Islam, mala e disoccupati a Marsiglia soffia il vento Marine
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Islam, mala e disoccupati a Marsiglia soffia il vento Marine
Mercoledì 25 aprile 2012 PARIGI AGO D’EUROPA gli argomenti tradizionali del Front National, su immigrazione, uscita dall’euro, antieuropeismo. In vista del ballottaggio del 6 maggio, in quale maniera i due candidati cercheranno di ricuperare voti a destra e soprattutto al centro? Vedo Sarkozy messo molto male, poiché non ha scelta, il suo serbatoio di voti è nell’estrema destra, e dunque porterà avanti una campagna molto violenta, di “seduzione” nei confronti degli elettori del Front National; ha già iniziato d’altronde, scagliandosi contro l’immigrazione, il diritto al voto agli stranieri, gli accordi di Schengen, ecc. Costretto a scegliere, e si è orientato verso l’estrema destra. Quanto a Hollande, può già da adesso contare sulla sinistra tutta, e per avere dalla sua parte gli elettori del centro – facilitato dal fatto che Sarkozy porterà avanti una campagna di estrema destra – tenterà di conquistare gli operai che hanno votato per il Fronte nazionale. Con quali animali identificherebbe i due candidati? Per questo mi ispirerei alle favole di La Fontaine, e direi la lepre per Sarkozy e la tartaruga per Hollande: il primo rapido, agile e agitato, mentre il secondo, partito con lentezza con il suo guscio, non ha mai cambiato percorso. Anna Tito Islam, mala e disoccupati a Marsiglia soffia il vento Marine LA CAPITALE DEL SUD DELLA FRANCIA SI CONFERMA LA ROCCAFORTE DELLA LE PEN CON L’ALLEANZA DEGLI IMMIGRATI di Luca Telese votiamo tutti – dichiara – contro il disprezzo social-uempista”. La de-diabolisisation si cala nel territorio prendendo la forma più opportuna. A Marsiglia il Fn abbandona la lingua xenofoba di sempre e si mette a parlare di “nuova comunità nazionale” ai francesi di seconda generazione. Non sono casi isolati. Anche M’hammed Henniche, segretario generale della Union des associations musulmanes de Seine-Saint-Denis, arriva a sostenere che il voto al Fn “rompe l'oblio sulla nostra comunità”. E che dire del gran Mufti, Soheib Bencheikh? Anche lui a favore dei lepenisti: “Non condivido le loro tesi, ma almeno sono sinceri. Sarkozy, invece è un uomo pericoloso per la Francia. Mette una comunità in conflitto con l'altra”. Spiega Mohammed Colin, direttore del mensile Salam news: “I musulmani frontisti sono una minoranza. Ma contano: sono conservatori, spaventati dalla modernità e si ritrovano perfettamente inclusi nel binomio nazione-tradizione”. inviato a Marsiglia envenuti a Marsiglia, la capitale del kalashnikov!". Gli slogan dei lepenisti, sarcastici e avvelenati occhieggiano dalla sede del Front National, tra muri scrostati e ruggini degli apparati industriali dismessi. Ce l’hanno con il presidente uscente, con “Sarko”. Il manifesto firmato con il simbolo della fiamma stilizzata è tutto rosso: in mezzo c'è la foto in bianco e nero di un corpo al suolo accompagnata da una scritta bianca a caratteri cubitali “45% di delitti in più. È questa la sicurezza promessa da Sarkozy?”. I kalashnikov, la tranquillità perduta, gli ex muftì islamici che invitano a votare Marine Le Pen. Come è potuto accadere nella capitale della Francia meridionale? Qui, dove la candidata della destra radicale sfiora il 24%, nulla è come dovrebbe essere, e il frontismo conosce una nuova, ennesima, camaleontica (e vincente) metamorfosi. Ma per districarsi meglio nel caos di simboli, suggestioni e messaggi, bisogna provare a ricomporre le tessere del mosaico con un ordine diverso da quello suggerito dalle apparenze. B A destra Sarkozy salutato dai supporter (F OTO rà il pieno. L’uscita di Sarkozy, alla fin fine, potrebbe rivoltarglisi contro: di botto ha creato a sinistra unità d’intenti e di sentimenti, e chi esitava a scegliere il “tiepido” Hollande avrà adesso un motivo in più per sostenerlo. Se nella dinamica della