neurologia 2016
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neurologia 2016
Le malattie Congenite/disembriogenetiche Traumatiche Tossiche e carenziali Vascolari (ischemiche emorragiche malformative) Degenerative Neoplastiche Infettive/ Disimmunitarie (infiammatorie) Idiopatiche / criptogenetiche “sine materia” Sistema nervoso centrale Encefalo (cervello e tronco encefalo) + Midollo spinale TRONCO ENCEFALICO (diversi colori) “Noi siamo il nostro cervello” Il Neurone 2 settimane 7 anni !!!!!!!!!! Neurone : Cellula perenne Caratteristiche istologiche del SNC RAPIDO / LENTO Idrocefalo ictus ICTUS = COLPO ICTUS Emorragico Ischemico Ictus emorragico Si rompe un vaso e il sangue dilaga in un tessuto soffice ICTUS ISCHEMICO 15% della gittata 20% del consumo di ossigeno Glucosio Autoregolazione miogena, P Co2/O2, Metabolica Esigenze elevatissime Ischemia globale Focale: - lacune - aree piu’ o meno estese ( fino a infarto devastante) Encefalopatia ischemica Ictus ischemico Dinamiche spazio-temporali dello sviluppo e dell’evoluzione del danno ischemico cerebrale Molti vecchi TIA!! 3h 72 h Riperfusione •E’ dimostrato che il rapido ripristino del flusso ematico cerebrale in caso di occlusione vascolare acuta può determinare il completo recupero della funzionalità del tessuto cerebrale La riperfusione del tessuto ischemico può avvenire attraverso 3 meccanismi: Ricanalizzazione spontanea Trombolisi farmacologica e/o meccanica Collaterali leptomeningei A 15 anni dall’avvento delle prime terapie trombolitiche, numerosi studi e la pratica clinica hanno confermato il beneficio della riperfusione precoce Strategie terapeutiche per lo stroke acuto RIPERFUSIONE (approccio vascolare) ( Flusso ematico) Edema tissutale Trombolisi Angioplastica Endarterectomia NEUROPROTEZIONE (approccio parenchimale ( vulnerabilità del tessuto) Eccitotossicità ([Ca2+]i, Radicali liberi Infiammazione Apoptosi Trombolisi Sistemica, endovenosa: rtPA 0.9 mg/kg entro 3 ore dall’esordio. Endovascolare, intrarteriosa rtPA, urokinasi Meccanica Controllo a 24 ore: ricanalizzazione completa Definizione Si parla di danno da riperfusione quando la circolazione sanguigna torna al tessuto dopo un periodo di ischemia causando danno al tessuto stesso invece della ripresa della normale funzionalità. A livello cerebrale….. Gli effetti della riperfusione non sono solo e sempre positivi. La riperfusione tissutale che segue la trombolisi o l’embolectomia innesca una cascata di eventi molecolari che risultano lesivi per il parenchima cerebrale. Parte del tessuto ischemico cerebrale, soprattutto quello a livello della “penombra ischemica” è ancora vitale al momento della trombolisi ma, paradossalmente, muore durante la riperfusione DANNO DA RIPERFUSIONE: IL COSIDDETTO “OXYGEN PARADOX” In seguito alla trombolisi, la riperfusione ematica riporta i livelli di ossigeno tissutale a livelli fisiologici ma in un tessuto sofferente a causa del precedente insulto ischemico. Ne risulta una marcata formazione di radicali liberi dell’ossigeno, ROS, attraverso vari meccanismi. I principali sono: 1 – In tutte le cellule: diretta riduzione dell’ossigeno molecolare 2 – Endotelio: reazioni enzimatiche catalizzate da xantina ossidasi, ciclossigenasi, nitrossido sintetasi. 3 – Leucociti (soprattutto neutrofili attivati): mediante la NADPH-ossidasi (produzione di superossido nella fase tardiva della riperfusione) 4 - Cellule neuronali e gliali: a livello del complesso I e III della catena respiratoria mitocondriale (diretta formazione di superossido), ossidazione di metaboliti endogeni quali catecolamine e lipidi di membrana Effetto dei ROS prodotti a causa della riperfusione ione superossido: O2perossido d’idrogeno: H2O2 ossigeno singoletto O° perossinitrito ONOOGlutammato/eccitotossicità NMDA/AMPA GLUr NOS i NOS n NOS e Ca++ Na+ acidosi cell Perossidazione