare il centralino dell’INPS! Incredibile, ma vero, il disco automatico del centralino dell’INPS di Roma, della Caput Mundi, ancora recita: “(...) La sede resta chiusa per la festività patronale il 29 giugno (...)”. Provare per credere: 06.77381. Ovviamente sono a disposizione anche i video degli omertosi qualora qualcuno abbia voglia di dubitare del presente racconto, realmente accaduto oggi 23 luglio 2013, a partire dalle ore 11:119 come segnato sul numeretto per la fila. Per coloro che volessero provvedere davvero a far funzionare un ufficio pubblico, è possibile verificare questa situazione andando lì a fare la semplicissima domanda “Mi da il numero dell’ufficio?”. P.S.: Il motivo della mia domanda e del mio viaggio all’INPS è stato in nome e per conto di altro soggetto a cui è stata tecnicamente sospesa l’erogazione della pensione da marzo scorso, nonostante sia indubbio il diritto di percepirla, nonostante abbia già affrontato 2000 km per sentirsi dire “solo online”, nonostante gli sia stato detto che “ora la pratica è a posto” a gennaio 2013, a marzo 2013, ad aprile 2013, a maggio 2013, ad inizio luglio 2013 e oggi... per un totale di circa 5000 km! Tutto ciò è veramente indecoroso! Michele Piacentini L’atomica di Kim Il li b ro Alfonso Siano capace di osare tanto. L’Atomica di Kim, ricomponendo come in un puzzle le varie tessere, dai retaggi storici alla logica della propaganda, dalla leadership della famiglia Kim alle effettive potenzialità delle forze armate nordcoreane, dalle politiche di appeasement della Corea del Sud ai delicati equilibri regionali, analizza l’intima natura del più isolato e misterioso Paese del globo ed il suo modo di approcciarsi al mondo esterno. Il libro ci fa capire perché considerare oggi, dopo l’ascesa del trentenne Kim Jong-un, la Corea del Nord semplicemente un regime dittatoriale e poco credibile dal punto di vista nucleare, potrebbe essere un tragico errore. E anche a livello regionale, la situazione resta complicata con gli Stati Uniti sempre più preoccupati ma allo stesso tempo consapevoli della delicatezza di un equilibrio che vede la Cina quale potenza emergente, il Giappone che morde il freno e la Corea del Sud non più disposta a farsi carico senza condizioni della disastrosa situazione economica dei coreani del Nord. Ogni minaccia che arriva dal Paese eremita non può dunque essere sottovalutata. L’ Atomica di Kim, si intitola così l’ultimo libro di Nunziante Mastrolia, Claudia Astarita e Stefano Felician Beccari, Edizioni Rubbettino. A distanza di sessanta anni dalla firma dello storico armistizio che il 27 luglio del 1953 pose temporaneamente fine alla guerra fratricida fra Corea del Sud e Corea del Nord, il lavoro dei tre ricercatori del Centro Militare Studi Strategici ci aiuta a capire perché un Paese affamato, isolato e quasi arcaico nella sua ortodossia, arrivi a minacciare una guerra atomica. Solo pochi mesi fa, infatti, la Corea del Nord era arrivata a minacciare Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud di una rappresaglia nucleare in caso di attacco. La tensione era salita anche a seguito di alcuni test missilistici precedentemente condotti dal Paese eremita, in grado di raggiungere con i suoi vettori obiettivi sempre più distanti. In quell’occasione il mondo aveva reagito con un sentimento misto di preoccupazione ed incredulità dinanzi alla sfida nordcoreana, chiedendosi se il regime militare alla guida di quel Paese fosse stato davvero >> DIRITTI & LAVORO a cura di Carlo Pareto<< Dall’Inps erogati 58,5 miliardi DISOCCUPAZIONE, RADDOPPIATA IN DIECI ANNI LA SPESA La spesa per i trattamenti di disoccupazione, in 10 anni, è più che raddoppiata; nello stesso periodo il trattamento d’integrazione salariale straordinaria è cresciuto di 10 volte. Complessivamente, le prestazioni per il mantenimento al reddito, lo scorso anno, sono arrivate a sfiorare i 10 miliardi di euro, con una crescita del 230,8% in dieci anni. È quanto risulta dai dati, elaborati dall’Adnkronos, contenuti nelle tabelle dell’ultimo rapporto annuale dell’Inps. L’istituto di previdenza dal 2002 al 2012 ha erogato 58,5 miliardi di euro in prestazioni per il mantenimento del salario. La crisi ha avuto un peso determinante nell’andamento della spesa: infatti negli ultimi 4 anni sono state assorbite oltre la metà delle risorse complessive