candidatura socialista mancava un moto rabbioso, di orgoglio di classe e di storia, ebbene, ecco che Sarkozy gliel’ha servito su un piatto d’argento. ANSA) Per la sinistra è una dichiarazione di guerra contro il mondo operaio e sindacale E ALLORA benvenuti a Marsiglia, la città che un tempo era la capitale dei marinai perduti di Jean Claude Izzo e dei duri alla Jean Gabin, degli immigrati e del mélange culturale, della mala vecchia maniera. E che oggi – invece – ha cambiato la sua faccia, la sua Terza forza Una manifestazione di musulmani a Marsiglia e Marine Le Pen (F OTO ANSA) lingua e anche i codici della propria attività criminale. I nuovi boss sono quelli che racconta Massimo Carlotto nel suo ultimo libro, Respiro corto (Einaudi). Non vanno in giro con la pistola silenziata in tasca, vestono con abiti firmati e di buon taglio, abitano case arredate da architetti all'ultimo grido, hanno studiato in università di prestigio, re-interpretano la vecchia idea del traffico e del contrabbando in chiave post-moderna, ovvero come una NEL PARTITO DI B. Meglio Hollande e la Le Pen Il Pdl unito contro Sarkò di Fabrizio d’Esposito eri, di buon mattino in una trasmissione tv, il Imente deputato Giorgio Stracquadanio ha decisasopravvalutato la suo forza nel Pdl: “In Francia avrei votato Sarkozy e so di essere minoranza nel mio partito”. Il punto è che il noto falco berlusconiano è stato l’unico, dicesi l’unico, nelle quarantott’ore del post-voto transalpino, a essersi esposto per il marito di Carla Bruni. In quel che resta dell’ex partito dell’amore poi banda degli onesti di Angelino Alfano, le elezioni francesi hanno segnato un confine marziano, ben oltre l’anarchia interna. Chi sta con il socialista Francois Hollande, chi con i frontisti dell’estrema destra di Marine Le Pen. Nessuno con il neogollista che il 7 maggio 2007 faceva gongolare così il “Giornale” di famiglia: “La rivoluzione francese di monsieur Sarkò”. Altri tempi, quando il “metodo Nicolas” faceva impazzire di gioia i “conservatori” Berlusconi e Giuliano Ferrara, Fini e Bocchino, Gasparri e La Russa. Poi il famigerato asse Merkozy e soprattutto lo scherno pubblico e ridente di Sarkozy verso l’Italia di B. hanno ribaltato il giudizio. Il primo alfiere di questa strana destra hollandiana è stato l’ex ministro Giulio Tremonti, nemico del fascismo finanziario e tecnocratico. A seguire l’ex comunista Sandro Bondi, il già citato Ferrara (ieri sul “Foglio”: “Viva Hollande, dunque, ma in senso politico realista, non per stare a fare i trasformisti”), Guido Crosetto, Fabrizio Cicchitto e persino il presidente del Senato Renato Schifani, ex democristiano, che ha detto: “Una vittoria di Hollande ci converrebbe nel medio termine”. UN REALISMO surreale, quella del centrodestra italiano. Al punto che il Cavaliere in persona, per arginare il pericoloso virus filosocialista, ieri mattina ha ammonito colonnelli, gregari e gnocche del Pdl: “Non mi auguro una vittoria della sinistra in Francia”. Prima di lui, però, gli ex An si sono messi in fila per dichiarare amore e fedeltà alla figlia di Jean Marie Le Pen. Il più lesto è stato Ignazio La Russa, ex ministro e tuttora triumviro del Pdl, che addirittura vorrebbe essere invitato al Primo Maggio organizzato da “Marine venti per cento”. Reducismo e Stracquadanio come l’ultimo giapponese, non si arrende e si dice a favore del presidente nostalgia del futuro sul modello del Msi, anche se per La Russa, che adesso dimentica di aver scelto di morire democristiano nel Ppe, quella del Front National è “una destra europea, moderna e democratica”. Marine Le Pen ha di colpo resuscitato il missino in sonno che ogni ex An del Pdl porta dentro di sé. Nell’elenco ci sono Isabella Rauti di Pino, moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno, Altero Matteoli e Maurizio Gasparri. Nella processione lepenista, poi, non può mancare l’ex pasionaria nera Daniela Santanché, oggi di nuovo berlusconiana