dei lipidi di membrana, con conseguente: aumento permeabilità: disionie, depolarizzazione danno reticolo sarcoplasmatico: blocco sintesi proteica, trafficking cellulare blocco della respirazione mitocondriale: crisi energetica, aumentata produzione di ROS (circolo vizioso) blocco scavengers Ossidazione delle proteine, con conseguente : alterazione dei canali ionici e pompe ioniche (Na+/K+ ATPasi, Ca++ ATPasi, scambiatore Na+/Ca++): disionie, depolarizzazione Danni agli acidi nucleici, con conseguente : blocco trascrizionale e innesco della cascata apoptoticaPARP1 caspasi indipendente Conclusioni Il danno da riperfusione: Si associa frequentemente alla riperfusione cerebrale E’ tanto maggiore quanto più tardiva è la riperfusione Time is brain E’ causato da disfunzione endoteliale, formazione di radicali liberi e infiltrazione granulocitaria Può essere visualizzato con MRI nell’uomo A livello preclinico può essere ridotto con opportune tecniche capaci di bloccare i fenomeni patogenetici che ne stanno alla base (ROS, infiammazione) Tali strategie non hanno dato risultati analoghi nell’uomo Il suo contenimento è un obiettivo principale nell’ambito della terapia farmacologica dell’ictus ischemico, soprattutto alla luce di un possibile prolungamento oltre le 3 ore dell’attuale finestra di riperfusione I Patogenesi del danno ischemico cerebrale INSULTO ISCHEMICO 10 ml / 100gr/min Si riduce ATP ( non si mantiene potenz membrana / si ha depolarizzazione , disfunzione mitocondriale) Incremento Glutammato / eccessiva eccitotossicità Incremento ingresso calcio/sodio Cascata di segnali Infiammazione / Radicali liberi / Danno mitocondriale Penombra/ Apoptosi /Necrosi Chronological sequence of mechanisms in postischemic neuronal death Zaleska et al., Neuropharmacology 56: 329, 2009 Eventi molecolari alla base della progressione del danno ischemico cerebrale: II – vie di morte tissutale Morte neuronale ischemica “Excyting, Radical, Suicidal” INSULTO ISCHEMICO NEURONE DEGENERA (vacuolizzazione /rottura) Macrofagi / angiogenesi infiammatoria / Gliosi reattiva Poroencefalia Le possibilità di una modulazione farmacologica della neurodegenerazione ischemica ?! NEOPLASIE Meningioma glioblastoma INFEZIONI Encefalite Herpetica ascesso parassitosi MALATTIE NEURODEGENERATIVE Malattia di Alzheimer “anche lui può essere CLINICAMENTE Alzheimer” Patologia della malattia di Alzheimer PLACCHE DI AMILOIDE: Proteina precursore dell’ amiloide APP depositi amorfi extracellulari di proteina β-amiloide (Aβ) sotto forma di placche Buona Cattiva GROVIGLI NEUROFIBRILLARI: intreccio intracellulare di neurofibrille formate da proteina TAU anomala Placche di amiloide Sono ammassi di sottili filamenti (7-10 nm) che si formano nello spazio extracellulare nel cervello dei malati di AD. Sono costituiti da una forma insolubile del peptide che deriva dalla proteina precursore del β-amiloide (APP) e queste placche possono avere un nucleo denso centrale. PROTEINA PRECURSORE DELL’AMILOIDE Colorazione rosso congo Causa dell’accumulo delle Placche Due cause principali dell’accumulo delle placche: 1. Forme dominanti della malattia associate alla disfunzione dei geni che controllano il metabolismo della proteina amiloide: α-, β-, and γsecretasi e preseniline 1 e 2 (problemi di disfunzione enzimatica) 2. Forme non dominanti della malattia (incluse le forme sporadiche) che coinvolgono i meccanismi della rimozione della Aβ. Il precursore dell’amiloide Blu PS1 Verde APP Rosso Mutazioni La proteina precursore dell’amiloide viene normalmente degradata per l’azione di una serie di proteasi, chiamate secretasi: α-, β-, e γ-secretasi che tagliano la proteina in sequenze specifiche (vedi forbici) Queste proteasi sono sotto il controllo di due altre proteasi: le preseniline 1 e 2 Mutazioni nelle preseniline, α-, β-, e γ-secretasi o nella APP stessa