stanziate negli ultimi 10 anni (il 57,2%). L’andamento dei trattamenti di disoccupazione, d’integrazione salariale straordinaria, della mobilità, ha registrato un trend costante dal 2002 fino al 2008. Successivamente, con l’inizio della crisi economica, si è verificata una forte impennata: negli ultimi 4 anni le spese complessive sono aumentate del 108% rispetto al quadriennio precedente. Tornando al confronto con il 2002, si è registrato un forte incremento, in particolare, per i trattamenti di disoccupazione, che sono aumentati del 115,6%; negli ultimi quattro anni la crescita è stata del 158,7% rispetto al quadriennio precedente. Nell’ultimo anno la spesa per le voci ‘standard’ è stata di 2,5 miliardi, mentre la quota a carico della ‘gestione prestazioni temporanee’ e’ stata di 5 mld, per un totale di 7,5 mld. Passando alle altre voci che compongono la spesa destinata alle prestazioni per il mantenimento del salario, l’incremento maggiore si è registrato per i trattamenti d’integrazione salariale straordinaria, che in 10 anni sono cresciuti del 998,5%. Durante la crisi la crescita è stata del 307,8% rispetto ai quattro anni prevedenti, arrivando lo scorso anno a quota 4,4 mld. Infine i trattamenti di mobilità ha registrato una crescita, dal 2002 al 2012, del 104,6% con una spesa arrivata a quota 2.825 mld. L’incremento, durante la crisi, è stato ‘solo’ del 44,6%. Nel 2012 la spesa, rispetto all’anno precedente, è cresciuta del 17,1% per i trattamenti di disoccupazione, del 17,2% per i trattamenti d’integrazione salariale straordinaria e del 15,7% per i trattamenti di mobilità, per una spesa complessiva che registra un +16,8%. PROROGA TERMINI VERIFICHE REDDITUALI Sono in corso di spedizione le richieste di dichiarazione reddituale per i titolari di trattamenti pensionistici legati al reddito e dei modelli di dichiarazione per l’accertamento dei requisiti delle prestazioni collegate all’invalidità civile. I plichi inviati ai pensionati, a seconda delle situazioni personali, contengono i seguenti documenti: Modello Red italiano o modello Red estero; Integrazione Red 2010 – campagna Red 2011; Modelli di dichiarazione per i titolari di prestazioni assistenziali (Icric, Icric-indennità di frequenza, Iclav e Accas-Ps); Modello per Indennità di frequenza - Denominazione della scuola. Per la trasmissione delle attestazioni all’Inps, gli interessati possono rivolgersi ad un Centro di Assistenza Fiscale o a un professionista abilitato, oppure utilizzare la procedura online disponibile sul sito internet www.inps.it. I modelli Red esteri, invece, possono essere trasmessi all’Istituto tramite i Patronati o direttamente utilizzando la procedura on line messa a disposizione del cittadino sul sito internet www.inps.it. Per agevolare gli utenti, tenuto anche conto della concomitanza con gli adempimenti fiscali e con il periodo feriale, si è ritenuto opportuno prorogare i termini indicati nella lettera per il completamento del processo di verifica. Di conseguenza, saranno considerate utilmente trasmesse tutte le dichiarazioni presentate entro il 31 ottobre 2013 ai Caf, ai Patronati (per i Red esteri) o, tramite Pin, direttamente all’Istituto. SI AI CONGEDI PARENTALI ANCHE AD ORE Via libera al congedo parentale su base oraria da parte del Ministero del Lavoro, che nella risposta all’interpello n. 25/2013 avanzato da Cgil, Cisl e Uil chiarisce come spetti alla contrattazione collettiva di 2° livello disciplinare le modalità di fruizione del congedo a ore previsto dall'art. 1 della legge 228/2012 (Legge di Stabilità 2013). Il Ministero ha chiarito che "non vi sono motivi ostativi ad una interpretazione in virtù della quale i contratti collettivi abilitati a disciplinare 'le modalità di fruizione del congedo parentale di cui al comma 1 [dell'art. 32, D.Lgs. 151/2001] su base oraria, nonché i criteri di calcolo della base oraria e l’equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa' possano essere anche i contratti collettivi di secondo livello". Il congedo su base oraria permette di fruire dei congedi – diversi dal congedo di maternità o paternità obbligatori – che un genitore lavoratore può richiedere : la differenza è che frazionandoli in ore invece che in giorni a tempo pieno , si agevolano interruzioni 'più elastiche' per conciliare lavoro e famiglia. [email protected]