dopo che nel 2008 fu la candidata premier della Destra di Francesco Storace. Rivendica la Santanché: “Oggi è facile. Oggi che Marine ha vinto e che davvero farà la differenza sono tutti in prima fila a dire ‘brava Marine’. Ma la verità è un’altra: sono stata io l’unica ad averla invitata in tempi non sospetti”. A proposito di Storace. Iieri a Roma sono stati affissi migliaia di manifesti inneggianti alla coerenza: “In Italia come in Francia basta essere coerenti”. Forse per questo La Russa si è riscoperto lepenista: la paura è che la Destra possa lucrare voti al Pdl grazie all’effetto francese. Ma il capolavoro di sintesi, surreale ovviamente, è di Mario Landolfi, ex rautiano del Msi ed ex ministro finiano oggi vicinissimo a Nicola Cosentino, il Casalese del Pdl inquisito per camorra: “Tifavo per Marine, ma Hollande va bene”. Anche a Casal di Principe, evidentemente, non si discute d’altro. delle tante declinazioni possibili della globalizzazione. Però in città si spara lo stesso, anzi più di prima. Perché le organizzazioni della malavita si sono riconvertite su una dimensione industriale, con criteri commerciali rigorosi e d'avanguardia. Così saltano fuori i kalashnikov, armi-simbolo. Prima di tutto come merce lungo le rotte antiche dell'est Europa. E poi come strumento di risoluzione di controversia. A novembre ammazzano due persone, tra cui un poliziotto. A dicembre accoppano un privato cittadino in mezzo alla strada. “È stata una brutta congiuntura – dichiara improvvidamente Claude Guéant, ex nume della comunicazione di Sarkozy – il clima va migliorando”. Per sua sfortuna, pochi giorni dopo vengono sequestrati ben 12 fucili da combattimento scoperti dalla gendarmerie nei doppifondi di un'auto. “Ogni volta che Monsieur Guéant parla – tuona sarcastica Marine Le Pen a Radio France – ci ricorda le disfatte e le menzogne di Sarkozy”. MA IL TERZO capitolo di questa storia è il vero successo politico dei lepenisti. A fine marzo fa scandalo la storia di Omar Djellil, ex militante socialista e membro di Sos racisme (divenuto celebre per aver fermato una troupe di Tf1, mentre difendeva il diritto alla macellazione islamica). Djellil inizia a dialogare con un consigliere del Fn, Stéphane Durbec. Lo invita a visitare la moschea di cui è segretario per scoprire “i musulmani onesti”. Il lepenista accetta. Dichiarandosi “felice dell'opportunità”. E Djellil si spinge a scrivere una lettera in cui invita a votare l'estrema destra contro le bugie di Sarkozy. Quindi incontra Marine, ed è una folgorazione: “I socialisti davano i nostri voti per scontati, Sarkozy ci ha cancellati come cittadini: La vasta comunità araba si è sentita tradita da Eliseo e socialisti e in tanti hanno scelto l’Fn Dove il voto a destra era in dubbio, poi, pesano le inchieste e gli affari dei socialisti a livello locale. A pochi giorni dal voto, tutti questi diversi fili si uniscono quando arriva la Le Pen, e tiene un comizio di un'ora e mezza: “Sarò la candidata dello Stato nazione contro il disordine mondialista la candidata della Repubblica contro la barbarie! L’ordine delle bande è la stessa cosa dell’ordine delle Banche”. È così che il 22 aprile si solleva l'onda blue-Marine. Alle presidenziali la leader del Fn a Marsiglia è terza di un soffio. Ma diventa prima in molti comuni della circoscrizione elettorale: Bouches-du-Rhône, Martigues, Marignane, Vitrolles e Cavaillon. In molte altri centri - a Orange, Arles, Salon, La Ciotat, Aubagne – è seconda. “In queste città – sostiene un mariniste come Richard Ghevontian – i voti al Front National non sono stati portati dalla paura per gli stranieri, ma dall'insicurezza per l'economia e per la crisi”. Tutto vero: dove il localismo della Lega esclude, il nazionalismo anti-globalista dei lepenisti include. Scandali, kalashnikov, gran Mufti ex nemici che si danno la mano. Quante barriere ideologiche e religiose che cadono, in nome della grande paura per la crisi globale.