determinano l’accumulo extracellulare di Aβ (vedi aa rossi) sono causa di malattia. APP processing and Aß accumulation Mature APP (center, inside dashed box) is metabolized by 2 competing pathways: A) the α-secretase pathway that generates sAPP α and C83 (also known as CTF α; left) B) and the ß-secretase pathway that generates sAPPß and C99 (right). Some ß-secretase cleavage is displaced by 10 amino acid residues and generates sAPPß' and C89. All carboxyterminal fragments (C83, C99, and C89) are substrates for γ-secretase, generating the APP intracellular domain (AICD) and, respectively, the secreted peptides p3 (not shown), Aß (right), and Glu11 Aß (see Figure 4). Aß aggregates into small multimers (dimers, trimers, etc.) known as oligomers. Oligomers appear to be the most potent neurotoxins, while the end stage senile plaque is relatively inert. Rimozione dell’amiloide Ruolo dell’ApolipoproteinaE (ApoE) Proteina plasmatica implicata nel trasporto del colesterolo Nel SNC e’ prodotta dagli astrociti e interviene nei meccanismi di crescita e riparazione dopo un danno e nel trasporto del colesterolo nei neuroni Nell’AD la ApoE è legata alle placche di Aβ e ai grovigli neurofibrillari ApoE inibisce la formazione di fibrille di Aβ I peptidi amiloidi interagiscono direttamente con ApoE legandovisi Nei cervelli di soggetti sani ApoE si lega e sequestra Aβ in modo più efficiente che in quelli dei malati di AD ApoE ε4 IPOTESI COLINERGICA Inibitori acetil colinesterasi AChI Rivastigmina Donepezil Galantamina ( CEROTTI ) (ATTRAVERSANO LA BARRIERA EMATOENCEFALICA) ( REVERSIBILI ) IPOTESI GLUTAMMATERGICA Il principale neurotrasmettitore del Sistema Nervoso Centrale (SNC) è risultato essere il glutammato, responsabile del 70% delle risposte eccitatorie a livello del SNC. Si ipotizza come un’eccessiva stimolazione dei recettori per il glutammato possa contribuire alla perdita dei neuroni nel SNC con conseguente formazione di placche amiloidee o determinare un danno di tipo eccitotossico a carico dei neuroni resi più vulnerabili dopo l’esposizione all’amiloide MEMANTINA Soluzione orale VACCINO Lo scopo dell’ immunoterapia è stimolare il sistema immune a riconoscere ed eliminare Aβ o introdurre anticorpi preformati per prevenire la deposizione in placche di Aβ o aumentare l’eliminazione delle placche. La vaccinazione attiva è in grado di indurre un’eccessiva risposta autoimmune proinfiammatoria TH1-mediata, compromettendo gli eventuali benefici derivanti dalla rimozione delle placche. Nell’immunoterapia passiva la somministrazione passiva di anticorpi può aggirare la risposta T-cellulare indesiderata associata alla vaccinazione attiva, mantenendo le importanti attività biologiche correlate all’efficacia (16). ! Malattia di Parkinson Parkina (att proteasica fisiologica) Alfa sinucleina (turnover vescicole) dopamina Hornykiewicz Guggenheim Il miracolo La Dopamina non attraversa la BEE L-DOPA ( O. Sacks) Elevati dosaggi (10 gr / die!!) ( molti effetti collaterali per azione periferica della dopamina, soprattutto nausea e vomito subcontinui) DOPA Dopamina dopa decarbossilasi Passa BEE Inibitore DOPA decarbossilasi ! Non passa BEE Non passa la BEE Parkinsonismi dopamina dopamina Altre neurodegenerative VARIE ESPRESSIONI CLINICHE Deficit Equilibrio Incoordinazione Allucinazioni Spesso sintomi e segni di tipo Parkinsoniano + sintomi e segni di demenza Sclerosi Laterale Amiotrfica SLA SCLEROSI MULTIPLA MALATTIE DEMIELINIZZANTI PATOGENESI DISIMMUNITARIA DANNO INFIAMMATORIO EPILESSIA ANOMALIE DISEMBRIOGENETICHE /MALFORMAZIONI NIENTE SECONDARIE MIDOLLOSPINALE. INFEZIONI MIDOLLOSPINALE. TUMORI Il nervo MONONEUROPATIA Sindrome del tunnel carpale Polineuropatie (Ricordare le cause di malattia) Diabete Sindrome di Guilaain Barre’ Tossici e carenze nutrizionali etc Edward Jenner 1796 ( apprendista farmacista) PRIONE