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Repubblica.it » Affari e SUPPLEMENTO AFFARI E FINANZA 26 Maggio 2008 La Chiesa si scopre ecologica e ora punta su "Fratello Sole" la decisione VALERIO GUALERZI "Laudato si’ fratello Sole per tutta l’energia elettrica che ci puoi dare". A quasi otto secoli di distanza, la Chiesa cattolica sembra aver riscoperto in chiave di attualità il Cantico delle creature di San Francesco. Trasportate dal XIII secolo ad oggi, le parole dell’inno alla natura del Santo di Assisi si possono rileggere nella nuova veste di un manifesto programmatico per favorire l’introduzione delle innovazioni tecnologiche più rispettose dell’ambiente anche quando si tratta di costruire nuovi luoghi di culto o di restaurare vecchie chiese. A partire, ovviamente, dall’utilizzo dei pannelli fotovoltaici per la produzione di corrente e del solare termico per l’acqua calda. A illustrare la svolta è stato "Costruire bene per vivere meglio — Edifici di culto nell’orizzonte della sostenibilità", un convegno organizzato nelle settimane scorse a Roma dal Servizio nazionale per gli edifici di culto della Conferenza episcopale. Tre giorni di lavori per spiegare come anche la Chiesa cattolica intenda giocare la sfida ambientale, intrecciando i messaggi dottrinari e spirituali lanciati nei mesi scorsi da papa Benedetto XVI. Da un lato c’è quindi la cornice religiosa del nuovo corso, con le parole pronunciate lo scorso 2 settembre a Loreto dal Pontefice durante l’incontro con i giovani. «Uno dei campi, nei quali appare urgente operare — aveva ammonito Ratzinger in quell’occasione — è senz’altro quello della salvaguardia del creato. Alle nuove generazioni è affidato il futuro del Pianeta, in cui sono evidenti i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura. Prima che sia troppo tardi occorre adottare scelte coraggiose, che sappiano ricreare una forte alleanza tra l’uomo e la terra». Dall’altro ci sono gli obiettivi concreti fissati dalla Cei per la costruzione di nuovi edifici sacri, che grazie alla bioedilizia punta ad ottenere un risparmio energetico compreso tra il 30 e il 70 per cento. Più che un vero e proprio decalogo, a tutte le diocesi sono stati recapitati quelli che la Conferenza episcopale considera dei "progetti pilota" ai quali ogni parrocchia dovrà attenersi al momento di far costruire un nuovo edificio religioso o di restaurarne uno già esistente. «Si tratta — spiega l’architetto fiorentino Marco Sala — di due proposte progettuali realizzate per il restauro di due chiese ubicate nel centro storico di Bari, una costruita negli anni ‘80, la Chiesa del Buon Pastore, e un’altra, più antica, di epoca medievale». «Due esempi di intervento — precisa — di ristrutturazione di edifici sacri di epoche storiche totalmente differenti che saranno realizzati entrambi con criteri ecologici e che potranno essere presi ad esempio dai progettisti che saranno chiamati ad erigere nuove chiese o a intervenire su edifici storici». «Abbiamo compreso — sottolinea don Giuseppe Russo, responsabile del Servizio 1 di 2 nazionale per l’edilizia di culto — quanto sia decisivo l’orientamento e la forma di un edificio, il tipo di materiale, la forma e il posizionamento delle aperture, il rapporto intenso con l’ambiente e la relazione con la città». «Per raggiungere questo scopo — aggiunge — è necessario formare i collaboratori di curie e parrocchie su cosa significhi costruire bene per vivere meglio e affrontare con metodo rigoroso la progettazione e la realizzazione dei complessi parrocchiali». Del nuovo corso avviato dalla Cei fa parte inoltre una proposta di convenzione con la Goth Energy, società di tipo Esco (Energy Service Company) con base in Inghilterra, grazie alla quale la Chiesa italiana spera di poter accedere a forme di finanziamento esterno per rendere sostenibili i costi iniziali di investimento nel campo del risparmio energetico. «La bioarchitettura — spiega una nota della Conferenza episcopale — fino a pochi anni fa era ancora un argomento di nicchia, riservato agli appassionati e a coloro che profeticamente cercavano di anticipare una cultura ambientalista del costruire. Lo spreco del territorio, le immissioni inquinanti, il progressivo esaurirsi delle fonti energetiche non rinnovabili hanno determinato negli ultimi tempi una notevole accelerazione della diffusione di una corretta e concreta sensibilità nei confronti dell’ambiente e della sua salute». «Anche la Chiesa, da sempre sensibile ad ogni problema dai risvolti etici e antropologici — ricordano ancora i vescovi italiani — si sente giustamente impegnata a promuovere in modi diversi l’esatta concezione del rispetto dell’ambiente all’interno della più ampia cultura del rispetto per la vita e la salute dell’uomo». Divisione La Repubblica Gruppo Editoriale L’Espresso Spa 2 di 2 - P.Iva 00906801006